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Full text of "MC microcomputer 174"

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Adottare lo Slot 1 o rimanere al Socket 7? 

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• AutoCAD 14 in anteprima 

• MPEG Layer 3 stream audio 

• Roma duemila anni fa... su CD-ROM 

• Digital Imaging: calibriamo il colore 

• DTP e le pagine mastro 

• Mac: FreeHand 7.0 e DOS Mounter 95 

• I server Web con Lotus Domino 

• KPT Bryce II per Windows 

■ la telematica e il commercio elettronico 

• Programmi per il multimedia dal Web 

• Outlook 97 e gli utenti singoli 

• Dalle intranet alle extranet 

• Tektronix Phaser 450 a sublimazione 

• HTML: cascading style sheet 

• Realtà virtuale sulle macchine Pentium 

• Giocare on-line 


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primo notebook PC nel 1985, abbiamo ripetu- 


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6 Indice degli Inserzionisti 

58 Editoriale di Paolo Nuti 

68 Posta a cura di Rino Nicotra 

88 News a cura di Massimo Truscelli e Fabio Della Vecchia 

Reportage 

120 IX Convegno degli Studenti Esperti in Computer di Manna Chiodini 

Attualità 

124 CD Giocare On Line con MC Software di Giuseppe Caggese 

Anteprima 

138 AutoCAD 14 per Windows 95 di Francesco Pedoni 

Archeologia Informatica 

140 La Divisione Informatica Olivetti (prima parte) di Gaetano Di Stasio 

Informatica & Società 

150 Quali leggi per il territorio di Internet? di Manlio Cammarata 

159 Le norme sulla stampa si applicano a Internet? di Manlio Cammarata 

Arte informatica 

166 All'ombra delle reti di Ida Gerosa 
Informatica & Architettura 

a cura di Paolo Martegam e Riccardo Montenegro 
170 Architettura e Cooperazione in rete 

174 Un riuso a Venezia: tecnologia avanzata e storia di Lucia Fabi 

Altri Tempi 

176 Le mele maturano e divengono meloni di Raffaello De Masi 
180 Playworld di Francesco Carla 

Intelligiochi 

188 Protocolli esoterici (seconda parte) di Corrado Giustozzi 

Prove 

192 Pentium II contro K6. Otto sistemi a confronto di C Giustozzi 
214 HL MacOS Compatibile di Massimo Truscelli 
220 Apple Power Macintosh 8600/200 di Valter Di Dio 
226 McPerson EOS MMX di Andrea de Prisco 
230 Monolith Geo Challenge di Andrea de Prisco 
234 MetaTooIs Bryce 2 per Window 95 di Francesco Pedoni 
240 Schede audio: Sound Blaster AWE 64 Gold e Turtle Beach Pinnacle 
di Corrado Giustozzi 

OverView 

246 ModemFax SpeedCom V3314 di Valter Di Dio 
250 STB Velocity 3D di Bruno Rosati 

ABC 

254 Windows 95 e il disco di ripristino di Rino Nicotra 

Prodotti multimediali 

258 La macchina del tempo di Dino Joris 


4 


MCmicrocomputer n. 174 - (numerazione editoriale) 



















Digital Imaging 

266 Calibriamo i colori di Gianluca Li Causi 
274 Tektronix Phaser 450 di Andrea de Prisco 


Computer & Video 

281 Programmi per il multimedia dal Web di Bruno Posati 
288 MPEG-1 Layer 3 alla scoperta dell'audio ad alta fedeltà 
di Massimo Novelli 

Realtà Virtuale 

294 Elysium UltraScaler. Realtà virtuale ad elevata scalabilità su macchine 
Pentium based di Gaetano Di Stasio 

Telematica 

300 II commercio elettronico (prima parte) di Sergio Pillon 

HTML 

306 Cascading Style Sheet (prima parte) di Giuliano Boschi 

Mathematica 

312 Gli aspetti computazionali del progetto Virgo a cura di Francesco Romani 



MicroCAMPUS - Ricerche 

316 Art Bank: una banca dati sull'arte (seconda parte) di Gaetano Di Stasio 

Desktop Publishing 

322 Facciamoci un "Master" di Mauro Gandim 

Grafica 

326 Grafica di presentazione: non trascuriamo la verità di Francesco Petrcni 

Office 

332 Outlook 97: utilizzo da parte di un utente singolo di Francesco Petroni 

Workgroup 

338 II server Web con Lotus Domino di C. Petroni e L Sandullì 

Client Computing 

346 Dalle intranet alle extranet di Leo Sorge 

PD-Software 

350 Gioco d’azzardo di Paolo Ciardelli 

OS/2 

352 Internet Connection Server di Giuseppe Casarano 
356 La rincorsa all'upgrade a cura del Team OS/2 Italia 

Macintosh 

360 Freehand Graphic Studio 7 0 di Raffaello De Masi 

368 DOS Mounter di Ratfaello De Masi 

370 PD Software - La scatola musicale di Valter Di Dio 

Amiga 

374 Amiga F/X Oggetti virtuali in scenari reali di Massimiliano Marras 

382 Micromarket - micromeeting - microtrade 
385 Moduli per abbonamenti, arretrati, annunci 




240 


Turile Beach + Sound 
Blaster AWE 64 Gold 


ISSN 1123-2714 


giugno 1997 


5 

























Indice Inserzionisti 


91 3C0MITALY 

82-83 A.M.O. - ADVANCED MICRO DEVICES 

Insorto reg. A.R. COMPUTER SRL Via Emma Perodi 2 - 00168 ROMA 

153 ACCA Software SRL Via Michelangelo Ciancioli! Al 
83048 MONTELLA AV 

18-55 ANTEA SHD SNC Via Piazzi 54 L 10129 TORINO 
253 ARTEC SRL Via degli Aldobrandesch, 47 00163 ROMA 

30 BIROMA EDITORE Via Don Giuseppe Lago 52 

35013 CITTADELLA LAGHI PD 

IV cop. 8ULL HN INF.SYST, ITALIA SPA Via Pirelli 32 
20124 MILANO 

28 - 321 C.D. CAR ELETTRONICA SRL Via Pacinolti 11/B 
37135 VERONA 

93- 143 CANON ITALIA SPA Via Mecenate 90 • 20138 MILANO 
76 - 77 CENTRO HL Via Novoll 9-17 50127 FIRENZE 

80-81 

311 COFAX TELEMATICA SRL Viale dei Colli Portuensi 92 
00151 ROMA 

Inserto COMPUTER DISCOUNT Via Tosco Romagnola 61 
56012 FORNACETTE PI 

157 COREL 1600CarlingAvenueK1Z8R7 -OTTAWAONTARIOICDN) 

287 CREATIVE LABS SRL Strada 4 Edifico A3 20090 ASSAGO MI 
169 D.TOP EUROPE SRL Va Tezze 20C-G 
36073 CORNEDO VICENTINO VI 
Ins. reg.- 48 DATAMATIC SPA Via Agoidal 34 - 20127 MILANO 
62 - 63 DISNEY INTERACTIVE EUROPE 50 Av Montaigne 
64 - 65 75008 PARIS |F| 

265 E.GI.S. Via Tuscolana 261 00181 ROMA 

345 EOITRICE REFLEX SRL Via di Villa Semini 54 00191 ROMA 

89 - 187 EPSON ITALIA SPA Via F III Casiraghi 427 

20099 SESTO SAN GIOVANNI MI 

78 - 79 ERGO ITALIA SRL Via della Nocella 109 00164 ROMA 

105 EXIDE ELECTRONICS 

151 EXPERT SYSTEM Dir Diamante Str Scaglia Est 44 

41100 MODENA 

129 -130 FACAL PRODUCTS SRL Via Silicella 84 00169 ROMA 

131-132 

133-134 

135-136 

57 - 61 FRAEL ITALIA SRL Via del Roselo 50 
50012 VALLINA-BAGNO A R FI 

75 GET POINT SRL Via Aldo Moro 4'bls 00038 VALMONTONE RM 

97 IBM SEMEA SPA ViaG Pirelli 18 20124 MILANO 

24 INFORMATICA ITALIA INTO THE QUALITY SRL Via Giulio 

Galli 66 C/D/E/ - 00123 ROMA 

38 INFORMEDIA SRL Via Giovanni Penla 51-00157 ROMA 

34 INFOWARE SRL Via M Boldelti 27/29 - 00162 ROMA 

54 ITALSEL SRL Via Lugo 1 A 40128 BOLOGNA 

22 JAZZ HIPSTER CORPORATION TAIPEI TAIWAN 

147 JEN ELETTRONICA SRL Via Avogadro 10 
62010 MONTELUPONE MC 

50 - 51 JEPSSEN ITALIA SRL Via Raddusa sn 94011 AGIRA EN 
118-119-121 KERNEL SPA Via A Cavaglieri 26 - 00133 ROMA 
44-45 KLONOUS SRL Va dei Duranlim 144 - 00157 ROMA 
7-8-9 LOGIC SRL S S dei Giovi 34 - 20030 BOVISIO MASCIAGO MI 

10-11 

12-13 


100 M3 INFORMATICA SRL Via Monte Asolone 7/D -10141 TORINO 
Inserto MAC STORE V le Oceano Pacifico 66 00144 ROMA 

49 MATROX GRAPHICS INC. 

249 MEDIA DIRECT SRL Viale Asiago 83 A 

36061 BASSANO DEL GRAPPA VI 
299 MICROFORUM ITALIA SRL Via Antonio Musa 13 
00161 ROMA 

69-71 MICROLINK SRL Via Seslese 61 - 50141 FIRENZE 

101 -103 MICROSOFT SPA Via Cassanese 224 20090 SEGRATE MI 

111 

47 MICROTEK ITALIA SRL Via Ponlano 7 - 00141 ROMA 

29-31 MONOLITH ITALIA SNC Viale Romagna 10 - 20133 MILANO 
107 NEC ITALIA SRL Via Leonardo da Vinci 97 
20090 TREZZANO S NAVIGLIO MI 
Inserto O.P. COMPUTERS SPA Via Montanenghe 8 
10010 SCARMAGNOTO 

109 OLIVETTI LEXIKCN Via Jervis 77 10015 IVREA TO 
273 P.C.C. COMPUTER HOUSE SNC Via Casilma 283/D 
00176 ROMA 

127 PANASONIC ITALIA SPA Via Lucim 19 - 20125 MILANO 
36 PC ITALIAS Via Poliziano 1 20154 MILANO 

279 PC WARE SRL Via Carlo Pirzio B roli 60 
00043 CIAMPINO RM 

59-95 PHILIPS SPA P.zza IV Novembre 3 ■ 20124 MILANO 
73 QUOTHA 32 Via Portogallo 2 47037 RIMINI 

17-19 SBF ELETTRONICA SRL Via Cumana 19/A - 80126 NAPOLI 

293 SECURTECH SRL Via Torini 64 - 00040 PAVONA RM 
60 SIDIN Soc. Hai. di Infor. SRL Via Papacmo 23 

10121 TORINO 

Inserto STRABILIA SRL Via Basili 4 - 56029 S CROCE SULL'ARNO PI 
115-117 SYMBOLIC SRL Via N Sauro9 43100 PARMA 
84 - 85 SYSTEMS COMUNICAZIONI SRL Via Olanda S 
20083 GAGGIANO MI 

32 - 33 T.V.C. ITALIA SRL Strada del Mobile 16/C 

33080 VISINALE DI PASIANO PN 

161 TDK ITALIA SPA Corso Buenos Aires 36 20124 MILANO 

113 TECHNIMOLD SRL Via Greto di Cormgliano 6R 
16152 GENOVA 

35 - 37 - 56 TECNOWARE SRL Via Lisbona9 50065 PONTASSIEVE FI 
145 TEXAS INSTRUMENTS ITALIA SPA V a Pacirotti 7 
67051 AVEZZANOAQ 

II cop. - 3 TOSHIBA EUROPE GMBH Hammlelddamm B 

41460 NEUSS(D) 

382 TRÉ-PI PUBBLICITÀ' SRL Via di Porla Maggiore 95 
00185 ROMA 

99 TULIP COMPUTERS ITALIA SPA Via G. di Vittorio 27 

20068 PESCHIERA BORROMEO MI 

III cop. UNIDATA SRL Via S Damaso 20 - 00165 ROMA 

46 UNI WARE SISTEMI SRL Via Malera 3-00182 ROMA 

42 VEGSTORE INDUSTRIE SRL Via Agnone Maggiore 21 

03039 SORA FR 

14-15-21 VIDEO COMPUTER SPA Via Anlonelli 36 -10093 COLLEGNO TO 

23-25-27 
39-41 -43 

149 VOBIS MICROCOMPUTER SPA Viale Matteo!» 4 
20095 CINISELLO BALSAMO MI 
112 YEPA SRL Via Launana 25 00187 ROMA 


6 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 







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Windows 95, Caso certificalo CE o scelto tra mini 
tower e desktop. Windows 95+-Plus CD italiano con 
monuoli o licenza d'uso. 

I anno di garanzia a copertura totale estensibile a 2 o 3 


Softworc Microsoft su CD: 

Works & Money, Hellbandor 3. Encarta 

96, Atlante mondiale Encarta 97. 
Cinomonia97 Oceani, Musical Center 

97, World of Nature, World of Fligth , 
Dongerous Creature, Scones Undorsoa 

Altri Software su CD 
Micropose FI GP2, De Agostini 
OMNIA 97. Assault R«gs. Photo Suite, 
Mech Warrior II. Actua Soccer. Extrome 
3D, Wipeout 


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20125. Viole Monzo 175 
Tei. 02/2828252, Fo». 02/26140415 
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Tel/Fa..0423/9 72 544 
h. 8-12/16.30-19.30 


00167, Via Silvestro II 4b/4c 
Tel 06/6624862, Fa. 06/6622166 
orari 9.30 13/16.30-19.30 


80126. Via Cumona 19/o 
Tei 081/2395663, Fa.. 081/5930297 
orari 9-13,30/16,30-19,30 


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DESIGNote 5200 

Il nuovo LEO Pentium notebook ha i numeri per avere successo... 
166 , 12 . 1 , 256 , 80 , 3 . 2 , 10 , 128 , 44 , 3 . 890.000 



Suono digiliih' stereo-. 

lùbit compatibile Sound Master, casse c microfono 
integrati, controllo volume dedicato 

Connessione con il inondo... 

2 slot tipi* Il o I tipo III PCMCIA permettono una 

grande quantità di espansioni tra cui schede per 
comunica/ione modem/fa* c schede per 
collegamento in rete. 

Fun/ionulita ergonomie»... 

Il puntatore integralo GlidePad a due tasti 
permette una grande facilità di manovra in 
Windows. 

(Juundo il lavoro non esclude il gioco... 

Il comodo lettore CD-ROM velocità I0\ permette 
di eseguire non solo i giochi preferiti ma di 

raddoppiare la funzionalità del DESICìNotc ?2t*» 
quale riproduttore CD audio portatile • anche 
mentre si lavora. 



Calori brillanti... 

Due npi di display 12.1’ SVGA .SOIKM*», mutria 
passiva doppia scansione DSTN 25f* colon oppure 
matnee attiva IT I MK colori garantiscono una 
leva naliiinle dell'immagine c una perieli a 
leggibilità mentre il processore viileo P< I l>bit 
1.2MB di Video DRAM (su MPEG le il supp.*rto 
/V < ’ard sono le infrastnitture ideali per la 
manipolazione di video digitale 
Piccoli dettagli.^ 

Le spie LED. visibili anche a schermo chiuso, 
avvertono se avete dimenticato la macchina .tcco.i 
Semplice soslilu/ionc delle batterie... 

Il pacco accumulatori \i\lll o la-ion e sostituibile 
con ogni pacco Duraceli compatibile, permettendo 
di elaborare senza interruzioni fino a 4 ore 
Integru/inne totale... 

Con il lloppv disk integrato non c necessario avere 
parti esterne al notebook per lavorare. 

Gigabyte (li capacità... 

Anche gli applicativi e i dati più voluminosi .lei lite 
audio, video, multimediali, data base troveranno lo 
spa/io necrsvino sui Ire tagli Ji hard disk 
attualmente disponibili: I 4GB,2.1GB e 3.2GH. 


I nuovi 52(K) 


IL 


sono la naturale evoluzione della famiglia DESIGNote naia nel lontano 1993 con i modelli 4.56, ( fra sul 52IKI possiamo installate 


processori Pentium dal 133 al I66MMX supportati da una cache di II livello di 256KB sincrona. La memoria RAM può arrivare fino a NIIMB 

a partire dai 16MB EDO integrali sulla scheda madre. La dotazione di porle verso l'esterno è i|Uantomai completa: seriale 


1655(1 (9 pin). parallela ECP/EPP (25 piti), joystick (15 piti), monitor (15 pini. PS 3 mouse/lastiera. collegamento infrarosso (compatibile li DA) e infine 



sul lato sinistro troviamo l'uscita video NTSCVPAL olire a tutti i connettori ingresso/uscita della sezione audio. Il pratico accumulatole. Ni VII I 


o Li-ion, facilmente sostituibile, viene utilizzato in modo ottimale tramite il completo sistema di gestione dei consumi che prevede il supporto delle 
specifiche SMM e Microsoft APM 1.2. un comodissimo servizio di suspend/resumc con salvataggio dei dati su hard disk (indipendente dal software 
utilizzato) e una funzione di auto-spegnimento delle periferiche non utilizzale. Non ultimo l'ingombro veramente ridotto di soli 297mm x 240mm \ 44mm 

esalta le doti di ingegnerizzazionc del 52IK1 che contiene cosi tanto in così poco spazio. 



non legate la vostra creatività a una scrivania 



alcuni 

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TFT 12.1“ 

TFT 12.1" 

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16MB RAM 

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MB P200 P5MMA TX430 AT 233 

MHz 512 Pme EIDE 

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416 

17" 447W dp 26 altoparlanti 

stereo incorporati 1280m TC092 L. 

1 499 

ATI 3D Xp.osv.on * PC2TV 4Mb 

SDrom PCI 1600 uscitoTV 

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MB P6DNF Duci Pentium Pro AT 

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altoparlanti steroo lóOOni TC095 L. 

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MB P6DNH2 Duol Pentium Pro AT 



17 447W dp.25 Trinitron audio. 

Subwoofer e microf. lóOOni TC095 L. 


ATI 3D Xpression * PtJTv 4Mb 
SDrom uscita TV 3 Game 3D 



FX44Q» 

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2.131 

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MB P6SNS Pentium Pro AT 



17" 447Xavc dp 25 Trinitron, audio. 


ATI 3D Fra Turbe fCZIv 4Mb V' 

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ATI 3D Pro Turbo PC2TV 8Mb TV 

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MB P6SAS Pentium Pro ATX 



21" 445Xi dp.22 Irtvar mosk 


ATI 30 Pro Turbo PC27V 4Mb SGrom 



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21" 445Xav dp.22 oudio stereo. 

Subwoofer e microf. 1600ni TC095 L. 

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Uscito TV Game 3D 

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2930U UWSCSI PCI Sur Mnsrer 

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GO) Ronchi dot Legionari lei 0481/475370 

UD) Cotogno iti 0437/542605 

UO) S Domale del Friuli lei 0432/941276 

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VE) Mastro tol 041/972182 

VR) Sollnxolo lei 045/7121064 

>D) Podovo tei 049/690770 

VII Romono D Ezxol.no tal 0424/513340 

VI) Roto tol 0424/587091 


TV) Vittorio Veneto tei 0438/555143 
TV) Cordonano tei 0431/995359 

IT) Formio tei 0771/77151 1 

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NA) Torre del Greco tei 081 '8491892 
CC) S Mano Copuo Vefe-e tei 0823/794048 
Boslllcato 

MT| Muterò tei 0835/384990 
MTi Mote.o tei 0835/388687 
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Puglia 

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Colobrio 

■C; Rogg.o Colobrio tei 0965/897162 
CSl Cosenza tei 0984/74588 
Sicilia 

CTI Colonia tei 095/387221 
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RGl Scici, lei 0937/R3319S 
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TRENTO (Rovereto) , fWli 1 0464/438021 
UDINE (S. Daniele del Friuli) 

.Udine 38 0432/941276 

VARESE (Luino) v.Crevella 5\o 0332/510900 
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2D ed il 3D. 

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Release 11 e Release 12. 


•Compatibilità Windows95. 
• OLE 2 Client e Server. 


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Dettagli costruttivi (cemento armato, muratura, 
acciaio, legno) 


• Vista Aerea. 

• Formato dei disegni ANSI o ISO. 


■ Volume II 

Tramezzature, infissi, isolamento, controsoffitti 


• Compatibilità con Microsoft 
Office per Windows 95. 

• Formato dei file .DWG di; 
AutoCAD Rei. 13. 


• Tratteggio/Riempimento 
associativi. 


• Guida rapida dei comandi in 
linea. 


• Modifica degli oggetti. 

• Personalizzazione e supporto 
delle macro. 

• Immissione Rapida delle Misure 
e Linee Guida. 


• Supporto delle applicazione 
Server OLE1. 


• Personalizzazione della barra 



• Volume |J | pv, 

Arredamento interno, arredamento esterno, impianti 


• Supporto delle Tavolette 
Grafiche di Windows. 


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• Gestione del Testo. 

• Modifica degli stili di testo. 

• Anteprima dei disegni. 

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autocomposizione del 
disegno. 


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gli oggetti. 


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Disegni e Librerie Volume il 
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• Supporto dei font True Type. 

• Geometria avanzata. 

• Tipi di linee complessi. 

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tempo reale. 

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strumenti, definite 
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3 200 



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275 



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590 

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300 



6 5 U-SCSI 111 FIREBALL 

1 050 

ASUSTEK TX-XE 97 512 

325 



4.5 U-SCSI II! ATLAS II 

1 450 

ASUSTEK P-PRO 512 

425 

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2 400 

ASUSTEK P-PRO 512 ATX 

450 

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590 

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1 500 

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1 050 

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270 

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275 



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.350 

MATROX MYSTIQUE 4 

225 



US ROBOTÌCS 3.3.6 PCMCIA 

.390 

MATROX MYSTIQUE 2 

195 

CREATIVE 


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150 

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500 

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125 

GVC 33.6 ext 

175 

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300 

SB 32 P&P 

180 

PHILIPS 33 6 ext VOICE 

220 

-4MB x MILLENIUM 

240 

SB 32 P&P * ENCARTA 

220 

INTERNET BLASTER 33 6 

250 

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130 

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310 



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33 000 

Sound Blasler 16 bit Creative OEM 

96 000 

Sound Blasler AWE 64 ASP Creative 

299 000 

Sound Blasler 32 bit IDE Creative 

150 000 

Casse amplificate 80W 

34 000 

Casse amplificale 120W 

48 000 

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65 000 

Modem 33.6 interno 

137 000 

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147 000 


Processore 

Prezzo lln.l 

Intel Pentium 133 

896000 

Intel Pentium 166 

1029 000 

Intel Pentium 200 

1109 000 

Intel Pentium MMX 166 

1129 000 

Intel Pentium MMX 200 

1489.000 

Upgrades 

Prezzo lin i 

Differenza per HD 1 6 Gb 

♦ 43 000 

Differenza per HD 2 0 Gb 

+ 52.000 

Differenza per HD 3 2 Gb 

+168.000 

Differenza per Matrox Mystlque 2 Mb 

+ 149.000 

Differenza per Matrox Millennium 2 Mb 

+ 248000 

Differenza per S3 Virge 3D M-Peg 4 Mb 

+ 64000 


Stampanti 

Prezzo ILnl 

HP 400 Color 

283 000 

HP 690 InkJel colore 

459 000 

HP 694 InkJet colore + SW Pho'opainl 

532000 

HP 820 CX InkJet Color 

582 000 

HP 5L Laser 1 MB 

604.000 

Epson Stllus Color 500 

48)000 

Epson Stilus Color 400 

444 000 

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accorgete dopo, quando nasce un problema, ed avete bisogno di assistenza, inizia così l'affannosa ricerca al solito amico smarettone, che cercherà di aiutarvi alla meno 
peggio pur di porre rimedio ad una mancanza di alcuni servizi che purtroppo "NON ERANO COMPRESI NEL PREZZO"! 

Ffer questo la nostra azienda, dopo così tanti anni di esperienza nella vendita al pubblico, è riuscita a costruire un solido ed efficiente centro di assistenza, operativo tutto il 
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Responsabilizzare gli autori 


D iritto alla comunicazione, alla libertà di espressione, alla riservatezza Tre diritti fondamentali 
garantiti in Italia dalla Costituzione e dalla Legge e internazionalmente dalla dichiarazione dei 
diritti dell'uomo. 

Nessuno li mette direttamente in discussione, ma l’attenzione alle "regole della telematica" su¬ 
scitata dal fenomeno Internet, potrebbe involontariamente produrre questo effetto 
Come i nostri lettori forse ricordano, siamo stati i primi a sollecitare un intervento organico del le¬ 
gislatore perché definisse con chiarezza i ruoli e le responsabilità dei diversi "soggetti telematici" 
e la novità della "rivista telematica” ossia la sua capacità di trasformare in potenziali "fornitori di 
informazioni” anche soggetti, i lettori, tradizionalmente passivi o comunque sottoposi! a vaglio re 
Razionale 

È chiaro che trasformare il lettore in soggetto attivo della comunicazione impone la necessità di 
responsabilizzarlo e informarlo sulle regole del gioco: rispettare 'a dignità del prossimo evitando 
accuratamente di lederne l'immagine, la privacy, i diritti politici e quelli religiosi, rispetlare la libertà 
di impresa e la libera concorrenza evitando di diffondere informazioni false tese ad alterare la dina¬ 
mica dei mercati, evitare di ledere il diritto di autore diffondendo opere di ingegno (testi, immagini, 
composizioni musicali, raccolte ragionate di dati, software, etc.l senza l'autorizzazione dell'autore 
o chi per lui, evitare di compiere, attraverso il mezzo telematico, altri reati contro le cose come 
l’accesso illegale a sistemi remoti, il danneggiamento di sistemi informatici o telematici, etc. 
Perché una regola venga rispettata occorre però che chi la trasgredisce possa essere perseguito 
e. ancor prima, possa essere identificato L'identificazione dell'autore - il soggetto attivo - di una 
"azione telematica" limita però, in un numero per fortuna ridotto di casi, il suo diritto alla libertà di 
espressione perché in un limitato numero di occasioni l'anonimato diventa una necessità inaliena¬ 
bile: si pensi ad esempio alla denuncia di atti di repressione politica Per questo è nato il concetto 
di anonimato protetto, i dati identificativi del soggetto attivo vengono sostituiti con altri utilizzando 
un soprannome (mcknamel o cancellati in sede di pubblicazione del messaggio. 

Per evitare che l'anonimato protetto, concepito per meglio garantire il diritto universale di espres¬ 
sione del pensiero, venga invece sfruttato per compiere reati, è sufficiente che chi offre anonima¬ 
to (nell'accesso ad un sistema telematico o nella pubblicazione di documenti) tenga traccia degli 
elementi identificativi soppressi che dovranno essere comunicati esclusivamente dietro motivata 
richiesta dell'autorità giudiziaria. 

Con questo schema si garantiscono i diritti di tutti. Dobbiamo quindi rallegrarci che il professor 
Rodotà, recentemente nominato Garante dei dati, abbia ancora una volta ribadito questa imposta¬ 
zione con articoli sulla rivista Telema ed il quotidiano La Repubblica. 

L'attenzione al fenomeno Internet ha però suscitato un grande interesse sia di organi comunitari 
che nazionali. Facendo eco alle corrispondenti commissioni europee, in questo momento si stan¬ 
no interessando alle regole per Internet (e sarebbe meglio che si parlasse sempre e comunque di 
regole per la telematica) il Ministero della Pubblica Istruzione, quello dell'industria, quello degli In¬ 
terni, quello di Grazia e Giustizia e quello delle Poste e Telecomunicazioni. Come se non bastas¬ 
se. l'indignazione e la preoccupazione per la lunga serie di reati contro la dignità (e spesso la vita) 
dei minori ha dato luogo ad un testo di legge già approvato dalla commissione giustizia della Ca¬ 
mera. 

A causa di una scarsa conoscenza dei meccanismi di diffusione delle informazioni in rete, alcune 
di queste iniziative non mettono in sufficiente evidenza che la responsabilità dei contenuti deve 
ricadere esclusivamente su chi li immette in un sistema telematico. Il che significa che chi auto¬ 
rizza l’accesso ad un sistema telematico (Internet compresa! deve farsi carico dell’identificazione 
del soggetto cui concede i diritti di accesso e chi gestisce sistemi atti alla diffusione di contenuti 
iserver) deve farsi carico di riconoscere - o di essere in grado di riconoscere - direttamente o in¬ 
direttamente, il soggetto telematico cui concede l’uso del sistema In pratica significa far firmare 
un contrano, tenere un registro degli indirizzi di rete assegnati (permanentemente o provvisoria¬ 
mente) per consentire l’accesso al sistema, tenere un registro degli indirizzi a partire dai quali è 
stato diffuso un contenuto, consentire ad eventuali sub-fornitori di fare la stessa cosa 
Come conseguenza di questa scarsa informazione girano sia all'estero che in Italia proposte tese 
a responsabilizzare per i contenuti, in luogo degli autori, i proprietari dei sistemi telematici (server) 
che li ospitano. Il che significa che i proprietari dei server dovrebbero trasformarsi in censori, eli¬ 
minando questo o quei contenuto se non intere classi di contenuti II che non solo non è possibi¬ 
le per la mole di dati da esaminare, ma rappresenta una coercizione tanto pericolosa (i proprietari 
dei server sarebbero costretti prima o poi a disattivarli per l'impossibilità di esaminarne i contenu¬ 
ti) quanto mutile 

Come è noto, il mezzo telematico non ha frontiere e i contenuti eliminati in un sistema restano a 
disposizione altrove. Se quindi si vuole raggiungere il risultato di eliminare dalla rete i contenuti il¬ 
legali o di classificare quelli potenzialmente nocivi, l’unica vera soluzione resta quella prima indica¬ 
ta- responsabilizzare l'autore 

Paolo Nuli 


Giugno 


ANNO XVII *1997 *1.9.000 


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coordinamento di Rino Nicotra 


FuturShow: 
il Museo e il treno 
di MC 


C 

■# pettabile Microcomputer,sono un Vo¬ 
stro affezionato lettore e, oltre a farVi i 
complimenti per l'ottima rivista (per me è 
senza dubbio la migliore!). Vi scrivo per 
complimentarmi per l'eccellente organiz¬ 
zazione dell'iniziativa per il FuturShow 97. 

A parte il fatto che non è da tutti (viste 
le Ferrovie Italiane) arrivare con mezz'ora 
di anticipo, cosa senz'altro gradita, seppur 
nella sua semplicità, è stata la cartellina 
distribuita sul treno che. a fine giornata, 
era stracolma di ogni tipo di depliant e ri¬ 
vista. 

In ultimo, visitando il Vostro Museo del¬ 
l’Informatica. ho avuto quasi un sussulto 
quando ho visto troneggiare il glorioso 
Commodore 64 tra tanti altri pezzi che 
hanno fatto Stona: mi sono tornate alla 
mente le giornate passate su quel simpa¬ 
tico ‘coso' quasi quindici anni la quando, 
poco più che bambino, cominciavo a 
muovere i primi passi nell'Informatica. 

Salutandovi, rinnovo ancora i miei com¬ 
plimenti per l‘ ottimo lavoro svolto. 

P.S. consideratemi dei vostri pure per /' 
edizione del 19981 


Andrea Gavazzi 

G razie, Anche per noi l'organizzazione 
del treno è stata un'esperienza nuova 
e stimolante; tra l'altro l’ETR-500 è davve¬ 
ro un treno bellissimo, che fa venir voglia 
di viaggiare in treno anche a chi preferi¬ 
sce l'auto o l'aereo, come me; devo dire 
che dà una certa emozione, dalla cabina 
di guida, entrare nelle gallerie a 250 chilo- 



Scrivete a MC! 


Come probabilmente avete visto, da qualche mese abbiamo aumentato lo spazio destinato alla 
posta dei lettori Non è escluso che questo spazio aumenti ancora, dipende soprattutto da voi. 
dal contenuto delle vostre lettere. Per ovvi motivi non riusciamo a rispondere a tutti, ma faccia¬ 
mo il possibile soprattutto perché le lettere di interesse generale trovino posto. E' difficile che 
riusciamo a fornire risposte private (quindi non inviate francobolli o buste affrancate); per le e- 
mail qualche volta succede. Voi provate, basta che non vi offendiate se non vi rispondiamo.. 

Vi assicuriamo comunque che leggiamo tutta la corrispondenza e teniamo nella massima con¬ 
siderazione ciò che ci viene segnalato. 

Per scriverci avete a disposizione sia la posta tradizionale ( Via Carlo Perder 9, 0 0157 Roma), 
sia il fax della redazione 141892486) sia l'e-mail, alt indirizzo |mc.posta(g>mclink.itl Ogni giorno i 
messaggi vengono girati alle persone di competenza, per cui vi consigliamo di indirizzarvi alla 
casella della redazione piuttosto che a quella dei singoli redattori che comunque, come al soli¬ 
to. trovate qui sotto E" più semplice per voi e. anche se sembra strano, per noi 

m.m. 


Nominativo 

su MC-link 

su Internet 

Paolo Ciardelli 

MC6015 

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Andrea de Prisco 

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aapwmcuni: il 

Corrado Giustozzi 

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. - . | 

Marco Marinara 

MC0009 

r\ marmacoWmcimV 1 

Paolo Nuli 

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Massimo Truscelli 

MC0094 

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Luca Angelelli 

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anaelel|i®mcimfc il 

Giuliano Boschi 

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Manlio Cammarala 

MC2918 

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Francesco Carla 



Giuseppe Casa'ano 

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Francesco Fulvo Casiellano 


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Cesare Cittadini (Team OS/2) 

MC2934 

iriitadiniinmc! intuì 

Raffaello De Masi 

MCI 468 

:• •• i ••• ■ • | 

Valter Di Dio 

MC0008 


Gaetano Di Staso 

MC7400 

0 ai stasiowmclink | 

Enrico Ferrari 

MC0ni2 

, Terrai iiamHBHI 

Mauro Gandmi 

MC0452 

n Qandmi@mclink 1 

Gerardo Greco 

MC4720 

iroco^mcTìn^] 

Dino Joris 

MC9745 

liorisamclink i| 

Massimiliano Marras 

MCI 606 

.,. .: . • .! 

Rino Nicotra 

MC9781 

Lnirnuaamcimf il 

Massimo Novelli 

MC4397 

r,a.si.i«.m.p-ni.J 

Francesco Petroni 

MC8689 

Detronrésmdiru 1 

Sergio Pillon 

MC2434 

3iilon<0mnTn^] 

Francesco Romani 


’oman t<{5 demoni 

Bruno Rosati 

MC4200 

: -osaingm^i.r.. | 

Leo SorgB 

MC6750 

-• • • | 

Andrea Suatom 

MC2741 

and@mclmk.it 

Team OS/2 Italia 

MD1652 



metri l'ora, nei tram in cui la linea lo con¬ 
sente. L'orario che le Ferrovie avevano 
stabilito era abbastanza "largo", e per ri¬ 
spettarlo i macchinisti hanno anzi dovuto 
in molti tratti mantenere bassa la velocità, 
o addirittura fermarsi: nel percorso Roma- 
Firenze-Bologna. infatti, anche arrivando 
in anticipo a Firenze sarebbe stato neces¬ 
sario comunque aspettare l'orario di par¬ 
tenza previsto, per non lasciare a terra i 
viaggiatori. Al ritorno, invece, nel tratto Fi- 
renze-Roma il treno ha viaggiato alla sua 
velocità abituale, e cosi i viaggiatori sono 
arrivati a Roma mezz'ora prima di quanto 
si aspettassero. Evidentemente le Ferro¬ 
vie non hanno voluto rischiare che il treno 
arrivasse in ritardo e, trattandosi tra l’altro 
di un treno riservato che quindi, in caso di 
necessità, avrebbe dovuto lasciare la pre¬ 


cedenza ai convogli di linea Se ne avre¬ 
mo l'opportunità speriamo anche noi. do¬ 
po questa prima esperienza, di riproporre 
l'anno prossimo l'iniziativa Un piccolo 
aneddoto un momento apparentemente 
banale ed invece quasi emozionante è 
stato quanto, la mattina all'alba, siamo an¬ 
dati nel deposito dei treni ad alta velocitò 
per applicare gli adesivi sul muso 
dell'ETR-500: non so perché ma, come 
fosse la balena di Pinocchio, sembrava 
che da un momento all'altro dovesse 
aprire la bocca e mangiarci, mentre gli 
stavamo stuzzicando il muso .. 

Quanto al Museo, se ha "toccato" lei si 
figuri noi. è stata un'occasione per ritro- 


connnua apag 70 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


68 





















































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varci, con numerosi operatori del settore, 
a rievocare tempi nei quali parlavamo di 
kappa come oggi parliamo di giga. Al di là 
del fatto che tutti avevamo una quindicina 
di anni di meno, e nessun essere umano 
resta insensibile quando viene forzato a 
questa considerazione, ciò che più colpi¬ 
sce è pensare a di quanto poco tempo fa 
si parli: gli anni sembrano decenni, i de¬ 
cenni sembrano centinaia di anni quando 
ci si trova di fronte a questi "reperti", E 
devo confessare che l'entusiasmo che 
l'iniziativa ha suscitato in tante persone è 
stato lo stimolo per un'idea della quale 
spero di potervi parlare presto 


Marco Marinacci 


Il CD Disney 
IN MC DI APRILE 
SPORGEVA TROPPO? 


^'arissim di MC Vostro affezionatissi¬ 
mo lettore dal 1988. tengo in casa gli ulti¬ 
mi 15 numeri e consegno alla biblioteca 
comunale I precedenti, ho sempre ap¬ 
prezzato per completezza e utilità i V/s ar¬ 
ticoli Avete clamorosamente ’toppato' 
sull'ubicazione del CD nel numero 172 
trovato stamattina in edicola Ma è mai 
possibile posizionarlo metà nella rivista e 
metà all'esterno con tutti i guai derivanti 
dalla spedizione, in quante copie tale CD 
risulterà irreparabilmente danneggiato? 
Per onestà, come mimmo, venga espo¬ 
sto al pubblico ludibrio il responsabile. 

Salutoni 


Carlo Bergamaschi 

Y ùole sapere la verità? Anche a me 
quel tipo di confezione destava una 
certa perplessità, ma sono riuscito a su¬ 
perarla grazie alla considerazione che le ri¬ 
viste che adottano questo sistema ormai 
praticamente non si contano... In effetti, 
non abbiamo avuto segnalazioni di proble¬ 
mi, e d'altra parte il CD sulla copertina ne 
avrebbe coperto un pezzo e sarebbe sta¬ 
to comunque meno visibile E poi non ci 
sarebbe stato lo spazio per dire cosa era il 
CD, avremmo dovuto dedicargli tutta la 
copertina! Le copie per gli abbonati sono 
invece state confezionate diversamente, 
con il CD sul fondo senza farlo sporgere. 


m.m. 


Non fermiamo 
il progresso! 


mici! Sono un vostro lettore della pri¬ 
ma ora e dunque mi sento in diritto di 
chiamarvi cosi, ma oggi vi scrivo per met¬ 
tere la parola Fine (Spero!) sull'annosa 
questione che ci tormenta: era meglio ieri 
con 48K o oggi con 32 mega? Sono dàc- 
cordo sulle riflessioni generali circa 
l'informatica attuale. Abbiamo sistemi 
operativi pesanti: mega e mega di pro¬ 
grammi per scrivere sicuramente male 
ottimizzati, lentezze e guai per sistemare i 
sistemi 11 /perdonatemi 1). 

Sono anche d'accordo con chi dice che 
una volta con un C64 o uno TX si faceva¬ 
no cose grandi, si sfruttava ogni minima 
risorsa per un programma, cercando di 
ottimizzare fino all'ultimo byte. Mi sem¬ 
bra che in mezzo a queste due situazioni 
vi sia il nulla ignorato da tutti: ieri e oggi. 

Signori miei, è normale e naturale mi¬ 
gliorare ciò che siamo e ciò che abbiamo. 
Molte volte ricordiamo i punti deboli del¬ 
l'informatica attuale, ma intanto possiamo 
fare cose incredibili, parlare con ii mondo, 
sentire, vedere, usare i nostri sistemi in 
maniera impensata allora, ma fantastica 
oggi. Posso mandarvi un E-Mail, attaccan¬ 
doci un file, prendere un programma a 
Timbuctù e mandarlo a Detroit. Posso 
suonare, comporre musica, scrivere, di¬ 
segnare . e mille altre cose. 

Dunque dobbiamo vedere questo pro¬ 
gresso che ci ha accompagnato gradual¬ 
mente e che. attenzione, abbiamo voluto 
NOI come amico che ci chiede ma che ci 
dà. 

Non so se tra voi amici, vi siano dei 
Trekker ima suppongo di sii dunque qual¬ 
cuno non capirà se cito la targa su II'USS 
Ennepnse: ... To proudly go where no 
man has gone before 1 ' Non possiamo 
fermare il progresso perché equivarrebbe 
a fermare il mondo, a snaturare ciò che 
siamo. Possiamo guardare con tenerezza 
quei momenti antichi (informaticamente 
parlando) allo stesso modo in cui guarde¬ 
remo questi momenti, un giorno. 

Possiamo parlare, discutere, confronta¬ 
re le nostre idee su questo e quell'argo¬ 
mento; possiamo criticare i sistemi opera¬ 
tivi, i programmi, le CPU E' giusto, ma 
dobbiamo accettare ciò che siamo e ciò 
che abbiamo, per migliorarci e migliorare. 

Un giorno discuteremo sul fatto che un 
sistema operativo richieda il comando vo¬ 
cale 'Spegniti!', invece di Vai a dormire' e 
et arrabbieremo perché il sistema non ri¬ 


conosce il medesimo significato delle 
due frasi. 

Continueremo ad essere insoddisfatti 
ma positivamente e ciò sarà solamente 
un bene. 

A proposito, vorrei fare i complimenti 
agli amici di MC perché tra di loro si na¬ 
scondono Trekker sfegatati ho notato 
che ogni numero ha un 'immagine o un ri¬ 
ferimento a Star Trek, è anche questa la 
rivista che voglio: parlare, discutere e di¬ 
vertirsi tra amici, ecco la sensazione che 
provo ogni volta che sfoglio MC. 

Lunga Vita e Prosperità a tutti. 

Maurizio Binello 

S iamo d'accordo: nessuno di noi vuole 
fermare il progresso; neppure gli uma¬ 
nisti (quelli "illuminati") vogliono una cosa 
simile, figuriamoci se possiamo essere 
proprio noi che da tanti anni seguiamo il 
“missile" dell'informatica. La mia convin¬ 
zione però, peraltro condivisa da parec¬ 
chie persone qui dentro e nel settore, e 
che la corsa al progresso a tutti i costi 
non sempre sia produttiva o, soprattutto, 
che non io sia nella misura in cui sembra 
apparentemente esserlo. E questa consi¬ 
derazione non vale solo nel settore 
dell'informatica. Siamo contenti di andare 
in automobile e di avere il frigorifero e 
l'aria condizionata se però è vero che 
svuotiamo la terra estraendo il petrolio, 
che buchiamo l'atmosfera e che facciamo 
squagliare i ghiacci, forse stiamo co¬ 
struendo un giorno in cui tutto farà 
"bum" e sulla terra non ci resterà più 
nessuno. Per abituarci a vivere in un mon¬ 
do sommerso dobbiamo aspettare milioni 
di anni, dando tempo al processo di evo¬ 
luzione della specie di trasformarci in es¬ 
seri che prendono l’ossigeno dall'acqua e 
non dall'aria. E’ già successo milioni di an¬ 
ni fa. quando c'erano i dinosauri e prima 
ancora. Ma quando succede da un giorno 
all'altro si chiama diluvio universale, e se 
Noè non fa in fretta con la sua arca sono 
dolori. Quindi se qualcuno dice "non usa¬ 
te i deodoranti" dice forse una cosa stupi¬ 
da, ma è più stupido usare qualsiasi cosa 
ci venga in mente senza pensare agli ef¬ 
fetti che potrà avere a lunga scadenza 
Un altro esempio piu banale: oggi tutti 
usiamo il telefonino, e qualcuno dice che 
la sua antenmna a pochi centimetri dal 
nostro cervello non è propriamente una 
mano santa per quest'ultimo. Sarebbe 
bello sapere se è vero, perché se per ca¬ 
so è abbastanza vero forse ci stiamo ra- 
dio-suicidando un pezzettino alla volta tut¬ 
ti quanti: vivere senza cellulare mi sem¬ 
brerebbe oggi drammaticamente scomo¬ 
do, ma pensandoci bene è stato cosi fino 
ad una manciata di anni fa E, volendo an¬ 
dare ancor più nell'immediato: un bel li- 

contmuaa pag 72 

MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


70 





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segue da pag 70 

moncello fresco, dopo cena, fa sicura¬ 
mente piacere in queste calde giornate di 
quasi-estate. dopo il primo bicchierino è 
gradevole anche il secondo, e il terzo, e il 
quarto e se vai avanti cosi, dopo un po', ti 
senti malissimo e ti rendi conto che del li- 
moncello non dovresti abusarne 
Nessuno di noi, qui a MC. è contro il 
progresso, ci mancherebbe altro. L'uso di 
mezzi ultrasofisticati è affascinante e gra¬ 
tificante. Aspetti un attimo, eccomi di 
nuovo qui: lei ha nominato Timbuctù, io in 
un minuto e quaranta secondi scarsi ho 
aperto una finestra Internet, fatto con Al¬ 
taVista una ricerca sulla parola "Timbouc- 
tou", supponendo che si scrivesse cosi, 
ho indovinato ed ho trovato quattordici 
documenti, chccando su uno a caso ho 
scoperto che a Padova la 1991 esiste la 
AM AVE, Associazione Maliana delle Tre 
Venezie, che raggruppa e supporta i citta¬ 
dini della Repubblica del Mah e che. fra 
l'altro, ha in programma di organizzare 
viaggi turistici a Timbouctou e dintorni. 
Ecco, questo mi sembra davvero affasci¬ 
nante e gratificante, il computer moderno 
e la telematica sono davvero quasi una 
bacchetta magica Ma è bene che stiamo 
attenti a non fare come Topolino nelle ve¬ 
sti dell'apprendista stregone . tutto quii 


Marco Marinacci 


Un... semplice 
SFOGO 

i\ Ha redazione di MC "LA RIVISTA 
DELL ‘INFORMATICA";sono passati pa¬ 
recchi anni dalla prima volta che ho letto 
MC . Novembre 1981, se non vado errato 
doveva essere il nr.2 della mia enciclope¬ 
dia a fascicoli mensili .("doveva "perché 
purtroppo sono andate perdute le scatole 
con i vecchi numeri}. 

E da allora non ho perso quasi nessun 
numero, ogni evoluzione informatica af¬ 
fiancata da MC, che spiegava le cose, ed 
avevo 9 anni. Bei tempi, quasi nessuno 
possedeva un "home computer’ e ci si ra¬ 
dunava a casa per giocare con quei giochi 
a 4 colori con grafica orribile. Però ci si di¬ 
vertiva veramente, si stava assieme agli 
amici e il computer sulla scrivania era una 
novità invidiabile. 

Poi pian piano il computer entrava nelle 
case, chi lo Spectrum chi il Vic20, il CI6 e 
C64 erano d’élite. Una emozione ad ogni 


nuova cassetta di giochi da "caricare", e 
via di "giri" di registratore, la lunga attesa 
per ’smanettare" il nuovo gioco. 

1997 Dal nr.2 di MC sto leggendo il 
nr. 172. In 170 numeri c'è stata l'evoluzio¬ 
ne del PC. Dai pochi appassionati iniziali 
del 1981, alle casalinghe del 1997 che 
leggono le riviste di informatica per trova¬ 
re siti internet adatti ai loro figli Oramai il 
PC è diventato strumento commerciale, i 
giochi seppur graficamente stupendi, so¬ 
no progettati male, invece di divertirti co¬ 
me Atic Arac per lo Spectrum ti fanno 
'incazzare' perchè anche se hai il proces¬ 
sore più veloce del mondo, vanno a scat¬ 
ti. Ed ecco che Microsoft tira fuori Arcade 
per i "vecchi" del PC (infatti preferisco gio¬ 
care a Space Invaders che a Tombraider). 

E poi la ram non basta mai, il processo¬ 
re diventa obsoleto appena comprato, la 
scheda video non è 3D, allora compri 
64Mb di Ram. ma ti dicono che puoi but¬ 
tarle perchè ci sono le DIMM, cambi pro¬ 
cessore e prendi il P200MMx. ma di dico¬ 
no che conveniva aspettare il Pentium II, 
compri la scheda video 3D. ma ti dicono 
che non sarà mai più supportata e allora 
rimpiangi il tuo vecchio C64 grigio col re¬ 
gistratore che andava sempre bene .. 
nessuna modifica l'oggetto del relax, oggi 
col il PC vai in psichiatria, e i nuovi driver 
per Windows77 ..BASTAI!!!!! 

E poi la cihegma sulla tastiera... INTER¬ 
NET! Ogni qualvolta amici o conoscenti 
mi chiedono qualcosa riguardo Internet 
avendo loro idee confuse, mi metto a sor¬ 
ridere. 

INTERNET, per quanto riguarda la situa¬ 
zione Italiana, per me non esiste. E" gesti¬ 
ta malissimo, siamo l'unico paese che pa¬ 
ga meno i fornitori d'accesso e di più l'uti¬ 
lizzo della linea I gli amici della Telecom 
per intenderci). Inoltre per una malata di¬ 
visione in settori e distretti della Telecom 
. chi non ha un Internet Provider nella zo¬ 
na urbana è costretto a pagare la tariffa 
interurbana per usufruire del servizio (Vi 
sembra democratico. io che abito a 3 Km 
dal Provider pago l'interurbana perché 
fuori distretto. . quindi rinuncio!). Intanto 
nel resto del mondo sono collegati prati¬ 
camente online perché una volta pagato 
l'abbonamento non pagano come da noi 
la telefonata Per non parlare dell'America 
che le linee T1 si trovano anche nelle 
campagne. Purtroppo nel nostro bel pae¬ 
se, Internet rimarrà per un bel po' un ser¬ 
vizio d'élite a meno di non collegarsi a 
qualche pagmetta Web per cosa fare non 
si sa. evitando gli FTP (vi verrebbe l'ulcera 
duodenale), o il collegamento con teleca¬ 
mera e voce, (gli altri utenti del mondo si 
"incazzerebbero", siamo troppo lenti) per 
trovarvi poi il postino che vi recapiterà la 
bolletta telefonica sorridendo, ad apren¬ 
dola trovereste Telecom ringrazia... avete 
superato 5000 scatti", e di Internet di co¬ 
sa avete usufruito DI NIENTE... (N.B. la 


72 


parola "navigare" mi la rabbrividire!!!!). 

Forse dal 1998 qualcosa cambierà con 
altri gestori di linee, per adesso Telecom 
cercherà di spillarci più soldi possibi¬ 
le... (Mi dispiace Nuti ma non sono d'ac¬ 
cordo con te sull'editoriale di Aprile, ri¬ 
guardo la buona volontà del Governo., at¬ 
tenzione non facciamoci raggirare 1 ) 

Per non parlare di alcuni provider che 
invece di guadagnare e ammortizzare i 
costi, sono andati in perdita, grazie sem¬ 
pre a! nostro meraviglioso sistema di ge¬ 
stione italiano. 

Vi ringrazio per l'attenzione, questo è 
solo un mio sfogo, e per fortuna come ho 
avuto modo di percepire condiviso anche 
da altri. 

Saluti by Davis (reader for ever) 

V olevi sfogarti... e allora ti lasciamo 
sfogare, lasciando la lettera cosi 
com'è e i commenti agli altri lettori che 
vorranno a loro volta sfogarsi o comun¬ 
que intervenire Continua a seguirci! 

m.m. 


Toni o impulsi, 

NON FA DIFFERENZA 

S 

** pett le redazione 
Sono diventato un accanito lettore del 
vostro mensile MCmicrocomputer da al¬ 
cuni mesi e volevo domandarvi quanto 
segue: 

lo ho una linea telefonica di quelle an¬ 
cora a "impulsi" a differenza di molti amici 
che invece ce l’hanno a "toni" quindi ho 
una trasmissione dati molto lenta rispetto 
a loro per quanto riguarda fuso di Inter¬ 
net. Avendo un modem da 33.6, le capa¬ 
cità di questi non sono sfruttate perché 
su Netscape per esempio ricevo dati con 
una velocità massima di 3 Kb/s. Ma nem¬ 
meno chi ha una linea telefonica a toni 
sfrutta le potenzialità del proprio modem. 

Allora mi chiedo, che lo compro a fare 
un modem cosi veloce se le linee telefo¬ 
niche sono scarse ? 

C'è qualche sistema (magari economi¬ 
co per le mie tasche) che mi possa 
risolvere tale problema permettendo¬ 
mi di sfruttare al meglio le potenzialità del 
mio modem? 

AdeI Ayan 
continua a pag 74 
MCmicrocomputer n 174 - giugno 1997 






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segue dapag. 72 


C aro lettore, la differenza tra linee che 
consentono la selezione dei numeri a 
toni o ad impulsi non influisce sulla velo¬ 
cità- di connessione. Infarti mi pare che la 
velocità' di trasferimento che riesci ad ot¬ 
tenere non sia affatto male. 3 Kb/s 
(30.000 bps) è una velocità di tutto rispet¬ 
to, considerando che la velocità massima 
teorica raggiungibile dal tuo modem è di 
3.36 Kb/s (33.600 bps) direi proprio che il 
risultato ottenuto sia più che soddisfacen¬ 
te In ogni caso, la velocità di trasferimen¬ 
to non viene stabilita solo dalle capacità 
del modem e dalla qualità della linea te¬ 
lefonica (certamente importanti) ma in 
modo significativo anche dalla quantità di 
traffico in corso sulla dorsale Internet at¬ 
traverso la quale stanno viaggiando i dati 
richiesti. Un altro fattore importante è rap¬ 
presentato dalla quantità di richieste invia¬ 
te al sito sulla quale si sta navigando o dal 
quale si intende effettuare download di fi¬ 
le. Se il sito in questione è particolarmen¬ 
te contattato, esso deve 'erogare' le 
informazione (testi, immagini, file, ecc.) 
contemporaneamente a piu utenti, tro¬ 
vandosi nella condizione di dover dividere 
le sue capacità di distribuzione fra tutte le 
richieste. Questo comporta un notevole 
rallentamento nella velocità di trasferi¬ 
mento ed in casi veramente limite si pos¬ 
sono toccare (in basso) velocità anche al 
di sotto del Kb/s. Pertanto mi sento di po¬ 
terti dire che non solo va tutto bene, ma 
che la tua condizione sia addirittura da in¬ 
vidiare: le attuali condizioni di traffico pre¬ 
senti sulla rete raramente concedono ve¬ 
locità che raggiungano 1 3 Kb/s. 

Pino Nicotra 

Nuova CPU: 

VELOCITÀ E FATTORE 
DI MOLTIPLICAZIONE 

^iao, sono Michele, dopo aver letto 
l'articolo sull'upgrade del 486. del numero 
166 di MC. ho aquistato /' AMD586 - P75 
a 133 MHz. Purtroppo, non essendo ripor¬ 
tato sul manuale della scheda madre il 
settaggio di questa CPU, ho scelto il set¬ 
taggio per 486-DX4 a 100 MHz con il 
clock della scheda impostato a 40 MHz 
Con dei test di velocità, ho constatato che 
la CPU lavora a "soli" 120 MHz, cioè molti¬ 
plica x3 il clock della scheda, e non x4 rag¬ 
giungendo 160 MHz. Mi sono rivolto alla 
ditta dove ho comprato la scheda, ho cer¬ 


cato su internet, senza risultato. Sapresti 
aiutarmi a trovare la configurazione per la 
mia scheda madre la cui sigla, riportata 
sul manuale hJ-403VIP 
P.S. sulla scheda madre ho letto un no¬ 
me: 'KASTER', ma sul manuale non vi è 
riportato alcun nome relativo alla ditta pro¬ 
duttrice della scheda. Ringraziandoti del¬ 
l'interessamento. ti saluto 

Michele 

N ell'articolo sulle CPU 486 (MC n° 166) 
sono apparsi i grafici relativi al proces¬ 
sore AMD 5x86 P75 con due velocità di 
clock, 133 MHz e 160 MHz. Va ricordato 
che la AMD dichiara per questa CPU la 
capacità di lavorare solamente a 133 MHz 
moltiplicando la 'velocità' della scheda 
madre per un fattore 4, ovvero posto il 
clock della MB a 33 MHz. la CPU lavorerà 
ad una frequenza quattro volte superiore 
ovvero, approssimativamente, a 133 
MHz. L'esemplare in nostro possesso era 
in grado di superare questo limite e fun¬ 
zionare regolarmente a 160 MHz (40 x 4 
= 160). I risultati che si ottengono in que¬ 
sta configurazione sono di notevole livello 
ma non sono garantiti dalla casa madre. 
Abbiamo deciso di riportarli sulla rivista 
solamente per dimostrare cosa il vecchio 
486 era in grado di dare senza grande 
sforzo. Fatta questa necessaria premessa 
veniamo al problema del Sig Fabbri che 
non dipende dalla velocità impostata 
quanto da una errata scelta del giusto fat¬ 
tore di moltiplicazione. Normalmente sui 
manuali delle schede madri prodotte pri¬ 
ma che fosse introdotto sul mercato 
l'AMD 5x86 non è possibile trovare l’indi¬ 
cazione del jumper che seleziona il fattore 
di moltiplicazione 3x/4x. ma solamente la 
possibilità di utilizzare alternativamente i 
fattori 2x/3x. In realtà il problema non sus¬ 
siste perché il controllo che "dice" alla 
CPU se utilizzare un fattore 2 o 3 x è lo 
stesso anche per l'AMD 5x86 solamente 
che m questo caso seleziona il fattore di 
moltiplicazione a 3 o 4 x. L'unico proble¬ 
ma è la corrispondenza: normalmente la 
posizione 2 x corrisponde a 3 x sul 5x86 
di AMD e la posizione 3 x a 4 x. Su alcune 
schede madri accade esattamente il con¬ 
trario ovvero il fattore 3x corrisponde ef¬ 
fettivamente alla stessa selezione per 
questa CPU, quindi va scelta l'altra opzio¬ 
ne per ottenere la moltiplicazione del 
clock della scheda madre per un fattore 4 
Per quanto riguarda il costruttore della 
scheda madre non è possibile fare alcuna 
ipotesi ragionevole vista l'esiguità delle in¬ 
dicazioni. Il fatto che il produttore o il di¬ 
stributore dell'hardware che andiamo ad 
acquistare assicuri una assistenza del pro¬ 
dotto sotto Internet è una peculiarità da 
controllare al momento dell’acquisto e de¬ 
ve costituire un parametro di scelta al pari 
delle caratteristiche tecniche o del prezzo. 

Luca Angelelli 


MMX e FPU 
UN "salto" continuo 


buongiorno, mi chiamo Riccardo Odia¬ 
no e vorrei avere un piccolo chiarimento 
riguardo i nuovi processori Pentium 
MMX, Ho letto che, per motivi di compa¬ 
tibilità, le nuove istruzioni multimediali uti¬ 
lizzano in maniera esclusiva l'unita' mate¬ 
matica del chip, costringendo il processo¬ 
re a 'swappare' Imi scuso per il poco feli¬ 
ce termineI tra una modalità (MMX) e l'al¬ 
tra IFLOATING puro) in caso di necessità. 
Che succede se ho un ricalcolo di una ta¬ 
bella Excel m background e lancio un'ap¬ 
plicazione che sfrutta le Multi Media eX- 
tensions? 

a) Il processore continua a cambiare 
modalità di funzionamento perdendo una 
marea di cicli 

b) Si pianta tutto (spero di no) 

c) .... Ringrazio anticipatamente per la 
risposta e colgo l'occasione per inviare 

Distìnti saluti 

Riccardo Odicino 

G eni. Sig. Odicino, è vero che le nuove 
operazioni MMX sono mappate sugli 
stessi registri di quelle della FPU e il pro¬ 
blema è consistente perché per passare 
da l’un tipo all'altro questi registri vanno 
azzerati. L'operazione richiede vari cicli di 
clock e il loro numero dipende da come è 
stata pensata la CPU L'AMD K6 ne do¬ 
vrebbe impiegare circa 20, il Pentium 
MMX almeno il doppio, il Pentium II do¬ 
vrebbe raggiungere valori vicini a quelli 
del K6. Non è necessario pensare al un 
multitasking per immaginare una situazio¬ 
ne nella quale una CPU MMX si possa 
trovare in 'difficoltà': è sufficiente che il 
codice di un tal programma non sia otti¬ 
mizzato perché ci sia una perdita di effi¬ 
cienza dovuta ad un utilizzo random di 
istruzioni MMX e FPU. Fissata la questio¬ 
ne va ricordato che quanto ad efficienza 
di programmazione la stragrande maggio¬ 
ranza del software in circolazione è al¬ 
quanto carente con dissipazione di risorse 
di calcolo molto più consistenti di quella 
dovuta a questo tipo di 'salto'. Durante le 
nostre prove abbiamo sottoposto i pro¬ 
cessori MMX ad un uso intenso con di¬ 
versi applicativi contemporaneamente sia 
MMX che normali. 

Il bilancio è sempre stato a favore delle 
CPU con MMX soprattutto perchè la loro 
architettura interna è stata migliorata ri¬ 
spetto alle versioni 'classiche'. 


Luca Angelelli 

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Quando sulla stampa compaiono affermazioni 
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1997 l'alternativa più significativa a Intel"', anche il 
settore comincia a pensarla in questo modo. 


D'altra parte, non può essere una sorpresa. 


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AMD ha rivestito un ruolo di leadership nello 
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infatti fornito processori di ogni generazione e 
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Per la prima volta nella storia il Campione del Mondo di scacchi soccombe ad una macchina in 
un torneo su tempi regolamentari 

Kasparov - Deep Blue: la rivincita del computer 

Nella replica del famoso “incontro del secolo” svoltasi dal 3 all’11 maggio a New York, 
la nuova versione del supercomputer scacchistico Deep Blue messo in campo da IBM 
ha avuto la meglio su un Kasparov sottotono. Una vittoria di misura che però costitui¬ 
sce una vera pietra miliare nella ricerca in intelligenza artificiale. 

di Corrado Giustozzi 



Il team di sviluppo di Deep Blue Da sinistra a destra 
JobI Benjamin, C J Tan, Jerry Brcdy. Murray 
Campbell. F H Hsu, Joe Hoane 


Si sono da poco spente le 
luci all’Equitable di New 
York: li è il pomeriggio dell' 11 
maggio, qui da noi sono da 
poco passate le dieci di sera. 
I mass-media non hanno 
ancora rimbalzato la notizia 
laconicamente battuta dalle 
prime agenzie, ma il popolo 
di Internet che ha assistito in 
diretta ad un evento storico 
prosegue in un tam-tam pla¬ 
netario che durerà presumi¬ 
bilmente assai a lungo. Pochi 
minuti prima, sotto gli ester¬ 
refatti occhi virtuali delle cen¬ 
tinaia di migliaia di appassio¬ 
nati di scacchi collegati al sito 
Web dell'IBM o ad uno dei 
suoi numerosi mirrar, il gran¬ 
de Garry Kasparov, già 
Campione del Mondo di 
scacchi e da tutti ritenuto il 
più forte giocatore di tutti i 
tempi, si è arreso dopo sole 
diciannove mosse nell'ultimo 
e decisivo incontro del 
Torneo della Rivincita contro 
il supercomputer Deep Blue. 


Si tratta in effetti di un even¬ 
to davvero storico, Mai nella 
stona degli scacchi, da tutti 
considerati il gioco intelligen¬ 
te per eccellenza, era avve¬ 
nuto che un Campione del 
Mondo in carica venisse bat¬ 
tuto da una macchina in una 
sfida con regole "umane" e 
tempi regolamentari. Era in 
effetti i evento che tutti i 
ricercatori di Intelligenza 
Artificiale speravano che 
prima o poi accadesse, per 
dare nuova dignità alle loro 
tesi e dimostrare che anche I 
freddi computer possono 
eccellere sulla imprevedibile 
strategia della mente umana 
Tuttavia il successo è solo a 
metà. Nonostante i primi 
entusiastici commenti a 
caldo dei Grandi Maestri che 
seguivano in diretta i vari 
incontri, i quali esaltavano il 
gioco del computer, a mente 
piu fredda sembrerebbe addi¬ 
rittura di poter dire che la 
nuova versione di Deeo Blue, 

Ed ecco a voi 
Deep Blue Negli 
armadioni neri si 
nascondono due 
supercomputer 
parateli RS/6000 
SP/2 in tecnologia 
RISC che control¬ 
lano 32 nodi di 
calcelo specializ¬ 
zati per le elabora¬ 
zioni scacchisti- 
che 


dalla potenza piu 
che raddoppiata 
rispetto a quella 
che lo scorso anno 
giocò la prima 
"sfida del secolo 
abbia giocato so¬ 
stanzialmente 
peggio rispetto alla 
precedente edizio¬ 
ne. Forse piu che 
di bravura della 
macchina sarebbe 
il caso di parlare di 
demento di Kaspa¬ 
rov, il quale dopo 
la vittoria iniziale 
nel primo dei sei 
incontri ha subito 
una sconfitta se¬ 
guita da una sene 
di tre pareggi in 
fila, che si è con¬ 
clusa solo all'ulti¬ 
mo incontro con una clamo¬ 
rosa sconfitta per abbando¬ 
no. I pur rispettabili quattro- 
centomila dollari in palio per il 
perdente non hanno così pla¬ 
cato il furibondo Kasparov, 
noto per il suo carattere già 
solitamente scontroso e 
incostante, che in preda all'i¬ 
ra ha addirittura accusato di 
imbrogli il “mediatore" 
umano che si occupava di 
trasferire sulla regolamentare 
scacchiera di legno da torneo 
le mosse indicate da Deep 
Blue sul proprio schermo. Al 
team vincitore sono andati 
invece ben settecentomila 


dollari ma soprattutto una 
salutare iniezione di gioia e 
soddisfazione che ricom¬ 
pensa almeno in parte lama- 
rezza per la sconfitta dello 
scorso anno quando fu Deep 
Blue a gettare via una posi¬ 
zione favorevole e forse una 
vittoria in seguito ad una 
serie di mosse incomprensi- 
bili. 

Quest'anno il campione 
russo si era in effetti trovato 
di fronte un osso duro, 
Nell'anno trascorso letteral¬ 
mente chiuso rei sotterranei 
dei laboratori IBM a York- 
town Heights, il team 



86 


MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997 











A sinistra il responsabile 
dello sviluppo di Deep 
Blue, C J Tan. 

A destra la pagina Web 
con l'annuncio su 
Internet della vittoria di 
Deep Blue su Kasparov 


responsabile dello sviluppo di 
Deep Blue aveva fatto di 
tutto per mettere a punto 
una vera e propria macchina 
anti-Kasparov, dalla potenza 
di calcolo raddoppiata rispet¬ 
to alla versione precedente e 
dagli algoritmi tarati sullo stile 
di gioco del proprio avversa¬ 
rio A nulla è servito che 
Kasparov tentasse di confon¬ 
dere il suo antagonista di sili¬ 
cio con aperture raramente 
usate o varianti anticonven- 


zionali; la micidiale capacità 
elaborativa del supercompu- 
ter parallelo ha rintuzzato 
ogni velleità del campione 
umano, portandolo soprattut¬ 
to verso un cedimento psico¬ 
logico che si è infine manife¬ 
stato sotto forma di un cla¬ 
moroso errore nell'ultimo 
incontro. 

I risultati di lunga portata di 
questa sconfitta epocale 
sono ancora da discutere; 
sembra tuttavia che i soli 




Cronaca di un suicidio annunciato... 


contenti siano gli informatici, 
mentre a tutti gli altri (dai filo¬ 
sofi agli scacchisti) la cosa 
non ha fatto più impressione 
di tanto Buon segno, tutto 
sommato: ad esempio la 
temuta reazione inconsulta 
della stampa e della TV 
sostanzialmente non c'è 
stata, e i pochi commenti 
uditi qua e là non erano di 
tono apocalittico come si 
poteva temere ma anzi sotto¬ 
lineavano che la macchina 


rimarrà sempre 
inferiore all'uomo 
(e meno male!...). 

A questo punto 
naturalmente man¬ 
ca la "bella", ed 
infatti la IBM ha già 
ufficialmente chie¬ 
sto a Kasparov se 
intende prestarsi 
ad un terzo incon¬ 
tro con Deep Blue 
da disputarsi orien¬ 
tativamente tra un 
anno. 

Kasparov però non 
ha ancora fatto 
sapere la sua inten¬ 
zione. 

D'altronde è com¬ 
prensibile: lui ci ha 
messo trentaquat- 
tro anni per diven¬ 
tare quello che è. e 
non può mica raddoppiare la 
sua potenza di calcolo in una 
manciata di mesi.. 


Ecco nel listato il resoconto della partita piu 
discussa del match, quella conclusiva, che dopo 
una lunga parità ha infine fatto pendere la bilan¬ 
cia del punteggio a favore di Deep Blue Ma dire 
che sia una bella partita è del tutto fuori luogo: 
in realtà si tratta di una partita cortissima 
(Kasparov ha abbandonato alla diciannovesima 
mossa) e piuttosto atipica, nella quale più che 
l'abilità del giocatore artificiale risalta un clamo¬ 
roso errore di quello umano che la macchina 
ovviamente non ha mancato di sfruttare con la 
sua logica inesorabile e micidiale. Ovvio quindi il 
disappunto di Kasparov. che resosi conto della 
situazione ormai compromessa ha preferito get¬ 
tare la spugna piuttosto che subire l'inevitabile 
sconfitta sul campo, la quale sarebbe certamen¬ 
te stata tanto schiacciante quanto disonorevole 
Kasparov, si è detto, ha giocato il tutto per tutto: 
pur muovendo i neri, e dunque partendo svan¬ 
taggio. è uscito per primo dal "libro" delle 
aperture consolidate ed ha impostato una parti¬ 
ta di attacco, nella speranza forse di sorprende¬ 
re la macchina con un comportamento imprevi¬ 
sto. In lieve vantaggio di materiale, ma contro 
un bianco ben sviluppato sulla scacchiera, 
Kasparov tuttavia per svista o per errato calcolo 
perde ben presto la regina: è troppo per il cam¬ 
pione del mondo, il quale cede di schianto sotto 
il peso psicologico del proprio errore e decide di 
darsi per vinto. 

La domanda a questo punto è: può davvero un 
giocatore del calibro di Kasparov, unanimemen¬ 
te considerato il più grande scacchista di tutti i 
tempi, cadere in una trappola del genere? 0 la 
scelta di essere sconfitto in maniera cosi clamo¬ 
rosa non è piuttosto stata accuratamente calco¬ 
lata e meticolosamente messa in scena dà un 
Kasparov ormai alle corde, in una sorta di piro¬ 
tecnico suicidio rituale di fronte all'agghiacciante 
prepotenza del supercomputer che, sono parole 
dello stesso Kasparov. "gioca come un Dio"? 


Deep Blue - Kasparov, Garry 

IBM Kasparov vs. Deep Blue Rematch 
New York. NY USA 
6°incontro II I maggio 1997) 

1. e4 c6 2. d4 do 3. Cc3 dxe4 4. Cxe4 Cd7 5. 
Cg5 Cgf6 6. Ad3 e6 7 C1f3 h6 8 Cxe6 De7 9 
0-0 fxe6 10. Ag6+ Rd8 11 Af4 b5 12 a4 Ab7 
13. Tel Cd5 14 Ag3 Rc8 15. axb5 cxb5 16 Dd3 
Ac6 17 Af5 exfó 18. Txe7 Axe7 19. c4 1-0 


Situazione dopo 17. AfS. Il nero proseguirà accettando il 
sacrificio di altiere (17. exfS) ma perderà immediata¬ 
mente la donna 118. T>e7l abbandonando poco dopo 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 









































Z-Note 6000: il notebook Zenith con MMX 


Assoprint costituisce Asso.IT 


La linea Z-Note 6000 è stata potenziata 
con l'ingresso di un nuovo modello a 150 
MHz con tecnologia MMX, che si affianca a 
quelli precedenti a 133 MHz. 

di Enrico Ferrari 


Lo Z-Note 6000 PI 50 integra 
una memoria RAM da 16 a 
32 MB, oltre a una cache di 
secondo livello da 256 KB. 

La sua struttura modulare 
consente di alloggiare una o 
due unità a disco da 1,3 
Gbyte oppure una unità CD¬ 
ROM in alternativa a una 
delle unità disco. Il display da 
12,8' permette la scelta tra 
una soluzione SVGA o XGA 
con 1024 x 768 punti, Audio 
stereo a 16 bit, microfono e 
altoparlanti sono di default. 
Z-Note 6200 è l'ultimo arrivo 
della gamma di notebook di 
Zenith Data Systems e asso¬ 
cia la potenza del processore 
Intel Pentium a 166 MHz 
MMX con il display di più 
ampie dimensioni della cate¬ 
goria 13,3 pollici di diagonale, 
con una superficie netta 
visualizzable analoga a quella 
di un monitor standard da 
15'. 

Lo Z-Note 6200, oltre al pro¬ 


cessore MMX a 166 MHz, 
implementa una memoria 
RAM da 32 a 128 MB e un 
disco fisso da 2.1 GB Un 
secondo alloggiamento può 
integrare o il lettore CD ROM 
lOx rimovibile interno o. in 
alternativa, un secondo hard 
disk opzionale, sempre rimo¬ 
vibile 

Il nuovo 6200 MMX diventa 
anche un perfetto PC da tavo¬ 
lo grazie al "replicatore di 
porte’, che consente di man¬ 
tenere collegati i cavi di uso 
più ricorrente (es. stampanti, 
monitor esterno, LAN), non¬ 
ché una "docking station' che 
trasforma all'occorrenza lo Z- 
Note 6200 in un PC da tavolo 
a tutti gli effetti, con possibi¬ 
lità di inserire unità periferiche 
aggiuntive, 

Lo Z-Note 6000 P150 è 
immediatamente disponibile 
a un prezzo di listino a partire 
da lire 11 000.000. Windows 
95. Norton Navigator, Norton 



Antivirus & Netscape Lan- 
desk Client e la garanzia di tre 
anni sono compresi nel prez¬ 
zo. 

I notebook già dispongono di 
funzionalità avanzate come la 
riproduzione video MPEG 
hardware e display SVGA 
(800x600 pixel) o XVGA 
(1024x768), 


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Il gruppo storico Assoprint si 
allarga e annuncia, nel corso di 
una conferenza stampa a 
Milano, la sua evoluzione costi¬ 
tuendo Asso.IT. 

di Francesco Fulvio Castellano 

È da notare che con questa iniziati¬ 
va Assoprint allarga il suo raggio 
d'azione "incorporando", dopo il 
Gruppo Large Prmtmg, il Gruppo 
Assoprint. e il Gruppo Copier, 
anche il Gruppo AssoPC e il 
Gruppo AssoMonitor. Nel corso 
della conferenza stampa sono 
stati resi noti i dati '96 relativi al 
mercato italiano dei PC, dei 
monitor, delle printer e delle 
copier. 

Noi concentreremo la massi¬ 
ma attenzione al mondo prin¬ 
ter (stampanti) Nel '96 sono state 
vendute 1 361 910 unità Si tratta 
di un fenomeno storico perché e la 
prima volta che le stampanti supe¬ 
rano il numero dei computer ven¬ 
duti nel nostro Paese stampanti a 
impatto 263.959, stampanti laser 
256.651, stampanti ink-|et 
840.940 

& tratta quindi di una performance 
eccezionale, in modo particolare 
per le ink-|et (+75%) un po' meno 
le laser (+37,9%), mentre c’è un 
calo evidente (-26,4%) per quelle a 
impatto. Prendiamo in considera¬ 
zione le stampanti a tecnologia 
ink-jet: le monocromatiche non 
esistono quasi più (-54,7%), le tri- 
cromatiche col.cap (+87.7%) sono 
in buona crescita, ma quelle che 
ormai dominano il mercato sono le 
stampanti full color (+165,3%) 


La famiglia PowerMate completa l’offerta NEC per il mercato professionale 


NEC Computer Systems annuncia il lancio dei nuovi computer 
desktop PowerMate. 

Ecco in dettaglio l'offerta della nuova famiglia: 

PowerMate Ve è l'offerta entry level della gamma NEC, impiega 
un processore Pentium 133 MHz, scheda Grafica S3 trio V64+ e 
architettura PCI. PowerMate Ve è fornito con la possibilità di ope¬ 
rare in Windows 95 oppure Windows for Workgroups. 

PowerMate V, è disponibile con processore Pentium a 133 MHz o 
166 MHz, con una scheda grafica ATI Rage. Concepita come PC 
aziendale generai purpose la serie PowerMate V è dotata della tec¬ 
nologia NEC Magic Eye e di LANDesk Client Manager di Intel, 
nonché di altri software mirati alla riduzione del costo totale di 
esercizio. 

PowerMate P, utilizza la tecnologia Intel MMX. La linea 
PowerMate P è composta da tre modelli con processore 166 MHz 
e 200 MHz dotati di ATI Rage e di scheda grafica 3D a 64 bit con 
architettura PCI. La serie PowerMate P è dotata dalla tecnologia 
NEC Magic Eye che offre tutti i vantaggi propri deH'ambiente multi¬ 
mediale senza trascurare la riduzione del costo totale di esercizio. 
PowerMate Pro. concepito come PC workstation di ultima genera¬ 


zione, utilizza processo¬ 
re Pentium Pro 200 
MHz di Intel. Grazie alla 
potente scheda grafica 
Matrox Millennium, 
allEnhanced IDE e al¬ 
l'opzionale interfaccia 
Ultra SCSI, il Power 
Mate Pro è il modello di 
punta della serie. Dotato 
della tecnologia NEC 
Magic Eye e LANDesk 
Client Manager di Intel, 

viene proposto con Windows NT 4.0, Microsoft Internet Explorer 
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MCmicrocomputer n. 174- giugno 1997 


























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Studio, Authorware e Flash 2 
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presentate il 22 maggio scor¬ 
so durante MediaWave 97, 
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qualche milione di lire, da tre in su. ma solo ora stanno arrivando 
prodotti delle dimensioni necessarie a fare grandi volumi di vendi¬ 
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da Philips a Siemens. Nel plasma il numero uno mondiale è 
Fujitsu, i cui display Plasmavision raggiungono un angolo visuale di 
160 ", fondamentale in presenza di folto pubblico. Il plasma con¬ 
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applicazioni industriali e di office automation. Il modello PDS 4201 
è un 42" multistandard (Pal/Secam/Ntscl in formato 16:9 Fujitsu è 
distribuito da Melchioni 

Gli LCD hanno una visibilità migliore rispetto ai monitor di pari 
dimensioni La risoluzione e di 1024x768 con refresh fino a 75 Hz 

Ma non ci sono solo colossi: ad 
esempio ci sta provando anche 
la STB, azienda texana nota per 
le sue schede video di grande 
qualità. E infatti sul mercato la 
serie Galileo, un 13,8' che rag¬ 
giunge una risoluzione di 
1024x768 punti con 64K 


colori I nuovi oggetti sono 
senz’altro piu comodi dei tradi¬ 
zionali monitor, davvero ingom¬ 
branti Galileo può essere mon¬ 
tato sia su tavolo tramite brac¬ 
cetto che direttamente appeso 
al muro La serie si compone di 
due modelli, 1 con interfaccia 
Digitale e 2 con interfaccia analogica. In Italia STB è rappresentata 
da Intersystem, Il primo prodotto del genere ad avere la nazionalità 
italiana è Spectrum di McPerson. Si tratta di una gamma di LCD in 
tecnologia sia TFT che DSTN Le dimensioni vanno da 10,4” a 18" 
SXGA In particolare il 12,1" DSTN arriva ad una risoluzione di 
800x600x64K con scansione verticale da 50 a 100 Hz, mentre il 
TFT di stesse dimensioni raggiunge i 262 mila colon ed ha un piu 
ampio angolo di visuale Lo spessore di 46 mm lo rende uno dei 
più sottili sul mercato. 

Tra le opzioni troviamo un microfono, due altoparlanti, le cuffie, la 
telecamera per videoconferenze ed il touch screen. 


DOVE & CHI- 

Melchioni - Via Colletta 37, 20135 Milano, Tel. (021 5794 220 
McPerson - Via Maestra 242, 33084 Cordenons (PNI. 

Tel. (0434) 5420.00 

Intersystem - Via G Vaimarana 65. 00139 Roma. 

Tel. (06)8864.1808 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




























Le v check di rete 5Coni Favt Et ber Link XL 
ed EtlcrLink XL rendono più veloce il 
deoktop e allo v trovo tempo, grazie alle 
funzionalità DynamicAcervo, migliorano 
leprevtazionidell'intera rete. 


rete 


Le schede che conoscete riescono a dare sprint alla vostra rete e a rendere più Facile 
il vostro lavoro? Quelle 3Com sì. Le schede EtherLink XL e Fast EtherLink XL 
garantiscono il massimo throughput e il minimo utilizzo della CPU, grazie alla 
tecnologia brevettata da 3Com Parallel Tasking. Se in più si aggiungono le 
funzionalità DynamicAccess, le schede si interlacceranno con la rete commutata in 
modo da migliorare le prestazioni nel complesso, consentendo allo stesso tempo un più 
ampio controllo dell’ampiezza di banda e delle risorse in generale. 

Anche la gestione della rete risulterà più semplice e più completa, perché le schede XI- sono in grado di 
raccogliere e distribuire le statistiche RAION: grazie alla tecnologia PACE, consentono di regolare in modo 
ottimale il traffico generato dalle applicazioni real-time e multimedia; se utilizzate in combinazione con il nuovo 
software di 3Com Fast IP, contribuiscono a migliorare sensibilmente le prestazioni delle Intranet. E con gli 
upgrade delle funzionalità DynamicAccess sarete sempre padroni del gioco. Ala sapete qual è la notizia migliore? 
Che le schede XL sono solo una parte delle soluzioni di rete più affidabili e più scalabili in assoluto - quelle 
offerte daSCom, leader del networking. 

Fate una mossa intelligente: visitate il nostro sito Web per scoprire come le nuove funzionalità 

DynamicAccess possano far fare alla vostra rete un vero 
salto di qualità. 


www.3com.southeur.com/dynamic 


MCM 06/97 

Performance^ 



NETWORKS 

THATGOTHE 

DISTANCE 


3Cotn. via M, Buonarroti I. 20093 Cologno Monzesi* (MI), tei. 02/2530! I - viale Città d'Europa 681. 00!-1-1 Roma. tei. 06/62799*11 

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Concorso di computer grafica per l’Etruria 

Il Comune di Grosseto, con la collaborazione 
del Circolo di Cultura Informatica 'Bmary 
Digit', promuove la seconda edizione del 
concorso internazionale di Computer Grafica 
organizzato nell'ambito della quarta edizione 
della manifestazione "Immaginando ". 

Titolo del concorso è "Visioni digitali 
deN'Etruria', con opere ispirate alle immagini 
degli scavi, al paesaggio od ai reperti del sito 
archeologico prescelto. Lo scopo del 
Concorso è quello di far conoscere al grande 
pubblico gli aspetti storico-paesaggistici del¬ 
l'antica Etruria del Grossetano. Un elenco di 
siti Web inerenti il tema è disponibile presso 
il sito Internet di Immaginando '97, 

http://www.qol. qrosseto.il/pinarv. ntnj 
Gli elaborati dovranno pervenire su supporti 
in formato MS-DOS, AmigaDOS o 
Macintosh, in formato grafico TGA.TIFF, IFF 
e JPG al 100% di qualità. Non esistono limiti 
al numero di opere che ogni partecipante 
può presentare, le immagini possono essere 
inviate anche per via telematica. Le opere, 
che saranno selezionate per la fase finale 
della competizione da una giuria composta 
da cinque persone di fama nazionale, verran¬ 
no esposte presso il Cassero Senese di 
Grosseto dal 19 al 26 ottobre 1997 


Lernlt Online: il tutor online 

Che Internet possa essere utilizzata 
anche per scopi educativi oramai è risa¬ 
puto, e l'idea di creare un sistema capa¬ 
ce di fornire online dei veri e propri 
corsi interattivi è destinata ad avere 
successo. 

La Ziff Davis, il potente editore informatico 
americano, ha realizzato una divisione chia¬ 
mata Learnlt Online, http:/Avww.learnitonli- 
ne.com, che realizza veri e propri corsi via 
Internet su Windows 95, Office, e molti altri 
programmi normalmente utilizzati che spesso 
richiedono ore di corsi di preparazione specifi¬ 
ca Utilizzando una tecnologia proprietaria 
chiamata Learn Flow, Learnlt Online è un 
flusso di dati in tecnologia streaming, che 
consente di avere sul proprio schermo un 
tutorial in una finestra a parte vicino al tradi¬ 
zionale browser. Grazie al tutorial ed al colle¬ 
gamento online è possibile cosi imparare a 
seguire le lezioni ad hoc ed interagire con le 
simulazioni del software che si sta imparan¬ 
do. Un abbonamento annuale costa 29.95$ e 
dà diritto a tutti i corsi che si vogliono. 

Gli insegnamenti fondamentali sono Win¬ 
dows 95 e Office 95. sono in arrivo le lezioni 
per Office 97, trucchi e suggerimenti per Net¬ 
scape e Inter¬ 
net Explorer e 
corsi sul lin¬ 
guaggio HTML 
e Java, il tutto 
sempre in per¬ 
fetta interazio¬ 
ne e simulazio¬ 
ne online. 



Philips lancia Genie, il GSM più leggero al mondo 

Piccolo nelle dimensioni, grande nelle prestazioni, Genie 
è il modello, forse in assoluto, più avanzato della gamma GSM. 

di Francesco Fulvio Castellano 


Philips ha presentato anche in Italia, dopo 
averlo lanciato a livello internazionale al 
recente CeBIT di Hannover, il nuovo 
telefono GSM "Genie" che, con i suoi 99 
cc di volume e un peso di soli 95 grammi, 
vanta a pieno diritto il titolo di cellulare 
GSM più piccolo e leggero al mondo Ma 
nonostante il contenimento di peso e 
dimensioni, le prestazioni di Genie sono 
estremamente innovative, come dimo¬ 
stra l'incredibile 
durata dell’autono¬ 
mia in stand-by. 
ben 3 settimane, 
un record non 
riscontrabile per un 
apparecchio GSM. Il 
disegno ergonomi¬ 
co di Genie include: 
un microfono a 
scomparsa brevet¬ 
tato che, oltre a 
garantire il giusto 
rapporto nella di¬ 
stanza tra ricevitore 
e altoparlante, per¬ 
mette inoltre, tra¬ 
mite pressione, di 
aprire il collega¬ 
mento e di chiu¬ 
derlo automatica- 
mente al termine 
delle conversazio¬ 
ni, un’innovazione 
che si deve al 
know-how di Philips 
nei settori dell'elet¬ 
tronica di consumo e 
della telefonia cellulare. Genie è 
dotato anche dell’esclusiva funzione 
"Voice Dial" (composizione vocale del 
numero), che consente di effettuare una 
chiamata semplicemente pronunciando il 
nome della persona alla quale il numero 
appartiene. Con la funzione Voice Dial si 
possono memorizzare sino a 10 numeri: 
basta aggiungere a ciascuno di essi, già in 
memoria nell'apparecchio, un'apposita 
voice tag. 

Questa funzione si rivela particolarmente 
utile durante la guida, in quanto non 
richiede l'uso delle mani e, di conseguen¬ 
za, consente di effettuare le chiamate in 
tutta sicurezza. 

Nonostante il formato compatto, Geme è 
dotato di uno spazioso display grafico e 
permette alcune possibilità di personaliz¬ 
zazione: per accedere, ad esempio, alle 
nove funzioni maggiormente utilizzate o 
ai nove numeri più frequentemente chia¬ 
mati. basta tenere premuto per alcuni 


istanti un tasto apposito. Geme è dotato, 
infine, di un dispositivo che sostituisce la 
tradizionale suoneria con una più discreta 
"‘vibrazione" (ideale per tutte le situazioni 
in cui il silenzio è d'obbligo) o. vice¬ 
versa, con un "trillo" più intenso 
udibile anche quando l'apparecchio 
si trova all'interno di una borsa o di 
una valigia Piccolo nelle dimensio¬ 
ni, grande nelle prestazioni. Geme è 
il modello, forse in assoluto, più 
avanzato della gamma GSM e il più 
veloce nella trasmissione dati E 
proprio per la compressione dei dati 
grazie alla Twin Data Card. Genie è 
in grado di supportare trasmissioni 
sino a 38.400 bps con la Philips 
Mobile Card e sino a 115.000 bps, 
su reti di linea fisse. Infine, e non è 
tutto, il telefonino è provvisto di una 
gamma completa di accessori, pri¬ 
mo fra tutti il kit viva voce per auto 
in versione duplex che consente la 
sovrapposizione delle voci dei due 
interlocutori eliminando l'effetto di 
interruzione audio tipico dei tradi¬ 
zionali viva voce. 

L'audio del kit per auto è predispo¬ 
sto, altra novità, alla regolazione 
automatica del volume a seconda 
dell'intensità dei rumori di fondo; 
ad esso si aggiungono l’adattatore 
per l'accendisigari dell’auto, com¬ 
pleto di LED per l'indicazione della 
carica e meccanismo di blocco bre¬ 
vettato per impedire che l’adattatore 
si sposti, il carica-batterie da tavolo e 
da viaggio, e una vasta scelta di batte¬ 
rie. Cosa si vuole di più da un peso 
piuma? 

Come tutti i cellulari Philips, anche Geme 
è coperto dalla garanzia First Choice. un 
servizio esclusivo di assistenza globale 
che, in caso di guasto, sostituisce l'appa¬ 
recchio nel giro di 24 ore. 

Genie è stato studiato in modo da risulta¬ 
re perfettamente compatible con le spe¬ 
cifiche GSM Phase II, ed è predisposto 
per tutte le funzioni offerte dal nuovo 
standard, naturalmente dipendenti dalla 
rete. Sarà disponibile sul mercato italiano 
a partire da questo mese. 

Unico neo, il prezzo ancora da definire. 


DOVE fc CHI- 

Philips Spa 

Piazza IV Novembre 3. 
20124 Milano, 

Tel. (02) 76.521 



MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 























Canon 



wwt 


CREATA DA UNA GIORNATA AL MARE, 
DALLE ASPETTATIVE DI UN PADRE ARCHITETTO 
E DAI NUOVI PRODOTTI CANON 
PER L'ACQUISIZIONE DELLE IMMAGINI. 


Se pensale che cosiruire un castello partendo da un secchiello di 
sabbia sia praticamente impossibile, i casi sono due: o non 
giocate abbastanza con l'immaginazione o non conoscete i nuovi 
prodotti Canon. PowerShot 600 e PowerShot 350, le nuove 
macchine fotografiche digitali con sensore ottico 
rispettivamente di 570.000 e 350.000 pixel, 
consentono di ottenere immagini ad altissima 
definizione, vederle ed elaborarle sul PC, 
inserirle nei documenti. CanoScan 300 e 600, 



gli scanner a colori a piano fisso A4 con design compatto e 
risoluzione ottica di 300 o 600 dpi. seansiscono velocemente 
con un unico passaggio. CanoScan 2700F, il nuovo film scanner 
con risoluzione di 2720 dpi, è in grado di acquisire 
immagini da diapositive, negativi, rallini APS. Se poi 
volete anche una stampa all'altezza della vostra fantasia 
affidatevi al Fotorealismo Canon e otterrete una qualità 
assolutamente fotografica. Un esempio di 
tutto ciò? L'avete proprio sotto gli occhi. 




CANON ITALIA h i l p // w w \v e a ti mi 1 1 F- ina il lui n l i i m .1 1 .im 1 . ,i n u n il - PRONTO CANON 02/66184383 













Da Eutron arriva Smartlock Pro 675, per gli adempimenti della legge sulla privacy 


Eutron annuncia Smartlock Pro 675, un software di sicurezza infor¬ 
matica per gli adempimenti legati alla nuova legge 675 del 31 
dicembre 1996 sulla tutela dei dati personali. 


di Enrico Ferrari 


-| |a|vj |c|a]i»|«| 


Eutron 

Computer Socwnty So* ut-ori» 




Già in piena attuazione, nono¬ 
stante le polemiche, la legge 
sulla tutela dei dati personali 
pone dei nuovi problemi lega¬ 
ti all'aggiornamento dei soft¬ 
ware e alla gestione delle 
banche dati con la nuova nor¬ 
mativa La legge 675 del 31 
dicembre 1996 sulla normati¬ 
va per la tutela della privacy 
informatica contiene impor¬ 
tanti adempimenti da attuare 
in termini di procedure che 
assicurino la sicurezza e la 
riservatezza dei dati imma¬ 
gazzinati da enti e società 
relative al cittadino; la manca¬ 
ta adozione delle misure 
necessarie viene classificata 
dal legislatore come penal¬ 
mente perseguibile, anche se 


è noto che dovranno essere 
introdotte numerose correzio¬ 
ni per chiarire tutti gli aspetti 
della normativa. 

In questo scenario Eutron 
annuncia Smartlock Pro 675, 
un software di sicurezza 
informatica per gli adempi¬ 
menti legati alla nuova legge 
sulla tutela dei dati personali: 
il software consente di creare 
una barriera in termini di 
accesso e di utilizzo dei dati 
verso intrusioni telematiche e 
atti di pirateria informatica. 
Smartlock Pro 675, installato 
sui personal computer in rete 
o locali, consente di proteg¬ 
gere le informazioni memoriz¬ 
zate sia localmente che sui 
dischi di rete, controllando 


l'accesso ai 
sistemi, limi¬ 
tando l'utilizzo 
delle risorse, 
proteggendo 
con funzioni di 
crittografia a 
diversi livelli i 
file e le directory desiderati in 
modo semplice ed efficace. 
Questo software è dedicato 
all'ambiente PC e LAN, dove 
transitano importanti informa¬ 
zioni riservate e dove, para¬ 
dossalmente, gli aspetti di 
sicurezza logica sono spesso 
trascurati o inesistenti. 
Smartlock Pro 675, per aderi¬ 
re alle raccomandazioni della 
legge, consente di archiviare i 
dati in forma crittografata su 


supporti magnetici al fine di 
estendere la sicurezza anche 
alle copie di sicurezza delle 
banche dati relative ai dati 
personali. 


Din & chi- 

Eutron 

Via Gandhi 12, 
24048 Treviolo (BGI. 
Tel (035)697011 


L’immagine digitale a metà tra fotografia e videocamera 

Sony privilegia il consumer con la compatta DSC-F1, Axis addirittura integra una porta Ethernet 

per mettere in rete la sua NetEye 200. 


di Leo Sorge 


Sony ha lanciato anche in Italia una mac¬ 
china fotografica digitale, la DSC-F1. Si 
tratta d'una stili camera per il mercato 
consumer le cui caratteristiche principali 
sono la compattezza e la semplicità nei 
collegamenti. Dal punto di vista fotografi- j 
co si tratta d'una 35mm con macro che | 
avvicina da 10 cm fino all'infinito. 

L'esposizione può essere sia automatica 
che manuale, mentre il flash incorporato si 
attiva automaticamente. Ovviamente per 
fare delle sequenze basta il temporizzatore 
già incluso con scatti ogni 5 secondi, utile 
anche per l'autoscatto. Altre funzioni utili 
sono il multiscreen e l'inserimento di data ed ora II display a colo¬ 
ri da 1.8", che come di consueto funge sia da mirino che da moni¬ 
tor, è un CCD da 350 mila punti di risoluzione utile pan a 640x480 
punti con colore a 24 bit. Le immagini vengono memorizzate su 
una memoria flash incorporata da 4 Mb che a seconda della risolu¬ 
zione può contenere da 30 a 108 immagini. L'uscita diretta piu 
importante è per la TV o il videoregistratore senza bisogno di altri 
circuiti. C'è anche il collegamento al PC, la cui semplicità è data 
dall'uso dell'interfaccia ad infrarossi incorporata, ma chi preferisce 
il cavo potrà usare l'interfaccia parallela del PC oppure quella seria¬ 
le RS-422 del Mac. Se serve stampare direttamente si può acqui¬ 



sire la companion printer DPP-M55, un modello a 
sublimazione di colore da 144 dpi che si connette 
con tutte le opzioni citate per i desktop 
Addirittura già pronta per essere usata su 
Internet ed Intranet è NetEye 200 di Axis. Sul 
palmo della mano viene ospitato un hardware 
eccezionale: una macchina fotografica digitale a 
colori, un Web server ed una connessione 
Ethernet. Per la precisione le dimensioni sono di 
5x7,5x15 cm. Con NetEye è immediato ripren¬ 
dere immagini ed immetterle direttamente in 
rete, sia essa aziendale, geografica o di telesor- 
veglianza. Le foto, che hanno una risoluzione 
cromatica di 16 milioni di colon, possono essere 
scattate a distanza: l'hardware le comprime Jpeg in 
meno di un secondo e le rende consultabili tramite un qualsiasi 
browser. L'installazione è immediata, dato che basta assegnare 
all'apparecchio un indirizzo IP 


DOVE & CHI- 

Sony Italia - Via G Galilei 40, 20092 Cinisello Balsamo (MI), 

Tel (02) 6183.81 

Axis Communications - Schleevagan 16, 22270 Lund (Svezia), 
Tel 0046/46/270 1925. fax 0046/46/1361.30 


94 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 






















Corsia riservata verso il futuro della comunicazione 
Philips Modem Fax. 


•oooooooooooo 



Modem Fax 33.6 Kbps+Voice. 

Incredibile ma Philips: in un solo strumento, 
tutte le più avanzate performance nel campo 
della trasmissione di voce e dati. 

Da oggi il Modem Fax Philips è velocità, 
comodità e qualità multifunzione. 

SVD, per telefonare e inviare fax allo stesso 
destinatario simultaneamente. Voice, per 
usare il modem come segreteria telefonica 
con memoria illimitata. E Full Duplex, che 
garantisce l'ottima qualità del suono e la con¬ 
nessione microfono/casse per l’ascolto del¬ 
la segreteria e la ricezione delle telefonate. 
• disponibilità di modello interno/esterno, 
ambedue omologati PCA 330IV-EV 


• V.42/MNP 2-4 capacità di correzione errore 

• V.42bis/MNP5 compressione dati 

• compatibilità con lo standard V80 per videoconferenze 

• software di comunicazione sem¬ 
plice e completo con ISP per appli¬ 
cazioni Internet 

Miglioriamo il mondo. 


| Numero «erte_ 

167-820026 



PHILIPS 

















In rete. Big Blue è la più veloce 

Il nuovo record di velocità per server Internet è stato stabilito da IBM 

di Leo Sorge 


L'RS/6000 modello F50, equipaggiato con quattro PowerPC 
604e in multiprocessing simmetrico, ha raggiunto le 2148 opera¬ 
zioni HTTP al secondo nel benchmark standard SpecWeb96 
Sottoposto nella stessa configurazione anche al benchmark TPC, 
i valori raggiunti sono stati di 7308,10 tpmC e 99$/tpmC. 

Dal 15 aprile tutti i sistemi di questa famiglia sono forniti di sene 
con AIX versione 4 1 5 o 4.2.1, quest'ultima particolarmente stu¬ 
diata per applicazioni Internet e completa di svariati package tra i 


quali Lotus Domino 4.5 per la macchi¬ 
na monoprocessore. 

DOVE & CHI- 

IBM 

Circonvallazione Idroscalo, 

Segrate (Mll, 

Tel. (02) 5962.5852 



Candidati in video per le aziende che assumono 

Aumenta la gamma di servizi di Mail Boxes Etc, che 
ora propone una home page a chiunque voglia pro¬ 
muovere la propria professionalità 

Piangete, head hunter di tutto il mondo, perché la vostra abilità 
sta per finire. È infatti attivo un doppio servizio di svariate asso¬ 
ciazioni d'imprese e professionisti, tra le quali Assoservizi, dedi¬ 
cato a chi si propone per lavorare Gli head hunter. o cacciatori 
di teste, sono quei professionisti che si dedicano alla ricerca di 
personale specifico per le più svariate esigenze aziendali anche 
in questo caso Internet si sostituirà almeno al livello più basso 
dell'attività tradizionale 

I due servizi si chiamano II mio lavoro e Professionisti in rete, 
con due siti Web che, guarda caso, si chiamano vwvw.ilmiola- 
voro.com e Iwww.professiomstunrete. conti entrambi senza 
spazi. La diffusione del servizio è garantita dalla convenzione 
con i negozi, Mail Boxes, ecc , che ospitano l'accesso ai siti ed 
eventualmente anche la casella di posta elettronica dei candida¬ 
ti. In pratica si propone una home page individuale completa di 
foto, curriculum e - laddove possibile - anche esempi di lavoro. 

II costo base è di lire 60 mila, ma foto ed audiovisivi vanno con¬ 
teggiati a parte. 

Ovviamente la cosa è interessante in quanto esiste un elenco 
di aziende clienti che possono 
accedere alla galleria di home 
page, pagando un prezzo base di 
lire 200 000 

Molte altre informazioni sono 
disponibili sui siti citati. 


VE & CHI- 

Mail Boxec Etc 

Piazza IV Novembre 1, 
20)24 Milano, 

Tel (02)6692 661 


Delta distribuisce Motorola MacOS 


Da aprile Delta è distributore nazionale dei computer Motorola 
compatibili con il sistema operativo del Mac. Le due sene 
sono una entry level, la StarMax 3000 con PowerPC 603e. ed 
un altra high performance. StarMax 4000 con PowerPC 604e. 
Indicati per il mercato soho, tutti i modelli alloggiano un CD¬ 
ROM 8x La certificazione Apple è totale, e la garanzia è di cin¬ 
que anni. 

Nel 1996 l'intero gruppo Delta ha 
fatturato 260 miliardi, ed adesso 
ha attratto anche i prodotti della 
Motorola divisione Computer 
Group. 


& CHI- 

Delta 

Via Brodolini 30, 
Malnate (VA), 

Tel 0332/830.443 


In casa Siemens colpo di SCENIC 

Siemens Nixdorf presenta il suo nuovo notebook, lo 
SCENIC Mobile 700 MMX, con processori MMX da 
150 e da 166 MHz, dotato di un'ampia gamma di 
moduli di espansione: si possono cambiare il proces¬ 
sore, l'hard disk e la memoria di lavoro in modo 
modulare. 

Questo nuovo prodotto Siemens 
va a collocarsi certamente tra i pro¬ 
dotti top di questo segmento, tra 
le sue caratteristiche preminenti 
c'è la possibilità di ampliare la 
RAM da 8 Mb fino a 72 Mb. 
mentre il disco rigido e disponi¬ 
bile nelle seguenti configurazio¬ 
ni: 1, 1 35, e 2.1 Gb Tutti i 
modelli SCENIC Mobile 
700 MMX dispongono . 
del display a cristalli 
liquidi LCD-TFT da , 

11.3 a 12.1 
oppure di un di¬ 
splay overhead da 
12.1 pollici Lo SCENIC con¬ 
sente di usare una Pc Card Type II e 
Type III contemporaneamente, le Card Type II 
hanno funzioni fax/modem o LAN per integrazione in rete, una 
Card Type III può essere un hard disk supplementare La versa¬ 
tilità è garantita da due FlexiBay che possono alloggiare un dri¬ 
ver per floppy disk, uno per hard disk da 1.35 o da 2.1 Gb. una 
batteria extra, un CD-ROM 8x. un MOD drive (Magnetic 
Optical Disk), un secondo hard disk oppure un'altra batteria. Si 
possono modificare i moduli addizionali a computer funzionan¬ 
te. La versione di SCENIC con il display overhead staccabile 
non è soltanto il top della gamma dei notebook; è. anche, un 
sistema per presentazioni davvero efficiente. Staccare il display 
e inserirlo in un proiettore consente di fare efficienti presenta¬ 
zioni con grafica di altissima qualità, animazioni e sequenze 
video a basso costo. 

Infine lo SCENIC Mobile 700 
MMX ha un'interfaccia a raggi 
infrarossi (IrDA) per comunicazio¬ 
ni remote con altri notebook o 
altre periferiche dotate di un'in¬ 
terfaccia simile. 


chi - 

Siemens-Nixdorf 

Via Roma 108, 

20060 Cassma de' Pecchi, 
Tel. (02) 95121.694 



96 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




































3AOTI MCM.COMP. Ogilvy «r Malhcr 



‘Far lavorare insieme 


tutte le mie reti 


è come districare 


un piatto di 


spaghetti 


E’ facile rimanere impigliati nei numerosi 
particolari del Networkin g. Oggi però 
destreggiarsi è più facile per tutti. IBM infatti 
ha messo a punto una strategia cosi semplice 
che si riassume in poche parole: una rete 
è molto di più della somma delle parti che 
la compongono. Siano esse IBM o no. 

Ciò vuol dire che IBM supporta le 


prestazioni complessive delle vostre reti 
senza tener conto della provenienza delle 
singole parti. 

Per sapere come IBM può aiutarv i a fare 
funzionare meglio i vostri network, chiamate 
IBM Direct al Numero Verde 167- 01701)1* 
oppure visitate il sito Internet 
|ww w.in‘lwi>rkm».ilnii.i •■»m/ncla<[ 


Una nuova strategia 
per fare di ogni 
rete qualcosa 
di più della somma 
delle sue parti. 



Soluzioni per un piccolo piunrla 


Se preferite potete inviare un messaggio e-mail a IBM Direct all’indirizzo ibm_direct@it.ibm.com. L’indirizzo IBM in Internet è http //www ibm.com 











Micrografx FlowCharter 7: la nuova generazione di diagrammi su desktop 

tratta della prima soluzione per l'integrazione dinamica " “ - 

Jeo con i diaarammi 


video con i diagrammi 


La texana Micrografx ha reso 
disponibile FlowCharter 7, un 
software per il disegno e la 
generazione di grafici e dia¬ 
grammi che rinnova il concet¬ 
to di diagrammazione a video. 
Grazie alla tecnologia Living 
FlowCharts, che consente di 
interagire dinamicamente a 
video con i diagrammi, si può 
usare anche la funzione 
Shape Action Wizard (SAW) 
per assegnare azioni e per¬ 
corsi agli oggetti, aggiungen¬ 
do ai diagrammi di flusso una 
nuova interattività. 
FlowCharter 7 può essere 
usato come piattaforma per 
la creazione di template, 
oggetti e applicazioni perso¬ 
nalizzate. La vasta libreria di 
metodi e API secondo le 
regole di OLE Automation 
permette di adattare facil¬ 
mente qualunque template e 


oggetto alle esigenze indivi¬ 
duali ed aziendali, permetten¬ 
do di garantire un aspetto 
omogeneo dei grafici generati 
all'interno dell'organizzazione. 
Micrografx FlowCharter 7 
offre inoltre template e fun¬ 
zioni di autocomposizione di 
facile impiego con i quali è 
possibile creare più di 20 
diversi tipi di diagrammi, tra 
cui grafici piramidali, di con¬ 
fronto, barre temporali ed altri 
ancora. Tra le principali 
nuove funzioni troviamo 
anche i CooISheets Templa- 
tes, che consentono di creare 
rapidamente e semplicemen¬ 
te diagrammi strutturati, 
come grafici piramidali, di 
confronto, temporali e check- 
list da incorporare nei docu¬ 
menti, nei fogli elettronici e 
nelle presentazioni Sul fronte 
della compatibilità con 


di Leo Sorge 


Microsoft si segnala la 
compatibilità con Office 97 
ed Intellimouse, novità che 
accelerano l'uso. 

Ma non basta, perché nei 
prossimi mesi Micrografx 
apporterà ulteriori significa¬ 
tivi miglioramenti a Flow 
Charter 7. Tra questi tro¬ 
viamo Viewer, che per¬ 
metterà di accedere ai 
Living FlowCharts da qua¬ 
lunque fonte e visualizzarli su 
un PC locale senza che sia 
necessaria l'installazione del¬ 
l’intero programma, e l'inte¬ 
grazione con Visual Basic for 
Application, 

FlowCharter 7 è disponibile 
anche in italiano a lire 
640.000 IVA esclusa. 
L'upgrade da tutte le versioni 
è disponibile a lire 299.000 
IVA esclusa. Per gli utenti di 
Windows 3.1, la confezione 





© 


FlowCharter 


comprende anche una copia 
di ABC FlowCharter 4 0, per 
fornire loro un economico 
percorso di migrazione a 
Windows 95 c Windows NT 


DOVE & CHI 


Micrografx Italia 

Via Ettore Sacchi 8. 

26100 Cremona, 
Tel (03721 461 390 


Zipfolders risolve l’archiviazione compressa dei file 

Grazie ad un device driver permette la convivenza trasparente 
di cartelle compresse e cartelle normali 



. **•*“ V—«. ? 

-B^a«ialiti .i, 1.1 j&i 

“3F~3 ej. 


È giunto anche in Italia il 
nuovo prodotto di compres¬ 
sione dati Zipfolders, prodot¬ 
to da Mijenix e distribuito da 
C. H. Ostfeld. Zipfolders, che 
va ad aggiungersi alla 
gamma di compressori dati 
già offerta dalla società mila¬ 
nese. è il metodo più sempli¬ 
ce per lavorare con file zip, 
dato che permette di trattare 
i file senza curarsi del fatto 
che vadano compressi o 
decompressi. È attualmente 
disponibile per Windows 95, 
Windows 3.1 e Windows for 
Workgroups 

I file compressi, infatti, ven¬ 
gono visti come cartelle da 
File Manager, mentre i file 
contenuti sono normali file 
utilizzabili da qualunque appli¬ 


cativo Windows. L'unico ele¬ 
mento che distingue una car¬ 
tella compressa da una 
decompressa è la presenza 
dell'estensione ZIF. I file con¬ 
tenuti in una cartella ZIF 
sono quindi tutti compressi. 
Al contrario delle solite pro¬ 
cedure però, con Zipfolders 
non è necessario procedere 
ad alcuna operazione di 
decompressione per poterli 
usare, poiché tale operazione 
verrà svolta in modo del tutto 
trasparente dal sistema ope¬ 
rativo. Per copiare un file in 
una cartella ZIF è sufficiente 
eseguire la classica operazio¬ 
ne di trascinamento, visto 
che tutto quello che finisce 
dentro alla cartella ZIF viene 
compresso. 



Tra le altre 
caratteristi¬ 
che vanno 
citati la 
creazione 
di file auto- 
scompat- 
tanti con 
estensione 

EXE, il controllo dell'integrità 
degli archivi e la compatibilità 
con i formati arj, Izh, z, tar, 
gz, taz, tgz e zoo. 

Il principale componente di 
Zipfolders è un device driver 
in formato VXD che viene 
integrato nel sistema operati¬ 
vo. 

Per caratterizzarne il compor¬ 
tamento sono disponibili dei 
programmi ausilian distribuiti 
con Zipfolders. Questi sono 


attivabili dall'icona presente 
nella barra delle applicazioni, 
dalla quale è possibile inoltre 
disattivare e riabilitare il dri¬ 
ver stesso. 


& CHI- 

C.H. Ostfeld 

Viale Zara 3, 
20159 Milano, 

Tel. (02) 6680.0303 


98 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




































Puoi fare a meno 
dell’affidabilità europea? 


Prestazioni avanzate, grande capacità di espansione, 
possibilità di connettività quasi illimitate,... e sempre senza 
impatto sulla grande affidabilità: i nuovi Server Tulip Vision 
Line' ridefiniscono il ruolo dei server PC all'interno del 
mondo aziendale. Tutti i server Tulip sono 
forniti con il CD TulipWare Server 
Edition, con Set & Serve, che 
rende estremamente semplice e 
immediata l’attivazione del server e il 
Tulip Advanced Server Management Software che ti 
consente di stare tranquillo anche dopo salvaguardando 
l'intera struttura di rete. Scegli Tulip Computers e puoi 
contare su tutti i vantaggi della affidabilità europea. 


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I logo Intel Inside e Pentium* sono marchi registrati. Il logo Pentium’ Pro Processor è un marchio di Intel. 


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I Vantaggi della Qualità Europea 


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Lettore CD-Rom SCS112x • 64 MB di memoria standard ECC 
espandibile fino a 1CB • Dischi e Controller Ultra e Ultra Wide 
SCSI (fino a 9 CB) • Modelli DS. TR e PR • Set & Serve per 
Novell o Set & Serve per Windows NT Server • Tulip 


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Su alcuni modelli 














Da Epson Eizo FlexScan i monitor di alta qualità 


Eizo FlexScan è la famiglia di moni¬ 
tor Epson progettati per chi si occu¬ 
pa di grafica ad alto livello e ha 
bisogno sia di qualità che di grandi 
schermi 



Iniziamo con il "piccolo" Eizo 
FlexScan F55, un nuovo 
monitor 17 pollici ad alte pre¬ 
stazioni: in risoluzione racco¬ 
mandata di 1024x768 ha una 
frequenza di refresh di 86 Hz 
per immagini stabili. 

L'F55 è anche dotato del 
sistema di Input Priority per il 
riconoscimento del segnale 
video selezionato dall’opera¬ 
tore ed è caratterizzato da un 
nuovo design e dal pratico 
sistema di controllo on 
screen. ScreenManager, con 
icone colorate e animate, 
facilmente accessibile grazie 
al nuovo pulsante. 

Basato sulla tecnologia Invar 
Shadow Mask, Plug & Play 
con Windows 95, è conforme 
alle più restrittive norme in 
materia di ergonomia e rispar¬ 
mio energetico. Può essere 
dotato di kit multimediale per 
l'AudioBusiness Sound. 

Eizo FlexScan T67S invece è 
un nuovo monitor 20 pollici, 
basato su tecnologia Trini¬ 
tron, che migliora le caratteri¬ 
stiche già avanzate del T67 
offrendo prestazioni eccellen¬ 
ti per chi utilizza CAD e sofi- 


di Enrico Ferrari 

sticati programmi di 
elaborazione dell'im¬ 
magine 

Dotato di un nuovo 
cinescopio che con¬ 
sente di ottenere un 
dot pitch di appena 
0,25 mm e dell'inno¬ 
vativo sistema di convergen¬ 
za digitale, il T67S presenta 
colori vivi con immagini preci¬ 
se nei dettagli, nitide e accu¬ 
rate anche nei profili più sottili 
su tutto lo schermo 
Con una risoluzione di 1600x 
1200 a 75 Hz assicura un’ele¬ 
vata definizione deir immagi¬ 
ne e una completa assenza di 
sfarfallio per una visione più 
rilassante anche per chi lavo¬ 
ra a lungo davanti al monitor. 
Dotato del nuovo Scre¬ 
enManager con tasto multidi- 
rezionale QuickSet, Plug & 
Play con Windows 95, anche 
il T67S rispetta le più rigide 
norme ergonomiche e di 
risparmio energetico per la 
tutela dell'operatore e può 
essere dotato di kit multime¬ 
diale per l'AudioBusiness 
Sound. 

Arriviamo all"Eizo FlexScan 


F77 ovvero il top della gam¬ 
ma, si tratta di un nuovo 
monitor 21 pollici che sostitui¬ 
sce il monitor F764 miglioran¬ 
done le prestazioni. 

Grazie all'altissima risoluzione 
di 1600x1200 con refresh 
rate di 75 Hz. con dot pitch di 
0,28 mm e grazie alla nitidez¬ 
za delle immagini assicurata 
dal nuovo gioco di deflessio¬ 
ne e dagli avanzati sistemi di 
controllo dell'immagine, l'F77 
è il monitor pensato per chi si 
occupa di grafica professiona¬ 
le e desktop publishmg a 
colori e ha bisogno di una 
ampia superficie per visualiz¬ 
zare le pagine affiancate. 



Epson Italia, 

Via F Ili Casiraghi 427, 
20099 Sesto S Giovanni (MI). 
Tel. (02) 26.23.31 


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PENTIUM. !66, 16 Mb ram, SVGA PCI, Drive 1.44, HD 1,6 GB L. 1.300.000 +■ IVA 

PENTIUM/200. 16 Mb ram, SVGA PCI. Drive 1.44. HD 1,6 GB L. 1.390.000 * IVA 

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FDM: prototipi tridimensionali 
con materiali termoplastici 

Il sistema FDM (Fused De- 
position Modeling) è un'inte¬ 
grazione di hardware, softwa¬ 
re, supporti e materiali per 
modellazione, nato per realiz¬ 
zare prototipi tridimensionali 
con materiali termoplastici 
direttamente da modelli CAD. 

Un primo grande miglioramento 
consiste nella gestione automatica 
dei supporli: il pacchetto software 
QuickSiice include un modulo chia¬ 
mato SupportWcrks che permette 
all'operatore di verificare la neces¬ 
sità di realizzare i supporti ed even¬ 
tualmente di scegliere il metodo 
più efficiente pei costruirli. Il pac¬ 
chetto QuickSlice crea lo slicing 
dell'intero modelo, la struttura del 
supporto, ed infine genera il per¬ 
corso per la costruzione del 
modello stesso II modello e la 
struttura del supporto sono 
costruiti uno strato alla volta 
secondo le istruzioni dei comandi 
macchina fino alla realizzazione 
totale del prototipo. Il materiale dei 
supporti è un materiale sicuramen¬ 
te più fragile e quindi facilmente 
rimovibile una volta ultimato il 
pezzo. Il secondo grande migliora¬ 
mento interessa i materiali, sono 
disponibili 5 nuovi materiali per 
prototipazione ABS. MABS 
(METIL METACFILATO ABS) con¬ 
cepito per applicazioni nel settore 
medicale e 3 ELASTOMERI (E50- 
E100-E150I II sistema FDM ha 
fatto notevoli progressi anche in 
termini di velocità, oggi circa 3 
volte piu veloce rispetto ad un 
anno fa. questo grazie all'impiego 
di motori più potenti e alla presen¬ 
za di 4 ruote d trascinamento 
materiale anziché due Questi 
miglioramenti consentono al siste¬ 
ma di aumentare la portata del 
materiale. 



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Via Greto di Cornigliene 6R. 
16152 Genova, 

Tel. (010) 65.08.40 


100 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





















Microsoft Visual Tools 

Visual Basic 5 . 0 ; 

runico strumento 
che non potrete usare 

senza casco 

(è 20 volte più veloce). 



Controls 


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£l*€ Modifici 

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V|| PrgferW \ 

III % « 

o c 

] fl Q È inauta»! 


Per chi vuole sviluppare più velocemente possibile, 
oggi c'è Microsoft Visual Basic* 5.0. 
Più integrazione col mondo Internet/intranet, 
più integrazione col mondo client/server. 
più tecnologia, ma soprattutto più velocità: 
Microsoft Visual Basic 5.0 aumenta l’esecuzione del 
codice del 2000% (vuol dire che farete delle operazioni 
fino a 20 volte più rapide. Vi sembra poco?). 


Inoltre potrete creare i controlli ActiveX 

per Internet e intranet e poi riutilizzarli in altri 

strumenti di sviluppo, come Visual Basic, Visual C++, 

Microsoft Office e Microsoft Internet Explorer, 

utilizzando II più efficiente strumento 

per creare applicazioni e componenti su piattaforme 

a 32 bit. Volete scoprire le altre novità 

dei Visual Tool? Voltate pagina. 


DOVe vu alidare 


ntfttìo Microsoft 

• lwww.microsott.com/italy7 


"Dove vuoi andare oggi?’, Microsoft. Visual Basic, il pulsante Start sono marchi registrati della Microsoft Cor 























La strumentazione virtuale si affida ai maghi 

National Instruments propone su piattaforma Windows i 
nuovi DAQ Wizard, grazie ai quali la programmazione di 
LabView avviene con pochi click del mouse. 

di Leo Sorge 

È disponibile la versione 4.1 di LabView, l'ambiente grafico di svilup- 
po di strumentazione virtuale. Acquisizione ed analisi dei dati sono 
rese ancora più semplici grazie ai nuovi DAQ Wizard per ambiente 
Windows DAQ sta per Data AcQuisition:, la nuova tecnologia per¬ 
mette la programmazione pomt-and-click. È sufficiente descrivere le 
connessioni tra le misure da farsi e LabViews provvede a generare 
automaticamente i programmi nel suo codice nativo 
Altri miglioramenti dell'ultima versione comprendono un tutorial Onli¬ 
ne, collegamenti automatici ai siti Internet dedicati a LabView e 
un'interfaccia OLE Automation per la generazione automatica di 
report tramite HiQ per Windows 95 ed NT 

La piattaforma software è 
disponibile per tutte le versioni 
di Windows successive alla 
3.1. Macintosh e PowerMac. 
Sun Sparcstation, workstation 
HP e sistemi reaitime della 
Concurrent; i DAQ Wizard, 
però, saranno disponibili solo 
su Windows 


DOVE & 

National Instruments Italy 

Via Anna Kulishoff 22, 
20152 Milano, 

Tel 4130.91 




Autocomposizione Avery per la stampa delle etichette 

Autocomposizione Avery è il nuovo software di Avery Dennison 
Italia che permette agli utenti domestici e professionali di creare e 
stampare etichette in modo semplice e rapido. 

Autocomposizione Avery, compatibile con Microsoft Word per 
Windows 7.0, è già disponibile nella versione italiana e viene fornito 
gratuitamente su richiesta, basta contattare il Consumer Center al 
numero verde 167-373667 

Gli utenti di Microsoft Office 97 troveranno invece la versione del 
prodotto di Avery compatibile con Word 97 nel CD-ROM Office 97 
Professional. 

'Il valore aggiunto che Autoconposizione Avery offre agli utenti di 
Microsoft Word è per noi decisamente importante", ha 
sottolineato Alessandro Adamo, Product Manager 
i Microsoft Office e Word. 

I programma si occupa di suggerire automatica- 
mente il font e il formato del testo ideale per 
i ogni tipo di configurazione delle etichette. 

1 Autocomposizione Avery, che opera come 
| add-on di Microsoft Word, esegue le seguen- 
operaziom: creazione e stampa di formati 
' particolari per i quali Avery produce gli appositi 
’ supporti cartacei, creazione di mailing list, pos- 
„ ' sibilità di stampare le etichette scegliendo il 
” punto esatto (in alto, di lato, in bassol dove si desi- 
’ dera che il testo venga riprodotto. 

"Grazie all'interfaccia di tipo WYSIWYG gli utenti hanno la 
possibilità di visualizzare sullo schermo il lavoro finito prima di inviare 
il file alla stampante. Autocomposizione Avery è in grado di operare 
con ogni tipo e formato di etichette presente nell'ampia gamma di 
prodotti Avery. dalle etichette per gli indirizzi da applicare sulle buste, 
a quelle per i floppy disk, le audio e videocassette e centinaia di altre 
differenti applicazioni. 



Nasce Finance-Net il futuro della banca elettronica 

Collegati in teleconferenza con Roma, si è svolta 
in un grande albergo di Milano la superaffollata 
conferenza stampa congiunta Microsoft/Telecom 
Italia per l'annuncio dell’introduzione sul mercato 
di Finance-Net 1.0, una soluzione di “electronic 
banking " per le banche italiane. 

di Francesco Fulvio Castellano 

La sempre più incisiva diffusione dei servizi Internet offre oggi [ 
alle banche una grande opportunità per distribuire alla clientela | 
| prodotti e servizi con modalità innovative rispetto al passato, rea- I 
lizzando servizi di banca elettronica. 

I clienti possono, in tal modo, accedere ai propri conti bancari, 
comprare e vendere titoli ed effettuare innumerevoli altre opera- | 
zioni senza spostarsi dalla propria abitazione e negli orari che pre¬ 
feriscono. 

La banca, per contro, non ha più bisogno di un luogo fisico (l'a¬ 
genzia) per contattare la propria clientela, proporre e vendere 
nuovi servizi finanziari e di tipo diverso. 

L'integrazione delle tecnologie informatiche e delle Tic offre oggi | 
tutti gli strumenti per costruire efficaci ed avanzate applicazioni 
di banca elettronica, alle quali i principali istituti di credito italiani 
già guardano con grande interesse. E in questo quadro, panico- ' 
tormente stimolante e innovativo, che Telecom Italia e Microsoft j 
hanno raggiunto un importante accordo per proporre una solu- i 
zìone all'avanguardia del mercato: Finance-Net, che consente 1 
alle banche stesse di realizzare e offrire alla propria clientela, 
rapidamente e a costi contenuti, i servizi di electronic banking. 

Da questo mese avremo dunque l'home banking, gestione j 
conti, redazione virtuale, gestione titoli e corporate banking. Non 
c'6 alcun dubbio: se le prestazioni dei microprocessori aumenta¬ 
no ogni 18 mesi, il fenomeno Internet è lo sviluppo più importan¬ 
te dopo il PC, ha detto Umberto Paolucci, Amministratore 
Delegato di Microsoft Italia. 

Quali le implicazioni? Commercio, svago, economia, finanza, for¬ 
mazione, governo, ma soprattutto scuola e casa (gli oggetti 
dell'IT, oggi; PC desktop e portatili, handheld, wallet PC, smart 
phone, auto PC, TV smart set). 

Ritornando a Finance-Net versione 1.0 si tratta di una soluzione 
che avrà un grande impatto per e tra la gente, e avvicinerà clien¬ 
te e banca. E una soluzione disponibile da subito e le operazioni 
bancarie interesseranno per la prima volta home e corporate 
banking, ha voluto sottolineare Girolamo Di Genova, Vice 
Direttore Generale di Telecom Italia collegato da Roma in video- 
conferenza. È una soluzione applicativa su tecnologia Internet 
realizzata con la partnership di Finsiel-Banksiel, che arricchisce il 
"Village" di Server-Farm, l'offerta dei servizi applicativi Telecom 
Italia sotto "Iride", ambiente di lavoro di gruppo immediatamen¬ 
te disponibile che consente di scambiare dati in maniera riserva¬ 
ta fra gli utenti e assicura elevati livelli di sicurezza e discrezione. 

II primo cliente pilota di Finance-Net è la Banca Popolare di 
Novara. Siti bancari su Internet a tutt'oggi sono: Gruppo Banca 
Sella, Cariplo, AmbroVeneto, diventate banche multicanale con 
una serie di "legacy Service". 

Finance-Net si basa sugli standard Internet e usufruisce di tutte 
le soluzioni di rete più avanzate che Telecom Italia mette a 
disposizione sia della clientela affari che della clientela privata (in I 
particolare, rispettivamente, Interbusiness e Telecom Italia Net), | 
per garantire accessi sicuri, in forte competizione 
I vantaggi della electronic banking ricadranno in un futuro non | 
lontano sia sulle banche, perché avranno costi più bassi per le 
operazioni fatte da rete, sia sui clienti, che accederanno alla 
banca dove e quando vogliono e potranno gestire i propri conti | 
con maggiore cura. 


102 


MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997 




























Microsoft Visual Tools 

Svilupparsi 

costa poco 

(Visual Studio 97: 

tutti gli strumenti completi e 1 
aggiornati a un prezzo mai visto f. 


MicrosofT 


Visual Basic 
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Visual J++ 
Visual Fox Pio 
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Choose a record source 


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(eccidi n a dalabate You ean ut* uoied poccduei and 
SQL Slatawnii lo wovxfe a ifccxd untai ta kum'i mai 
canbowae 


design/creative 


Cari sviluppatori, tenetevi forte, perché è in arrivo 
l'occasione dell'anno: Microsoft Visual Studio 97. tutti 
i Visual Tools in un colpo solo. Per creare applicazioni 
Windows 95 e Internet con la massima facilità e flessibilità, 
avrete, tutti insieme: Visual Basic’ 5.0, 
Visual C++ 5.0, Visual J++”U, Visual InterDev 1.0, 
Visual FoxPro 5.0 ad un costo incredibile: tutti e cinque 
gli strumenti aggiornati praticamente al prezzo di due. 


Inoltre, in Visual Studio 97 troverete anche 

MSDN Library Developer reference CD-Rom. 

Per continui supporti, aggiornamenti, informazioni puoi 
consuitare lwww microsoft.com msdn [ oppure puoi aderire 

al Microsoft Developer Network o al Sitebullder Network. 

oppure puoi seguire il programma interattivo 
di autoistruzione Masterlng Internet Development. 

Microsoft Visual Tools: inizia una nuova età dello sviluppo. 


DOVe vl andare 


nt/ttì? Microsoft 

m Iwww. mi crosoit.com/italvA 


"Dove vuoi andare oggi?’. Miciosolt. Visual Basic, il pulsanteSiart sono marchi registrati della Microsoft Corporation. 




















——- 


— --- - • - 


Presentato il monitor Brilliance 4500AX a cristalli liquidi: 14,5" ultrapiatto, esente da 
emissione di radiazioni. Il display può raggiungere una frequenza massima di relresh 
pari a 75 Hz (1024x768), con 256.000 colori. 


di Enrico Ferrari 

Philips Brilliance 4500AX è II nuovo monitor a cristalli liquidi ultra- 
piatto che si colloca in una posizione di punta della famiglia 
Brilliance: la superficie di schermo visibile è analoga a quella di un 
tradizionale modello a tubo catodico da 17\ ma lo spessore del 
monitor è di soli 6.3 cm La tecnologia utilizzata è a matrice attiva 
TFT; come tutti i monitor di questo tipo anche il Brilliance 4500 AX 
non emette radiazioni ed e del tutto immune dal fastidioso feno¬ 
meno dello sfarfallio dell'immagine. Un uso particolare dei monitor 
a cristalli liquidi è negli ospedali: grazie all'assenza di emissioni, 
infatti, Brilliance 4500AX è l’ideale dove le radiazioni o i campi 
magnetici possono rappresentare un problema 
Grazie alle sue dimensioni, un monitor a cristalli liquidi può essere 
trasportato (pesa solo 5 chilogrammi) e montato in qualsiasi posi¬ 
zione, anche a muro per una presentazione La sua particolare 
conformazione ha permesso di ridurre i consumi a soli 33 W. all'm- 
circa un quarto del consumo di un monitor tradizionale di pari 
dimensioni L'area d'impronta corrisponde a 11.5 cm, il che signifi¬ 
ca che lo spazio occupato dal Brilliance 4500AX sul piano d'appog¬ 
gio è sette volte inferiore rispetto a quello di un monitor a tubo 
catodico La conformità agli standard EPA Energy Star e NUTEK 
garantisce un effettivo controllo dei consumi; oltre ad essere 
estremamente silenzioso, infine, lo schermo è conforme anche ai 
requisiti prescritti dalla certificazione MPR-II e agli standard sulle 
emissioni nocive TC092. 

Il Brilliance 4500AX rappresenta la soluzione ideale per chi vuole 
avere a disposizione un monitor piatto a cristalli liquidi di ultima 
generazione e la più avanzata tecnologia per ottenere immagini di 
ottima qualità ad un prezzo competitivo 



L'autoscan provvede a regolare 
automaticamente l'immagine a 
tutto schermo, prescindendo dal 
tipo di input (VGA, SVGA o XGA), 

Alla configurazione video ottimale provvede la funzione DDC1/2B, 
uno standard VESA che consente la comunicazione bidirezionale 
tra schermo e PC II monitor e del tipo Plug & Play versione 
Windows 95 e garantisce la massima facilità di installazione e con¬ 
figurazione, peraltro già semplificate dalla presenza di comandi 
digitali. I: display può raggiungere una frequenza massima di 75 Hz 
(1024 x 768), con 256 000 colori e un dot pitch pari a 0,288, il che 
garantisce la massima nitidezza e definizione dell'immagine, grazie 
anche allo speciale rivestimento anti-riflesso della superficie dello 
schermo. Il nuovo Brilliance 4500AX è esente, inoltre, dal proble¬ 
ma della distorsione geometrica che occorre, a volte, nei tradizio¬ 
nali monitor. 

Diversamente da quanto accade con alcuni schermi a cristalli liqui¬ 
di che richiedono un apposita scheda per l'allacciamento a compu¬ 
ter, Brilliance 4500AX è compatibile con tutti i normali PC e i com¬ 
puter Apple, grazie ad un'interfaccia video convenzionale da 15 pm 
che si collega direttamente alla scheda grafica del computer. Nel 
4500AX sono incorporati anche due altoparlanti da 1 W di ottima 
qualità per le applicazioni multimediali e la videoconferenza 


Philips Spa - Piazza IV Novembre 3. 20124 Milano. Tel (02) 67521 


Millicent, il commercio Online secondo Digital 

Il software Millicent di Digital consente pagamenti elettro¬ 
nici per transazioni commerciali fino a decimi di centesimo, 
in qualunque valuta. 

Digital Equipment Corporation fara del micro-commercio elettronico 
su Internet una realtà grazie a Millicent, il primo sistema di cyber- 
commercio che permetterà a milioni di utenti di acquistare e vende¬ 
re informazioni con profitto con transazioni di valore anche inferiore 
al centesimo. Questo sistema rivoluzionario eliminerà il vincolo di 
acquisti mimmi non inferiori a 10-25 centesimi, attualmente imposto 
da altri sistemi di pagamento elettronico. Millicent rappresenta un 
modo completamente nuovo di vendere e acquistare contenuti 
informativi via Internet in porzioni minime. Il sistema supporta infatti 
transazioni che possono andare da un decimo di centesimo fino a 5 
dollari Le microtransaziom di questa ampiezza sono importanti per 
gli editori on-line che intendano "vendere' singoli articoli di una pub¬ 
blicazione, singole 'strisce' di cartoon, o l'ascolto di singoli pezzi 
musicali Gli utenti avranno il beneficio di poter selezionate e pagare 
solo l'informazione di specifico interesse, pagando pochi centesimi 
per pagina o meno, e non l'intera pubblicazione I fornitori di softwa¬ 
re che indirizzano il mercato del network computing potranno utiliz¬ 
zare Millicent per vendere applet Java e applicazioni residenti su 
sistemi host con tariffe basate sull'uso In un contesto intranet, il 
software Millicent agisce come un 'web-contabìle' che conteggia 
gli accessi ai sistemi informativi e ai servizi entro l'azienda. Per i 
navigatori che vogliono avere un panorama completo di Millicent e 
per i potenziali fornitori di contenuti interessati a partecipare alla fase 
di sperimentazione l'indirizzo è pttpv/www millicent Digital comi 


Office 97 Small Business Edition: telematica e gestione insieme 

Microsoft, in collaborazione con Telecom Italia Net e con II 
Sole 24 Ore, ha realizzato una versione speciale di Office 97 
chiamata Office 97 Small Business Edition, che consente 
alle piccole aziende di usare gli strumenti tradizionali di 
Office, Word, Excel e Outlook, combinati con software 
gestionale e di accesso a banche dati offerte da II Sole 24 
Ore e dall'utilizzo di Internet attraverso TIN. 

Office 97 Small Business Edition si differenzia dalle versioni 
Professional e Standard di Office in quanto fornisce subito, al prezzo 
di Office 97 Standard, una sene di pacchetti che forniscono soluzioni 
mirate alle piccole imprese. Viene fornito anche Publisher 97, uno 
strumento ideale per creare brochure di elevata qualità ma anche siti 
Internet professionali grazie al modulo Web Site Wizard di Publisher 
97 I materiali realizzali possono cosi essere distribuiti su carta o 
direttamente in rete II Sole 24 Ore mette a disposizione sirumenti 
quali il calendario delle scadenze, integrato con l'agenda di Outlook, 
e la noimativa amministrativa e fiscale, oltre che i "formulari", 
moduli preconfezionati in formato Word 97 per gli adempimenti 
delle aziende. Per un aggiornamento costante sulle direttive fiscali e 
legali. Il Sole 24 Ore offre anche 15 
giorni di consultazione gratuita 
delle proprie banche dati su 
Internet. Telecom Italia Net com¬ 
pleta la dotazione con 1 5 ore (in 
30 giorno di collegamento gratuito 
ad Internet, con la possibilità di 
abbonamento a prezzo speciale. 



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Via Rivoltana 13. 
20090 Segrete (MI), 
Tel. (021 70.39.20.20 


104 


MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997 























Filtra 

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Soluzioni DI CONT NUITA Per un gruppo di continuità on-line che 
eroghi energia stabile ed affidabile, fidati del Powerware' Prestige della Exide 
Electronics, progettato specificamente per la tutela di stazioni di lavoro ed 
apparecchiature di rete essenziali. Insieme al software OnliNet" di gestione 
dell'energia, il gruppo di continuità Powerware Prestige ti consente avanzate 
funzioni di controllo e comunicazioni di rete. In più, l'ampia gamma di tensioni 
di ingresso ammissibili risparmia le batterie per quando ti servono veramente: 
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Creative Labs presenta la Video Blaster PCI 


Disponibile già dalla metà di maggio, la Video 
Blaster PCI, sostituendo la gloriosa Video Bla¬ 
ster SEI 00, è da considerarsi come la nuova 
proposta entry-level di Creative Labs per la 
videoacquisizione. 

di Bruno Rosali 



Capace di acquisire sia in sm- 
gle-frame che in motion video 
(in questo caso fino a 
320x240 a 30 fotogrammi al 
secondo, dipendentemente 
dalla potenza del PC ospite) la 
Video Blaster PCI ha il suo 
naturale bacino d'utenza nel- 
l'ambito delle presentazioni 
multimediali e nelle videocon¬ 
ferenze On The Web. 

La velocità di acquisizione, 
garantita dall'uso del bus PCI, 
la possibilità di avere le con¬ 
nessioni d'input sia in video¬ 
composito che in S-Video, 
nonché la funzione di "live" 
video overlay durante la cat¬ 
tura, sono le sue caratteristi¬ 
che principali. La Video 
Blaster PCI e inoltre dotata 
del supporto al VESA-DDC 
per il pass-through tra scheda 
VGA e monitor, di un buffer 
onboard da 1 Mbyte di 
memoria pienamente rimap- 
pabile e del burst-transfer (su 
bus PCI) sia in modalità 
master che slive. Il controllo 
di tali caratteristiche viene 
quindi garantito dalla disponi¬ 
bilità del driver per la cattura. 


del codec per la codifica 
in formato non compres¬ 
so Creative YUV, del- 
l'MCI-overlay (per il live- 
video) e quindi dal driver 
TWAIN per utilizzare la 
scheda in emulazione scan¬ 
ner con gli applicativi compa¬ 
tibili a tale standard. Podero¬ 
so il quantitativo del software 
con cui la scheda è confezio¬ 
nata ed attraverso il quale, 
sfruttando le caratteristiche 
offerte dalla Video Blaster 
PCI, vengono coperte varie 
attività produttive. Il software, 
ricco di titoli, è suddiviso in 
due gruppi principali: l'autho- 
ring multimediale e il Web 
Publishing. A livello di autho- 
rmg multimediale chi acquista 
la Video Blaster PCI si ritrova 
a disporre dell'Asymetrix 
Digital Video Producer 4.0 per 
l'acquisizione e l'editing 
video, dell'Ulead ImagePal 
Gol quale tool per il media 
management; del Family 
Album Creator per la realizza¬ 
zione di album multimediali; 
del Creative MPEG Encoder, 
pezzo forte della confezione, 


con il quale è possibile com¬ 
pattare clip AVI nel formato 
mpg Per quanto concerne 
l'ambito del Web Publishing, 
il bundled si completa con il 
Creative Video WebPhone 
3.0, per mezzo del quale è 
possibile comunicare su 
Internet con audio, video e j 
chat solo testo; il SoftQuad 
HoTMetaL Light 3 0, per la 
creazione e la pubblicazione 
di pagine Web ed infine il kit 
Microsoft Internet Explorer 
3.x per la nagivazione in rete. 

Il prezzo di acquisto della 
Video Blaster PCI, in confe¬ 
zione retail con il software 
applicativo, è fissato intorno 
alle 320.000 lire IVA inclusa 

DOVE & CHI- 

Creative Labs. 

Strada d. Pai A/3. Milanofiori, 
20090 Assago (MI). 

Tel. (02) 57 51 07 74 


Plasmon, anche i magneto-ottici convergono sul DVD 

I jukebox della serie D sono compatibili con il nuovo standard, permettendo ipotetiche capaci¬ 
tà di 8,6 TB. La tecnologia Limdow, poi, raddoppia la velocità di scrittura su dischi da 2,6 GB. 


DriveCopy 

semplifica il cambio di HD 

DriveCopy di PowerQuest 
è l'utility ideale per trasferi¬ 
re da un hard disk ad un 
altro tutti i dati che contie¬ 
ne, comprese le partizioni e 
le informazioni di sistema. 

di Leo Sorge 

Non c'è più la necessità di 
tutte quelle operazioni tradizio¬ 
nalmente ritenute necessarie 
quali il backup, la formattazio¬ 
ne e il restore con l'eventuale 
reinstallazione di qualche com¬ 
ponente. DriveCopy nasce dal 
successo di Partition Magic, 
del quale aumenta le opzioni 
estendendole all'intero hard 
disk con tutte le sue partizioni 
Ad esempio copiando un HD 
da 540 MB su uno da 1,6 GB 
tutto resterà come prima, 
eccetto che lo spazio adesso 
sarà molto di più. Il prodotto, 
rilasciato da poche settimane, 
costa in Italia intorno alle 50 
mila lire In Italia, PowerQuest 
è distribuita da Shot, ambizio¬ 
so acronimo di Sales High- 
Tech Outsourcing Team 

DOVE fi CHI- 

Shot 

Via Gilino 9, 

20128 Milano. 

Tel. 1021 2576 764 



Anche i magneto-ottici tradizionali si avvantaggiano di nuove tecnolo¬ 
gie. Un esempio è il nuovo Plasmon DW260. che legge e scrive 
dischi da 2,3 e 2,6 GB di tipo riscrivibile, worm e della nuova modalità 
Limdow La compatibilità con il passato è garantita dalla lettura dei 
media ISO nei formati da 0,6, 0,65, 1.2 e 1,3 GB; quella software si 
attua attraverso del software che consente l'interscambio di dati tra 
Mac, Windows 3 e Windows 95. Il DW260 è disponibile in un'ampia 
gamma di |ukebox, dall'emiy level Plasmon M20. fino a 20 slot per 
un totale di 52 GB, fino al top M258. con 258 slot per una capacità di 
670 GB II singolo drive in configurazione interna viene 3.250.000 lire, 
mentre il disco costa 195 mila lire. Ught Intensity Modulation Direct 
Over Write. in arte Limdow, aumenta di molto la velocità di scrittura. 
Tradizionalmente la registrazione magneto-ottica avviene con due 
rotazioni del disco, una per cancellare ed un'altra per la vera scnttura. 
poiché non è possibile modificare il campo magnetico cosi veloce¬ 
mente da agire in una sola passata Limdow però usa media a più 


strati, ed in questo caso un laser può invenire il campo magnetico già 
nella prima rotazione. Limdow è già incluso tra le poposte di standar¬ 
dizzazione del certificato DIS 14517 di ISO Ma Plasmon non si ferma 
alla sene M. È disponibile anche la serie D. che comprende lukebox 
multidisco che integrano CD-ROM, CD-R e PD, il nuovo supporto di 
funzionalità DVD. Grazie al supporto di terze parti questi prodotti 
sono utilizzabili su NT, Unix e NetWare. Tre i formati, da 120, 240 e 
480 dischi. In particolare il supporto del DVD consentirà le applicazio¬ 
ni di video on demandi ipotizzando l'uso di tutti e 480 gli slot per 
DVD la capacità della serie D arriva a 8.6 terabyte! I distributori italiani 
di Plasmon sono Modo, PDS. Gigatek. Algol/Telcom e Vegstore 

DOVE & CHI- 

Plasmon Data ■ Whiting Way, Melbourn, Royston, Herts SG8 6EN 
Gran Bretagna. Tel. 0044/1763/2629 63 


106 


MCmicrocomputer n. 174 - qiuano 1997 




























Il Monitor MulliSync, nelle versioni M 500 a 15 pollici 
e M 700 a 17 pollici, con l'innovativo tecnologia 
CromaCleai, offre una saturazione del colore, una 
localizzazione dell'Immagine ed un controsto 
sorprendenti. Questo grazie all'utilizzo della Slol-Mask 
con fosfori rossi, verdi e blu di formo ellittica (mask 
pitch 0.25 mm). Ecco perché il pomodoro su fonda 
rosso appare cosi nitido, infoiti è riconoscibile a prima 
vista. Esattamente come il monitor studialo dalla NEC. 
Inoltre per un ulteriore miglioiomento dello qualità 
visiva, ce il sistema Vìdeo Boosi, che crea uno finestra 
speciale nello schermo e permette un'immagine 
paragonabile a quella del televisore, ottimizzale 
dall'anliriflesso OpliClear. Il MultiSync non si limita 
alla qualità tecnologica, ma offre anche un'immagine 
prodotto con un design elegonle e compatto, 
estremamente adottabile all'ambiente. E’ studiato nei 
mimmi particolari: ha due speaker incorporati per un 
eccellente ascolto stereo ed un microfono integrato 
ad ampio ronge. Sino o qui vi abbiamo descritto un 
perfetto strumento multimediale, ed è per questo che 
NEC vuole mantenerlo tale, con un servizio di assistenza 
rapido ed efficiente. Il Pronto Intervento NEC 
è un servizio che assicura un supporto telefonico 
immediato, la riparazione del prodotto entro 5 giorni 
(7 per Calabria e Isole) presa e consegna a domicilio. 


TECNOLOGIA CROMACIEAR. SUPREMAZIA NEC. 





Borland arriva Delphi 3 

È arrivato Delphi 3, la nuova versione 
del famoso tool Borland di sviluppo 
visuale, che ha registrato oltre 
500.000 installazioni. 

La nuova release è disponibile in tre versio¬ 
ni. Standard. Professional e Client/Server. 
Delphi 3 Professional offre all'utente profes¬ 
sionista della programmazione un set inte¬ 
grato di tool di sviluppo visuale ad alte pre¬ 
stazioni, tra cui oltre 130 componenti riutiliz¬ 
zabili con il relativo codice sorgente e tool 
scalabili per l'accesso a database con driver 
nativi per Access, Paradox, dBASE e FoxPro. 
Delphi 3 ClientlServer Suite, destinato agli 
sviluppatori aziendali, è la suite piu completa 
di tool di sviluppo visuale ad alte prestazioni 
per la creazione di applicazioni client/server e 
per il Web scalabili Tutte le versioni di 
Delphi 3 operano in ambiente Windows 95 e 
Windows NT e sono disponibili su CD-ROM 
Il prodotto in italiano è disponibile dal 2 mag¬ 
gio 1997 al prezzo consigliato di lire 199 000 
IVA esclusa per quanto riguarda la versione 
Standard: lire 1.149 000 IVA esclusa per la 
versione Professional e lire 3 840.000 IVA 
esclusa per la versione Client/Server. 


Digital fa causa ad Intel 

La mamma dei Pentium userebbe ille¬ 
galmente brevetti che accelerano le 
prestazioni dei suoi figlioli 

Digital Equipment Corporation ha citato in 
giudizio Intel Corporation per violazione 
volontaria di 10 brevetti Digital in relazione a 
fabbricazione, uso e vendita dei microproces¬ 
sori Intel delle famiglie Pentium. Pentium Pro 
e Pentium II. Digital chiede sia un ingiunzione 
che i danni, compresi i danni in misura tripla 
per la volontaria violazione dei brevetti da 
parte di Intel. 

L'ingiunzione impedirebbe ad Intel l'uso nei 
suoi attuali e futuri microprocessori delle tec¬ 
nologie brevettate di Digital. I brevetti sono 
relativi a tecnologie come la gestione di 
cache, la branch prediction e le istruzioni di 
elaborazione ad alta velocità, fondamentali 
nella progettazione di microprocessori allo 
stato deil'ane. I brevetti sono stati concessi 
dallo U.S. Patent and Trademark Office fra il 
1988 e il 1996 L'azienda di Maynard afferma 
che tale violazione le ha causato un danno 
economico e che, ove non cessasse, sareb¬ 
be causa di danno irreparabile. 'In conse¬ 
guenza della violazione dei nostri brevetti - ha 
continuato Palmer - Intel ha rafforzato il suo 
monopolio sul mercato X86 e sta cercando di 
estendere il suo monopolio ai microprocesso¬ 
ri di più elevate prestazioni', ha deno Robert 
Palmer, presidente di Digital Thomas 
Siekman, direttore degli affari legali di Digital, 
ha affermato ‘Questa causa è essenziale per 
proteggere i miliardi di dollari che l'azienda e i 
suoi azionisti hanno investito nello sviluppo di 
tecnologie di elaborazione e di microproces¬ 
sori di avanguardia' 




DOVE & CHI - 


Silicon Graphics 

Milanofiori N3. 
20089 Trezzano (MI). 
Tel (02)575611 


Silicon Graphics nel cuore dell’Europa 


Tre delle quattro linee di prodotto vengono adesso realizzate nello 
stabilimento di Cortaillod. Personale internazionale e precisione 
svizzera ne fanno una opportunità per il Vecchio Continente 


di Leo Sorge 


Lo scorso 4 aprile è stata una data impor¬ 
tante per Silicon Graphics, che ha aperto 
in Europa la sua più grande fabbrica al di 
fuori degli Stati Uniti. In effetti si tratta 
d'un allargamento del preesistente stabili¬ 
mento sito in Cortaillod, nella Svizzera, 
vicino a Neuchàtel. Da qui partirà buona 
parte delle consegne mondiali di macchi¬ 
ne di visual computing destinate non solo 
nella vicina Europa ma anche nel lontano 
Giappone. 

La zona di Neuchàtel è famosa nel 
mondo per i lavori di precisione, tradizio¬ 
nalmente associati alla produzione di oro¬ 
logi. una caraneristica fondamentale nella 
ricerca dell'eccellenza anche nel settore 
del computing ad alte prestazioni La sua 
localizzazione geografica rende razionali 
gli spostamenti sia delle merci che delle 
persone, l'attitudine multilingue attutisce 
effetti secondari di personale internazio¬ 
nale. Infine la 
Svizzera non è 
membro del¬ 
l'Unione euro¬ 
pea. per cui 
non ne segue 
le lunghe atte¬ 
se, ma com¬ 
mercialmente 
ha una serie di 
accordi bilate¬ 
rali con i singoli 
Stati in modo 
da non pagar 
dazio, in tutti i 
sensi. 

A Cortaillod, adesso. Silicon Graphics pro¬ 
duce tre delle sue quattro nuove linee, 
tutte comincianti per O: Origin, Onyx, 
Odane. Le workstation di fascia bassa, le 
02, sono prodotte in un unico stabilimen¬ 
to. quello di Sunnyvale. in California La 
capacità produttiva è di 300 pezzi al mese 


per Origin 2000 ed Onyx 2, mentre su 
Odane si può raggiungere le 9000 unità 
annue In Svizzera vengono ancora 
assemblati dei modelli delle serie prece¬ 
denti, ad esempio Indigo. ancora richiesti 
dal mercato La capacità produttiva è 
stata pensata per 
una grande cresci¬ 
ta delle vendite, 
per cui le linee 
attuali sono leg¬ 
germente sovradi¬ 
mensionate alle 
necessità d'oggi, 
cosi come le strut¬ 
ture coperte sono 
già predisposte 
per un allargamen¬ 
to della superficie 
utile senza dover 
costruire altro. 

Lo stabilimento 
ospita tre laboratori, dedicati ai server 
video per la TV interattiva, alla realtà vir¬ 
tuale e al supercalcolo: a quest'ultimo è 
dedicato un elaboratore parallelo di poten¬ 
za pari al 20° d'Europa 
In particolare è qui che è nato Space 
Crunch, il piu grande database chimico 
del mondo, ricco di oltre 150 
miliardi di composti, accessi¬ 
bile anche da Internet 
(hllp://spacecrunch.sgi.cl| e 

http:i7www-tripos.coml. 



1 

1 

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108 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





























OLIVETTI JP790. 


IL NERO IN PIU’ CHE MIGLIORA 
LA STAMPA DI TESTI E COLORI. 


•t Olivetti JP790 è la 
ma stampante che ag- 
;iunge alla quadricro¬ 
mia un quinto colore: il 
nero coprente. Quel 
nero che migliora la 
vostra qualità di stampa 
regalandovi testi perfettamen¬ 
te incisi e immagini a colori veramente brillanti. 

Un colore così importante che Olivetti JP790 
gli ha destinato una delle due testine di cui è do¬ 
tata, dedicando l’altra al blu ciano, al giallo, al ros¬ 
so magenta e al nero di quadricromia, un nero 
“grafico” studiato per essere accostato agli altri co¬ 
lori, che non deborda, asciuga velocemente e ser¬ 
ve a dare più precisione al colore e alle sfumature. 

Due testine, quelle della JP790, che intera¬ 
giscono in misura variabile a seconda dell’immagi¬ 
ne che volete stampare, senza richiedere il vostro 
intervento grazie al driver di stampa Olichrome. 
Risultato? Più qualità di stampa e un perfetto ab¬ 
binamento testo immagine. 



Ma la Olivetti JP790 è una stampante straor¬ 
dinaria anche perché vi dà risoluzione di 600x600 
dpi (nero e colore), velocità massima di 6 pagine 
al minuto (nero), alimentazione flessibile in grado 
di gestire fino a 120 fogli, 25 buste o 50 lucidi. 

Come tutte le stampanti Olivetti, la JP790 ò 
predisposta all’uso delfesclusivo Ink-Jet Refilling 
System che vi consente di sostituire, anche per il 
colore, solo il serbatoio e non le testine, riducendo 
le spese di gestione; ed è garantita* per un anno 
con diritto all’uso di una help line e alla sostituzio¬ 
ne gratuita della stampante a domicilio. 

11 prezzo? 562.000 lire**. E incluso nel prezzo 
avrete anche Visual Map, un software su CD-ROM 
che vi guida attraverso 100.000 località europee. 
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GIALLO, ROSSO, BLO, NERO E NERO COPRENTE. 



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Hardware - 

Philips ha presentato in Italia il suo primo CD riscrivibile. CDD3600. con lettura a velocità 

sestupla e scrittura a velocità doppia. 


Il CD riscrivibile sostituisce il floppy 

Il dischetto è obsoleto e va sostituito. Il CD, adesso riscrivibile, si propone grazie alla sua 
grande diffusione nella versione audio e ROM. Conquisterà il mercato in tempo per salvarsi 

dalla competizione con il DVD? 

di Leo Sorge 



EasyCD Pro e CD Creator. 

Il riscrivibile introduce anche l'incre¬ 
mentai packet writing, una variante che 
risolve il problema della continua riscrit¬ 
tura su CD. Finora, infatti, questo sup¬ 
porto permetteva una sola scrittura, per 
cui bastava la possibilità di scriverlo un 
po' per volta con la multisessione 
Il CD-Silver è stato sviluppato da 
Ricoh, che ha preparato un nuovo mate¬ 
riale basato su quattro elementi chimici: 
argento (simbolo chimico Ag), Indio (In), 
Antimonio (Sb) e Tellurio (Te). La regi¬ 
strazione modifica lo stato di questo 
materiale, che passa da una fase amorfa 
a bassa riflettività ad una cristallina con 
grande riflettività. In realtà il materiale 
non è mai in una fase completamente 
amorfa, ma anche prima della registra¬ 
zione una buona parte è ordinata in 
microcnstalli che - pur non riflettendo il 
raggio laser di lettura - rendono più sem¬ 
plice la successiva scrittura 
Infine il rivestimento in Ag-ln-Sb-Te 


Lo scorso 5 maggio, Philips 
ha presentato in Italia il suo 
primo CD riscrivibile, 

CDD3600. con lettura a velo¬ 
cità sestupla e scrittura a 
velocità doppia L’incontro è 
stato organizzato congiunta- 
mente ad Artec, uno dei 
distributori della Casa olande¬ 
se. Annunci del genere ce 
n’erano già stati al CeBIT, ad 
esempio da Ricoh. ma altri 
ne stanno arrivando diretta- 
mente da noi. Il formato dei 
file è l'LiDF. la scrittura di tipo 
incrementale, il supporto è il 
CD-Silver. 

Ma vediamo queste carat¬ 
teristiche una per volta. 

Il nuovo formato di scrittu¬ 
ra è l'UDF, acronimo di 
Umversal Disk Format, proposto per il 
DVD. Digital Versatile Disk (se ne è par¬ 
lato su MC 170, pag. 176-184: Morirà il 
CD? di Massimo Truscelli). UDF prende 
il posto dello standard attuale usato per i 
CD, LISO 9660. e a sua volta proviene 
da ISO (International Standard Orga- 
nization) in quanto è un sottoinsieme 
delle regole ISO 13346 proposto da 
OSTA (Optical Storage Technology 
Association). 

È una specifica liberamente imple¬ 
mentabile da chiunque, tanto che le 
stesse Apple e Microsoft ne stanno con¬ 
siderando il supporto nei loro ambienti 
operativi, anche alcuni produttori di hard 
disk stanno lavorando nella stessa dire¬ 
zione. 

Oggi ci sono svariate aziende che si 
dedicano a realizzare pacchetti software 
che affianchino Windows 95 o System 7 
nella gestione delle nuove periferiche: 
tra queste Adaptec, che ha una sua suite 
di prodotti comprendente DirectCD, 


offre quella resistenza ad alte¬ 
razioni termiche che è alla 
base della durata del materiale 
nel tempo 

La compatibilità tra i tre 
sistemi di base (Audio/Rom, 
Gold e Silver) non è ancora 
assoluta. 

La riflettività del supporto è 
diversa nei tre casi: se il Gold 
è oggi leggibile dall'85% dei 
drive multisessione in circola¬ 
zione e dal 100% di quelli in 
produzione, il Silver è più criti¬ 
co. per cui solo tra qualche 
mese i lettori in produzione 
saranno completamente com¬ 
patibili. 

In pratica nella fase di transi¬ 
zione si dovrà usare il RW 
sulla propria unità, mentre per 
trasportare dati ci si dovrà affidare ai 
Gold. 

Oggi un drive che scrive i CD-Gold 
costa all'utente finale circa 600 mila lire, 
un prezzo in discesa, mentre il nuovo 
Philips RW-3600 è stato annunciato a 
circa 1 milione di lire, una cifra in linea 
con i PC di fascia alta. 

Inoltre i supporti Gold costano ormai 
circa 15 mila lire l'uno, mentre i Silver 
stanno ancora oltre le 40 mila. 


Artec 

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MCmicrocomputer n 174 - giugno 1997 















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Proposta la serie completa di 
monitor Studioworks dai 14” ai 
21”. Per il settore "nuovi merca¬ 
ti-nuove tecnologie" presentati il 
nuovo monitor “Flatron”, una 
serie di CD-ROM, DVD e i CD 
Rewritable. 

di Francesco Fulvio Castellano 


LG è un gruppo con 120.000 dipenden¬ 
ti, 64 miliardi di dollari di fatturato, 260 
tra impianti produttivi e uffici in 120 
Paesi nel mondo; il contesto in cui 
opera è fortemente mutato dall'89 
(caduta del muro di Berlino) in molte 
cose: socio-politico, economico, tecno¬ 
logico, business e, proprio in quell'an¬ 
no, è stato decisa la riorganizzazione 
del gruppo in 50 C.U. (Cultural Units) le 
quali, a loro volta, fanno parte di 6 
macrosettori: electric&electronics, che- 
micals&energy, machinery&metals, 
trade&service, public Service, sports e 
altri campi (finance). 
L'internazionalizzazione della società è 
avvenuta nel '95 quando la produzione 
concentrata in Korea si è ampliata con 
impianti in Indonesia, Brasile. Messico, 
Gran Bretagna e presto in moltissimi 
altri Paesi. 

Lo sviluppo di nuovi mercati e nuovi 
prodotti ad alto contenuto tecnologico 
(momtor-TFT LCD, CD-ROM e DVD, 
sistemi di videoconferenza, HandHeld 
PC) hanno dato una svolta al gruppo. In 
Italia l'offerta è amplissima: dal settore 
B&W (audio, video, telecamere, hi-fi, 
car stereo, frigoriferi, forni a microon¬ 
de) si passa al R.A.C. (con i sistemi 
split a parete di airconditionmg), per 
finire al C&C (monitor, CD-ROM. DVD. 
V.C.S. HHPC) 

I nuovi prodotti ad alta tecnologia 
disponibili dal '98 presentati e visti in 
anteprima in occasione della conferen¬ 




za stampa tenuta a Milano, sono: 

- monitor da 17" Flatron (dopo l'acquisi¬ 
zione della statunitense Zenith Corpi 
con uno schermo perfettamente piatto, 
nessuna distorsione dell'immagine, 
nuova tecnologia ARAS anti-riflessione 
della luce ambiente e massimizzazione 
della superficie utile; 

- nel settore "optical Storage" CD 
ROM dopo aver presentato il CD-ROM 
a 16X Max (presentato nelle News sul 
numero 172 di MCmicrocomputer) le 
velocità passeranno entro la fine del 
'97 a 24X Max slot tray. per poi passa¬ 
re nel '98 con il 30X Max slot (piu velo¬ 
ce di cosi sarà possibile?); 

- il CD Rewritable passerà al primo 
modello DVD-ROM nella metà del '97, 
al secondo modello verso ottobre del 
corrente anno e al terzo modello nel 
primo trimestre del '98; 

- Windows CE-based HandHeld PC, un 
computer palmare con tutte le informa¬ 
zioni in una mano (e-mail. Internet, faxl 
è un prodotto scelto da Microsoft per 
lo sviluppo della sua piattaforma CE e 
in futuro con schermo a colori; 

- la nuova desktop videocamera con 
software driver per connessione a PC, 

- digitai stili camera per connessione a 
PC (seriale) 

Questi due ultimi prodotti saranno 
immessi sul mercato a partire da otto¬ 
bre del presente anno. 


LG Electronics Spa 

Centro Direz "Il Quadrato", 
Via Modigliani 45, 
20090 Segrate (MI), 

Tel (02) 26 96.8203 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



























WebShare per la connessione ad Internet di tre PC con una sola linea telefonica 

Un solo indirizzo IP, una sola linea telefonica e con un solo modem, è quanto basta ad avere tre personal 
computer connessi contemporaneamente ad Internet. È quanto promette WebShare, una proposta 
dell'azienda canadese Pro tee MicroSystem che connette in plug'n'play tre PC su porta seriale. 

di Leo Sorge 



Ricordate l'avvento degli apparecchi | 
multifunzionali per la linea telefonica, 
che permettevano oltre agli usi tradizio¬ 
nali anche la segreteria e il fax? 

Orbene oggi si stanno moltiplicando gli 
apparecchi multifunzionali di rete come 
WebShare, che con un solo indirizzo 
IP. una sola linea telefonica e con un 
solo modem, permette di avere tre 
personal computer connessi contem¬ 
poraneamente ad Internet. 

Il package, comprendente sei adattatori 
DB25/RJ45 e i cavi necessari per il collegamento, è disponibile 
tramite i canali Lindy al prezzo di lire 999 mila IVA inclusa. 

Sempre il distributore comasco ha portato in Italia un altro dispo¬ 
sitivo multifunzionale, dedicato sia al mercato piu hobbistico che 
a quello professionale Si tratta di Aver TV-Phone dell'azienda 
taiwanese Aver Media Technologies 


DOVE & CHI - 

I Lindy Italia -Via dei Mulini 3. 22100 Como. Tel (031)2721 40 


Si tratta d'una soluzione sia hardware che 
software che integra la videotelefonia con 
altri mezzi di trasmissione, permettendo di 
ricevere e trasmettere comunicazioni audio 
e video su personal computer connesso 
alla rete sia telefonica che locale che 
Internet L'hardware si basa su una scheda 
PCI 2.1 con tuner radio e TV integrata da 
microfono e telecomando, mentre 
j k l'apparato di videoconferenza è com- 
|Mà patibile con lo standard H 324 

■ Il prezzo a: pubblico è di 499 mila 
lire IVA inclusa 



mma 


Mmln 


• PROGETTAZIdlME PRODOTTO 
•ANALISI Ol FLUSSO /POST PRESSIONE 
•REALIZZAZIONE PROTOTIPI 
CON SISTEMA STRATA5V5 FOIV1 
•PRESERIE DA STAMPU UN SILILONE 


EiENISVS - STRATA5YS 
stampante tridimensionale 


Per informazioni rivolgersi a: 


r ” 



.* * 























IBM annuncia LANClient Control Manager 

G 


razie alle utility di IBM ed Intel 
la gestione dei PC in rete diventa 
semplice 


In linea con la sua strategia 
tesa a ridurre il più possibile la 
complessità di gestione delle 
reti, IBM PC Company ha 
annunciato LANClient Control 
Manager, in breve LCCM. Si 
tratta di un tool di setup e 
gestione PC a basso livello, 
disponibile per server 
Windows NT, OS/2 Warp e 
NetWare, che migliora e 
amplia ulteriormente la tecno¬ 
logia IBM Wake on lan. 
LANClient Control Manager 
che rende più semplice l'inte¬ 
grazione di nuovi PC e la loro 
manutenzione in rete, offren¬ 
do agli amministratori di rete 
l'accesso remoto ai PC Ciò 
significa che si possono stan¬ 
dardizzare le configurazioni 
delle macchine installando 
comodamente e senza diffi¬ 
coltà sistemi operativi e appli¬ 
cazioni desktop, senza richie¬ 
dere alcun intervento all'uten¬ 
te finale. Grazie a Wake on 
lan gli amministratori di rete 
possono, ad esempio, accen¬ 
dere in remoto alcuni o tutti i 


di Leo Sorge 

PC della rete in 
un momento 
qualsiasi del gior¬ 
no o della notte, 
aggiornare in 
remoto il BIOS di “ =1 ^ = 
sistema e configurare o 
modificare il setup in CMOS, 

È indipendente dall'hardware 
ed è complementare ad altri 
tool di gestione PC di alto 
livello quali, ad esempio, TME 
10 NetFinity, LANDesk 
Workgroup Manager di Intel 
e Systems Management 
Server (SMS) di Microsoft 
Può essere prelevato gratui¬ 
tamente da tutti i clienti IBM 
su Internet all’indirizzo 
rittDV/www pc.iom.com/desE] 

top/lccm. LCCM è del tutto 

analogo a LANDesk Con- 
figuration Manager di Intel, e 
ciò non è casuale. Infatti il 
tool di Big Blue e una delle 
prime implementazioni della 
Advanced Manageability 
Alliance IBM-Intel. costituita 
per sviluppare una nuova 
classe di prodotti software e 



rendere i PC più semplici da 
installare, aggiornare e gesti¬ 
re in un ambiente di rete I 
due colossi condividono que¬ 
ste tecnologie per garantire 
che i clienti implementino 
standard industriali all'avan¬ 
guardia quali ad esempio 
Desktop Management 
Interface (DMI) 2.0 e ai proto¬ 
colli di boot RPL in versione 
standard o HybridRPL. 
LANClient Control supporterà 
le nuove workstation Intel- 
liStation di IBM e i sistemi 
desktop commerciali della 
serie PC 300GL oltre ai futuri 
sistemi della serie PC 300. 


CHI 


IBM PC Company 

ViaTolmezzo 15, 
20132 Milano. 
Tel. (02) 59 621 


HAHT Software apre una filiale italiana 

Presentato nel corso di una conferenza stampa a Milano HAHTSite, un sistema di sviluppo 
integrato per applicazioni su Internet. 

di Francesco Fulvio Castellano 

HAHT, un nome difficile: chiariamo subito che si tratta delle iniziali dei cognomi dei quattro fondatori della 
società di Raleigh, Nord Carolina, nata soltanto nel 1995 e. oggi, una delle società del settore a più rapido 
successo negli Stati Uniti. I fondatori sono: Holcomb, Archer, Hebert e Tyler, cioè HAHT. 

Quindi, HAHT Software Italia, che nel nostro Paese opererà come Divisione della Questar con sede a 
Bergamo, è pronta a conquistare il mercato italiano con il suo prodono di punta HAHTSite, uno dei più 
affermati ambienti di sviluppo integrati per la creazione e la distribuzione di applicazioni "mission-critical" 
su WWW impostosi con successo negli USA HAHTSite dimostra come sia possibile integrare all'interno 
di un unico ambiente la gestione di un sito Web 

Negli ultimi mesi, HAHT Software ha stretto numerose alleanze, sia dal punto di vista tecnico che com¬ 
merciale, con partner del calibro di SAP America, Informix, Oracle, Computer Associates e altri. 

Ad esempio, HAHT Software ha fornito a SAP la tecnologia per integrare le infrastrutture di R/2, R/3 e 
R/3.1 su Web attraverso un'applicazione basata sulle funzioni di HAHTSite e creata all'Interno di SAP In 
cambio, HAHT Software ha ottenuto la possibilità di utilizzare i canali di vendita di SAP per la distribuzione 
del proprio software. Un altro importante accordo è quello che lega 
HAHT a Oracle per permettere all'Application Server HAHTSite di acce¬ 
dere direttamente alla Network Computing Architecture (NCA). 

I clienti di Oracle saranno in grado di sviluppare applicazioni server per il 
web utilizzando HAHTSite. HAHT Software ha inoltre stretto contatti 
con Informix per creare un ambiente di sviluppo visuale WYSIWYG 
per Informix Umversal Web Architecture 


DOVE & CHl|- 

HAHT Software Italia 

Via Ghislandi 61/B. 
24125 Bergamo, 

Tel. (035) 42 82.999 


\&ice Corri ^ 


0 » » u i ( « 


La manifestazione Voi- 
ceCom'97 organizzata 
da Iter e Soiel e spon¬ 
sorizzata da Telecom 
Italia si svolgerà a Ro¬ 
ma dal 18 al 20 giugno 
presso l'hotel Shera- 
ton 


di Leo Sorge 


Dopo la prima edizione 
tenutasi lo scorso feb¬ 
braio a Milano, che ha 
annoverato 26 espositori 
e un'affluenza di oltre 
800 persone provenienti 
da più di 650 aziende, 
Voice Corri'97 si ripete 
all'Hotel Sheraton di 
Roma dal 18 al 20 giu¬ 
gno, con la sponsorship 
ufficiale di Telecom 
Italia. 

Si tratta di una nuova 
opportunità per i prota¬ 
gonisti del settore di fare 
cultura in questo campo 
e di promuovere le pro¬ 
prie soluzioni ad un sele¬ 
zionato pubblico di azien¬ 
de utenti, in particolare 
del Centro-Sud d'Italia, 
interessate a prodotti e 
soluzioni in grado di 
migliorare la produttività 
aziendale. 

Il target dell'edizione 
romana è infatti costitui¬ 
to da Pubblica Ammi¬ 
nistrazione ed Enti Pub¬ 
blici, ma anche dal setto¬ 
re privato, principalmen¬ 
te banche ed assicura¬ 
zioni ma anche industria 
e servizi che ritengano 
interessanti le soluzioni 
di computer telephony. 

La manifestazione è arti¬ 
colata in conferenze, 
incontri ed area demo, 
con ingresso gratuito 


DOVE & CHI 


Iter 

Via Fratelli Bressan 16, 
20126 Milano, 

Tel. (02) 2600.0074 


114 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 
















































Connectix aggiorna il suo Agent 

Molte novità nella fortunata utility di controllo 
delle prestazioni su Client Microsoft 

Ageni, l'utility di Connectix per la diagnostica in tempo 
reale, è giunta alla versione 97 che funziona anche con 
la sottoversione 2.1 dell'ambiente Windows 95 La 
nuova versione mantiene la struttura modulare compo¬ 
sta da quattro elementi che si occupano di memoria, 
risorse, prestazioni e sistema, i cui risultati vengono 
mostrati sullo schermo in modo comprensibile ed aggior¬ 
nato. Inoltre è in grado di effettuare la compressione dei dati m Ram. qualora la configura¬ 
zione non sia pu sufficiente alle necessità del sistema operativo, senza collidere con altri 
sistemi analoghi, analogamente agisce sulla frammentazione del GDI e ne effettua il recu¬ 
pero anche in modo automatico Nonostante le nuove funzioni, il controllo dinamico 
richiede ora solo 50 KB di Ram contro i 180 K della versione precedente Tra le novità di 
System Info, l'agente di sistema, c'è la visualizzazione del bus del computer e la sottover¬ 
sione di Windows 95 Performance Agent permette di 
conoscere l'impatto dell'uso della memoria di ciascuna 
applicazione; un'altra novità è il supporto delle CPU 
Cyrix. Agent 97 è disponibile in Italia tramite l'importato¬ 
re unico Questar, al prezzo di lire 99 mila più IVA. Gli 
utenti di Agent 95 possono avere l’upgrade gratuito o 
dal Siloiwww <: iiuii-i II» rumi 


DOVE & CHI 


Questar 

Via Ghislandi 61B. 
24125 Bergamo, 
Tel. (0351 249945 


Con Vocal Automation parlate, il PC vi ascolta! 

Una nuova linea di PC dell'azienda siciliana integra la tecnologia di riconosci¬ 
mento vocale. Integrata ai moduli di automazione già disponibili, il controllo 
vocale viene esteso a qualunque circuito elettrico collegato al PC. 


La tecnologia Super Fast PCI di Jepssen permette anche il controllo vocale del computer 
La novità si chama infatti Vocal Automation, grazie ad un sofisticato software di ricono¬ 
scimento vocaè, grazie ad una cuffia-microfono si possono attivare le varie funzioni del 
computer Inoltre poiché i personal Jepssen. grazie ai moduli multimediali della serie M- 
PC Total Project, vedono qualunque dispositivo elettrico, è possibile anche fare una 
telefonata, accendere la luce, azionare la macchina del caffè e quant'altro sia stato colle¬ 
gato. La nuova funzione sarà disponibile in tutti i pezzi contraddistinti dalla sigla VAS SF 
PCI, che riassume il concetto di Vocal Automation System Super-Fast PCI. 

Tali modelli partono dal Pentium a 165 MHz con moni¬ 
tor colore e Sound Wave 32D che si uniscono al 
software vocale e al microfono/cuffia, il tutto a prezzi 
molto competitivi. 

Oltre alla tecnologia SF-PCI e all'auiomazione anche 
vocale, le soluzioni Jepssen offrono l'aggiornamento 
con il programma Total Upgrade. 


DOVE & am - 

Jepssen Italia Srl 

Via Raddusa sn, 
94011 Agira (EN), 
Tel (0935) 96 07.80 


DTH 1000: arriva il DVD di Thomson 


Thomson e in prima linea nel pro¬ 
muovere il DVD nella sua attuale 
versione dedicata alla riproduzione 
di film, 

A partire da marzo, infatti, l'azien¬ 
da francese leader 
negli audio¬ 
visivi sta 
svolgendo 
delle dimo¬ 
strazioni al 
pubblico sulle 
prestazioni del nuovo standard 
Il modello in questione è il DTH 1000, 
L'obiettivo è diffondere la cultura sull’ho- 
me cinema, che s'impernia sul DVD 
come veicolo per immagine a 16/9, 




scansione a 100 Hz e 
suono Dolby Sur- 
| round Prologic su 4 
I canali, 

Il prezzo indicativo di 
vendita al 
• pubblico 
è di circa 
11 milione 
I e mezzo. 


& CHI - 


Thomson Multimedia 

Via L da Vinci 43, 20090 Trezzano s/N, 
Tel (0214841 41 





Pro ' 

§ Protezione 

contro 
le minacce 
da Internet 


\ 


SSH Per la crittografia dei sistemi client/server. 
VPM - Per la creazione di reti private virtuali su Internet. 
Desktop - Per la crittografia dei dati su laptop/desktop. 
Commerce - Per la sicurezza del commercio elettronico. 


—DATA FELLOWS 
http://www.DotaFellovrs.com/ 


SYMBOLIC 

Tel: 0521/221196 «Fox: 0521/221099 


tm nvslvlul To I fàT'TÌI l LI n I “Al'.V.V.’ÀVJ r il ” it* 'ld 1 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





























Lotus e Sun insieme per Java Beans * r io» / Hr ?! 

J avaSoft adotta la tecnologia Lotus InfoBus per la 
creazione di una nuova classe di applicazioni interat¬ 
tive in rete. 


JavaSoft e Lotus Develop- 
ment Corporation hanno 
siglato un accordo che con¬ 
sentirà alla nuova tecnologia 
Lotus InfoBus di essere utiliz¬ 
zata come standard per la 
condivisione di informazioni 
tra i JavaBeans. Grazie a que¬ 
sto accordo, Lotus e Sun rila- 
sceranno una tecnologia che 
faciliterà ulteriormente la 
creazione di applicazioni Java 
e Internet/lntranet ancora piu 
potenti e interattive sia per 
ambienti client che server. 
Verranno cosi sviluppate una 
nuova gamma di applicazioni 
aziendali dinamiche per Web. 
per computer collegati in rete 
e per personal computer. 


Lotus InfoBus è una nuova 
tecnologia che consente ai 
JavaBeans di condividere e di 
scambiare le informazioni 
senza necessità di program¬ 
mazione. La tecnologia 
InfoBus è in grado di ridurre 
drasticamente i costi di svi¬ 
luppo di un'applicazione com¬ 
pleta per l'accesso ai databa¬ 
se consentendo di assembla¬ 
re l'applicazione utilizzando i 
JavaBeans e InfoBus senza 
nessun tipo di programmazio¬ 
ne esplicita. 

Lotus continuerà ad apporta¬ 
re contributi alla specifica 
anche quando InfoBus diven¬ 
terà parte di Java Developers 
Kit. A seguito della revisione 


di Enrico Ferrari 


IloTJJC 


IJÉi 

da parte dei 
partner 

JavaSoft, la prima versione 
delle API InfoBus verrà inclu¬ 
sa nella prossima versione 
del Java Developers Kit. 

La tecnologia InfoBus fa 
parte della più ampia sene di 
prodotti Lotus per Java, 
denominata "Kona" 

Gli applet aziendali Lotus 
basati sui JavaBeans sono 
sviluppati in modo specifico 
per ambienti di elaborazione 
in rete. Gli applet Lotus Kona 
sono costruiti direttamente in 
linguaggio Java e in modo 
specifico per il nuovo ambien¬ 


te di elaborazione in rete e 
non sono una rielaborazione 
di applicazioni desktop già 
esistenti. Gli applet sono 
attualmente disponibili sul 
sito Lotus Web all’indirizzo 
|nnp://kona.;otu5.con| e il rila¬ 
scio è previsto entro l'estate. 



Lotus Development Italia 

Via Lampedusa 11/A. 
20141 Milano. 

Tel 02/89.59.11 


Lentissima la crescita dei PC in Italia 

Presentato a Milano il rapporto europeo EITO '97 sull'andamento dei PC 
in USA, Europa e Italia. 

di Francesco Fulvio Castellano 


Se è vero che il PC e sempre più presente nelle 
case delle famiglie italiane, la sua penetrazione è 
più lenta del previsto. Questo è quanto risulta da 
un’ampia indagine effettuata annualmente da 
EITO lEuropean Information Technology 
Observatory), contenuta nel rapporto ‘97, pre¬ 
sentata in questi giorni a Milano. Nel 1996 sono 
stati venduti un milione e 500 mila PC 
Nello stesso anno è stata delineata la figura di 
un consumatore di prodotti di microinformatica: 
un individuo che può utilizzare il PC per esigenze 
professionali, domestiche o attività del tempo 
libero. 

A questa fascia di consumatori si riferiscono le 
ricerche sul mercato "consumer”, contigui e 
spesso sovrapposti troviamo i dati relativi al mer¬ 
cato detto SOHO (Small Office/Home Office), 
che include piccole e piccolissime aziende e 
studi professionali. Nel '96 il 46.2 per cento dei 
PC venduti sono stati acquistati dal mercato 
"consumer” e il 12,7 per cento per uso domesti¬ 
co. 

Circa il 12 per cento delle famiglie italiane quindi 
possiede un personal computer II rapporto EITO 


'97 evidenzia l'andamento del mercato mondiale 
e i ritardi italiani Negli USA è stata registrata una 
crescita del mercato delle tecnologie informati¬ 
che quasi doppia rispetto a quella europea. Nel 
'96, infatti, l'incremento delle vendite in Europa 
è stato del 6,5 per cento, negli Stati Uniti del 
12,3 percento. 

Nel Vecchio Continente alcune nazioni sono 
molto vicine all’indice USA, fra queste la 
Scandinavia, la Svizzera. l’Olanda. All'estremo 
opposto troviamo, ahinoi, proprio l'Italia insieme 
con Spagna, Portogallo e Irlanda, cenerentole 
d'Europa II mercato italiano delle tecnologie 
informatiche ha fatto registrare nel '96 il peggio¬ 
re andamento tra tutti i Paesi europei, con una 
crescita appena del 4 per cento, contro una pre¬ 
visione del 6,5 e un aumento del 4,9 nel ’95 
Sempre più indietro 

Secondo gli esperti l’andamento è stato determi¬ 
nato dalla debolezza del ciclo economico e in 
particolare dalla domanda interna di consumi e 
investimenti che nel '96 ha avuto un andamento 
deludente. A soffrirne di più sono stati i mercati 
delle piccole e medie aziende e delle famiglie. 


Stakar abbassa i prezzi 

I computer verranno reca¬ 
pitati a casa del cliente 
nella configurazione ri¬ 
chiesta 

Dallo scorso mese di aprile 
Stakar ha lanciato una campa¬ 
gna promozionale che per¬ 
mette di acquistare un perso¬ 
nal computer Stakar a prezzo 
di fabbrica telefonando al 
numero 075/5288999 

II computer arriverà a casa 
dell'utente a mezzo corriere, 
configurato secondo le sue 
esigenze e predisposto ad 
hoc. L'utente potrà anche 
ordinarlo o ritirarlo presso gli 
Stakar Point di Milano, Torino. 
Bologna, Firenze, Perugia e 
Foligno. 

Acquistando il proprio perso¬ 
nal computer il cliente avrà 
diritto all'assistenza telefonica 
gratuita a vita su hardware e 
software forniti 
Sono disponibili CPU Pen¬ 
tium, MMX, Pentium Pro, 
espansioni di memoria, sche¬ 
de video e hard per usi pro¬ 
fessionali ad alta capacità 


116 


MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997 




















Sbocciano le novità in casa Tulip 

Sono stati presentati i primi sistemi con MMX ed è stata aperta una 
nuova sede per Tulip Computers Italia. Annunciata anche la nuova 
linea di server e l'accordo con Microsoft per la disponibilità 
di Windows NT sulla gamma Tulip. 


di Enrico Ferrari 


Tulip Computers si presenta all'apertura 
dell’estate con una serie di novità che 
riguardano nuovi prodotti e nuove strate¬ 
gie commerciali. 

La prima notizia riguarda l'uscita dei nuovi 
sistemi basati su CPU Pentium MMX, 
adottati sulla linea Tulip Vision Line. 

La potente capacità di elaborazione dedi¬ 
cata della tecnologia MMX 
migliora notevolmente le presta¬ 
zioni grafiche, audio, video e di 
comunicazione: un beneficio 
importante per le applicazioni ver¬ 
ticali avanzate ma per il lavoro 
d'ufficio di routine la videoconfe¬ 
renza è sicuramente un campo 
dove queste nuove tecnologie 
avranno maggiore utilizzo. 

Poter attivare una 
sessione di 
videoconferen¬ 
za su una rete 
LAN, WAN o anche Internet, significa 
disporre di funzionalità di codifica e deco¬ 
difica (CODEC) potenti e standard zzate, 
in grado di sfruttare tutta la larghezza di 
banda messa a disposizione dal canale di 
trasporto dei dati. 

Le istruzioni MMX che sono state aggiun¬ 
te a quelle dell'architettura dei processori 
Intel consentono oggi alle CPU di gestire i 
segnali digitali proprio come i DSP. 

Oltre a questo notevole passo in avanti 
nella potenza di calcolo, con la prcssima 
uscita di una serie d videocamere digitali 
dal costo accessibile che potranno essere 
facilmente collegate allo Universal Serial 
Bus, già disponibile su tutti i computer 
Tulip Vision Line, si potrà avere una 
potente quanto economica soluzione 
plug-and-play per la videoconferenza. 

Tulip Computers annuncia di aver siglato 
un accordo con Microsoft, grazie al quale 
tutti i sistemi Tulip Vision Line Server 
saranno dotati di Microsoft 
Windows NT Server 4.0. Inoltre 
con la tecnologia Tulip "Set & 

Serve for Microsoft Windows 
NT Server" l'installazione del 
sistema operativo di rete di 
Microsoft sarà particolarmente 
semplice e veloce. Set & Serve 
for Windows NT Server include 
Microsoft Windows NT Server 
versione 4 0 ed è preinstallato 
in tutte le principali lingue 
come Inglese, Francese, Tede¬ 
sco, Italiano e Spagnolo. I Tulip 



Vision Line Server sono rilasciati con 10 
licenze cliente gratuite di base che posso¬ 
no essere incrementate facendone richie¬ 
sta direttamente a Tulip Computers. 

Tulip Computers ha trasferito la propria 
filiale italiana nella nuova sede in Via G. Di 
Vittorio 27, 20068 Peschiera Borromeo 
IMI). ‘Il trasferimento della filiale italiana di 
Tulip Computers in una sede 
di 1400 mq", dichiara Fabrizio 
Bonazza. Amministratore 
Delegato di Tulip Computers 
Italia SpA, "è in linea con la 
missione della società di 
offrire un servizio sempre 
migliore al cliente." 

L'ultimo annuncio 
riguarda una 
nuova genera¬ 
zione di server 
scalabili, che 
parte da un server diparti¬ 
mentale a basso costo fino ad arrivare a 
un server dì fascia alta equipaggiato con 4 
processori Pentium Pro per impieghi 
aziendali. 

Il modello Tulip Vision Line DR è il model¬ 
lo entry levai della nuova gamma di ser¬ 
ver, é dotato di un Pentium Pro da 180 o 
da 200 MHz, memoria RAM fino a 512 
MB, 5 slot di espansione per disk drive 
con tecnologia hot swap, e altri 3 slot dì 
espansione; inoltre è possibile aumentare 
la potenza di questo server dipartimentale 
aggiungendovi una seconda CPU, slot per 
hard disk SCA hot swap e gestione RAID 
per incrementare le prestazioni degli hard 
disk Anche il modello Tulip Vision Line 
PR offre alti livelli di prestazioni. La poten¬ 
za centrale è fornita da due processori 
Pentium Pro da 200 MHz; l'unità è inoltre 
equipaggiata con 8 slot di espansione (di 
cui 5 in standard PCI), 10 slot per drive 
SCA, una capacità di memoria RAM pari a 
1 GB, ultra-wide SCSI e Fast Ethernet. 
Il modello Tulip Vision Line QP è l'u¬ 
nità di fascia alta della gamma di 
server, e dispone di tutte le funzio¬ 
nalità, può operare con un massi¬ 
mo di 4 CPU Pentium Pro da 200 
MHz, e può installare un massimo 
di 4 GB di ECC RAM. 


Tulip Computers Italia Spa 

Via G. Di Vittorio 27, 

20068 Peschiera Borromeo (MI). 
Tel. (02) 55386.1 


Ann-virus 

and 


Data Security 
m Toolkit 


F-PROT 

PROFESSIONAL 




DOS 

Windows 3.1 

Windows 95 

Windows NT 

Windows NT Server 

wr 

WFWàrp- 

Novell NetWare 


—DATAFELLOWS 

http://www.DataFellows.com/ 


SYMBOLIC 


Tel; 0521/221 196 • Fax: 0521/221099 


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Kernel Fax/l 


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Kernel Hard Disk. 


Nogatech Card 


DEDICATE A CHI 

DI COMPUTER PORTATILI SE NE INTENDE 

È vero, un bel quadro completa l'aspetto di una casa. 

Ne aumenta gli orizzonti, aprendo nuove vedute sulle pareti. 

Ma un quadro non nasce solo per essere visto. 

Nasce per essere guardato, sentito e vissuto. 

Un quadro diventa un pezzo fondamentale della nostra vita. 

E come tale diventa uno strumento irrinunciabile. 

In un mondo dinamico - all'ultimo minuto, ma che non 
dimentica i piccoli piaceri - nulla può essere più lasciato al caso. 

Per questo, tecnologia e arte si sono sposate in un connubio perfetto 
per dare luce a nuovi oggetti. 

Oggetti che nascono solo per aiutarci. 

E che come tali devono essere belli, ma soprattutto utili. 

Noi abbiamo cercato di creare tutto quello che mancava. 

Il resto dipende solo dalla vostra fantasia. 


kernel 


vyrww.kernelgroup.it 























KERNEL 

Fax/Modem 33.6 omologato 
Ethernet Combo 
Ethernet/Modem 33.6 SCSI II 
Hard Disk 340 Mb 
Sound Module 
Scanner 800 dpi 
Game port card 
Minicamera colore 
CD-ROM 6x, 8x, lOx Slim 
MPEG 1 

NOKIA GSM 

PCMCIA Nokia 2110 
PCMCIA Nokia 8110 
Cavo seriale per 21 10 e 81 10 
Data Card Expander per 2110 


NOGATECH 

• Capture Vision 

• Conferente Card 

• Tuner TV 

• Cavo connessione SVHS 

SILICOM 

• Ethernet Combo 

• Fast Ethernet 

• Token Ring 

• Fax/Modem 33.6 

• Seriale RS 232 

• 2 Seriali RS 232 

CALLUNA 

• Hard Disk da 260 Mb 

• Hard Disk da 520 Mb 


ADD-ON 

• Batterie per notebook 

• Alimentatori per auto 

• Docking Station 

MEMORY RAM 

Il catalogo Kernel è completato 
da una vasta gamma di es¬ 
pansioni di memoria Ram 
per PC, stampanti, note¬ 
book e work station: 
dalla A di ACER alla 
Z di ZENITH. 


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STUDIO K 








a cura di Corrado Giustozzi 


IX Convegno degli Studenti Esperti in Computer: 

una finestra su un settore in straordinaria evoluzione 

Una giornata di incontro tra i migliori “giovani 
informatici” italiani ospitati come di consueto 
dalla Città dei Ragazzi di Roma. 

di Marina Chiodini 



Il 30 aprile si è tenuto, nell'accoglien¬ 
te cornice della Città dei Ragazzi di Ro¬ 
ma, il tradizionale Convegno degli Stu¬ 
denti Esperti in Computer ormai giunto 
alla nona edizione. 

Le quaranta scuole intervenute pro¬ 
vengono da tutte le aree geografiche 
del Paese e, essendo state selezionate 
tra le oltre centocinquanta che avevano 
inviato le loro proposte di partecipazio¬ 
ne, rappresentano davvero quanto di 
più interessante attualmente si produce 
nel campo multimediale nella scuola ita¬ 
liana. 

Tra i lavori presentati ha suscitato un 
grande interesse quello prodotto dagli 
studenti di una intera classe dell’ITIS 
"Volterra" di Torrette in provincia di An¬ 
cona che hanno realizzato un prodotto 
multimediale che documentava in mo¬ 
do simpatico e spiritoso le diverse fasi 
della costruzione, comando e controllo 
di un piccolo robot pilotato a distanza da 
un computer. 

Breve ma molto ben risoluto è sem¬ 
brato uno spot presentato dall'Istituto 
d'Arte di Firenze contro l'inquinamento 
atmosferico e commissionato dalla Le- 
gambiente. 

Molto interessante è stata anche la 
dimostrazione di un lavoro ben articola¬ 
to sul "Gruppo del Bernina" realizzato 
dai ragazzi dellTTIS "Mattel" di Sondrio 
in collaborazione con il CAI della loro 
provincia. 

La Città dei Ragazzi ha presentato in¬ 
vece un ipertesto sugli archi monumen¬ 


tali a Roma di cui facevano parte rico¬ 
struzioni tridimensionali e videoanima¬ 
zioni dei monumenti presi in esame. 

Un filone che anche quest'anno è 
stato ben rappresentato è quello dei la¬ 
vori che illustrano le caratteristiche dei 
diversi istituti scolastici e che possono 
costituire un efficace mezzo divulgativo 
e di promozione. Di questo gruppo fan¬ 
no parte gli elaborati presentati 
dall'ITCG "Antonio San Gallo" di Terni e 
dall'ITCG "Romagnosi" di Erba in pro¬ 
vincia di Como entrambi progettati in 
modo stimolante e molto curati nella 
parte grafica. 

Da un alunno del Liceo Scientifico 
"L. Da Vinci" di Agrigento è stato pre¬ 
sentato un ipertesto sulla sua città di 
cui è autore integrale cioè, oltre a cura¬ 
re tutta la parte realizzata al computer, 
egli ha personalmente realizzato le foto 
utilizzate ed ha composto ed eseguito il 
commento musicale 

Infine, davvero notevole è stato il la¬ 
voro presentato da un allievo del liceo 
Classico "Aristosseno" di Taranto e de¬ 
nominato "Ipertavola Periodica ". Si trat¬ 
ta di un ipertesto che può brillantemen¬ 
te competere con i migliori prodotti 
multimediali presenti sul mercato e che 
può rappresentare uno strumento didat¬ 
tico di grande efficacia. 

Come d'abitudine, nella mattina si è 
tenuta tra gli adulti una tavola rotonda, 
anche per dar tempo e modo ai giovani 
di avere uno scambio di idee e di espe¬ 
rienze e di confrontarsi sulle soluzioni 


adottate nell'affrontare i molteplici pro¬ 
blemi che hanno incontrato nell'utilizzo 
dei software impiegati nei loro lavori. 

Rispetto agli anni passati dalla di¬ 
scussione è emerso un clima di mag¬ 
giore ottimismo e, nei diversi interventi 
che si sono susseguiti, presidi, inse¬ 
gnanti delle diverse aree disciplinari ed 
esponenti della pubblica amministrazio¬ 
ne e delle industrie di settore, hanno 
posto l'accento sulla straordinaria evolu¬ 
zione che l'introduzione dell'uso del 
computer nella scuola ha avuto negli ul¬ 
timi anni e sull'importante contributo 
che il convegno degli studenti esperti in 
computer offre nel mettere in luce e 
pubblicizzare tale sviluppo 

Da tutti gli intervenuti è stato com¬ 
mentato positivamente il Piano Ministe¬ 
riale che interesserà 15.000 scuole nei 
prossimi quattro anni dotandole almeno 
di circa dieci postazioni multimediali ed 
offrendo loro la possibilità di collega¬ 
mento ad Internet a condizioni favore¬ 
volissime. Da più parti è stato però sot¬ 
tolineato che le difficoltà maggiori che 
permangono nella scuola per lo svolgi¬ 
mento di questo tipo di attività sono da 
collegarsi all'organizzazione del perso¬ 
nale didattico ed all'assenza nell'organi¬ 
co della figura dell'assistente tecnico 
che potrebbe affiancare gli insegnanti 
nella soluzione dei problemi specifici 
che puntualmente si presentano nel 
supportare gli studenti durante le fasi di 
progettazione e di realizzazione dei pro¬ 
dotti multimediali. Dalla riflessione sui 


120 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 








kernel 


Durante la mattinata si sono svolti diversi 
seminari cui hanno partecipato gli studenti 
sia della Città dei Ragazzi sia delle scuole 
ospiti del convegno. 

In loto vediamo l'intervento di Corrado Giu¬ 
stozzi che ha illustrato la stona di Internet e 
le sue prospettive future, con particolare ri¬ 
guardo al fenomeno delle intranet di parti¬ 
colare rilevanza per il mondo del lavoro. 
Ricordiamo che la Città dei Ragazzi è molto 
attiva sul Web ed ha un sito ed un proprio 
dominio ospitati da MC-link. La URL per far- 




lavori presentati quest'anno sono emer¬ 
se in modo più chiaro di quanto avvenu¬ 
to nelle precedenti edizioni due diverse 
tendenze. La prima è rappresentata da 
prodotti che ancora conservano caratte¬ 
ristiche di elaborati scolastici in cui non 
è evidente una specifica ricerca di per¬ 
fezione formale e di professionalità. Si 
tratta sempre di lavori di gruppo che a 
volte hanno coinvolto un'intera classe, 
e che hanno lasciato trasparire, sia nella 
realizzazione vera e propria che nella 
presentazione, un che di sperimentale e 
di giocoso. 

La seconda tendenza invece è testi¬ 
moniata da lavori di singoli studenti che. 
seguiti da un unico docente oppure la¬ 
vorando in modo del tutto autonomo, 
hanno realizzato programmi multimedia¬ 
li di una perfezione didattica e formale 
stupefacente. Si tratta di casi di veri e 
propri "genietti" del computer che sa¬ 
rebbero già in grado di inserirsi brillante- 
mente nel mondo del lavoro. 

Esaminando più dettagliatamente la 
provenienza degli elaborati riconducibili 
alle due tendenze individuate si nota co¬ 
me solitamente l lavori di gruppo siano 
stati realizzati in Istituti Tecnici di diversi 
indirizzi, mentre quelli prodotti da autori 
isolati provengono da Licei. 

Da queste considerazioni discende 
che il susseguirsi di riforme negli Istituti 
Tecnici e Professionali, soprattutto at¬ 
traverso l'introduzione delle aree di pro¬ 
getto, hanno consentito attraverso una 
più libera ed esperta organizzazione 
dell’attività nella scuola, sia dei docenti 
che degli studenti, il formarsi di gruppi 
di lavoro spontanei che sviluppassero 
attività fortemente interdisciplinari. D'al¬ 
tronde a questo tipo di Istituti è ormai 
riconosciuta una certa autonomia sia or- 
ganizzativo-finanziaria sia nell'intrattene- 
re rapporti con i settori produttivi e con 
le istituzioni pubbliche e private operan¬ 
ti sul territorio. Ciò ha consentito, da un 
lato di dotare le scuole delle necessarie 


attrezzature, dall'altro il collegamento di 
molti degli elaborati prodotti con la 
realtà socioeconomica in cui la scuola è 
inserita, rompendo l'isolamento in cui 
spesso sinora ha operato. 

Nei Licei invece si ha l'impressione 
che la struttura rigida dell'insegnamen¬ 
to ed il vincolo pressante dello svolgi¬ 
mento dei "mastodontici'' programmi 
delle singole discipline abbia limitato lo 
svilupparsi di una diffusione quasi 
spontanea dell'uso dei mezzi multime¬ 
diali nel'insegnamento. In questa situa¬ 
zione si sono messi in luce soltanto 
episodi individuali dovuti alla determina¬ 
zione e alla preparazione personale di 
studenti che, per realizzare i loro lavori, 
hanno dovuto vincere l'indifferenza di 
interi consigli di classe e che, operando 
quindi in modo isolato, non rappresen¬ 
tano un punto di riferimento per gli altri 
studenti né riescono a trasmettere le 
loro conoscenze ed abilità a compagni 
sia coetanei che più giovani. 

Per quanto concerne quindi lo svilup¬ 
po delle tecnologie multimediali della 
scuola italiana si auspica che, con l'in¬ 
troduzione delle recenti disposizioni mi¬ 
nisteriali e soprattutto con il necessario 
riordino dei cicli scolastici, si migliori la 
situazione nella generalità dei casi, ma 
anche che si ponga tutta l'attenzione 
possìbile nel non interrompere e vanifi¬ 
care un positivo processo in un vasto 
settore della scuola secondaria che è 
da tempo in atto come puntualmente, 
anno dopo anno, questo Convegno de¬ 
gli Studenti Esperti in Computer mette 
in evidenza. £53 


DOVE & CHtj - 

Città dei Ragazzi 

Largo Città dei Ragazzi 1. 
00163 Roma 




PUNTI AFFILIATI KERNEL 

TRIVENETO 

EUREKA SERVICE ■ Va 0 do Pordenone 6 • 3* *ICC Vcenzo 
lei 0444/922203 • MURRISOET Vo Torrebionco 26 
34122 Tri tue - Td • 040/369441 • TPH ELETTRONICA - Vìo 
Perosi 142 - 35132 Podovo - tei 049/8642855 • AlFA 
SERVICE • Vio Torricelli 35 - 37136 Verone Tel. • 
045/B62I181 


PIEMONTE 

TELEMATICA SYSTEM Vio Conno 6 28044 Vorbonio Inira 
Tel • 0323/403585 • GRUPPO AZTEC Via Trieste 49 • 10018 
Pavone C se Ivrea ITO) ■ Tel DI 25/516389 . ARMUCOM Via 
Borgoro 49 * 10149 ferino • Tel 011/2296949 


LOMBARDIA 

RGB COMPUTERS ■ Va W Gnuei 38 46043 Ccstigtone D/S 
(MN) Tel - 0376/671367 • TUNDA • Va Morte S. Michele 
125 20099 Sesto S. Giovanni |,W| - fel.02/26261170 • LPT1 
TECHNOLOGIES Va Mecenate 79 20138 Milano • Tel 
02/5060873 • SUPERTRONIC Via S G 8 Dela Salle 4 
20132 Milano Tel 02/27208200 • IANN HARDWARE Va 
Bellore 5 - 20145 Milano • Tel. - 02/48022720 • APM ■ Va 
X* Sdtembre 1 2 • 20075 lodi - fel. • 0371/426469 

LIGURIA 

COMUNICAZIONE & SISTEMI - Va Monte Srei lo 16/116129 
Genova Tel 010/5705876 • ARMUCOM Vale Soull 4 Se 
C Ini. I - 16121 Genova Tel - 010/591460 • SYSTHEMA Vio 
Assordii 56 rosso - 16122 Genova ■ Tol 010/814894 • 
COLUMBUS INFORMATICA V,a Cocchi 19/29 • 16129 

Genova Tei 010/583215 • GI-ERDE INFORMATICA Plano 
lo Franco 8 • 16043 Chiavori |CE) - Tel - 0185/368017 

EMILIA ROMAGNA 

LAN SERVICE Va Emilia 292 40068 S La nero di Sovervo 
(BOI Tel. 051/6271034 

TOSCANA 

ELETTRONICA CENTO STEUE - Va delle Cealo Stelle Sa 50137 
Firenze - Td. 055/608107 • ELETTRONICA CENTO STEUE 
Vo Torre degl Agli 6 - 50127 Firenze ■ Td - 055/432695 • 
RECA ELETTRONICA Vo Go.1,Uvei.. 2S/27 56122 Fiso fel 
-050/560135 • AM COMPUTER Vo Pisano 2769 55050 
Fognono (IU| - Tel. • 0583/51C07I • SILOG • Vo Monetano 
Romano 58 53100 Siena - fel - 0577/271828 • TOSCO DATI 
Va Benedetto Croce 1 - 56017 S. Giuliano Terme (PI) - Tel 
050/891348 


UMBRIA 

ADVANCED TECHNOLOGY Vo del Convento 28 05100 Torti. 
-Td.-0744/800102 


LAZIO 

COMPUTER AGE - Vo S Gberardi 46/48 - COI46 Ramo - fe! 
06/5593667 • GAM COMPUTER ■ Vo delle Cove 131 - 00181 
Roma - Td ■ 06/78347334 • MA. NA.ELABORATORI Vo E 
D'Arborea 13 - 00162 Roma - Tel - 06/44244714 • 
REDWOOD Viole Tirreno 207 - 00141 Romo Tel • 
06/88642132 • IRÒ • Vo Etrurio 71 00183 Romo - Td 
06/70450708 • MONDO Da MUIT1MED1AIE - Vo Savoie 12 - 
00198 Romo • Tel 06/8840000 • EMI INFORMATICA Corso 
Francia 216 • 00191 Roma ■ Tel - 06/36306393 • FB 
COMPUTERS Piazzo Mancini 3/o ■ 00196 Roma - Td • 
06/36001004 • ITACA INFORMATICA Va Appo Nuovo Km 

17,7 00043 Clompino (RM) - Tel - 06/79340363 • 
MICROTECH - Vo Enrico De N,colo 175 03043 Cassino |FR) ■ 
Td -0776/26110 


CAMPANIA 

IDC MULTIMEDIA Via Cileo 112 - 80127 Napoli - Td - 
081/5799151 


PUGLIA 

INEOCOM Vo Loca 172 - 73100 Lecce Td. - 0832/349891 

• QUADRIFOGLIO • Vo Milano 17 - 73010 Guognono (LE) 

Td -0832/706783 

SICILIA 

DATACOMM MANAGEMENT - Via L Pirandello 1-G 90144 
Palermo - fel - 091/6259119 • PROJECT - Vofe Strasburgo 
356 - 90146 Poiermo - Td 091/6888155 • PROJECT - VaO» 
Messina 38 - 90100 Palermo - fel. - 091/6110106 ^ ' 

© 



MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


























Legge 675/676 e requisiti di sicurezza: 
aspetti organizzativi e tecnici 

In considerazione dell'attualità del tema, riportiamo una sintesi dell'intervento 
di Paolo Nuti in seno al convegno "La protezione dei dati personali nei sistemi 
in rete" svoltosi a Roma il 23-24 aprile 1997. 


La legge 675, entrata in vigore i‘8 mag¬ 
gio 1997, definisce "Dato personale' 'qua¬ 
lunque informazione relativa a persona fisi¬ 
ca, persona giuridica, ente od associazio¬ 
ne, identificati o identificabili, anche indiret¬ 
tamente, mediante riferimento a qualsiasi 
altra informazione' e stabilisce che "I dati 
personali oggetto di trattamento devono 
essere custoditi e controllati, anche in rela¬ 
zione alle conoscenze acquisite in base al 
progresso tecnico, alla natura dei dati e al¬ 
le specifiche caratteristiche del trattamen¬ 
to, in modo da ridurre al minimo, mediante 
l'adozione di idonee e preventive misure di 
sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, 
anche accidentale, dei dati stessi, di acces¬ 
so non autorizzato o di trattamento non 
consentito o non conforme alle finalità del¬ 
la raccolta" 

Stabilisce inoltre che in attesa del DPR 
che definirà le misure minime di sicurezza, 
la cui emanazione è prevista entro l'8 no¬ 
vembre e l'entrata in vigore sei mesi dopo 
vale a dire a fine aprile 1998, occorre co¬ 
munque dall‘8 maggio 1997, custodire i 
dati personali "in modo da evitare un incre¬ 
mento dei rischi" 

Il responsabile dell'elaborazione deve (o 
dovrebbe) di conseguenza: 

• Identificare gli archivi presenti in azienda 
su mainframe, server di rete, macchine in¬ 
dividuali. supporti magnetici, ottici, carta¬ 
cei, etc. 

• definire per ciascun archivio contenente 
dati personali la durata del trattamento no¬ 
minativo (che deve essere non superiore a 
duella necessaria agli scopi per i quali sono 
stati raccolti o successivamente trattati ) 

• verificare o istituire procedure di cancel- 
lazione/anonimizzazione dei dati obsoleti 

• verificare o istituire procedure scaden¬ 
ziario archivi non informatici da distruggere 

• verificare o istituire procedure di back-up 
atte a garantire per tutta la durata del trat¬ 
tamento l'integrità (anche fisica! degli ar¬ 
chivi 

• comunicare agli incaricati del trattamen¬ 
to le procedure da seguire sotto il profilo 

• della riservatezza 

• della sicurezza di accesso agli archivi 

• della integrità dei dati 


• comunicare anche ai non addetti al trat¬ 
tamento il divieto di creare archivi conte¬ 
nenti dati personali senza la preventiva au¬ 
torizzazione del responsabile dell'elabora¬ 
zione (che è comunque responsabile insie¬ 
me al titolare e deve provvedere alle ne¬ 
cessarie valutazioni e preventive notifica¬ 
zioni al garante) 

Il condizionale deriva dal fatto che alcuni 
archivi, per esempio quelli creati personal¬ 
mente sul proprio PC daH'amministratore 
delegato di una azienda, pur ricadendo nel¬ 
l'ambito applicativo della legge, restano 
necessariamente fuori dalla portata del re¬ 
sponsabile dell'elaborazione; inoltre alcune 
delle procedure sopra indicate potrebbero 
portare ad effetti paradossali o che comun¬ 
que non rientrano negli obiettivi sostanziali 
della legge. 

In attesa del regolamento che indivi¬ 
duerà le misure di sicurezza previste dal¬ 
l'articolo 15 e di eventuali decreti integrati¬ 
vi che potranno essere emanati ai sensi 
della 676, il responsabile dell’elaborazione 
deve curare la custodia dei dati personali 
"in maniera tale da evitare un incremento 
dei rischi'. 

Il responsabile dell'elaborazione dovrà di 


conseguenza verificare ed eventualmente 
correggere le procedure di: 

• accesso fisico agli elaboratori (server e 
workstation) 

• accesso logico agli elaboratori (server e 
workstation) 

• accesso alla rete interna dall'esterno 

• accesso all'esterno dalla rete interna 

• back-up e conservazione delle copie 

Il che sarà utile anche al fine di redigere la 
"descrizione generale che permetta di valu¬ 
tare l'adeguatezza delle misure tecniche 
ed organizzative adottate per la sicurezza 
dei dati' che costituiscono il punto f della 
notificazione al Garante) 

In pratica 

L'occasione è buona per fare un po' 
d'ordine cioè: 

• controllare i tracciati fisici delle reti: 
qualche macchina potrebbe essere stata 
posta su rami non protetti da firewall o 
router ed essere utilizzata come 'sniffer' 

• controllare che i server possano accetta¬ 
re chiamate solo da workstation o server 
che hanno una valida ragione per chiamare 


In Questo esempio di 
rete aziendale con¬ 
nessa ad una rete 
pubblica Ip.e Inter¬ 
net! e suddivisa un 
due lami, uno dei 
Quali e destinato alla 
elaborazione di dati 
panicolarmente riser¬ 
vati, sono stati com¬ 
messi due errori una 
workstation abilitata a 
vedeie solo il server a 
basse esigenze di ri¬ 
servatezza e stata 
collegata al ramo ri¬ 
servato e una work¬ 
station e raggiungibile 
dall'esterno attraver¬ 
so il modem ciré un 
urente, per navigare 
su internet, ha instal¬ 
lato all’insaputa del responsabile della sicurezza La prima macchina, se cade in mano ad un utente esperto, 
può ‘ snidare ' dati riservati, nessuno se ne è accorto perche il router igiustamentel consente comunque l'ac¬ 
cesso al server a basso livello di riservatezza La seconda macchina inficia le funzioni del firewall 


Reie dm 
pubblica 
fpc Internet) 


| ipuin ili iiounw | 

- 



122 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 































In attesa delle misure minime 

Chi è g ià sicuro? Non cambi server p er le basi dati! 


In attesa del regolamento cne individuerà le misure minime di si¬ 
curezza da adottare ai fini della riduzione al minimo del rischio, la 
legge 675 prescrive che i dati personali debbano essere custoditi 
'in maniera tale da evitare un incremento dei rischi'. 

Nel periodo transitorio Iche durerà presumibilmente fino 
a maggio 19981, l'adozione di misure di sicurezza atte 
ad evitare l'incremento dei rischi è dunque condizione 
necessaria per evitare di essere ritenuti responsabili in 
sede civile del danno. 

Come abbiamo visto, tra i fattori di rischio dobbiamo 
comprendere anche la gestione degli accessi ai 
server o comunque alle basi dati 
Di conseguenza, nel periodo transitorio non 
solo non dovranno essere ridotti i livelli di si¬ 
curezza (ove la gestione della sicurezza sia 
strutturata per livelli), ma si dovrà valutare 
con estrema cautela anche la sostituzione di un ser¬ 
ver che integri un sistema di autorizzazioni strutturato, 
con altro meno strutturato o. più semplicemente meno 
collaudato sotto il profilo della sicurezza. 

Il discorso è particolarmente delicato anche perché 
coinvolge grossi interessi commerciali: in molte azien¬ 
de e in corso una migrazione da sistemi main-frame o 
mini dipartimentali verso server Unix o NT Questa 
scelta deve essere valutata con estrema attenzione: 
anche senza entrare nel mento della maggiore o mino¬ 
re vulnerabilità di questo o quel sistema operativo, re¬ 


sta comunque il fatto che la gestione gerarchica, granulare e "per 
livelli', tipica ad esempio di un AS-400, difficilmente può essere 
esportata in altro ambiente quanto basta a sostenere che. nella 
migrazione, non vi sia stato un incremento del rischio di ac¬ 
cesso non autorizzato - sia pure dall'interno dell'azienda - a 
file System o record precedentemente non accessibili 
Alcuni suggeriscono che le aziende, per cautelarsi, nomini¬ 
no addetti alla elaborazione tutti, o quasi, i propri dipenden¬ 
ti, Ci sembra però difficile sostenere che l’estendere II nu¬ 
mero di persone che possono accedere a determinate dati 
o categorie di dati in seguito ad una minor granularità 
delle restrizioni, non rappresenti un incremento 
del rischio. 

Una soluzione che sta prendendo piede per co¬ 
niugare la sicurezza di un ambiente consolidato 
con la flessibilità di un sistema operativo ricco di 
strumenti per la creazione di applicazioni multi¬ 
mediali è quella di specializzare una macchina in da¬ 
ta-server (p e base dati SQL) ed una seconda macchi¬ 
na in 'application server' Con un mimmo di attenzione, 
la sicurezza della base dati resta quella della p'ima mac¬ 
china e la flessibilità diventa quella della seconda. 

Una strada, del resto, suggerita dalla stessa IBM nel 
momento in cui ha introdotto per r AS-400 schede con 
coprocessori Risc o Intel sulle quali installare applicativi 
in ambiente OS-2, Unix o NT 

Paolo Nuli 



Le modalità di ge¬ 
stione della sicurez¬ 
za di accesso ai dati, 
tipiche di un main¬ 
frame o di un mini 
dipartimentale come 
iAS-400 Inella fotol 
difficilmente posso¬ 
no essere esportate 
su ahri sistemi ope¬ 
rativi. 


• se uno o più nodi della la rete interna 
debbono essere raggiunti dall'esterno, 
sbarrare comunque con un firewall o un 
wrappmg via router a tutti gli altri nodi 

• verificare che sulle workstation collega¬ 
te alla rete interna non siano stati installa¬ 
ti, all'insaputa del responsabile dell'elabo¬ 
razione, dei modem. E' inutile vigilare at¬ 
tentamente (con un firewall o un proxi) 
sugli accessi da e per l'esterno, se poi 
una workstation si collega direttamente 
via modem crendo una strada di attacco 
alternativa 

• se è proprio indispensabile disporre di 
un accesso remoto via modem su una 
workstaion collegata alla rete interna (per 
esempio perché un dirigente vuole asso¬ 
lutamente un accesso diretto da e per l'e¬ 
sterno, sensibilizzare l'utente perché non 
installi procedure di rete senza la supervi¬ 
sione del responsabile della sicurezza; ri¬ 
cordare che si può 'entrare dall'esterno' 
anche quando ad attivare la comunicazio¬ 
ne è l'utente interno; se possibile installa¬ 
re un firewall ad hoc tra la waorkstation e 
la rete interna 

• Attivare e controllare sempre e comun¬ 
que i log di sistema delle macchine dei fi¬ 
rewall e delle applicazioni 

• determinate una tantum il profilo stati¬ 
stico del sistema e verificarlo periodica¬ 


mente 

• produrre report significativi e porre at¬ 
tenzione comportamenti anomali! 

• mettere una password anche sulle 
workstation, come minimo sullo screen 
saver 

• verificare che sulle workstation non sia¬ 
no state attivate inavvertitamente (!) fun¬ 
zioni di condivisione di file 

• proteggere le password sul server di 
rete 

• il data base dei codici di autorizzazione 
deve sempre essere crittografato 

• l'accesso al data base delle PW deve 
essere ristretto al responsabile della sicu¬ 
rezza 

• non devono esserci possibilità di snif- 
fing dall'esterno di una rete o gruppo 

• per evitare sniffing, l'invio del codice 
può essere prottetto da cifratura 

• il vero punto debole è l'educazione del¬ 
l'utente 

• educare l'utente a non comunicare la 
PW a terzi indipendentemente dal fatto 
che siano estrenei, parenti o personale 
dell'azienda, impedirgli di utilizzare PW 
banali; costringerlo a cambiare PW perio¬ 
dicamente 

• valutare la possibilità di utilizzare appli¬ 
cazioni client/server protette da crittogra¬ 
fia 


Sotto il profilo fisico è opportuno 

• installare i server in una saia macchine 
con accesso limitato al personale autoriz¬ 
zato 

• controllare che tutte le persone che 
possono accedere fisicamente ai server 
abbiano un buon motivo e la competenza 
per farlo 

• conservare le copie di sicurezza (me¬ 
glio se doppie) in luogo adeguatamente 
protetto (armadio ignifugo, cassaforte, ar¬ 
madio chiuso a chiave) 

• Per le stazioni di lavoro, che possono 
ospitare dati personali e non possono es¬ 
sere confinate in locali protetti, bisognerà 
aiutare la fortuna con precise indicazioni 
agli utenti: non creare archivi senza auto¬ 
rizzazione, non asportare copie di dati, etc. 

Ricordare infine che se è tragicamente 
vero che 'aver fatto le fotocopie di un te¬ 
sto non significa averne appreso il conte¬ 
nuto' (U.Eco, come si scrive una tesi di 
laurea), aver messo un firewall a protezio¬ 
ne della propria non significa averla protet¬ 
ta. Il rischio, se non si fa un accurato esa¬ 
me di coscienza - cioè della rete e delle 
istruzioni che sono state impartite alle per¬ 
sone che ci lavorano - è quello di sentirsi 
falsamente sicuri e di abbassare ulterior¬ 
mente le difese 

KSS 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


123 







a cura di Corrado Giustozzi 


Tutto quello che avreste sempre voluto sapere su come giocare a giochi multi-utente 
ma non avete mai avuto il tempo di imparare... 


Giocare on line con MC Software 


E’ vero, esistono i giochi multi-utente. E non sono un’araba fenice, 
tutti sanno dove sono: su Internet! Ma quanti li conoscono 
veramente? Quanti di voi lettori, 



appassionati di giochi, hanno mai provato 
l’esperienza di giocare al computer 


interagendo, in differita o meglio ancora in 
tempo reale, con altre persone sparse per il 
mondo? Crediamo siano pochi, forse 


pochissimi rispetto alla grande massa dei 
video-giocatori; e principalmente perché la 
cosa sembra ancora difficile, poco chiara, 
non si sa bene quanto costa ed in fondo... 


finché non la si prova non si sa cosa si perde! 

Eppure provate a parlare con chi è riuscito a fare qualche partita 
ad un gioco multi-utente, magari nella ludoteca sotto casa, oppure 
sulla LAN dell’ufficio durante l’ora di pranzo, o ancora su un MUD 


Figura I 

La mappa di Lumen et Umbra, 
il gioco multi-utente di MC-link, 
ti gioco e accessitiite 
da Internet all'indinao. 
telnetS/mcImutì mclmk it 6000. 
La mappa e stata disegnata 
da Silver e Killrazcr. 
due "immortali ~ del gioco. 


americano tramite Internet: chi conosce questa esperienza non la 
dimenticherà più, anzi tutti gli altri giochi provati sbiadiranno nel 
confronto e nell’impatto emotivo... e per molti diventa una specie 
di droga. Ma... come fare a entrare in questo mondo? Dove trovare 
i Client, le utility, le informazioni? Facile: ci pensa MC Software con 
un numero su CD-ROM tutto dedicato al gioco on line! 



124 


MCmicrocomputer n. 174- giugno 1997 








al i&l *1*1 Ifel&lal *1 

~~ 77 ; 1 


Figura 2 

La connessione a Lumen et Umbra tramite un'mlertaccia dedicata sviluppata 
in Italia: Eli per Wmsock. Il programma è disponibile anche sul CD Giocare On 
Line 


e 



•*« *>«• n•»<#"• »•»> 


Vi ho spaventato abbastanza? Bene, 
allora siete pronti ad entrare nel mondo 
dei giochi in rete! Prima però di vedere 
alcuni giochi specifici è bene chiarirci le 
idee su cosa voglia effettivamente dire 
"giocare in rete". Vi sono tre grosse ca¬ 
tegorie di giochi multi-utente: 

-1 giochi multi-utente in rete locale, 
via modem o via collegamento seriale 
(tipicamente protocollo IPX, o seriale) 

-1 giochi multi-utente su Internet (di ti¬ 
po client-server o WEB based) 

- i giochi multi-utente a turni (turn-ba- 
sed) tipicamente via e-mail. 


Giochi in rete locale 

Nella prima categoria ricadono in gros¬ 
sa parte tutti quei giochi commerciali 
che oltre che in solitaria si possono gio¬ 
care anche in LAN: esempi noti a tutti 
sono Doom, Quake, MechWarnor II, 
Warcraft 2, Red Alert... Questi giochi 
rendono il massimo in una piccola rete 


Figura 3 

La home page di Sub- 
space, un gioco d’azio¬ 
ne m tempo reale di¬ 
sponibile gratuitamen¬ 
te su Intemetl 



Giochi su Internet 

Questa seconda categoria offre una 
scelta ancora più ampia della prima ed 
in realtà è molto più complessa ed arti¬ 
colata. Da un lato abbiamo giochi come 
i MUD (Multi-Users-Dungeonsl che defi¬ 
nirei antichi (in termini telematici) ma 
ancora estremamente vitali, dall'altro 
abbiamo giochi più "moderni" con inter¬ 
facce grafiche o addirittura via Web. in 
fase di sperimentazione o già attivi e a 
pagamento. 

Questo tipo di giochi offre alcuni pe¬ 
culiari vantaggi rispetto alla categoria 
precedente: si possono giocare normal¬ 
mente 24 ore su 24; avendo un abbona¬ 


mento Internet si possono giocare in 
tutta tranquillità da casa propria; si in¬ 
contrano centinaia di persone diverse 
da tutto il mondo; come hardware spe¬ 
cifico basta il modem. Vi sono però an¬ 
che degli svantaggi; il costo delle telefo¬ 
nate, anche se a tariffa urbana, può di¬ 
ventare elevato se si gioca a lungo; per 
giocare giochi con server residenti 
all'estero bisogna disporre di un ottimo 
Internet provider oppure il collegamento 
sarà cosi lento da rendere il gioco prati¬ 
camente ingiocabile. 

In Italia sono nati e si stanno svilup¬ 
pando vari nodi che offrono le possibi¬ 
lità di giocare in rete In particolare MC- 
link, la rivista telematica della Techni- 


locale, tipicamente di tre o quattro po¬ 
stazioni, in mi ci si incontra/scontra con 
gli amici o i colleghi di lavoro. 

Nella versione più economica possia¬ 
mo collegare due PC tramite un norma¬ 
le cavetto seriale Per collegare tre o più 
PC, e comunque per avere il massimo 
delle prestazioni, occorre una vera rete 
locale. 

Tipicamente i giochi di questo tipo 
hanno un alto contenuto grafico ed una 
notevole dose di azione (stile Doom), 
ma in qualche caso abbiamo anche una 
commistione di azione e strategia (Red 
Alert o Warcraft). Le partite sono a tem¬ 
po limitato e normalmente finiscono in 
una sessione di gioco. Per provare que¬ 
sti giochi senza spendere cifre conside¬ 
revoli per approntare una rete a casa, il 
modo migliore è recarsi in una delle tan¬ 
te ludoteche che ormai ospitano reti di 
PC e... giocare! 


Figura 4 

La home paga di Ga- 
mezone. un grande si¬ 
lo ricco di giochi classi¬ 
ci completamente gra¬ 
tuito. 



MCmlcrocomputer n. 174 - giugno 1997 


125 




























Figura 6 

Il bridge su Internet tramite Gamezone scegliete il tavolo elle piu preterite e 
giocale' 


Figura 5 

Entrando in Gamezone tramite il Client ldisponibile sul CD Giocare On Linei, si 
passa per il villaggio virtuale ove et sono vane case da gioco Posizionando il 
mouse su ogni casetta si aura in tempo reale l'informazione di guanti giocatori 
vi sono 


Figura 7 

La semplice scnermata 
di registrazione su Ten 
Network, uno dei pnnet- 
pah fornitori di giochi in¬ 
terattivi su Internet 
Con il Client tornito sul 
CD Giocare On Line, o 
preso da Internet po¬ 
nete registrarvi diretta¬ 
mente on Ime. unico re¬ 
quisito. una carta di ere- 



media. già mette a disposizione un gio¬ 
co multi-utente in tempo reale IMUD) 
accessibile da tutto il mondo Internet e 
totalmente gratuito: Lumen et Umbra 
(Figure 1 e 21 

Per saperne di piu date un'occhiata 
all'indirizzo l'i'.n uh .t'mu'l 

oppure provate a giocare direttamente 
via telnet collegandovi a telnel;//mcl 
mud.mcimk it:6000 I MUD offrono una 
esperienza unica di interazione con altre 
persone (provare per crederei, ma non 
sono gli unici giochi che Internet offre 
In realtà abbiamo anche dei giochi con 
Client grafico locale e server remoto (per 
un esemp io tipico date un'occhiata 
all'indirizzo t tmv/www vie eom'sn.i 
vedi figura 3); e come se non bastasse 
esiste la possibilità di giocare a giochi 
commerciali per rete LAN usando dei 
particolari server di appoggio che creano 
una LAN virtuale (ad esempio Kali: 
mio //www axxis.com/Kaiil 

Giochi via e-mail 

Un'ultima categoria è quella dei giochi 
via posta elettronica (una volta era posta 
normale. .) (Figura 9). Molto di moda 
qualche anno fa, quando la e-mail era il 
principale mezzo per lo scambio di infor¬ 
mazioni su Internet, con il tempo sono 
stati soppiantati da giochi più interattivi 
ed immediati; tuttavia non sono morti, e 
addirittura negli ultimi mesi ne sono 
usciti diversi molto originali ed accatti¬ 
vanti. In pratica si tratta di giochi per lo 
più strategici in cui ogni giocatore elabo¬ 


ra la propria mossa con tutta calma a ca¬ 
sa propria, con una copia del software 
del gioco stesso. Poi invia la mossa in 
formato elettronico (tipicamente un file) 
ad un host, ovvero a qualcuno che fun¬ 
ge da "direttore" del gioco. Questo, ri¬ 
cevute tutte le mosse dei giocatori, le 
dà in pasto ad un programma che. dopo 
averle digerite ben bene, sputa fuori il ri¬ 
sultato ... che è poi composto da altret¬ 
tanti file da mandare indietro ai giocato¬ 
ri.In giro al momento ci sono alcuni gio¬ 
chi superbi, dal classico VGA-PLANETS. 
al più recente STARS, non ultimi i giochi 
gestiti in Italia da Agonistika: Adventurer 
Kings e World Conquest. In alcuni casi, 
come ad esemplo proprio questi ultimi 
due, si tratta di giochi cosi articolati e 
complessi da richiedere un grosso lavo¬ 
ro da parte dell'host, e quindi talvolta in¬ 
vece di pagare il software sono a paga¬ 
mento le singole mosse 


Giocare on line 
col CD di MC Software 

A tutte le forme di gioco on line su In¬ 
ternet è dedicato il numero speciale di 
MC Software che sarà in edicola nei 

prossimi giorni. Si chiama infatti Gioca¬ 
re On Line e contiene, su un CD-ROM 
appositamente realizzato, tutto ciò che 
serve per giocare in rete e per usare al 
meglio Windows 95 e Internet. 

Il CD e veramente ghiotto per tutti gli 
amami dei giochi. Un gruppo di esperti 
ed appassionati ha infatti selezionato le 
utility che consentono di utilizzare al me¬ 
glio Windows 95 in rete locale e di colle¬ 
garsi ad Internet, oltre a tutti i program¬ 
mi necessari per giocare in rete ai più 
appassionanti giochi attualmente dispo¬ 
nibili su Internet In oltre 320 MByte rea¬ 
li, più di 1 500 file compressi, vi sono ad 


126 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 















































Notebook Panasonic CF-25 / 

Abbiamo fatto di tutto /' 

è 7 

per fermarlo... 


TEST N° 1 


Shock da caduta 

subito dal CF-25 
per 26 volte da 
un'altezza 
di 70 cm 
con diverse 
angolazioni. 
Specifiche: 
MIL-3TD-810E 


TEST N° 2 


Resistenza 
alla polvere 

con densità 
di 60 gr/n? 
per 8 ore. 
Specifiche: 
IPX Liv. 5 


pentium' 


TEST N°3 

Shock da vibrazioni 

simulato per 1'utilizzò 
j su )in veicolo in 
movimento. Abbiado 
sottoposti# il £F-25 
a forti yibrdzjloni 
normalmente dannose 
f per Hard disk 


e DiSRla 



TEST N 4 


Resistenza all' acqua 

sottoponendo il CF-25 
ad una intensa 
pioggia da diverse 
direzioni. 
Specifiche: 
IPX Liv. 1 



,. non ci siamo riusciti 

CF-25 Condizioni estreme 

Il CF-25, creato per lavorare ai limiti dell'impossibile, offre una 
eccezionale affidabilità nel lavoro di tutti i giorni, garantendo un 
utilizzo multimediale finalmente senza compromessi. 

Magnesio, Gel ammortizzante e Silicone garantiscono l'incolumità del 
computer in condizioni di lavoro estreme, pari a quelle indicate dalle 
norme militari americane (MÌ1-STD-810E) . 

CF-62 Prestazioni estreme 

Il CF-62 è il primo notebook multimediale che utilizza il "PD System" 
integrando la lettura dei CD-Rom con l'utilizzo dei dischi ottici riscrivibili 
da 650 MB. Oltre a questa esclusiva capacità di memorizzazione, grazie alla 
alta qualità dei componenti e alla estrema cura nei dettagli 
costruttivi, le prestazioni multimediali sono da primato. 



Pentium 153/150 Khs, Ram da 16 ad 
80 MB, Hard Disk da 1,35 a 7,2 GB, 
2 MB Viari, LCD TFT da SVGA a XGA e 
da in,-l" a 12, !" a 65.000 colori. 



Notebook Panasonic Qualità estrema 

Panasonic 


02-67072556 

























Figura 9 

Uno dei migliori sili per gli appassionali di giochi via e-mail 


Figura 8 

La schermala introduttiva di Dark Sun, una dei tanti originali giochi multi-utente 
di Tenl 


esempio i Client per gli ultimissimi giochi 
multi-utente come Subspace o Gamezo- 
ne, le patch per i più famosi giochi com¬ 
merciali (DIABLO, Magic thè Gathering, 
EF2000.J, tutte le informazioni e le uti¬ 
lity per giocare ai Multi-Users-Dungeon 
ed al più grande gioco multi-utente italia¬ 
no, Lumen et Umbra. In più vi sono an¬ 
che i demo di giochi recentissimi come 
Outlaws. X-COM 3, Starsi. Metal Km- 
ghts, Planetary Raiders e molti atri. 

Ma non è tutto: per chi desidera an¬ 


che creare e programmare da sé i propri 
giochi on line è compresa una sezione 
speciale che contiene utility e librerie 
per gli sviluppatori di giochi, oltre a tutti i 
sorgenti dei MUD più diffusi su cui po¬ 
ter intervenire a piacimento. L'interfac¬ 
cia per navigare nel contenuto del CD è 
realizzata in HTML per maggiore sempli¬ 
cità di utilizzo. È comunque possibile co¬ 
noscere in dettaglio il contenuto del CD 
anche prima di acquistarlo: basta visitare 
la URL htu?7/m.cflsm^mclinL!.tZgnJine 


dove è riportato l’indice aggiornato del 
CD stesso. Il numero speciale di MC 
Software Giocare On Line sarà in tutte 
le edicole verso fine mese; esso tuttavia 
può anche essere acquistato presso la 
Techmmedia con le solite mediante il ta¬ 
gliando qui sotto riportato Non perdete¬ 
lo: su di esso potete infatti trovare tutto 
quello che veramente vi serve per gioca¬ 
re on line ed usare al meglio Windows 
95 e la Rete, risparmiandovi molte ore di 
costosi collegamenti ad Internet! ras 


Per acquistare MC Software Giocare On Line fotocopiate il tagliando e inviatelo a: 

Technimedia srl - Ufficio Diffusione - Via Carlo Perrier, 9 - 00157 Romanie!. (06) 41.89.2477 - Fax (06) 41.S9.25Q- 


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MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



















































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Interfaccia 15 232 (Windows 95 Plug 6 Play Odanone Kit 
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Powerflag su CD Rom pee Windows 95/NT (software * cavo) 
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del computer. Programmatone per test batteria accensione c 
spegnimento dd grappo di continui 






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Windows '95 

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a predisposto Plug & Play con Microsoft Windows '95 
a predisposto per Video Conferenza (standard H.324| software opzionale 
a supporta funzionalità 'Voice View" - 'ASVD' - kit cuffia/microfono opzionale 


Per accedere 
ad Internet 

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e Win95 

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segreteria telefonica 
Browser e software 
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Modems & CD-Rom - pagina 5 - Facal point News 


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duraturi 


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la grana ultra-fine delle particelle metalliche vi 
permetteianno di eseguire backup con 
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Software - pagina 7 - Facal point News 


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Ambientato nel futuro. si è appena scoperto 
sulla Terra un nuovo fenomeno energetico 
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'stream' arrivano usando questa nuova nata 
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vaste citta che ruzzolano sulla Tena distrug¬ 
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software è strutturato in modo da adeguarsi 
ai progressi del CQ I V A 

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E' piccolo, pelato, si veste ancora come John 
Travolta Lo scapolo meno appetibile del 
mondo è dunque riuscito ancora una volta a 
renderci partecipi delle sue ipochel avventu¬ 
re amorose in una storia un po più 'adulta' 
c 'piccante' delle precedenti, con situazioni 

sempre al limite della moralità. AA QAA 

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voi Violente battaglie, cacciatori spetali 
che temano di colpirvi, il tulio in uno sce¬ 
nario di Fantascienza nel 1890. con scure 
ed intriganti ■■ QAA I V A 
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POWER FI 

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Viale Antonio Ciamarra. 269 -00173 
Td. 06 72901171 Fa* 06-72901172 
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Via di Torre Nova. 91 E/F - 00133 
Tel. 06-20630726 Fax 06-20686140 
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Via Carlo Dcnma. 60 -00179 
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Via Augusto Conti. 3A/B • 00135 
Td. 06 30600903 Fax 06-30600903 
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Via delle Betulle. 132 00171 
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Via Casilina. 178 - 00030 

Td. 06-95308034 Fax 06-95308531 
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• TIVOLI VILLA ADRIANA 

Via di Villa Adriana. 29 00010 
Td 0774-532330-509042 ra. Fax 0774-532330 
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Corso Umberto I. 6 • 01020 

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Td. 091-6254559 Fa* 091-6254495 

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' NAPOLI TORRE DEL GRECO 
Corso Vittorio Emanude. 16 80059 
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Gli abbonati possono accedere ad MC-link sia attraverso i nostri 
nodi urbani sia attraverso le reti Internet, Concert e Itapac. 

1. accesso attraverso i nostri nodi urbani 

PROCEDURA DI ACCESSO 

Dopo la connessione del modem, premere tre volte il tasto 
Invio, quando appare il simbolo digitare mcnet e premere 
Invio, quando riappare il simbolo digitare il proprio codice 
abbonato e successivamente la password. 

In alternativa è possibile accedere in emulazione di terminale di¬ 
gitando mclink alla seconda @ 

ELENCO LOCALITÀ E NUMERI DI TELEFONO A FONDO PAGINA 

2. accesso attraverso la rete Internet 

Chi ha un accesso telnet alla rete Internet può collegarsi ad MC- 
link stabilendo (secondo le procedure in vigore sul proprio nodo) 
un collegamento TELNET a: 

mclink.mclink.it 

L'accesso a mezzo telnet non comporta alcun addebito supple¬ 
mentare. 


3. accesso attraverso i circa 1400 concentratori 
Mondiali della rete CONCERT 

L'elenco completo dei 220 concentratori europei e dei rimanenti 
concentratori mondiali della rete CONCERT, i loro numeri di te¬ 
lefono, la velocità e le modalità di login sono indicate nelle pagi¬ 
ne INFO sul Web di MC-link. 

Il costo per l'accesso attraverso i 220 concentratori europei è di 
145 lire +IVA al minuto mentre il costo per l'accesso attraverso i 
concentratori mondiali è di 590 lire +IVA al minuto, indipendente¬ 
mente dalla loro velocità, e viene addebitato all'abbonato diretta- 
mente da MC-link. 

4. accesso attraverso la rete Itapac 

Il numero di telefono per tutto il territorio nazionale è: 1421 
alla risposta premere due volte invio 
quindi comporre 26410420Pccccccpppppp 
dove P deve essere obbligatoriamente maiuscola 
cccccc = codice abbonato di 6 caratteri 
pppppp = password di 6 caratteri 

La velocità massima dei nodi che fanno capo al numero 1421 è 
2.400 bps. L'accesso attraverso Easy Way Itapac comporta l'ad¬ 
debito di UN SOLO scatto telefonico (indipendentemente dalla 
località e dalla durata del collegamento) e di una ''tartffa a tempo 
e volume". 

I consumi vengono addebitati mensilmente su carta di credito. 


ELENCO DEI NODI URBANI - LOCALITÀ, NUMERI DI TELEFONO E VELOCITÀ (kbps) 
Aggiornamenti disponibili sul Web alla pagina fiffp://www.rnclinK.it/into/nodi.mrrl 


Agrigento 

(0922) 605781 

14.4 

Cosenza 

(0984)21123 

14.4 

Messina 

(090)2936180 

14.4 

Roma 

(06)4513900 

33.6 

Alessandria 

(0131)41489 

14.4 

Cremona 

(0372) 30657 

14.4 

Milano 

(02)416548 

33.6 

Roma 

(06)4501515 

33.6 

Ancona 

(071)53726 

28.8 

Cuneo 

(0171)65796 

14.4 

Modena 

(059) 343239 

14.4 

Roma 

(06)41739900 33.6 

Aosta 

(0165)32027 

14.4 

Ferrara 

(0532) 760183 

14.4 

Napoli 

(081)419315 

33.6 

Rovigo 

(0425) 31200 

14.4 

Arezzo 

(0575) 302564 

14.4 

Firenze 

(055)5001111 

33.6 

Novara 

(0321) 32695 

28.8 

Salerno 

(089)223140 

14.4 

Ascoli Piceno 

(0736)257319 

14.4 

Foggia 

(0881)708157 

14.4 

Nuoro 

(0784) 30245 

14.4 

Sassari 

(079) 200026 

28.8 

Asti 

(0141)352564 

14.4 

Forlì 

(0543) 32549 

14.4 

Oristano 

(0783)70417 

14.4 

Savona 

(019)848108 

14.4 

Avellino 

(0825) 25449 

14.4 

Prosi none 

(0775)212237 

28.8 

Padova 

(049) 655333 

14.4 

Siena 

(0577)41808 

14.4 

Ban 

(080)5210643 

28.8 

Genova 

(010) 585044 

28.8 

Palermo 

(091)321446 

28.8 

Siracusa 

(0931) 21004 

14.4 

Belluno 

(0437)930113 

14,4 

Gorizia 

(0481)81189 

14.4 

Parma 

(0521) 200097 

28.8 

Sondrio 

(0342)210805 14.4 

Benevento 

(0824)523182 

14.4 

Grosseto 

(0564)410725 

14.4 

Pavia 

(0382)20024 

14.4 

Taranto 

(099) 4530352 28.8 

Bergamo 

(035)210351 

28.8 

Imperia 

(0183) 296566 

14.4 

Perugia 

(075) 5057536 

28.8 

Teramo 

(0861)245062 14.4 

Bologna 

(051)220035 

28.8 

Isernia 

(0865)413605 

14.4 

Pesaro 

(0721)30157 

14.4 

Temi 

(0744)400463 14.4 

Bolzano 

10471)971250 

28.8 

La Spezia 

(0187) 22818 

14.4 

Pescara 

(085) 27255 

28.8 

Torino 

(011)835010 

28.8 

Brescia 

(030) 2400000 

28.8 

L’aquila 

(0862)25410 

14.4 

Piacenza 

(0523) 337958 

14.4 

Trento 

(0461) 983381 

14.4 

Brindisi 

(0831)222215 

14.4 

Latina 

(0773) 605382 

14.4 

Pisa 

(050)21183 

28.8 

Treviso 

(0422)545355 14.4 

Cagliari 

(070) 658501 

28.8 

Lecce 

(0832) 240019 

14.4 

Pistoia 

(0573) 934995 

14.4 

Trieste 

(040) 280265 

14.4 

Caltanissetta 

(0934)21288 

14.4 

Livorno 

(0586) 880422 

14.4 

Pordenone 

(0434) 20340 

14.4 

Udine 

(0432) 21068 

28.8 

Campobasso 

(0874) 90658 

14.4 

Lucca 

(0583)419569 

14,4 

Potenza 

(0971)53113 

14.4 

Varese 

(0332)240037 14.4 

Caserta 

(0823) 322514 

14.4 

Macerata 

(0733)230416 

14.4 

Ragusa 

(0932) 682600 

14.4 

Venezia 

(041)971004 

28.8 

Catania 

(095)310330 

28.8 

Mantova 

(0376) 229263 

14.4 

Ravenna 

(0544) 30202 

28.8 

Vercelli 

(0161)212796 14.4 

Catanzaro 

(0961)701160 

14.4 

Marsala 

(0923)711056 

14.4 

Reggio Calabr 

(0965)21102 

14.4 

Verona 

(045)8010264 28.8 

Chietl 

(0871)63200 

14.4 

Massa Carrara 

(0585) 777460 

14.4 

Reggio Emilia 

(0522) 454903 

14.4 

Vicenza 

(0444) 320448 28.8 

Como 

(031)300113 

28.8 

Matera 

(0835) 261290 

14.4 

Rieti 

(0746) 202397 

14.4 

Viterbo 

(0761)228128 28.8 


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Fax - (06) 45.15.592 


























di Francesco Petroni 


AutoCAD 14 per Windows 95 


AutoCAD dell'Autodesk, il pacchetto di ca¬ 
tegoria CAD più diffuso, è sicuramente uno 
dei prodotti piu longevi nella storia dell'Infor¬ 
matica per PC Ila versione 14 è stata precedu¬ 
ta da circa una dozzina di versioni, dapprima 
pei DOS. a partire dalla prima metà degli anni 
'80. poi per Windows 3.x ed ora per Windows 
a 32 bit) 

Nella versione 14. la seconda per Win¬ 
dows 95, non ci sono novità eclatanti, ma una 
miriade di miglioramenti di piccolo e medio 
cabotaggio, sia per guanto nguarda i vari pro¬ 
cessi di ricalcolo, di ridisegno, di operazioni in¬ 
put/output. sia per quanto riguarda le proce¬ 
dure operative, che ora si avvalgono di aiuti 
più 'intelligenti', e quindi più efficienti, al dise¬ 
gno. 

Insomma la versione 14 di AutoCAD è in¬ 
dubbiamente più veloce ed affidabile della 
precedente 13, rispetto alla quale rAutodesk 
ha peraltro previsto una politica di upgradmg a 
costi mimmi, ed è pure più facile da usare, an¬ 
che da pane di chi inizia ora a lavorare con Au¬ 
toCAD 

Un miglioramento un po' panicolare, molto 
stimolante per noi che ci occupiamo da sem¬ 
pre di OLE Automation e di Visual Basic for 
Application, è l'introduzione del modello ad 
oggetti, grazie al quale è possibile vedere e 
programmare 'per oggetti', con un qualsiasi 
prodotto di programmazione OLE Automation 
compatibile, un progetto AutoCAD In pratica 
è possibile referenziare la 'AutoCAD R14 


Ob|ect Library' e quindi gestire i suoi oggetti, 
proprietà, eventi e metodi. 

Le novità 

In attesa della prova, che prevediamo di 
compiere sulla versione italiana tra qualche 
mese, citiamo, in maniera casuale ed incom¬ 
pleta, qualcuno di questi miglioramenti 

Sono stati introdotti i profili utente, analo¬ 
ghi a quelli di Windows 95. grazie ai quali un 
utente può memorizzare, assegnandole ad un 
nome di profilo, tutte le sue configurazioni 
personali Questa possibilità risulterà partico¬ 
larmente comoda quando più utenti lavorano 
sulle stesse macchine, ma anche quando un 
singolo utente esegue vari lavon molto diffe¬ 
renti sullo stesso PC 

È ora possibile mettere in condivistone file 
con disegni AutoCAD sulla rete Internet Si 
pensi ad un'azienda che produca apparecchia¬ 
ture tecnologiche e che debba distribuire i 
propri schemi di montaggio ai vari installatori 
sparsi per il mondo C'è un nuovo formato 
DWF IDrawmg Web Format) che produce una 
vista 2D del disegno. Per visualizzarlo c'e un 
apposito plug-in per Netscape e un motorino 
ActiveX per MS Explorer e che si chiama 
WHIP! 

6 ora possibile inserire, direttamente nel di¬ 
segno, degli hyperlink a sui Internet. Questa 
novità è in linea con gli standard MS Office 97. 


Sono stati introdotti altri miglioramenti rela¬ 
tivamente al workgroup, citiamo ad esempio 
la possibilità di eseguire operazioni di clippmg, 
di ritaglio, su elementi del disegno ottenuti con 
gli ’External Reference' 

È stata introdotta una nuova entità di dise¬ 
gno: la polilmea 'leggera'. In pratica la nuova 
entità è memorizzata in un array e non più una 
collezione di entità separate II risultato è una 
maggiore velocità nella sua gestione, editazio- 
ne, visualizzazione. Anche l'entità 'Hatch', il 
riempimento, è stata rivista per renderla meno 
pesante da gestire, anche qui non più elemen¬ 
ti separati ma un'unica entità, di nuovo tipo. 

Ora è possibile inserire nel disegno, e ge¬ 
stire con una serie di comandi specifici, im¬ 
magini bitmap. provenienti da file, di qualsiasi 
formato e gestibili con l'Image Manager È 
possibile inserire vecchi disegni scannerizzati. 
senza necessità quindi di ridisegnarli, immagi¬ 
ni provenienti da foto, che possono mostrare, 
ad esempio, un edificio prima del restauro, o 
immagini virtuali, realizzate con prodotti di 
rendering che mostrano viste realistiche del¬ 
l'oggetto che si sta progettando 

E stata rivista anche la Command Line, 
che appare in basso nella vdeata e con la 
quale, secondo la tradizione AutoCAD, è pos¬ 
sibile (e qualche volta ancora conviene) digita¬ 
re a mano uno specifico comando Viene me¬ 
morizzata la 'stona' dei comandi ed e anche 
possibile 'ripescare' e rieditare comandi ese¬ 
guiti in precedenza. 



Figura I - Autodesk AutoCAD 14 per Windows 95 ■ Procedure di autocampo- 
spione 

Ir) AutoCAD 14 sono state inserite numerose funzionalità che hanno visto la 
luce m AutoCAD LT In particolare ci sembrano mollo comode le procedure di 
autocomposizione. nella versione inglese Si chiamano Wizard, che guidano 
l'utente nelle impostazioni iniziali del disegno Questa, relativa al setup avan¬ 
zato e che vediamo nella loto, prevede ben sene passaggi, durante i duali 
vengono definite tutte le caratteristiche generali del progetto, come le unità 
di misura da utilizzare, la SQuadratura del foglio, eco 



•urniai un xiiiirni ■'*i r, i su ■>-j«ùmI .ri ■«« ricuoia -ri 






Figura 2 - Autodesk AutoCAD 14 per Windows 95 - Tantissimi miglioramenti 
AutoCAD 14 presenta , rispetto alia versione 13. molte più rovita di ouante ne 
presentava AutoCAD 13 rispetto alla versione 12. In pratica la 14 e la ‘vera 
versione per Windows 95. in quanto ne sfrutta completamente I interfaccia , 
la potenza dei 32 Bit e le funzionalità condivise Molli dei mglioramenti riguar¬ 
dano l'ottimizzazione dei vari processi, molti altri l'operatività . In sostanza Au¬ 
toCAD 14 à molto piU comodo e veloce da usare delle precedenti versioni, 
anche di Quelle per DOS 


138 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 










































Sono state modificate, per renderle più fa¬ 
cili e dirette da usare e più aderenti all'inter¬ 
faccia Wm95. numerose dialog box. dotate di 
piu pagine attivabili con le linguette, ad esem¬ 
pio quella per la selezione e l'impostazione dei 
"Piani del Disegno' e dei "Tipi di Linea”, ad 
esempio quella con la quale gestire gli attribu¬ 
ti degli elementi del disegno. In questo caso 
si tratta di box analoghe a quelle che mostra¬ 
no le 'properties' degli oggetti di Office 97 
Servono non solo per settare le proprietà ma 
anche per selezionare gli oggetti a parità (Mat¬ 
ch) di proprietà. 

Per quanto riguarda gli 'Aiuti al Disegno' la 
novità più interessante è l'introduzione della 
tecnica AutoSnap grazie alla quale AutoCAD 
"intuisce' le mosse dell’operatore, proponen¬ 
dogli i punti di aggancio ai vari oggetti I vari ti¬ 
pi di snap sono impostabili in un'apposita box, 
questi punti vengono anche descritti dinami¬ 
camente con delle piccole finestrelle dette 
'Snap Tip' Poiché buona parte del lavoro di di¬ 
segno. nel caso di disegno tecnico, si appog¬ 
gia sugli snap risulta evidente l'importanza di 
questa novità. 

C è anche un nuovo Text Editor, in pratica 
un mini word processor, anche questo allinea¬ 
to agli standard Windows 95, dotato di funzio¬ 
nalità Trova e Sostituisci" ed in grado di sfrut- 


Figura 5 - Autodesk Au¬ 
toCAD 14 per Windows 
95 - Funzionalità di ren¬ 
dering interno. 

AutoCAD 14 incorpora 
AutoVision che m prece¬ 
denza era un add-in ven¬ 
duto separatamente Si 
tratta del modulo che 
consente di realizzare 
viste realistiche con un 
processo di rendehzza- 
zione completo, in cui si 
scelgono materiali, si 
impostano luci. ecc. 
1 . immagine prodotta si 
può salvare come Oit- 
map ed eventualmente 
riportare sul loglio. 


Figura 4 - Autodesk Au¬ 
toCAD IA per Windows 
95 - AutoCAD 14 è OLE Automation compatibile 

L'adozione dell'OLE Automation ci sembra una novità molto succulenta. In pratica AutoCAD 14 è OLE 

Automation compatìbile, può esporre i propri disegni come collezioni di oggetti, e può essere program¬ 
mabile attraverso qualsiasi linguaggio VBA Qui vediamo un significativo esempio di OLE Automation Si 
tratta di una macro Excel che legge, da un disegno AutoCAD, l'elenco degli attributi alfanumerici asso¬ 
ciati agli elementi del disegno e lo riporta su un foglio vuoto. La libreria attivabile con il comando VBA 
CreateObjeci si chiama AutoCAD RIA ObjecI Librarv 


Figura 3 • Autodesk AutoCAD 14 per Windows 95 - Inserimento di immagini 
bitmap nel file DWG 

Tta le lame novità accessorie ci sembra molto comoda quella che consente 
di inserire file bitmap direttamente nel progetto e quindi nel foglio da dise¬ 
gno. I file, che m genere contengono viste realistiche del progetto, foto, ripro¬ 
duzioni di particolari, salvale come immagim bitmap. vengono incorporate nei 
file DWG di AutoCAD La riteniamo una funzionalità accessona in quanto non 
riguarda le operazioni di disegno vero e proprio 


Anche questo incide nel miglioramento delle 
prestazioni, 

È stata migliorata la funzionalità 'Plot Pre- 
view', attraverso la quale ora e possibile una 
più diretta messa a punto del disegno finale 

La procedura di installazione è stata total¬ 
mente rivista, segue ora lo standard Windows 
95 (viene utilizzato l'instali Shield). Viene in¬ 
stallato anche uno strumento di autoapprendi¬ 
mento molto efficace, basato su elementi 
multimediali, che si chiama AutoCAD Lear- 
nmg Assisiance, 

Altre novità le citiamo direttamente nelle 
didascalie delle figure, altre ancora, di cui non 
abbiamo avuto possibilità di parlare, le vedre¬ 
mo nella prova. 

Conclusioni 

AutoCAD 14 è molto vicino a Windows 95 
in quanto ne sfrutta completamente l'interfac¬ 
cia standard, con le box. i quick menu.l’help È 
anche molto vicino al Microsoft Office 97, in 
quanto ne sfrutta alcune funzionalità comuni e 
le tecnologie OLE Automation e ActiveX, Si 
avvicina ad Internet e quindi ad Intranet, 
aprendo nuove prospettive in termini di distri¬ 
buzione del materiale sviluppato. 

Se a tutte queste novità aggiungiamo quel¬ 
le proprie del prodotto, che riguardano, come 
detto, la revisione in termini di efficienza e di 
velocità di tutti i moduli e l'introduzione di 
nuove funzionalità operative, diventa facile 
prevedere per AutoCAD una vita ancora molto 
lunga, magari con un'altra dozzina di versioni. 

£ 3 ? 


tare al meglio i font, standard di Windows, 
True Type Serve, ovviamente, per inserire le 
annotazioni testuali sul disegno. 

Il miglioramento delle performance, pari al 
100% la detta dell'Autodesk) rispetto alla ver¬ 
sione precedente, è dovuto a decine di inter¬ 
venti sul codice e riguardano, ad esempio, le 
vane operazioni di editing degli elementi ed i 
comandi di Zoom, Pan. ecc., che ora sono 
eseguibili in 'reai lime", sia nello spazio dove 
vive il modello (Model Space) che in quello in 
cui viene visualizzato il disegno (Paper Space) 
È stata definitivamente introdotta, per quanto 
riguarda la gestione dell'output a video, la tec¬ 
nologia HEIDI che sostituisce quella ADI. 

AutoCAD è organizzato in un'architettura 
modulare grazie alla quale vengono caricati in 
memoria solo i moduli effettivameme in uso. 


139 


























































In collaborazione con il Museo Nazionale degli Sterumenti per il Calcolo di Pisa 


L Archeologia Informatica 



LE ORIGINI DELL'INFORMATICA IN ITALIA 


La Divisione Elettronica Olivetti 

Forse non tutti sanno che negli anni ‘50 noi italiani avevamo uno dei centri di 
ricerca sui grandi calcolatori più all’avanguardia, che ci permise di progettare 
e costruire il primo grande calcolatore scientifico made in Italy, fra i più potenti 
dell’epoca in Europa e fra i più dotati di memoria centrale al mondo. Forse non 
tutti sanno che negli anni ‘50 noi italiani, con la nostra tecnologia elettronica, 
primi fra i primi, monopolizzammo l’attenzione mondiale con l’ingresso sul 
mercato del primo grande calcolatore commerciale interamente 
transistorizzato (1958). Forse non tutti sanno che quella azienda era Olivetti e 
la divisione operativa che diede questi brillanti risultati era la sua Divisione 
Elettronica. In questo articolo e nei prossimi ripercorreremo un’avventura che 
diede il via alle origini dell’informatica in Italia: fra grandi occasioni di sviluppo, 
entusiasmi, grandi sfide 
tecnologiche, in un viaggio nel 
passato lungo oltre 
quarant’anni. 


Prima parte 

di Gaetano Di Stasio 


Negli scorsi appuntamenti con Ar¬ 
cheologia Informatica scrivendo della 
Calcolatrice Elettronica Pisane (CEP), il 
primo calcolatore scientifico progettato 
e costruito in Italia, si è messo in risalto 
l'apporto determinante dato in quel con¬ 
testo da Olivetti. 

Olivetti allora era diretta da un perso¬ 
naggio eclettico, instancabile, di grande 
valore intellettuale ed umano, ring, 
Adriano Olivetti, che si dimostrò da subi¬ 
to, già dai primi anni '50. interessato al 
mercato nascente dell'elettronica ed alla 



progettazione, costruzione e commer¬ 
cializzazione dei grandi calcolatori. Egli 
comprese infatti l'importanza strategica 
del settore e fiutò nel mercato del cal- 


Una loto dell ELEA 9003 nella configurazione 
operativa vediamo da sinistra le unità a nastro 
magnetico connesse col rack dell'unità di I/O, 
la memoria, la consolle di comando. Il lettore di 
nastro di carta 


140 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 








Archeologia Informatica 




La Olivetti fino al 1935 fabbricava solo macchine da 
scrivere Dopo quell'anno iniziò lo studio delle mac¬ 
chine sommatrici e moltiplicatrici e delle macchine 
contabili II primo modello di macchina sommatrice 
fu la MC 4S SOMMA del 1940. totalmente mecca¬ 
nica, mentre il secondo Ila MULTISUMMAI del 
i 941 era già elettromeccanica. In foto abbiamo una 
MULTISUMMA del '41. l'interno di una DIVISUM- 
MA 14 del '43. una TETRACTYS del 1956 e la ELET- 
TROSUMMA 22 del '58 

Anche le prime macchine contabili Olivetti entraro¬ 
no sul mercato nel 1940 erano totalmente mecca¬ 
niche e derivate dalle macchine da scrivere in pro¬ 
duzione Dal 1955 queste furono sostituite dalle 
elettromeccaniche e dal 1960 con la MERCADOR 
5000 alla tecnologia puramente meccanica ed elet¬ 
tromeccanica si affianco anche quella elettronica 
grazie all'esperienza ormai consolidata col progetto 
e la produzione dei grandi elaboratori 


colo automatico 
una strada impor¬ 
tante per lo svi¬ 
luppo e la crescita 
della propria a- 
zienda 

Già nel 1952 
egli fondò negli 
Stati Uniti, a New 
Canaan (Connecti¬ 
cut), un Laborato¬ 
rio di Ricerche 
Elettroniche che 
rappresentava un 
po' un sensore, 
un osservatorio 
col compito di 
monitorare gli svi¬ 
luppi tecnologici nel campo elettronico e 
nell'elaborazione automatica dell'infor¬ 
mazione là dove questo filone di ricerca 
era più attivo ed avanzato II Laboratorio 
si trasferì poi a Pisa nel ‘56 alla firma del¬ 
la convenzione con l’Università per la co¬ 
struzione della CEP. Nel '57 Adriano 
fondò la SGS (Società Generale Semi- 
conduttori) e quindi la Divisione Elettro¬ 
nica Olivetti che inglobava entro di sé 
tutte queste componenti di ricerca avan¬ 
zata e produzione dei grandi calcolatori. 
Una strategia insomma studiata fino in 
fondo che, con il know how acquisito 
col Laboratorio di Ricerche Elettroniche, 
con la partnership sulla CEP e l'ingresso 


nel settore dei componenti con SGS, 
permise di garantire una solidità ed una 
assestata aggressività commerciale alle 
macchine elettroniche del gruppo di 
Ivrea. 

I ricercatori della Divisione Elettronica 
verso la seconda meta del 1958 portaro¬ 
no a termine la ELEA 9003, la prima cal¬ 
colatrice commerciale al mondo com¬ 
pletamente transistorizzata, figlia dei 
prototipi ELEA 9001 (interamente a val¬ 
vole, 1957) ed ELEA 9002 (a tecnologia 
ibrida). La Olivetti era dunque allora 
all'avanguardia rispetto agli altri produt¬ 
tori nel mondo, IBM compresa. Negli 
stabilimenti di Borgolombardo (Milano), 


dove il gruppo 
di ricerca della 
Olivetti si spo¬ 
stò dopo aver 
lasciato i labora¬ 
tori di Pisa, ne 
furono costruiti 
40 esemplari fi¬ 
no alla fine del 
1960 Dal 1961 
entrò in pro¬ 
duzione PELEA 
6001 che ebbe 


un successo an¬ 


cora più impo¬ 
nente. alla fine 
del 1964 i calcolatori della classe ELEA 
installati in Italia erano oltre 170! 

L'intuito e la lungimiranza di Adriano 
Olivetti però ci spingono ancora più in¬ 
dietro nel tempo, e precisamente nel 
1949 (oltre dieci anni prima della nascita 
della Divisione) in cui fu firmato un ac¬ 
cordo commerciale stipulato con la 
Compagnie des Machines Bull che 
comportava la creazione di una società 
con partecipazione paritetica incaricata 
della vendita e dell'assistenza in Italia 
degli impianti meccanografici a schede 
perforate costruiti dall'industria france¬ 
se. Nacque allora la Olivetti-Bull: per 
l'azienda di Ivrea ciò significava il primo 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


141 

















Archeologia Informatica 



Siamo nel 1956 alla firma della convenzione fra Università di Pisa e Olivetti per 
la costruzione della CEP, vediamo l'Ing Adriano Olivetti con la sua classica 
cravatta bianca su camicia bianca, ti Rettore dell'Università di Pisa Enrico 
Avanzi e nella seconda foto ring . Mano Tchou 

Alla vigilia del Natale 1955. Adriano Olivetti confidava alle maestranze di Ivrea 
••Nel campo dell'elettronica, ove soltanto le più grandi fabbriche americane 
hanno da anni la precedenza, lavoriamo metodicamente da quattro anni dadi 
candoci ad un ramo nuovo 

Una nuova sezione di ricerca potrà sorgere nei prossimi anni per sviluppare gli 
aspetti scientifici dell'elettronica, poiché questa rapidamente condiziona nel 
bene e nel mate l'ansia di progresso delle civiltà di oggi 
Noi non potremo essere assenti da questo settore, per molti aspetti, decisivo 


Con ciò. tuttavia, nessun pericolo incombe sulle nostre produzioni: come l'in¬ 
dustria aeronautica non ha fermato lo sviluppo di quella automobilistica, cosi le 
calcolatrici elettroniche non sostituiranno, almeno per molto tempo, ne le ad¬ 
dizionatrici, ne le calcolatrici meccaniche. Esse si aggiungono soltanto a ren¬ 
dere possibile l'esistenza elicente dei grandi organismi e a procurare ai tecni¬ 
ci e agli operai italiani nuove occasioni di lavoro. 

Anche il nostro Centro Meccanogralico di Ivrea è dotalo di una calcolatrice 
elettronica, questo Centro, per il cosciente lavoro di alcuni vostri colleghi, 
prende sempre più ampio sviluppo: esso mira, appunto, a riprendere quel 
coordinamento finanziario che in una azienda delle nostre dimensioni rischia di 
andare perduto se alla mente dei direttori non si danno nuovi, potenti, rapidi 
mezzi di indagine e di controllo » 


vero incontro col trattamento automati¬ 
co dell'informazione 
Questa instancabile proiezione in 
avanti sviluppata da Adriano, basata co¬ 
munque su una ponderata analisi del 
mercato e delle prospettive di sviluppo 
della tecnologia, la ritroviamo in Camillo 
Olivetti, padre di Adriano, che nel 1909 
fonda la società in accomandita C. Oli¬ 
vetti & C., per costruire "macchine di 
cui nessuno sente la necessità": le mac¬ 
chine per scrivere, che in quegli anni ini¬ 
ziavano ad affacciarsi sul mercato statu¬ 
nitense, La storia si ripete dunque qua¬ 
rantanni dopo ma con difficoltà oggetti¬ 
ve ben più elevate, perché da un lato 
l'imprenditoria italiana ed in generale la 
classe dirigente nostrana era abituata ad 
investire solo nella produzione di beni 
maturi e non certo di prodotti a tecnolo¬ 
gia avanzata Non si comprendeva la ne¬ 
cessità di immobilizzare capitali in atti¬ 
vità di ricerca e sviluppo, cioè di investi¬ 
re negli uomini ed in know-how prima 
che nelle macchine: si riteneva infatti 
che il boom economico basato su que¬ 
sta equazione non dovesse mai finire. 
Dall'altro lato non era neanche chiara 
l'effettiva utilità di un calcolatore elettro¬ 
nico, le sue reali potenzialità, cosa esso 
potesse fare e quali quesiti potesse af¬ 
frontare e risolvere. 


Il Gruppo di Ricerca 

Uno dei problemi piu importanti era 
l'assenza di manodopera specializzata e 


qualificata l'Italia usciva proprio in quegli 
anni dal disastro della seconda guerra 
mondiale. Un annuncio pubblicato dalla 
Olivetti su tutti i maggiori quotidiani nel¬ 
la primavera del 1955 portò risultati for¬ 
se inaspettati: in esso si richiedevano 
tre terne di ingegneri ed una di fisici 
elettronici con esperienze nelle tecniche 
impulsive ed interesse ai problemi relati¬ 
vi alle calcolatrici elettroniche. L'annun¬ 
cio fece da catalizzatore e l'Olivetti ebbe 
cosi quel manipolo di 12 uomini, giovani 


ricercatori e giovanissimi neo laureati 
con esperienze nelle tecniche impulsive 
sviluppate in campi come il progetto di 
strumentazioni elettroniche da laborato¬ 
rio e telecomunicazioni, che permisero 
all'avventura di decollare. A questi si uni 
poi un gruppo di tecnici specializzati. 

Ma occorreva trovare inoltre un capo 
per il gruppo. Una valida risposta a que¬ 
sto problema venne trovala direttamen¬ 
te da Adriano e Roberto Olivetti nella 
persona di Mario Tchou. un giovane pro- 


3 terne di Ingegneri e 1 terna di fisici 

elettronici 

con specifica competenza nelle tecniche Impulsive cercansl allo scopo di 
potenziare e sviluppare gU uffici studi e progetti e 1 laboratori di ricerca. 
SI richiedono: seria preparazione scientifica e tecnica, vivi Interessi al pro¬ 
blemi relativi alle calcolatrici elettroniche, predisposizione ad eventuale 
temporaneo trasferimento all' estero per approfondimento preparazione. 
Saranno valutati adeguatamente 11 livello di formazione e la posizione 
attuali. Pregasi non Inviare documenti originali, essendo sufficiente un det¬ 
tagliato curriculum manoscritto. 1 cui elementi rimarranno strettamente 
riservati. Indirizzare le domande, che saranno esaminate fino a! 30 agosto, alla 

tng. C. Olivetti & C. f S. p. A. - Ivrea 


Ecco l'annuncio pubblicalo da Olivetti su lutti i maggiori quotidiani nella primavere del 1955 e che annun¬ 
ciava la nascita delia Divisione Elettronica e del Laboratorio di Ricerca a Pisa. Questa avventura elettroni¬ 
ca ' fu ampiamente considerata e preparata, ma la costituzione del Laboratorio Olivetti nella città toscana è 
collegata ed un evento fortuito e cioè la mancala realizzazione presso la locale Università di un sincrotrone 
Nel 1954 piatti tale progetto venne assegnato da un decreto minrstenaie a Frascati e non a Pisa, per cui 
l'Università si trovò a dover dispone in alno modo di un tondo di 150 milioni elargito daga enti locali «Se il 
vostro obiettivo è quello di stimolare ricerche nel campo della matematica, della logica e dell'elettronica, 
progettare un elaboratore", suggerì Enrico Fermi ai responsabili dell'Università Ma questa e una stona che 
abbiamo già trattato approfonditamente negli scorsi appuntamenti con Archeologia Informatica 


142 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




Canon 



Ora potete allargarvi. Anche oltre i confini di questa pagina. 
Con la Canon BJC-4530 potete infatti stampare ad alta 
velocità in bianco e nero e in alta qualità a colori 
anche in formato A3, E questo sia da Windows 
che da Macintosh, sia in ufficio che a casa. Grazie 
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saranno poi talmente brillanti e naturali 
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Archeologia Informatica 


fessionista italo-cinese: era 
giovane ma aveva sia il back¬ 
ground tecnico che le doti 
umane necessarie per guida¬ 
re un gruppo di persone im¬ 
pegnato in una attività pionie¬ 
ristica. 

Mario Tchou, figlio di un di¬ 
plomatico cinese, era nato a 
Roma nel 1924 dove aveva 
compiuto buona parte degli 
studi fino ai primi anni di università, che 
concluse col PhD degree in ingegneria 
elettronica alla Columbia University. 
Presso questa stessa università rimase 
per alcuni anni come ricercatore e do¬ 
cente di elettronica, e proprio II lo aveva¬ 
no incontrato gli Olivetti. 

Avvenne così che alla metà degli anni 
'50 un piccolo gruppo di ingegneri e fisi¬ 
ci selezionati fra coloro che avevano ri¬ 
sposto all'annuncio o individuati diretta- 
mente da Mano Tchou si trovò a lavora¬ 
re sotto la sua direzione a Pisa. E' un fat¬ 
to di tutto rilievo comunque che il perso¬ 
nale scelto fu tutto italiano, tranne che 
per una eccezione: ring. Fnedman infat¬ 
ti era canadese e fu scelto ed assunto 
da Tchou per la sua esperienza nelle 
memorie a nuclei di ferrite Si trattava 
anche in questo caso di una testimo¬ 
nianza della grande fiducia che Adriano 
Olivetti ebbe nelle capacità di costruire il 
futuro basandosi su risorse "domesti¬ 
che" in un momento in cui l'Italia era da 


II dettàglio sulla console 
da dui sono sotto con¬ 
trollo i bit di parità o di 
traboccamento, tutte le 
oeritericbe. i registri e le 
vane unità. Da qui inoltre 
si attivano tutti i processi 
ondine ed oll-llne come 

può essere ad esempio il 
trasferimento di dati dal 
nastro di carta al nastro 
magnetico 



Contribuite al 

Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo 

Attualmente il Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo è impegnato a ristruttura¬ 
re la sua sede naturale (gli ex Macelli di Pisa) ed a organizzare la raccolta del materiale. Il 
Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica ha infatti diramato circolari in tutti i Mini¬ 
steri, le Università, le scuole e le aziende a partecipazione statale perché tutti gli elabora¬ 
tori dismessi siano donati al Museo. Ciò ha permesso di raccogliere non solo elaboratori 
di inestimabile valore storico ma anche tutta la documentazione ad essi allegata, di impor¬ 
tanza altrettanto elevata per gli obiettivi del Centro di Studi 
Ciò non di meno il Museo é interessato a tutto il materiale legato alla storia dell'infor¬ 
matica manuali, vecchi libri, documentazione, programmi, oltre ovviamente ai calcolatori 
obsoleti che da tutta Italia stanno giungendo copiosi. 

A questo interesse unanime è però importante che si associno anche iniziative di studio 
e di restauro. Infatti il Museo è interessato a coinvolgere in tali attività tutti coloro che vo¬ 
gliono donare il proprio tempo ed il proprio impegno ai vecchi dinosauri dell'informatica, 
per ridare loro lo splendore di un tempo. Stiamo parlando dei tecnici, magari oggi in pen¬ 
sione. che hanno lavorato su queste macchine e che oggi possono dare importantissimi 
contributi sia in termini di conservazione che di comprensione delle macchine stesse, e gli 
studenti che desiderano approfondire lo studio di questo penodo storico con ricerche mi¬ 
rate e tesi. 

Per ulteriori informazioni: 

Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo 
Museo degli Strumenti Scientifici 
Prof Poberto Vergata Caffarellt 
Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa 
Piazza Torricelli 2-56100 Pisa 
Telefono 10501911212 - 911247 
Fax 050 48277 


poco uscita da un lungo periodo di isola¬ 
mento culturale e poteva mettere a di¬ 
sposizione poco più che "giovani spe¬ 
ranze". 


Il sogno Olivetti 

L’Olivetti era a quei tempi una realtà a 
sé stante e fu per tal motivo oggetto di 
studio da Università italiane e straniere. 
Siamo all'inizio del boom economico ed 
interesse suscitava il fatto che 
nessun'altra azienda delle sue dimensio¬ 
ni aveva avuto per cosi tanti anni conse¬ 
cutivi ritmi di crescita compresi tra il 20 
ed il 42% ( 1953 al 1963), che era una 
delle poche vere multinazionali italiane, 
che a Ivrea non si producevano beni ma¬ 
turi ma tecnologie estremamente avan¬ 
zate. Ma dell'Olivetti colpiva soprattutto 
un altro fattore e fu questo che, nel gri¬ 
giore delle società italiane protagomste 
del boom, la distinse in modo particolare 
dalle altre. Era che dai suoi stabilimenti 
non uscivano soltanto macchine da scri¬ 
vere e da calcolo di successo, ma anche 
qualcosa di difficile da quantificare e da 


144 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 














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Archeologia Informatica 


"fatturare" una diversa concezione dei 
metodi di conduzione e dei fini stessi 
dell'azienda. 

«La massima pane del frutto del lavo¬ 
ro deve sodare a chi umilmente lavora », 
diceva il socialista Camillo Olivetti che 
tra l'altro attivò già dai primi anni della 
fondazione un programma di servizi so¬ 
ciali per i dipendenti, che precorrevano i 
tempi di decine di anni 

Questo spirito fu incarnato poi dal fi¬ 
glio Adriano che dal 1933 prese a dirige¬ 


re l'azienda; egli sosteneva che « la fab¬ 
brica è un luogo di lavoro dominato dal 
progresso, guidato dalla giustizia, ispira¬ 
to dalla bellezza». 

Nel 1938 nominato Presidente scris¬ 
se. ‘'Quando iniziai a lavorare compresi 
che i lavoratori dovevano essere parteci¬ 
pi dei fini della fabbrica, Ciò implica una 
risposta ad alcune delle questioni fonda¬ 
mentali della mia vita, questioni che ri¬ 
tornano drammaticamente nei momenti 
di dubbio e di incertezza, questioni di 
importanza decisiva per la fede che pre¬ 
suppongono e per le responsabilità che 
coinvolgono: può l'industria avere dei fi¬ 
ni? Vanno essi ricercati soltanto nell'en¬ 
tità dei profitti o non vi è nella vita della 
fabbrica anche un ideale, un destino, 


una vocazione?». 

Adriano pensava alla produzione orga¬ 
nizzata come parte integrante della cul¬ 
tura moderna, ma rifiutava la logica ma¬ 
terialistica dell'impresa che definiva: "la 
tragica marcia verso l'efficienza e il pro¬ 
fitto". La sua missione era dimostrare 
che una "fabbrica a misura d'uomo" 
non era solo possibile ma anche alta¬ 
mente efficiente e remunerativa, e ciò 
lo metteva in contrasto con la Confindu- 
stria, nella quale l’Olivetti non entrò mai 
fino alla morte di 
Adriano, La Con- 
findustria era anzi 
spesso in difficoltà 
perché Olivetti fir¬ 
mava i contratti 
separatamente e 
spaccando così il 
fronte padronale. 
Contratti integrativi 
garantivano infatti 
salari superiori in 
misura del 10-20% 
rispetto agli altri la¬ 
voratori metalmec¬ 
canici, ma anche 
condizioni normati¬ 
ve particolari come 
i permessi di ma¬ 
ternità che la leg¬ 
ge stabiliva per le 
lavoratrici in cin¬ 
que mesi e mezzo 
retribuiti all'80%; 
la Olivetti invece li 
aveva fissati in no¬ 
ve mesi e mezzo e 
interamente retri¬ 
buiti. 

Ivrea era dunque 
diventata da citta¬ 
dina tagliata fuori 
dalle principali vie 
di comunicazione, 
a grande attrattore 
per ogni tipo di intellettuali, architetti, 
designer, sociologi, musicisti. 

Nei primi anni '60 Olivetti era presen¬ 
te sui mercati di 117 paesi, attraverso 
26 organizzazioni commerciali dirette e 
108 agenti indipendenti. Le sue macchi¬ 
ne per scrivere e da calcolo venivano 
prodotte in nove stabilimenti italiani ed 
in nove stabilimenti all'estero (il primo in 
Spagna a Barcellona nel 1930, poi in 
Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada. Mes¬ 
sico. Colombia, Argentina, Brasile. Sud 
Africa) 

Il numero di dipendenti era salito dalle 
4 mila unità della fine della guerra, alle 
25 mila del '59, fino alle 55 mila del '63 
di cui 27 mila in Italia. 

Sul mercato mondiale Olivetti vantava 


quasi il 30% per le macchine da scrive¬ 
re, oltre il 33% delle macchine addizio¬ 
natrici e contabili. In Italia in particolare 
controllava il 90% del mercato, mentre 
aveva quasi il monopolio in Spagna ed in 
Messico. 

In quegli anni Olivetti aveva iniziato a 
produrre anche telescriventi e macchine 
utensili ma le macchine per ufficio resta¬ 
vano il vero punto di forza. Il comparto 
hi-tech della Divisione Elettronica dava 
invece lavoro a 3 mila dipendenti fra tec¬ 
nici specializzati, commerciali, ricercatori 
e dirigenti. Il gruppo di ricerca era costi¬ 
tuito da oltre trecento professionisti. 

Oltre alla serie ELEA 9003, 6001 e alla 
linea in fase avanzata di progettazione 
denominata 4000 (di dimensioni e pre¬ 
stazioni più ridotte) erano in produzione 
svariate unità accessorie e periferiche 
come lettori di banda, unità a nastro ma¬ 
gnetico, stampanti, fatturatrici, converti¬ 
tori, selezionatrici, lettori di schede e co¬ 
si via coprendo oltre il 25% del mercato 
nazionale, l'unico mercato che per scel¬ 
ta si volle aggredire con i prodotti elet¬ 
tronici. 

Tutto questo era stato conseguito 
senza aver mai fatto ricorso alla tecnica, 
allora già collaudata e consolidata dalla 
quasi totalità delle grandi aziende italia¬ 
ne, di ottenere contributi diretti o indiret¬ 
ti dallo Stato. Anzi era accaduto che in 
varie occasioni i grandi enti, le società a 
partecipazione statale, a parità di condi¬ 
zioni, avevano preferito ordinare calcola¬ 
tori IBM; proprio mentre gli organismi 
federali statunitensi rifiutavano di acqui¬ 
stare prodotti della Underwood, la con¬ 
sociata italiana della Olivetti negli Stati 
Uniti, perché straniera 


La fine del sogno 

Alla morte di Adriano Olivetti avvenuta 
improvvisamente nel 1960 il disinteres¬ 
se e la miopia della classe politica di allo¬ 
ra, la spregiudicatezza di alcune lobby 
affaristiche nostrane, il disorientamento 
dovuto ad una temporanea crisi finanzia¬ 
ria ed i litigi degli oltre venti componenti 
della famiglia Olivetti che detenevano la 
maggioranza delle azioni del gruppo, 
portarono nel 1964 alla vendita di una 
importante quota dell'Azienda, ed allo 
smembramento ed alla cessione della 
Divisione Elettronica prima alla General 
Electric e poi alla Honeywell 

A rendere il quadro ancora più critico 
c'è da ricordare la scomparsa tragica nel 
1961 dell'lng. Tchou, in un incidente au¬ 
tomobilistico sulla Torino-Milano; veniva 
cosi a mancare anche il padre dell'elet¬ 
tronica Olivetti, l'unico, dopo Adriano 



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La fatturatrice contabile elettronica MERCATOR 5000 rappresenta, nella stona 
dell organizzazione amministrativa, una tappa fondamentale Si tratta infatti 
della prima macchina contabile elettronica con memoria, siamo nel I960 e la 
memoria ovviamente era a nuclei magnetici di lenite. La Metcator 5000 era 
un vero e proprio centro contabile a programma, dotato di un sistema di me¬ 
moria e di elaborazione logica elettronica, di totalizzatori e di perforatore a na¬ 
stro era pertanto in grado di rispondere brillantemente a servizi contabili com¬ 
plessi In pochi millesimi di secondo poteva tornire prodotti di dodici cifre, pro¬ 
cedendo anche all'eventuale scarto dei decimali e all'arrotondamento alla cifra 
superiore o inferiore, o alla più vicina. Anche il sistema di scrittura, in parallelo, 
contribuiva ad incrementare le prestazioni, in quanto aboliva tutti i tempi morti 
del dispositivo di scrittura La codifica dei dati era in binario mentre il perfora 
tore a nastro riportava su un nastro a 6 canali i termini, le voci e i risultati ili 
tutte le operazioni di contabilita e di calcolo, consentendo di collegare il dispo¬ 
sitivo ai centri meccanografici ed agli elaboratoli elettronici. 


che poteva avere il carisma 
e la forza per difendere quel 
patrimonio di conoscenze in¬ 
calcolabile che era cresciuta 
sotto il nome di Divisione 
Elettronica La mancanza 
improvvisa di due personag¬ 
gi fondamentali di questo 
calibro, la crisi economica 
del 1962 che preannunciava 
la fine del boom economico 
(che per Olivetti si tradusse 
in un calo brusco della do¬ 
manda non solo in Italia ma 
anche all’estero), la concor¬ 
renza dell'industria giappo¬ 
nese e americana e la scar¬ 
sa coesione nella famiglia 
permisero l'ingresso nel 
Consiglio di Amministrazio¬ 
ne di una cordata di impren¬ 
ditori capeggiata dagli istituti 
pubblici IMI e Mediobanca 
(già allora guidata da Cuccia) 
e da privati quali FIAT e Pi¬ 
relli. 

Questa fu la fine dell'av¬ 
ventura nei grandi calcolatori 
elettronici e l’inizio della fine 
della filosofia Olivetti con 
l'ingresso dell’azienda nella 
Confindustria. 

Questo evento si ricollega 
al disinteresse generalizzato 
per le tecnologie avanzate 
che ha contraddistinto la 
classe politica e gli imprendi¬ 
tori italiani e che si è concre¬ 
tizzato storicamente con 
quel ritardo dell'economia 
che stiamo vivendo anche 
oggi e che si ripercuote ov¬ 
viamente con maggior forza nelle zone 
più deboli della nostra penisola. Il fatto di 
aver abbandonato, senza scrupoli, la 
strada del grande calcolo automatico e 
quindi dell’informatica al suo nascere è 
stato un errore che ancor oggi paghia¬ 
mo: non a caso in seguito l’industria 


Bibliografia 

- vari documenti ed articoli dai fascicoli 
Notizie Olivetti, pubblicati dal 1955 al 1965 
dalla C. Olivetti & C. 

- Lorenzo Soria, Informatica, un'occasio¬ 
ne perduta, Einaudi - Torino 1979 

- Enrica Zanzi, Il calcoltore elettronico 
ELEA 9003, Istituto Superiore per le indu¬ 
strie artistiche - Faenza 1986 

- vari documenti dagli Atti del Convegno 
Internazionale sulla storia e preistoria dei 
calcolo automatico e dell'informatica, Sie¬ 
na 1991 


informatica è stata definita "motore trai¬ 
nante dell'attività produttiva di un paese" 
grazie ai fatto che dal suo sviluppo con¬ 
seguiva la crescita culturale ed intellet¬ 
tuale e parallelamente lo sviluppo di altre 
attività industriali o terziarie indotte o co¬ 
munque sollecitate dal mercato dei gran¬ 
di calcolatori. 

Così Lorenzo Sona descrive l'evento 
nel suo libro-denuncia pubblicato da Ei¬ 
naudi: nNell’ottobre del '62 a Bascapè, 
un paesino distante pochi chilometri da 
Milano, l'aereo su cut viaggia Enrico 
Mattel. l'uomo che si era permesso di 


Ringraziamo il Museo Nazionale degli 
Strumenti per il Calcolo di Pisa por la col¬ 
laborazione, i documenti scientifici ed il 
materiale fotografico che ci ha fornito e 
che è stato utilizzato per scrivere questo 
articola. 


mettere in discussione il mono¬ 
polio delle sette sorelle del pe¬ 
trolio. si schianta misteriosa¬ 
mente al suolo. Un anno dopo 
a saltare è Felice Ippolito, an¬ 
che lui reo di aver ricercato una 
politica energetica alternativa 
per l'Italia Passano ancora al¬ 
cuni mesi, siamo nell'estate del 
'64, e iOlivetti cede, anzi rega¬ 
la. alla General Electric la sua 
Divisione Elettronica. 

Tre episodi slegati, senza al¬ 
cuna relazione diretta tra loro, 
un filo sottile ma neanche tanto 
che li unisce, che li accomuna, 
però c'è. È la risposta brutale e 
secca che hanno avuto quegli 
uomini e quelle forze che ave¬ 
vano tentalo in quegli anni di 
dare un assetto diverso alle fra¬ 
gili strutture su cui poggiava 
l'economia italiana E di farla fi¬ 
nita con la formula su cui il pae¬ 
se aveva costruito il cosiddetto 
« boom": costo del lavoro Pas¬ 
sissimo e più produzione di be¬ 
ni a tecnologia matura. Una for¬ 
mula che aveva fatto credere 
agli italiani che tassi di crescita 
annui nell'ordine del 5-7% fos¬ 
sero non solo normali, ma an¬ 
che destinati a durare all'Infini¬ 
to. I...1 

Invece di seguire la scia 
dell'innovazione gli imprenditori 
e con loro i responsabili della 
politica economica del paese, 
riuscirono anzi a neutralizzare 
lo a distruggere1 1 Mattei, gli Ip¬ 
polito. le Divisioni Elettroniche, 
quelle forze che avevano avan¬ 
zato alcune perplessità di fronte alla sa¬ 
cra formula su cui il paese aveva prodot¬ 
to il proprio reddito in quegli anni”. 

Per tutti i dipendenti, dai massimi diri¬ 
genti alle operaie addette alle pulizie, la¬ 
vorare all'Olivetti significava vivere una 
realtà aziendale molo stimolante e uma¬ 
na rispetto a quella di qualsiasi altra 
azienda italiana. In virtù di questo spirito 
ancora oggi molti tecnici e dirigenti che 
lavorarono alla Divisione Elettronica e 
che attualmente sono ancora alla Olivet¬ 
ti o sono disseminati in altre aziende del 
settore informatico parlano di quegli an¬ 
ni come di un vecchio amore perduto. 

Sul prossimo numero di MC descrive¬ 
remo il lavoro nella Divisione Elettronica 
ed il progetto dei calcolatori della serie 
ELEA Sui successivi invece approfondi¬ 
remo alcuni dettagli tecnici sulle macchi¬ 
ne 9003 e 6001. 

Mg 


148 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




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Informatica 

e Società 


■ i. 




di Manlio Cammarata 


Continuano i tentativi di censura e limitazione della libertà della Rete 

Quali leggi per il 
"territorio Internet"? 

In tutto il mondo si cerca di imporre il controllo dei contenuti della Rete, magari 
sotto forma di una "autoregolamentazione" più o meno reale. Ma in realtà 
nessuno ha ancora capito "che cosa è" Internet dal punto di vista giuridico e 
quali strade si debbano seguire per scrivere regole giuste. 


di L 

_i a mia paura è che, con il contributo della 

scarsa chiarezza di idee dei mass-media, 
del legislatore e persino di molti provider, più che al 
centro dell'attenzione, Internet sia pericolosamente 
al centro del mirino'. Cosi, un mese fa, Paolo Nuti 
concludeva il suo editoriale su questa rivista. Una 
conclusione che può essere vista come la premes¬ 
sa di un discorso molto più ampio sulla situazione 
delle "regole di Internet", alle quali è dedicato que¬ 
sto articolo. 

Fissiamo alcuni punti essenziali per inquadrare la 
situazione: 

1. il progresso della diffusione di Internet, anche 
se non rapidissimo come si pensava qualche tem¬ 
po fa, è inarrestabile e coinvolge gruppi di persone 
sempre più vasti e indifferenziati, fino a far ritenere 
non lontano il momento in cui ‘la rete delle reti" po¬ 
trà essere considerata un mezzo di comunicazione 
di massa, come la televisione: 

2. il modello di Internet si evolve in forme sem¬ 
pre più lontane dalla sua impostazione originaria di 
mezzo di scambio di informazioni destinate a grup¬ 
pi specifici di utilizzatori; 

3. una convergenza tecnologica spontanea porta 
Internet a "incorporare' media differenti, come la ra¬ 
dio, la televisione, la stampa, fino a configurare un 
nuovo sistema globale di informazione: 

4. l’interattività, e soprattutto la possibilità di ri¬ 
cercare e combinare le informazioni da parte del 
singolo utente, costituiscono un aspetto compieta- 
mente nuovo del sistema globale dell'informazio- 
ne; 

5. tutti gli sviluppi, tecnologici e di contenuto, si 
verificano al di fuori di qualsiasi tentativo di pro¬ 
grammazione e di regolamentazione. 

Descritto così, molto sommariamente, il quadro 
d'insieme, dobbiamo aggiungere un paio di consi¬ 
derazioni. La prima è che la possibilità di utilizzare 
Internet determina maggiori opportunità di cono¬ 


scenza, di lavoro e dì sviluppo personale e sociale; 
dunque è necessario che il maggior numero possi¬ 
bile di persone abbia accesso alla Rete e che non si 
crei un divario sempre più ampio tra 'info-ricchi' e 
"info-poveri". La seconda deriva da tutto quello che 
abbiamo detto fin qui, ed è la constatazione che la 
'regolamentazione di Internet" non interessa solo i 
"cibernauti', ma tutta la popolazione, dal momento 
che in tempi abbastanza brevi l'intera vita economi¬ 
ca e sociale della collettività sarà in qualche misura 
influenzata dalla presenza e dall'utilizzo di Internet. 
Anzi, della 'Rete', perché la realtà tecnologica e co¬ 
municativa che si sta sviluppando è sempre più 
lontana dalla concezione originaria di Internet. 

Poste queste premesse, occorre chiarire il punto 
centrale: che cosa si deve intendere per "regola¬ 
mentazione di Internet? Nel quadro attuale della si¬ 
tuazione, caratterizzata dalla 'scarsa chiarezza di 
idee - rilevata da Nuti, sembra che la questione più 
urgente da risolvere sia il controllo dei contenuti 
“critici - ; subito dopo viene il problema delle tariffe. 
Ma questa è una visione molto parziale del proble¬ 
ma, che non tiene conto della premessa più impor¬ 
tante, cioè la diffusione dell'accesso alla Rete co¬ 
me strumento dì crescita individuale e sociale e 
quindi come oggetto di un "diritto all'informazione" 
inteso in senso globale. Si deve aggiungere un se¬ 
condo aspetto importante, quello della "certezza 
del diritto" per tutti i rapporti di rilevanza giuridica 
che si realizzano sulla rete, oltre che per eventuali 
comportamenti illeciti. 

Il "codice genetico" 
di Internet 

Internet - o meglio, la Rete - è un sistema as¬ 
sai complesso che si sviluppa secondo regole 


150 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 






Informatica e Società 


proprie Tutti i tentativi di programmare o indiriz¬ 
zare lo sviluppo della Rete fino a ora non hanno 
avuto successo. E' recente la notizia che l'esperi¬ 
mento della Time Warner di costruire un mercato 
della TV interattiva a Orlando, in Florida, si è con¬ 
cluso con un fallimento: sembra che neanche in 
una società avanzata come quella della Florida al¬ 
la gente importi alcunché della TV interattiva in 
quanto tale. Sarebbe però interessante sapere di 
quanto, nei tre anni della sperimentazione, sia 
cresciuto il numero di abbonati a Internet nella 
stessa area: certamente molto di più di quanto i 
signori della Time Warner e i loro soci possano 
aver immaginato agli inizi per i sottoscrittori del 
loro sistema, 

Anche in Italia siamo in una situazione del ge¬ 
nere: le sperimentazioni di Stream, per quel poco 
che si riesce a capire, non hanno dato risultati 
confortanti, e la stessa azienda sembra ora piu 
orientata alle applicazioni di TV satellitare e "Inter- 
net-like'. Anche l'impegno di Telecom Italia appa¬ 
re più orientato a capire quali possano essere le 
applicazioni decisive da vendere on-line che a for¬ 
me di interattività diverse da quelle che si stanno 


sviluppando sulla base dei protocolli TCP-IP, che 
sono il "linguaggio tecnico" di Internet e che sono 
sul punto di estendersi verso la televisione e la 
multimedialità in generale. 

Sembra che Internet possieda una sua capa¬ 
cità autonoma di incorporare e assimilare tutte le 
possibili forme di comunicazione, influenzando 
attraverso questo l'ambiente in cui vive. Probabil¬ 
mente questo dipende in primo luogo dalla natu¬ 
ra dei protocolli TCP-IP e dalla loro estrema flessi¬ 
bilità. E' significativo il fatto che nel giro di pochi 
anni, praticamente da quando ha iniziato a diffon¬ 
dersi il World Wide Web, siano scomparsi o pas¬ 
sati in secondo piano tutti gli altri protocolli di te¬ 
lecomunicazione ed anche i sistemi di archiviazio¬ 
ne e ricerca delle informazioni non compatibili 
con il linguaggio HTML, Persino i più importanti 
sistemi di database, come Oracle, Access e simi¬ 
li. si evolvono in direzione di un utilizzo iperte¬ 
stuale sugli schemi del Web. Anche il futuro si¬ 
stema operativo Microsoft per l'informatica per¬ 
sonale seguirà lo schema della "navigazione" sulla 
Rete ipertestuale e multimediale. 

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MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


151 










Informatica e Società 


zione delle tecnologie dell'informazione deve 
confrontarsi con gli schemi informativi e i presup¬ 
posti tecnici di Internet, che costituiscono una 
sorta di "codice genetico" della Rete. Un esempio 
che ci riguarda da vicino è quello della Rete unita¬ 
ria della pubblica amministrazione progettata e 
avviata dall'AlPA. Dopo anni di proposte più o 
meno inconcludenti, dopo interminabili dibattiti e 
conferenze sugli standard e sull'interoperabilità, 
si è arrivati alla conclusione che Internet è l'unico 
sistema a portata di mano per interconnettere e 
consentire lo scambio di informazioni tra gli uffici 
pubblici. Ne è derivato un nuovo modello di pub¬ 
blica amministrazione che ricalca il "modello Inter¬ 
net". al punto che in qualche documento dell'Au¬ 
torità per l'informatica le unità organizzative della 
PA sono definite "siti"! 

A questo punto credo di poter azzardare una 
previsione: anche le regole sul "documento digi¬ 
tale" e sulla crittografia, che presto dovranno es¬ 
sere varate per attuare le disposizioni della "legge 
Bassanini", saranno fondate sulle procedure già 
in uso su Internet L'impostazione del progetto 
"Atti e documenti in forma elettronica" diffuso 
dall'AlPA nell'autunno scorso, con tutta la sua bu¬ 
rocrazia e le sue impennacchiate "autorità", sarà 
probabilmente spazzata via da un insieme di re¬ 
gole molto semplici, compatibili con il "codice ge¬ 
netico" di Internet e in grado quindi di assicurare 
nel modo più immediato la funzionalità della rete 
unitaria della PA. Nello stesso tempo si darà cer¬ 


tezza legale alle transazioni telematiche private, 
con il semplice riconoscimento delle procedure 
che sono già in uso e che si sono sviluppate 
spontaneamente, in virtù della loro efficacia 

Cosi, con il documento digitale, siamo ritornati 
al punto di partenza: le regole di Internet. E non 
c'è dubbio che le regole per l'autenticazione dei 
documenti e l'identificazione certa degli utenti 
costituiscono un aspetto molto importante della 
regolamentazione della Rete, sostanziale almeno 
quanto la possibilità di perseguire gli autori di rea¬ 
ti commessi on-line o di delimitare con sufficien¬ 
te chiarezza le responsabilità dei provider per i 
contenuti critici. 

Perché 

l'autoregolamentazione? 

C'è un altro aspetto che deve essere messo in 
rilievo e che si inserisce nel già citato quadro di 
scarsa chiarezza della natura e dei problemi di In¬ 
ternet. Si dice e si scrive che Internet è "un mon¬ 
do senza regole", che vi regnerebbe la più sfrena¬ 
ta anarchia, si tende a vedere II ciberspazio come 
una specie di Far West, dove vige la legge del piu 
forte o del più furbo. Nulla di più falso. 

Come vedremo meglio tra un attimo, Internet 
esiste proprio grazie a un sistema di regole per¬ 
fettamente strutturato. Una parte di queste sono 


Una le gge p er il cibers p azio 


P 

I erché le leggi nazionali non sono in grado di 
regolare tutte le attività che si svolgono in forma tele¬ 
matica? Vediamo qualche esempio. 

E’ già possibile, e ira poco tempo sarà un fatto assolu¬ 
tamente normale, acquistare in rete beni e servizi. Po¬ 
niamo un caso in cui l'acquirente si trovi in Italia e il 
venditore negli Stati Uniti: quale legge regola questa 
transazione, quale tribunale di quale nazione è compe¬ 
tente per un'eventuale controversia? Il "diritto interna¬ 
zionale privato" piò offrire qualche risposta, ma in molti 
casi il meccanismo di rinvii sui quali è fondato potreb¬ 
be rivelarsi troppo complesso, soprattutto se si consi¬ 
derano gli sviluppi quantitativi prevedibili a medio ter¬ 
mine per il commercio telematico. 

Ecco un altro esempio. In Italia tra poco tempo do¬ 
vrebbe essere possibile, grazie alla prevista regola¬ 
mentazione del documento digitale, stipulare il con¬ 
tratto di acquisto di un immobile tra soggetti che si 
trovano in città diverse, con l'intervento di due notai 
collegati via modem. In quale delle due città sarà risul¬ 
terà formato l'atto di vendita, in quella dell’acquirente 
o in quella del venditore? 

Un problema simile può essere posto per un'azione 
delittuosa. Un hacker che si trova in Svezia attacca un 
sistema che si trova in Italia, complichiamo un po' la 
situazione immaginando che per compiere questo ille¬ 
cito penale egli si introduca abusivamente in un siste¬ 
ma posto sul territorio australiano (l'ipotesi non è pere¬ 


grina). La domanda naturalmente è: in quale nazione è 
stato compiuto il crimine? 

Ci possono essere situazioni ancora più complesse. 
Immaginiamo che nel paese A sia operante una rete di 
telecomunicazioni di proprietà del paese B, e che su 
questa rete passino contenuti provenienti dal paese C 
e diretti al paese D Nel paese A, dove si trovano i rou- 
ter della rete del paese B, questi contenuti sono proi¬ 
biti. mentre sono perfettamente leciti negli altri paesi 
coinvolti nello scambio di informazioni. Un magistrato 
del paese A. in forza della legge nazionale, potrebbe 
proibire al gestore della rete il transito dei dati illegali 
(ammettiamo che il paese A sia l'Italia e i dati riguardi¬ 
no un traffico illegale di armi: il magistrato italiano po¬ 
trebbe legittimamente disporre il sequestro dei routet 
interessati). Ora i paesi B, C e D potrebbero sollevare 
un putiferio internazionale: come si permette un magi¬ 
strato di un altro stato di impedire le nostre transazio¬ 
ni? 

Ecco quindi la necessità di un "diritto della rete" unifor¬ 
me e accettato dal maggior numero possibile di stati 
Certo, qualche stato potrebbe non aderire all'accordo 
e si creerebbero cosi i "paradisi telematici", come oggi 
ci sono i "paradisi fiscali". Ma. da che mondo è mondo, 
nella società c'è sempre un certo numero di individui 
che trova il modo di sfuggire alle regole accettate dalla 
maggioranza. Né Internet né le sue possibili future leg¬ 
gi potranno cambiare questa realtà 


152 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 







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[FA 21. 1997] 

[Mar 20. 1997] 

|D.c 30. 1990] 

[Dee 6, 1996] 

[Sept 24. 1996| 
[Stpl 18. 1996] 
|S«pl 12. 1996] 


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Un'occhiata al sito 
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iter Foundation e 
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ne sui problemi della 
regolamentazione di 
Internet nel mondo 
I ihllo mvw.e'r grol 


di natura strettamente tecnica (i protocolli), altre 
di tipo tecmco-amministrativo (come la struttura 
degli indirizzi di rete), altre ancora definiscono i 
comportamenti (la cosiddetta "netiquette"). Tutto 
nell'ambito del principio generale della libertà di 
espressione e dell'adesione volontaria di ogni 
soggetto all'insieme delle regole Qui sta il noc¬ 
ciolo della questione: lo sviluppo della struttura 
originaria della rete e buona parte della sua più 
recente evoluzione sono fondati su una forma 
particolare e generalizzata di "contratto per ade¬ 
sione". le cui clausole sono accettate da tutti gli 
aderenti come condizione necessaria per l'appar¬ 
tenenza al sistema. Non si può far parte di Inter¬ 
net e non accettarne le regole: dal punto di vista 
tecnico è impossibile, dal punto di vista dei com¬ 
portamenti si rischia di essere "espulsi" dalla ri¬ 
provazione di tutti gli altri aderenti. Questo è ap¬ 
punto ciò che si dovrebbe intendere quando si 
parla di autoregolamentazione. 

La caratteristica più importante del sistema di 
regole che governa Internet è che esso non fa ri¬ 
ferimento ad alcun sistema giuridico riconosciuto 
come tale dalle convenzioni intemazionali. Cioè 
non esistono "leggi" che regolino Internet al di 
sopra delle sue norme interne E' vero che in 
ogni paese in cui operano soggetti collegati alla 
Rete esistono leggi che i soggetti stessi devono 
rispettare, ma si tratta di norme generali, non 
dettate in funzione delle attività di Internet. Dove 
invece questo avviene (per esempio in Cina e a 
Singapore), l'uso della rete non è libero, e non a 
caso sono nazioni il cui ordinamento non può es¬ 
sere definito democratico. 

Ora qualcuno chiederà: ma se la Rete dispone 
di un sistema cosi efficace di norme, da dove na¬ 
scono i problemi della pornografia, della pedofi¬ 


lia, della diffusione di incitamenti al crimine o al¬ 
l'odio razziale e via elencando? La risposta e che 
questi comportamenti rientrano nell'ambito della 
liberta di espressione on-line, almeno secondo le 
visioni più radicali, come quella della Electronic 
Frontier Foundation. Ma in questo modo non si 
risolve il problema, perché l'allarme sociale de¬ 
stato dai "contenuti critici" è forte e potrebbe alla 
fine portare a forme di controllo, censura e re¬ 
pressione che si sa dove Incominciano e non si 
sa mai dove vanno a finire. Dunque il punto è fa¬ 
re in modo che la Rete stessa, secondo il suo 
"codice genetico", si dia nuove regole che ne as¬ 
sicurino l'ulteriore sviluppo, allontanando il ri¬ 
schio di interventi repressivi. 

Ecco perché da più parti si cerca di incoraggia¬ 
re l'adozione di codici di autoregolamentazione 
(si veda, in particolare, la Raccomandazione del 
Consiglio Europeo). E' necessario però che sia 
"vera" autoregolamentazione, non un insieme di 
regole concordate con le autorità dei singoli pae¬ 
si, che sarebbero una forma di repressione ma¬ 
scherata. I codici di autoregolamentazione non 
possono sostituirsi alle leggi per molti punti im¬ 
portanti, come quello della responsabilità per i 
contenuti, ma sono molto più flessibili e possono 
essere applicati e fatti osservare dagli stessi 
aderenti con procedure rapide ed efficaci inoltre 
costituiscono un punto di riferimento importante 
anche in caso di interventi della magistratura, 
perché il giudice può assumere le norme di auto¬ 
regolamentazione come parametro per valutare il 
comportamento dell'eventuale imputato (questa 
possibilità può addirittura essere stabilita per leg¬ 
ge). 

Attenzione, però: l'autoregolamentazione può 
essere efficace solo per quanto riguarda i rappor¬ 
ti tra i soggetti coinvolti nella definizione e nel- 
I applicazione delle regole, oltre che per i loro 
eventuali beneficiari (in questo caso gli utenti-ab¬ 
bonati). Ma non può in alcun modo influire su si¬ 
tuazioni giuridiche esterne al sistema. Per esem¬ 
pio, non può determinare effetti legali sulla pro¬ 
prietà o sull'esecuzione di contratti, o su altre si¬ 
tuazioni normalmente regolate dalle legge comu¬ 
ne o dagli accordi internazionali II problema di 
"regolamentare Internet" si pone quindi per l'a¬ 
spetto che interessa i rapporti tra la Rete e "il re¬ 
sto del mondo". 

Tanto per fare un esempio: l’autoregolamenta¬ 
zione può servire a determinare il comportamen¬ 
to dei fornitori di accesso per la selezione dei 
contenuti, mettiamo in materia di pedofilia, ma 
non ci può essere autoregolamentazione per il 
reato di abuso sessuale ai danni di un minore, è 
una questione che ricade nelle previsioni della 
legge del paese in cui si verifica il fatto. 

La natura giuridica 
di Internet 

Entriamo cosi nel "problema dei problemi": 
spesso è difficile determinare l'ordinamento giu- 


154 


MCrricrocomputer n. 174 - giugno 1997 

























Informatica e Società 


i 


Il codice,., se g reto 

U n codice di autoregolamentazione dovrebbe nascere da una discussione pubblica tra tutti gli interessati. 
Qualcuno fa una proposta, qualcuno ne fa un'altra, si mettono insieme, si dibatte 

E invece in Italia sta succedendo qualcosa di strano. Del codice di autoregolamentazione dei fornitori di Internet 
si occupano diversi ministeri, fra gli altri quello della Giustizia e quello delle Poste, in segretissimi colloqui con i 


Charte de l'Internet 


UsgtaJEaA 


6m 1997 

1 « Chmir de rtlllrmef rii .|.....i 
uv l'auto I r culatta* 4* Univi»»! 

» l>rpv»« Ir 24 4<rtl,|tau i> ranuinituijHr n .• compir trndu ile 
r*nmoiv »••»» •< ivm dr pi»si|u» 

IMI*» lo* ■*««••••«< do llftloiMI nm putirti.«irut « la 
»{—...*• •< 4* «Ul tlfc » oau*. iwm u. 
Uutam pani irriti* rn piala l'Obirit al.iar ri Ir "t oa»*J" 
dr rimnupt tu U 4* la < hait* rn min» I * 
ip *upr tir Uat «I • aiu.h* *t«i*n.*n4 drputi la 6 Miai 199* a 
H«hW un cntnplainrnf «u rlaiifiara la* p» *»<!»*• luadatavoi 
da la H davroti 4 afimHt atnant i linan ini «pii munì 

pai la frmp* d* In* la < Kartr ri <jiu «ari 4* 


• mi Mani» I jJand' Unii Ir lappo»! iWmfe au 
In Muniti r tannar la dauaicha da la «'Varia al damandr 
<iu* I Klai adtiara llUiaiaa piopo.m.rl 

1 ri-ilrr l • w J» »•«•■»» <>•»■-» <■ w.i 


1 Panila»! crtt* panoil* le» niutrnt jmi liliali* « ri fiu.iiirli*i« 
puui dimnri *lf a la Oiuia rom *ìjJ*iii»*i ària n*uiut 


La* refmacai 


rappresentanti delle associazioni 
interessate, che presentano se¬ 
gretissime bozze di codice. Che 
cosa potrà uscirne? Difficile dir¬ 
lo Noi abbiamo fatto la nostra 
pane, con la bozza pubblicata 
nel Forum multimediale 'La so¬ 
cietà dell'informazione" 
ihupy/www.mciinK.u/iniorum^ 

codice.htm); sarebbe opportuno 
che anche gli altri rendessero 
pubblici i loro progetti. Nell'atte¬ 
sa possiamo dare un'occhiata al¬ 
l'interessante proposta france¬ 
se. pubblicata alla URL 
rttp://www.pianete netycod^ 

internet/. 


Suscita molte discussioni la bozza di 
autoregolamentazione francese 
i'iui ,v,vrt w clanete neVcoge-imemeti 

ma presenta diversi aspetti interessan¬ 
ti. 


ridico nel cui ambito devono essere inquadrate 
molte attività - lecite o illecite - che si svolgono 
sulla Rete (ne parliamo nel riquadro). Vi sono 
inoltre rapporti particolari, caratteristici del mon¬ 
do "virtuale", che difficilmente possono essere ri¬ 
condotti a situazioni analoghe nel mondo "reale" 
(si pensi al complicato sistema di relazioni coin¬ 
volte nella configurazione di un router, cioè di 
uno di quei computer che smistano i flussi di bit 
sulle reti interconnesse). 

Ma. prima di affrontare questo tipo di questio¬ 
ni, è necessario chiarire un punto che fino ad ora 
non è stato discusso: che cos’è Internet dal pun¬ 
to di vista del diritto? O, per dirla in termini tecni¬ 
ci, qual è la "natura giuridica" di Internet? La ri¬ 
sposta a questa domanda è preliminare a qual¬ 
siasi altra considerazione e richiede conoscenze 
tecnologiche e conoscenze giuridiche in pari mi¬ 
sura. 

Indagando sui rapporti che si instaurano nella 
Rete, il giurista si accorge presto dell'assenza di 
qualsiasi requisito che possa far attribuire a In¬ 
ternet una personalità giuridica. Non ha uno sta¬ 
tus. non è titolare di diritti, non ha doveri. Non 
esiste un 'responsabile di Internet", un ammini¬ 
stratore, un procuratore. Nessuno può stipulare 
un contratto "con Internet", Non esiste nessun 
soggetto del quale si possa dire che abbia un 


rapporto giuridico, di qualsiasi natura, con Inter¬ 
net. Si può concludere che Internet "non esiste" 
dal punto di vista giuridico? Vediamo. 

La definizione usuale di Internet è "la rete che 
collega milioni di computer in tutto il mondo" 
Ora noi sappiamo che cosa è una rete, dal punto 
di vista fisico. E' un insieme di beni materiali, 
cioè cavi, antenne ricestrasmittenti e apparec¬ 
chiature di commutazione (router) e di beni im¬ 
materiali, cioè i software che la fanno funziona¬ 
re. Il punto è che non esiste un solo metro di ca¬ 
vo, una sola antenna, un solo router, una sola ri¬ 
ga di software di cui si possa dire che "è di Inter¬ 
net". Ciascun pezzo deil'infrastruttura globale di 
telecomunicazioni appartiene a un soggetto di¬ 
verso, che può essere pubblico o privato, nazio¬ 
nale o multinazionale. Ogni rete fa capo a uno o 
più soggetti proprietari delle infrastrutture fisiche 
e titolari dei diritti di utilizzo del software. Ma In¬ 
ternet, in quanto Internet, non solo non è pro¬ 
prietaria di alcuna infrastruttura, ma non ha nem¬ 
meno un contratto, sia pure implicito o informa¬ 
le. con alcun proprietario di infrastrutture di tele¬ 
comunicazioni. La conclusione che "non esiste" è 
fondata su una logica ferrea. 

Eppure c'è, funziona abbastanza bene, ed è la 
rete di telecomunicazioni più estesa del mondo, 
"la Rete" per eccellenza. Come può funzionare 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


155 



























Informatica e Società 


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Diskussionsforum 


(«■ 


Da» Diikussionsfonim nini Thona 
"Rfchlliclir Rahmaibcdiii(iin(ai tur npnp tnformadon» luul 
Kommunikalionxtitiult" 
wurdp jcichlouen. 

N«h Ih mi mi werden in Krnn an diettr Sitile diskutitrt 
wtrdcn. 


J/&I Doti*»* Don» 


Anche in Germania 
sono in corso accese 
discussioni sulla rego¬ 
lamentazione di Inter¬ 
net, in particolare sulla 
bozza di un testo sui 
‘Muovi servizi di mfor 
mazione e comunica¬ 
zione' Anche se il fo¬ 
rum Isul sito del Mini¬ 
stero dell'Industria!! e 

momentaneamente 
chiuso Comunque, 
per chi capisce il tede¬ 
sco. la URL è 
rttpy/wwwjio. pe/ràn 

men/ecK wer te Dmoi 

html 


qualcosa che non esiste? Per capirlo dobbiamo 
analizzare 'come' funziona. Vediamo, per esem¬ 
pio, che cosa deve fare un soggetto che voglia 
collegare il suo computer a Internet, Deve fare 
due cose; stipulare un contratto con un soggetto 
detto ‘Internet Access Provider' (che non è Inter¬ 
net!) e installare nella sua macchina un software 
con particolari caratteristiche, definite da un in¬ 
sieme di norme tecniche designate come "proto¬ 
colli TCP/l P' La più importante di queste norme 
riguarda la designazione del computer collegato 
alla rete, in termini tecnici il suo 'indirizzo' (IP ad- 
dress), che può essere fisso o assegnato di volta 
in volta all'inizio del collegamento Tutto questo 
"è Internet' Qualsiasi soggetto che disponga dei 
requisiti elencati, cioè di un diritto di accesso 
(del quale è parte essenziale l'assegnazione del¬ 
l'indirizzo fisso o variabile), e del software TCP/IP 
può connettersi alla rete o, più esattamente, può 
usare la rete per connettersi ad altri soggetti che 
seguano le stesse regole 

Quindi Internet altro non è che un accorgi¬ 
mento tecnico, fondato su regole tecniche, che 
consente il collegamento (e quindi lo scambio di 
informazioni) tra un numero indefinito di sogget¬ 
ti che si trovano nelle stesse condizioni. Ecco 
perché 'Internet non esiste'! Esistono solo dei 
soggetti che si connettono tra loro usando le re¬ 
ti di telecomunicazioni (dì chiunque siano, pur¬ 
ché interconnesse) Possiamo quindi identificare 
Internet come 'un insieme di regole'. E' un in¬ 
sieme fortemente strutturato, al punto che pos¬ 
siamo definire la stessa Internet come una 
struttura caratterizzata da una logica interna fon¬ 
data su regole tecniche. Abbiamo quindi in qual¬ 
che modo trovato una risposta alla domanda 
'che cosa è Internet': Internet è una struttura lo¬ 
gica. 


La Rete come 
"meta-territorio" 

Ora possiamo cercare una definizione giuridica 
che possa adattarsi a questa struttura logica. E' 
chiaro che Internet non è un 'soggetto', perché 
tutti i rapporti telematici non si realizzano 'con' la 
Rete, ma si realizzano tra soggetti diversi 'nella' 
Rete. Ma allora la Rete è un 'luogo'! 

Se accettiamo questa definizione, tutto diventa 
più chiaro. La Rete è un luogo nel quale si realiz¬ 
zano rapporti interpersonali, relazioni commerciali, 
azioni illecite, msomma tutto quello che si manife¬ 
sta perché esiste quello che chiamiamo 'ciberspa¬ 
zio' o 'spazio virtuale”. Le difficoltè emergono 
quando tentiamo dì definire le relazioni tra lo spa¬ 
zio virtuale e lo spazio reale. Non dimentichiamo 
che il diritto positivo (cioè quello riconosciuto e in 
qualche modo codificato) tende a delimitare lo 
spazio, a identificare confini che dividono lo spazio 
in 'territori', e ad assumere il territorio come uno 
dei presupposti per l'applicazione della legge. 
Dunque si deve decidere quale legge debba esse¬ 
re applicata al 'teiritorio-rete' 

I singoli ordinamenti nazionali, come abbiamo 
visto, non riescono a 'contenere' tutte le situazio¬ 
ni che si verificano nel ciberspazio. Per gli aspetti 
penali possono essere predisposti accordi interna¬ 
zionali simili a quelli già esistenti per i delitti del 
"mondo reale' Per gli aspetti civilistici qualcuno 
potrebbe avere la tentazione di richiamare le nor¬ 
me del 'diritto internazionale privato', che tuttavia 
si rivelano impraticabili perché, di fatto, consisto¬ 
no in una serie di richiami ai diritti nazionali e 
spesso determinano situazioni di conflitto di diffi¬ 
cilissima soluzione Con la sempre maggiore diffu¬ 
sione delle transazioni su scala globale è necessa¬ 
ria una regolamentazione per quanto possibile 
uniforme e accettata dal maggior numero possibi¬ 
le di paesi. 

A mio avviso, l'unica soluzione possibile consi¬ 
ste nella definizione di un 'diritto della rete” che 
prescinda in partenza dalle legislazioni dei singoli 
stati A questa soluzione si oppone però il concet¬ 
to di “territorio' che di norma è alla base dell'appli¬ 
cabilità della legge. Ma c'è un'eccezione, quella 
relativa agli spazi in cui vige il diritto della naviga¬ 
zione marittima o aerea. Questi spazi extraterrito- 
riali hanno inizio nel punto in cui terminano gli spa¬ 
zi territoriali. Se si riuscisse a stabilire un 'limite 
delle reti territoriali', come per le acque e gli spazi 
aerei, il problema potrebbe essere avviato a solu¬ 
zione. Resterebbe da capire quale possa essere il 
confine. 

Vediamo il caso dei dati personali contenuti nel¬ 
le pagine del World Wide Web. Per la nuova leg¬ 
ge italiana essi sono 'trasferiti all'estero' nel mo¬ 
mento stesso in cui sono pubblicati, perché 'mes¬ 
si a disposizione' di soggetti che si trovano al di 
fuori del territorio nazionale. Ma allora la frontiera, 
il punto di confine, è il modem, oppure il server 
del fornitore di accesso. Attenzione, però, che il 


156 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 














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Informatica e Società 


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o U SOCKTA' DEU'INFORMAZIONE 


1997: LA LEGGE E LA RETE 


Relazioni - 5 


Proposta per un codice di autoregolamentazione dei tornitori di 

servizi telematici 

di Manlio Cammarata e Andrea Mortn 


Nota ai un articolo tuia noria ffNina r Gxanta pai U protarona dai 0ab paitonah anunca alciaa 

pnncp fonò*m*ftlali o«< U rt^olanwntazior* é MimM (M a la R#oob£*c») 

Inlamat. n* carnuta nò anarchia aalvaoola - di Statano Rodotà 

Sommario 

INTRODUZIONE 

!. ironia ai ntmiilltBj|iatiiflip3Bianninigtii||ig pai ut* iplumi"! Pivviain 

ZJIMllG_ll«LLs!lll« 

3. Smuro mW-Cmllm 

4. fon ti di nlBilinpM p 


BOZZA DEL CODICE 

1 11 l’I’ r'.M 

Titolo I G ri'OlQl'iQ 

Binisi Rraolv ili miuuuttfmiilii » rr>iio'-satiUlto 

Titolo Il i Otaa nl a c pmaetanra 
Titolo !V Procedimi tomoiKioso 
IMsV Salutoni 

jUfll Oocanm Dona 


UI7 


L'unica proposta italia¬ 
na pei un codice di au¬ 
toregolamentazione 
resa pubblica Itra le 
tante che ciicolano in 
segretoI è nel Forum 
multimediale 'La so¬ 
cietà dell'mlormazio- 
ne' alla URL 

Vino //W'.y.y Hic'jri: n/\ 

nforum/codice.htm 


concetto di esportazione presuppone il passaggio 
di un bene da un territorio a un altro. Verso quale 
territorio viene esportata un’informazione immes¬ 
sa nella Rete? Verso "tutti gli altri", viene da ri¬ 
spondere, ma è una risposta insoddisfacente, 
perché le norme sull'esportazione sono ovunque 
diverse a seconda del paese destinatario (senza 
considerare gli aspetti relativi ai beni in transito). 

Considerare la Rete come un territorio, da, 
verso e attraverso il quale possono compiersi 
passaggi di beni immateriali, costituisce un salto 
concettuale non facile. E si può obiettare che si 
possono determinare conflitti tra il 'territorio re¬ 
te" e le realtà territoriali sulle quali la rete fisica¬ 
mente si trova. In effetti è difficile immaginare 
che a un territorio reale in senso giuridico se ne 
possa sovrapporre un altro, a meno che non si 
pensi al secondo come a un 'meta-territorio" 

Se si osserva con occhio disincantato la realtà 
della Rete, non è difficile immaginarla come un 
meta-territorio. Non tanto una realtà extraterrito¬ 
riale, come le acque e gli spazi aerei, né come 
un luogo a-territoriale, che sarebbe una contrad¬ 
dizione in termini, ma come qualcosa di ulterio¬ 
re, di esterno, anche se localizzato, di volta in 
volta, in corrispondenza di un territorio ricono¬ 
sciuto dalla comunità internazionale. 

Se si arrivasse a una definizione giuridica della 
Rete come meta-territorio, diventerebbe molto 
più facile creare una normativa accettabile dalla 
maggior parte degli stati. Il punto più difficile sa¬ 
rebbe probabilmente l'individuazione della linea 
di confine, che non dovrebbe essere fisica, ma 
logica: per esempio, un trasferimento di dati che 
abbia origine e termine nello stesso stato, sareb¬ 


be soggetto alla legge di quello stato e non del 
meta-territorio; nel caso poi che questo flusso 
'interno" passasse attraverso un altro paese (co¬ 
sa del tutto normale da un punto di vista tecni¬ 
co), quest’ultimo non avrebbe alcuna competen¬ 
za diretta su esso, in quanto, per quella tratta, 
sarebbe meta-territoriale e quindi soggetto alle 
norme del meta-territorio. 

Mi rendo conto che tutto questo può apparire 
azzardato, o addirittura stravagante, a chi non ab¬ 
bia una conoscenza diretta e approfondita del ci¬ 
berspazio e conosca bene, invece, il sistema del¬ 
le leggi vigenti. Ma chi ha preso confidenza col 
browser, chi è abituato a scambiare informazioni 
attraverso la Rete, chi ha "navigato" per più di 
qualche ora nel Web, ha certamente afferrato il 
senso di quegli strani rumori che vengono prò 
dotti dai modem al momento della connessione. 
Essi sono il segnale dell'attraversamento di un 
confine, dell'uscita da uno spazio reale non verso 
un 'esterno' non delimitato, ma verso 'l'interno' 
di un territorio diverso, ovvero del meta-territorio. 

E' evidente che una regolamentazione della 
Rete come realtà territoriale autonoma rendereb¬ 
be più facile non solo l'accordo internazionale su 
una serie di aspetti normativi che oggi appaiono 
di ardua soluzione, ma anche l'innovazione legi¬ 
slativa all'interno dei singoli stati. Infatti, compiu¬ 
to il passaggio concettuale che porta alla defini¬ 
zione della rete come meta-territorio, diventereb¬ 
be più semplice immaginare che il luogo della 
stipulazione di un contratto o della commissione 
di un delitto sia. appunto, "la rete" (di volta in vol¬ 
ta come "rete nazionale", e quindi soggetta al di¬ 
ritto interno, oppure meta-territorio e quindi sog¬ 
getta al "diritto della navigazione in rete"). 

Questa espressione può apparire suggestiva, 
soprattutto se si riflette sull'uso comune del ver¬ 
bo "navigare" per indicare l'attività di ricerca su 
Internet. Tuttavia il "diritto della navigazione in 
rete' non avrebbe una struttura paragonabile a 
quella del diritto della navigazione marittima o 
aerea, perché dovrebbe regolare fattispecie 
completamente diverse. La sola analogia consi¬ 
sterebbe nel fatto che si tratterebbe di un diritto 
'speciale e autonomo', cioè di un insieme di nor¬ 
me particolari destinate a regolare situazioni non 
previste dal diritto 'comune", o da questo regola¬ 
te in modo diverso, e ordinate sistematicamente 
in un codice i cui contenuti dovrebbero essere 
recepiti nei singoli ordinamenti statali. 

Per giungere a questo risultato non bastano i 
pur utili accordi tra singoli stati Occorre un gran¬ 
de concerto internazionale, che dovrebbe partire 
da un’apposita conferenza da preparare con 
grande larghezza di vedute e una buona dose di 
entusiasmo. E' difficile, non può essere un pro¬ 
cesso di breve durata, ma è l'unica strada per¬ 
corribile per mettere ordine in un assetto globale 
che rischia di non svilupparsi nel miglior modo 
possibile. Non si può costruire un grande edificio 
se all'opera sono chiamati troppi architetti, cia¬ 
scuno dei quali elabora un suo progetto senza 
avere la minima idea di quale possa essere il co¬ 
mune risultato finale. 


158 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 
















Informatica e Società 


E 1 anche un problema di libertà 

Le norme sulla stampa 
si applicano a Internet? 

Alcuni tribunali rigettano le richieste di iscrizione delle testate telematiche nel 
registro della stampa, altri le accettano con motivazioni non sempre 
convincenti. Analizziamo i termini della questione e vediamo quali possono 
essere le soluzioni. 

di Manlio Cammarala 


orniamo su un argomento toccato più 
volte in queste pagine, e in particolare 
sul numero 168 del dicembre '96: il riconosci¬ 
mento della natura di "stampa periodica" per 
certi tipi di informazione telematica. Il problema 
è sempre aperto ed è necessario che venga ri¬ 
solto nella maniera più rapida e soddisfacente 
possibile, perché il ruolo dell'informazione on-li- 
ne cresce di giorno in giorno. 

Questa volta lo spunto viene da un caso con¬ 
creto. Il 14 aprile scorso è stata presentata al 
Tribunale di Roma la richiesta di iscrizione nel 
registro della stampa di una testata da pubblica¬ 
re su Internet. Mentre scrivo, ai primi di mag¬ 
gio, la decisione è ancora in sospeso: il magi¬ 
strato si trova di fronte a un compito difficile, 
perché si rende conto della sostanziale fonda¬ 
tezza della richiesta, ma i suoi margini discrezio¬ 
nali sono stretti. Le leggi considerano solo i 
giornali di carta e i notiziari radiofonici e televisi¬ 
vi, in termini tali da escludere, almeno a una pri¬ 
ma analisi, l'informazione on-line. In alcuni casi 
sono state trovate soluzioni di compromesso, 
ricorrendo a formulazioni ambigue della richie¬ 
sta, che hanno consentito ordinanze di iscrizio¬ 
ne un po' tirate per i capelli; molto spesso però 
i tribunali rigettano le domande con una motiva¬ 
zione semplice e difficilmente attaccabile: la 
legge non lo prevede. 

La legge, in questo caso, è la n. 47 dell'8 feb¬ 
braio 1948 e dice testualmente: 1. Definizioni 
di stampa o stampato. - Sono considerate 
stampe o stampati, ai fini di questa legge, tutte 
le riproduzioni tipografiche o comunque ottenu¬ 
te con mezzi meccanici o fisico-chimici, in qual¬ 


siasi modo destinate alla pubblicazione. Non 
c'è dubbio che l'informazione telematica non 
rientra in questa definizione. Secondo l'interpre¬ 
tazione più diffusa, è chiara l'intenzione del legi¬ 
slatore di disciplinare solo la carta stampata, 
perché a quel tempo esistevano già i giornali ra¬ 
dio e probabilmente non si riteneva opportuno 
sottoporre alle norme sulla stampa quella che 
allora era esclusivamente informazione "di Sta¬ 
to". Il problema si è posto con la nascita dell'e¬ 
mittenza privata, e opportunamente la legge 14 
aprile 1975 "Nuove norme in materia di diffusio¬ 
ne radiofonica e televisiva" ha sancito con l'arti¬ 
colo 7: Ai telegiornali ed ai giornali radio si appli¬ 
cano le norme sulla registrazione dei giornali e 
periodici contenute negli articoli 5 e 6 della leg¬ 
ge 8 febbraio 1948 n. 47, i direttori dei telegior¬ 
nali e dei giornali radio sono, a questo fine, con¬ 
siderati direttori responsabili. La stessa disposi¬ 
zione è ripetuta testualmente, e inutilmente, 
nella legge "Mammì" del 1990 e anche nel dise¬ 
gno di legge S1138 ('Meccanico") in discussio¬ 
ne al Senato. Su questo torneremo più avanti. 


L'iscrizione conviene? 

Dunque, almeno a una prima analisi della norma¬ 
tiva, non c'è nessuna possibilità di ottenere l'i¬ 
scrizione di una testata telematica nel registro 
della stampa. Ma qualcuno chiederà: è necessa¬ 
rio, o almeno conveniente che un organo di infor¬ 
mazione on-line sia assimilato a un giornale? 

La risposta non è semplice, perché ci sono 
aspetti sostanziali, economici e organizzativi. Bi- 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


159 



Informatica e Società 


sogna partire dall'art. 21 della Costituzione: Tutti 
hanno diritto di manifestare liberamente il pro¬ 
prio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro 
mezzo di diffusione. Questo significa che nessu¬ 
no mi può impedire di pubblicare, su Internet o 
altrove, tutto quello che mi pare (purché non sia 
contrario alla legge). Ma il secondo comma del- 
l'art. 21 aggiunge: La stampa non può essere 
soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può pro¬ 
cedere a sequestro soltanto per atto motivato 
dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i 
quali la legge sulla stampa espressamente lo au¬ 
torizzi, o nel caso di violazione delle norme che 
la legge stessa prescriva per l'indicazione dei re¬ 
sponsabili. E qui le cose si complicano. A prima 
vista questo comma estende le garanzie per la 
libertà di espressione, ma nello stesso tempo 
pone un vincolo. Prevede infatti una 'legge sulla 
stampa', che è appunto la 47/48, che contiene 
le norme per "l'indicazione dei responsabili'. Ci 
sono poi altre norme, in particolare una legge 
del 1939 (modificata nel '45) e soprattutto il Re¬ 
gio Decreto n. 561 del 1946 che definisce ap¬ 
punto le regole per il sequestro dei giornali e 
delle altre pubblicazioni. L'art. 21 della Costitu¬ 
zione entra poi in ulteriori dettagli: indica quando 


è consentito il sequestro per iniziativa della poli¬ 
zia giudiziaria, prevede che una legge possa sta¬ 
bilire che siano resi noti i mezzi di finanziamento 
della stampa periodica e infine vieta le pubblica¬ 
zioni 'contrarie al buon costume'. 

In sostanza l'art. 21 distingue tra la libertà di ma¬ 
nifestazione del pensiero in generale e la libertà 
di stampa. La prima (è sottinteso) deve svolger¬ 
si nel generico rispetto della legge, la seconda è 
soggetta a una particolare normativa, soprattut¬ 
to di carattere penale, che costituirebbe il con¬ 
trappeso a una situazione di particolare e parzia¬ 
le 'immunità' 

Vediamo ora gli aspetti essenziali della normati¬ 
va sulla stampa nella legge del ’48. L'art. 2 pre¬ 
scrive le indicazioni che devono essere obbliga¬ 
toriamente riportate su ogni stampato (luogo e 
anno della pubblicazione, nome dello stampato¬ 
re o dell'editore e cosi via); l'art. 3 stabilisce che 
Ogni giornale o altro periodico deve avere un di¬ 
rettore responsabile, mentre l'art. 4 si occupa 
del proprietario della testata, che deve essere 
cittadino italiano e possedere gli altri requisiti 
per l'iscrizione nelle liste elettorali politiche. Par¬ 
ticolarmente importante è l'art 5; Nessun gior¬ 
nale o periodico può essere pubblicato se non 


La libertà di stam pa 




4 ffinché una pubblicazione possa essere con¬ 
siderata 'giornale o periodico' a norma di legge, è ne¬ 
cessario che sia iscritta in un registro tenuto dal tribu¬ 
nale competente per il territorio in cui si effettua la 
pubblicazione. Se il proprietario o l'editore sono so¬ 
cietà è necessario inoltre seguire una lunga e com¬ 
plessa sene di prescrizioni, che hanno lo scopo di assi¬ 
curare la trasparenza della proprietà stessa evitando le 
concentrazioni editoriali. Inoltre ci sono vecchie norme 
di polizia, poco adatte a un paese democratico, che 
prescrivono il deposito da parte dello stampatore di al¬ 
cuni esemplari della pubblicazione alla Prefettura e alla 
Procura della Repubblica. 

Vediamo la parte relativa al Tribunale, seguendo il va¬ 
demecum predisposto dalla sezione stampa del Tribu¬ 
nale di Roma. Il proprietario della testata deve presen¬ 
tare al Tribunale la richiesta di iscrizione, in carta bolla¬ 
ta e con firma autenticata. Nella richiesta deve essere 
indicato il titolo del periodico, la sede, il carattere e la 
periodicità, la tecnica di diffusione (stampa, radio, TV, 
ecc.. come si legge nell'articolo in queste pagine). Se 
l'editore è diverso dal proprietario, deve a sua volta 
presentare una dichiarazione in carta bollata e con fir¬ 
ma autenticata. Una terza dichiarazione in carta bollata 
e con firma autenticata deve essere presentata dal di¬ 
rettore responsabile, che deve allegare il certificato di 
iscrizione all'Ordine dei giornalisti, anche questo muni¬ 
to di bollo. 

Per tutti questi signori il Tribunale richiede anche il cer¬ 
tificato di cittadinanza, di godimento dei diritti politici e 
di residenza (solo quello di cittadinanza è esente da 
bollo). Naturalmente, dove i Comuni lo prevedono, è 
possibile presentare un certificato unico, ed è anche 
possibile ricorrere aH'autocertificazione ai sensi della 


è una carta bollata 


legge n. 15 del 1968. 

Riassumendo: una fila per acquistare le marche da bol¬ 
lo, una fila per chiedere il certificato dell'Ordine dei 
giornalisti, una per ritirarlo; una fila per i certificati, due 
per l'autenticazione delle firme (una per acquistare le 
‘marche comunali' e una per ottenere l'autenticazio- 
ne); un’altra per presentare le richieste al Tribunale, 
sperando che tutto vada bene e basti un'ulteriore fila 
per avere il certificato di iscrizione. Se poi il proprieta¬ 
rio o I editore è una società, occorrono altre file alla 
Camera di commercio per ottenere il relativo certifica¬ 
to di vigenza e dal notaio per la copia autentica (in bol¬ 
lo) dell’atto costitutivo e dello statuto. 

Ottenuta l’iscrizione, si ricomincia con le file per la re¬ 
gistrazione della testata presso l'ufficio del Garante 
dell'editoria, che è obbligatoria per i periodici edili o di 
proprietà di persone giuridiche ed è necessaria anche 
per avere diritto alle 'provvidenze' Poi è bene fare un 
salto in Prefettura per conoscere le modalità di deposi¬ 
to delle copie (dovrebbe provvedere lo stampatore per 
i periodici cartacei; come si fa per quelli telematici?) 

La legge 241/90 sul procedimento amministrativo non 
serve a nulla, il cittadino continua a fare il postino per 
conto degli uffici pubblici, le ore lavorative perdute in 
fila si accumulano a milioni Se qualcuno chiede per¬ 
ché non si fa uno sportello unico per tutti gli adempi¬ 
menti. perché II Tribunale stesso non autentica le fir¬ 
me e non si procura i certificati, perchè non si predi¬ 
spone un unico formulario da far sottoscrivere a tutti 
gli interessati e trasmettere in copia all'ufficio del Ga¬ 
rante, magari via e-mail, viene guardato come se fosse 
matto. 

Ah, dimenticavo: tutto questo serve per assicurare la 
'libertà di stampa' 


160 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 





Sfififi... 

]{on 

svegliatilo! 

Anche se dorme quello che avrebbe potuto vedere 
e sentire rum andrà perduta. Il'Teatro adì Scala, 
che ha tra i suoi fini istituzionali la tutela del 
patrimonio artistico e culturale, am il sostegno 
operativo della fondazione per il “Teatro alla 
Scala, ha avviato il progetta per la salvaguardia 
dell'intero Archivio Musicale su C‘D-% 
Cinquanl 'anni di opere, concerti, spartiti e 
documenti saranno resi eterni da un supporto 
digitale, il C‘D-%_professionalt TD%. “Da molti 
anni leader nei supponi per la registrazione 
magnetica, ’TDJC ha sviluppata nuovi media 
digitali della massima affidabilità, durata e 
velocità, per la registrazione professionale dei 
dati, dei suoni e delle immagini. Oggi 'T‘D%_ 
mette la sua competenza al servizio della Scala, 
per conservare questa memoria culturale a fattore 
delle nuove generazioni. 



§TDK 

TDK Italia S.p.A. • C.so Buenos Aires, 36 • 20124 Milano 
telefono (02) 2952.3945 - fax (02) 2952.2843 











Informatica e Società 




< »/(X*i*«»Ai«rvv«r> •«*» 



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g CORRIERE DELLA SERA tì fazaao £• 



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iiiM: la mafia fEoano: et assalto all'astlara ria urfrakf runa 

II-** UTATi IH BAMBINO SU QUATTRO POSSUPIIK COMEUIIB 
Acpomtf* itili II CO «ft*2300 



Il Mango 1997 


La maggior parte dell 'informatone 
italiana on-line è costruita da supple¬ 
menti di pubblicazioni cartacee, e non 
si pone quindi il problema dell’iscrizio¬ 
ne della restata nel registro della 
stampa 


quelle telefoniche si. perché 
consistono nello sconto del 
50 per cento su qualsiasi ti¬ 
po di collegamento. Non è 
poco, per un mezzo che può 
esistere solo grazie alle linee 
telefoniche. 


• i-....... 


sia stato registrato presso la cancelleria del tri¬ 
bunale, nella cui circoscrizione la pubblicazione 
deve effettuarsi. Per la registrazione occorre 
che siano depositati nella cancelleria: 1) una di¬ 
chiarazione, con le firme autenticate del proprie¬ 
tario e del direttore o vicedirettore responsabile, 
dalla quale risultino il nome e il domicilio di essi 
e della persona che esercita l'impresa giornali¬ 
stica, se questa è diversa dal proprietario, non¬ 
ché il titolo o la natura della pubblicazione ; /.../ 
3) un documento da cui risulti l'iscrizione nell'al¬ 
bo dei giornalisti, nei casi in cui questa sia ri¬ 
chiesta dalle leggi sull'ordinamento professiona¬ 
le: il 

Fermiamoci qui, per il momento, perché c’è un 
problema, che differenza c'è tra la "stampa" in 
generale (art. Dei "giornali e periodici" che. se¬ 
condo l'art. 3. devono avere un direttore respon¬ 
sabile e chiedere la registrazione? La legge non 
lo dice e bisogna ricorrere a un'altra fonte, il co¬ 
dice postale, che agli articoli 55 e 56 definisce 
come stampe periodiche quelle che si pubblica¬ 
no regolarmente con un intervallo non ecceden¬ 
te i sei mesi fra un numero e l'altro con lo stes¬ 
so titolo, non costituiscono opere determinate e 
sono tali da poter durare indefinitamente, con 
contenuto diverso tra un numero e l'altro. 
Tralasciamo le norme penali, che riguardano so¬ 
prattutto la responsabilità del direttore per 
"omesso controllo" sui contenuti della pubblica¬ 
zione. e completiamo il quadro ricordando che 
una serie di disposizioni prevede tariffe postali e 
telefoniche ridotte per le testate registrate al¬ 
l'ufficio del Garante per la radiodiffusione e l'edi¬ 
toria. Naturalmente le agevolazioni postali non 
interessano una pubblicazione telematica, ma 


Non tutto il 
WWW è 
"stampa" 

Prima di rispondere al quesi¬ 
to di partenza, se convenga 
o possa essere considerato 
obbligatorio richiedere l'iscri¬ 
zione di un organo di informazione telematica 
nel registro della stampa, dobbiamo chiarire un 
altro punto essenziale: che cosa, di tutto quello 
che passa su Internet, possa ragionevolmente 
essere considerato "stampa". In parte la defini¬ 
zione del codice postale può adattarsi alla mag¬ 
gior parte dei siti del World Wide Web: ci sono 
milioni di pagine che vengono aggiornate a inter¬ 
valli non superiori ai sei mesi, con lo stesso tito¬ 
lo e con contenuti di volta in volta diversi. La 
questione è nell'avverbio "regolarmente" e nella 
precisazione "fra un numero e l'altro", perché le 
pagine di solito vengono aggiornate parzialmen¬ 
te e a intervalli non predefiniti, sicché non è faci¬ 
le distinguere fra un "numero" è il successivo (al¬ 
tre norme prevedono l'identità di contenuto in 
tutte le copie di uno stesso numero, si dovrebbe 
quindi dedurre che ogni aggiornamento costitui¬ 
sce pubblicazione di un nuovo numero). 

C'è un’altra differenza tra un notiziario stampato 
e uno telematico: mentre il contenuto del primo 
cambia completamente tra un numero e il suc¬ 
cessivo, il secondo si forma "per aggiunte", per¬ 
ché le informazioni precedenti restano di solito 
disponibili al lettore (questo è uno dei vantaggi 
dell'informazione on-line); tuttavia questo non 
sembra essenziale per la materia in discussione. 
Il punto è che sulla Rete ci sono siti che, alla lu¬ 
ce del più elementare buon senso, fanno infor¬ 
mazione né più né meno che i giornali, le agen¬ 
zie di stampa e i notiziari radiofonici e televisivi. 
A questi siti dovrebbero essere applicate le di¬ 
sposizioni sulla stampa. Il problema che si po¬ 
trebbe porre è se "tutti" i siti che fanno informa¬ 
zione telematica debbano essere considerati 
"stampa", e non è un problema da poco. Infatti, 





(.li ullimi - giorni 


GII Mirimi 7 giorni 


I 


I 


162 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 
























Informatica e Società 


Onesto è il puma numero di InterLex, 
la testata che ha chiesto la registra- 
zione aI Tribunale di Roma come pe¬ 
riodico diffuso attraverso Internet 
ihito-r'/www.eu’Bha.M terlex). 


se si accettasse questa ipo¬ 
tesi. si dovrebbero registra¬ 
re migliaia di "testate", e 
quelle che non chiedessero 
la registrazione dovrebbero 
essere classificate e punite 
come "stampa clandestina", 
ai sensi dell'art. 16 della leg¬ 
ge 47/48 Stampa clande¬ 
stina. - Chiunque intrapren¬ 
de la pubblicazione di un 
giornale o altro periodico 
senza che sia stata eseguita 
la registrazione prevista dai- 
l'art. 5 è punito con la reclu- 


£ UcMn U*L /SrteWSTOS» NiT 




InterLex 


RIVISTA MULTIMEDIALE DI DIRITTO TECNOLOGIA INFORMAZIONE 
Oggi entra in vigore la legge per la tutela del dati personali 

Banche dati e fatti nostri 


8 magao 1997 d» 099 » e « «-gote la legge che ci d* il dettlo di 
•&**»• lasciati in pace Quoti*. in etlrema sintomi. « li tostènza 
della 6*536 Un* tene di norme che pongono fin* *R\iso 
mditcnmnato • sposto spregiudicalo eh* fino * oggi ♦ sialo fatto 
tifile mformoztora persona» cr# riguardano ciascuno di no* M» sono 
norm# compiette. « vote muWmeme »es$*tone. che dowenno 
ess*r# m«t# m moli* punti atmchè la legge possa essere 
compiutamente applicai* 

Un e (ugge 4i miglio* aie amma/we 


Il diritto in rete 

■ _ v 

Gold* loqionala *1 «ili Internet 

/ 0 (a WF*'WU"«VH*7>0»f Scrivi a InterLex 

di intonine giuridico 

7 "■* 


Arato (n 16 ireg^io 1997 




• I testi delle leqqi 
675 •«$ del 31.1736 


éAntr— Morti 

• BbwqwoMìW.cM* 
drOerweVCoKe 

• Due anni di dteeBto 


sione fino a due anni o con la multa lino a lire 
cinquecentomila /.../ 

Evidentemente occorre stabilire un criterio di 
selezione, che potrebbe essere da una parte 
fondato su valutazioni di tipo soggettivo (distin¬ 
guendo chi pubblica qualcosa su Internet solo 
per esprimere le proprie idee da chi intraprende 
un'attività editoriale stabile), e dall'altra su requi¬ 
siti oggettivi, come l'organizzazione di un'impre¬ 
sa editoriale, sia pure di dimensioni minime, l'at¬ 
tività anche non continuativa di giornalisti iscritti 
all'albo professionale, la previsione di aggiorna¬ 
menti regolari e cosi via. A ben vedere bastereb¬ 
be stabilire che le norme sulla stampa si applica¬ 
no ai siti che chiedano l'iscrizione, perché do¬ 
vrebbero possedere i requisiti previsti dalla leg¬ 
ge del '48. Tutti gli altri potrebbero continuare 
tranquillamente la loro attività, in quanto libera 
manifestazione del pensiero tutelata dall'art. 21 
della Costituzione. 

Partendo da queste premesse, possiamo rispon¬ 
dere alla domanda se sia opportuno chiedere l'i¬ 
scrizione (escludendo, allo stato della normativa, 
che possa essere obbligatorio). La risposta è "di¬ 
pende" La necessità di nominare un direttore 
responsabile - che deve essere un giornalista 
iscritto all'albo professionale dei professionisti o 
dei pubblicisti - può comportare un onere econo¬ 
mico non sostenibile per una piccola testata, 
senza considerare il peso degli adempimenti bu¬ 
rocratici. D'altra parte c'è da considerare il terzo 
comma dell'art. 21 della Costituzione, che limita 
a casi ben determinati la possibilità di sequestro 
da parte dell'autorità giudiziaria. Poniamo il caso 
che un sito sia coinvolto, anche indirettamente, 
in atti illeciti, come la diffusione di software co¬ 
piato illegalmente 0 un reato previsto dalla legge 
547/93 sui crimini informatici. Se il sito (0 alcune 
pagine diffuse da questo) non fosse registrato 
come stampa, il magistrato inquirente potrebbe 


disporne il sequestro anche solo a scopo proba¬ 
torio; nel caso di una pubblicazione registrata 
questo sarebbe impossibile. 

Un altro, non trascurabile, vantaggio, è dato dal¬ 
le tariffe agevolate per le linee telefoniche, che 
in molti casi potrebbe compensare ampiamente 
gli altri oneri, considerando che la connettività è 
una delle voci di costo più significative nella ge¬ 
stione di un sito Internet. Ma il punto essenziale 
è di ordine più generale- chi svolge professional¬ 
mente un'attività editoriale on-line di carattere 
giornalistico dovrebbe avere un interesse a qua¬ 
lificare come "stampa" il suo sito, per distinguer¬ 
lo dalle pagine commerciali 0 dalle iniziative vel¬ 
leitarie tanto comuni sulla Rete, oltre che per 
qualificare l'informazione stessa e valorizzare il 
proprio lavoro. 

Un ultimo aspetto, tutt'altro che marginale, deri¬ 
va dalla legge 675/96 sulla tutela dei dati perso¬ 
nali: per l'esercizio della professione giornalisti¬ 
ca sono previste attenuazioni non indifferenti 
della normativa, in particolare per quanto riguar¬ 
da il consenso dell'interessato. Per comprende¬ 
re bene la portata delle limitazioni previste dal- 
art. 25 della 675 si deve attendere l'emanazio¬ 
ne del codice deontologico; d'altra parte il de¬ 
creto legislativo n.123 del 9 maggio scorso (che 
contiene le prime modifiche e integrazioni alla 
legge sui dati personali) indica un'apertura signi¬ 
ficativa a favore di qualsiasi attività giornalistica 
0 di manifestazione del pensiero (il testo è su 
Net_Lex alla URL http://www.mclink.it/info- 
rum/netlex/dl 1 23_97.htm). 

Tutto questo discorso, però, presuppone la solu¬ 
zione del punto centrale: l'accettazione della do¬ 
manda di iscrizione da parte del Tribunale, con 
l'ostacolo costituito dall'apparentemente insor¬ 
montabile art. 1 della legge del '48. Insormonta¬ 
bile? 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


163 



















Informatico e Società 


La soluzione c'è 

Torniamo al caso citato all'inizio, alla registrazione 
della testata telematica chiesta il 14 aprile. Il Tri¬ 
bunale d Roma fornisce a chiunque ne faccia ri¬ 
chiesta un utile elenco degli adempimenti neces¬ 
sari per l'iscrizione nel registro della stampa. Vi si 
legge fra l'altro: Alla richiesta di registrazione de¬ 
vono essere allegate due dichiarazioni /.../ dalle 
quali risultino I...I il titolo del periodico, la sede 
dello stesso, il carattere e la periodicità, la tecnica 
attraverso la quale sarà diffuso Itecniche attuali 
stampa, radiodiffusione sonora e televisiva, tele- 
text: in Italia il VIDEOTEL della TELECOM e il TE- 
LEVIDEO della RAI, telescrivente, videocassetta, 
compact disc, musicassetta-nastro magnetico, 
rete telegrafica, personal computer, rete telefoni¬ 
ca, audiotex-audiotel, CD-ROM, floppy disc). 

Ma allora c'è anche Internet! Infatti, se mettiamo 
insieme la rete telefonica e il personal computer, 
otteniamo il sistema di diffusione di qualsiasi 
pubblicazione telematica. Su questa base è stata 
formulata la richiesta di iscrizione per un periodi¬ 
co 'che sarà trasmesso a mezzo rete telefonica e 
personal computer". La formula è stata conside¬ 
rata inaccettabile, perché, secondo il Tribunale, il 
periodico deve essere diffuso "o" attraverso la re¬ 
te telefonica "o" attraverso il personal computer. 
Il che è strano, perché col solo PC non si può tra¬ 
smettere nulla e con la sola rete telefonica qual¬ 
siasi cosa, anche un notiziario vocale, che non ha 
niente a che vedere con Internet. La solita solu¬ 
zione "all'italiana* consisteva nell'eliminazione di 
uno o l’altro dei termini, ma il richiedente voleva 
che la sua testata fosse iscritta per quello che è. 
cioè un periodico diffuso su Internet. Dopo un 
cordiale scambio di idee con il giudice delegato 
alla sezione stampa, ha presentato un'integrazio¬ 
ne alla prima richiesta, con l'esatta indicazione: il 
periodico sarà diffuso in formato digitale con i 
protocolli tecnici della rete Internet. 

Una patata bollente, per dirla alla buona, conse¬ 
gnata nelle mani del magistrato Infatti l'art 5. 
terzo comma, della legge n. 47 dice: Il presiden¬ 
te del tribunale o un giudice da lui delegato, veri¬ 
ficata la regolarità dei documenti presentati, ordi¬ 
na entro quindici giorni l'iscrizione del giornale o 
periodico in apposito registro tenuto dalla cancel¬ 
leria Riterrà il magistrato che i documenti pre¬ 
sentati sono 'regolari"? Se accetterà la definizio¬ 
ne, ci sarà finalmente un precedente al quale altri 
tribunali potranno fare riferimento e il problema 
potrà dirsi risolto "in via giurisprudenziale", come 
dicono i legulei. In caso contrario dovrà motivare 
il rigetto della domanda e sulla base della motiva¬ 
zione potrà essere presentato un ricorso. E qui la 
questione si ingarbuglia, perché i precedenti so¬ 
no contraddittori. 

Infatti non è chiara la natura giuridica del procedi¬ 
mento di iscrizione di una testata giornalistica: 
secondo alcuni esso deve essere considerato un 
atto di "volontaria giurisdizione", e allora il ricorso 
va presentato alla Corte d'appello; secondo altri è 
un procedimento di natura amministrativa e quin¬ 
di è necessario appellarsi al TAR. In casi prece¬ 


denti l'uno e l'altro organo hanno dichiarato la 
propria incompetenza e rigettato il ricorso. Si veri¬ 
fica quindi un ‘conflitto di giurisdizione", che do¬ 
vrebbe essere risolto dalla Corte Suprema di Cas¬ 
sazione a sezioni riunite, quindi il caso tornerebbe 
al TAR o alla Corte d’appello, a seconda della de¬ 
cisione della Corte di Cassazione. Ma a questo 
punto si porrebbe daccapo il problema dell'art. 1, 
con il rischio di una decisione negativa. 

Ma, a mio avviso, la soluzione del problema è a 
portata di mano, perché un'interpretazione esten¬ 
siva dell art. 1 è possibile, anzi, è già stata fatta 
dallo stesso Tribunale di Roma. Non c'è dubbio, 
infatti, che l'inserimento delle testate videotex, 
audiotex e simili, contenuta nel "vademecum" di¬ 
stribuito dallo stesso Tribunale costituisce un'in¬ 
terpretazione estensiva della norma del '48: l'ul¬ 
teriore estensione a Internet ne sarebbe il natura¬ 
le completamento. 

Il punto è questo: si può, a mio avviso, sostenere 
che l'art. 1 della legge 47/48 si riferisce a qualsia¬ 
si tipo di testala, perché con la formula tutte le ri¬ 
produzioni tipografiche o comunque ottenute con 
mezzi meccanici o fisico-chimici, in qualsiasi mo¬ 
do destinate alla pubblicazione, si comprendeva¬ 
no tutte le forme di diffusione allora possibili da 
parte di soggetti privati I radiogiornali, infatti, co¬ 
stituivano una "privativa" dello Stato, in quanto la 
radio era in regime di monopolio e la natura giuri¬ 
dica dell editore pubblico era del tutto differente 
da quella degli editori privati, per i quali era impo¬ 
stata la normativa sulla stampa. La prova di que¬ 
sta situazione è nel fatto che le norme del '48 so¬ 
no state estese all'editoria privata radiotelevisiva, 
non appena essa si è sviluppata Oggi, che si sta 
sviluppando l'editoria telematica, non estendere 
ad essa le norme sulla stampa porterebbe a una 
differenza di trattamento tra soggetti che com¬ 
piono la stessa attività, indipendentemente dal 
mezzo usato. 

E qui si vede un'altra strada per arrivare alla regi¬ 
strazione delle testate telematiche: nel caso di ri¬ 
getto della richiesta "campione" presentata a Ro¬ 
ma in aprile, si potrebbe sollevare un'eccezione 
di incostituzionalità dell'art. 1 fin dal primo ricor¬ 
so. E' evidente infatti che il rifiuto della registra¬ 
zione si risolverebbe in una disparità di trattamen¬ 
to tra editori cartacei e radiotelevisivi da una par¬ 
te ed editori telematici dall’altra, che contraste¬ 
rebbe con l'art. 3 della Costituzione: Tutti i cittadi¬ 
ni /...) sono eguali davanti alla legge 
Dunque il giudice si sostituirebbe in qualche mi¬ 
sura al legislatore, cosa che di questi tempi viene 
molto criticata. Ma allora, perché il legislatore 
non provvede? L'art. 10 del disegno di legge 
S1138 ripete (ripete inutilmente, perché la norma 
non è mai stata abrogata) la disposizione delle 
leggi del '75 e del '90: Ai telegiornali ed ai giornali 
radio si applicano le norme sulla registrazione dei 
giornali e periodici, eccetera eccetera. Bastereb¬ 
be scrivere: Alle testate telematiche che facciano 
richiesta di iscrizione nel registro della stampa si 
applicano le norme della legge n. 47 dell‘8 feb¬ 
braio 1948. 

E' così difficile? 


164 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


Informatica e Società 


Buone letture 

Tutto quello che 
avreste voluto sapere 

sulla tutela dei dati 

personali... 


Riccardo Imperiali - Rosario Imperiali 

La tutela dei dati personali 
Vademecum sulla privacy informatica 

pp. 379 

Il Sole 24 Ore, Milano, 1997 


Giovanni Buttarelli 

Banche dati e tutela 
della riservatezza 
La privacy nella società 
dell'informazione 

pp. 593 

Dott. A. Giuffrè Editore, 
Milano, 1997 



Banche dati 
e tutela 

della riservatezza 


Siamo a tre, ed è solo l'i¬ 
nizio, Dopo il manuale di 
Umberto Rapetto recensi¬ 
to sul n. 172, ecco altri -— -- 

due testi sulla legge 
675/96, che vale la pena 
di esaminare insieme per¬ 
ché si completano a vi¬ 
cenda. 

Il primo (in ordine di pub- 
binazione) è opera degli 

avvocati Riccardo e Rosa- _____________ 

rio Imperiali, che disegna¬ 
no un percorso critico e 

ragionato all'Interno della legge, dal punto di vista delle im¬ 
prese e degli enti pubblici che dovranno osservarla. Il secon¬ 
do libro può essere visto come la fatica conclusiva del lavoro 
di Giovanni Buttarelli, il magistrato dell'Ufficio legislativo del 
Ministero di Grazia e Giustizia che per oltre cinque anni ha 
seguito i lavori europei e il difficile iter parlamentare dei di¬ 
versi disegni di legge italiani. 

Due punti di vista, dunque, assai diversi, anche perché pro¬ 
venienti l'uno dal fronte degli avvocati, l'altro da un magistra¬ 
to, ma con un punto fondamentale in comune: la consape¬ 
volezza dell'Importanza della legge sulla protezione dei dati 
personali nella nascente società dell'informazione e il tenta¬ 
tivo di costruire quella 'cultura della privacy" che in Italia è 
ancora assente (come dimostrano i primi maldestri tentativi 
di applicazione, fatti di improvvise censure, che abbiamo vi¬ 
sto a partire dai primi di maggio). 

Dunque gli avvocati esaminano la legge con l'intento - a mio 
avviso riuscito - di fornire indicazioni operative ai titolari delle 
banche dati. Ecco quindi una pratica struttura a domande e 
risposte, con abbondanza di richiami, schemi e tabelle, indi¬ 
spensabili per orientarsi in una normativa tanto complessa. 
Ma "La tutela dei dati personali" non è solo un manuale appli¬ 
cativo, perché offre anche una panoramica a tutto campo 
degli aspetti più controversi della legge, con i necessari rife¬ 
rimenti alla normativa europea e ai suoi lavori preparatori. 


di Manlio Cammarata 


Ed è questo il punto da cui parte Butta¬ 
relli, che si propone evidentemente di 
fornire una 'summa' non solo della legge 
675/96, ma anche di tutto l'accidentato 
percorso che ha portato all'approvazione 
del testo definitivo. Articolo per articolo, 
comma per comma, il magistrato esamina 
la legge, spiegando il perché di ogni scelta 
legislativa e le conseguenze che ne deriva¬ 
no. Il risultato è una sorta di "interpretazio¬ 
ne autentica' di natura dottrinale che non 
potrà essere ignorata in sede di applicazio¬ 
ne della legge. 

Nonostante la sostanziale complessità della 
materia e l'ampiezza dei riferimenti, "Ban¬ 
che dati e tutela della riservatezza' è scritto 
con notevole chiarezza. La sua lettura è 
quindi consigliabile anche a chi, pur non 
avendo una particolare preparazione giuridi¬ 
ca, sia interessato a conoscere tutti i risvolti 
della tutela dei dati personali. Non si tratta però di "istruzioni 
per l'uso": chi ha la necessità di un manuale di consultazio¬ 
ne, troverà certamente più utile il lavoro degli Imperiali, cor¬ 
redato anche di una completa appendice normativa. 


Pratica contrattuale 

Carlo Rossello 

i contratti dell'Informatica nella nuova disciplina del 
software 

Collana 'Il diritto dell'infor¬ 
matica’ di Guido Alpa 
pp. 295 

Dott. A, Giuffrè Editore, 

Milano, 1997 

E' discutibile che nel set¬ 
tore delle tecnologie del¬ 
l'informazione si possa 
definire "nuovo" qualco- | 
sa che risale a cinque i 
anni addietro, come il ■, 
decreto legislativo n. 

518 del '92. Ma, come 
si sa, il diritto avanza a 
un passo molto più ' 
lento della tecnologìa, 
e per il giurista cinque 
anni sono un'inezia. L»; 

Tuttavia la riserva ri- 
guarda solo il titolo ; 
del volume di Carlo *■■' ’ 1 --—I 
Rossello (che contie¬ 
ne anche importanti contributi di 
Alessandro Musella e Cesare Guerreri), perché il contenuto 
è attuale e di notevole utilità. Infatti, oltre a un'analisi della 
normativa, il libro presenta una serie dì modelli di contrattua¬ 
listica che non si limitano al software, ma comprendono an¬ 
che l'hardware, i contratti di outsourcing e la System inte¬ 
gration Di notevole interesse anche la rassegna della giuri¬ 
sprudenza. 



Jcontnrttl 
««' Informatica 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 


165 














All'ombra delle reti 

Arte & Internet, un convegno a Torino 


Ad aprile scorso, a Torino, nella Galleria Civica d’Arte Contemporanea, 
si è tenuto ancora un altro seminario sui “nuovi media”, in particolare 
sul rapporto possibile tra l’arte e le reti. Quindi Internet.ArsLab, questa 
la sigla del Comitato promotore insieme alla società Extramuseum e 


all’assessorato alle Risorse Culturali, è un progetto che studia il 
collegamento tra arti e scienze, arti e tecnologie, addentrandosi nel 
percorso in equilibrio tra i vari linguaggi. Le iniziative e i seminari 
organizzati nel tempo guardano alla realizzazione della terza edizione 



della mostra prevista per il 1998. 


testi di Ida Cerosa - foto di Alessandro Cagnolati 


Il seminario 

Alcuni studiosi e alcuni operatori nel 
campo dell'arte elettronica sono stati in¬ 
vitati ad incontrarsi per meditare e per 
far riflettere sullo sviluppo a crescita 
esponenziale dei collegamenti in Inter¬ 
net, e sulle implicazioni che la rete, con 
la sua vastissima e variegata connetti¬ 
vità, consente alle attività legate all'arte 

Al di là degli ancora pochi artisti che 
lavorano fattivamente con le nuove tec¬ 
nologie, e che ormai hanno assorbito 
questa maniera di proporre il risultato 
della loro ricerca, ci sono molti studiosi 
che, non operando direttamente con 
questi mezzi, hanno desiderio di ap¬ 
profondire la conoscenza di quest'area 
per capire le realtà che gradatamente si 
stanno configurando 

In tutto il mondo, a fianco dei semi¬ 
nari, nascono musei, spazi espositivi, 
banche dati per quest'arte che rappre¬ 
senta la trasformazione in atto. Spesso 


con i finanziamenti 
dei governi locali e 
con la sponsorizza¬ 
zione di società 
culturalmente 
avanzate. Lenta¬ 
mente, anche noi 
ci stiamo adeguan¬ 
do grazie alle lode¬ 
voli iniziative prese 
con entusiasmo da 
singole persone che, credendo in quello 
che fanno, lavorano per la crescita e 
l’espansione delle loro idee. 

E' il caso dell'esperienza ArsLab che 
prende l'avvio nel 1992, sollecitata da 
un gruppo di artisti sensibili alle "tecno¬ 
scienze" in collaborazione con tecnici e 
scienziati per indagare sull'interazione 
tra arte, scienza e tecnologia. 

Un percorso che capisco bene ed ap¬ 
prezzo perché dapprima in maniera soli¬ 
taria l'avevo già fatto nel 1984/1985 al 
Centro Scientifico IBM a Roma, e poi in 


collaborazione con alcuni professori 
dell'Università "La Sapienza" di Roma, 
nell'"Associazione per l’Interazione tra 
Arte Scienza e Tecnologia" negli anni 
tra il 1985 e il 1990, 

Un percorso necessario per potersi 
insinuare negli infiniti tragitti da scoprire 
e da studiare per scegliere e raggiunge¬ 
re alcuni dei tantissimi, possibili risulta¬ 
ti. 

Certo è una scossa forte per le arti, 
perché spinge a ricerche e a risultati im¬ 
pensabili solo una ventina di anni fa 


166 


MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997 


Arte Informatica 


j 


Ma è un'indagine importante e ne¬ 
cessaria perché nel mondo oggi sono 
tanti gli artisti che in maniera solitaria o 
in piccoli gruppi si sono adoperati per 
succhiare la linfa all'atmosfera che si è 
composta in questo fine secolo, per ri¬ 
proporla anche trasformata, ingigantita 
come vista attraverso una lente d'in- 
grandimento. 

Attraverso queste esperienze artisti¬ 
che si sono evidenziati particolari diver¬ 
si che hanno stabilito la base di tante 
nuove ricerche. E' il desiderio di ogni 
artista di comunicare con forza quello 
che ha intuito, percepito profondamen¬ 
te, verificato. E' la gioia di raccontare le 
proprie scoperte attraverso la proposta 
di opere rappresentative e soprattutto 
stimolanti. 

Il seminario organizzato da ArsLab ha 
previsto la presentazione di opere in re¬ 
te che fossero da impulso alle riflessio- 



L'intervista 

ristiana Scoppa, giornalista che collabora con "Noi 
Donne", contribuisce con le sue parole a rendere più evidenti i 
significati e l'atmosfera del seminario. 

L'ombra delle reti è stato un seminario "aperto' 1 . Una sola in 
sostanza l’ipotesi di lavoro: verificare che cosa comporta per 
l'attività artistica la connessione smisurata che le reti consento¬ 
no. quali "rischi”, quali sfide, quali possibili limitazioni. Ma non è 
certo ipotesi da poco. La scelta di non dare alcun titolo ai tre pa¬ 
nel ha condizionato il dibattito seguito alla presentazione dei la¬ 
vori. La discussione ha seguito "un andamento nzomatico”, per 
dirla con Deleuze, che rispecchia senz'altro la polimorfa realtà 
del Cyberspazio, ma non ha consentito di approfondire realmen¬ 
te nessuno dei numerosi e vitali stimoli che pure questa intensa 
due giorni ha offerto. 

Scegliamo dunque qui e là alcuni temi. Il primo è senz'altro l'in¬ 
troduzione alla variabile tempo nell'opera d'arte Era già succes¬ 
so in passato, con il cinema, il video, le performance, tutte for¬ 
me d'arte che "durano" un certo numero di minuti e altrimenti 
non sono. Ma Internet introduce quella che Oliver Auber chiama 
"una nuova prospettiva temporale" quella cioè, che permette 
di rappresentare "Il corpo sociale che comunica alla velocità del¬ 
la luce" e alla quale ha tentato di dare una prima forma pratica¬ 
bile con il suo Generateur Poietique Di che si tratta? Di un pro¬ 
getto dalla semplicità quasi disarmante: persone diverse in parti 
diverse del mondo realizzano insieme un'immagine computeriz¬ 
zata Ciascuna di loro, a Tokyo, Parigi, in Australia o negli USA. 
controlla però solo una piccola porzione del disegno e la accorda 
via via a quella degli altri artisti per arrivare a una forma "com¬ 
piuta" Che può essere astratta o figurativa, linee colorate o 
mucche su un prato, La cultura, il desiderio, l'immaginano di eia 
scun autore “parziale" influenzano e condizionano gli altri, sti¬ 
molando nuove forme, colori, tratti Per la prima volta la creati¬ 
vità diventa comunicazione in tempo reale, non verbale e asso¬ 
lutamente non gerarchica. 


Con questo introduciamo un altro tema del dibattito, quello del 
controllo delle reti, della partecipazione, dell'accesso alle tecno¬ 
logie anche in termini economici. La riflessione più articolata è 
arrivata da Tommaso Tozzi, anima e cuore di Strano Network In¬ 
ternet e in tempo reale nel server del KnowBotic Research. I 
KnowBots le traducono in sensazioni virtuali ma anche fisiche 
(caldo, freddo, suoni, eccetera) che grazie a sensori e caschi 
possono essere scelti e sperimentati dal pubblico, autore di un 
ulteriore riassemblaggio che crea nuova rappresentazione, cioè 
nuovo sapere, nuovo immaginario. 

Tutto ciò implica la capacità di adattarsi ad un mondo in costante 
mutamento (aggiornamento?!), un mondo nel quale esislono di¬ 
verse forme di realtà Su questo tema hanno lavorato in partico¬ 
lare Monika Fleischmann e il suo compagno Wolfgang Strauss, 
nato come architetto ma prestato da anni alia ricerca informatica. 
Notevole l'esperimento realizzato con una televisione tedesca: 
una trasmissione nella quale convivevano, per lo spettatore a ca¬ 
sa come per il pubblico in sala, paesaggi e luoghi virtuali con altri 
concreti, dove i corpi comparivano e scomparivano usando bana¬ 
lissimi trucchi teatrali e i normali criteri di percezione venivano ri¬ 
baltati. Oppure Liquid Views touch screen 'acquatico'' nel quale 
la propria immagine riflessa veniva deformata dal gesto, aprendo 
inquietanti interrogativi su come gli altri ci vedono, filtrati dalla lo¬ 
ro percezione. 

Conservazione e fruizione, dunque. Ma non solo. Per parlare di 
arte in rete occorre forse una ndefimzione dei concetti di opera 
d'arte e di monumento, concetti che hanno a che fare con la cul¬ 
tura. la storia, la memoria, l'identificazione e il modello. Ma an¬ 
che con lo spazio fisico, urbano, metropolitano Che cosa accade 
quando li collochiamo nel cyberspazio? Una risposta possibile è 
la sperimentazione portata avanti da qualche anno da Giorgio 
Vaccarino con la sua Netville: una città in costante evoluzione, 
nella quale i monumenti e i luoghi delle città "vere" (strade, piaz¬ 
ze, edifici) convivono con quelli della rete. 


MCmìcrocomputer n. 174 - giugno 1997 


167 




Arte Informatica 



ni di alcuni studiosi, tra i quali Maria 
Grazia Mattei, Antonio Caronia. Carlo 
Infante, Pierre Restany, Lorenzo Taiuti 
e Tommaso Trini, che hanno posto l'at¬ 
tenzione ai codici, intesi come sistemi 
di segnali che caratterizzano questo pe¬ 
riodo. 


Gli artisti 

Tra gli artisti presenti Ennio Ber¬ 
trand, che ha presentato un progetto, a 
dir poco singolare, che descriveva 
un'installazione performatica con la 
quale inviare a distanza immagini profu¬ 
mate Un'operazione concettuale. 

La nostra sensibilità, unita ai ricordi e 
alle percezioni già vissute, ci rende rea¬ 


le il profumo di fiori che vediamo in un 
paesaggio riprodotto in una fotografia 
Alla stessa maniera, sostenuti dalla fan¬ 
tasia e dalla memoria riceviamo un'im¬ 
magine trasmessa via cavo da un com¬ 
puter ad un altro. Infine di aiuto posso¬ 
no essere gli inchiostri profumati della 
stampante che metterà su carta l'im¬ 
magine che ci è stata inviata. 

Interessante, poi. il progetto propo¬ 
sto da Monika Fleischmann, direttore 
artistico della "Visualization and Media 
System Design” e capo delle attività di 
Computer Art della "German National 
Research Center for Information Tech¬ 
nology'' 

Scrive: "Oggi i laboratori di compu¬ 
ter assomigliano sempre di più a degli 
studios di effetti speciali. Possono es¬ 


sere un laboratorio virtuale, oppure una 
"casa delle illusioni", in cui esplorare 
nuovi tipi di percezioni. L'interazione 
può avvenire con luci, suoni, oggetti, 
corpi o con lo spazio. Questi ambienti 
reagenti sono sviluppati in un senso ar¬ 
tistico o scientifico come supporto per i 
processi immaginativi " 

E infatti il progetto presentato preve¬ 
deva l'uso di sistemi interattivi, indiriz¬ 
zati verso "human-interfaces" naturali. 
Cioè la navigazione attraverso i movi¬ 
menti corporei, il gesto, la parola che 
danno il senso della presenza umana 
nello spazio virtuale. 

Poi, uno sguardo attento è d'obbligo 
per Piero Gilardi, uno dei fondatori di 
Ars Technica nel 1989, che ha offerto 
le riflessioni forse più interessanti 

Ecco alcuni brani estratti dalla pre¬ 
sentazione del suo progetto. 

.. "Il reale subirà una radicale ristrut¬ 
turazione per effetto della retroazione 
dei mondi virtuali sulla nostra psiche e 
sulle nostre condizioni materiali di esi¬ 
stenza Si tratta dunque di elaborare la 
transizione a un nuovo stato di esisten¬ 
za, ad una nuova realtà." ... "Per far 
questo occorre agire trasformativamen¬ 
te sul rapporto tra reale e virtuale, non 
in base ad un astratto senso di respon¬ 
sabilità o una sperimentazione virtuale 
empiristica, ma attraverso una riflessiva 
creatività " ... "Dal momento che il 
mezzo principale della produzione so¬ 
ciale è il computer on-line, che connet¬ 
te anche il nostro tempo di vita al pro¬ 
cesso globale della produzione capitali¬ 
stica di senso, potremmo utilizzare le 
sue potenzialità di codificazione, autore¬ 
golazione e attuazione per produrre au¬ 
tonomamente anche il nuovo senso 
della nostra vita e dunque anche una 
nuova coscienza comunitaria, ibrida, re- 
ticizzata e multicentrale.' 1 .. 

Infine Giorgio Vaccarino. con il suo 
"Progetto Netville" del 1993 per una 
"città dei monumenti in rete", spinge a 
riappropriarsi degli spazi urbani per 
guardarli con occhi nuovi, accendendo 
"fuochi" di connessione tra città e città 
e tra i più diversi villaggi, per strutturare 
"monumenti" intesi come "interfaccia 
plastici" del mondo della rete. 

Le sue parole: "Qui alla disparità dei 
luoghi potremo ben associare la più 
ampia varietà dei codici. La radicale ba¬ 
nalizzazione dei soggetti rilevabili da 
semplici codici a barre avrà modo di 
confrontarsi con la complessità dei rap¬ 
porti innescati dagli agenti artificiali 
sguinzagliati in rete per selezionare e 
costruire nuovi percorsi di conoscenza 
e, in definitiva, nuovi 'monumenti'." 

MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


Sono graditi 
i contributi dei lettori 

Siete d'accordo con le parole di Piero Gilardi e di Giorgio Vaccarino? 

Vorrei poter attivare una sorta di colloquio corale con i lettori di questa rubrica. 

Scrivete i vostri consensi o i vostri dissensi, in ogni caso i vostri pensieri circa la trasfor¬ 
mazione sociale in atto, dovuta anche alla maniera di comunicare in Internet a Ida Garosa, 
e-mail: mcZBiaamcIiDEH 

Oppure inviate lettere, sempre a Ida Gerosa, ma all'indirizzo della redazione di MCmicro¬ 
computer - Via Carlo Perrier, 9 - 00157 Roma. 

Proveremo ad iniziare un dibattito che costituirà una pane della rubrica. 

Le pagine Internet di ArsLab Boulevard sono raggiungibili all'indirizzo- 
pup.//www. aipnet.it/ aisiaD/Douievaro/Duiv.nfrnl 

Per intervenire nella discussione: ferslabt6iarpnet.il 
Monika Fleischmann e-mail IfTeischmanniaiqmg.dé 


168 











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THIENE (VI) Gene,ri .Unni t>n 5) 380.433 PADOVA < H Ekllnmlca fu") 12)1.061, PEDEMONTE (VR) fenice fui) 1210.10.51, TREVISO Coniputenearr 0,22) 422.422 
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RAPALLO (GE Muri,, 16,11,izzi > ri (,Ih5) 50.IH5 IIORDIGMtRA (IM) hill Stop (UN!) 264.353 MADONNA DELL'ACQUA (PI) p.umtec Pimi Ozi,) 890.H.Ì9 
S. BENEDETTO DEL TRONTO (AP) \LM\ Compiile,- ■mirice (rii) -51.295 PESCARA II IHuitrbi del I tnHpuler fieli) 692.349 ARPINO (FR) ilstrinlnflmtiatlcl O '>) 84.219 
PURGNANO (BA) LomiZX,) Ooim-nhl, ( H") 491.1933 FOGGIA VE. 11. (1881) 720.4~ 5 CAMPOBASSO - Lem, System flN-4) *11.33» COSENZA llunU- Sufi fé*,) 413-450 
SCALEA (CS, Oc,irmi Office i •'■5) 90.069 POGGIOMARINO (NA) UHI. (HI) 52H59.M ALCAMO (TP) Cori,In tufil(1021) 50~.49~ 

ROSOLINI (SR) Tecnicirslat l>e, II) 502110 BAGHERIA (PA) CV ,11 Corra„ Antonini, fOI) 96397(1 QUARTI! S. ELENA (CA) UH In/,.emulici ITO) H26H92 






















y Informatica 

, e Architettura 



a cura di Paolo Martegani 
e Riccardo Montenegro 


Architettura e Cooperazione in rete 


Le risorse messe a disposizione 
daU’informatica e più ancora dalla telemati¬ 
ca, rappresentano un mezzo per potenziare 
le attività di Cooperazione con i PVS. 
L'affermazione, che è valida per tutti 
i settori, trova nell’ambito dell'architettura 
una decisa conferma: insegnamenti mirati, 
contatti a distanza, crescita dei siti www 
in Internet che si interessano di queste 
problematiche. 

di Paolo Martegani 



COOPE RAZIONE 
ITALIANA 


ITALIAN COOPERAI ION 



PVS è un acronimo che indica i Paesi 
in Via di Sviluppo. Una considerevole 
parte del pianeta. L'Italia, come gli altri 
Paesi industrializzati, attraverso il proprio 
Ministero degli Affari Esteri partecipa, 
promuove e finanzia molte iniziative con¬ 
dotte in collaborazione con i governi lo¬ 
cali. Un ambito strategico della coopera- 
zione allo sviluppo è quello che riguarda 
la "formazione", a tutti i livelli, ma spe¬ 
cialmente per quanto riguarda la "forma¬ 
zione dei formatori". 

Informatica 
e cooperazione 

I computer in Angola, ma più ancora 
in Mozambico rivestono un ruolo di im¬ 
portanza crescente. Fin dalla fondazione, 
ad opera della Cooperazione Italiana, la 
Facoltà di "Arquitectura e Planeamento 
Fisico" di Maputo si è dotata di un Labo¬ 
ratorio di Tecniche Informatiche. 

II numero, la potenza e i campi di ap- 


170 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 







Informatica e Architettura 


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plicazione delle macchine sono poi au¬ 
mentati: disegno automatico, modella¬ 
zione solida, progettazione assistita, cad- 
componenting, simulazione, rendering, 

È ora pressante l'esigenza di conser¬ 
vare quanto si va elaborando nella Fa¬ 
coltà: i migliori lavori dei corsi, le tesi di 
licengiatura, i rilievi degli edifici significa¬ 
tivi, le immagini grafiche, fotografiche e 
video della realtà architettonica e am¬ 
bientale di Maputo. 

Ma anche le schede tecniche sui ma¬ 
teriali e sui componenti disponibili, la 
raccolta di leggi e norme attinenti l'edili¬ 
zia e quanto altro si elabora all'interno 
del Centro de Desenvolvimento do Habi¬ 
tat e do Ambiente (CDHA). Un patrimo¬ 
nio che, in parte, può essere utile anche 
all'esterno della Facoltà. 

Se il computer può svolgere un ruolo 
insostituibile per conservare tutto que¬ 


sto, la Rete ne estende notevolmente la 
possibilità di consultazione. Da qui la na¬ 
scita del sito Web: Developing Countries 
University Cooperation, ARCHITECTU- 
RE raggiungibile in Internet all’indirizzo 

|ittp://www caspur it/coop/ccoop.htrrl l 

Sperimentare le risorse 

Una iniziativa che sperimenta le risor¬ 
se della rete Nel sito sono presenti, in 
progressivo accumulo, i risultati della 
Cooperazione Italiana, per quanto attie¬ 
ne la formazione universitaria per l'archi¬ 
tettura a Maputo e Luanda. 

Attualmente sono disponibili: banca 
dati fotografica, bibliografia multimedia¬ 
le, cartografia, immagini di sintesi, mo¬ 
nografie e link. La telematica può contri¬ 
buire allo svolgimento dei progetti di 
cooperazione in essere. Ma anche sug¬ 
gerire nuove forme di attività. 

La sperimentazione di tecniche didatti¬ 
che a distanza e la collaborazione in pro¬ 
grammi di ricerca svolti contemporanea¬ 
mente in sedi fisicamente remote, sono 
i prossimi obiettivi dell'iniziativa. Da per¬ 
seguire attraverso i collegamenti con il 
CIUEM Centro Informatica Umversidade 
Eduardo Mondlane. in Mozambico, e piu 
recentemente con l'omologo dell'Uni¬ 
versità Agostinho Neto di Luanda, in An¬ 


gola. Nella Rete esistono altre pagine 
Web che trattano dell'argomento, alcu¬ 
ne di esse sono raggiungibili direttamen¬ 
te dal sito, le altre utilizzando i motori di 
ricerca. 

Nel concludere è d'obbligo citare la 
presenza in Internet del sito del Ministe¬ 
ro degli Affari Esteri, specie per quanto 
riguarda il settore dei programmi degli 
istituti culturali presso le ambasciate ita¬ 
liane all'estero. 


Nella pagina a fianco: in alio, il logo della 
Cooperatone Italiana 
In basso, la città spontanea che Si esten¬ 
de a macchie d'olio a lidosso del nucleo 
centrale di Luanda. 


In alto, nella oagina principale del CA- 
SPUP, appare 1 1 puntatore relativo alla 
cooperatone universitaria per l'architet¬ 
tura, realizzato da alcuni docenti grazie al¬ 
la disponibilità ed alla collaborazione dela 
direzione e del personale tecnico dello 
stesso CASPUR. Nel sito sono visibili 
centinaia di immagini, suddivise m caie 
gotte, sulla realta ambientale ed architet¬ 
tonica dell'Ango'a e del Mozambico, pae¬ 
si con i quali I Italia ha rapporti di coope 
razione per la formazione di architetti, 

In basso, uno dei due cortili del grande 
mercato di Pazza Kina Xijti, nell'area cen¬ 
trale di Luanda, Angola. È un'opera di Va¬ 
sco Vieira da Costa, allievo di Le Cotbu- 
sier ed esponente del modernismo afri¬ 
cano. 


Al Min Paolo Bruni Direttore Genera¬ 
le per la Cooperazione allo Sviluppo del 
Ministero Altari Esteri, abbiamo rivolto al¬ 
cune domande. 

In prospettiva quale ruolo potrebbe 
assumere la telematica nella coopera- 
ziqne? 

È da qualche anno che stiamo seguen¬ 
do con particolare attenzione gli sviluppi 
della telematica e le sue possibili applica¬ 
zioni nell'ambito dell'assistenza ai Paesi in 
Via di Sviluppo. Già dal 1992, quando an¬ 
cora sugli organi di stampa non appariva¬ 
no quotidianamente informazioni su Inter¬ 
net, avevamo intuito quale formidabile 
veicolo di avvicinamento tra il nord ed il 
sud del mondo fossero le cosiddette 
"Information Highways". Abbiamo allora 
avviato con l'UNESCÓ un programma pi¬ 
lota destinato a costituire dei punti di ac 
cesso ad Internet in oltre 15 paesi dislo¬ 
cati nell'intero continente africano. La si¬ 
tuazione nel frattempo si è evoluta, c'è un 
dialogo apeno tra l'Europa ed il Mediterra¬ 
neo sulla Società dell'Informazione, si stu¬ 
diano reti satellitari per superare le diffi¬ 
coltà connesse allo sviluppo delle teleco¬ 
municazioni in Africa e noi partecipiamo 
ed appoggiamo a questo dibattito e le mi¬ 
sure allo studio, torti della nostra espe¬ 
rienza e del nostro interesse in tale setto¬ 
re. 


Qual è la situazione attuale e quali 


gli sviluppi a breve? 

Dal dibattito in corso un aspetto emer¬ 
ge con chiarezza: il problema che si pone 
per quanto attiene alla partecipazione dei 
PVS alla Società dell’Informazione non ri¬ 
guarda piu l'importanza o la priorità da ac¬ 
cordare a tale tematica ma è come mette¬ 
re le tecnologie dell’informazione al servi¬ 


zio dello sviluppo In questo contesto noi 
ci siamo mossi, come citavo piima, av¬ 
viando il progetto pilota con l'UNESCÓ È 
da lungo tempo, inoltre, che sosteniamo 
programmi destinati ad applicare la tele¬ 
matica per i sistemi di "Early Warning" 
per la sicurezza alimentare. Partecipiamo 
inoltre al giuppo di lavoro su un progetto 



MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


171 





















Informatica e Architettura 




Nel settore della formazione sono 
previste sperimentazioni della didatti¬ 
ca a distanza ? 

Il progetto COPINE, al quale ho fatto ri¬ 
ferimento in precedenza, prevede tra le 
principali applicazioni il settore dell'educa¬ 
zione, Non si tratta solo di un settore di 
possibile interesse ma di una specifica ri¬ 
chiesta avanzata da un numero considere¬ 
vole di paesi africani riuniti per dibattere le 


Sopra, planimetria di Ma- 
puto. presente nel sito 
L'immagine 6 interattiva: 
cliccando su un settore se 
ne ottiene l'ingrandimento, 
che oftre aree sensibili che 
possono essere ulterior¬ 
mente ingrandite 
E una elaborazione, in pro¬ 
gress, dell'architetto mo¬ 
zambicano Paulo Monda¬ 
ne 

A sinistra, un suggestivo 
disegno di L. Ferreira che 
ben testimonia il carattere 
della Odade Antiga, nel 
quale sono riconoscibili 

alcuni elementi ricorrenti 
nell'architettura coloniale 
portoghese 


applicazioni telematiche nei loro paesi. 

Non mi sembra peraltro che ci si debba 
stupire di tale richiesta L'impiego della te¬ 
lematica nell'educazione e, in tale ambito, 
della formazione a distanza rappresenta 
un elemento di grande interesse e desti¬ 
nato ad assumere nei prossimi anni un 
ruolo sempre più rilevante, compatibil¬ 
mente con la crescita dei sistemi di co¬ 
municazione nei PVS, 


denominato COPI¬ 
NE e destinato ad 
applicare la tecnolo¬ 
gia satellitare per la 
medicina, per la for¬ 
mazione e, più in ge¬ 
nerale, per creare 
una rete di informa¬ 
zioni che copra l'in¬ 
tera Africa. 

Al disegno del 
progetto partecipa¬ 
no oltre all'Italia nu¬ 
merosi paesi euro¬ 
pei, l'OMS, l’Agen¬ 
zia delle Nazioni Uni¬ 
te per gli Affari Spa¬ 
ziali di Vienna. l’A¬ 
genzia Spaziale Eu¬ 
ropea. 


Esistono iniziati¬ 
ve analoghe al Sito 
"Developing Coun- 
tries University 
Cooperation"? 

Nell’ambito delle 
iniziative promosse 
dalle Organizzazioni 
Non Governative 
(ONG) figurano alcu¬ 
ne attività destinate 
all'educazione allo 
sviluppo. 

Nel corso del 
1996 le ONG hanno 
avuto accesso a fi¬ 
nanziamenti destina¬ 
ti a promuovere ed a 
sensibilizzare varie 
fasce di popolazione sulle tematiche dello 
sviluppo anche attraverso l'uso di stru¬ 
menti telematici. 

Per quanto attiene allo specifico argo¬ 
mento della cooperazione universitaria, 
valuto con interesse le iniziative intrapre¬ 
se per divulgare quanto realizzato in tale 
settore e. come affermavo in preceden¬ 
za, lo strumento telematico mi sembra 
particolarmente idoneo e suscettibile di 
interessanti sviluppi. 


Quali sono le azioni da intraprendere 
per l'impiego delle potenzialità della 
telematica nella cooperazione? 

È importante una precisazione. La coo¬ 
perazione non è soltanto un possibile fi¬ 
nanziatore di progetti di sviluppo ma è an¬ 
che un utente che ha una grande neces¬ 
sità di adeguare i propri strumenti alle 
evoluzioni tecnologiche. 

L'uso della posta elettronica per inviare 
informazioni e documenti tra le nostre 
rappresentanze e gli uffici di cooperazione 
all'estero e la sede centrale è di fonda- 
mentale importanza per ridurre i costi ed 
incrementare l'efficienza. 

Ci stiamo attrezzando di conseguenza. 


Planimetria de Maputo Cidade 

_«_l*_c_d 


172 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





































Informatica e Architettura 



Al Prof. Mario Docci Preside della Fa¬ 
coltà di Architettura dell'Università "La 
Sapienza" di Roma e Presidente del Co¬ 
mitato Scientìfico per la Cooperazione 
con l'Università Eduardo Mondlane. di 
Maputo, Mozambico, abbiamo rivolto al¬ 
cune domande. 

Qual è la finalità principale della 
cooperazione nella formazione di ar¬ 
chitetti? 

Una buona qualità progettuale ha una 
ricaduta diretta sulla qualità della vita e la 
tradizione del nostro Paese in questo 
settore può fornire un contributo impor¬ 
tante. C'è parallelamente da considerare 
che gli architetti costituiscono una com¬ 
ponente fondamentale per ogni società: 
a maggior ragione là dove, dalla pianifi¬ 
cazione territoriale fino alla costruzione 
degli edifici, c'è ancora moltissimo da or¬ 
ganizzare e da fare. 

A oltre dieci anni dall'inizio di que¬ 
ste esperienze quali sono gli aspetti 
particolarmente positivi? 

La Facoltà conduce programmi di coo¬ 
perazione nell'ambito della formazione, 
oltre che in Mozambico, anche in Ango¬ 


la, nell'Università Agostinho Neto di 
Luanda. dove l'attività è concentrata nel¬ 
la fase conclusiva. E in Algeria, presso 
l’EPAU di Algeri dove da molti anni è in 
corso una collaborazione che prima ha 
portato all'attivazione di una scuola di 
post-graduazione in Urbanismo e suc¬ 
cessivamente ad una scuola sulla valo¬ 
rizzazione dei siti storici. 

L'attività è ora interrotta per le note vi¬ 
cende: ma le risorse disponibili consen¬ 
tono ad alcuni studenti il completamen¬ 
to, in Italia, dei propri studi 

Nella formazione professionale i pro¬ 
grammi hanno dato risultati positivi: gli 
architetti sono di buon livello e trovano 
immediato inserimento contribuendo a 
dotare quei Paesi dei quadri di cui hanno 
straordinaria necessità. 

Quali le parti del programma che 
necessitano di ulteriori messe a pun¬ 
to? 

Le difficoltà maggiori sono nella for¬ 
mazione dei docenti. Un neo-laureato 
non è pronto per svolgere il ruolo di do¬ 
cente. Ma la modestia degli incentivi 
economici, normalmente disponibili, ren¬ 
de difficile mantenere all'interno dell'u- 


Alfandega. veduta della sede della 
dogana. Influenze europee, india¬ 
ne e di altre origini sono compre¬ 
senti e rendono Maputo una città 
architettonicamente vivace e inte¬ 
ressante 


mversità anche i giovani con predisposi¬ 
zione all'approfondimento. 

Un problema più legato agli aspetti for¬ 
mativi si evidenzia nella considerazione 
che un docente universitario non può es¬ 
sere considerato tale se prima non è un 
ricercatore e quindi non è in grado di tra¬ 
sferire nell'attività didattica i risultati del¬ 
la propria ricerca. 

Questo problema può essere risolto in 
parte nel far passare ai giovani più pro¬ 
mettenti periodi, necessariamente brevi 
per evitare uno estraneamento dalle loro 
realtà, nei nostri dipartimenti. E parallela- 
mente con l'attivazione di programmi di 
ricerca in loco, dove i neo-laureati possa¬ 
no svolgere, sotto la guida di docenti ita¬ 
liani, attività scientifica Questa operazio¬ 
ne raggiungerebbe la doppia finalità di 
arricchire l'esperienza personale dei sin¬ 
goli e l'ampliamento del patrimonio di 
conoscenza della Istituzione. 

Formare i formatori è una finalità 
chiara: quale ruolo assumerà la coo¬ 
perazione quando questo obiettivo 
sarà stato raggiunto? 

Questa è una domanda da rivolgere al 
Ministero degli Affari Esteri. Certo è che 
avviare programmi di cooperazione che, 
nel formare i quadri di un PVS, promuo¬ 
vano contemporaneamente la cono¬ 
scenza della cultura e della lingua italia¬ 
na, oltre che essere un'operazione sicu¬ 
ramente utile per il Paese destinatario, 
porta ad un positivo ritorno e non solo in 
termini di presenza e di immagine. 


Un video sulla città di Maputo 


"Nas terras de Mpfumo" 

Video prodotto dal CATTID Centro per le Applicazioni della Tele¬ 
visione e delle Tecniche per l'Istruzione a Distanza dell'Univer¬ 
sità "La Sapienza" di Roma. Responsabili scientifici sono i proff 
Mario Docci, Paola Coppola Pignatelli, José Forjaz; la direzione è 
dell'arch. Fernando Recalde Leon: la ricerca storica e iconografi¬ 
ca dell'arch Luigi Corvaja. Oggetto del video è l'esame della 
realtà locale. Annotazioni per una lettura della città di Maputo in 
Mozambico, sorta sulle terre di un leggendario "capo" o "re" lo¬ 
cale:" Mpfumo”. Frutto delle attività di ricerca e di didattica con¬ 
dotte, nella Facoltà di Architettura della Universidade "Eduardo 
Mondlane" di Maputo. da alcuni docenti nell'ambito del progetto 
di cooperazione universitaria del Ministero Affari Esteri. Una ric¬ 
ca banca di dati reiazionabili alle problematiche sia della conser¬ 
vazione, del restauro e del riuso, che a quelle relative ai nuovi in¬ 
terventi progettuali. 



Linei Corvaja - Fernando Recalde Leon 

’ NÀS TERRAS DE MPFUMO" 

Appunti per un* lettura lidia atto ili Munite m Miuanbfii* 


MCmicrocomputer n, 174 - maggio 1997 


173 









Informatica e Architettura 


Un riuso a Venezia: 
tecnologia avanzata e storia 

A Venezia l'Università Ca’ Foscari 
ha realizzato, restaurando l'edificio della ex 
chiesa di Santa Margherita (già trasformata 
in cinema-teatro), una struttura polivalente 
e ad alta tecnologia al servizio della cultura 
e della città. 


di Lucia Fabi 



Comincia da molto lontano la storia di 
uno spazio che oggi, oltre a presentarsi 
come un significativo esempio di recu¬ 
pero e di riqualificazione edilizia, costitui¬ 
sce anche una delle più attrezzate e mo¬ 
derne strutture per incontri, convegni e 
spettacoli esistenti a Venezia. 

La chiesa di Santa Margherita fu con¬ 
sacrata nell'anno 853, ma non si hanno 
che poche notizie sulla tipologia e sulla 
sua consistenza edilizia originaria, né so¬ 
no note le trasformazioni subite nei suoi 
primi secoli di vita: a partire dal X dove¬ 
vano anche esservi una cupola ed un'ab¬ 
side ricoperta di mosaici d'oro di ascen¬ 
denza bizantina, mentre più tardi, nel 
1500, la pianta di Jacopo de Barbari la 
raffigura come un classico edificio a tre 
navate affiancato da una possente torre 
campanaria. 

Da chiesa a teatro 

Agli inizi del XVII secolo, secondo 
quanto riportano le fonti, l'antica struttu¬ 
ra si presentava ormai però tanto caden¬ 
te da doverne disporre la totale ricostru¬ 
zione, completata intorno al 1650. Il nuo¬ 
vo edificio, ad una sola navata, contrap¬ 
poneva alla umile sobrietà dell'esterno 
un'interno sfarzosamente arricchito di al¬ 
tari. decorazioni ed opere d’arte. Nel 
1697 il pittore Antonio Zanchi realizzò sul 
soffitto della chiesa uno splendido affre¬ 
sco. rappresentante il martirio di Santa 
Margherita di Antiochia e caratterizzato 


da un vertiginoso 
impianto prospetti¬ 
co dal basso verso 
l'alto e da una resa 
figurativa ariosa¬ 
mente scenografi¬ 
ca 

Nel 1810. a se¬ 
guito dei decreti 
napoleonici, la 
chiesa fu sconsa¬ 
crata e da allora l'e¬ 
dificio. rimosso e 
disperso, nel tem¬ 
po, il ricchissimo 
arredo, ha subito sorti alterne deposito 
di tabacchi, luogo di culto della Comu¬ 
nità Evangelica, sala delle assemblee 
della Camera del Lavoro, fino ad essere 
trasformato, nei primi anni del nostro se¬ 
colo, in un cinema-teatro. A questo sco¬ 
po lo spazio fu drasticamente rimodella¬ 
to: il palcoscenico ricavato dal taglio del 
presbiterio e la platea delimitata erigen¬ 
do tre ordini di logge sovrapposte lungo 
le pareti longitudinali e di fronte alla ori¬ 
ginaria parete di ingresso, per creare un 
foyer ed altri spazi di servizio La sala fu 
inoltre controsoffittata, per coprire l'af¬ 
fresco, mentre statue in gesso, colonni¬ 
ne in stucco e decorazioni varie vennero 
profuse, quasi a voler attribuire una nuo¬ 
va sacralità al secondo locale da spetta¬ 
colo che si apriva a Venezia, nel 1908, e 
dal nome particolarmente roboante: 
"Sociale Arte e Cultura" 


Divenuto poi più semplicemente "Sala 
Santa Margherita" e subiti ancora rima¬ 
neggiamenti e manomissioni, svolse la 
sua utile ed onesta funzione fino alla 
chiusura, alla fine degli anni ‘70. 

Il restauro 

Ne è seguito un nuovo periodo di ab¬ 
bandono e di degrado, terminato nel 
1986. allorché l'Università Ca' Foscari di 
Venezia ha acquisito l'immobile e lo ha 
sottoposto ad una esemplare e radicale 
opera di restauro, affidando all'arch. Lu¬ 
ciano Gemm il progetto del ripristino e 
conservazione delle antiche strutture e 
della dotazione tecnologica ed impianti¬ 
stica necessaria alia sua nuova destina¬ 
zione d’uso. 


Sopra, dalla famosa 
veduta disegnata da 
Jacopo de Baroari l'a¬ 
spetto di Venezia nel 
1500 la chiesa di 
Santa Margherita è al 
centro, tra il campo 
omonimo e il rio di 
Ca’ Foscari. 

A destra, la cabina di 
regia con la console di 
comando e i monitor 
del sistema di ripresa 
televisiva 



174 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 













Informatica e Architettura 


I lavori, eseguiti e 
coordinati dalla dit¬ 
ta Decima di Pado¬ 
va, con la supervi¬ 
sione della Divisio¬ 
ne Servizi Tecnici 
dell'Università so¬ 
no ormai completa¬ 
ti e la ex chiesa 
Santa Margherita è 
divenuta una 
"macchina" par la 
cultura e lo spetta¬ 
colo tra le più sofi¬ 
sticate di quelle 
esistenti a Venezia, 
dotata di tutte le 
più moderne appa¬ 
recchiature e dei 
migliori equipaggia¬ 
menti tecnici necessari allo svolgimento 
delle attività previste: da Aula Magna 
universitaria a Centro Congressi o spa¬ 
zio disponibile e attrezzato per dibattiti, 
spettacoli, proiezioni e concerti... 

Particolarmente innovativa, perché de¬ 
terminata dalla necessità, sempre più av¬ 
vertita, di trasmettere in videoconferen- 
za o documentare gli eventi, oltre che 
dalla volontà di favorire una loro effettiva 
interattività con il pubblico presente in 
sala, la adozione di un sofisticato siste- 


Sopra, vista dell'inter¬ 
no della sala la platea 
ed il primo ordine del¬ 
le balconate 

A destra, particolare 
di una delle postazioni 
dì ripresa laterali 

Sotto, pianta alla Quo¬ 
ta del foyer e della 
platea e pianta alla 
quota della prima bal¬ 
conata. In evidenza il 
posizionamento delle 
postazioni di ripresa 
televisiva a circuito 
chiuso Ipunti I, 2, 3, 

Al e della cabina di 
controllo e regia (pun¬ 
to 5) 


Il sistema di ripresa 

televisiva 


ma di ripresa televi¬ 
siva, programmabile 
e controllato a di¬ 
stanza. 

La cabina di coman¬ 
do di tutte le appa¬ 
recchiature e di re¬ 
gia degli eventi è si¬ 
tuata di fronte al pal¬ 
coscenico, all'altez¬ 
za della prima balco¬ 
nata. 

Nonostante la quan¬ 
tità e la complessità 
degli apparati in fun¬ 
zione, che ne fanno 
un vero e proprio cervello tecnologico 
dal quale si dipartono tutti i segnali di co¬ 
mando ed al quale affluiscono tutti i 
feed-back, è organizzata in modo estre¬ 
mamente razionale, ed è dotata di una 
amichevole interfaccia utente della ame¬ 
ricana AMX, un cui terminale è anche 
presente sul palco, ad eventuale disposi¬ 
zione degli oratori o degli animatori degli 
eventi. 

Un nuovo spazio 
per la cultura 

Numerose ed importanti sono già sta¬ 
te le attività di carattere culturale che 
hanno avuto luogo nella nuova "Sala 
Santa Margherita": concerti, proiezioni 
di cicli di film, incontri pubblici e privati, 
un convegno su "Matematica e Arte" 
promosso dall'Università. C'è da sperare 
vivamente che questa lodevole operazio¬ 
ne costituisca uno stimolo affinché sem¬ 
pre più numerose Istituzioni culturali co¬ 
niugando opportunamente le proprie 
funzioni con altre, complementari e rivol¬ 
te ad un più ampio bacino di utenza, tro¬ 
vino la volontà e la forza di scendere in 
campo per il recupero e la valorizzazione 
di siti ed edifici storici che in Italia pre¬ 
sentano, purtroppo, un incerto destino. 


Il sistema di ripresa televisiva presente 
nella "Sala Santa Margherita" è costitui¬ 
to da quattro telecamere Sony DXC 930 
con ottiche motorizzate Canon VH 
13x7,5 e YH 17x 7, montate su testate 
brandeggiabili di tipo QUASAR 2, coman¬ 
date da una console sulla quale sono 
presenti tutti i necessari trasduttori, i ta¬ 
sti per il dialogo con il sistema, la gestio¬ 
ne delle memorie e le spie di funziona¬ 
mento I segnali di controllo, che di nor¬ 
ma viaggiano su una seriale RS 422, pos¬ 
sono essere anche inviati per mezzo di 
un modem, da qualunque distanza. Ogni 
testata può memorizzare fino a 60 inqua¬ 
drature (posizione di Pan, Tilt, fuoco e 
zoom), le quali possono essere raggiun¬ 
te, con il movimento prescelto dall'ope¬ 
ratore e 
con assolu¬ 
ta precisio¬ 
ne. un nu¬ 
mero infini¬ 
to di volte. 

Connetten¬ 
do la con¬ 
sole a un 
computer, 
per mezzo 
di una se¬ 
riale RS 
232, può 
essere ot¬ 
tenuta una 
significati¬ 
va espansione delle potenzialità del si¬ 
stema: aumento del numero delle in¬ 
quadrature memorizzabili, gestione de¬ 
gli indici delle memorie in forma di 
"iconogrammi", "mappatura" dello 
spazio della ripresa per l'autoregolazio¬ 
ne del fuoco in sincrono con gli sposta¬ 
menti della testata, puntamento rapido 
effettuato per mezzo del mouse, della 
tavoletta grafica o di un toutch screen. 
Come tutti gli altri apparati tecnologici, 
anche all'impianto di ripresa televisiva 
possono essere inviati comandi dal si¬ 
stema AMX, per scegliere delle macro, 
ovvero dei particolari assetti dell'intero 
sistema, o per comandare le singole 
testate 


Il sistema è stato realizzato dalla Mo- 
veCam and Control (con sede a Sas¬ 
soferrato e ufficio a Roma: telefono 
06/68804264, fax 06/6832635), una 
azienda di formazione recente, ma nel¬ 
la quale sono confluite tutta una serie 
di esperienze maturate nel settore del¬ 
la movimentazione e del controllo di 
telecamere, in ambienti sia broadcast 
che professionali: realizzazioni per 
grandi studi televisivi, per eventi spor¬ 
tivi di particolare rilevanza, per struttu¬ 
re quali l'Auditorium Giovanni Agnelli 
del Lingotto, le sale convegni della Fie¬ 
ra di Roma, ecc 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


175 


















coordinamento di Andrea de Prisco 

Le mele maturano 
e divengono meloni! 


Marzo 1984, tempo di primavera. Arriva¬ 
no le rondini e cominciano a vedersi i 
PC IBM non più come oggetti di oscuro 
desiderio, ma a disposizione di chi ha da¬ 
naro sonante in tasca. La Bit Computers 
di Roma offre nel suo catalogo tre marchi 
di assoluto prestigio. Hewlett-Packard. Ap¬ 
ple e, appunto, Big Blue (come dire mettere 
insieme diavolo e acqua santa). La società ri¬ 
corda che queste tre macchine praticamente 
coprono il 70% del totale del mercato, forse 
con un po' di esagerazione, ma mai pensando 
quanto lontana possa essere dal vero, per di¬ 
fetto, questa previsione. E, per buona aggiunta, 
la stessa offre tutti i modelli di Commodore e 
Sinclair. 

Digital continua a promuovere il suo CP/M (insie¬ 
me al Cuncurrent), ma. conscia del vento che tira, 
offre il suo package grafico GXS anche in ambien¬ 
te DOS. Ma il colpaccio è rappresentato dalla pre¬ 
sentazione, da parte di sir Sinclair, di una macchi¬ 
na rivoluzionaria e, per certi versi, ancora oggi at¬ 
tuale, il QL, che, ancora per qualche intimo, è 
chiamato ZX84 

QL, acronimo di Quantum Leap, più o meno 
"balzo in avanti", ha veramente di che ador¬ 
narsi di prestigio. Abbandonati i processori 
storici adotta un potente Motorola 68008. 
con architettura interna a 32 bit (purtroppo 
dotato di un bus dati a soli 8 bit; ma cosa 
volete per circa 400 sterline?); la cosa fa 
scalpore perché, con questo cuore pul¬ 
sante, la memoria indirizzarle sale a 
ben 640 k (standard ci sono disponibili 
128 k); la ROM occupa 32 kbyte. e contiene 
sia sistema operativo che BASIC, anzi SuperBasic. 
come viene ufficialmente chiamato. Ma avremo 
modo di parlarne diffusamente in occasione della 
prova 

Maurizio Bergami apre una vistosa rubrica dedicata 
ai giochi che, in confronto ai prodotti di oggi, anche 
freeware, stanno come un panino con la mortadella 
sta ad un'anatra all'arancia; ciononostante Maurizio 
riesce a riempire due pagine con ogni gioco. Grafica 
a puntini, anzi a mattoni, e striduli suoni degli alto- 
parlanti interni fanno sognare avventure spaziali e 
discese nel Maelstrom; ma si vive anche di questo. 
Il piatto forte del fascicolo è dedicato al piu grande 
computer di tutti i tempi (non sparate al macintoshi- 
sta!); è arrivato il melone, il superApple che stravol¬ 
gerà del tutto il metodo d'uso delle macchine e le 


interfacce con l'utenza. Per la verità non si tratta di 
una vera novità; già il Lisa, macchina nata sotto una 
cattiva stella, adottava una interfaccia grafica con 
tanto di mouse Ma, mente di nuovo sotto il sole, il 
tutto è ereditato da una interfaccia della Xerox di 
qualche tempo prima, che non fu mai sviluppata pie¬ 
namente e che non ebbe alcuna ricaduta sul merca¬ 
to, La prova è affidata, manco a dirlo, a Corrado Giu- 
stozzi, che cosi si pronuncia, ascoltate senza sorri¬ 
dere: "Il Mac è decisamente un oggetto dalla tec¬ 
nologia molto avanzata. Dotato di un Motorola 
68000 funzionante a 7,83 MHz ( quando i numeri so¬ 
no piccoli non si trascurano neppure i decimali; 
n.d.r. I, di un particolare microfloppy da 3.5” a velo¬ 
cità variabile, che su una singola faccia è capace di 
contenere 400K ( ricordo che la misura, in un mondo 
in cui tutto era potenza di 2, fece inorridire, n.d.r.) 
con un firmware potentissimo per la gestione, tra 
l'altro, del mouse e delle finestre, ci appare notevol¬ 
mente lontano dal tradizionale personal computer" 
Corrado si diverte a narrare, tra il serio e il faceto, 
dell'aspetto e dei colon della macchina, del mouse 
che propone, con un occhio alla purezza, di chiama¬ 
re "topo", A proposito di esso, vale la pena di nota¬ 
re che è definito come qualcosa che "conferisce al 
tutto un aspetto stravagante, che incuriosisce an¬ 
che l'osservatore distratto" Notevole anche la ta¬ 
stiera, piccola e poco ingombrante, legata al cubotto 
da un cavetto "telefonico". La filosofia di utilizzo, 
ovviamente, per i tempi, è più che rivoluzionaria, 
tanto per usare ancora una volta una espressione di 
Corrado, "filosofica" Ovviamente siamo ancora al 
primo modello, dotato di "soli" 128 k di RAM, che 
diverranno subito 512, con boot da dischetto e con il 
corredo, incredibile per i tempi, di due software. 
MacWrite e MacPaint, che in altri ambienti costano 
fior di soldini, se non ci si vuole limitare al solito edi¬ 
tor di linea. E. proprio in questi ambienti di lavoro, 
meraviglia la potenza del refreshing dello schermo, 
la possibilità di posizionare e ridimensionare le fine¬ 
stre sullo schermo (che. potenza dei tempi, posso¬ 
no essere addirittura otto!), e la disponibilità, in li¬ 
nea, di aggeggici come calcolatrice, un blocchetto 
notes, un controller dello schermo e un gioco del 15 
di quelli che si trovavano una volta nelle fiere e nel¬ 
le feste del patrono. E, manco a dirlo, la cosa che 
desta più curiosità è il cestino, di cui sono sicuro 
nessuno immagina l'uso e il significato. E questa 
meraviglia costa tra i 5 e i 6 milioni, e può essere 
corredato da una serie di applicativi piuttosto inte¬ 
ressanti, Multiplan (una specie di Excel) e Multi¬ 


ci Raffaello De Masi 


176 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 























(AITPITFMIPl) 




re; si tratta dello Spectravideo SV-328, e 
dell'Acorn Electron, che, almeno oltre 
Manica, rappresenta un degno avversa¬ 
rio del più famoso Spectrum. Il primo è 
importante, in quanto è la prima macchi¬ 
na storica ad aver introdotto lo standard 
MSX (cui aderiranno numerosi e ben no¬ 
ti costruttori, tra cui Canon, Toshiba, 
Sony, Yamaha). La tastiera è degna di 
macchine di più alto lignaggio, ma, su¬ 
perata questa, il computer è già finito, 
vale a dire che sotto i tasti sono nascosti 
tutto il cuore e le interfacce. Ambedue 
sono basati sull'inossidabile Z80, e vi¬ 
vranno una sola estate felice. 

Il pezzo forte è senza dubbio l'Apricot 
ACT, si tratta di una macchina moderna, 


Chart, MacDraw e MacProject (prodotti 
direttamente dalla Apple, che poco dopo 
fonderà la Claris e ad essa li licenzierà), e 
gli immancabili linguaggi: un rivoluziona¬ 
rio BASIC Microsoft senza numeri di li¬ 
nea. e un curioso Pascal interpretato, 
che è anche ambiente di sviluppo della 
Apple stessa. Apple preannuncia che 
per la fine dell'84 ci saranno disponibili 
almeno 500 pacchetti diversi; una volta 
tanto non si andrà lontani dal vero. 

La macchina si può interfacciare solo 
con una stampante originale Apple, la 
Imagewriter, pesantissima ma estrema- 
mente robusta, anche se sferragliante 
come un tender, che riesce a riprodurre 
su carta tutto quanto presente a scher¬ 
mo, ivi compresi i rivoluzionari font sca¬ 
labili. Anche il prezzo di questa periferica 
non scherza, circa tre volte quello di una 
stampante standard a 80 colonne. Ma 
c'è la soddisfazione di ritrovare, all'inter¬ 
no della carrozzeria del computer, le fir¬ 
me del team di progettazione del "melo¬ 
ne". 

A confronto con questa prova le altre 
sembrano impallidire; ecco quindi prova¬ 
to e recensito un ennesimo "Micro Co¬ 
lor Computer" della TRS a far concorren¬ 
za più o meno degna alle macchinette 
delle puntate precedenti. Solita interfac- 
ciatura con televisore e registratore a 
cassette. In tema di periferiche, invece, 
interessante la presentazione dei micro¬ 
drive Sinclair, unità di memoria di massa 
della grandezza di una scatoletta di mi¬ 
nerva; basati su un minuscolo nastro 
magnetico ad anello, lungo circa 5 metri, 
diverranno poi standard sull'incipiente 
QL; possono essere collegati in sene fi¬ 
no a 8 elementi, e ogni microdrive è au- 
toconfigurante per il suo indirizzo. Curio¬ 
so il consiglio fornito con le microcasset- 


Eccolo Qua il 'melo¬ 
ne' è ormai realtà an¬ 
che in Italia. Con soli 
128 K di RAM e 
un ‘appendice a forma 
di topo cambiò il de¬ 
stino dell'informatica 
personale 


ZX mie roda ve: un 
gioiello di miniaturizza¬ 
zione tecnologica... al 
servizio idei sudditi) di 
Sua Maestà. 


te; viene suggerito 
di formattare, al 
primo utilizzo, la 
microcassetta più 
di una volta; in 
questo modo la 
sua capacità (circa 
90 K) aumenta 
ogni volta legger¬ 
mente. 

Ohilà, ecco un 
word processor in 
piena regola per 
Commodore 64, 
l'Easy Script della 
casa madre. Defi¬ 
nito pomposamente dalla casa di Norri- 
ston "uno dei più potenti wp disponibili 
per qualsiasi microcomputer" eguaglia, 
effettivamente, prestazioni viste su pac¬ 
chetti per macchine ben più potenti (leg¬ 
gi Wordstar e simili). Costa solo qualche 
diecina di migliaia di lire. Usanze dei 
tempi che furono, ecco una ennesima ri¬ 
visitazione, della Torre di Hanoi, questa 
volta implementata in un dimenticato 
CYBERLogo. Francesco Petroni insegna 
i primi segreti delle tavolette grafiche 
(una Watanabe), e poi, a tutta forza, pa¬ 
gine piene zeppe di sorgenti BASIC in 
tutte le salse e per tutte le esigenze; uno 
per tutti, ecco la simulazione di un esa¬ 
me di guida per lo Sharp 1211 ; o, maga¬ 
ri. in SOA, l'estrazione di radici in multi¬ 
pla precisione. 


Apricot, una grande 
occasione mancata 

Il numero 29, aprile, offre due altri esem¬ 
plari delle scatolette da ottocentomila li- 


Quanti ricorOano l'Oliveth M21 ? Forse n pochi, era 
la versione portatile del più noto M24 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


177 





















L’ACT Apncot, oltre ad avere un'estetica particolarmente curata, si richiudeva su se stesso agevolandone il 
trasporto Era un desktop, portatileI 


( ALTRI TFMPl) 


di altissima qualità, relativamente poco 
costosa, basata su una architettura mul- 
tiprocessore e dotata, di serie, di ben tre 
sistemi operativi (MS/DOS, CP/M 86 e 
Cuncurrent) e di una serie di applicativi di 
tutto rispetto. Corrado, non sempre pro¬ 
digo di lodi, lo definisce una delle più in¬ 
teressanti novità degli ultimi tempi. 
Avanzatissimo nella progettazione e nel¬ 
l'uso delle più moderne tecnologie Ila ta¬ 
stiera, addirittura, incorpora un orologio a 


cristalli liquidi) si evolverà, in questa dire¬ 
zione, rapidamente (i modelli successivi 
aboliranno, ad esempio, tutti i collega- 
menti attraverso filo delle periferiche); 
tastiera, mouse (ne è provvisto), stam¬ 
panti saranno legate all'unità centrale da 
collegamenti in infrarosso, affidabili e 
ben efficienti fino alla distanza di tre o 
quattro metri. I drive sono ovviamente 
quelli da 3 1/2", e la memoria RAM è 
ben 256 K. L'unità centrale è tanto pic¬ 
cola da poter esse¬ 
re trasportata in 
una valigetta venti- 
quattr'ore, ma non 
ce n’è bisogno, vi¬ 
sto che l'Apricot, 
con un sapiente 
gioco di sportellini 
degno di una Bat- 
Mobile, si trasfor¬ 
ma esso stesso in 
una valigetta. Man 
co a dirlo, il rullo 
compressore IBM 
farà immediata giu¬ 
stizia anche di que¬ 
sto. 

Maurizio Bergami 
scova una interfac¬ 
cia vocale per 
Spectrum, che par¬ 
la con voce metalli¬ 
ca solo con allofoni 
inglesi, mentre Vai- 
ter Di Dio ingaggia 
battaglie spaziali 


Il Casio FP- 1 100 era un personal computer ’a strati' Al pian terreno l'unità cen¬ 
trale, al primo piano le due meccaniche floppy disk Tastiera formato terrazzo 
con vista sul monitor 


con un |oystick per Commodore adattato 
a un Apple 11, e un ponderoso editor per 
Applesoft. Potenza della tecnologia, 
Tommaso Pantuso insegna a costruire 
un combinatore telefonico gestito da un 
VIC 20, e poi Frogger, Invaders, labirinti 
a tre dimensioni, studio delle funzioni in 
SOA, e chi più ne ha più ne metta. Il nu¬ 
mero 30, ancora, accanto all'immancabi 
le pezzo da ottocento (un oscuro ORIC-1 
formato tavoletta di cioccolata) offre due 
ghiotte novità, il Casio FP-1100 di classe 
appena appena superiore, e un pregevo¬ 
le Philips P-2000C, che merita qualche 
parola in più. 

Macchina della classe 'portatile con 
qualche sforzo", leggi Osborne, è una 
vera macchina completa, con tanto di 
monitor integrato a fosfori verdi, tastiera 
separata che funge da coperchio, tracol¬ 
la di trasporto (la maniglia non serve vi¬ 
sto che pare fatto di piombo!). Basato 
ancora una volta su LUI, lo Z80, offre di 


178 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


























Da MC n 30 /Maggio 19841: 'La caratteristica principale del P2000C è la pona- 
bililà; all'interno del mobile che lo ospita sono infarti alloggiati anche un monitor 
e due capaci floppy disk II risultato è un sistema autosufficiente, che per fun¬ 
zionare richiede solo il collegamento del cavo di alimentazione alla presa di rete' 
Che tempi, che tempiiII 


Calibi tfmpO 



Tra i due litiganti, il terzo, soccombe L One I Ichi era costui?l fu un antagoni¬ 
sta in terra tì oltre Manica del Sinclair ZX-Spectrum. acerrimo nemico a sua voi 
ta dell’onnipresente Commodore Vic-20 


serie il CP/M in versione 2.2, il Word- 
Star e il CalcStar (ennesima versione di 
Visicalc in salsa tartara) e addirittura, vo¬ 
lendo, un disco rigido dalla stratosferica 
capacità di 10 Mb, che insieme alla 
espansione a 256 mega di RAM fa lievi- 


tronica Emiliana, 
una società di Mo¬ 
dena, presenta una 
stampantina forma¬ 
to mattone capace 
di 40 caratteri per riga, che permette di 
stampare due copie di cui una si avvol¬ 


ge automaticamente all'interno della pe¬ 
riferica, e di una curiosa chiusura a chia¬ 
vetta 

Volete progettare un circuito automobili¬ 
stico con tanto di specifiche riguardanti il 
raggio delle curve e i raccordi? France¬ 
sco Petroni vi insegna a farlo, con un Ca¬ 
sio FP200 e una serie di formule rubate 
alla sezione progetti del Nurburgring o di 
Brands Hatch. Rubando il mestiere a 
Pavlov, Valter Di Dio ci spiega come fan¬ 
no gli asini (quelli della famiglia degli 
equini!) a contare fino a dieci, e Fabio 
Schiattarella ci insegna il gioco Babilonia, 
forse con riferimento alla immensa pagi¬ 
na di listato scritta in corpo 2. Con PC- 
1500 invece andiamo sul serio (calcolo 
dei limiti di una funzione F(X) e calcolo 
dell’impedenza di un circuito), e Alberto 
Marchesini usa il sistema operativo alge¬ 
brico come meridiana. 

Basta cosi; come al solito qualche curio¬ 
sità; forse prevedendo il gramo futuro, 
Casio comincia a regalare software sulle 
sue macchine, Olivetti comincia a ren¬ 
dersi conto del vicolo cieco in cui si è 
cacciata col suo M20 presentando un or¬ 
todosso M24 e un gradevole M21, un 
lettore di Sora cerca ragazzi e (soprattut¬ 
to) ragazze fanatici del VIC20 (bravo lui!), 
un hobbista comprerebbe "tasti (proprio 
cosi; n.d.r.) usati di macchine in disuso ”, 
uno studente di Roma, a prezzi conve¬ 
nienti, offre lezioni di BASIC, Cobol. 
FORTRAN, ma anche, più vicino alla 
realtà, sistemi di totocalcio, astrologia, e, 
proprio per chi non è interessato ad al¬ 
tro. lezioni private di matematica per le 
scuole medie e superiori. E una signora 
di Donnini traduce, a prezzi modici, ma¬ 
nuali in inglese Ci risentiamo nel prossi¬ 
mo numero. 


tare il prezzo a oltre otto milioncini. Elet- 

Cosa accadeva nel marzo 1984? 

Guerra Iran-lraq; un ispiratore ideologico, Khomeini, un grande generale, Zahirnejad. Gli 
eserciti di Teheran stravincono (ancora per quanto?) e gli iraniani protestano indifferente¬ 
mente contro Stati Uniti e Unione Sovietica 

In televisione scoppia il caso Carré, che arraffa (perdonate il gioco di parole) alcuni miliardi- 
m alla Rai, con tanto di Andrea Barbato che, per buona misura, la definisce ''impagabile" 
Oggi i miliardi di Berlusconi non impressionano più nessuno. 

Infuria ancora la guerra fredda; Robert Close, sulle pagine di Panorama, calcola che lungo 
la cortina di ferro c'è schierato, in media, un soldato ogni cento metri. Sempre sulle pagine 
della stessa rivista, ecco la notizia definitiva!, scoperto che il ''monoxidil", un medicinale 
contro l’ipertensione, spalmato pazientemente sulla pelata ogni giorno, farà ricrescere, an¬ 
che a Kojak, chiome fluenti. Quante boccette ne ho comprate, e, oggi, ogni mattina, conto 
i superstiti del campo di battaglia (tanto che sto pensando di comprarmi una kefiahl) 

Dal 26 del mese di marzo i missili di Comiso, con buona pace dei pacifisti, divengono ope¬ 
rativi; ma non gliene frega nulla a nessuno! A Berlino, con tre anni di anticipo, viene nomi¬ 
nata la commissione che preparerà un grandissimo spettacolo per le celebrazioni dei 750 
anni dalla fondazione della città. Lo spettacolo piu importante sarà realizzato nell'ampia 
area deserta a ridosso del famigerato muro. Nei cinema scoppia il fenomeno "Voglia di Te¬ 
nerezza", vero Guinness della lacrima facile, che farà in un colpo rinverdire i fasti di film da 
salvagente, come "All'ovest niente di nuovo", "Il cammino della speranza", "Furore", 
"Piccolo Lord", "Incompreso", "Luci della ribalta”, e compagnia cantante, anzi piangente. 
Eros Macchi lascia la Rai, lanciando accuse pesantissime. Approvata la legge che prevede 
ia mutuabilità delle spese per il cambio di sesso (chissà quanti ne hanno approfittato?) e 
sulla Germania cominciano a soffiare venti di scandali legati a corruzione e malcostume. 
Paul Voung, con il suo "Love of thè common people", trionfa nelle classifiche discografi¬ 
che, e una spedizione keniota-americana trova, vicino al lago di Benngo. alcuni resti dell'o¬ 
minide più antico finora sconosciuto, ennesimo definitivo anello mancante della catena 
Duccio Tessati tenta di trasferire sullo schermo la figura di Tex Willer, affidata, dopo il ri¬ 
fiuto di Giuliano Gemma, a Patrick Wayne. figlio di John, c'ne si farà meglio conoscere suc¬ 
cessivamente come protagonista di soap-opera; sarà un fiasco 

Proprio al finire di maggio viene presentata "La storia Infinita", che costerà 40 miliardi e re¬ 
sterà il più costoso film tedesco di tutti i tempi. Il Brasile evidenzia un crack finanziario spa¬ 
ventoso e nuove ricerche scoprono che i ceppi dell'AIDS sono due Mosca dice no alle 
Olimpiadi, e Bob Dylan tenta di rinverdire vecchi fasti con una tournée in Italia. 

E per finire una curiosità. A Milano si costituisce una associazione di pedoni contro le auto 
che salgono sui marciapiedi. La pena inflitta al trasgressore non è il taglio delle gomme 
(magari!), ma un adesivo estremamente tenace e appiccicoso che i "cattivi" si ritroveran¬ 
no sul parabrezza. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


179 











E' primavera inoltrata, però 
fuori piove. Così ho deciso di 
trascorrere la domenica con 
voi, pregiatissimi e affeziona¬ 
ti lettori di Playworld. Sono 
negli studios di Simulmondo 
e non c'è nessuno, ovvia¬ 
mente. 

Al piano di sopra ho acce¬ 
so una radio (dopo aver pro¬ 
vato ad usare quelle di 
Internet...) per seguire, 
quando le orecchie si con¬ 
netteranno, le partite di cal¬ 
cio del campionato. La voce 
dei radiocronisti mi giunge 
abbastanza lontana e non 
infastidisce la mia concen¬ 
trazione. cosi posso pensare 
con calma all'argomento di 
cui volevo parlarvi questo 
mese nel mio spazietto dei 
commenti II tema è: il lin- 
uaggio dei videogame 
omincio. 

Nel 1971 sono nati i video¬ 


giochi e sono stati il primo 
prodotto di massa generato 
dal microchip (che era stato 
inventato da pochissimo 
anche lui e da un italiano. 
Federico Faggin..). 

L'inventore dei videogìo- 
chi, ma dovreste già saperlo, 
si chiamava Nolan Bushnell, 
e la sua creatura Pong. 
Un'intuizione geniale, perché 
in poche immagini grafiche 
(due bacchette di pixel bian¬ 
chi per le racchette e un 
cubetto per la pallina...) e in 
pochissimi suoni digitali 
(poooooong! ! !) aveva già 
messo assieme gli elementi 
fondamentali del linguaggio 
interattivo e simulante. Già, 
perché la cosa assai magica 
era che queste bacchette 
(racchette) potevano colpire 
e passarsi il cubetto (pallina) 
simulando un rudimentale, 
ma efficacissimo, Ping Pong. 


Un contatore fissava il pun¬ 
teggio e dava inizio e fine 
alla partita e si poteva anche 
giocare da soli, in una moda¬ 
lità che poi sarebbe stata 
moltissime volte imitata in 
migliaia di videogame. Il lin¬ 
guaggio (l'mterattività simu¬ 
lante e grafica) e questo pro¬ 
dotto (il videogame) avrebbe¬ 
ro costituito negli anni il pro¬ 
pellente essenziale di tutte 
le macchine (hardware) e di 
tutti i programmi (software) 
che avrebbero di lì a poco 
circolato negli home e perso¬ 
nal computer. Senza i video- 
giochi, il linguaggio, le tecni¬ 
che. il pubblico e il mercato 
del digitale non si sarebbero 
sviluppati cosi in fretta e di 
certo sarebbero stati molto 
diversi, 

Venticinque anni dopo a 
che punto siamo con la 
costruzione del simulmondo. 


del digitai world e che ruolo 
hanno ancora i videogiochi? 

La frontiera si è spostata 
molte volte da quel 1971. 
Dalle sale giochi, alla televi¬ 
sione (le console), dagli 
nome computer ai CD-ROM 
e a Internet. E i siti che sem¬ 
brano videogiochi sono nella 
top 100 di Internet e il lin¬ 
guaggio e le tecniche di pro¬ 
duzione dei videogame sono 
alla base delle zone piu inno¬ 
vative della Web (The 
Palace, Firefly, Alpha 
World ). 

Ecco perché studiare la 
storia del linguaggio, delle 
tecniche di produzione, l'e¬ 
voluzione del pubblico e del 
mercato dei videogiochi è 
cosi vitale per capire il passa¬ 
to, il presente e il futuro dei 
new media digitali 

E poi sono cosi diverten¬ 
ti!!! 


InterNet People 3 


AVOCADO MEMORIES 

North Lincoln Street, Burbank, California 91506 Http://wwwgeoci- 
ties.com/Heartland/3452/mdex.himl 

Che cosa sono le "Avocado Memories"? E' 
la mia collezione di foto di famiglia che 
documentano i cambiamenti che abbiamo 
inflitto alla nostra piccola e povera casa di 
Burbank, in California, durante il periodo che 
va dal 1966 al 1980 Le ho chiamate cosi 
perche il colore "avocado" era, per qualche 
strana ragione, quello prevalente nel gradi¬ 
mento dei miei genitori 
Molti mi hanno chiesto come mai mi sia 
venuto in mente di fare delle foto dell'inter¬ 
no della nostra casa mentre stavo crescen¬ 
do. Quello che posso rispondere è che 
sapevo che un giorno mi sarebbe piaciuto tornare con la memoria 
al luogo dove sono venuto su Ora potete farlo anche voi. 

Dedico questa page a: Mr. and Mrs Wesley H. Clark li miei genitoriI 


Questa piccola collezione di foto e di testi (la versione completa 
con tutte le incredibili foto potete trovarla all'indirizzo Web nel tito¬ 
lo nota di Carlà) è sostanzialmente la storia dei fallimenti dei miei 
genitori come arredatori II punto è che sebbene essi siano entram¬ 
bi nati e cresciuti a Est. hanno velocemente adottato lo stile califor¬ 
niano del dopoguerra e sono essi stessi diventati californiani, cioè 
residenti di uno stato dove il gusto non è assolutamente necessa¬ 
rio! Guardando queste foto potreste 
avere l'impressione che i miei genitori 
fossero dentro la definizione di 
"working class". A dirla tutta si potreb¬ 
be invece collocarli nello stile di vita pre¬ 
valente nella California del Sud: con il 
suo duro lavoro la mia famiglia e diven¬ 
tata relativamente benestante nel boom 
di Los Angeles e della sua economia, e 
con i soldi hanno potuto comprare i sim¬ 
boli del benessere della vita americana 
e moderna del dopoguerra (quelli 
descritti cosi bene da Hanna e Barbera 
negli "Antenati" altra nota di Carlà) 
una piscina, molte generazioni di barbe¬ 
cue, un inceneritore, molti televisori, e una processione senza fine 
di mobili e soprammobili orrendi e cheap. 

lo so che i miei genitori mi amavano e avevano fiducia in me Forse 
anche troppo. Cosi io sono vissuto felice 
in mezzo a questi oggetti e in quella 
casa, imparando e assimilando il loro 
"gusto" E li voglio ringraziare moltissi¬ 
mo per questo anche se non potro fare 
mai l’arredatore. 

(wclarKigpioneer.usoto.aoM 





MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997 











I / 



Titolo: Krush KitI ’Nd destroy 
Autore Beam Software 
IAustraliaI 

Casa: Electronic Arts (Usai 
Format: Pc Cdrom 
Giud. 

Krush Kill and Destroy non 
riesce a buttar giù Command 
& Conquer dal suo trono di 
supremo wargame in reai 
time, ma certo è una sorpre¬ 
sa da non trascurare in que¬ 
sto effervescente mondo 
della strategia di guerra a 
metà del 1997. E che poi 
venga dalla terra dei canguri 
non pud non sorprendere 
ancora di più. E nelle prossi¬ 
me righe saprete perché. 

Lo scenario di riferimento 
è abbastanza consueto, una 
pioggia radioattiva e di guer¬ 
ra ha ricoperto il pianeta. I 
pochi che hanno deciso di 
non cercare rifugio sottoterra 
sono rimasti esposti per 
troppo tempo alle radiazioni 
con il risultato di divenire 
mutanti, anzi Evolved, come 


" J * ' 


loro stessi si sono ribattezza¬ 
ti. La colpa della distruzione 
dell’umanità deve essere 
fatta risalire alla decisione 
terribile di 
Scourge, una 
divinità assai 
carognesca, 
decisa a farla 
pagare agli 
umani per il 
loro riprove¬ 
vole compor¬ 
tamento. 

60 anni do¬ 
po, appena il 
livello delle 
radiazioni è 
diventato 
sopportabi¬ 
le,gli umani 
sopravvissuti 

stanno riemergendo dai sot¬ 
terranei e sono pronti a scon¬ 
trarsi con gli Evolved in una 
cruenta guerra di cui noi 
saremo protagonisti. 

KKND è un wargame in 
reai time simile a Command 
& Conquer e a Warcraft 2: il 
giocatore può scegliersi il 
punto di vista da cui combat¬ 
tere e ricevere una serie di 
missioni di difficoltà progres¬ 
siva. Un breve video dà indi¬ 
cazioni su quello che sta per 





accadere, indicando quali 
sono gli obiettivi da raggiun¬ 
gere e le altre caratteristiche 
della battaglia. La novità di 
KKND è che non si prende 
troppo sul serio e inietta una 
buona dose di salutare ironia 
in questo genere di rpg che 
si sta facendo progressiva¬ 
mente troppo serioso e affol¬ 
lato. KKND è probabilmente 
il migliore tra questi rpg, 
almeno tra quelli sotto DOS, 
e funziona in 640x480 con 
un ottimo dettaglio sia del 


Index 

d eccoci pronti al decollo anche in questo prodigioso mese di giugno, in mezzo 
ad esami, impegni vari, miraggi estivi e desideri interattivi. 

Cominciamo con il terzo personaggio di Internet People, in apparenza una storia diver¬ 
tente di quelle che non è raro estrarre dalla Rete; in realtà un'antologia pregevole (specie 
se ve l'andate a cercare nella sua interezza...) e un saggio involontario sull'american way 
of life degli anni Sessanta e Settanta che cosi tanto ha segnato anche la vita europea e 
le abitudini delle nostre famiglie. Un'America che esiste ancora anche simulata su 
Internet. 

Di seguito 4 Avvenimenti 4. a conferma della ritrovata vitalità del mercato: Krush Kill 
and Destroy, Obsidian, M A X. e infine Outlaws di LucasArts. 

Da ultima un'edizione molto molto densa di Panorama conclude questo numero di 
prima estate del vostro Playworld. E' per questo che devo correre velocissimo. (E anche 
perché devo r ecarmi ad Atlanta per l'annuale megafiera E3...). Zoooooom!!! 
Kt.carlaWsimul.nl 


landscape, che delle unità di 
combattimento. La qualità di 
tutta la parte grafica è ottima 
e soprattutto le animazioni 
hanno e danno ritmo e 
potenza a tutta l'azione: i 
veicoli esplodono in palle di 
fuoco e la sensazione gene¬ 
rale è che la simulazione sia 
convincente e ben costruita. 
E la parte sonora, ormai 
determinante specialmente 
in questo genere di game, 
riempie di altrettanto detta¬ 
glio e qualità la scena della 
lotta; gli ordini, il suono delle 
armi, i suoni dello scenario 
di battaglia sono interattivi e 
proporzionali e sembrano 
curati da un vero tecnico 
audio di qualità cinematogra¬ 
fica e non mancano, nem¬ 
meno questi, di understate- 
ment e humour. 

La giocabilità, che è quasi 
sempre la roccia su cui s'in¬ 
frangono le speranze di mol¬ 
tissimi game e wargame. è 
forse la” qualità migliore di 
KKND' talmente istintiva e 
veloce da ricordarmi moltis¬ 
simo gli action wargame 
della Sensible Software, che 
però non avevano assoluta- 
mente la parte intelligente e 
strategica che invece qui 
abbonda senza, per miraco¬ 
lo, complicare troppo l'inter¬ 
faccia e quindi pregiudicare il 
divertimento. Una grande 
novità è la possibilità di dare 
una serie di ordini contem¬ 
poranei alle nostre unità, 
vedendo i medesimi essere 
eseguiti: molta strategia con 
poco sforzo. 

Un consiglio: usate i veico¬ 
li per distruggere in modo 
veloce e sicuro un bel muc¬ 
chio di nemici e seguite il 
motto del titolo: fate scon¬ 
tro, killeraggio e distruzione. 
Tanto nessuno si farà male. 


+ldisastro). ++ inon simulare). 
-t-*r (interagire con cautela). 

-S—5—t—!► Ida simulare),++■!•++ 
(interagisci o muori) 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


181 














t / 



Titolo: Obsidian 

Autore Rockel Science 

(Usa) 

Casa: Segasoft Uap) 

Format: Pc Cdrom 
Giud. 


Obsidian è un'adventure 
game un po' mistica e un 
po' filosofica ed esoterica, 
un viaggio abbastanza new 
age, mixato con tutte le 
possibilità tecnologiche che 
i Pc piu veloci e la grafica 
precalcolata (assieme a 5 
Cdrom) hanno assegnato a 
questa fine di millennio in 
videogame. E' un mix tra le 
cose migliori di Trilobyte 
(7th Guest e 11 th Hour) e 
Myst, con un occhietto 
strizzato alle pregevoli 
opere francesi della Cryo 
(Dragon Lore 1 e 2 e 
Versailles . ) Se vi è piaciu¬ 
to Myst (che è pur sempre 
uno dei Cdrom più venduti 
della storia...) dovreste 
ragionevolmente adorare 


Obsidian E cosi parzialmen¬ 
te giustificare l'immensa 
quantità di soldi che Rocket 
Science ha speso per realiz¬ 
zarlo lo credo che Tomb 
Raider e Formula 1 Gp 2 
siano strade migliori nell'e¬ 
voluzione del software 
entertainment, ma questa è 
un'altra storia. 

Il risveglio somiglia a tanti 
nostri wake up nella storia 
del gioco su video: una fore¬ 


sta, molte ansie, pochi 
ricordi. E il nostro compa¬ 
gno è spanto. Unica traccia 
un PDA (personal digitai 
assetanti nella tenda poco 
distante. Quello che possia¬ 
mo leggere nel PDA ci rive¬ 
la il motivo per cui siamo 
finiti qui e ci racconta delle 
strutture nere che abbiamo 
chiamato Obsidian Un urlo 
ci richiama all'azione e azio¬ 
ne significa essere risuc¬ 
chiati nel vortice nero di 
Obsidian. Cosi qui comincia¬ 
no i puzzle (la cosa che più 
odio in questo tipo di adven- 
ture con grafica precalcola¬ 
ta, il vecchio e ormai obso¬ 
leto sistema di gioco con 
struttura predefinita, strut¬ 
tura che dev'essere solo 
esplorata e per riuscirci 


bisogna analizzare e risolve¬ 
re i mosaici logici ed illogici, 
roba da enigmisti più che da 
simulanti...), moltissimi 


puzzle, tutti quelli che ser¬ 
vono per rendere più sensa¬ 
te le 50 ore di gioco che tro¬ 
vate disseminate nei 5 
Cdrom di Obsidian Puzzle 
che però, ad essere onesti, 
sono meno vigliacchi e 
noiosi dello standard di que¬ 
sti game, più ironici e dav¬ 
vero new age, tanto che 
spesso la mente razionale 
non ci può arrivare e allora 
ci vuole il cervello laterale, il 


pensiero illogico e sensibile. 
E questo in uno scenario 
grafico di buonissimo livel¬ 
lo, un po’ alla Roger Dean 
degli anni Settanta, anzi 
tutto mi sembra un po' anni 
Settanta in questa selva di 
visioni esoteriche. E qui 
sono filmati 3d rendered 
(per questo ci vogliono 5 
Cd!!!) e non solo immagini 
fisse sebbene molto belle 
come in Myst 
Si gioca da una prospetti¬ 
va soggettiva, in prima per¬ 
sona cioè, piazzati tipo cro- 
makey contro uno sfondo 
precalcolato. I fondali si ani¬ 
mano e sonorizzano con il 
contributo di Thomas 
Dolby, un musicista digitale 
che ebbe grandi onori alla 
metà degli anni Ottanta e 
veniva dal¬ 
l'ondata degli 
Ultravox e 
degli Human 
League, mu¬ 
sicisti inglesi 
di cui forse 
avete perso 
le tracce. 
"Le vostre 
regole qui 
non conta¬ 
no", ammo¬ 
nisce il mot¬ 
to sulla con¬ 
fezione, e non sembrano 
parole a vanvera: come vi 
dicevo qui si possono fare 
cose che di solito non sono 


routine nella nostra vita 
reale: tipo camminare sul 
soffitto e sui muri (i riferi¬ 
menti alla musica pop ingle¬ 
se degli anni Settanta e ulti¬ 
mi Sessanta continuano...). 
E una grande dose di liser- 
gia e allucinazione vi sarà 
necessaria anche per trova¬ 
re le formule giuste per pro¬ 
cedere nell'avventura, se 
così vogliamo chiamarla, 
abbandonando le leggi della 


fisica e della logica che 
comunque non hanno in 
genere troppa cittadinanza 
nell'arte interattiva Come la 
francamente onirica vicenda 
del primo puzzle, un ponte 
da riparare che nasconde 
molte speranze e sogni Un 
ponte nel vostro inconscio 
interattivo Ma ricordatevi di 
salvare spesso se volete 
evitare un brusco risveglio 


« / 



Titolo M A X. 

Casa: Interplay lUsa) 

Format: Pc Cdrom 
Giudizio: 

*** 

Davvero è il momento 
delle sigle (K.K.N D e ora 
MAX...) in questo turbolen¬ 
to e in costante sviluppo 
mondo dei videogame La 
moda degli action wargame 
rpg non pare scemare, e la 
ragione c'è: quando un 
genere ha successo, con un 
riflesso condizionato e vaga¬ 
mente masochistico, la 
comunità intera degli svilup¬ 
patori si mette sulle orme 
dei vincitori. Ma siccome 
per realizzare un buon pro¬ 
dotto ci vuole un sacco di 
tempo, ecco che tutti quelli 
che arrivano dopo general¬ 
mente trovano un mercato 
già intasato e il pubblico 
poco interessato a migrare 
verso nuovi titoli Anche 
perché quasi tutti quelli sul 
mercato si somigliano. Già 
successo molte volte e con¬ 
tinua a succedere. Faccio 
due o tre esempi giusto per 
rafforzare la mia tesi: esce 
Wolfenstein 3d e poi Doom 
e di 11 a poco non c'è più 




182 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 










praticamen¬ 
te nessuno 
che non si 
metta in 
testa di imi¬ 
tarli I cloni 
non si con¬ 
tano e l'uni¬ 
co che abbia 
avuto suc¬ 
cesso rima¬ 
ne Descent 
(e Duke e 
Dark Forces) 
che infatti 
non era per 
nulla un 
clone di Doom a guardare 
bene Ancora prima era 
nata la moda delle adventu- 
re alla Lucas e alla Sierra e 
nemmeno in questo caso 
nessun epigono è riuscito 
minimamente a scalfirne il 
predominio. E lo stesso 
dicasi per Sim City e 
Civilization Non si vede 
quindi perchè debba riusci¬ 
re negli rpg e nei wargame 
quello che non è riuscito nei 
generi precedenti. 

Dopo questa cospicua 
premessa, assisto con mal- 
celata soddisfazione e lo 
sguardo un po' da irritante 
saggio interattivo, al proflu¬ 
vio di cloni di Warcraft, 
Diablo, Masters of Orion, 
Command & Conquer e Ufo 
che si stanno abbattendo 
sulla scena dei videogame. 
Tutti con la pretesa di esse¬ 
re migliori dei precedenti, 
ovviamente multiplayer, di 
certo Internet compatibili, 
molto meno probabilmente 
originali e innovativi. E' pur¬ 
troppo anche il caso di MAX 
della Interplay (la casa 
benemerita di Borrowed 
Time e di altre adventure 
assai notevoli, ma di dieci 
anni fa...). Non che questo 
titolo non sia di qualità, 
tutto il contrario: è buono, 
benissimo disegnato, altret¬ 
tanto bene sonorizzato, e 
perfino dotalo di ottima ed 


ergonomica interfaccia 
user. Potete anche giocarci 
in due sia a turni che in 
simultanea Non gli manca 
nulla. Se non il fatto che gli 
appassionati di Masters of 
Orion 2 sono già da tempo 
persi nelle galassie interatti¬ 
ve del titolo della 
Microprose e proprio non si 
sognano di uscirne per 
andare a comprarsi MAX. 
Già perché anche qui (MAX 
sta per Mechanized Assault 
& eXploration...) si tratta di 
combattere e colonizzare 
negli spazi interplanetari e 
siderali, negli abissi stellari, 
con un ruolo già visto di 
mercenari (First 

Encounters...) dei quali noi 
siamo il commander. 

Cosi poco importa, credo, 
che qui si possa scegliere 
tra 8 differenti gruppi di 
contender, tra 50 unità di 
terra, mare e aria. E solo un 
fatto di quantità che non 
migliora la faccenda. Anche 
se la possibilità di customiz- 
zare i mezzi è effettivamen¬ 
te una conquista in più 
rispetto agli altri wargame e 
anche la Al è di buon livello 
come del resto la grafica e 
il suono. 

Insomma tutto bellissimo 
a parte il timing di uscita 
Che però di questi tempi è 
la qualità numero uno di un 
aspirante number one. 


t / 



Titolo Outìaws 
Casa . LucasArts (Usai 
Format: Pc Cdrom 
Ciud: * 

-l-r-i- 7/2 

La stona del western in 
videogame non è esatta¬ 
mente costellata di succes¬ 
si Un po' per via del fatto 
che il genere in se non 
conta troppi appassionati tra 
le nuovissime generazioni 
(anche molti tentativi cine¬ 


matografici di resuscitarlo 
non hanno dato esisti positi¬ 
vi a parte Balla coi lupi e 
poco più...), un po' perché 
mal si presta a versioni inte¬ 
rattive che non siano basate 
sulla fase arcade delle pisto¬ 
lettate e delle frecce dei pel¬ 
lirossa. Ma 
forse questa 
è solo una 
scusa e la 
verità vera è 
che nessun 
autore 
degno di tal 
nome si è 
interessato 
alla calda 
epopea della 
frontiera. 

Fatto sta 
che ad oggi 
ancora 
migliori titoli 


che mi vengono in mente 
sono Freddie Pharkas (fron- 
tier pharmacist...) della 
Sierra di qualche anno fa 
(un'adventure di ottimo 
lignaggio) e Alone in The 
Dark 3 (una sortita in pieno 
west della saga della 
Infogrames che tanto suc¬ 
cesso ha ottenuto per via 
delle intuizioni straordinarie 
di Fredric Raynal attualmen¬ 
te organizzatosi per conto 
suo con la Adeline (Little Big 
Adventure 1 e 2 e Time 
Commando che pure ha 
qualcosa di western in sé 
medesimo...). 

Cosi, il fatto che la regina 
delle adventure interattive, 
la LucasArts, nemmeno a 
dirlo, abbia deciso di punta¬ 
re molte delle sue carte 
estive proprio sul western 
multiplayer, fa accendere 
più di una lampadina nella 
testa dei no¬ 
stalgici di 
Ombre Ros¬ 
se e degli a- 
manti di Tex 
Willer e di 
Sergio Leo¬ 
ne. Del re¬ 
sto, quando 
sono stato 
alla Lucas 
un po' di 
tempo fa (la 
Lucas ha se¬ 
de vicino a 
San Franci¬ 
sco, città 
quanto mai 
centrale nelle vicende della 
frontiera della west coast, e 
nemmeno questo dev'esse¬ 
re un caso...) non c’ho 
messo molto a capire che 
Guerre Stellari, nella testa di 
George Lucas, altro non è 
che una versione riveduta e 




MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


183 
















corretta e riambientata dei 
vecchi spaghetti western di 
Leone e Morricone. E 
Harrison Ford (e si vede 
ancora meglio in Indiana 
Jones...) assomiglia parec¬ 
chio all'avventuriero solitario 
e un po' cinico incarnato da 
Clint Eastwood in tanti film 
western italiani degli anni 
Sessanta Perciò non credo 
di essere troppo distante dal 
vero a pensare che da alcu¬ 
ne di queste riflessioni 
dev'essere nato il progetto 
di Outlaws. 

In questa nuova adventure 
della Lucas (devo dire che 
adesso se ne sente davvero 
il bisogno dopo quest'orgia 
di rpg...) i giocatori assumo¬ 
no il ruolo di Mysterious 
Loner (questo si che assomi¬ 
glia a Eastwood!!!) che 
gironzola per le città del 
west in cerca di rivincita e 
vendetta, all'interno dell'im¬ 
marcescibile schema narrati¬ 
vo (quante storie di Tex par¬ 


lano di questo...) del signore 
delle ferrovie che tiranneggia 
la zona Per restituire al 
meglio questa struttura in 
versione interattiva, gli autori 
della Lucas hanno deciso 
(molto correttamente,..) di 
usare sia Insane (il motore 
adventure già visto all’opera 
con successo in Rebel 
Assault 2...) che il 3d Engine 
di Dark Forces Insane dà il 
suo elevato contributo nella 


parte più 
distintamente 
di derivazione 
cinematogra¬ 
fica, mentre 
la parte 3d 
serve egre¬ 
giamente le 
scene d'azio¬ 
ne e pistolet¬ 
tate Nel mo¬ 
do multipla¬ 
yer i giocatori 
possono fino 
a 12, imper¬ 
sonando dif¬ 
ferenti cowboy e bountykil- 
ler, ognuno dei quali in pos¬ 
sesso (elemento di derivazio¬ 
ne rpg..,) di personali caratte¬ 
ristiche utili al combattimen¬ 
to. Dunque adventure inte¬ 
rattiva a cartoni animati, 3d 
game in tempo reale e multi¬ 
player, e un po' perfino rpg 
nel tentativo di simulazione 
dei comportamenti e nelle 
dotazioni dei personaggi. 

Nella versione normale i 


giocatori assumono il ruolo 
di James Anderson, un ex- 
marshal, la cui vita è stata 
resa complicata da alcuni 
insopportabili desperados, 
loschi figuri di cui è fiera¬ 
mente intenzionato a liberar¬ 
si una volta per tutte. Per 
desiderio di riscatto e sete di 
giustizia e vendetta. Proprio 
nello schema narrativo di 
Sergio Leone (Il Buono, il 
Brutto e il Cattivo e Per un 
pugno di dollari sono i due 
film che ispirano pesante¬ 
mente il visual, sebbene qui 
si tratti, com'è consuetudine 
in casa Lucas, di un cartone 
animato disegnato in gran 
parte a mano...) e nella gran¬ 
de tradizione del film 
western di cui Outlaws è un 
ambizioso' redesign interatti¬ 
vo. Insomma un'operazione 
che solo alla Lucas potevano 
tentare e potevano veder riu¬ 
scire. 

Un successo annunciato 
nonostante tutto. 



CD-ROM E INTERNET 


Ed eccovi al solito mix di 
storie simulate connesse e 
sconnesse (nel senso di 
locali e su Cdrom e in rete 
dalla Web...) che dovrebbero 
esservi come sempre d'aiu¬ 
to nella vostra scelta di inte¬ 


razione mensile. Al momen¬ 
to ho anche riscoperto 
Broken Sword, un'adventure 
inglese che avevo colpevol¬ 
mente trascurato e che 
altresì vi consiglio di cuore. 
E nello stesso tempo, ma in 


un'altra finestra di Win95 e 
in un paio di browser aperti 
alla bisogna, sto amabilmen¬ 
te chiacchierando con due 
mirabili avatar che spero 
davvero femminili come si 
dichiarano. 

Una vive da un po' e con 
gioia in Alphaworld e l’altra 
attira user sempre più moti¬ 
vati in ThePalace.com. Due 
luoghi di socializzazione e 



The palace 


vita 3D che assomigliano 
sempre di più al mio caro 
vecchio simulmondo. 
Andateci per credere. 

Intanto io decollo con le 
news. 

La mania degli engine e 
dei game clonati sembra 
non avere fine (ve ne parlo 


184 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 











anche in altra parte di que¬ 
sto Playworld di giugno. ) 
ed è abbastanza logico (seb¬ 
bene raramente coronato da 
successo...) che alcune case 
ritengano possibile, e magari 
perfino giusto, darci un'over¬ 
dose di bis con editor già 
sfruttati per altri game di 
successo E' il caso di que¬ 
sto Redneck Rampage di 
Xatrix (pubblicato da 
Interplay...) che usa il moto¬ 
re software di Duke per invi¬ 
tarci ad una vera festa splat- 
ter. lo ho scoperto, improvvi¬ 
samente. di avere un gran 
mal di testa. Non andateci 
nemmeno voi, vi prego, c'è 
solo della trash people... 

Si può invece prendere in 
considerazione l’ipotesi di 
recarsi a quest'altro ban¬ 
chetto, sebbene anche qui 
si possa obiettare che gli 
invitati sono un po' in là con 
gli anni L'anfitrione è Yoda 
(quasi mille anni, ma non li 
porta male..,), il grande vec¬ 
chio di Guerre Stellari, e ci 
ha appena invitati alla prima 
del suo Cdrom, The Yoda 
Stories. che usa la stessa 
struttura di gioco delle 
Indiana Desktop adventure 
che non hanno avuto un 
riscontro entusiasmante, 
forse a causa dell’editor un 
po' retrodatato, lo invece le 
trovavo molto degne e dello 
stesso avviso sono per que¬ 
sto disco di Yoda. Tra una 
lettera commerciale e l'altra 
cosa vi è di meglio che 
sconfiggere gli madeguati 
scherani dell’Impero? 

Alcuni giochi di corsa (che 
poi se ci mettete l’uscita 
dell'attesissimo The Need 
for Speed 2 di Electronic 
Arts fanno 3. ) tormentano 


Un programmatore di Streets ot Srm 
City 


Redneck 

Rampage 


di recente i 
nostri Pen¬ 
tium MMX 
si tratta di 
Pod e se ave¬ 
te un MMX, 
sennò molto 
più ma è la 
solita sto¬ 
ria...) di Ubi 
Soft e di Po¬ 
wer FI di Ei¬ 
dos. Anche 
questo Formula 1 simulator 
non è male affatto se vi 
siete già stufati di FI Gp2 
che è certamente più simu¬ 
lator Se invece avete nostal¬ 
gia di un sano giro in elicot¬ 
tero con un simulatore di 
volo (io ancora ritiro fuori 
Comanche che trovo sem¬ 
pre ottimo...) potete cavarvi 
lo sfizio con Apache, oppure 
con Helicops di 7th Level (la 
casa americana è anche 
autrice dei due Game Break 
molto carini e venduti di 
Disney., insomma una casa 
assai eclettica ..) oppure 
usare il discreto graficamen¬ 
te e buono simulatoriamen¬ 
te (non fosse altro che per la 
bellissima possibilità di usar¬ 
lo nelle vostre SimCity .) 
SimCopter dì Maxis 
A proposito di Maxis, è 
uscito da poco Baule throu- 
gh thè Streets of SimCity, 


Streets of 
Sim City 



con alcuni momenti che lo 
fanno sembrare perfino 
un'adventure sebbene gio¬ 
cata in soggettiva... L’altro 
titolo è Blood, che fin dal 
nome non lascia margini 
d'errore a proposito del 
tema di cui si occuperà e 
subito dopo chiarisce ancora 
meglio con un'introduzione 
davvero splatteristica ed un 
ancora più evocativo sito 
Internet iiwww.DioDd.coni ... 
adesso va molto di moda 
mettere su un sito per un 
game di successo...). Blood 
ha tutta l'aria di aver attinto 


un nome molto giusto per 
una trovata non male di 
Maxis (già iniziata in embrio¬ 
ne in SimCopter...) quella di 
ambientare e farvi ambienta¬ 
re vicende all'interno delle 
città da voi stessi create con 
SimCity oppure usando 50 
città predisegnate per voi. E 
attenzione al Truck letale, 
potentissimo e megafornito 
e assai ricordante il Tir mici¬ 
diale di Spielberg nel suo 
Duel. Naturalmente il tutto 
può accadere anche in multi¬ 
player con altri 7 giocatori in 
rete. 

Due altri 
titoli m uscita 
meritano 
attenzione 
per differenti 
motivi, pur 
essendo 
ancora total¬ 
mente den¬ 
tro la tradi¬ 
zione, resi¬ 
stentissima 
nei videoga¬ 
me. dell'ac- 


Hexen2 



tion orientato alla violenza, 
che però secondo ricerche 
recenti fa addirittura bene ai 
ragazzi e scarica i nervi 
secondo la vecchia e coltis 
sima legge del Patei Matos 
della Tragedia Greca.. I due 
titoli di cui sto cianciando 
sono Hexen II, derivato dalla 
software house gemella di 
ID Software dal motore di 
Quake (come il primo Hexen 
fu ricavato dal motore di 
Doom ). e da questi amici 
della Raven Software, porta¬ 
to nel mondo dei maghi e 
delle streghe e arricchito 
con non pochi elementi di 
rpg che tanto di moda va e 


Blood 


non poco 
alla temibile 
tradizione di 
dive Barker 
e Stephen 
King per 
tutto lo sce¬ 
nario e gli 
effetti spe¬ 
ciali. Un dio 
dimenticato 
si è risvegliato con una gran 
sete di sangue e in mezzo a 
questo trambusto interattivo 
hanno scelto giusto noi per 
tirare le fila della vicenda. 
Attenti a non scivolare su 
tutto questo materiale ema¬ 
tico sebbene simulato. 

Cambiamo completamen¬ 
te discorso per ritornare per 
un po' alla storia dei video¬ 
game, che come sapete 
hanno compiuto 25 anni che 
è poco Uno dei miei più 
gravi crucci (motivo che mi 
ha spinto a scnvere ben due 
libri sulla storia dei videogio- 
chi e una tesi di laurea e ad 
allestire un Museo del 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


185 










Qben a'ben 


Magic non era assolutamen¬ 
te cosa da poco. E davvero 
vanno premiati quelli della 
Microprose per esserci riu¬ 
sciti. 

Galactic Civilizations 2, 
Trials of Battle e Avarice: 
The Final Saga, sono tutti e 


Videogioco che forse avrete 
visto nella sua nuova versio¬ 
ne al recente Futurshow di 
Bologna I è il timore che i 
vecchi game sia da sala che 
da casa svaniscano nel ricor¬ 
do e anche nella realtà, per 
via della sparizione delle 
macchine sulle quali funzio¬ 
nano Cosi ne ho raccolti e 
collezionati moltissimi e ho 
tenuto da parte tutte le mac¬ 
chine da game che mi è 
stato possibile trovare Ma 
anche così la mia (e quella 
di altri collezionisti nel 
mondo...) sarebbe una lotta 
impari, se non ci fossero i 
gemali e volontari creatori di 
emulator, di Arcade Game 
Emulator, cioè di software 
(e relative collection di titoli, 
molti e sempre in numero 
crescente... qui vedete un 
bellissimo Q*bert e un 
Green Berets per il C64. ..) 
capaci di far funzionare sul 
Pc di oggi i codici di vecchi 
videogiochi di dieci o quindi¬ 
ci anni 

Un'operazione meritoria 
nella quale si distingue un 
italiano. Andrea Salmoria. 
che ha programmato il 
MAME, uno dei più efficienti 
emulatori di questo genere. 

Un riassunto di tutta l'atti¬ 
vità di questi archeologi digi¬ 
tali (inclusa una megalista di 
game...) lo trovate andando 
nel loro sito Atmospherical 
Heights (http://www.xs4 
all.nl/-delite/index.html) 

E per finire eccovi un’altra 
bella lista di Cdrom game 
altamente segnalati e consi- 


la briscola si gioca con le 
solite carte da non so mai 
quanti secoli, le carte dì 
Magic cambiano sempre e 
costituiscono un business 
colleziomstico mostruoso. 
Peggio delle schede telefo¬ 
niche. Realizzare una credi¬ 
bile versione immateriale di 


debito nei confronti dei miei 
amici sponsor dell'OS2 che 
mi mandano molte mail per 
spingermi a dedicare un po' 
di spazio al loro sistema 
operativo preferito 
Lords of thè Realm 2 è un 
bellissimo rpg/wargame 
"vecchia Britannia" della 


tre simulatori e rpg warga- 
mistici della premiatissima 
Stardock, una delle poche 
case che lavori quasi esclu¬ 
sivamente sotto OS2 e che 
nonostante questo riesca a 
vendere ragguardevoli quan¬ 
tità del suo software. Mento 
dello scrupolo e della pas¬ 
sione dei suoi programmato- 
ri e della qualità dei suoi 
designer. Fatto e che ogni 
suo titolo finisce regolar¬ 
mente nelle top di vendita. 
E cosi ho anche pagato un 


Green Berets 


gitati per la loro assoluta 
qualità: Magic The Ga- 
thering, Galactic Civilizations 
2, Lords of thè Realm 2, 
Theme Hospital, Trials of 
Battle, Avarice: The Final 
Saga, Shivers 2, EA Cricket 
97. Vediamone con un po' di 
calma qualche dettaglio. 

Magic: The Gathering è 
l'attesissima versione inte¬ 
rattiva di Microprose del 
gioco di carte più popolare 
dopo la briscola. Con la pic¬ 
cola differenza che mentre 


Impressions, una casa euro¬ 
pea che conosco molto 
bene e da molti anni, e che 
ha avuto la capacità di farsi 
apprezzare in tutto il mondo 
con le sue simulazioni 
(Caesar è probabilmente il 
loro successo più noto.. ), 
tanto da spingere la Sierra 
ad acquistare tutti gli asset 
della casa inglese E i risulta¬ 
ti continuano a venire 
Questo Realm è divertente, 
ben ambientato e perfino, 
come ci aspetteremmo da 
inglesi beneducati, ironico. 
Perfetto all'ora del tè. 

A proposito di rpg, ecco il 
secondo, attesissimo simu¬ 
latore della serie Theme 
della Bullfrog, dopo il suc¬ 
cesso di Theme Park: 
Theme Hospital Annunciato 
da talmente tanto tempo 
che ormai cominciavo a pen¬ 
sare ad un'altra leggenda 
digitale (la piu mitica ormai 
dovrebbe essere il ritardatis¬ 
simo Heart of Darkness di 
Virgin...). Potrei intonare il 
fatidico ”ne è valsa la 
pena", ma lo rimando al 
mese prossimo per dedicar¬ 
gli il meritato Avvenimento 
(raramente un game di 
Bullfrog non ha avuto que¬ 
st'onore...). Intanto io me lo 
comprerei. 

E chiudo con questo 
Shivers 2 di Sierra, un'ad- 
venture molto bene struttu¬ 
rata anche se un po' troppo 
basata, un errore che hanno 
fatto in molti e l'hanno 
anche pagato caro, sulla 
parte audiovisiva, la Sierra 
avrebbe fatto meglio ad 
evolversi verso il rpg e il 
wargame, ma del senno di 
poi sono piene le tombe e le 
urne funerarie. Perfino quel¬ 
le spaziali come va di moda 
adesso.. 

E credo proprio che per 
questo mese sia tutto. 
Chiamo un taxi e mi reco ad 
Atlanta dove dal 19 al 21 
giugno avrà luogo la terza 
edizione dell*E3 Sarò, 
manco a dirlo, il vostro fida¬ 
tissimo agente simulato. 
Vado e torno. 


Kg 


186 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 

































Ti diranno che gli inchiostri 
sono tutti uguali. 



E, naturalmente, non è vero. Perché i materiali 
Epson sono studiati su misura per i prodotti 
Epson. Gli inchiostri sono appositamente formu¬ 
lati per allungare la vita agli ugelli delle Stylus; il 
toner ha una granulometria particolare 
per la tecnologia MAP che migliora i neri 
e la pulizia dei bordi; i nastri delle stam¬ 
panti ad impatto adottano inchiostri 
particolari e un tessuto speciale che garantisce 
lunga vita alle testine. Certo, acquistando mate¬ 
riale di consumo non originale avresti magari 
l'impressione di risparmiare... 

ImaginEmozione 



Epson Italia SpA - 20099 Sesto S. Giovanni (MI) 
V.le F.Ui Casiraghi 027 - fax 02/2U07S0. 


Per informazioni sui punti vendita, chioma il 



In Internet: \www.eason7ii 


EPSON* 










Intelligiochi 


r 

L 



di Corrado Giustozzi 


Protocolli esoterici 


Se non vi sono bastati i protocolli esoterici visti un mese fa, eccovene 
una seconda dose. Non vi accontentate di poter giocare a testa e croce 
per telefono? Bene, eccovi il modo per farlo tramite posta elettronica. 
Testa e croce è un gioco troppo infantile? D’accordo, eccovi allora il 
modo per giocare al “poker mentale" che si fa senza carte, con la certez¬ 
za che nessuno bari. Questo mese per voi, in diretta dal mondo della 
ricerca crittografica avanzata, i più esoterici fra i protocolli esoterici, per 
permettervi di fare tutto ciò che non avreste mai osato immaginare... 

Seconda parte 


Eccoci dunque, come promesso lo 
scorso mese, a parlare ancora di proto¬ 
colli esoterici. Breve riepilogo per chi 
avesse perso la puntata precedente: per 
protocollo si intende, in senso tecnico, 
una procedura formale ovvero una serie 
di istruzioni che due o più "attori" (perso¬ 
ne. dispositivi, programmi di computer...) 
devono seguire alla lettera per ottenere 
un determinato risultato comune. Una 
sorta di algoritmo, insomma, ma con 
alcune differenze fondamentali: la prima 
è che il protocollo serve a far interagire 
più parti, spesso proprio al fine di accor¬ 
darne le esigenze divergenti, mentre l'al¬ 
goritmo viene ponato avanti da un solo 
soggetto; la seconda è che il protocollo 
può servire espressamente ad evitare 
che qualcuno dei soggetti coinvolti bari o 
imbrogli o comunque non svolga corret¬ 
tamente la sua parte nell'Insieme globale 
di relazioni, mentre l'algoritmo dà per 
scontata la buona fede di chi lo esegue. 

I protocolli di cui ci stiamo occupando 
in queste pagine li ho definiti "esoterici" 
perché riguardano situazioni talmente 
rare e singolari da apparire addirittura 
pretestuose se non cervellotiche; eppu¬ 
re sono i frutti di serissime ricerche, 
generalmente nel settore della crittogra¬ 
fia e delle procedure di autenticazione, 
che costituiscono gli elementi di base su 
cui sono poggiate alcune fra le tecnolo¬ 
gie che maggiormente cambieranno la 
nostra vita nel prossimo futuro on-line 


prospettatoci dal boom della società del¬ 
l'informazione. Una per tutti: la cosiddet¬ 
ta "moneta elettronica", particolare 
forma di transazione finanziaria nata per 
il commercio in Rete che gode di tutti i 
vantaggi di sicurezza e affidabilità delle 
tradizionali transazioni effettuate tramite 
carta di credito ma conserva compieta- 
mente l'anonimato, la trasferibilità e la 
spendibilità tipiche del comune contante 
fisico. 

Bene, un mese fa abbiamo visto 
come dividere una torta in parti eque, 
come calcolare la media degli stipendi di 
un gruppo di persone senza che nessu¬ 
no riveli il proprio, e come giocare a 
testa e croce per telefono. Questo mese 
capitalizzeremo su quanto abbiamo 
appreso ed andremo oltre, generalizzan¬ 
do alcuni risultati per poterci occupare 
infine di un problema ancor più sofistica¬ 
to e sottile: come giocare al "poker 
mentale" via posta elettronica, senza 
che nessuno abbia la possibilità di bara¬ 
re. E questo, vedrete, non è ancora 
nulla... 

Testa e croce 
via e-mail 

Dedichiamoci dunque a vedere come 
si possa giocare a poker per posta elet¬ 
tronica, cioè senza un mazzo di carte fisi¬ 


camente accessibile e controllabile da 
tutti i giocatori. Ma prima occorrerà un 
breve "ripasso" di qualche nozione pro¬ 
pedeutica, e dunque torneremo innanzi¬ 
tutto sul protocollo relativo a testa e 
croce al telefono visto il mese scorso 
per trasportarlo dall'ambito telefonico a 
quello più moderno che vede la posta 
elettronica come mezzo di scambio di 
informazioni. Da qui sarà assai più age¬ 
vole la sua interessante generalizzazione 
al poker mentale. 

Un'avvertenza, per comprendere a 
fondo il funzionamento dei due protocolli 
che vedremo, occorre avere una certa 
dimestichezza con i sistemi di crittogra¬ 
fia a chiave pubblica; questi sono già 
stati ampiamente trattati in passato, e 
comunque per seguire il discorso non 
sara necessario conoscerli a fondo nei 
loro meccanismi interni ma basterà la 
conoscenza almeno del loro schema di 
principio. Purtroppo per comprensibili 
motivi di spazio non posso ovviamente 
ripetere qui la trattazione di tali sistemi: 
chi non si sentisse proprio ferrato può 
dunque riferirsi utilmente alla puntata di 
Intelligiochi pubblicata su MCI37. del 
febbraio 1994, dove appunto ho esposto 
i concetti generali ed i principi di funzio¬ 
namento di tali sistemi; i quali, come 
vedremo, costituiscono il fondamento di 
moltissimi protocolli esoterici e non. 

Ritorniamo dunque al protocollo per la 
testa e croce e vediamo come modificar- 


188 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





Infelligiochi 


lo affinché i due giocatori possano intera¬ 
gire via posta elettronica. Diamo natural¬ 
mente per scontato che siano entrambi 
in grado di usare un sistema di crittogra¬ 
fia a chiave pubblica; l’unico prerequisito 
necessario è che l’algoritmo crittografico 
utilizzato sia commutativo, ossia che 
cifrando due volte consecutive un mes¬ 
saggio con due chiavi diverse il messag¬ 
gio cifrato risultante sia il medesimo indi¬ 
pendentemente dall'ordine con cui sono 
state applicate le due cifrature. Ciò con¬ 
sente di decifrare un messaggio doppia¬ 
mente cifrato senza preoccuparsi dell’or¬ 
dine con cui dover applicare le due chiavi 
di decifratura. Questa proprietà, fonda- 
mentale per i protocolli che vedremo tra 
un attimo, è fortunatamente vera nei 
principali algoritmi crittografici a chiave 
asimmetrica ed in particolare nell'algorit¬ 
mo RSA, che è attualmente il più diffuso 
ed utilizzato nel mondo reale. 

Ma prima di andare avanti lasciatemi 
introdurre una simbologia per rappresen¬ 
tare i vari processi di cifratura, che ci aiu¬ 
terà a comprendere meglio i complessi 
(ma non complicati!) passaggi che vedre¬ 
mo tra un attimo. Chiamando come al 
solito A e B i due corrispondenti, indi¬ 
chiamo con M i vari messaggi che essi si 
scambieranno ed introduciamo le funzio¬ 


ni crittografiche CIMI e D(M) che indica¬ 
no rispettivamente le operazioni di cifra¬ 
tura e decìfratura sul generico messag¬ 
gio M. È chiaro a questo punto che 
D(C(M))=CID(M))=M per definizione, 
essendo le due operazioni di cifratura e 
decifratura l'una l’inversa dell’altra. Per 
essere piu specifici indicheremo inoltre 
con C A (M) la cifratura fatta con la chiave 
pubblica di A e con D A (M) la decìfratura 
fatta con la chiave privata di A; analoga¬ 
mente con C b (M) e D B (M) saranno indi¬ 
cate le corrispondenti operazioni di cifra¬ 
tura e decifratura svolte con le chiavi di 
B. Con questa simbologia la proprietà 
commutativa prima descritta si esprime 
semplicemente dicendo che C A (C B (M)) 
= C b (C a (M)) per ogni coppia di chiavi. 

Ecco dunque il protocollo con cui A e 
B possono giocare a testa e croce via e- 
mail essendo certi che nessuno dei due 
possa imbrogliare. Lo descriverò per 
passi successivi perché è necessario 
comprendere con la massima chiarezza 
la successione delle azioni. 

1, Per prima cosa A e B generano cia¬ 
scuno la propria coppia di chiavi pubbli- 
ca/pnvata, mantenendola tuttavia segreta. 

2. Quindi A genera due messaggi M, 
e M 2 che rappresentano uno "testa" e 
l'altro "croce". È necessario che i due 


messaggi contengano al loro interno 
anche due opportune "firme", ovvero 
stringhe pseudocasuali di riconoscimen¬ 
to che al termine del protocollo permet¬ 
teranno di verificare la reale autenticità 
dei messaggi ricevuti ed elaborati duran¬ 
te l'esecuzione del protocollo stesso. 
Generati dunque i messaggi, A li cifra 
entrambi con la propria chiave pubblica e 
li invia a B in ordine casuale. 

3. A questo punto B ha ricevuto i due 
messaggi C A (M,) e C A (M 2 ) di cui natural¬ 
mente non può leggere il contenuto per¬ 
ché non conosce le chiavi crittografiche 
di A. Allora ne sceglie uno a caso, lo cifra 
con la sua chiave pubblica e lo manda ad 
A. Questo messaggio di ritorno rappre¬ 
senta il lancio della moneta. 

4. Ciò che A riceve è dunque un mes¬ 
saggio della forma C B (C A (MI) nel quale 
M può essere M, o M 2 ma A non può 
sapere quale perché a sua volta non è in 
grado di leggere il contenuto del mes¬ 
saggio stesso. Tuttavia lo decifra con la 
sua chiave privata e manda il risultato 
nuovamente a B. 

5. B riceve è un messaggio della 
forma D A (C B (C A (M))) che, per la pro¬ 
prietà commutativa, equivale ad un mes¬ 
saggio della forma C B (M) dove M è sem¬ 
pre M, oppure M z in funzione della scel- 


Questa macchina g ioca come u n D io ! 


Sapete ormai tutti che Deep Blue ha clamorosamente avuto la sua 
rivincita su Garry Kasparov sconfiggendo il grande campione russo 
per 3.5 a 2,5 punti nel torneo su tempi regolamentari che si è svol¬ 
to a New York dal 3 airi 1 maggio scorsi. 

In apertura delle news di questo stesso numero potete trovare la 
breve cronaca ed un succinto commento all'evento; gli stretti 
tempi redazionali (scrivo solo pochissimi giorni dopo la conclusio¬ 
ne del match) non mi permettono per ora di fare qualcosa di più 
approfondito. Vi dò tuttavia appuntamento sin d’ora alla prossima 


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TI* wr ttm Bit IBM r*<rcc«v«'f i 3 V 2 5 vctc*v n 
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puntata di 
Intelligiochi che 
sarà interamen¬ 
te dedicata alla 
sfida Kasparov 
- Deep Blue e 
alla sua valenza 
sia tecnica che 
filosofica: non 
dobbiamo infat¬ 
ti dimenticare 
che è la prima 
volta nella sto¬ 
ria degli scac¬ 
chi che un 
computer batte 
un campione 
del mondo. 

Parleremo 
quindi di Deep 

Blue e della sua struttura, per quanto trapelato dallo strettissimo 
riserbo IBM, e vedremo assieme le partite da esso giocate; potre¬ 
mo cosi valutare, sotto la guida di un esperto, se e quanto esse 
siano migliori rispetto a quelle giocate l’anno scorso dalla prece¬ 
dente versione del programma. Ciò ci porterà di nuovo ad affronta¬ 
re il complesso problema dello "stile” e dell’intenzionalità nel 
gioco delle macchine, più volte discusso su queste stesse pagine 
in passato ma ora prepotentemente tornato alla ribalta dopo la 
sconfitta del campione umano. Alla line della manifestazione un 
Kasparov ancora sconvolto ha dovuto ammettere: "questa mac¬ 
china gioca come un Diot": vedremo dunque assieme se ciò è 
necessariamente vero, e cosa possiamo da oggi in poi attenderci 
dai prossimi giocatori artificiali. 


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ta operaia da B a! punto 3. Pertanto 
adesso B può finalmente decifrare il 
messaggio con la sua chiave privata e 
leggerne il contenuto, che vale appunto 
M, oppure M 2 e rappresenta l'uscita del 
lancio. A questo punto a B non rimane 
che inviare ad A il messaggio in chiaro 
cosi ottenuto, per conoscenza e verifica. 

6. Il cerchio si chiude A riceve da B il 
messaggio in chiaro. M, o M 2 che sia. e 
verifica che esso sia effettivamente uno 
dei due messaggi generati al punto 2 del 
protocollo. 

7. Per finire. A e B si scambiano le 
coppie di chiavi generate al punto 1 per 
accertarsi reciprocamente che nessuno 
abbia barato nello svolgimento del proto¬ 
collo. 

Il procedimento, come avrete notato, 
è lungo ed articolato ma non complicato 
La cosa interessante è che. per come 
sono organizzate le operazioni, nessuno 
ha la possibilità di imbrogliare: o meglio, 
chi imbrogliasse verrebbe immediata¬ 
mente scoperto dall’altro senza possibi¬ 
lità di farla franca, come vi lascio per 


compito di dimostrare (provate a riper¬ 
correre il protocollo manualmente, cer¬ 
cando di barare). Questo protocollo è 
dunque "self-enforcing", come dicono 
gli anglosassoni, ovvero non richiede 
arbitri esterni o terze parti fidate per dm- 
mere eventuali questioni: le conclusioni 
cui giunge sono assolutamente certe, 
sia nel caso di termine regolare sia nel 
caso di interruzione prematura perché 
qualcosa non quadra (e dunque qualcu¬ 
no ha imbrogliato). 

Il poker mentale 

A questo punto siamo finalmente 
pronti per passare al protocollo che per¬ 
mette di giocare a poker tramite posta 
elettronica Esso è infatti un'estensione 
del protocollo per la testa e croce visto 
un attimo fa, e si fonda sul medesimo 
concetto: l'utilizzo di un sistema di critto¬ 
grafia a chiave pubblica con algoritmo 
commutativo, grazie al quale le scelte 
vengono fatte mediante una sorta di 


sistema "a doppio cieco" che garantisce 
tutti i partecipanti dell'imparzialità delle 
scelte stesse e consente a posteriori di 
verificare che nessuno abbia barato. 

Eccovi dunque il protocollo, esposto 
ancora per punti. Anche qui, come 
prima, le cose sono complesse ma non 
complicate: un po' di attenzione nel 
seguire i vari punti e tutto vi apparirà 
chiaro. Sottolineo solo una cosa: notate 
che non vi è un "mazziere" fisso che 
tiene le carte; queste invece sono conte¬ 
nute in "mazzo virtuale" che, in forma 
cifrata, gira per i giocatori e viene usato 
secondo necessità. Per semplicità sup¬ 
porremo inoltre che i giocatori in ballo 
siano solo tre, A. B e C, ma il protocollo 
può essere generalizzato ad un maggior 
numero di partecipanti, 

Andiamo ad incominciare, 

1, Ciascuno dei tre giocatori genera 
una propria coppia di chiavi crittografiche 
e la mantiene segreta. 

2. Come prima cosa A provvede a 
generare 52 messaggi, M, che rappre¬ 
sentano le carte del mazzo. Ogni mes- 


Il Settimo Torneo di Crobots di MCmicrocom p uter 


Sono aperte da questo mese le iscrizioni all'ormai tracizionale 
Torneo di Crobots di MCmicrocomputer, giunto quest'anno alla 
settima edizione. 

Credo che oramai tutti sappiate cos'è Crobots, il gioco di strategia 
nel quale si fanno combattere dei 'robot' preventivamente pro¬ 
grammati in un subset del C d' Kernighan e Ritchie. Chi non lo 
conoscesse è caldamente invitato a prendere il file CROBOTS.ZIP 
che si trova su molte BBS di tutto 
il mondo, nonché a leggersi i fasci¬ 
coli di MCmicrocomputer dove in 
passato mi sono occupato di 
Crobots: innanzitutto il numero 97 
(giugno 1990) dove si trova un in¬ 
troduzione generale al gioco, e poi 
i numeri 108, 115, 124, 135, 146, 

157 e 168 dove sono stati presen¬ 
tati e commentati con dovizia di 
particolari i precedenti tornei (il 
primo di MC-link. gli altri di 
MCmicrocomputer). Chi avesse 
accesso ad Internet può trovare 
on-line sia gli articoli citati sia il file 
CROBOTS.ZIP nel sito che 
Intelligiochi Ori The Web dedica a 
Crobots. La URL per raggiungerlo 
è:http:/fyvww,mc!ink .it/n/mcm/ 1 
intellio/crobots/ e vi invito a visitar¬ 
lo sin d'ora perché vi si trova molto 
materiale interessante legato a 
questo gioco ed ai precedenti 
Tornei di MCmicrocomputer. 

Ma torniamo al Torneo. Questo si 
svolgerà come d'abitudine verso la 
meta del prossimo mese di otto¬ 
bre ed i suoi risultati saranno pre¬ 
sentati sulla puntata di Intelligiochi di dicembre. Le iscrizioni sono 
aperte dal primo giugno e resteranno aperte fino al trenta settem¬ 
bre. data ultima di presentazione dei candidati. Il vincitore del tor¬ 


neo otterrà come premio a sua scelta un abbonamento annuale a 
MCmicrocomputer o due mesi di accesso ad Internet tramite un 
abbonamento omaggio ad MC-link. 

Le regole di svolgimento del Torneo sono le medesime applicate 
nelle precedenti edizioni ed esposte sui numeri 115,124 e 135 di 
MC. Anche le regole di partecipazione sono le solite, che comun 
que riDeto qui di seguito a beneficio di tutti: 

(1) I robot devono pervenire in 
redazione entro e non oltre il 30 
settembre 1997. 

(2) Ogni concorrente può inviare 
al massimo due robot, e deve 
indicare quale dei due preferisce 
veder combattere nel caso si 
rendesse necessario limitare i 
combattimenti ad un solo robot 
per concorrente. 

(3) Ogni robot deve essere 
accompagnato da una breve 
scheda descrittiva che ne chiari¬ 
sca strategia e tattica, illustrando 
gli aspetti salienti del suo com¬ 
portamento. 

(4) Il sorgente di ogni robot deve 
essere ben commentato, e deve 
comprendere in testa un com¬ 
mento riportante i dati anagrafici 
dell'autore, compreso un recapi¬ 
to telefonico o di e-mail 

(5) I robot e le schede devono 
essere necessariamente regi¬ 
strati su file in formato ASCII 
puro (non usate word proces¬ 
sori), eventualmente raggruppati 
in un archivio compresso con 

PKZIP o in un formato compatibile Inon usate altri compressori!) 
(6) Il file o i file devono essere inviati alla mia attenzione presso la 
redazione di MCmicrocomputer in uno dei seguenti due modi 


6*. E» 5. B*»—Spm 

*1-lai «»l-l*iai»l *1 


m* 


//w» rt<to* f*n 


]Q 


I tornei di 

Crobots 

di NCmicrocomputer 


In queste pagine troverete tutte le informazioni relative a Crobots 
ed ai Tornei unnuulmente organizzati da MCmicrocomputer 

I bill a Cr»Wtc 

• I Inori * Mt 'min o< rapai>t ni \V«* 


Gl pofcbUf 4a MCmrtxmvnn 

« ;f'< ano dnmtn 199Ì 
9 146 • 1994 

© ìfruwv • Aetmln 1995 

9 i tS.énmtn 1999 •] 

i fùisàii'òom 


190 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 
















Intelligiochi 


saggio deve contenere al suo interno 
una stringa di riconoscimento unica e 
non indovinabile dagli altri, Quindi A cifra 
ognuno dei messaggi con la propria chia¬ 
ve pubblica e li manda tutti a B in ordine 
casuale. 

3. B riceve il ''mazzo'' costituito dai 52 
messaggi di tipo C A (M;) dei quali ovvia¬ 
mente non può conoscere il contenuto. 
Ne sceglie quindi cinque a caso, li cifra 
con la sua chiave pubblica trasformando¬ 
li così nella forma Cb(C a (M,)) e li manda 
ad A. 

4. B invia i rimanenti 47 messaggi, 
immutati, a C. 

5. C riceve da B i 47 messaggi di tipo 
C a (M,) di cui non può conoscere il conte¬ 
nuto. A sua volta ne sceglie cinque a 
caso, li cifra con la sua chiave pubblica 
trasformandoli nella forma C c (C A (M;)) e li 
manda ad A, 

6. A riceve i cinque messaggi di B ed i 
cinque messaggi di C, di cui a sua volta 
non può conoscere il contenuto. Li deci¬ 
fra tuttavia con la sua chiave privata e li 
restituisce al rispettivo mittente. 


7. B riceve da A i suoi cinque messag¬ 

gi nella forma D A (C B (C A (M|))) i quali 
però, per la proprietà commutativa, risul¬ 
tano essere del tipo C B (M,) e dunque 
leggibili da B stesso; questi dunque li 
decifra con la sua chiave privata otte¬ 
nendo ovvero i cinque 

messaggi in chiaro, che rappresentano 
la sua mano. Analogamente, C riceve 
cinque messaggi del tipo 
Da(Cc<C a (M i I))=C c (M i ) che provvede a 
decifrare con la propria chiave privata 
ottenendo DcfCcfMjlhM, e cioè la sua 
mano in chiaro. 

8. A questo punto C sceglie a caso 
altri cinque messaggi dai 42 di tipo 
C a |M|I che gli rimanevano dal punto 5 e 
li manda, immutati, ad A. 

9. A riceve da C i cinque messaggi e li 
decifra con la propria chiave privata otte¬ 
nendo cinque messaggi del tipo 
D a (C a (M ))=M, che costituiscono la sua 
mano in chiaro. 

A questo punto ciascuno dei tre gio¬ 
catori ha la sua mano iniziale e il gioco 
può cominciare. Le carte successive 
verranno estratte 
dal mazzo in 
maniera analoga: 
se sono B o C a 
volere una carta, la 
prenderanno dal 
mazzo cifrato delle 
carte rimanenti 
C a (M,I e ripeteran¬ 
no i passi del pro¬ 
tocollo che coinvol¬ 
gono A fino ad 
ottenere la carta 
stessa in chiaro; se 
è A a volere una 
carta, la chiederà a 
chi è in possesso 
del mazzo in quel 
momento il quale 
provvederà a sce¬ 
glierne una a caso 
e ad inviarla ad A 
che potrà metter¬ 
sela in chiaro da 
solo. In questo 
modo ognuno è 
certo dell'assoluta 
imparzialità della 
scelta delle carte, 
che vengono 
estratte a caso da 
chi non ha mate¬ 
rialmente la possi¬ 
bilità di conoscere 
il contenuto del 
mazzo cifrato; inol¬ 
tre la procedura di 
decifrazione è tale 
che solo il legitti¬ 


mo destinatario delle carte può metter¬ 
sele in chiaro, e nessuno degli altri può 
conoscere la carta in questione o le chia¬ 
vi crittografiche usate dagli altri nel pro¬ 
cedimento. E' opportuno tuttavia che al 
termine della partita i giocatori si scam¬ 
bino le rispettive chiavi di cifratura e 
pubblichino tutte le loro mani, di modo 
che ciascuno possa verificare che nes¬ 
suno degli altri ha barato. 

Il protocollo, come avete visto, è sicu¬ 
ramente il più complesso di quelli incon¬ 
trati sinora: tanto che, pur essendo assai 
interessante dal punto di vista teorico, è 
praticamente impossibile da realizzarsi 
sul piano pratico. In effetti gli algoritmi di 
crittografia a chiave pubblica oggi cono¬ 
sciuti sono talmente inefficienti, e i pas¬ 
saggi incrociati con cifrature multiple 
previsti dal protocollo sono talmente 
numerosi, che ogni implementazione 
reale di questo protocollo è destinata ad 
essere praticamente inutilizzabile. Per la 
cronaca il protocollo del poker mentale è 
stato davvero implementato in un siste¬ 
ma reale, nell'ambito di un lavoro di 
ricerca svolto nel 1994 all'Università del 
Kentucky da J. Edwards per la sua tesi 
di dottorato. Si trattava di un protocollo a 
soli tre giocatori, ciascuno dei quali utiliz¬ 
zava per di più una potente workstation 
Sparc in rete; e tuttavia l'autore riferisce 
che solo per "mescolare" il mazzo e 
distribuire la mano iniziale servivano otto 
ore di calcolo! Figurarsi allora quanto 
potrebbe durare una partita vera... 

Conclusioni 

Siamo cosi giunti anche alla fine di 
questa seconda puntata dedicata ai pro¬ 
tocolli esoterici. Quelli di oggi, indubbia¬ 
mente. sono stati davvero "tosti": d'al¬ 
tronde non è da tutti l'esigenza di gioca¬ 
re a poker per posta elettronica, e un 
intelligiochista che si rispetti non arretra 
certo di fronte a piccole difficoltà di ordi¬ 
ne implementativo! 

Tuttavia per rinfrancarvi lo spirito e 
darvi modo di... digerire questi antipasti- 
ni in attesa del vero e proprio piatto 
forte, nella prossima puntata non ci 
occuperemo di protocolli. Parleremo 
infatti, come accennato nell'apposito 
riquadro, del match della rivincita fra 
Kasparov e Deep Blue che tanti interro¬ 
gativi ha creato nell'intera comunità 
degli scacchisti informatici. Sui protocolli 
esoterici torneremo dopo la pausa esti¬ 
va quando, rinfrancati dalle meritate 
vacanze, potremo lavorare duramente 
sui divertenti ed elegantissimi sistemi di 
autenticazione zero-icnowledge. 

Appuntamento fra trenta giorni. «g 


- per posta ordinaria: in questo caso il supporto magnetico utilizza¬ 
to deve essere necessariamente un floppy da 3.5” registrato in 
formato compatibile MS-DOS 

- tramite Internet: in questo caso il file compresso deve essere 
inviato per posta elettronica come attachment MIME all'indirizzo 




Attenzione: i robot che non rispettino anche una di queste condi¬ 
zioni verranno automaticamente esclusi dalla partecipazione al 
Torneo. 

Ultima cosa importante: partecipando al Torneo, ciascun autore 
accetta implicitamente che il suo robot e/o la documentazione che 
l'accompagna (compresi i propri dati anagrafici) vengano libera¬ 
mente distribuiti nel pubblico dominio, anche all'estero, sia tramite 
MCnncrocomputer sia tramite MC-link o Internet, a beneficio di 
tutti gli altri appassionati di Crobots. 

Bene, questo è quanto. Vi invito a partecipare numerosi: avete 
tutto il tempo di mettere a punto i vostri concorrenti e vincere cosi 
fama, onore e... un abbonamento a MCmicrocomputer o a MC- 
link. Ricordo a questo proposito, per chi volesse allenarsi contro 
combattenti agguerriti, che i file con i robot che hanno partecipato 
a tutti i precedenti tornei di MCmicrocomputer sono liberamente 
disponibili sul sito dei Tornei di Crobots indicato prima. 

Per chi invece non volesse partecipare ma avesse comunque l'in¬ 
teresse a seguire l'andamento del Torneo, ricordo che anche que¬ 
st'anno ciò sarà possibile via Internet grazie ad alcune speciali 
pagine accessibili dalla “solita" URL dei Tornei di Crobots. Queste 
pagine infatti, grazie ad un collegamento dinamico con il computer 
su cui si svolgerà il Torneo, riporteranno in tempo reale la cronaca 
e gli aggiornamenti intermedi dei vari incontri durante il loro stesso 
svolgimento Questi avranno luogo gereralmente durante la notte, 
ed il relativo calendario verrà pubblicato in anticipo nella pagina 
relativa al Torneo di quest'anno In questo modo chiunque dispon¬ 
ga di un accesso ad Internet potrà seguire il Torneo praticamente 
in diretta, e conoscerne cosi i risultati molto prima della loro pub¬ 
blicazione ufficiale su MC del prossimo dicembre. 

Mi raccomando dunque, mettetecela tutta. In bocca al lupo, anzi al 
robot, e... vinca il migliore! 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


191 



di Corrado Giustozzi 



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rovo 

) . 



Pentium il un mese dopo. Dopo circa 
un mese dagli annunci Intel e dalla pre¬ 
sentazione del nuovo processore (per voi 
che leggete, ovviamente; per noi sono 
passati solo alcuni giorni), e facendo se¬ 
guito all'ampio articolo di tecnica presen¬ 
tato lo scorso mese, abbiamo pensato 
che fosse opportuno e necessario resta¬ 
re sull'argomento per verificare sul cam¬ 
po l'effettiva rispondenza del mercato al¬ 
le proposte alquanto rivoluzionarie del co¬ 
losso di Santa Monica. 

Non solo: dato che nel frattempo si è 
reso realmente disponibile il tanto atteso 
AMD K6, anch'esso discusso in profon¬ 
dità lo scorso mese, l’occasione era adat¬ 
ta a mettere a confronto i due processori 
concorrenti non tanto in termine di poten¬ 
za di calcolo quanto anche in termini di 
costo e di diffusione reale, ossia del gra¬ 
do di accettazione presso gli OEM. 

Nasce dunque con l'intento della verifi¬ 
ca questa prova di otto computer "quasi 


a confronto". Diciamo ''quasi'' perché, 
come tutti sapete, siamo contrari alle tra¬ 
dizionali prove a confronto basate sulla 
pura enunciazione di cifre, nelle quali cia¬ 
scuno legge un po' quello che vuole. Gli 
otto sistemi in prova questo mese non 
sono "a confronto" in modo diretto. Il 
senso della prova è invece un altro, ed è 
volto a ottenere due risultati differenti da 
un lato verificare le prestazioni reali dei 
due processori antagonisti utilizzando 
macchine di produzione e disponendo di 
una "base statistica" per le misure, ben 
sapendo (e comunque pronti a verificare 
anche questo) che le prestazioni dei sin¬ 
goli sistemi proposti dai vari OEM pro¬ 
mettono sulla cada di essere pressoché 
indistinguibili luna dall’altra per via della 
ormai strettissima standardizzazione delle 
componenti esterne; dall'altra toccare 
con mano la reale diffusione ed il vero co¬ 
sto dei nuovi chip, ad un mese dalla loro 
uscita, per saggiarne la potenzialità di pe¬ 


netrazione sul mercato. 

Sicuramente si tratta di un momento 
particolare per il mercato stesso, nel qua¬ 
le la situazione è in continuo divenire e 
anche la più piccola scelta operativa può 
potenzialmente essere estremamente in¬ 
fluente sulle finanze dei costruttori. Vede¬ 
re dunque chi va con Intel e chi va con 
AMD (e chi tiene il piede in due staffe...) 
è un'indicazione interessante Anche la 
stessa tecnica è tuttora in subbuglio, e il 
gioco di botta e risposta fia Intel e AMD 
si svolge senza esclusione di colpi. Intel 
ha già fatto vedere un Pentium II a 300 
MHz, e su Internet c'è già chi racconta di 
aver "overclockato" i Pentium II fino a 
330 MHz senza troppi problemi; AMD dal 
canto suo ha mostrato i primi K6 a 233 
MHz e afferma di poterli tirare " ancora 
ben oltre i clock attuali, promettendo pre¬ 
stazioni mirabolanti a costi ridottissimi 
Sempre su Internet è nato un altro caso 
intorno ad un bug recentissimamente 


192 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 








Pentium II contro K6 


scoperto nel Pentium II (e nel Pentium 
Pro dal quale esso deriva direttamente): 
questa volta Intel, memore della scottan¬ 
te perdita di credibilità ricevuta in seguito 
alla cattiva gestione del primo famosissi¬ 
mo bug del Pentium, ha reagito all'inse¬ 
gna della massima trasparenza pubblican¬ 
do con estrema rapidità le errata del Pen¬ 
tium Il e suggerendo soluzioni e contro- 
misure; il prezzo del Pentium II è comun¬ 
que rapidamente calato in misura piutto¬ 
sto sensibile, il che fa presagire la prossi¬ 
ma immissione sul mercato di un nuovo 
"stepping" (ossia aggiornamento del 
chip ad una versione di maschera suc¬ 
cessiva) privo di questo bug. 

La situazione insomma è fluida, per 
usare un eufemismo. Con la prova di 
questo mese abbiamo tentato di "foto¬ 
grafarla" m un momento molto particola¬ 
re, quello dell'inizio della distribuzione dei 
nuovi chip nel nostro paese. Ovviamente 
fra uno o due mesi le cose saranno 
profondamente diverse, e non manche¬ 
remo di ritornarvi sopra. Per ora, questo è 
quello che succedeva sul nostro mercato 
nei primissimi giorni dopo gli annunci dei 
nuovi chip. 

Nuovi processori: 
ma ci sono davvero? 

Siamo cosi andati dai costruttori e da¬ 
gli OEM nazionali di maggiore rilevanza, 
chiedendo di mandarci la loro migliore 
macchina basata su Intel Pentium II o 
AMD K6. indifferentemente ed a loro 
scelta, purché ovviamente fosse un pro¬ 
dotto in reale produzione. Un conto è ri¬ 
portare gli ottimistici comunicati stampa, 
un altro è andare al negozio e vedere co¬ 
sa è davvero disponibile: abbiamo cosi 
constatato che verso la metà di maggio 
(termine ultimo per la chiusura di questo 
numero di MC) la maggioranza degli 
OEM interpellati non disponevano anco¬ 
ra di Pentium II, se non magari per una o 
due unità arrivate non si sa come (spes¬ 
so dal mercato tedesco) e ovviamente 
non legate ad una reale produzione in se¬ 
rie. Diversi hanno anche espresso per¬ 
plessità e dubbi che altri concorrenti po¬ 
tessero avere realmente disponibilità dei 
nuovi chip. Da notare che noi ci siamo ri¬ 
volti soprattutto ad OEM ed assemblato¬ 
ri nazionali, per la precisa volontà di veri¬ 
ficare la situazione reale del nostro mer¬ 
cato. ma anche prestigiosi nomi interna¬ 
zionali non apparivano pronti a soddisfa¬ 
re le richieste: ad esempio IBM dispone¬ 
va di una sola macchina demo, impegna¬ 
ta a fare il giro delle varie redazioni, e 
praticamente non ci ha neppure risposto 
quando abbiamo chiesto di poter dispor¬ 
re di un computer vero per un periodo di 
tempo di almeno una settimana. Certo il 


fatto che la nostra sede sia dislocata ai 
remoti confini dell'Impero non aiuta, ma 
tant'è. 

Leggermente migliore è la situazione 
per quanto riguarda il K6: non a caso, in¬ 
fatti. degli otto computer ricevuti ben 
cinque sono basati sul nuovo processore 
AMD Complice ovviamente è anche la 
piu facile reperibilità di motherboard atte 
a supportarlo, dato che come noto non 
servono schede madri apposite ma va 
bene qualsiasi scheda madre di recente 
produzione; e questo rientra appunto co¬ 
me parte sostanziale nel novero dei van¬ 
taggi anche economici derivanti dall'ado¬ 
zione di un processore basato su Socket 
7 anziché su Slot 1. Inutile poi sottolinea¬ 
re che, dato il costo sensibilmente infe¬ 
riore a quello del Pentium II, i 
K6 è più accessibile anche 
agli stessi OEM, e dunque 
visto in modo piuttosto fa¬ 
vorevole soprattutto dai 
piccoli costruttori che pos¬ 
sono così proporre al pro¬ 
prio pubblico sistemi di con¬ 
siderevole potenza a prezzi 
del tutto ragionevoli. 

Comunque alla fine abbiamo raccolto 
ben otto computer basati su Pentium II o 
K6, grazie alla prontezza ed alla solerzia di 
quelli che evidentemente sono i più attivi 
produttori italiani, molto attenti a caval¬ 
care l'onda tecnologica per offrire ai lo¬ 
ro clienti il miglior servizio. E' chiaro 
che alcune delle macchine ricevute so¬ 
no da considerarsi di pre-serie: ossia rap¬ 
presentative di quella che sarà la produ¬ 
zione "di massa" (ammesso cioè che 
modelli cosi hi-end abbiano una vera e 
propria produzione di massa) ma con un 
livello di ingegnerizzazione ancora non a 
regime. Di ciò abbiamo tenuto conto nei 
giudizi e teniamo a sottolinearlo per non 
far torto a nessuno. D’altronde, ripetia¬ 
mo, il senso di questa prova "di massa" 
non era quello di valutare a fondo i singoli 
prodotti, che sappiamo tutti essere anco¬ 
ra immaturi, quanto dì fornire una base di 
test ampia e variata che consentisse di 
trarre alcune conclusioni tecniche sulle 
prestazioni dei nuovi processori. Tornere¬ 
mo sicuramente in futuro sui singoli si¬ 
stemi quando, usciti dai convulsi momen¬ 
ti di prima commercializzazione, la produ¬ 
zione si sarà assestata e gli standard si 
saranno consolidati 


Le conclusioni 

Nelle pagine finali, successive alle 
singole schede sintetiche di prodotto, 
troverete le conclusioni e un'ampia se¬ 
rie di considerazioni tecniche suggerite 
e suffragate dalle nostre misure e da un 
cospicuo periodo di utilizzo degli otto si¬ 
stemi provati. Per gli impazienti ed i 


frettolosi riassumiamo comunque bre¬ 
vemente il succo del discorso: com'era 
da aspettarsi in base a valutazioni sulla 
carta, ì processori Intel offrono presta¬ 
zioni migliori rispetto a quelli AMD. Ciò 
non solo per la maggiore frequenza di 
clock alla quale vengono fatti lavorare, 
che sarebbe il meno, ma anche per una 
più efficiente implementazione dei sot- 
tosistemi interni. Questo è il frutto, ov¬ 
viamente, dell'integrazione di processo¬ 
re e cache di secondo livello all'interno 
di un modulo autonomo svincolato dal 
bus di sistema che è appunto la base 
del progetto del Pentium II e del 
suo nuovo cartridge SEC. 

Il K6 tuttavia mostra una 
migliore efficienza nel far 



Come pene della cam¬ 
pagna di lancio del K6, AMD 
prevede anche la vendila di gadget 


girare il "vecchio" codice a 16 bit (ma 
quando ce ne libereremo?) e suggeri¬ 
sce di poter essere ancora "tirato" a 
frequenze maggiori per offrire presta¬ 
zioni migliori. Dal canto suo il K6 offre 
come vantaggi commerciali il costo 
estremamente minore ed il fatto impor¬ 
tantissimo di poter essere montato co¬ 
me semplice upgrade su una mother¬ 
board preesistente, comportando al 
massimo l'aggiornamento del BIOS. 

Per quanto riguarda le singole imple¬ 
mentazioni, ai nostri test esse sono ap¬ 
parse sostanzialmente identiche: ora¬ 
mai il livello qualitativo nella produzione 
di schede madri, ed ovviamente l’ado¬ 
zione di componenti del tutto standar¬ 
dizzati se non addirittura monoformtore. 
sono tali da garantire la quasi totale 
coincidenza di prestazioni fra prodotti di 
costruttori diversi Sempre di più. per¬ 
tanto. i motivi ultimi di scelta fra un pro¬ 
dotto e l'altro devono essere ricercati 
fra i servizi a valore aggiunto offerti dai 
vari produttori più che nella prestazione 
tecnica fine a se stessa. 


MCmlcrocomputer n. 174 - giugno 1997 


193 


Pentium II contro K6 


di Luca Angelelli 



CentroHL Sinerqy K6 200 


CentroHL, attivissi¬ 
mo OEM fiorentino, ha immediatamen¬ 
te recepito le nuove normative CE e il 
nuovo standard ATX, difatti il Sinergy 
K6 200 è montato in un cabinet di ta¬ 
glia mid tower adatto ad ospitare sche¬ 
de madri nel nuovo standard. La diffe¬ 
renza con lo standard baby AT è imme¬ 
diatamente riconoscibile osservando la 
parte posteriore del computer dove 
molti connettori (COM 1 e 2, LPT1, 
USB e prese PS/2 per mouse e tastie¬ 
ra) sono disposti verticalmente in quan¬ 
to collegati direttamente alla scheda 
madre Un vantaggio evidente è quello 
di lasciare tutti gli slot sottostanti liberi 
per montare tutte le schede di espan¬ 
sione che si vuole. 




La scheda madre è la Admiral di Acti- 
vel. basata su chipset Intel TX con 512 
k di cache L2 e 32 mega di memoria 


RAM in un unico banco DIMM II rego¬ 
latore di tensione sulla scheda madre è 
di tipo switching, quindi in grado di for¬ 
nire senza problemi di surri¬ 
scaldamenti le correnti neces¬ 
sarie a K6. L'HD è un Quan¬ 
tum da 4.5 G UW SCSI colle¬ 
gato ad un controller (ovvia¬ 
mente SCSI) Adaptec AHA 
2940 UW, il CD ROM è un 
Sanyo CRD-820P capace di 
raggiungere la velocità di pun¬ 
ta di ben 20X Al posto del 
normale floppy CentroHL ha 
deciso di utilizzare una unità 
in grado di leggere non solo i 
normali floppy ma anche un 
nuovo tipo di formato in grado 















Pentium II contro K6 


di raggiungere i 120 Mb. Sotto al Sanyo 
è montato uno dei primi masterizzatori 
per canale EIDE, il Mitsumi CR-2600, in 
grado di leggere i supporti a 6x e scri¬ 
vere a 2x 

La scheda video è una Diamond 
Stealth 2000 con 4 M di Edo RAM alla 
quale è stata affiancata una Diamond 
Monster 3D, anch'essa dotata di 4 M di 
RAM Completano la dotazione una 
scheda audio Sound Blaster 64G e un 
Modem SupraExpress 336i che come 
la sigla suggerisce permette connes¬ 
sioni fino a 33.600 bps. 

Sia la tastiera, con layout italiano e 
tasti funzione per Windows 95. che il 
mouse sono del tipo PS/2 II monitor è 
un ottimo Miro da 17 pollici in grado di 
supportare tutte le risoluzioni che l'ac¬ 
coppiata Stealth 2000 e Monster 3D 


CentroHL Sinergy 
K6 200 


Produttore e Distributore: 

CentroHL Srl., Via di Novoli 7 
50127 Firenze Tel 055/337900. 

Fa». 055/3370730 

Prezzi (IVA esclusa). 

CentroHL Sinergv K6 200 Lit. 6 420 000 

Monitor Miro Ergolme DI 764TE Lit. 1.260.000 


sono in grado di generare. 

La dotazione di manuali e driver è 
molto consistente visto soprattutto l'e¬ 
levato numero di componenti utilizzati 
in questo PC. Gradevole la presenza 
dei manuali Supra, Activel e Creative in 
italiano. 




Il software in dotazione comprende 
ovviamente Windows 95, molti giochi e 
utilità per la Monster 3D e la Sound 
Blaster 64, un programma di masteriz¬ 
zazione per scrivere i CD R in grado di 
funzionare con il masterizzatore Mitsu¬ 
mi EIDE. 


Prestazioni 

Le prestazioni del Sinergy K6 200 si 
distaccano (superandole! appena dalla 
media delle macchine in prova basate 
sul chip di AMD II vantaggio è conte¬ 
nuto e effettivamente percepibile solo 
nei bench di Intel nei quali gli ottimi 
componenti utilizzati fanno sentire il lo¬ 
ro "sinergico" apporto alle prestazioni di 
tutto il sistema. Per quanto riguarda i ri¬ 
sultati ottenuti con la Suite d MC l'u¬ 
niformità ottenuta si spiega con il fatto 
che i nostri bench impegnano essen¬ 
zialmente CPU senza interessare so¬ 
stanzialmente il sistema nel suo com¬ 
plesso 

Il prezzo è assolutamente concorren¬ 
ziale soprattutto se si tiene bene a 
mente la quantità e la qualità del- 
l'hardware utilizzato 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 


195 


































Pentium II contro K6 


di Luca Ang elelli 



Computer Store CS Giove Nitro K6 200 


Computer Store pre¬ 
senta il suo Giove Nitro in un cabinet di 
tipo mid lower II cuore del sistema 6 
una scheda madre Fighter Trilon VX do¬ 
tata di 512 N di cache sincrona in stan¬ 
dard baby AT II chipset è, come il no¬ 
me stesso suggerisce, è il Triton VX ed 
ha la possibilità di utilizzare sia memorie 
Simm che Dimm, offrendo rispettiva¬ 
mente quattro slot del primo tipo e due 
del secondo, entrambi occupati con due 
moduli per un totale di 32 M. 

L’HD è un ottimo IBM da 3 G, il CD 
ROM e il Goldstar 16X direttamente 
collegati al controller EIDE integrato, co¬ 
sa oramai standard, sulla scheda ma¬ 
dre La scheda video è la Nitro 3D che 
utilizza il chip S3 Virge/GX con 2 M di 




EDO Ram espansibili a 4 La massima 
risoluzione possibile è di 1280x1024 e 
la scheda supporta i DirectX di Micro¬ 
soft tanto usati nei giochi che vanno per 


la maggiore. 

L'architettura baby AT è immediata¬ 
mente riconoscibile guardando la parte 
posteriore dove tutti i connettori sono 
posizionati classica- 
mente su file parallele. 

Il regolatore di ten¬ 
sione per la CPU è di ti¬ 
po lineare quindi ne¬ 
cessita di un dissipato¬ 
re di alluminio di buone 
dimensioni e di una 
certa aerazione per 
smaltire il calore pro¬ 
dotto durante il funzio¬ 
namento. A questo 
scopo è bene controlla¬ 
re che il flusso dell'aria 


196 






















Pentium II contro K6 


espulso lateralmente dall'insieme vento- 
la-dissipatore investa il dissipatore del 
regolatore, cosa ovviamente implemen¬ 
tata dall'attento assemblatore sul CS 
Giove Purtroppo dobbiamo notare la 
mancanza di un qualche accorgimento 
atto a ridurre la resistenza termica fra la 
CPU e il suo dissipatore, cosa assoluta- 
mente raccomandata dalla AMD. In 
realtà durante le prove la macchina, che 
comunque è bene ricordarlo è un prototi¬ 
po assemblato per questo test, ha sem¬ 
pre funzionato regolarmente per lunghi 
periodi in un ambiente abbastanza caldo. 

Un altro particolare curioso è che sul 
manuale della scheda madre è riportata 
la possibilità di far funzionare la scheda 
madre con un clock di 75 MHz. Ora la 
Intel ufficialmente non ha mai ricono¬ 
sciuto questa possibilità per i suoi chi- 
pset "limitandoli" a 66 MHz. Questa 
impostazione permetterebbe di utilizza¬ 
re il Cyrix P200+ che notoriamente fun¬ 
ziona con un clock interno di 150 MHz 
ottenuto moltiplicando per due quello 
della scheda madre ovvero 75 MHz. 
Quando è impostata questa "velocità" 
è tutto il sistema che ne trae un vantag- 


Computer Store CS Giove 
Nitro K6 200 


Produttore e Distributore: 

Computer Store, Via Morandi 
20090 Segrate IMI). Tel 02/269664300. 

Fax 02/26964399 

Prezzi (IVA esclusa); 

CS Giove Nitro K6 200 Ut. 2.819.000 

Monitor LG Electronics 17" 78D Lit. 1 449.000 


gio in quanto diminuiscono i tempi di 
accesso a Ram e cache e aumenta il 
flusso dei dati che il bus PCI è in grado 
di trasportare in quanto il clock di fun¬ 
zionamento è la metà di quello principa¬ 
le, ovvero 75/2 = 37,5 MHz. 

Questa possibilità, riconosciuta pale¬ 
semente dal produttore, testimonia evi¬ 
dentemente della bontà della scheda 
madre in grado di "superare" gli stan¬ 
dard di funzionamento. Va ricordato che 
questo aumento del clock deve essere 
tollerato anche dalle altre schede utiliz¬ 
zate sul sistema. 




Prestazioni 

Il CS Giove Nitro K6 200 non è dota¬ 
to di scheda audio quindi i risultati rac¬ 
colti con l'Intel Media Benchmark, che 
ha una sezione esplicitamente dedica¬ 
ta a questo tipo di elaborazioni, non 
possono essere confrontati con gli altri 
rilevati sulle altre macchine di questa 
tornata. Fatta questa necessaria preci¬ 
sazione potete osservare dai grafici ri¬ 
portati come le prestazioni siano so¬ 
stanzialmente eguali a quelle dei per¬ 
sonal che utilizzano il chip AMD sia 
nelle prove effettuate con la Suite di 
MC, sia con i Bench di Intel Questo ri¬ 
badisce non solo la bontà della macchi¬ 
na ma anche l'ottima efficienza di que¬ 
sta implementazione del chipset Intel 
VX in grado di rivaleggiare con schede 
madri (più costose) che fanno uso del 
più recente TX. 

Il prezzo del Giove Nitro K6 200 è 
estremamente allettante soprattutto 
considerando la bontà dei componenti 
utilizzati, le prestazioni raggiunte e, ul¬ 
tima ma non meno importante, una ga¬ 
ranzia di tre anni riconosciuta da Com¬ 
puter Store sul PC e un egual periodo 
suH'ottimo monitor riconosciuto diret¬ 
tamente dal produttore 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


197 



























Pentium II contro K6 


di Luca Angelelli 



Computer Union Tutto 


Alla Computer Union 
quando dicono Tutto significa proprio tut¬ 
to o quasi: la dotazione di software di 
questo PC è in grado di soddisfare le ne¬ 
cessita di una famiglia e non solo. Il pac¬ 
chetto contiene Microsoft Works, l'enci¬ 
clopedia Zanichelli, il dizionario della lin¬ 
gua italiana Devoto Oli, un'antologia della 
letteratura italiana, Corel Draw 5. un cor¬ 
so di lingua inglese, la guida a Windows 
95 oltre ovviamente al CD ROM d'instal¬ 
lazione di questo sistema operativo. 

Il PC è assemblato in un cabinet di di¬ 
mensioni mini tower nei nuovo stan¬ 
dard ATX che oramai sta sostituendo il 
baby AT oramai in uso da parecchi anni 
Principalmente il nuovo standard preve¬ 
de una disposizione diversa dei compo¬ 


nenti sulla scheda madre e una diversa 
tensione di alimentazione. Questa pic¬ 
cola rivoluzione comporta necessaria¬ 
mente una revisione del mobile e 
dell’alimentatore, per questo parlando 
dei cabinet li definiamo, anche se forse 
impropriamente, ATX Una delle partico¬ 
larità più evidenti è la disposizione dei 
connettori sul pannello posteriore: le 
connessioni COM 1-2, LPT 1, USB, 
mouse e tastiera tipo PS/2, joystick e 
audio, sono disposte verticalmente so¬ 
pra le aperture dedicate alle schede di 
espansione che quindi sono tutte a di¬ 
sposizione dell'utente. Sotto il connet¬ 
tore di alimentazione è presente un in¬ 
terruttore che permette di disconnette- 
re completamente dalla rete il sistema 


una volta spento Questo perché nel 
nuovo standard all'atto della chiusura 
del sistema operativo il personal si spe- 
gne (funzione non implementata su 
questo particolare esemplare) ma l'ali¬ 
mentatore resta in uno stato di attesa 
pronto a riattivare il sistema al pigiare 
del pulsante di accensione sul frontale 
che non è più un interruttore. 

La scheda madre è una Intel con chi- 
pset Triton 440FX che ospita a bordo 
anche una completa scheda audio. In 
questo modo l’unica scheda utilizzata è 
quella video, l'ottima Matrox Millen¬ 
nium divenuta oramai uno standard per 
macchine di fascia medio alta 

Nella parte alta della scheda madre 
spicca il processore Pentium II inserito 


198 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 













Pentium II contro K6 



nello slot 1 e dotato di una abbondante 
aletta dissipatrice in alluminio le cui di¬ 
mensioni ricordano da vicino quelle uti¬ 
lizzate negli amplificatori hi-fi di buona 
potenza. La CPU lavora ad una frequen¬ 
za di 233 MHz utilizzando un fattore 
moltiplicatore pari a 3.5 del clock di si- 


Computer Union tutto 

Produttore e Distributore: 

Video Computer S.p.A. Via Amonelli, 36 
10093 Collegno (TO) Tel. 011/4034828. 

Fax: 01 1/4033325 

Prezzi UVA esclusa! 

Union Tutto Pentium II 233 MHz 

con software Ut. 3.998.000 

Monitor Sony 17" 200SFT Ut. 1 260.000 


sterna che è di 66 MHz. Ricordiamo 
che la cache di secondo livello è inte¬ 
grata sulla scheda che contiene anche il 
processore e lavora ad una frequenza di 
clock pari alla metà di quella della CPU. 
quindi qui a circa 116 MHz. 

I 32 M di RAM sono di tipo EDO divi¬ 
si in due banchi SIMM da 72 Pin, l'HD è 
un Maxtor da 2.5 G. il CD ROM. di tipo 
EIDE come il disco rigido, è un Goldstar 
16X. Il monitor in dotazione al Tutto è 
un ottimo Sony 200 SFT da 17" in gra¬ 
do di raggiungere la risoluzione massi¬ 
ma di 1280x1024 




Per completare il quadro non ci resta 
che riportare la buona tastiera con i tasti 
funzione per Windows 95 saggiamente 
corredata del riduttore che permette il 
collegamento con la presa mini Dm sul 
retro del cabinet, il mouse seriale e la 
cuffia con microfono per l'utilizzo di tut¬ 
te le funzioni audio messe a disposizio¬ 
ne dalla macchina e dal software a di¬ 
sposizione. 


Prestazioni 

Con il codice a 16 bit della nostra Suite 
il Pentium II a 233 MHz non si distacca 
significativamente dal K6 a 200 MHz, un 
risultato assai interessante Inoltre nei 
test dove viene utilizzato in modo mas¬ 
siccio il coprocessore matematico, Ren¬ 
der 1 e 2, l'efficienza è inferiore a quella 
del Pentium 200 MMX indice che la FPU 
è diversa da quella del predecessore 

Passando agli Intel Media Benchmark 
la situazione cambia e i risultati pongono 
il Tutto fra il Pentium 266 e il Pentium 
200 MMX preso come riferimento. E' 
evidente a preferenza del Pentium II per 
il codice a 32 bit, oltre che ovviamente i 
benefici effetti della piu elevata frequen¬ 
za di lavoro. 

Il prezzo di questo Computer Union 
Tutto è buono, considerando anche l'otti¬ 
ma dotazione di software. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


199 

























Pentium II contro K6 


di Luca Artgelelli 



EGIS PC K6 200 



semblata da EGIS. noto OEM romano, 
si presenta come un mini tower nel 
consueto formato adatto a montare 
schede madri di tipo baby AT. Il cuore 
di tutti i PC è la scheda madre in quanto 
rappresenta l'elemento sul quale ven¬ 
gono poi montati o collegati tutti gli altri 
componenti La sua importanza è per 
certi versi superiore alla CPU stessa in 
quanto una mother board di scarsa qua¬ 
lità influenzerà negativamente le presta¬ 
zioni di tutto il sistema mentre un pro¬ 
cessore poco performante (se mai ve 
ne siano ancora) limita solamente quel¬ 
le applicazioni che ne fanno uso intensi¬ 
vo (cad. programmi matematici, alcuni 
giochi .). Ricordiamo poi che gli appli¬ 


cativi per Windows 95 richiedono una 
quantità di memoria piuttosto consi¬ 
stente per poter funzionare in modo 
fluido ancor prima che un processore 
velocissimo. Ovviamente il compito di 
gestire la RAM e la cache di secondo li¬ 
vello e deputato alla scheda madre. .. 

Ben consci di questo i tecnici della 
EGIS hanno scelto una scheda madre 
Asustek, la TX97-E, un ottimo compo¬ 
nente basato sul recente chipset Intel 
Triton TX. La cache di secondo livello e 
la massima possibile per questo tipo di 
chipset (512 k) ed è integrata diretta¬ 
mente sulla scheda. 

La TX97 permette di utilizzare RAM 
sia di tipo SIMM a 72 pin (quattro slot) 
che DIMM (due slot), con l'accortezza 


di non usare i due tipi contemporanea¬ 
mente In questo caso sono stati utiliz¬ 
zati due moduli SIMM EDO da 16 M ca¬ 
dauno per un totale di 32 M 

La dimensione massima di memoria 
installabile è di 256 M ma è bene ricor¬ 
dare che dì questi il chipset TX è in gra¬ 
do di "pilotarne" in modo cache solo 
64, caratteristica questa, è bene ribadir¬ 
lo, comune a tutte le schede madri ba¬ 
sate su questo chipset. 

La riduzione della tensione per la CPU 
è effettuata con un regolatore di tipo 
switching direttamente implementato 
sulla scheda madre. Grazie alla efficien¬ 
za intrinseca del dispositivo il calore da 
dissipare durante il funzionamento è 
molto contenuto e parimenti possono 


200 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 







Pentium II contro K6 



essere trattate correnti consistenti co¬ 
me quelle richieste da processori come 
appunto il K6 impiegato oppure il 6x86 
di Cyrix. 

Altra caratteristica importante del chi- 
pset TX ovviamente implementata su 
questa scheda madre è l'aumento della 
capacità di trasferimento dati da parte 
del controller EIDE utilizzando il BUS 
MASTER DMA/33 in grado di arrivare a 


EGIS PC K6 200 


Produttore e Distributore: 

EGIS di Nilotta Gian Piero. Via Tuscolana 261 
00181 Roma Tel 06/7810593. Fax: 7803856 

Prezzi (IVA esclusa! 

PC K6 ZOO Ut. 2 190 000 

Monitor Sony 15" 100SF Lit. 775 000 


flussi dell'ordine di ben 33 m al secon¬ 
do di picco. 

Anche in questo caso l'Asus riporta 
sul manuale della scheda madre la pos¬ 
sibilità di utilizzare un frequenza di clock 
di 75 MHz, superiore ai 66 ufficiali di¬ 
chiarati da Intel per il suo chipset. 

L'HD utilizzato è un NEC da 2.5 G EI¬ 
DE, il CD ROM è un Goldstar 16X max 
e la scheda video è l'ottima Matrox Mi- 
stique. In dotazione ci sono le casse 
acustiche per sfruttare al meglio le pos¬ 
sibilità della scheda audio Creative 
Sound Blaster 16 PnP e un modem fax 
esterno 33.600 bps con funzionalità voi¬ 
ce Completano il tutto la tastiera con i 
tasti funzione per Windows 95 e l'indi¬ 
spensabile mouse 




Prestazioni 

Le prestazioni di questa macchina so¬ 
no essenzialmente allineate con quelle 
che utilizzano la stessa CPU. Le diffe¬ 
renze sono tanto piccole da poter esse¬ 
re considerate realmente delle sfumatu¬ 
re. La situazione è la stessa sia nel caso 
della Suite di MC sia con gli Intel Media 
Benchmark. Le differenze percepibili si 
possono rintracciare con quest'ultimo 
test e sono dovute essenzialmente alla 
diversa scheda video e audio utilizzata. 

Anche in questo caso si conferma la 
migliore performance del processore di 
AMD alle prese con codice a 16 bit ri¬ 
spetto ai processori Intel, fatto essen¬ 
zialmente dovuto al decodificatore 
hardware implementato nel chip che 
traduce le istruzioni x86 in istruzioni Ri¬ 
sc che vengono eseguite con buon pa¬ 
rallelismo dalle più unità di questo tipo 
utilizzate nel chip. 

Il prezzo è assolutamente concorren¬ 
ziale, non ce ne voglia il lettore per que¬ 
sta reiterata affermazione, ma è la realtà 
dei fatti ad essere "noiosa" Con circa 
due milioni e seicentomila lire si entra in 
possesso di una macchina estremamen¬ 
te potente in grado di utilizzare senza 
problemi quasi tutto il software in circola¬ 
zione, il che non è assolutamente poco. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


201 




































Pentium II contro K6 


di Luca Angelelli 



ERGO Computer BiaKrono 


L'aspetto di que¬ 
sto computer della ERGO è indubbia¬ 
mente imponente con il suo mobile big 
tower adatto ad ospitare schede madri 
di tipo ATX, il nuovo standard industria¬ 
le implementato per razionalizzare la 
disposizione dei vari componenti sulla 
mother board, introdurre nuove funzio¬ 
nalità per limitare il consumo di ener¬ 
gia e migliorare di conserva lo smalti¬ 
mento di calore aH'interno del mobile 
L'impostazione del BigKrono è quel¬ 
lo di una macchina per usi pesanti vi¬ 
sta la presenza del potente controller 
ultra wide SCSI Adaptec AHA 2949 
UW montato su bus PCI al quale sono 
collegati l'HD anch'esso ultra wide da 
ben 9 G e il velocissimo CD ROM SCSI 




Plextor 12/20X. 

La scheda madre è di produzione In¬ 
tel. per la precisione il modello 


PD440FX, con scheda audio on board, 
Il chipset è ovviamente l'Intel 440FX vi¬ 
sto che è anche l'unico in circolazione 
attualmente a supporta¬ 
re il Pentium II. Il pro¬ 
cessore lavora ad una 
frequenza di 266 MHz 
quindi conseguente¬ 
mente la cache di se¬ 
condo livello implemen¬ 
tata direttamente sulla 
scheda che contiene 
anche il processore ''gi¬ 
ra" a ben 133 MHz, ov¬ 
vero alla metà del clock 
della CPU. Questa ca¬ 
ratteristica limita il collo 
di bottiglia rappresenta- 


202 





















Pentium II contro K6 


to dalla frequenza di lavoro della piastra 
madre che è di 66 MHz, ovvero quattro 
volte inferiore a quelle del processore. 

La RAM è di 64 M composta con due 
moduli SIMM da 32 M cadauno e con¬ 
ferma la vocazione "prò" del Big 
Tower II contenitore del processore è 
ventilato con un dissipatore dotato di 
ventola integrata, limitandone così l'in¬ 
gombro rispetto al tipo passivo impiega¬ 
to nelle altre tre macchine basate sul 
Pentium II in prova. 

I connettori standard, porte seriali, pa¬ 
rallela, mouse e tastiera, oltre che in¬ 
gressi e uscite audio e porta giochi so¬ 
no raccolte sopra la contattiera dedicata 
alle eventuali schede di espansione che 
l'utente vorrà utilizzare senza togliere 
loro spazio, altro vantaggio questo dello 
standard ATX. 

Sul retro, accanto alle prese per l'ali¬ 
mentazione di rete e quella asservita 
per il monitor, è presente un interrutto¬ 
re per scollegare completamente il si¬ 
stema alla rete luce: gli alimentatori dei 


ERGO Computer BigKrono 


Produttore e Distributore: 

ERGO Italia Srl, Via della Nocetta 109 
00164 Roma. Tel 06/66140630, 

Fax 06/66140628 

Prezzi UVA esclusa! 

ERGO BigKrono Pentium II 266 MHz, 
monitor 17" MS-1703 Lit 7 950 000 

cabinet ATX possono essere messi in 
stand by dal sistema durante periodi di 
inattività lunghi o all'atto della chiusura 
del sistema operativo, pronti a ravviarsi 
quando viene premuto il pulsante sul 
pannello anteriore. Ecco spiegata dun¬ 
que l'utilità dell'interruttore vero e pro¬ 
prio da utilizzare per la massima sicu¬ 
rezza se si prevede di lasciare spento il 
computer per un lungo periodo. 

La scheda video è la Matrox Millen¬ 
nium con 4 M di WRAM a garantire pre¬ 
stazioni al di sopra di 
ogni sospetto. Com¬ 
pleta la dotazione la 
tastiera Windows 95 
ready e il mouse en¬ 
trambi con attacchi 
mini Din o PS/2 che 
dir si voglia. 

Completa è la dota¬ 
zione di manualistica e 
dischi driver per tutti i 
componenti del siste¬ 
ma, per la scheda ma¬ 
dre ad esempio è for¬ 
nito un intero CD 
ROM contenente ol¬ 
tre che gli applicativi 
necessari alla gestio¬ 
ne anche i manuali in 
formato PDF in varie 
lingue compreso l'ita¬ 
liano. 

Il software a corre¬ 
do comprende ovvia¬ 
mente i CD ROM di 
installazione di Win¬ 
dows 95 e la Suite di 
Lotus, permettendo di 
utilizzare da subito il 
personal anche se sia¬ 
mo sicuri che l'acqui¬ 
rente di questa belva 
sicuramente ne preve¬ 
de l'utilizzo con appli¬ 
cativi molto, molto più 
pesanti. 

Il monitor da 17 pol¬ 
lici è buono e permet¬ 
te un'ottima fruibilità 




del sistema anche se per lavori di grafi¬ 
ca o videocomposizione è raccomanda¬ 
bile la scelta di una misura superiore. 


Prestazioni 

Alle prese con la Suite di MC l'ERGO 
BigKrono ha raggiunto i più alti punteggi 
mai registrati garantendo prestazioni su¬ 
periori del 45% a quelle ottenute dal 
Pentium 200 MMX preso come riferi¬ 
mento. Un risultato superiore a quello 
che si poteva aspettare considerando la 
sola differenza di frequenza di clock sul 
quale pesano indubbiamente i 512 k di 
cache di secondo livello direttamente 
montati sulla scheda del processore. 
Nelle prove con gli Intel Media Bench- 
mark la macchina di ERGO è risultata di 
un soffio inferiore a quella di Mitas che 
utilizza lo stesso processore ma diversa 
scheda madre. Quando diciamo soffio 
intendiamo proprio una vera e propria 
inezia: la differenza è del 0,6% circa! 

Il prezzo del BigKrono è in assoluto 
elevato ma indubbiamente commisura¬ 
to alle prestazioni offerte e soprattutto 
alla qualità dei componenti utilizzati per 
assemblare questo computer. Attenzio¬ 
ne, nel prezzo pubblicato non e compre¬ 
sa l'IVA ma è considerato il monitor da 
17 pollici! 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 


203 

























Pentium II contro K6 


di Luca Angelelli 



Hyundai K6 200 


Questo Hyundai K6 
200 è l'unico PC di questa prova ad utiliz¬ 
zare un cabinet desktop, particolare curio¬ 
so forse dettato da un generale orienta¬ 
mento dell'utenza verso contenitori di tipo 
tower In realtà non ci sono ragioni per 
preferire l'uno o l'altro tipo se non le ne¬ 
cessità proprie di ogni utente. 

La macchina è basata su di una scheda 
madre di tipo baby AT con chipset Intel 
Triton VX dotata dì 256 k di cache di se¬ 
condo livello direttamente integrata sulla 
scheda madre. La RAM impiegata è di ti¬ 
po EDO in due banchi SIMM da 16 M 
per un totale di 32. 

Il disco rigido è un Fu|itsu da 2.5 G El- 
DE. il CD ROM il 16X max della Hitachi 
mentre la scheda video è l'ATI 3D Xpres- 


204 



sion+ con 4 M di RAM 
Sul retro tutti i connettori sono riportati 
sugli slot a disposizione per le schede di 


espansione come di norma per le schede 
madri di questo tipo, ad eccezion fatta 
per l’attacco per la tastiera e quello per 
l'alimentazione, disposti 
a sinistra della contattiera 
principale. La scheda au¬ 
dio è montata nello slot 
ISA piu lontano dalla 
scheda video, precauzio¬ 
ne sempre valida per ri¬ 
durre almeno un poco il 
rumore indotto dal siste¬ 
ma sui circuiti audio ed è 
di produzione Aztech, 
modello MMPRO 16 3D 
per la cronaca. 

Il regolatore di tensio¬ 
ne per il processore e di 






















Pentium II contro K6 




Produttore e Distributore: 

Data Pool S.p.A , Largo Alessandria del Carretto 28 
00040 Morena - Roma. Tel : 06/729889224, 

Fax: 06/72989236 


Prezzi UVA esclusa!: 

Yundai K6 200 Ut. 2.590 000 

Monnor15 Hyundai Delux 15G+ Lit. 554000 


Prestazioni 

Questo Hyundai si è comportato me¬ 
glio con la Suite di MC che con gli Intel 
Media Benchmark. La ragione va ricerca¬ 
ta nella diversa natura dei due test: men¬ 
tre il primo interessa essenzialmente la 
CPU, il secondo investe tutto il sistema. 
Ora questa macchina è l'unica di questa 
tornata di prove ad utilizzare solamente 
256 k per la cache di secondo livello e 
questa è una delle ragioni delle prestazio¬ 
ni appena sotto la media delle altre mac¬ 
chine che utilizzano il chip di AMD Le al¬ 
tre sono rappresentate dalle prestazioni 
della scheda audio che hanno un certo 
peso sul risultato complessivo e dal chi- 
pset indubbiamente non più modernissi¬ 
mo. D'altro canto va riconosciuto che sia¬ 
mo alla presenza di una delle macchine 
più economiche di questa prova e alla lu¬ 
ce di questo fatto queste lievissime pec¬ 
che, del resto superabili richiedendo una 
quantità superiore di cache L2, sono am¬ 
piamente perdonabili. Ancora una volta 
un prodotto ampiamente conveniente 




IHSP 




=.vrr_-... 


tipo lineare, questo significa che durante 
il suo funzionamento dissipa in calore la 
"potenza in eccesso" ovvero la differen¬ 
za fra la tensione fornita dall'alimentatore 
e quella nominale della CPU (in questo 
caso 5 - 2,9 = 2,1 V) per la corrente as¬ 
sorbita dal processore (circa 7,5 A massi¬ 
mi per il K6 200), il che tradotto in numeri 
fa circa 15 W. Un valore indubbiamente 
consistente del tutto affidato ai dissipato¬ 
ri passivi sui quali sono montati gli inte¬ 
grati regolatori. E' importante che in que¬ 
sto caso il flusso dell'aria prodotto dalla 
ventola montata sulla CPU vada a lambire 
l'aletta del regolatore riducendone la tem¬ 


peratura di funzionamento Sono piccoli 
accorgimenti che comunque evitano im¬ 
motivati e improvvisi blocchi del sistema 
durante un prolungato funzionamento in 
ambienti caldi. 

Sia il mouse seriale sia la tastiera sono 
di produzione Mitsumi e assicurano una 
buona affidabilità e un feedback nella nor¬ 
ma. Accompagnano il tutto una coppia di 
casse acustiche amplificate e un microfo¬ 


no da collegare alla scheda audio. 

Assieme al PC vengono forniti tutti i 
driver e i manuali dei componenti installa¬ 
ti oltre all'indispensabile CD ROM di Win¬ 
dows 95. alla Lotus SmartSuite e a vari 
giochi a corredo della scheda video. 

Il monitor da 15" assicura una soddi¬ 
sfacente fruizione di questo Hyundai ma 
nel caso di un utilizzo prolungato con ap¬ 
plicativi facenti intenso uso di grafica (fo¬ 
toritocco, impaginazione elettronica, cad, 
etc.) è consigliata la scelta di un modello 
di dimensioni superiori. 

La garanzia che il produttore riconosce 
sia al personal sia al monitor è di tre anni, 
particolare assolutamente non trascurabi¬ 
le al momento della scelta di un nuovo 
computer 


Hyundai K6 200 


MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997 


205 











































Pentium II contro K6 


di Luca Angelelli 



JEPSSEN VAS K6-200 VTC 


Il cabinet dello Je- 
pssen Vas K6-200 VTC si presenta co¬ 
me un mid tower invero più "cicciotto'' 
della media, un look che può piacere o 
meno ma che comunque lo distingue 
dalla gran massa dei personal che, sal¬ 
vo pochi elementi caratteristici, qualche 
pulsate colorato o qualche adesivo, so¬ 
no esteticamente piuttosto eguali 
L'elemento caratterizzante di questo 
personal è la capacità di comandare a 
distanza una serie di prese di corrente 
permettendo l'automazione di molte 
funzioni casalinghe e non. Il tutto è per¬ 
messo dalla presenza di una apposita 
scheda (guardando la foto del retro è 
quella dalla quale fuoriesce un corto 
spezzone di cavo utilizzato come anten¬ 




na), del software dedicato e di una serie 
di interruttori telecomandati da inserire 
nelle prese dell'impianto luce, di cui 


due dati a corredo all'atto dell'acquisto. 

Purtroppo per motivi di spazio non 
possiamo approfondire, come merite¬ 
rebbe, la conoscenza 
con quest'interessante 
sistema e rimandiamo il 
paziente lettore ad una 
prossima occasione 
La scheda madre è di 
tipo baby AT. denomi¬ 
nata 8500 TUD. e si ba¬ 
sa sull'ultimo chipset di 
Intel nel campo delle 
MB con sockei 7. La ca¬ 
che di secondo livello è 
di 512 k ed è possibile 
utilizzare moduli SIMM 
o DIMM per un totale 












Pentium II contro K6 


massimo di 256 M. Anche in questo ca¬ 
so bisogna ricordare che non è possibi¬ 
le utilizzare i due tipi di memoria con¬ 
temporaneamente e che il chipset non 
permette di utilizzare più di 64 M in mo¬ 
dalità cache Questo non significa che 
non si possano utilizzare quantità supe¬ 
riore di RAM ma questo comporta una 
perdita di performance del sistema. E' 
altresì bene ripetere che queste sono 
caratteristiche proprie dell'Intel TX e 
che non dipendono assolutamente 
dall'OEM. Come tutte le schede madri 
TX è possibile utilizzare la modalità Ultra 
DMA/33 che permette con le periferi¬ 
che che la supportano di raggiungere i 
33 M al secondo di transfert rate. Il re¬ 
golatore di tensione della CPU pare 
(non essendo riportato alcun dato in 
proposito sul manuale di istruzione il di¬ 
scernimento è affidato all'occhio e al 
naso del redattore) di tipo lineare. 

Il disco rigido è da 2.5 G e il CD 
ROM, anch'esso EIDE, è un Goldstar 
16X max. La RAM è composta da due 
moduli SIMM da 16 M cadauno per 
l'ovvio totale di 32. La scheda video è 



Produttore e Distributore: 

Jepssen Italia S.r.l., Corso delle Provincie 116 
95127 Catania. Tel 0935/960777, 

Fax: 0935/960780 

Pretri (IVA esdusa): 

Jepssen Vas K6-200 VTC Ut. 2.320.000 

Monitor 15" SVGA Ut. 445.000 

Kit Multimediale Ut. 855.000 


una Tseng Labs Etx e utilizza il chip 
Tseng ET6000 che come i lettori più at¬ 
tenti ricorderanno lavora a 128 bit. Ac¬ 
canto alla scheda video è stata montata 
la scheda Fly Video che permette di cat¬ 
turare immagini video provenienti 
dall’antenna TV o da un videoregistrato¬ 
re anche SVHS e ovviamente inviare al 
televisore o al videoregistratore le im¬ 
magini trattate. La scheda audio è una 
Yamaha con chipset OPL 3. 

Tutte le connessioni sono riportate 




negli slot dedicati alle schede di espan¬ 
sione come è d'obbligo nei case predi¬ 
sposti per il montaggio di MB AT 

La dotazione di accessori comprende 
oltre la cuffia con microfono e le casse 
acustiche anche una piccola telecamera 
che permette di importare nel PC im¬ 
magini con una qualità sufficiente per 
gli usi "multimediali" come videoconfe¬ 
renze. 

Molto originale la tastiera che vede 
nettamente separati i tasti dedicati alla 
mano sinistra da quella destra. Dobbia¬ 
mo riconoscere che, abituati a fogge 
più consuete, il primo impatto è stato 
un poco duro ma solamente un uso 
molto prolungato e una buona padro¬ 
nanza della tecnica dattilografa potreb¬ 
bero mettere in luce i reali vantaggi di 
questa disposizione. 

Il monitor da 15" inviatoci è di buona 
qualità. 


Prestazioni 

Le performance dello Jepssen sia 
con la nostra Suite che con i Bench di 
Intel sono buoni e assolutamente nella 
media delle macchine in prova che uti¬ 
lizzano il K6 200. Le differenze con i 
concorrenti sono lievissime tanto da po¬ 
ter essere considerate trascurabili. Il 
prezzo concorrenziale è allineato alla mi¬ 
gliore concorrenza. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


207 

























Pentium II contro K6 


di Luca Angele/// 



BUSiNlsy/'/»- 











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7.V. 


1 





1 





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1 



MbM BUSINESSIine 266 


Nel case Big Tower 
di questo MbM BUSINESSIine 266 pulsa 
uno dei due Pentium II a 266 MHz in 
prova questo mese. E' inutile nasconde¬ 
re la nostra curiosità nel conoscere le 
prestazioni del nuovo chip di Intel e di 
come sia stato utilizzato dagli OEM italia¬ 
ni. Intanto contrariamente a quanto visto 
negli altri due personal basati sul nuovo 
chip Intel la Mitas Italia ha scelto una 
scheda madre made in Taiwan, la ASUS 
KN97-X. 

Siamo alle prese dunque con uno dei 
primi Pentium II giunti sul mercato e con 
una delle prime schede non Intel dedica¬ 
te a questa CPU. 

Per poterci proporre questo cumulo di 
novità in tempo per partecipare a questa 




sessione di prove alla Mitas hanno dovu- dre ASUS è ATX quindi i connettori PS/2 
to fare una vera e propria corsa contro il per tastiera e mouse, le porte seriali, pa- 
tempo che fortunatamente è 
stata vinta ma ha portato co¬ 
me conseguenza alcuni picco¬ 
li problemi di assemblaggio 
che sono stati risolti con sue 
cesso durante la fase di col¬ 
laudo antecedente alle prove 
vere e proprie. Il fatto non de¬ 
ve allarmare il possibile utiliz¬ 
zatore perché quello pervenu¬ 
to alla nostra redazione è un 
esemplare pre serie e siamo 
sicuri che nella produzione 
corrente questi piccoli proble¬ 
mi sono stati eliminati. 

Il formato della scheda ma- 


208 




























Pentium II contro K6 


rallela, giochi e USB oltre alle prese rela¬ 
tive all'ingresso e uscita audio sono di¬ 
rettamente collegate alla mother board e 
compaiono sulla parte posteriore del ca¬ 
binet in una contattiera disposta vertical¬ 
mente e completamente separata da 
quella dedicata alle schede di espansio¬ 
ne da installate sui cinque slot PCI o sui 
tre ISA. Accanto ad uno degli slot PCI è 
montato un ulteriore connettore, sicché 
l'insieme permette di montare schede di 
tipo particolare di produzione ASUS 
(Asus Media Bus). 

Il chipset utilizzato è l'Intel 440 FX La 
RAM può essere di tipo SIMM, quattro 
banchi disponibili o DIMM, un solo slot a 
disposizione, che possono essere solo 
del tipo EDO RAM da 5 V La Mitas ha 
deciso di utilizzare due moduli SIMM per 
un totale di 32 M di EDO RAM 

La cache di secondo livello (512 k) 
non è presente sulla scheda madre pre¬ 
ce - è presente nel contenitore del pro¬ 
cessore con il vantaggio di lavorare alla 


MbM BUSINESSIine 266 


Produttore e Distributore: 

Mitas Italia S.r I. Via Stazione 92 
39040 ORA IBZl Tel 0471/540900 

Prezzi (IVA esclusali 

Mitas Pentium II 266 MHz Lit 5 490.000 

Monitor 17" Mitas Viewsomc17PS Ut 1499.000 


metà della frequenza di lavoro della 
CPU, ovvero in questo caso a 133 MHz, 
mentre il clock principale della MB è di 
"soli" 66 MHz. 

Le dimensioni del dissipatore di calore 
montato sul Pentium II sono necessaria¬ 
mente consistenti perché questo è di ti¬ 
po passivo e perché il calore prodotto 
del chip è dell'ordine di grandezza delle 
decine di watt. 

Il CD ROM è una unità EIDE di produ¬ 
zione TEAC mentre l'HD ha una dimen¬ 



sione di 3.2 G. La 
scheda video è in¬ 
tegrata nella sche¬ 
da madre e utilizza 
il chipset Creative 
Vibra 16C 

Sia il mouse che 
la tastiera dotata 
dei tasti funzione 
per Windows 95 
vanno connessi agli 
attacchi PS/2 pre¬ 
senti sul pannello 
posteriore; all'uopo 
viene dato in dota¬ 
zione un adattatore 
in grado di ridurre la 
presa Din della ta¬ 
stiera in mini Din e 
rendere cosi possi¬ 
bile la connessione. 

Non mancano poi 
le due casse audio 
per la migliore frui¬ 
zione dei suoni pro¬ 
dotti dal computer. 

L'MbM BUSI- 
NESSIine 266 è 



l'unico personal in questa sessione di 
prove ad utilizzare come sistema operati¬ 
vo Windows NT Workstation, fortunata¬ 
mente l'assemblatore, conscio dell'uso 
che dovevamo farne, ha pensato bene di 
installare sull'HD anche Windows 95 in 
modo da poter fare indifferentemente il 
boot con uno dei due sistemi operativi. 
Per uniformità abbiamo scelto di effet¬ 
tuare i nostri test con il secondo OS. 

Il monitor da 17" ViewSonic 17PS 
supporta risoluzioni fino a 1600x1280 
pixel ben accompagnandosi alla ottima 
scheda video Matrox Millennium con 4 
M di WRAM a bordo 

Il floppy disk è una unità EIDE in gra¬ 
do di utilizzare il formato da 120 M ov¬ 
viamente assai più comodo e versatile 
deH'oramai piccolissimo 3.5 pollici da so¬ 
li 1.4 M. 


Prestazioni 

Il confronto con l'altra macchina dotata 
di Pentium II a 266 MHz, TERGO BigKro- 
no, vede prevalere il Mitas con i Bench 
di Intel mentre con la suite di MC è TER¬ 
GO a sopravanzare il BUSINESSIine 266. 
Un match praticamente alla pari conside¬ 
rando soprattutto che le differenze rileva¬ 
te sono veramente minime sopraitutto 
nel caso degli Intel Media Benchmark. 

Beh, se cercate il massimo oggi (do¬ 
mani chi lo sa) sapete dove rivolgervi e 
cosa cercare 


209 

























I conti... con l'oste 


Siamo cosi giunti al termi¬ 
ne di questa lunga e pesan¬ 
te prova di otto computer 
(pesante anche in senso fi¬ 
sico: portateli voi otto gros¬ 
si tower dal quarto piano al 
seminterrato per le foto e 
viceversa...), nella quale ab¬ 
biamo potuto raccogliere 
una interessante mole di 
dati riferiti alle prestazioni di 
ciascuno. Ricordo che, co¬ 
me da premessa, lo scopo 
della prova in batteria non 
era stabilire vinti e vincitori 
fra i rispettivi produttori 
bensì rilevare i comporta¬ 
menti dei nuovi micropro¬ 
cessori Intel Pentium II e 
AMD K6 inseriti in macchi¬ 
ne reali dì varia natura, e 
sottoposti a compiti altret¬ 
tanto reali o quantomeno 
realistici. Vediamo quindi di 
trarre alcune conclusioni pratiche da 
quanto abbiamo constatato in questa 
esperienza. 


I test 

Prima di tutto, però, un ovvio accenno 
alle questioni metodologiche. Per quanto 
riguarda le rilevazioni quantitative, in as¬ 
senza di una suite di test per codice 
MMX universalmente accettata, ci siamo 
affidati all ormai noto Intel Media Bench- 
mark col quale la Intel misura le presta¬ 
zioni dei propri proces¬ 
sori MMX Si tratta di 
una suite composta 
da quattro applicativi 
diversi, ciascuno o- 
rientato ad un partico¬ 
lare tipo di compito, 
che fa largo uso di co¬ 
dice MMX in tre di es¬ 
si. I risultati dei singoli 
test vengono poi com¬ 
binati in un singolo in¬ 
dice globale applican¬ 
do ad essi una media 
geometrica pesata, 
con pesi scelti in mo¬ 
do tale da rappresen¬ 
tare realisticamente il 
mix di compiti diversi 
durante un utilizzo 
medio del computer. 

Attenzione: voci di 
corridoio raccolte qua 
e là su Internet e pres¬ 
so alcuni concorrenti 
di Intel insinuano che 
il Media Benchmark ri¬ 
sulti, guarda caso, par¬ 
ticolarmente ottimiz¬ 
zato proprio per i pro¬ 
cessori Intel e fornisca 
risultati apparente¬ 
mente deludenti su 
processori concorren¬ 


ti Corrado Giustozzi 


ti Noi riportiamo questo pettegolezzo per 
dovere di cronaca ma lo riteniamo infon¬ 
dato sino a precisa e circostanziata prova 
del contrario, anche se prendiamo atto 
che effettivamente il K6 è uscito strana¬ 
mente mortificato dal test su di esso; chi 
volesse disassemblare 20 MByte di ese¬ 
guibile si accomodi... 

Non solo per curiosità abbiamo poi fat¬ 
to girare sui nuovi chip la nostra vecchia 
suite interna a 16 bit, quella che ci è ser¬ 
vita nell'arco di molti anni per rilevare le 
prestazioni dei sistemi dal 286 ai primi 
Pentium. A rigore tale suite oggi dovreb¬ 


be essere considerata ob¬ 
soleta tuttavia va ricordato 
che, almeno sino alla uscita 
della prossima versione di 
Windows 95. il codice a 16 
bit non è del tutto sparito 
dai nostri computer Buona 
parte dello stesso Win¬ 
dows 95 è infatti tuttora a 
16 bit, in special modo alcu¬ 
ne sezioni del kernel e mol¬ 
tissimi device driver; per 
cui l'efficienza con cui i 
nuovi processori fanno gira¬ 
re il codice di questo tipo 
ha un riflesso ancora rile¬ 
vante sulle prestazioni glo¬ 
bali del computer. Ma a 
parte il sistema operativo, 
ed anche ammettendo che 
siano oramai poche le mac¬ 
chine che fanno girare Win¬ 
dows 3.1 (e non è certo il 
caso...) va considerata la 
grande quantità di applicativi a 16 bit che 
popolano ancora i nostri hard disk: a co¬ 
minciare proprio dai programmi per Win¬ 
dows 3.1, che per motivi di pigrizia o di 
compatibilità molti di noi ancor oggi fanno 
regolarmente girare tali e quali sotto Win¬ 
dows 95, per finire coi giochi "per DOS" 
che sicuramente impegnano in modo 
pressoché abituale la stragrande maggio¬ 
ranza dei cicli di clock delle nostre CPU 
Dunque non è del tutto peregrina l'idea di 
verificare le prestazioni dei nuovi proces¬ 
sori anche mettendoli alle prese con l'ar¬ 
caico codice a 16 bit, anzi. 


I risultati 

Vediamo dunque 
nei grafici riportati in 
queste pagine i risulta¬ 
ti ottenuti nei nostri te¬ 
st Come vedete ab¬ 
biamo scelto di raf¬ 
frontare direttamente i 
dati relativi ai vari pro¬ 
cessori, inserendoli 
tutti assieme nei vari 
grafici: inoltre per faci¬ 
lità di lettura ed inter¬ 
pretazione abbiamo 
provveduto a normaliz¬ 
zare tutti i risultati 
esprimendoli come in¬ 
dici relativi alle presta¬ 
zioni di un processore 
campione A questo 
scopo abbiamo scelto 
il più evoluto dei pro¬ 
cessori di precedente 

enerazione, ovvero il 

entium MMX a 200 
MHz, il quale è stato 
dunque inserito come 
pietra di paragone nei 
vari grafici con indice 
di prestazione unitario. 

Dai grafici analitici 



210 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



















Pentium II contro K6 



In Questi due graia una estrapolazione azzardata e non del tutto giustificata, ma egualmente degna di interesse. Abbiamo normalizzalo i risultati dei benchmark ad una 
medesima Irequerza di clock Ignorando a beta posta l'influenza della motherboard. cosa non del tutto corretta, abbiamo un 'idea dell'efficienza intrinseca dei van chip. 


Note sparse sulla scelta 
della scheda madre "ideale" 


Non è facile oggi scegliere un computer per lavoro o per diletto: le 
offerte sono molte e quasi tutte concorrenziali. Il risultato più appa¬ 
riscente scaturito da questa prova in batteria è che sistemi basati 
sull'AMD K6 hanno prestazioni molto buone e prezzi assai competi¬ 
tivi che in un prossimo futuro sono destinati a ridursi ulteriormente. 
Questo non toglie che è bene considerare attentamente cosa si ac¬ 
quista per evitare una obsolescenza precoce dei beni acquisiti. La 
cosa più importante è l'acquisto di una buona scheda madre visto 
che è questo componente il più importante in un personal compu¬ 
ter, affermazione che può essere banalmente motivata dalla consi¬ 
derazione che tutti i componenti del sistema sono collegati e di¬ 
pendono per il loro funzionamento da questo componente È inutile 
scegliere ottime CPU e poi economizzare sulla scheda madre per¬ 
ché cosi si vanificano parte degli sforzi economici fatti. Le conside¬ 
razioni che faremo di seguito valgono essenzialmente per le sche¬ 
de con socket 7 ovvero quelle MB dedicate all'uso dei processori 
di classe Pentium. 

Per prima cosa la mother board Socket 7 ideale è in grado di mon¬ 
tare tutte le CPU in commercio, il che non è impresa facile: per pri¬ 
ma cosa deve garantire la possibilità di impostare tutte le possibili 
tensioni di alimentazione che attualmente vanno da 2.8 V del Pen¬ 
tium MMX ai 3.2 V dell'AMD K6 233. In futuro è possibile che i 
produttori decidano di abbassare ancora un poco la tensione di ali¬ 
mentazione del nucleo del processore per ridurre l'assorbimento e 
la produzione di calore, in breve potremo considerarci soddisfatti 
se la MB offre tensioni da 2,5 V a 3,5 V. Ma anche questo non è 
sufficiente: le CPU arrivano ad assorbire correnti consistenti, del- 
l'ordine dei 7,5 A per il K6 200 o addirittura 9,5 A per il K6 PR 233 
(che moltiplicati per i 3,2 V di alimentazione fanno la bellezza di 30 
W, fortunatamente si tratta dell'assorbimento massimo possibile). 
Per questa ragione il regolatore di tensione per il processore pre¬ 
sente su ogni scheda madre deve essere adeguatamente dimen¬ 
sionato. 

Questo essenziale componente elett'ico può essere di due tipi, o 
lineare o switching: nel primo caso viene usato o un integrato rego¬ 
latore o uno o più transistor e la tensione proveniente dall'alimenta¬ 
tore principale (5 V per i case AT, 3,5 V per quelli ATX) viene ridotta 
dissipando in calore la 'potenza' in eccesso, in prima approssima¬ 
zione questa è eguale al salto di tensone richiesto per la corrente 
'in transito' (per un K6 200 e una MB baby AT si ha (5-2,9) x 7,5 = 
15,7 W). Per questa ragione i regolatori o i transistori sono montati 
su di una aletta dissipatrice che permette lo smaltimento del calore 
prodotto. 

Il regolatore switching funziona trasformando la corrente continua 


m alternata ad alta frequenza e ottenendo la tensione cercata trami¬ 
te un piccolo trasformatore (di solito toroidale). Avvenuta la trasfor¬ 
mazione, che può essere sia a salire che a scendere, la corrente è 
di nuovo trasformata in continua. L'efficienza di tutto il processo è 
molto alta e il calore prodotto molto ridotto Questo tipo di regola¬ 
tore è in grado di fornire correnti superiori a quello lineare senza 
produrre calore e quindi senza la necessità di ingombranti alette. 
Nel caso che la scheda madre fosse dotata di regolatore lineare è 
bene indirizzare il flusso d'aria in uscita dal dissipatore della CPU 
verso l'aletta del regolatore di tensione per raffreddarla 
Altra importante precauzione da prendere è quella di porre fra pro¬ 
cessore e dissipatore un sottile strato di pasta conduttiva o una mi¬ 
ca impregnata di grasso silicomco par ridurre la resistenza termica 
fra i due elementi e abbassare cosi la temperatura di funzionamen¬ 
to della CPU. 

Queste semplici precauzioni eviteranno improvvisi quanto inspiega¬ 
bili blocchi del sistema più probabili con l'approssimarsi della sta¬ 
gione calda. 

Altra importante caratteristica della scheda madre ideale è la capa¬ 
cità di montare tubi i tipi di memoria RAM sul mercato e soprattut¬ 
to i nuovi moduli DIMM a 168 pin di SRAM che pian piano andran¬ 
no a sostituire i moduli DIMM. Nel caso l'utente necessitasse di 
montare una quantità molto grande di RAM va controllato quanta 
memoria la scheda madre è in grado di gestire in modalità cache: 
molte MB hanno come limite 64 M. Questo significa che è si pos¬ 
sibile montare molto più di 64 M di RAM ma a prezzo di uno scadi¬ 
mento delle prestazioni di tutto il sistema. 

Parimenti va fatta attenzione alla quantità di memoria cache di se¬ 
condo livello presente sulla scheda madre: per i chipset Intel que¬ 
sta è al massimo di 512 k e di solito è presente in questa quantità 
e funziona in modalità sincrona. Vanno evitate quantità inferiori di 
cache o modalità di funzionamento non sincrone. Presto assistere¬ 
mo all'introduzione sul mercato del chipset di AMD che, come il 
VIA già in produzione, sarà in grado di aumentare la memoria tam¬ 
pone migliorando ulteriormente, anche se di poco, le prestazioni 
Importantissimo poi é il supporto che la casa produttrice é in grado 
di offrire sotto forma di aggiornamenti del bios e note tecniche da 
prelevare presso un sito Internet in modo da mettere il sistema in 
grado di utilizzare le CPU che appaiono man mano sul mercato. Ac¬ 
quistare una scheda sconosciuta o come spesso accade senza al¬ 
cun riferimento al costruttore si rivela al primo aggiornamento di 
processore una scelta economicamente sbagliata 

Luca Angelelli 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


211 












































Pentium II contro K6 


che riportano i singoli valori di prestazione 
ottenuti sui diversi applicativi di cui si 
compongono le due suite utilizzate, quella 
di MC per il codice a 16 bit e quella Intel 
per il codice MMX a 32 bit, abbiamo quin¬ 
di estratto i soli valori sintetici di prestazio¬ 
ne complessiva esponendoli in due grafici 
riassuntivi, che per la minor "popolazio¬ 
ne" di barrette risultano così di interpreta¬ 
zione più immediata. 

Commentiamo dunque brevemente i 
vari grafici, cominciando da quelli relativi 
alla suite di MC. Quello che si evince dal 
test è un'ottima efficienza del <6 soprat¬ 
tutto nell'esecuzione di codice relativo a 
calcoli fra interi, dove i valori sono costan¬ 
temente superiori a quelli del Pentium II a 
233 MHz. I valori sintetici mostrano dun¬ 
que il K.6 sensibilmente migliore rispetto 
al Pentium MMX di pari frequenza, e pra¬ 
ticamente alla pari col Pentium II a 233 
MHz. 

Ben diverse sembrano invece le cose 
passando al codice a 32 bit con MMX. I ri¬ 
sultati del Media Bench suggeriscono in¬ 
fatti che il K6 sia addirittura meno efficien¬ 
te del Pentium MMX in praticamente tutti 
i casi, tranne quello della riproduzione 
MPEG. Ciò sinceramente ci ha meraviglia¬ 
to non poco; tra l’altro il test di grafica 


Sulta MC 



geometrica 3D non fa uso di codice MMX 
e dunque dovrebbe essere eseguito con 
risultati pressoché analoghi sul Pentium 
MMX e sul K6, ed invece penalizza que¬ 
st'ultimo chip in maniera piuttosto rilevan¬ 
te. Ovvia invece la differenza tra K6 e 
Pentium II, dovuta alla più avanzata archi- 


Ecco i gialìa dei usuiteli leali, tutu quanti 
riferiti alle prestazioni di un Pentium MMX 
", liscio~ a 200 MHz. Qui sopra e in alto a destra, 
i risultati sulla nostra suite a 16 bit, a fianco e 
in basso a destra, quelli ottenuti sull'Intel 
Media bench I valori, come si vede, risultano 
estremamente consistenti fra i prodotti del 
diversi costruttori 


Il FIST bug nel Pentium II 


Nei primi giorni successivi all'introduzione sul mercato del Pentium 
Il si è parlato con una certa insistenza su Internet di un bug riscon¬ 
trato nel nuovo processore e localizzato nell'unità di calcolo in virgo¬ 
la mobile, in particolare nell'istruzione di conversione da floating 
point a interi. I più allarmisti hanno rievocato il fantasma dell'oramai 
famoso "Pentium bug" che affliggeva i primi Pentium a 75 MHz, e 
che come si ricorderà provocò un famoso "caso internazionale" 
quando la comunità di Internet smascherò i tentativi di Intel di met¬ 
tere a tacere la cosa e costrinse il presidente e CEO dell'azienda, 
Andrew Grave, a pubbliche scuse e ad un impegno di maggiore tra¬ 
sparenza. 

Questa volta infatti le cose sono andate diversamente, e Intel si è 
comportata in modo impeccabile: dando ascolto alle prime segnala¬ 
zioni ha provveduto rapidamente a identificare e riconoscere il bug. 
fornendo contemporaneamente tramite il proprio sito Internet noti¬ 
zie certe su di esso e consigli per evitarne l'insorgere. Intel ha an¬ 
che assicurato che i prossimi "stepping" di Pentium II e Pentium 
Pro (sono questi infatti i processori affetti dal bugi verranno corretti 
e dunque non soffriranno più del problema: il quale, per la cronaca, 
è stato inserito nelle liste ufficiali dei “problemi noti" dei due chip ri¬ 
spettivamente al 62mo posto per il Pentium Pro ed al 25mo posto 
per il Pentium II. 

Vediamo rapidamente in cosa consiste esattamente il bug, per fare 
un po' di chiarezza sul problema e soprattutto capire quanto sia gra¬ 
ve il danno. In termini generali ciò che succede è che, in particolari 
condizioni, l'operazione macchina che converte un numero floating 
point a 80 bit in un intero a 16 o 32 bit non si comporta secondo le 
specifiche e dà luogo ad un errato settaggio di alcuni flag del pro¬ 
cessore Più precisamente l'errcre si verifica quando la conversione 
darebbe luogo ad un overflow, ossia quando il valore da convertire è 
troppo grande per essere rappresentato nel tipo di dato di destina¬ 
zione: in questo caso il processore dovrebbe segnalare l'errore ac¬ 
cendendo li flag IE (Invalid Operation) e causando un'eccezione 


hardware, cosa che invece non si verifica. 

Vediamo dunque quali sono le condizioni specifiche che danno luo¬ 
go all'errore. In primo luogo l'istruzione deve essere della famiglia 
FISTIPI a 16 o 32 bit: la conversione a 64 bit avviene correttamente. 
In secondo luogo il valore da convertire deve essere di segno nega¬ 
tivo e di valore assoluto estremamente più grande rispetto al massi¬ 
mo valore rappresentabile dal tipo di dato di destinazione. Infine il 
processore deve essere impostato sul tipo di arrotondamento " to 
nearest", "tozero" o " up "; il tipo "down" è immune dal problema. 
L'errore si manifesta con un comportamento deviarne da quello 
standard: il campo di destinazione viene correttamente riempito col 
valore convenzionale MAXNEG. corrispondente al massimo intero 
negativo rappresentabile dal relativo tipo di dati, ma il bit IE (Invalid 
Operation! della Floating Point Status Word non viene acceso e 
dunque non viene impostata un'eccezione, mentre il bit PE (Preci- 
sion Errar) della stessa word viene acceso. Il comportamento cor¬ 
retto prevederebbe invece l'esatto contrario: IE acceso, a segnalare 
un'operazione invalida, innesco di una eccezione, e PE spento. 
Nonostante tutto il bug sembra comunque essere piuttosto raro, e 
quindi di impatto relativamente poco grave sul software applicativo. 
Le soluzioni suggerite da Intel per rimediare sono tre: controllo di 
validità degli operandi prima di una conversione (che è sempre una 
buona pratica...), controllo a posteriori dell'esito della conversione 
verificando se essa ha generato un risultato di tipo MAXNEG. sosti¬ 
tuzione nel proprio codice della conversione a singola istruzione con 
una successione di tre istruzioni che ottengono lo stesso effetto ma 
non innescano il bug. 

Intel si è anche preoccupata di raccogliere dichiarazioni da parte dei 
maggiori produttori di software riguardo il possibile impatto del bug 
nei rispettivi prodotti: tutti hanno affermato che i propri applicativi 
non sono affetti dal “FIST bug", e che comunque terranno conto 
del problema nel futuro ed eviteranno di scrivere codice vulnerabile 
ad esso. Corrado Giustozzi 


212 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


























Pentium II contro K6 


Suite MC 



Ergo. Kttts. Video C«*rc**.. PVjrvl® Kfl wOosson. K6 Ep* K8 200 Ccmouter Penftum 

Pentium i Penetri Computo!. K0200KHT 200MHz 200»»*tz NHz Mouse. Kfl MMX 200 

266 MHz 266MHz Porcumi 200 MHZ MHZ 


233 



Intel Media Bench 


1.6 

1.4 

1.2 

1 

0.8 

0.6 

0,4 

0,2 

0 



Mtas Ergo Video 

Pero uri Porcumi Computer. 

266 MHz 266 MHz PkCut.1 


233 MHz 



Percun Ceree**.. Jopsseo. Eps, K6 Computer Hyt/vj» 

200MMX Kfl200 Kfl200 200MHz House Kfl K6200 


MHz k*C 200 


tettura di questo ultimo processore il qua¬ 
le. portando con sé la cache di secondo li¬ 
vello, non deve "affacciarsi" sulla mother¬ 
board ad ogni accesso e dunque può par¬ 
lare con la cache sempre ad altissima ve¬ 
locità. Praticamente coincidenti tra loro, 
comunque, le misure su una medesima 
classe di processori; e crescenti linear¬ 
mente col clock nel caso dei Pentium II. 
come ci si attendeva. 


Estrapolazione fatale 

A questo punto possiamo tentare an¬ 
che un'operazione non del tutto lecita ma 
interessante proviamo a normalizzare i ri¬ 
sultati reali riportandoli tutti alla medesima 
frequenza di clock, per avere un'idea della 
maggiore o minore efficienza intrinseca 
dei vari processori. L'operazione non è le¬ 
cita perché non tiene conto dell'influenza 
del clock della motherboard, il quale ov¬ 
viamente non può crescere linearmente 
col clock del processore; ma tuttavia, in 
prima approssimazione e tenendo sem¬ 
pre ben presenti i limiti concettuali della 
cosa, può dare alcune interessanti indica¬ 
zioni di massima. 

I risultati di questa elaborazione sono 
riassunti nei grafici di pagina 212, sempre 
in modo separato per il codice a 16 e a 32 
bit; sono inoltre riportati solo i dati dei mi¬ 
gliori fra i sistemi valutati, assieme a quelli 
del solito Pentium MMX di riferimento. 
Quello che ovviamente risulta è l'esaspe¬ 
razione dei risultati evidenziati sinora, 
mentre sulla suite di MC il K6 esce come 
trionfatore, sul Media Benchmark risulta 
drammaticamente perdente. 


Conclusioni 

In realtà quindi, per quanto abbiamo po¬ 
tuto vedere in questa prova, sembra che i 
problemi siano più delle soluzioni. Il Pen¬ 
tium Il è ovviamente vincente come ci si 
aspettava, ma il K6 sembrerebbe una sor¬ 
ta di Dr. Jekill e Mr. Hide, ottimo sul codi¬ 
ce a 16 bit e poco efficiente su quello 
MMX. Indubbiamente la cosa richiede ul¬ 
teriori verifiche, e prima ancora la messa 
a punto di una metodologia di test ade¬ 
guata ed imparziale Le cose comunque 
cambiano se si portano in conto i costi dei 
processori e delle motherboard; in questo 
caso infatti il K6 si riscatta per via del so¬ 
stanziale risparmio che consente all'uten¬ 
te finale, sia per quanto riguarda il costo 
intrinseco del chip sia perché non richiede 
una motherboard apposita ma può essere 
installato direttamente su qualsiasi 
motherboard di recente produzione Da 
questo punto di vista il K6 si offre in mo¬ 
do del tutto naturale come upgrade, per 
dare nuova vita al proprio sistema Pen¬ 
tium di una certa età senza dover spen¬ 
dere una fortuna o cambiare tutto. 1X6 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


213 





















































































di Massimo Truscelli 



RW.*r*.c*.t> cimo iiowi 

ifmtut ofirr MMnKro 


CD-ROM TOOLKK^ 



HL MacOS Com 


Quando Apple deci¬ 
se di estendere la potenziale utenza dei 
propri sistemi Macintosh dalla ristretta 
nicchia degli utilizzatori professionisti ad 
una più ampia categoria di utenti, le 
aspettative di chi immaginava di potersi 
permettere, ad un prezzo di mercato più 
basso, dei sistemi in tutto e per tutto 
uguali agli 'originali' Macintosh, vennero 
in parte deluse. Dopo un primo momento 
di grande entusiasmo nel quale marchi 
blasonati alla stregua di Pioneer annun¬ 
ciarono i propri compatibili basati su 
PowerPC, le politiche di mercato hanno 
fatto si che in Italia giungessero solo po¬ 
chi marchi capaci di offrire prodotti Ma¬ 
cOS compatibili per il grande pubblico: in 
particolare, Power Computing e Umax, 
distribuiti rispettivamente da Modo e 


Image, due società tradizionalmente le¬ 
gate ai prodotti Apple. Per rendere possi¬ 
bile la costruzione dei sistemi MacOS 
compatibili, per la natura stessa del siste¬ 
ma operativo di Apple, era indispensabile 
che quest'ultima 'licenziasse' la possibi¬ 
lità di impiegare quella sostanziosa parte 
di sistema operativo residente su ROM 
che. allo stato attuale delle cose, rappre¬ 
senta svariati megabyte di codice. Trala¬ 
sciando i sistemi compatibili MacOS ba¬ 
sati su architettura multiprocessore 
PowerPC IDay Star MP, ecc l i due nomi 
poc’anzi citati rappresentano Tunica vera 
alternativa ai Macintosh originali, in parti¬ 
colare. Umax offre una soluzione per l'as¬ 
semblaggio in proprio di sistemi compati¬ 
bili Mac basata sull'impiego di un 'bare¬ 
bone', ovvero una configurazione base, 


costituita da un cabinet a standard ATX 
completato da una motherboard, attorno 
alla quale è possibile allestire sistemi più 
o meno completi scegliendo tra la vasta 
gamma di dispositivi, periferiche ed ac¬ 
cessori che il mercato offre. 

Si tratta di una soluzione che lascia agli 
assemblatori ampie possibilità di perso¬ 
nalizzazione de! prodotto, che, in tal mo¬ 
do, può essere 'tarato" rispetto alle esi¬ 
genze delTutilizzatore. Centro HL Distri¬ 
buzione. già nota per i propri PC a base 
Intel le processori compatibili) basati sul¬ 
l'impiego delle motherboard Activei, ha 
stretto un accordo commerciale per l'as¬ 
semblaggio di sistemi compatibili basati 
sul 'barebone' Umax Pulsar, divenendo di 
fatto un produttore di sistemi assemblati 
MacOS compatibili. 


214 


MCmìcrocomputer n. 174 - giugno 1997 










HL MacOS Compatibile 


Descrizione 

Il computer si presenta nel classico 
cabinet Umax di tipo tower caratteriz¬ 
zato da uno sportellino, incernierato sul 
lato destro del cabinet, che racchiude 
l'unità di lettura CD-ROM |6x in confi¬ 
gurazione base), l'unità floppy disk (Su- 
perDrive) e gli ulteriori alloggiamenti 
per altri dispositivi di memorizzazione 
di massa (Zip, Syquest, Jaz, ecc.) dei 
duali l'utente voglia eventualmente do¬ 
tarsi. Sempre sul pannello frontale so¬ 
no presenti il pulsante di alimentazione 
(contenente all'interno una spa lumino¬ 
sa), i tasti di reset e programmazione, 
le prese mini-jack per l'input e l'output 
audio. Il retro è caratterizzato dalla pre¬ 
senza di una doppia ventola e del pan- 
nellino metallico a standard ATX con le 
connessioni relative alle due porte ADB 
(Apple Desktop Bus), all'uscita audio 
ed al connettore SCSI Una barretta in 
stile "simil PC" offre le connessioni RS 
422 per stampante e modem ed i con¬ 
nettori Ethertalk a standard AUUUI-15 
ed il particolare lObase-T utilizzato da 
Apple Macintosh. 

Un appunto va mosso allo sportelli¬ 
no che racchiude le unità di lettura 
FDD e CD-ROM; pur se rappresenta 
una valida soluzione estetica, nell'im¬ 
piego pratico del computer si rivela 
scomodo mostrando, oltretutto, una 


HL MacOS 

Compatibile 

Produttore. 

UMAX Daia Svstems, Ine - 8F. 68. Nankmg East 
Rd. Sec 3 - Taipei, Taiwan, ROC 

Distributore: 

Centro HL Distribuzione s.r.l. - Via di No voli, 7 - 
50127 Firenze-Tel 055/337900 - Fax 
055/3370701 - Indirizzo fmp//www.centioni.it 

Prezzi II VA esclusa! 

HL MacOS Compatibile Lit. 4 990.000 

miro Ergolme DI 785TE Lit. 1 850 000 

miro Motion DC20 Lit. 1.250.000 


certa fragilità costruttiva dei perni sui 
quali ruota. Una nota divertente, sem¬ 
pre a proposito della parte interna dello 
sportellino, è rappresentata dalla seri¬ 
grafia in rilievo di un'onda con la frase 
'In recognition of those who kept thè 
faith' seguita dalle firme di tutti coloro 
che hanno collaborato alla realizzazione 
del progetto, 

La dotazione comprende una tastie¬ 
ra estesa di foggia praticamente identi¬ 
ca a quella originale, ma caratterizzata 
dalla presenza sul fondo di due piedini 
retraibili e da una fattura apparente¬ 
mente piu 'plasticosa' rispetto all origi¬ 
nale Apple, pur se tuttavia il tocco è 




« 


gradevole e preciso Analogo è il di¬ 
scorso riguardante il mouse monota¬ 
sto, anch'esso di chiara produzione 
taiwanese. 

La motherboard, sulla quale l'HL 
MacOS compatibile è basato, venne 
sviluppata da Umax ispirandosi all'ori¬ 
ginale Power Mac 9500, denominato 
in codice 'Tsunami', ed è siglata come 
SuperMac S900. La motherboard offre 
la possibilità di impiego contempora¬ 
neo di due schede processore 
PowerPC con frequenza di clock com¬ 
presa tra 180 e 225 MHz. 

Oltre alle caratteristiche pai consue¬ 
te per questo tipo di scheda madre. 



Il retro del sistema mostra tutte le connessioni 
standard disponibili II frontale e caratterizzato da 
un pannellmo che cela, oltre ad alcun vani per al¬ 
tre unità accessorie, le unità FDD e CD-ROM Nel¬ 
la foto in allo m questa pagina le firme delle perso¬ 
ne che hanno collaborato al progetto. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


215 

































HL MacOS Compatibile 



come la disponibilità di una memoria 
cache di secondo livello da 512 Kbyte 
e 16 Mbyte di memoria RAM, saldati 
direttamente sulla scheda in configura¬ 
zione standard, la motherboard offre 
anche una serie di ulteriori caratteristi¬ 
che. Innanzitutto, l'espandibilità è assi¬ 
curata da 6 slot PCI gestiti con una par¬ 
ticolare configurazione del chipset: un 
chip Bandit per la gestione dei primi 
due slot PCI (il primo dei quali è fornito 
di un ulteriore connettore ausiliario per 
l'applicazione di schede speciali) e per 
le operazioni di I/O; un chip DEC 21052 
per il controllo dei restanti quattro slot 
PCI e la gestione delle comunicazioni 
con i primi due. 

La doppia gestione è adottata anche 
per ciò che riguarda l'interfaccia SCSI 
che offre, analogamente ai modelli Ma- 


HI moiOS Compatibile Hepott 

CPU 11960 

Grafite» 0 000 

DiJk 4 198 Nen* of Hard Disk testa): Mertl Disk 2065 

Ms»k 525 415 

P*rformine* P»tir*g 12 218 

kWhetstoKM 109277674 371 584 

Onrtjatonw 252460 224 14 616 

Tovsrs 17 413 

OmckSort 22 044 

BobaieSon 14 641 

OdMfrt 13 009 

Punì# 24 905 

Permutetton» 16 692 

Intefer Metri. MuMiply 22 545 

Sieve 17 422 

Benchmerk Avere* 53 407 

FPU fasi Founer 22 472 
fPUKWheislones 111271 857 21569 

f PU f P Mairi « Muli 28 456 

FPU Test Avere* 24 09? 

Black & Wfitte 0.000 

4Colora 0 000 

16 Color» 0 000 

256 Colora 0 591 

52.767 Color» 8 929 

Color Teat Avere* 8 760 





I tepori generati dalle applicazioni TechTool e Spee 
dometer nvisitano la compatibilita delle caraneristi¬ 
che hardware e le prestazioni del sistema sottoposto 
ad una sene di benchmark 


cintosh ’DOC", due distinti canali di co¬ 
municazione. Nel compatibile del Cen¬ 
tro HL uno dei due canali è a standard 
SCSI-II a 10 Mbit/secondo per la catena 
di periferiche interne e l'altro, per la ca¬ 
tena esterna, a 5 Mbit/secondo. Per 
quanto riguarda l'espandibilità della me¬ 
moria RAM, essa può contare sulla pre¬ 
senza di 8 slot per moduli DIMM a 168 
pin e 64 bit con velocità di 70 ns o infe¬ 
riore. Calcolando che il 'taglio" massi¬ 
mo di tali moduli è di 128 Mbyte la do¬ 
tazione di memoria RAM può raggiun¬ 
gere la ben più che ragguardevole ca¬ 
pacità di 1 Gigabyte. 

La dotazione software del sistema 
giunto in redazione comprendeva il Ma¬ 
cOS System 7.5.3, i driver per la sche¬ 
da video PCI e le utility FWB CD-ROM 
Toolkit. 


L'esame 

L'esemplare di HL MacOS Compati¬ 
bile provato da noi era completato da 
un monitor miro Ergoline D1785TE con 
schermo Trinitron da 17', completo di 
adattatore VGA-Mac, interfacciato con 
una delle due schede video che il Cen¬ 
tro HL offre a scelta per la configurazio¬ 
ne standard di questo sistema: Twin 
Turbo 128M2 oppure Diamond Javelin 
3240XL. La Diamond Javelin è una 
scheda ad alte prestazioni, basata sul 
chip S3, capace di assicurare una risolu¬ 
zione massima di 1600 x 1200 punti a 
256 colori con un refresh di 76 Hz; per il 
true color la risoluzione scende a 800 x 
600 pixel con una frequenza di refresh 
di 120 MHz. La Twin Turbo è invece 
una scheda che assicura la completa 
compatibilità con Quick Draw assicuran¬ 
do il supporto di tutte le risoluzioni vi¬ 
deo standard offerte in ambiente Ma¬ 
cintosh: da 640 x 480 pixel con refresh 
di 67 Hz a 1600 x 1200 pixel e refresh a 
65 Hz. la quantità minima di colori vi¬ 
sualizzati è di 256 (ciò significa che B/N, 
4 e 16 colori non sono supportati). Nel 
nostro caso, parafrasando una nota tra¬ 
smissione televisiva, la scheda in dota¬ 
zione era... 'La seconda che hai detto!'. 

La Twin Turbo ha mostrato di essere 
una scheda particolarmente veloce e, 
andando a leggere le sue caratteristi¬ 
che, non poteva essere diversamente 
poiché utilizza un 'Bit Blit Engine', dove 
blit indica l'abilità ad esegu re operazioni 
di 'bit block transfer', che elabora i dati 
su due linee interne di comunicazione a 
64 bit interfacciate con l'architettura a 
32 bit del bus PCI. Fornita di un chip di 
accelerazione video Integrated Micro 
Solutions (IMS) e di una VideoRAM di 4 
Mbyte, la scheda incorpora la compo¬ 
nentistica necessaria per la riproduzione 
video MPEG (resa possibile con la sola 
aggiunta di un apposito software opzio¬ 
nale) e per lo zoom lineare e le funzioni 
di pannmg. Lo zoom lineare permette, 
con semplici combinazioni di tasti, l'in- 




/ mouse e la tastiera, pur se di Iattura più economica rispetto ai medesimi elementi originali Apple, forniscono un buon feedback all'utihzzatore 


216 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



















































HL MacOS Compatibile 


Speedometer Report: HL MacOS Compatibile 
Test eseguito in modalità nativa PowerPC 


CPU: 

11,960 

Graphics: 

0,000 

Disk:_ 

_4,198 

Matn:_ 

Performance Rating: 

_DZO,4 lo 

12.218 

KWhetstones: 

109277,674 

Dhrystones: 

252460,224 

Torri di Hanoi: 

17,413 

QuickSort: 

22,044 

Bubble Sort: 

14,641 

Reqine: 

13,009 

Puzzle: 

24,903 

Permutazioni: 

16,692 

Matrici Multiple Intere: 

22,543 

Sieve: 

17,422 

Media Benchmark: 

53,487 

FPU Fast Fourier: 

22,472 

FPU KWhetstones: 

111271,837 

FPU F.P. Matrici Multiple: 

28,456 

FPU Media Test: 

24,099 

Bianco & Nero: 

0,000 

4 Colori: 

0,000 

16 Colon: 

0,000 

256 Colori: 

8,591 

32,767 Colori: 

8,929 

Media Test Colore: 

8,760 



Nella tabella e visibile il 
report completo dei 
benchmark condotti 
con Speedometer Nel 
grafico è possibile con¬ 
frontare le prestazioni 
dell'HL MacOS Com¬ 
patibile con il sistema 
di tiferimenio, uri Ma¬ 
cintosh Quadra 650 

Il cabinet ATX aperto 
mostra la motherboatd 
Umax S900 sulla quale 
l'HL MacOS Compati¬ 
bile basa il proprio fun¬ 
zionamento 


same di altri sistemi Mac 'originali' co¬ 
me un Power Mac 8500/120 ed il 
Power Mac 8600/200 presentato in 
questo stesso numero della rivista 
Altro esame condotto con l'ausilio di 
un software è quello riguardante il con¬ 
fronto delle prestazioni con altri modelli 
della produzione Apple Macintosh, Per 
eseguire tale test abbiamo utilizzato il 
programma che a torto o a ragione è 
considerato lo standard di riferimento in 
ambiente Macintosh Speedometer 
4.0.2. I risultati sono riportati in una ta¬ 
bella pubblicata in questa pagina e as- 


grandimento della finestra video in ma¬ 
niera praticamente istantanea, senza i 
problemi di refresh che solitamente af¬ 
fliggono questa operazione, mentre le 
funzioni di panning sono attivate auto¬ 
maticamente semplicemente spostan¬ 
do il mouse quando si ingrandisce la fi¬ 
nestra video. 

La prima operazione condotta, dopo 
aver installato il sistema, è consistita in 
un esame della configurazione median¬ 
te una delle tante applicazioni esistenti 
per l'ambiente Macintosh. Per la preci¬ 
sione abbiamo utilizzato il TechTool 
1.1.3 della MìcroMat Computer Sy¬ 
stems che riconosce il sistema come 
un SuperMac S900 della Umax Compu¬ 
ter Corporation. Le altre caratteristiche 
rilevate dal programma sono la presen¬ 
za di un processore PPC604e a 185 
MHz, di 32 Mbyte di RAM (33.554.432), 
di un bus PCI operante a 52 MHz e di 
un hard disk da 2 Gigabyte 
(2 145.395.200). L'altra informazione 
utile che il programma ha fornito nell'i¬ 
spezione della configurazione hardware 
riguarda le ROM di sistema nelle quali è 
memorizzata parte del codice del S O. 
Esse risultano essere appartenenti alla 
versione $0770 ed avere una capacità 
di 3.145.728 byte. In pratica, sono i me¬ 
desimi valori riportati procedendo all'e- 

MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 












































































































HL MacOS Compatibile 


Il multimedia 

con miro Motion DC20 


J modelli Apple Macintosh al vertice della gamma offrono nel¬ 
la dotazione standard entrate ed uscite video a standard S-Video 
e Videocomposito con le quali è possibile destinare i sistemi al- 
l'authoring multimediale o comunque ad applicazioni multimediali 
di vario genere e di più o meno elevato livello qualitativo. 

L'HL MacOS Compatibile non dispone nella configurazione stan¬ 
dard di tale dotazione, ma il medesimo distributore rende disponi¬ 
bile la miro Motion DC20, una scheda PCI, completa di software 
di gestione e produzione video, che permette, spenderdo la cifra 
di unmilioneduecentocinquantamila lire IVA esclusa, di trasforma¬ 
re il sistema in una stazione di authoring multimediale o di produ¬ 
zione video dalle caratteristiche qualitative molto elevate. 

La miro Motion DC20, analogamente ai prodotti dello stesso mar¬ 
chio per la piattaforma DOS/Windows, permette la digitalizzazio¬ 
ne, l’editing, la compressione ed il playback di sequenze video uti¬ 
lizzando il codec MJPEG. 

La visualizzazione dei filmati può avvenire sia sullo schermo del 
computer, sia utilizzando un monitor PAL esterno, caso, quest'ul¬ 
timo. nel quale abbiamo potuto constatare che la qualità di ripro¬ 
duzione. anche in modalità full motion e full screen, è assoluta- 
mente indistinguibile da quella di un normale filmato ripreso con 
una videocamera. 

I componenti della miro Motion DC20 comprendono: una scheda 
che integra i chip dedicati aH'encoding ed alla compressione video 
(Philips e Zoran), completa di ingressi e uscite S-Video e, con uno 
speciale cavo adattatore, a standard videocomposito (CVBS): il 
driver software QuickTime per il controllo, acquisizione, compres¬ 
sione, decompressione e playback delle sequenze video, il 
software di editing video Adobe Premiere 4.2. 

La scheda offre una completa sezione di codifica/decodifica che 
permette l’acquisizione di video nei formati PAL, NTSCe SECAM 
(il formato SECAM è supportato solo in input) Le altre caratteristi¬ 
che comprendono la compressione video real-time in formato 
Motion JPEG e la scansione ed il trattamento dei segnali video 
secondo i formati digitali 4:2:2 e YUV. 

Una volta installato Adobe Premiere è possibile procedere all'in- 
stallazione del driver software compatibile QuickTime per la ge¬ 
stione delle funzionalità sia all'interno del programma di editing 
che per l’acquisizione direttamente dalle applicazioni Apple alla 
stregua del "Video Player" 



Al termine dell’installazione, la procedura provvede a 'depositare' 
una sene di nuovi moduli della striscia di controllo con i quali è 
possibile settare il funzionamento della miro Motion DC20: in par¬ 
ticolare è possibile settare il formato video IPAL, NTSC) e l’out¬ 
put, a scelta tra il monitor di sistema o un dispositivo video con¬ 
nesso all'uscita della scheda. 


BagBfijB[aprsnpmpifys|BpnB3^ 


Impiegando l'accoppiata miro Motion DC/HL MacOS Compatibile 
si rimane sconcertati dall'incredibile qualità delle acquisizioni Ab¬ 



biamo provveduto a digitalizzare una serie di sequenze video me¬ 
diante una videocamera Hi8 impostando i parametri cS acquisizio¬ 
ne con il formato full broadcast 768 x 576 pixel a 25 fps. I risultati 
sono stati per al¬ 
cuni aspetti scon¬ 
certanti; la per¬ 
centuale di "frame 
dropped' in fase 
di digitalizzazione 
rimane entro valo¬ 
ri piu che accetta¬ 
bili e comunque 
molto bassa 
Una volta resi di¬ 
sponibili i clip vi¬ 
deo (memorizza- 
bili in van formati 
tra i quali QuickTi¬ 
me. Cmepak, 
ecc.) è possibile 
procedere al 
montaggio in 
Adobe Premiere 
per ottenere co¬ 
me risultato finale 
un movie anch’esso di elevata qualità (768 x 576 pixe, 25 fps). 

Se si sceglie di visualizzare il risultato sul monitor di sistema, la pri¬ 
ma impressione che si trae è che il numero di frame persi in fase 
di acquisizione sia molto elevata, ma in realtà in tale modalità di 
funzionamento il sistema di cattura della miro si limita a fornire 
una semplice anteprima affetta da problemi di vario genere, tra i 
quali la ridotta fluidità del filmato. Le cose cambiano compieta- 
mente quando si attiva l’output mediante la DC20. La qualità sul 
monitor PAL. o sull'eventuale videoregistratore, e praticamente 
identica a quella di un collegamento diretto telecamera-monitor 
Anche dopo essere intervenuti pesantemente con effetti digitali, 
tendine, maschere, titoli, ecc., messi a disposizione da Premiere 
la qualità del filmato sull'uscita PAL della DC20 rimane molto ele¬ 
vata e praticamente priva di salti, interruzioni e la scattositè tipica 
dei filmati digitali visti su un computer non adeguatamente perfor- 
mante 

Da questo punto di vista, la miro Motion DC20 è probabilmente 
più adatta ad un videoamaiore evoluto che voglia produrre video 
creativi riversandoli sui dispositivi video tradizionali (VCR, TV, ecc ) 
piuttosto che ad un team di sviluppo di aopiicazioni multimediali 
su CD-ROM, sebbene la qualità di acquisizione della scheda è tale 
da garantire un'elevata qualità anche dei filmati a ridotto frame-ra- 
te e ridotta risoluzione tipicamente utilizzati in tal caso. 

Un unico neo riguarda la presenza, in uno dei due CD di Adobe 
Premiere, della procedura d’installazione di Logo Motion, il 
software per la produzione e I animazione di logo della Specular, 
inutilizzabile poiché da nessuna parte è riportato il numero di serie 
indispensabile per la prima esecuzione del programma. 

Per finire, nella dotazione della miro Motion DC20 è compresa co¬ 
me 'plus' un'utilità (Disk Express 2) che consente di Tenere in or¬ 
dine" il disco evitando di incorrere nei problemi di scadimento della 
qualità video derivanti dall'eccessiva frammentazione dei dati o 
dalla scarsa manutenzione dell'hard disk stesso. 

mt 


Recordlng Settlngs 

O Record ut current slze 
® Record al: ]768 | h |S76 

S constraln 

□ Posi-Comprese Uldeo 

□ Record lo RAM 

G Rbort on dropped frames 
0 Report dropped frames 
0 Conforto molile lo | Z5.00 tps —-| 

□ Oecode burned-ln tlmecode 
Rudio Block Slze: | l/2Setotid 

^ | Cantei | 


218 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 

























HL MacOS Compatibile 




Due ctose-up sulla 
motherboard eviden¬ 
ziano la disposinone 
del bus PCI e degli slot 
per le schede proces¬ 
sore. La particolare ar¬ 
chitettura del bus PCI 
impiega contempora¬ 
neamente un chip Ban¬ 
dii e un chip DEC 
21052; I ubicazione de¬ 
gli slot per le schede 
processore sacrifica 
l'impiego dei primi due 
slot PCI A banco, la 
scheda processore 
PPC 604e ed il genero¬ 
so dissipatore termico 


sumono come va¬ 
lore di riferimento 
unitario le presta¬ 
zioni offerte da un 
Mac Quadra 650 

Uso 



Logicamente, il 

MacOS compatibile del Centro HL non è 
stato sottoposto esclusivamente ad una 
serie di test 'sintetici’, ma è stato impie¬ 
gato con numerose applicazioni per con¬ 
trollare il suo comportamento e valutare, 
oltre alle prestazioni offerte, la comodità 
di impiego, tanto decantata quando si 
parla di Macintosh. 

I primi due programmi installati sono 
stati Adobe Photoshop 3.0 e Adobe lllu- 
strator 6.0. seguiti a ruota da Quark 
XPress 3.32 e Adobe Premiere 4.2 nella 
versione che accompagna la scheda mi¬ 
ro Motion DC20 Mac della quale si parla 
più avanti in uno specifico riquadro. 

L'HL MacOS Compatibile ha mostra¬ 
to qualità che rie fanno un sistema capa¬ 
ce di sopportare carichi di lavoro pesanti 
offrendo al contempo una buona velocità 
ed una altrettanto buona qualità generale 
delle prestazioni. 

Tanto per "dare i numeri'', un'immagi¬ 
ne di quasi 12 Mbyte (11.91 viene aperta 
in Photoshop in poco meno di tredici mi¬ 
nuti secondi, se poi si procede a sotto¬ 
porre la stessa immagine al filtro 'effetto 
rilievo', con un'inclinazione di 100 °, spes¬ 
sore di 10 pixel e percentuale del 300%, 
l'operazione viene svolta in una ventina 
di minuti secondi Assolutamente non 
quantificabile è il tempo necessario per 


le operazioni di zoom: ad esempio, il pas¬ 
saggio dal rapporto di ingrandimento 1:4 
a 1:3 avviene in frazioni di secondo. 

A proposito di zoom, quando si usa 
quello lineare eseguito via hardware, le 
combinazioni di tasti che attivano o me¬ 
no questa funzione sono 'Option-Shift-.' 
e ’Option-Shift-,’: utilizzando S O. italiano 
e tastiera italiana sorge qualche proble¬ 
ma poiché la corrispondenza dei tasti 
non è rispettata. In pratica, il pannello di 
controllo e le scorciatoie da tastiera con¬ 
tinuano a comportarsi come se si stesse 
utilizzando una tastiera US. ragione per la 
quale bisogna andare a cercarsi in tale 
layout dove sono ubicati i tasti e 

La velocità generale del sistema si ap¬ 
prezza anche nell'uso di Quark XPress e 
lllustrator; in definitiva si può affermare 
che l'HL MacOS Compatibile si apprezza 
specialmente nelle applicazioni dtp, pur 
se tale specializzazione è riduttiva. Con la 
dotazione opportuna, e ci riferiamo alla 
scheda miro Motion DC20 commercializ¬ 
zata dallo stesso distributore, il sistema 
non disdegna nemmeno le applicazioni 
di authoring multimediale e tutte quelle 
applicazioni dove si vuole esaltare la 
componente audio e video sfruttando il 
personal computer come componente 
centrale della catena produttiva. In pro¬ 



posito, nelle note descrittive, non mi so¬ 
no soffermato sugli aspetti audio del si¬ 
stema che comprende una completa se¬ 
zione stereo a 16 bit con una frequenza 
massima di campionamento (IN/OUT) di 
44,1 kHz integrata nella motherboard e, 
tra le altre cose, offre capacità di regi¬ 
strazione e riproduzione simultanea. Ciò 
significa che l'HL MacOS Comoatibile, al 
pari dei Mac ’DOC’, può essere utilizzato 
anche per le applicazioni multimediali 
che prevedano l'editing audio di buon li¬ 
vello qualitativo. 


Conclusioni 

Le conclusioni sono scontate. L'HL 
MacOS Compatibile è un sistema che ad 
un prezzo inferiore a quello dei modelli di 
punta della produzione Apple offre pre¬ 
stazioni per alcuni versi leggermente in¬ 
feriori, per altri leggermente superiori. 
Ad una minore potenza del processore 
(peraltro facilmente aggiornabile grazie 
alla particolare architettura della mother¬ 
board e sostituzione della scheda pro¬ 
cessore! rispetto ai modelli della produ¬ 
zione Apple con caratteristiche superiori, 
il compatìbile assemblato sul ’barebone' 
Umax da Centro HL contrappone una 
maggiore prestanza della sezione video, 
assicurata dall'uso della scheda Twin 
Turbo, certamente con caratteristiche 
superiori a quelle delle sezioni video 
built-in generalmente presenti nei mo¬ 
delli Macintosh originali. 

Tanto per dare qualche cifra, il prezzo 
della configurazione da noi esaminata 
ammonta a quattromilioninovecentono- 
vantanovemila lire IVA esclusa A questa 
cifra bisogna aggiungere il prezzo del 
magnifico monitor miro Ergoline 
DI785TE (unmilioneottocentocinquanta- 
mila lire IVA esclusa). Se confrontiamo 
questi prezzi con quelli dell'Apple Macin¬ 
tosh 8600/200 e del relativo monitor 
(non Trinitron), provato su questo stesso 
numero della rivista, possiamo vedere 
come con un prezzo inferiore sia possibi¬ 
le ottenere prestazioni solo leggermente 
inferiori in alcuni aspetti e nettamente 
superiori in altri, Solo un'accurata valuta¬ 
zione delle caratteristiche richieste per il 
principale campo di applicazioni permet¬ 
te di scegliere un modello oppure un al¬ 
tro. La possibilità di poter personalizzare 
la configurazione con numerosi elementi 
(dischi, lettori CD-ROM, schede video ad 
alte prestazioni, sistemi IN/OUT video ed 
altri dispositivi e periferiche) permette di 
'tarare' il sistema secondo le specifiche 
esigenze dell'utilizzatore con modalità si¬ 
mili a quelle del 'built-to-customer' che 
hanno reso celebre il distributore fiorenti¬ 
no nel mercato dei PC assemblati a base 
Intel. 

«e 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


219 






















di Valter DI Dio 




Apple Power Macintosh 8600/200 



ta di Power Macintosh spiccano alcuni 
modelli particolarmente ritagliati sulle 
esigerne di determinate categorie di 
utenti. Al contrario del mondo Win¬ 
dows. dove si cerca di avere una mac¬ 
china capace di fare di tutto, il mondo 
Mac. da sempre orientato ad un utente 
esigente, continua ad allineare i prodotti 
alle richieste del mercato. Un mercato 
di nicchia, ma proprio per questo molto 
più facile da seguire con cura e profes¬ 
sionalità. Questo modello è nato con 
l'obiettivo di fornire una macchina spe¬ 
cificamente dedicata agli sviluppatori 
multimediali. 

L'avvento dei processori a 200 MHz 
non poteva che riallineare verso l'alto le 


versioni di punta dei Power Macintosh. 
L'8600/200, sostituisce la precedente 
macchina 8500/180 espandendone le 
capacità non solo a livello di frequenza 
di clock (tra i più veloci al mondo) ma 
anche aggiungendo alcune periferiche 
che ormai stanno diventando uno stan¬ 
dard di fatto (vedi lo Zip Drive interno). 
Inoltre si cambia il contenitore con un 
nuovo tipo disegnato apposta per facili¬ 
tare l’accesso alla zona memorie e al 
processore 

Le caratteristiche tecniche di questa 
macchina sono di tutto rispetto. Spicca¬ 
no, oltre al processore 604e a 200 
MHz, la cache DIMM da 256 K, l'acce¬ 
leratore grafico incorporato, la VRAM a 
64 bit, la sezione AV e gli mgressi/usci¬ 


te audio stereo a 16 bit. Il fatto di esse¬ 
re una macchina dedicata allo sviluppo 
multimediale è evidenziato anche dal 
supporto per il riconoscimento vocale e 
per alcune funzionalità di conversione 
del testo in parlato. L‘hardware è stato 
inoltre ottimizzato per QuickTime Con- 
ferencmg (anche se ormai sembra che il 
prodotto sarà abbandonato dalla Apple). 
Come periferiche è dotato oltre che del 
floppy e dell'HD da 2 Giga (su SCSI Fa¬ 
st a 10 Mbit/s), anche da un lettore CD- 
Rom 12x (solo lettore purtroppo) e da 
una unità Iomega Zip integrata 

La piastra madre è una PCI con clock 
a 50 MHz dotata di tre slot di espansio¬ 
ne standard PCI e uno slot DA V (Digital 
Audio Video) per schede compcessio- 


220 


MCmicrocomputer n, 174-giugno 1997 






























Apple Power Macintosh 8600/200 


Apple Power 
Macintosh 8600/200 


Produttore e Distributore: 

Apple Computer S p A 
Via Milano. 150 
20093 Cologno Monzese (Mll 
Tel (021 273261 
Fax (02)27326555 

Prezzi UVA esclusa): 

Power Macintosh 8600/200,32 MB RAM, 2 GB HD, 
CD 1 2x. Cache L2 256 K, Zip Interno Ut 6.220.000 
con Monitor Apple 15' Ut 6.870.000 

Monitor Apple Multiple Scan 1705 Lit 1.140.000 
Monitor Apple Vision 1710AV (Trinitron) Ut 1 580.000 


ne/decompressìone hardware. 

Come per tutti i modelli di nuova ge¬ 
nerazione il processore 604e a 200 
MHz è montato su una scheda facil¬ 
mente upgradabile. 

La sezione video, accelerata, permet¬ 
te di visualizzare un filmato PAL in tem¬ 
po reale in una finestra da 640 x 480 
pixel. In acquisizione le cose peggiora¬ 
no un tantino e si riesce ad avere un fil¬ 
mato accettabile solo con finestre infe¬ 
riori ai 320 x 240. Lingresso/uscita AV 
è m grado di accettare un segnale S-Vi- 
deo o videocomposito sia m NTSC che 
in PAL, l'uscita video è a 24 bit con un 
sistema speciale di ottimizzazione che 
riduce lo sfarfallio anche a diverse 
profondità di colore. 


Da fuori 


Il nuovo contenitore, più largo dei 
precedenti, dà una buona impressione 
di stabilità e solidità a questa macchina 
Si nota subito l'am¬ 
pia sezione dedicata 
alle periferiche inter¬ 
ne che, oltre al 
floppy, al CD e allo 
Zip incorporato, la¬ 
scia ancora posto 
per un'altra unità da 
cinque pollici, Posi¬ 
zione utilissima per¬ 
ché potrebbe conte¬ 
nere un Syquest, ne¬ 
cessario per la com¬ 
patibilità con il vec¬ 
chio installato pro¬ 
fessionale o, più pro¬ 
babilmente, una 
unità CD-R per poter 
masterizzare diretta- 
mente i CD. Peccato 
infatti che in una 
macchina simile si 



L aspetto solido e robusto dell'8600 dovuto al nuo¬ 
vo case mini tower Da notare il driver Iomega Zip 
da 100 MB installato di serie 


sia installato un semplice lettore di CD 
e non un masierizzatote. Vero è, co¬ 
munque, che una unità in più non fa 
mai male, soprattutto nel caso in cui ca¬ 
piti di dover duplicare dei CD. 

Sotto alla sezione dei driver, una se¬ 
rie di forellini rivela la presenza di un so¬ 
stanzioso altoparlante che fornisce a 
questa macchina una bella voce profon¬ 
da. Trattandosi di una macchina stereo 
a 16 bit. con campionamento di qualità 
CD-Audio, sarà forse il caso di abbinarla 
ad un monitor AV (con casse stereo in¬ 


sù/ retro i connettori per le peritenche a l'alimenta- 
ziorie. Si nota in alto a destra la leva di blocco aper¬ 
tura che può essere fissata con un semplice luc¬ 
chetto 


corporate) oppure di affiancarle un po¬ 
deroso sistema HI-FI. 

Alla destra della colonna principale 
c'è la sezione che corrisponde, interna¬ 
mente, alla piastra madre con, in basso, 
l'elegante interruttore di accensione re¬ 
tro-illuminato. 

Sopra alla macchina sulla sinistra 
spicca un grosso tasto verde triangolare 
che, per la sua forma vetrosa, tutti 
scambiano per una strana spia lumino¬ 
sa. In realtà si tratta del tasto che per¬ 
mette, con un sol dito, di aprire lo spor¬ 



ta tastiera estesa che verrà data con tutti i modelli Power Macintosh 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


221 















































































Apple Power Macintosh 8600/200 


tello laterale che permette l'accesso al¬ 
la parte bassa della CPU dove si trova¬ 
no gli slot di espansione e la scheda 
della CPU. Sullo sportello è attaccata 
anche la poderosa ventola da cinque 
pollici che soffia direttamente sulle alet¬ 
te della CPU La ventola prende alimen¬ 
tazione da una presa attaccata sulla sca¬ 
tola dell’altoparlante, sicché una volta 
aperto lo sportello smette di funzionare; 
meglio quindi spegnere la macchina pri¬ 
ma di aprire il portellone laterale. Sul re¬ 
tro della macchina ci sono le feritoie de¬ 
gli slot (ovviamente identici a quelli del¬ 
le macchine MS-DOS), la piastrina con 
gli ingressi e le uscite Audio/Video e S- 
Video, l'uscita per il monitor, le due se¬ 
riali, l'uscita Ethernet AUI e il Bus per la 
tastiera (peccato che sia solo uno). Oltre 
all'ingresso per la 220 (o meglio per 
qualsiasi tensione tra i 110 e i 240) esi¬ 
ste anche un'uscita di rete asservita, da 
utilizzare per il monitor o per altre peri¬ 
feriche che si vuol accendere e spegne¬ 
re insieme alla macchina. 


Cosa fa, l'ha aperto? 

Ebbene sì. Un contenitore di questo 
tipo invita chiunque all'esplorazione (for¬ 
se anche troppa gente), Dopo aver 
aperto la fiancata, si appoggia la mac¬ 
china sul fianco dalla parte della scheda 
madre (quattro mini piedini evitano che 
si possa graffiare la superficie laterale 
del Mac). Si notano subito due leve ver¬ 
de chiaro e una grande maniglia di pla¬ 
stica trasparente. Si aprono le levette e 
si tira su la maniglia In un attimo la 


Impressionante la quantità di slot disponibili su questa macchina. La piastra, una PCI de SO MHz. sembra 
fare solo da supporto per tutte le schede di espansione. 


della CPU 

Impressionante l'abbondanza di slot 
di questa macchina Ci sono otto slot 
per la RAM, espandibile fino a 512 
Mbyte, uno per la ROM che contiene 
una ROM-SIMM da 4 Mbyte e quattro 
slot per la RAM video che può arrivare 
fino a 4 Mbyte. Ci sono poi i tre slot 
PCI, lo slot che già contiene la scheda 
con il PowerPC 604e più vari altri attac¬ 
chi per espansioni o ulteriori unità SCSI 
interne. Dalla piastra madre partono so¬ 
lo due fiat cable, uno per la schedina 


Sbloccati i due termi di pla¬ 
stica si può ribaltare comple¬ 
tamente tutto lo scomparto 
alimentazione e dischi. 


Basta un dito per aprire il 
Mac. 


macchina si apre come una specie di 
borsa attrezzi, rivelando tutta la piastra 
madre e liberando il fermo della scheda 


222 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 
















































Apple Power Macintosh 8600/200 


sono ormai del tutto insufficienti al tra¬ 
sferimento di programmi e dati, soprat 
tutto nel campo grafico e multimediale 
non ci vuole nulla ad avere un docu¬ 
mento da qualche decina di Mbyte. Fi¬ 
no a poco tempo fa lo standard per que¬ 
sti trasferimenti (almeno nel mondo 
Mac) era la cartuccia Syquest da 5". Ma 
la scomodità del supporto Syquest e la 
sempre maggiore diffusione dello Zip 
nel mondo Windows, hanno finito per 
decretare la morte delle cartucce da 5" 
e il passaggio al dischetto da 100 MB. 
Se lo Zip verrà installato di serie anche 
sulle prossime macchine presto il 
floppy da 3 e mezzo diventerà obsoleto 
come quello da 5 e 1/4. 

Come disco rigido T8600 monta un 2 
Gbyte SCSI collegato però ad una cate¬ 
na differente da quella delle periferiche 
esterne e dotata di velocità di trasferi¬ 
mento doppia: 10 Mbit/s contro i 5 della 
SCSI standard. Attenzione però che per 
sfruttare questa velocità anche le peri¬ 
feriche e tutto l'hardware che c'è ai due 
estremi della catena deve essere ade¬ 
guato, Nell'eventualità di una sostituzio¬ 
ne del disco con uno più capiente, ricor¬ 
darsi di utilizzare una unità SCSI II altri¬ 
menti si finirà per penalizzare tutti i tra¬ 
sferimenti dati. 


Quale System 

La macchina viene fornita con Ma¬ 
cOS 7.5.5 e la Apple dichiara che sarà 
aggiornabile con il 7.6.1 appena questo 
sarà disponibile. Evidentemente c'è sta¬ 
to un disallineamento nei tempi di svi¬ 
luppo, infatti il 7.6, che già è in circola¬ 


ta poderosa ven¬ 
tola di aumenta¬ 
zione soffia diret¬ 
tamente sulle a 
lette del micro- 
processore 


La circuiteria Au- 
dio/Vìdeo e già 

presente sulla pia¬ 
stra madre, la 
scheda sul pan¬ 
nello posteriore 
porta solo i con¬ 
nettori di Ingresso 
e uscita audio e 
video. 


Il cestello dei diive interni è sicuramente sovradimensionato. Si intia- 
vede la posizione libera nonostante siano già presenti un Floppy, un 
CD e uro Zip A proposito dì quest'ultimo, il foro pei l'espulsione di 
emergenza sul coperchio plastico non corrisponde al relativo pulsante 
del driver. 


che regge i connettori au¬ 
dio/video e uno. collegato 
alla SCSI interna da 10 
Mbit/s, che va verso il ce¬ 
stello delle unità a disco. 

Una feritoia suggerisce 
anche la possibilità di 
montare altre unità fuori 
dal cestello, mentre una 
presa SCSI montata sulla 
piastra madre porta all'in¬ 
terno del contenitore la 
seconda catena SCSI de¬ 
stinata, normalmente, alle 
periferiche esterne, 

L'accesso alle unità a 
disco è anch'esso sempli¬ 
ficato da una serie di ma¬ 
scherine ad incastro No¬ 
nostante l'abbondante 
schermatura, a base di la¬ 
mierini d'acciaio, lo smon¬ 
taggio delle unità a disco 
è quasi immediato. Serve 
un cacciavite solo all'ulti¬ 
mo momento quando si 
tratta di rimuovere fisica- 
mente l'unità dal suo ce¬ 
stello. 

Stranamente il disco ri¬ 
gido trova una collocazione alquanto ori¬ 
ginale tra l'alimentatore e il bordo della 
macchina. Forse la scelta è stata detta¬ 
ta dalla possibilità di sfruttare diretta- 
mente il flusso dell'aria che comunque 
deve raggiungere l'alimentatore. 

Se si sfila la scheda con il processo¬ 
re, dotata di un'alettatura fuori dal co¬ 
mune, si nota come la piastra madre sia 
praticamente vuota. Ci sono solo tre 
grossi chip che gestiscono la sezione 
AV. il video SuperVGA e il Bus PCI. Tut¬ 
to il resto del computer è su slot. In par¬ 
ticolare è su scheda la CPU e tutta la 
circuitene associata. Il clock della pia¬ 
stra madre da 50 MHz viene moltiplica¬ 
to per quattro direttamente sulla sche¬ 
da della CPU portando la velocità di 
questa a 200 MHz. Facilissimo perciò in 
futuro aggiornare questa macchina con 


nuove o più veloci CPU, sia prodotte di¬ 
rettamente dalla Apple che da altri co¬ 
struttori. L'unica cosa fissa sarà la velo¬ 
cità del Bus e quella delle SCSI, cosa da 
non trascurare perché incide sensibil¬ 
mente sulla velocità generale di una 
macchina. 


I driver 

Olire al classico lettore per floppy da 
800 o da 1.44 compatibile con la for¬ 
mattazione MS-DOS/WINDOWS, il 
Power Mac 8600/200 monta un lettore 
di CD I2x che, nonostante la velocità, è 
estremamente stabile e silenzioso e un 
driver interno Zip per floppy da 100 
Mbyte. L'idea di installare di serie lo Zip 
è davvero intelligente. I floppy da 1.44 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


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Apple Power Macintosh 8600/200 



Immediala la differen¬ 
za di ptestazioni ira 
I' 8600/200 e un pur ri¬ 
spettabile 8100/80AV 
nel classico confronto 
con Speedometer 



zione, si rifiuta di installarsi perché alla 
Apple non hanno potuto testarlo com¬ 
pletamente sull'8600 prima del rilascio. 
A mio avviso la cosa non è per nulla 
grave, tutte le prove della macchina so¬ 
no state fatte con un buon vecchio 
7.5.3 senza dover rinunciare ad alcuna 
delle potenzialità di questo Mac. 

Più che altro sarebbe il caso che la 
Apple fornisse insieme a questo tipo di 
macchine un minimo di software spe¬ 
cializzato (magari anche solo in versione 
demo). Ad esempio, con il solo softwa¬ 
re di sistema non è possibile attivare 
l'uscita AV per mandare su un televiso¬ 
re i filmati ripresi con la telecamera. An¬ 
che se è pur vero che la macchina finirà 
molto probabilmente in mano ad utenti 
esperti, non mi sembra una bella cosa 
fornire un computer dotato di periferi¬ 
che che poi non si possono gestire se 
non acquistando del software esterno 
A parte questo piccolo problema con il 
video, il resto del software si è compor¬ 
tato in modo egregio, non per nulla stia¬ 


mo parlando di un Macintosh! 

Molto bello il nuovo pannello di con¬ 
trollo suono/video integrato e molto uti¬ 
le il sistema automatico di Energy Sa- 
ving che permette, oltre ai soliti rispar¬ 
mi di energia dopo un determinato pe¬ 
riodo di tempo di non uso della macchi¬ 
na. anche la possibilità di accendere e 


spegnere ad orari e giorni predefiniti il 
computer, in modo del tutto automati¬ 
co. La velocità della CPU, grazie anche 
all’accesso veloce al disco, alla cache di 
secondo livello ed ai 32 M di RAM, si fa 
notare in tutte le operazioni e questo 
rende il già ottimo MacOS ancora più 
comodo da usare 


Specifiche tecniche 

Processore: 

Microprocessore PowerPC 604e da 200 
MHz 

Unità a virgola mobile integrata, 64 K di ca¬ 
che e tre unirà per gli interi 
Bus di sistema a 50 MHz 
Processore montato su una scheda rimovi¬ 
bile 

Memoria: 

32 MB di RAM, espandibile a 512 MB con 
8 moduli DIMM 
4 MB di ROM 

256 K di cache di secondo livello su moduli 
DIMM 

Unità disco: 

Disco rigido interno SCSI da 2 GB 

Unità per dischetti interna Apple SuperDri- 

ve 

Accetta dischi da 1,4 MB ad alta densità e 
da 800 K nei formati Macintosh Windows, 
MS-DOS. OS/2 e ProDOS 
Lettore CD-ROM 12x interno 
Unità Iomega Zip integrata da 100 MB 
Alloggiamenti di espansione per dischi rigi¬ 
di addizionali 

Interfacce: 

Tre slot di espansione PCI con schede di ti¬ 
po PCI 2.0 

Due porte seriali DMA ad alta velocità (RS- 
232/RS-422) compatibili LocalTelk e Geo- 
Port 

Connettori Ethernet AUI-15 e 106ASE-T, le 
schede PC Compatibility opzionali suppor¬ 


tano più nodi per più connessioni di rete 

contemporanee 

Bus interno SCSI (fino a 10 MB/s) 

Bus esterno SCSI (fino a 5 MB/s) 

Porta di espansione ADB (Apple Desktop 
Bus) 

Jack fono RCA per ingresso e uscita audio 
stereo a livello di linea 
Mini jack per ingresso e uscita audio stereo 
16 bit con campionamento fino a 44,1 kHz 
Porta video DB-15 

Connettori (jack RCA fono) per l'ingresso e 
l'uscita video composito 
Connettori di ingresso e uscita S-Video 
Connettore interno DAV (Digital Audio/Vi¬ 
deo) per schede di compressione/decom- 
pressione video 

Funzionalità video: 

Ingresso video a 24 bit 
Proiezione video in tempo reale fino a 640 
x 480 pixel con il sistema NTSC; 768 x 576 
pixel con PAL 

Acquisizione fino a 320 x 240 pixel a 25 fo¬ 
togrammi al secondo con sistema NTSC 
(con unità da 2 GB) 

Dimensione massima di acquisizione di 
640 x 480 pixel con sistema NTSC 

Uscita video a 24 bit 
Supporto dei sistemi NTSC e PAL 
Convoluzione per la riduzione dello sfarfal¬ 
lio a tutti i livelli di bit 

Supporto grafico: 

2 MB di VRAM, espandibile a 4 MB 


Trasferimento dati veloce alla VRAM a 64 
bit 

Supporto per definizioni monitor fino a 
1.280 x 1 024 pixel 

Colori a 24 bit fino alla risoluzione di 1.152 
x 870 pixel 

Frequenza di refresh fino a 75 Hz 

Comunicazione e multimedia: 

Accelerazione grafica integrata 
Sottosistema grafico VRAM a 64 bit 
Supporto per riconoscimento vocale e fun¬ 
zionalità di conversione testo in parlato 
Ottimizzato per software QuickTime Con- 
ferencing 

Supporta il software di rete Open Tran- 
sport (TCP/lP e AppleTalk) 

Legge i dischetti in formato Windows. 
MS-DOS, OS/2 

Esegue applicazioni MS-DOS e Windows 
con le Schede PC Compatibility di Apple 
Fornito con tutto il software necessario 
per accedere a Internet 
Modem GeoPort (opzionale) 

Supporto modem a 28,8 Kbit/s 
Supporto fax V.17 
Funzionalità di viva voce e segre¬ 
teria telefonica 

Orologio/calendario 
Tastiera estesa e Mouse II ADB 

Alimentazione: da 100 a 240 Vca 50-60 Hz 
390 W 

Dimensioni e peso: 44 x 24,6 x 44 cm. 

15.9 kg 


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MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997 








































































Apple Power Macintosh 8600/200 

(WTjngjQJ® 


Authoring Multimediale 

Da ricerche di mercato risulta che i 
Power Macintosh sono le macchine più 
utilizzate per lo sviluppo di pagine Web 
(circa il 63% secondo una stima di Web 
Week) e per la creazione di CD-Rom (il 
72% secondo Dataquest). Inoltre uno 
studio della GISTICS Ine ha trovato 
che l'uso di un PowerMac aumenta il 
profitto del 108% rispetto a chi cerca di 
sviluppare sotto Windows. Da queste 
premesse ecco nascere una macchina 
appositamente progettata a questo fi¬ 
ne. Una macchina veloce, molto velo¬ 
ce, generosa come RAM e dischi, otti¬ 
mizzata per la gestione dei filmati, con 
audio stereo 16 bit a 44,1 kHz (lo stes¬ 
so dei CD) e facilmente upgradabile per 
qualsiasi nuova evenienza. 

Gli ingressi video e S-Video permet¬ 
tono di acquisire filmati semplicemente 
collegando una telecamera o un video¬ 
registratore alle entrate posteriori. Un 
colpo di mouse e parte la registrazione. 
Il risultato può essere salvato come fil¬ 
mato QuickTime e poi inserito diretta¬ 
mente in un prodotto multimediale 
(CD-Rom o sito Web che sia) oppure, 
più probabilmente, dato in pasto ad 
Adobe Premiere (o altri prodotti simili) 
per la fase di montaggio. Proprio con 
Adobe Premiere si può apprezzare l'e¬ 
strema velocità di calcolo di questa 
macchina. Inserimenti, tendine, effetti 
e dissolvenze sono tutti istantanei. La 
creazione del filmato di preview avvie¬ 
ne quasi in tempo reale, dura cioè poco 
più della lunghezza del filmato definiti¬ 
vo. La finestra di preview, anche porta¬ 
ta a 320 x 240, non perde un fotogram¬ 
ma. L'audio è perfetto e già durante il 
montaggio si riesce a scoprire ogni pic¬ 
colo difetto di registrazione. 

Grazie alla gran quantità di memoria 
gestibile da questo Macintosh è anche 
possibile catturare un fotogramma e "ri¬ 
passarlo" con Photoshop. Anche con 
questo programma la velocità 
dell'8600/200 si fa apprezzare. Una im¬ 
magine RGB da 11,9 Mega (in formato 
JPEG sul disco occupava poco più di un 
Mega) viene aperta in 10 secondi netti. 
Per provare la velocità del computer è 
stato applicato a tutta l'immagine un fil¬ 
tro per l'effetto "Rilievo". L'8600 ha ese¬ 
guito il filtro e il refresh in 14,8 secondi. 
Molto veloce, rispetto ai precedenti 
Mac, anche lo zoom della stessa imma¬ 
gine che. provato in varie scale, si è 
sempre tenuto al di sotto dei 3 secondi. 

Un problema, comune a tutti i 
PowerPC, è che molti prodotti softwa¬ 
re, e tra questi molti dei filtri di Photo¬ 
shop, non riconoscono la FPU integrata 


nei RISC e si rifiutano ostinatamente di 
funzionare. Se la Apple non risolverà il 
problema da Sistema Operativo si dovrà 
per forza ricorrere agli emulatori softwa¬ 
re di FPU oppure sperare in un aggior¬ 
namento del prodotto software 

Chi sviluppa software multimediale 
spesso deve an¬ 
che sviluppare 
software multipiat- 
taforma In questo 
caso è particolar¬ 
mente vantaggiosa 
la soluzione di 
montare in uno 
qualsiasi degli slot 
PCI la PC Compati- 
bility Card della Ap¬ 
ple che contiene 
un vero e proprio 
PC Intel con MS- 
DOS e Windows. 

Con la scheda PC 
Compatibility sarà 
come avere in una 
stessa macchina 
due diversi compu¬ 
ter, col vantaggio 
di utilizzare lo stes¬ 
so video e la stes¬ 
sa tastiera e, in 
più. potendo condi¬ 
videre tutte le risor¬ 
se interne ed 
esterne (dischi, let¬ 
tori CD, schede Audio/Video, driver ZIP, 
Stampanti, periferiche SCSI e accessi 
Ethernet). 


E il monitor? 

Il prezzo suggerito dalla Apple per il 
Power Macintosh 8600/200 ''linea ver¬ 
de” (come a dire "chiavi in mano") 
comprende anche un monitor da 15 
pollici. Lodevole intento quello di forni¬ 
re un prezzo per una macchina comple¬ 
tamente operativa, ma un tantino fuor¬ 
viarne visto che per lavorare davvero in 
questo campo il minimo su cui orientar¬ 
si è un video da 17 pollici. Semmai l’im¬ 
barazzo può essere tra un modello AV 
(ideale a questo proposito il Vision 
1710AV con tubo Trinitron della Apple) 
oppure un normale SuperVGA, magari 
di terze parti, affiancato da due ottime 
casse (suggerirei una coppia di Roland 
autoamplificate). 

Il monitor Apple Multiple Scan da 17 
pollici utilizzato per la prova è un buon 
compromesso tra la necessitò di uno 
schermo ampio e un prezzo ragionevo¬ 
le Pur non essendo Trinitron ha un dot 
pitch molto ridotto, una discreta lumino¬ 


sità e una notevole nitidezza. La dimen¬ 
sione dello schermo, come già detto, è 
perfetta per l'uso nel campo della grafi¬ 
ca multimediale, anche se alla risoluzio¬ 
ne massima di 1024 x 768 le scritte di¬ 
ventano davvero troppo piccole per un 
uso prolungato. 


Conclusioni 

La potenza e il costo abbordabile fan¬ 
no del Power Macintosh 8600/200 la 
macchina ideale per chi voglia sviluppa¬ 
re prodotti multimediali o pagine Web. 
All'interno di una grande azienda per la 
produzione di CD o Web vedrei meglio 
una macchina più potente, come ad 
esempio il 9600/200MP, magari irrobu¬ 
stita da una serie di schede specifica- 
mente progettate per l'authoring pro¬ 
fessionale (vedi ad esempio una scheda 
di acquisizione video ad alta velocitò, un 
masterizzatore di CD, dischi mirrorati, 
ecc.) Questa macchina invece è pro¬ 
prio ritagliata su misura per chi fa autho¬ 
ring in proprio o come consulente ester¬ 
no. Una macchina da piccolo studio pro¬ 
fessionale, o da casa, da completare 
con uno scanner, una stampante a colo¬ 
ri e un masterizzatore di CD 

Con una spesa, tutto sommato, mi¬ 
nima si può metter su una piccola atti¬ 
vità in un campo in sicura espansione 
e, non dimentichiamolo, usando un Ma¬ 
cintosh! 


mg 



La scheda del microprocessore con la poderosa alettatura. Il processore sia 
sotto, cosparso di grasso siliconico e pressato da ben cinque viti e due clip 
metalliche: non ho avuto il coraggio di aprirlo. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


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di Andrea de Prisco 



McPerson EOS MMX 


Arrivano, immanca¬ 
bilmente, i primi notebook armati di 
Pentium MMX, la nuova famiglia di mi¬ 
croprocessori Intel progettati e costruiti 
proprio per soddisfare al meglio ogni 
perversa esigenza di "calcolo multime¬ 
diale' Idefinizione, invero, ben più che 
maccheronica) ovvero quelle applicazio¬ 
ni in cui è necessario compiere spesso 
semplici operazioni su flussi consistenti 
di dati, quali possono essere quelli rela¬ 
tivi ad un segnale audio/video digitale o 
alla generazione in tempo reale di ani¬ 
mazioni grafiche interattive. L'architet¬ 
tura Intel MMX promette te mantiene) 
stupefacenti performance di calcolo in 
ambito multimediale: implementa l'ela¬ 
borazione parallela su insiemi congruen¬ 


ti di dati, secondo la nota tecnica delle 
unità di processo SIMD (Single Instruc- 
tion, Multiple Data-stream). 57 nuove 
istruzioni per elaborare in parallelo dati 
multimediali, offerte da una nuova unità 
di elaborazione 'nascosta" (per garantire 
la compatibilità col passato) che all'oc¬ 
correnza prende il posto dell’unità ftoa- 
ting point per eseguire codice del nuo¬ 
vo tipo. E in attesa che i nuovi program¬ 
mi sfruttino le nuove potenzialità, anche 
sul 'vecchio codice" i Pentium MMX of¬ 
frono performance maggiori grazie alla 
rinnovata architettura dell'unità di arit¬ 
metica intera e alla cache di primo livel¬ 
lo (interna al processore) di maggior di¬ 
mensione. 

La macchina di cui vi parliamo in que¬ 


ste pagine (già provata in veste di proto¬ 
tipo sullo scorso numero di gennaio di 
MCmicrocomputer) è il ‘supernotebook‘ 
EOS dell'italianissima McPerson di Por¬ 
denone. Basato su un'architettura 
estremamente modulare, espandibile, 
ergonomica, il McPerson EOS ha al suo 
arco numerose frecce vincenti. Il pro¬ 
cessore utilizzato, tanto per partire subi¬ 
to "in quarta", è il Pentium MMX a 200 
MHz. ovvero il più veloce chip Intel di 
quinta generazione ad oggi disponibile 
(utilizzato da vari costruttori all’interno 
di notebook pur non essendo ancora di¬ 
sponibile in tecnologia 'mobile' a basso 
consumo). Secondo fiore all'occhiello 
dell’EOS è l'eccezionale display a cri¬ 
stalli liquidi a matrice attiva da 13.5 poi- 


226 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 











McPerson EOS MMX 


liti, dalla risoluzione mozzafiato di ben 
1024x768 pixel. Per quel che riguarda le 
memorie di massa, troviamo un hard di¬ 
sk rimovibile da 2.2 gigabyte e un letto¬ 
re di CD-ROM a velocità lOx. L'unità 
floppy disk può essere collegata ester¬ 
namente, tramite cavo parallelo, oppure 
inserita al posto del lettore di CD-ROM; 
tale sede, all'occorrenza, può essere 
utilizzata anche per l'installazione di una 
seconda batteria ricaricabile, per il rad¬ 
doppio istantaneo dell'autonomia di uti¬ 
lizzo. 


Look sportivo 

Anche l'occhio, sì sa, vuole la sua 
parte e non possiamo non riconoscere 
a McPerson una particolare cura anche 
sotto quest'aspetto: l'azienda friulana è 
sempre stata molto attenta a proporre 
notebook validi sotto il profilo ergono¬ 
mico e ben curati nell'estetica. Nel ca¬ 
so in questione, il notebook EOS (co¬ 
me abbiamo già avuto modo di eviden¬ 
ziarvi in precedenza) sfoggia un look 
curatissimo che non esitammo a defini¬ 
re "agile e scattante". Un look quasi 
sportiveggiante che ben si accosta alle 
caratteristiche supervelocistiche della 
macchina: oggi, chi acquista un note¬ 
book di alto rango vuole una macchina 
dalle capacità non inferiori a que le of¬ 
ferte dalle migliori macchine da tavolo, 
e non solo per quel che riguarda la pura 
(e per certi versi banale) velocità di ela¬ 
borazione del microprocessore. Vuole 
una macchina con un display di genero¬ 
se dimensioni e senza limiti di visibilità, 
memoria RAM più che sufficiente per 
"far girare" insieme anche applicazioni 
pesanti, un hard disk veloce e capiente 
per non rimpiangere la macchina in uffi¬ 
cio, possibilità di espansione hardware 
"no-limìts"... il tutto, per quanto possibi¬ 
le, all'Interno di un cabinet compatto 
(30x24.3x4 5 cm), dal peso contenuto 
(2.9 kg), con una discreta autonomia di 
funzionamento utilizzando la batteria ri¬ 
caricabile incorporata. 

Sotto il profilo strettamente ergono¬ 
mico, il McPerson EOS si aggiudica di 
certo una promozione a pieni voti, "li¬ 
sciando", per un pelo, finanche la lode 
(e il bacio in fronte). Entusiasmante, co¬ 
me detto, il display, ottima la trackpad e 
l'accessibilità delle unità rimovibili, ras¬ 
sicurante la robustezza di insieme e 
molto apprezzabili le sporgenze poste¬ 
riori, seppur non ripiegabili, che inclina¬ 
no ergonomicamente la macchina verso 
l'utente. Come è ormai diffusa abitudi¬ 
ne, il dispositivo integrato di puntamen- 


McPerson EOS MMX 


Produttore e Distributore: 

McPerson Srl 
Via Maestra 242 
33084 Cordenons <PN) 

Tel. 0434/542000 

Prezzi UVA esclusal 

McPerson EOS, Pentium 200 MMX, 32 MB RAM, 
HO 2,2 MB, display TFT 13,5'. Windows95. Bor¬ 
sa, CD-ROM lOx L. 11 134 000 

McPerson EOS. Pentium 200 MMX, 32 MB RAM. 
HO 2.2 MB display TFT 12.1', Windows95, Bor¬ 
sa. CD-ROM lOx L. 9.534.000 

Exp. RAM 16 MB (8+8) L. 350.000 

Exp RAM 32 MB (16+16) L. 690.000 

Batteria Li-lon 3.500 mA/h L 400.000 


to è costituito da un'ampia trackpad, 
posizionata al centro della zona anti¬ 
stante la tastiera. Implementa, via 
software, anche il singolo e il doppio 
click del pulsante sinistro del mouse, 
semplicemente picchiettando una o 



due volte sulla sua superficie. 

L'unica nota negativa, come già 
esponemmo a suo tempo, riguarda il 
layout della tastiera (non ci riferiamo al 


La tastiera del McPer¬ 
son EOS è completa, 
funziona bene, ma ha 
la disposizione di alcu¬ 
ni tasti poco convin¬ 
cente tvedi resto/. A 
lato il retro della mac¬ 
china con le connes¬ 
sioni per i dispositivi 
periferici 




MCmicrocomputer n 174 - giugno 1997 


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McPerson EOS MMX 


castone anche in altri portatili, al posto 
della consueta batteria di indicatori LED 
troviamo un piccolo schermo a cristalli 
liquidi con alcune icone relative ad al¬ 
trettante funzioni o stati della macchina: 
dall'accesso alle unità di memorizzazio¬ 
ne allo stato di carica delle batterie, fino 
alle indicazioni di suspend o di attesa. 

Sul lato destro della macchina è pre¬ 
sente la porta a raggi infrarossi e l'al¬ 
loggiamento per la meccanica floppy 
disk utilizzabile anche per il lettore di 
CD-ROM o, come detto, per installare 
una seconda batteria ricaricabile. L'u¬ 
nità floppy, una volta estratta dalla sua 
sede, può essere collegata esterna¬ 
mente attraverso l'accluso cavetto pa¬ 
rallelo per l'utilizzo contemporaneo al 
lettore CD-ROM. In questo caso, però, 
dobbiamo rinunciare alla porta parallela 
del portatile che rimane impegnata per 
l'unità periferica (sulla quale, strana¬ 
mente, non è presente alcun connetto¬ 
re di rinvio). 


funzionamento dei tasti, preciso e affi¬ 
dabile), tipico di moltissimi portatili 
taiwanesi di fattura ben più economica. 
La fila di tasti controllo cursore (Pa¬ 
geUp. PageDown, Home, End) è scon¬ 
venientemente posizionata all'estre¬ 
mità destra della tastiera, dove può 
rendere meno agevole l'accesso ai ta¬ 
sti BackSpace ed Enter di gran lunga 
più utilizzati. La barra spaziatrice, inol¬ 
tre, poteva essere qualche centimetro 
più grande, anche a costo di sacrificare 
i tasti specifici Windows 95 dall'utilità 
pratica quantomeno discutibile. 

Come avviene ormai nella totalità dei 
portatili in circolazione, numerosi tasti 
riportano in blu una serigrafia che identi¬ 
fica altrettante funzioni di sistema. Si 
accede a queste attraverso il tasto Fn 
situato in basso a sinistra e riguardano 
le regolazioni di luminosità, contrasto, 
volume audio, l'attivazione "al volo” del 


il lettore di CD-ROM si installa al posto dell'unità 
floppy disk. 


Sia /'hard disk rimovibi¬ 
le che il microprocesso¬ 
re sono accessibili dai 
fondo La ventola di ae¬ 
razione si attiva auto¬ 
maticamente quando la 
temperatura interna si 

avvicina a livelli di guar¬ 
dia. E'possibile installa¬ 
re una o due batterie ri- 
caricabili Ifoto in alto a 
destraI 


tastierino numerico 
in veste di pannello 
controllo cursore 
(senza ricorrere al 
"NumLock"). o la 
migrazione in stato 
di attesa o di su¬ 
spend per prolun¬ 
gare l'autonomia di utilizzo a batterie. In 
'attesa" il notebook spegne semplice- 
mente il disco rigido e la retroillumina- 
zione del display, in 'suspend' viene sal¬ 
vato l'intero stato della macchina su 
hard disk e si provoca una vera e pro¬ 
pria cessazione di ogni attività: in en¬ 
trambi i casi, al risveglio della macchina 
l'utente si ritrova esattamente nel pun¬ 
to in cui aveva interrotto. I due diversi 
stati di risparmio energetico possono 
essere comandati anche dalla chiusura 
del pannello display: la selezione della 
modalità si effettua dal programma di 
setup della macchina, richiamabile al 
momento dell'accensione e/o in fase di 
riavvio. I vari dispositivi di accensione 
servoassistita, spegnimento, sospen¬ 
sione. sono integrati nell'architettura 
softwaie di Windows 95 che spegne 
realmente la macchina quando si acce¬ 
de alla voce 'Chiudi sessione' o 'So¬ 
spendi' del menu 'Avvio'. Tra tastiera e 
display, come già visto in più di un'oc- 


228 


MCmicrocoiTiputer n. 174 - giugno 1997 








Il replicarne di pone offre in più un ingresso /oystick. un'uscirà videocomposi- 
ta 0 una coppia di altoparlanti stereo amplificati 


McPerson EOS MMX 




Sul lato opposto troviamo le porte 
audio-in, audio-out, mic-in; l'alloggia¬ 
mento per le schede di memoria PCM¬ 
CIA di tipo I, II, III; l'alloggiamento per 
la batteria ricaricabile. L'hard disk rimo¬ 
vibile è accessibile dal fondo, dove tro¬ 
viamo anche la sede, facilmente rag¬ 
giungibile, del microprocessore. Abbi¬ 
nata a quest'ultimo, la ventola di aera¬ 
zione è sufficientemente silenziosa (nel 
prototipo precedentemente provato il 
giudizio fu negativo! e si attiva automa¬ 
ticamente solo quando la temperatura 
interna si avvicina ai livelli di guardia. 

Sul retro troviamo le interfacce per i 
dispositivi periferici: porta seriale, porta 
parallela, uscita video SVGA, il connet¬ 
tore di alimentazione, la porta PS/2 per 
mouse e tastiera esterna e un ingresso 
video collegato con la sezione di digita¬ 
lizzazione interna. 

Molto interessante, infine, il "replica- 
tore di porte" che potremo lasciare col¬ 
legato a tutte le nostre periferiche: con 
un singolo gesto (agendo su un apposi¬ 
to comando di sgancio) potremo scolle¬ 
gare il portatile per l'utilizzo in esterni. 
Sul replicatore di 
porte, oltre alle in¬ 
terfacce già pre¬ 
senti sul portatile, 
troviamo una porta 
joystick, un'uscita 
videocomposita, 


L'Intel Media Bench- 
mark. la suite multime¬ 
diale messa a punto da 
Intel, ha fornito per il 
McPerson EOS risultati 
leggermente inferiori al¬ 
le aspettative Nel grafi¬ 
co. a confronto con la 
nostra macchina desk¬ 
top MMX/200 di riferi¬ 
mento 


una seconda porta per mouse/tastiera, 
due ulteriori altoparlanti di maggiori di¬ 
mensioni pilotati da un amplificatore 
stereo. La potenza, finanche quella au¬ 
dio, non è mai abbastanza. 


Prestazioni 


Per testare le reali performance di 
calcolo del nuovo McPerson EOS con 
Pentium MMX ci siamo mossi, come di 
consueto, su differenti fronti. Il primo 
test spetta di diritto alla ormai classica 
Suite di MC: si tratta, come noto, di co¬ 
dice a 16 bit che impegna il processore 
in numerose specialità di calcolo e ha 
come maggior valenza la verifica delle 
capacità di calcolo del microprocesso¬ 
re. valutate non solo intrinsecamente 
ma anche riguardo il corretto interfac¬ 
ciamento con la memoria di sistema e 
l'eventuale cache di secondo livello (da 
256 K nell'esemplare in prova). Com'e¬ 
ra prevedibile, anche sul McPerson 
EOS l’architettura ottimizzata del Pen¬ 
tium MMX si fa notare sensibilmente, 


Intel Media Benchmark 



100 200 300 400 500 600 700 800 


con un incremento medio delle perfor¬ 
mance di calcolo di circa un dieci per 
cento rispetto alla precedente "motoriz¬ 
zazione' non MMX, sempre a 200 
MHz. I risultati raggiunti, inoltre, sono 
perfettamente allineati con quelli delle 
macchine da tavolo, a dimostrazione 
del fatto che nella progettazione logica 
della macchina, almeno per quel che ri¬ 
guarda l’interfacciamento memoria-pro¬ 
cessore, non si è dovuto accettare al¬ 
cun compromesso a favore della minia¬ 
turizzazione Meno entusiasmanti in 
realtà (ma non per questo da conside¬ 
rare deludenti) i risultati forniti dall'Intel 
Media Benchmark, una suite di test 
realizzata appositamente da Intel per 
misurare le performance multimediali 
globali dei computer moderni, In que¬ 
sto caso, rispetto alle prove da noi ef¬ 
fettuate su diverse macchine da tavolo, 
si nota un leggero calo di prestazioni, 
dell'ordine di un venti per cento, dovu¬ 
to con buona probabilità alle caratteri¬ 
stiche del bus di sistema e/o all'inter¬ 
facciamento dei dispositivi periferici in¬ 
terni (scheda video, scheda audio, con¬ 
troller dischi, ecc,). 

Infine abbiamo utilizzato Adobe Pho¬ 
toshop 4 0, uno dei pochi programmi 
attualmente disponibili già "attrezzato" 
per sfruttare la nuova architettura di 
calcolo parallelo dei Pentium MMX. E 
qui i risultati sono stati davvero lusin¬ 
ghieri: rispetto al Pentium tradizionale 
(a parità dì clock), l'aumento di perfor¬ 
mance si assesta intorno ad un merita¬ 
to 10-15 per cento, dimostrando in 
questo modo e senza il minimo dubbio 
che chi è assetato di elevate potenze 
dì calcolo trova nel McPerson EOS 
MMX di che dissetarsi. Allacciate le 
cinture.. 


«e 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


229 

















di Andrea de Prisco 




Monolith Geo Challenae 


I notebook della li¬ 
nea Geo Challenge, distribuiti dalla Mo¬ 
nolith Italia di Milano, appartengono alla 
categoria dei portatili ’all-in-one': integra¬ 
no al loro interno tutte quelle periferiche 
e quegli add-on che anche l'utente più 
smaliziato può richiedere alla propria 
macchina. Computer particolarmente in¬ 
dicati per chi ha problemi di spazio He ca¬ 
ratteristiche tecniche, come vedremo 
meglio in seguito, non lasciano rimpian¬ 
gere piu di tanto le ingombranti macchi¬ 
ne da tavolo), dedicati a chi non intende 
scendere a compromessi con i prodotti 
informatici e vuole sempre tutto ’on li¬ 
ne', a portata di mano, senza cavetti, ac¬ 
cessori esterni, periferiche da non di¬ 
menticare a casa, in ufficio o nel luogo in 


cui ci si reca. 

Per questo motivo, sia la meccanica 
pei floppy disk che il lettore di CD-ROM 
sono presenti contemporaneamente al¬ 
l'interno del notebook, nonostante di 
mensioni esterne e peso complessivo ri¬ 
mangano assolutamente nella norma. 
Ma, 'tutto dentro', non implica assoluta- 
mente ridotte possibilità di espansione: 
/'hard disk, disponibile in 'tagli' sino a 3.2 
gigabyte, è rimovibile con estrema faci¬ 
lità A 'bocce ferme' <computer spento) 
è sufficiente aprire un comodo sportelli¬ 
no laterale per afferrare e tirare, amo' di 
cassetto, la piccola maniglia estraibile. 

Il processore utilizzato, come è ormai 
consolidata abitudine di ormai tutti i co¬ 
struttori di notebook, è l'Intel Pentium a 


150, 166 e 200 MHz, disponibile anche 
in tecnologia MMX per le due 'potenze' 
superiori. Processori progettati, quelli a 
200 MHz (nella macchina in prova addi¬ 
rittura in versione MMX), non per l‘utiliz¬ 
zo 'mobile' a basso consumo e bassa 
dissipazione termica. 

Ciò si traduce, in pratica, in una sorta 
di sfida che gli stessi costruttori di note¬ 
book basati su CPU 'da tavolo' lanciano a 
se stessi, proponendo di latto prodotti al 
limite della stessa realizzabilità. Eppur 
funziona dobbiamo senza indugio con¬ 
statare, complimentandoci, di fatto, per 
l'effettiva buona riuscita dell'impresa. 

E' noto, infatti, che all'interno di un no¬ 
tebook lo spazio a disposizione è vera¬ 
mente ridotto cosi come è ridotta Iper 


230 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 















Monolith Geo Challenge 



Monolith Geo 
Challeng e 

Produttore e Distributore: 

Monolilh Italia 
V ie Romagna IO 
20133 Milano 


non dire nulla) la possibilità di creare una 
sufficiente ventilazione dei componenti 
senza ricorrere a generose alette di raf¬ 
freddamento coadiuvate da una o piu 
ventole di aerazione tsingola, nel caso del 
Geo Challenge) che forzano la circolazio¬ 
ne di aria sui componenti più 'cahenti". 

A fronte, poi. di grigie previsioni che 
avremmo azzardato circa l'autonomia di 
funzionamento a batteria, riscontriamo di 
farro un'usabilità in queste condizioni di 
tutto rispetto. Le batterie ricaricabih del 
Geo Challenge. utilizzabili sia in tecnolo¬ 
gia Ni-MH che Li-lon, assicurano un’au¬ 
tonomia (nonostante la presenza di nu¬ 
merosi componenti assetati di energia) 
di arca un'ora e mezza. Gli incontentabili 
possono raggiungere e superare le tre 
ore. installando una seconda unità ricari- 
cabile al posto della meccanica per 
floppy disk. 

Evidenti, inoltre, le attitudini multime¬ 
diali del Geo Challenge. Il lettore di CD¬ 
ROM è a velocità lOx e garantisce in 
questo modo un elevato flusso di lettura 
dati per tenere il passo anche con le ap¬ 
plicazioni più esigenti. All'Interno della 
macchina, oltre ad una completa sezione 
audio compatibile SoundBlaster Pro fcui 
fa capo una coppia di altoparlanti integra¬ 
ti ad elevata, considerate le dimensioni, 
potenza sonora) troviamo un accelerato- 
re hardware per la visualizzazione alla 
massima qualità di filmati MPEG (come i 
titoli disponibili in formato VideoCD) e 
uno slot PCMCIA, dei tre disponibili, 
compatibile con lo standard Zoomed Vi¬ 
deo VPM 1.10 per utilizzare schede di 
decompressione video ad alta velocità di 
trasferimento dati. 


Prezzi (IVA esCusal 

Geo Challenge MMX 200 MHz. HD da 2 ! GB, 

32 MB Ram, Display TFT 12.1*. modulo MPEG, 
CD-ROM lOx, Windows 95, Lotus SmartSuite 97 

L 7 900,000 

Docking station L 990.000 

Pori replicato! L 250,000 

Exp, 32 MB RAM L 600.000 


Se teniamo in giusta considerazione 
tutto il "bendidio' che è racchiuso all'in¬ 
terno del Geo Challenge non possiamo 
non considerare estremamente ridotte 
le sue dimensioni complessive In appe¬ 
na 30x22.8x5.4 centimetri e con un pe¬ 
so di 3.4 kg troviamo, come detto, un 
lettore di CD-ROM, un'unità floppy disk, 


La trackpad integrata e situala al centro, in posizio¬ 
ne facilmente raggiungìbile anche dai mancini 

una o due batterie ricancabili Ila secon¬ 
da prende eventualmente il posto del 
floppy disk), tre alloggiamenti per sche- 


La tastiera del Geo 
Challenge funziona 
molto bene L unica 
nota criticabile nguar- 
da i tasti all’estrema 
destra, dove possono 
rendere meno agevo¬ 
le l accesso ai tasti 
BackSpace ed Bnter 
dui a iato il retro della 
macchina, con le va¬ 
ne connessioni per i 
dispositivi periferici 




"Vi rvrw l~ tei 


Z X 

c 

V 

B 

N 








MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


231 

















Due piedini inclinano ergonomicamente il portatile 
verso l'utente 


de PCMCIA, un hard disk facilmente ri¬ 
movibile, un display a colori a matrice 
attiva o passiva con risoluzione 
800x600 pixel, una coppia di potenti al¬ 
toparlanti stereo, un microfono, una 
completa serie di porte di interfaccia¬ 
mento col mondo esterno (compreso il 
collegamento ad una opzionale docking 
station o ad un altrettanto opzionale re- 
plicatore di porte), una tastiera di qua¬ 
lità più che accettabile e una, ormai 
consueta anche questa, trackpad inte¬ 
grata e posizionata al centro della zona 
antistante la tastiera. 

Ben quattro sono gli alloggiamenti 
presenti sul lato sinistro della macchina. 
Troviamo la meccanica per floppy disk, 
l'hard disk rimovibile, la batteria ricarica- 
bile (in tecnologia Ni-MH nell'esemplare 



II Geo Challenge è una macchina molto modulare II lettore di CD ROM a velocità Wx. è situato sul lato 
destro: l'unità floppy disk può. all'occorrente. essere sostituita da una seconda batteria. 


in prova, ma disponibile anche nella più 
performante tecnologia Li-lon), uno dei 
tre alloggiamenti per schede PCMCIA, 
precisamente quello compatibile con il 
nascente standard Zoomed Video. Lì 
potremo installare, ad esempio, una 
scheda di conversione MPEG ad alta 
velocità, anche per eventuali futuri stan¬ 
dard attualmente non disponibili. Con la 
macchina, come detto, è già fornita una 
scheda interna di decompressione 
MPEG hardware con la quale la visualiz¬ 
zazione full-moiion, full-screen, è già 
una realtà... fornita a corredo. La porta 
Zoomed Video, allo stato attuale, può 
anche essere considerate semplice- 
mente una "cartuccia in più", da sparare 
al momento opportuno, quando i tempi 
saranno ulteriormente maturi. Per il mo¬ 
mento godiamoci tutti gli standard at¬ 
tuali... compresi nel prezzo. 

Sul lato opposto è presente il lettore 
di CD-ROM. altri due alloggiamenti per 
espansoni PCMCIA (è possibile instal¬ 
lare due schede di tipo I o II o una 
scheda di tipo III), la porta di comunica¬ 
zione a raggi infrarossi compatibile Ir- 
DA, ingressi e uscite audio (microfono, 
line-in, cuffia). La sezione audio è com¬ 
patibile Sound Blaster Pro e MWSS 
(Microsoft Windows Sound System), 
campiona suoni stereo a 16 bit, dispo¬ 
ne di un sintetizzatore musicale FM e 
di un sintetizzatore con Wave Table in 
ROM da un megabyte. Gli altoparlanti 
integrati sono posizionati tra tastiera e 
display, in una posizione e con una 
conformazione ben studiata per una re¬ 
sa ottimale, nonostante le ridotte di¬ 
mensioni. 

Sul retro, protette da un grosso 
sportello incernierato in basso, sono 
presemi le varie connessioni con le pe¬ 
riferiche e gli accessori esterni Trovia¬ 
mo una porta seriale ad alta velocità 


compatibile 16C550, il collegamento 
multipin per la docking station o il repli- 
catore di porte opzionale, un'uscita per 
il segnale videocomposito, una porta 
joystick, una parallela "intelligente" col 
supporto delle modalità SPP/EPP/ECP, 
un ingresso PS/2 compatibile per ta¬ 
stiera o mouse esterno. 

Molto gradita, sempre sul retro, la 
presenza di due piedini ruotabili che in¬ 
clinano ergonomicamente il portatile 
verso l'utente. In posizione estratta, 
inoltre, facilitano la circolazione d'aria 
all'interno del notebook, "pescata" dal 
fondo della macchina direttamente dal¬ 
la vigorosa ventola di aerazione abbina¬ 
ta all’aletta di raffreddamento del pro¬ 
cessore. 

Come già evidenziato nel corso della 
prova di altri prodotti portatili di origine 
taiwanese, la tastiera, pur caratterizzata 
da una precisione di funzionamento dei 
tasti più che soddisfacente, è affetta 
dal solito "layout criticabile" che costrin¬ 
ge m seconda fila i tasti "BackSpace" e 
'Invio'. All’estremità destra della tastie¬ 
ra troviamo, tra gli altri, i tasti "Ins" e 
"Del", mentre i vari "PageUp", "Page¬ 
Down", "Home" ed "End" li troviamo ad¬ 
dirittura in seconda battuta dei tasti 
normali di controllo cursore. Tramite il 
tasto Fn. serigrafato come di consueto 
in blu, accediamo ad alcune funzioni di 
sistema (come la commutazione tra di¬ 
splay LCD e uscita Video, la regolazio¬ 
ne del contrasto, della luminosità e del 
volume audio) o possiamo richiamare 
"al volo" il tastierino numerico immerso 
nella tastiera alfabetica. 

La combinazione Fn+Esc (su que¬ 
st'ultimo è serigrafata una mezza luna 
blu) attiva lo stato di standby della mac¬ 
china: può avvenire semplicemente di¬ 
sattivando la retroilluminazione del di¬ 
splay e sospendendo le principali atti- 


232 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 








Monolith Geo Challenge 



vità del portatile, oppure scaricando 
l'intero stato del sistema su hard disk 
prima di spegnerlo completamente. In 
questo caso, alla successiva riaccensio¬ 
ne, verrà caricato automaticamente lo 
stato precedentemente salvato e l'u¬ 
tente avrà modo di riprendere le sue at¬ 
tività esattamente dal punto in cui le 
aveva lasciate. Lo stato di standby, ol¬ 
tre che da tastiera, può essere richia¬ 
mato dal menu ■Avvio" di Windows 95, 
dove compare anche la voce "Sospen¬ 
di - . Lo spegnimento della macchina è, 
in tutti i casi, servoassistito. sempre da 
Windows 95, selezionando "Chiudi ses¬ 
sione...', dopo le consuete operazioni 
di shut-down, non compare la consueta 
schermata di "invito allo spegnimento", 
tipica delle macchine da tavolo, in 
quanto sarà lo stesso Windows 95, ben 
integrato con l'architettura della mac¬ 
china, a pilotare l'interruzione di alimen¬ 
tazione. 

Non mancano, inoltre, i tasti per ac¬ 
cedere via tastiera alle funzionalità spe¬ 
cifiche di Windows 95, in realtà avrem¬ 
mo preferito anche in questo caso una 
barra spaziatrice di 
maggiori dimen¬ 
sioni. La trackpad 
integrata è in gra¬ 
do di "sentire" il 
singolo e il doppio 


L'Intel Media Bench¬ 
mark è una suite di pro¬ 
grammi messa a punto 
da Intel per valutare le 
performance multime¬ 
diali dei computer . In 
questo grafico il Geo 
Challenge a confronto 
con la nostra macchina 
desktop MMX/200 di ri¬ 
ferimento , 


click picchiettando col polpastrello sulla 
sua superficie, ma invia segnali contra¬ 
stanti al sistema quando involontaria¬ 
mente si tocca la sua superficie con 
due dita. 

Sotto la tastiera, sollevabile facil¬ 
mente facendo leva con un cacciavite a 
taglio, c'è l'alloggiamento per le espan¬ 
sioni RAM di tipo EDO. Accetta uno o 
due moduli di memoria da 8, 16 o 32 
megabyte. Sempre sotto la tastiera tro¬ 
viamo una serie di dip-switch per sele¬ 
zionare lo standard dell'uscita video¬ 
composita PAL o NTSC. 

Ottimo il display, nell'esemplare in 
prova in tecnologia a matrice attiva, in 
grado di visualizzare 800x600 pixel a 
16.8 milioni di colori (24 bit/pixel). E' 
utilizzabile, ovviamente, anche a risolu¬ 
zione inferiore (640x480 pixel) e/o con 
un numero ridotto di colori (16 bit/pixel. 
8 bit/pixel, ecc.) Può funzionare con¬ 
temporaneamente o in alternativa all'u¬ 
scita video quando è selezionata la ri¬ 
soluzione 800x600 pixel e si attiva an¬ 
che l'uscita videocomposita per la vi¬ 
sualizzazione su monitor o televisore 


Intel Media Benchmark 





.GEO 
■ P55 


100 200 300 400 500 600 700 800 


PAL l'immagine sul display viene com¬ 
pressa in senso verticale per generare 
un numero di linee in uscita compatibi¬ 
le con lo standard televisivo adottato. 


Prestazioni 

Anche nel caso del Geo Challenge, 
dovendo verificare in dettaglio gli 
aspetti prestazionali della macchina, ab¬ 
biamo effettuato i nostri test in diverse 
condizioni. Abbiamo iniziato, come di 
consueto, con la nostra Suite di MC, 
una collezione di programmi a 16 bit 
appositamente confezionata per testa¬ 
re il corretto interfacciamento proces¬ 
sore-memoria-cache di secondo livello 
(nel Geo Challenge da 256 K). Com'era 
prevedibile la macchina ha risposto cor¬ 
rettamente. fornendo performance ve¬ 
locistiche ben superiori a quelle otteni¬ 
bili da un Pentium "liscio" a parità di 
clock. Diverso è stato l'esito dell'Intel 
Media Benchmark (la suite di applicativi 
proposta da Intel per verificare, nella 
globalità, le caratteristiche multimediali 
della macchina) che, anche per il Geo 
Challenge, ha fornito un indice medio 
inferiore a quello misurato sul nostro 
computer desktop di riferimento. 

Non poteva non mancare, infine, un 
giro di Photoshop 4.0, una delle poche 
applicazioni attualmente disponibili già 
capaci di sfruttare la nuova architettura 
SIMD del Pentium MMX. Le differenze 
(in meglio!) esistono e sono anche ben 
evidenti: speriamo, solo, di vedere pre¬ 
sto codice MMX dappertutto: magari 
anche incorporate nelle prossime relea- 
se di sistema operativo. Non ci dispia¬ 
cerebbe affatto... 


MS 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


233 



































di Francesco Petroni 



MetaTooIs Bryce 2 
per Windows 95 | 


Tre o quattro 'numeri 
fa' abbiamo presentato il Kai's Power 
Goo, della MetaTooIs (www. 
metatools corri), divertente strumento di 
categoria Home, quindi molto economi¬ 
co, specializzato in grafica di tipo bitmap. 
Le caratteristiche di questo prodotto so¬ 
no l'interattività, grazie alla quale l'edi¬ 
ting, ad esempio la deformazione delle 
immagini, viene eseguito in "tempo rea¬ 
le' e l'interfaccia particolarissima, che 
nulla ha a che vedere con le regole vi¬ 
genti in Windows 95 
La specialità del Kai's Power Goo è quel¬ 
la di 'fare le facce", nel senso che, pren¬ 


dendo un'immagine bitmap di un viso, è 
possibile ritoccarla o deformarla con il 
mouse in modo che diventi una faccia 
buffa. Puntando ad esempio la punta del 
naso la si può trascinare provocando la 
deformazione del viso senza però che si 
cremo discontinuità nella figura Sequen- 
zializzando queste deformazioni si pos¬ 
sono creare effetti di Morph. 

Ora presentiamo un altro prodotto del 
marchio ben conosciuto dagli utilizzatori 
della piattaforma Apple Macintosh, an¬ 
che questo caratterizzato da un potentis¬ 
simo motore grafico (3D) e da un'inter¬ 
faccia (sicuramente l’avete già notata 


nelle figure) assolutamente personale 
Si tratta del MetaTooIs Bryce 2, un pro¬ 
dotto di grafica tridimensionale specializ¬ 
zato nella realizzazione di paesaggistica 
virtuale, ma, come vedremo, adatto an¬ 
che ad una produzione più tradizionale, 
grazie alle sue numerose ed interessanti 
primitive 3D. 

Chiudiamo il discorso sulla MetaTooIs di¬ 
cendo che il catalogo di questa software 
house (che nasce per Mac, e questo 
spiega la libertà che si sono presi i pro¬ 
gettisti delle versioni per Windows 95) è 
ricco di una dozzina di prodotti, alcuni dei 
quali, ad esempio il Vector Effects o il Fi- 


234 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 













MetaTooIs Bryce 2 


MetaTooIs Bryce 2 


Produttore: 

MetaTooIs Ine. - 6303 Carpimene Avenue - Carpin- 
tena, CA93013-USA-Tel ++1 805.566.6200 
Fax: ++1.805.566.6385 

Distributore: 

Pico. Tel. 0522/44012 - 0522/541272 
Prezzi (IVA esclusali 

Bryce 2 Ut. 375 000 


nal Effects. complementari rispetto al 
nostro Bryce 2. 


Primo approccio 

MetaTooIs Bryce 2 rientra nella catego¬ 
ria, ogni giorno più ricca, costituita dai 
prodotti economici per la grafica 3D. Il 
suo target è rappresentato da quegli uti¬ 
lizzatori, non necessariamente tecnici, 
che debbano realizzare immagini 3D di 
grande effetto, senza dover progettare, 
in senso tradizionale, la scena. Data la 
compatibilità con il formato DXF è ipotiz¬ 
zabile un altro tipo di utilizzo di Bryce 2 
come post-processore di progetti Auto¬ 
CAD, ad esempio quando si voglia inseri¬ 
re il progetto stesso in un paesaggio 
suggestivo. 

L'installazione di Bryce 2 è, come al soli¬ 
to, semplicissima e non richiede com¬ 
menti. 

L'occupazione su HD non è eccessiva, il 
grosso dello spazio è occupato dai file di 
supporto. Il materiale demo, ad esempio 
i file in formato BRD, il formato dei pro¬ 
getti Bryce, può rimanere sul CD. 
L'ambiente è, come detto, personalissi¬ 
mo (figura 1). Il foglio di lavoro occupa la 
parte centrale e più grande e sulla sini¬ 
stra ci sono una serie di oggetti che ser¬ 
vono per posizionare la camera (frecce 
per le traslazioni e una trackball, simulata 
benissimo, per le rotazionil. In alto una fi¬ 
gurina che serve per ruotare la scena, 
poi una miniatura del risultato finale (Na¬ 
no Render). Sempre sulla sinistra, in bas¬ 
so, cinque pulsanti™ che servono per le 
operazioni di rendering. 

In alto abbiamo due menu, quello supe¬ 
riore, alla Windows 95. che ha solo quat¬ 
tro voci e contiene i comandi generali: Fi¬ 
le, Edit, Object, Help. Ai comandi conte¬ 
nuti nei menu Edit e Object corrispondo¬ 
no sempre scorciatoie di tastiera. I co¬ 
mandi Edit sono i soliti Copia, Duplica, 
ecc., i comandi Object sono quelli gene¬ 
rali riferibili agli oggetti presenti in scena. 



Di «pta v 

interface Um Min 


ArttWigOft 

* AnhttMrq (Nomai OusHy) 
ArtAiaw* Fra A* ISIo^I 

- Spadai OptewabonOlf 
Spadai Opatcahon low 
Spedai Opmcabon High 
VRaoort Renda Ine 

* Paipecfr* Renda 
360 Peno «me Rende» 
Me* Renda 
Oistance Renda 

AMudc Rende* 

Del*# 480 360 
Smei 320240 
Stender PC 640480 
Ùne 35 im 640 386 
Cnemaicope 640346 
Photo 768512 


Figura I - MeiaTooIs Bryce 2 - Ambiente operativo. 

Come appare evidente dalle vane figure che vi presentiamo, l'aspetto dell 'ambiente operati¬ 
vo dì Bryce 2 è assolutamente differente da qualsiasi standard legato a Windows 95. C'è 
solo, in alto, e appare se ci si porta il mouse sopra o se si accende un interruttore, una pic¬ 
cola barra di menu con solo quattro voci. Il resto dell'interfaccia, pulsantiere e pulsanti, dia- 
log box. finestre, tendine, caselle di testo, ecc., sono state disegnate liberamente, tacendo 
sempre ricorso a spettacolari effetti 3D Ad esempio gli elementi grafici posti in alto, che 
tanno parte dei vari menu, sono in realtà strumenti con i quali si eseguono comandi. Le ope¬ 
razioni di creazione e di editazione, eseguite in vista wireframe. avvengono in tempo reale. 



1 object 
fi poligone 


Figura 2 - MetaTooIs Bryce 2 - Campionario di primitive 

In quanto prodotto di modellazione tridimensionale e di rendering. Bryce 2 dispone di una 
buona librerìa di primitive geometriche, ben visibili nella barra in alto, facilmente selezionabili 
e posizionamii nello spazio del progetto II posizionamento può essere eseguito ‘a vista' 
agendo con il mouse sull'elemento, oppure ’a mano - , digitando nella apposita finestrella le 
coordinate e gli angoli 


Per creare la scena e riempirla di oggetti 
si usa il menu grafico posto al di sotto di 
quello alla Windows 95. I comandi, e 


quindi i menu, sono tre: "Create”, "Edit" 
e "Sky e Fog". Ad ogni comando corri¬ 
sponde un menu grafico, c'è quello 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1S97 


235 























MetaTooIs Bryce 2 





Import od Obiecls 


■ • XFCH 

np'ntahf] 
□EnnWn 
□'□□ppa 
n r n r n r tTn~ 


Ada DcW» Import Eiport 


Figura 4 MetaTooIs 
Bryce 2 - Il risultato del 
nostro lavoro 
Questa composizione è 
stata realizzata utilizzan¬ 
do un lìle DXF, prodotto 
quindi con AutoCAD, 
che contiene un logo 
MC Sono stati inseriti 
elementi di libreria, co¬ 
me il pavimento, la sfe¬ 
ra. e scelti materiali di li- 
oreria È stata impostata 
una luce solare e inseri¬ 
ta una leggera nebbioli- 
na 


Figura 3 - MetaTooIs Bry¬ 
ce 2 - Campionario di og¬ 
getti compositi 
Oltre a quella che contie¬ 
ne le primitive 'regolari', 
esiste una libreria di og¬ 
getti compositi, non otte¬ 
nibili da formule geometri¬ 
che Bryce 2 non dispone 
di funzionalità evolute di 
composizione, non esiste 
ad esempio la possibilità 
di estrudere o di ruotare 
profili bidimensionali, esi¬ 
stono poche possibilità, in 
termini di operazioni boo- 
leane. per creare oggetti 
compositi 

L'alternativa e quindi quel¬ 
la di importare solidi rea¬ 
lizzati con altri prodotti, ad 
esempio con AutoCAD, 
tramite file in formato 
DXF ben visto da Bryce 2. 
o con altn prodotti Meta¬ 
TooIs. specifici pei svol¬ 
gere tale compito 


con le primitive solide, 
quello con i comandi di 
editing, tradotti in strani 
strumenti grafici, che ser¬ 
vono per stirare, ruotare, 
deformare gli oggetti, e 
quello con l'cieli" 

Da ognuno dei tre menu 
si tirano giù tendine con i 
campionari di oggetti soli¬ 
di, i campionari di mate¬ 
riali, i campionari di am¬ 
bienti atmosferici. 

Anche il lato destro e 
quello inferiore della vi- 
deata contengono co¬ 
mandi, ad esempio quelli 
per scegliere il tipo di car¬ 
ta (in una vasta gamma), 
quella per produrre una 
vista dall'elicottero, quella 
per definire la griglia per II 
disegno, ecc. 


Figura 5 - MetaTooIs 
Bryce 2 - Scelta dei ma¬ 
teriali. 

La libreria con i materiali 
è ricchissima e ben or¬ 
ganizzata per argomen¬ 
to Molte spettacolare, e 
anche molto pratico, è il 
sistema di presentazio¬ 
ne del campionario Ci¬ 
tiamo la presenza di ma¬ 
teriali liquidi e di mate¬ 
riali trasparenti, che ven¬ 
gono riconosciuti dal 
processo di rendering fi¬ 
nale. che sfrutta algorit¬ 
mi di tipo RayTraong 


I quattro momenti del 
lavoro 

1 - La creazione degli oggetti 

Si lavora in un ambiente in cui l'unità di 
misura è il Bryce. La dimensione di tale 
ambiente è di 2.048 per 2.048 per 

2 048 Questo comporta una semplifi¬ 
cazione per le operazioni di creazione 
della scena e una velocizzazione dei 
processi di calcolo. 

All'inizio occorre definire anche il tipo 
(ad esempio A4. Slide 35 mm. Panora¬ 
ma, ecc.) e la dimensione dell’immagi¬ 
ne finale in pixel di risoluzione (il massi¬ 
mo è 2448 per 4032, i nostri esempi so¬ 
no stati realizzati tutti a 480 per 360 
pixel). 

Il risultato finale, ottenuto dal processo 
di Render, può essere un file BMP, op¬ 
pure un file TIF, oppure ancora un file 
PSD (Adobe Photoshop). 

I tipi principali di oggetti non sono le pri¬ 
mitive geometriche, ma i piani infiniti, 
ovvero oggetti senza limiti, e quindi il 
piano del disegno, le acque e le nubi 
(primi tre oggetti nella Palette 'Create'), 
poi ci sono i terreni (superfici reticolari e 
tridimensionali generate da algoritmi 
frattali) e le rocce, che non sono super¬ 
fici ma solidi, sempre generati con pro¬ 
cessi casuali. 

C'è poi un tipo di oggetto 'simmetrico', 
composto da due parti speculari rispet¬ 
to ad un piano. 

Poi ci sono le primitive tradizionali II 
campionario è molto ricco e si basa su 


236 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





MetaTooIs Bryce 2 




w 


OtM H» 


cinque famiglie di solidi: sfera, 
cilindro, cubo, piramide e cono. 

Si preleva l'elemento desidera¬ 
to dalla palette e lo si posiziona 
nella scena. 

Continuando a percorre la pa¬ 
lette troviamo l'oggetto pict. 
che corrisponde ad un'immagi¬ 
ne bitmap, quindi bidimensio¬ 
nale, inseribile nella scena. 

Una volta "a bordo" l'oggetto 
pict subisce tutti gli effetti di il¬ 
luminazione e di visualizzazione 
della scena stessa. 

Gli ultimi quattro oggetti a de¬ 
stra nella palette sono i quattro 
tipi di luci inseribili nella scena, 
radiale, spot, quadrata e paral¬ 
lela Però, se si tratta di una 
scena illuminata dal sole, come 
nel caso si utilizzi l'oggetto ter¬ 
reno, si sfrutta un'unica fonte 
di luce già presente, per de¬ 
fault, nella scena. 

Oltre agli oggetti proposti dalla palette 
"Create" ne sono disponibili molti altri 
"irregolari" nel senso che non corrispon¬ 
dono né a solidi regolari né comunque a 
solidi ottenuti da processi matematici. 
Ne vediamo un esempio in figura 3. 
Mancano funzionalità di creazione di so¬ 
lidi. ad esempio solidi di rotazione o di 
estrusione, quindi, in caso di necessità, 
occorre appoggiarsi ad un altro prodotto 
di grafica 3D in grado di produrre file in 
formato DXF 


Figura 6 - MetaTooIs Bry¬ 
ce 2 - Creazione dei mate¬ 
riali. 

La libreria dei materiali é 
molto ricca ed è ir grado 
di coprire le necessità 
medie di un utente me¬ 
dio . Esiste un'ulteriore 
funzionatila per la creazio¬ 
ne di nuovi materiali, che 
possono essere bidimen¬ 
sionali o tridimensionali, e 
quindi a rilievo Altra pos¬ 
sibilità è quella che con¬ 
sente di utilizzare normali 
immagini bitmap come 
materiali con i quali rico¬ 
prire gli oggetti. Nella ge¬ 
nerazione dei materiali, 
cosi come nella genera¬ 
zione delle rocce, è possi¬ 
bile introdurre elementi di 
casualità. 


Materials Composer 


Figura 7 ■ MetaTooIs 
Bryce 2 - Preparazione 
della roccia 

La vera specialità di Bry¬ 
ce 2 è la generazione 
delle superila irregolari, 
tipiche del terreno, per 
le quali sono disponibili 
specifiche lunzionalità di 
editing. Per questo tipo 
di superficie è disponibi¬ 
le anche uno speciale 
strumento per generare 
il tipo di roccia, in quan¬ 
to tipo panicolare di su¬ 
perficie caratterizzata da 
un tipo particolare di 
materiale. 


2)-L‘edi fazione degli oggetti 
Per editazione si intende sia il posizio¬ 
namento degli oggetti, che la loro rota¬ 
zione, che la loro eventuale deformazio¬ 
ne. Queste operazioni sono eseguibili 
sfruttando la singolare pulsantiera pro¬ 
posta dal menu "Edit", oppure interve¬ 
nendo nella finestrella “Attributi" di cia¬ 
scun singolo elemento. Si può, ovvia¬ 
mente, intervenire su tutti i tipi di og¬ 
getto inseriti, prelevandoli dalla palette 
"Create", si può operare nello spazio as¬ 
soluto, nello spazio relativo all'oggetto, 
nello spazio relativo alla camera. 

Le operazioni possono essere agevola¬ 
te dall'uso della pulsantiera in basso, 
che serve per selezionare gli oggetti, 
per tipo, per scorrimento, oppure per 
isolare un oggetto dagli altri allo scopo 
di poterlo manipolare più liberamente. 
Esistono funzionalità, anche queste ri¬ 
cadenti tra quelle di Editing, per la repli¬ 
ca degli oggetti e per la loro dispersione 
e/o rotazione casuale, in modo che nella 
scena assumano una posizione casuale. 
Tutti i problemi di intersezione tra gli 


Figura 8 - MetaTooIs 
Bryce 2 - Il lavoro con le 
luci. 

Anche le luci sono og¬ 
getti inseribili nella sce¬ 
na, in pratica sono i 
quattro oggetti posti a 
destra nella pulsantiera 
standard Ne va scelto il 
tipo, ovviamente, è pos¬ 
sibile inserire più fonti 
luminose nella stessa 
scena: il cono di luce, il 
colore, l'alone e 
quant 1 altro Anche II 
punto di vista dell'osser¬ 
vatore viene materializ¬ 
zato nella scena É ca¬ 
ratterizzato da una posi¬ 
zione, da un punto di mi¬ 
ra e da un angolo di vi¬ 
suale. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


237 


















































MelaTooIs Bryce 2 




Figura 9 - MelaTooIs 
Bryce 2 - Scelta delle 
caratteristiche atmosfe¬ 
riche 

Anche la scelta delle ca¬ 
raneristiche atmosferi¬ 
che della scena e molto 
raffinata in quanto per¬ 
mette non solo di sce¬ 
gliere tra decine di 
'sfondi' di cielo, ma an 
che di scegliere gli ef¬ 
fetti di luce specifici di 
una certa ora della gior¬ 
nata lad esempio, alba, 
mezzogiorno, notte con 
o senza luna, ecc I e di 
inserire effetti nebbia, 
smog, ecc 


oggetti sono risolti in fase di rendering fi¬ 
nale. 

Rientra tra le funzionalità di editazione 
degli oggetti anche la scelta del materia¬ 
le con il quale sono fatti gli elementi. An¬ 
che in questa funzionalità Bryce 2 risulta 
particolarmente evoluto. Si possono uti¬ 
lizzare Texture 3D e Picture 2D. Molto 
spettacolari sono le texture assegnabili 
agli oggetti terreno e roccia, che rappre¬ 
sentano tutti i tipi di terreni, roccioso, er¬ 
boso, sabbioso, innevato, ecc. 

Esistono materiali trasparenti, materiali 
opachi, materiali riflettenti, tutte caratte¬ 
ristiche ben riconosciute dall'algoritmo di 
rendering finale (figura 5). 

Molto sofisticate sono le funzionalità per 
creare i materiali (figure 6 e 
7) che possono essere 
composti da più elementi, 
per ognuno dei quali si pos¬ 
sono definire una dozzina di 
caratteristiche, alcune delle 
quali impostabili in termini 
quantitativi, altre in termini 
di 'Sì" e "No". Si possono in¬ 
serire specifiche riguardanti 
la turbolenza, la comples¬ 
sità, la casualità della textu¬ 
re. 

Un po' limitate le proprietà 
delle luci, che però, lo ripe¬ 
tiamo. non sono chiamate 
in causa quando si usa la 
luce del sole (figura 8). 

3) - Il cielo e le condizioni 
atmosferiche 

Il terzo momento operativo 
consiste nella scelta del 


cielo, che fa da sfondo alla scena, e an¬ 
che in questo caso si sceglie in un vasto 
campionario (figura 9). La luce solare la si 
può impostare agendo sul grosso pul- 
santone rotante (lo vedete in alto a de¬ 
stra nella figura lì. C'è anche una serie 
di disegmni in cui scegliere alcuni effetti 
atmosferici, con la loro intensità, che in¬ 
fluenzano il risultato finale: luci, ombre, 
nebbia, foschia, altezza delle nubi, coper¬ 
tura delle nubi. Ognuno di questi disegni- 
ni mostra in basso una strisciolina di co¬ 
lore che indica il colore di quell'effetto. 
C'è anche un pulsantino. anzi un interrut¬ 
tore, giorno/notte. 

4) - Impostazione della vista e render fi¬ 


nale 

Alle impostazioni che riguardano il 
modo di vedere la scena è dedica¬ 
ta l'enorme palette sulla sinistra, la 
'Control Palette" 

In alto c'è la 'Nano Preview' che 
mostra una miniatura del risultato 
finale, e che può essere utilizzata 
anche per salvare le viste, con le 
varie impostazioni. Poi c'è il 'View 
Control’, che sembra anch essa 
un'anteprima della scena, ma che 
in realtà serve per passare da una 
vista standard alla successiva Le 
viste standard sono: sopra e sotto, 
fronte e retro, destra e sinistra (ov¬ 
vero le classiche viste ortogonali) 
e la "Camera View" che in genere è una 
vista prospettica. C'è un pulsantino che 
fa ruotare la scena e che consente di 
bloccare la rotazione una volta raggiunto 
l'angolo di visuale desiderato. 

Poi ci sono tre specie di croci che servo¬ 
no per spostare la camera nelle tre dire¬ 
zioni XY, XZ e YZ. ed infine la volumino¬ 
sa trackball (simulazione eccezionale) 
che consente la doppia rotazione (latitu¬ 
dine e longitudine) della camera 
Tutti questi comandi, che influenzano la 
visione della scena, hanno anche nume¬ 
rose impostazioni "fini", molte delle quali 
descritte nella sezione delle 'tecniche 
avanzate' presente all’interno del ma¬ 
nuale 

Per finire, in basso, nella 'Control Pa¬ 
lette', trovano posto i pulsanti per il 
rendering. 

La tecnica utilizzata per la restituzione vi¬ 
suale di quanto impostato e in puro Ray- 
Tracing, ovvero il calcolo di un raggio vir- 


Figura IO - MelaTooIs Bryce 2 - 
Tre o quattro cose di Bryce 2 
Ecco l'ambiente al gran comple¬ 
to. con tutti i comandi attorno 
alla videata Quelli in basso ser¬ 
vono per selezionare gli oggetti 
La figura è stata realizzata inse¬ 
rendo quattro elementi, una Pic- 
ture, in pratica un 'immagine bit- 
map di un quadro di Manet. 
mazzata in verticale sul oavi- 
mento. un oggetto 'Water', nel 
senso di acqua, una luce conica 
indirizzata verso il quadro ed in¬ 
fine è stato impostato un cielo 
nuvoloso Notare l'effetto tra¬ 
sparenza e l'effetto riflessione 
dell'acqua 


SMoci 

Nril OOject Type 


238 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 












MetaTooIs Bryce 2 


luale che parte dalla camera e 
viene tracciato all'Interno della 
scena per valutare la visibilità e 
l'ombreggiatura di ciascun punto 
della vista finale. Il raggio virtuale 
può essere assorbito, riflesso e 
modificato a seconda degli ele¬ 
menti che incontra nel suo per¬ 
corso. 

La vista finale viene calcolata e vi¬ 
sualizzata ad 'ondate successive'. 

Si pane con quadratoni di 32 pixel 
e poi via via si raggiunge la preci¬ 
sione del singolo pixel. 

Ovviamente, la produzione della 
vista finale può richiedere molto tempo e 
sono quindi possibili varie semplificazioni 
nel calcolo, ad esempio c'è il 'Fast Ren¬ 
der'. che limita il raggio di azione del Ray- 
Tracing, poi gli switch Texture Off e 'An- 
tialiasing Off. 

Tra le varie curiosità incontrabili quando si 
circola tra i parametri del rendering citerei 
la possibilità di creare una vista, detta 'Pa- 


Figura 1 1 - MetaTooIs 
Bryce 2 - Un paesaggio 
realistico 

Nel CD di MetaTooIs 
Bryce 2 ci sono decine 
di progetti, caricabili nei 
suo lormato vettoriale e 
quindi modificabili, e 
centinaia di esempi in 
torma di risultato finale, 
e quindi su file btlmap 
Qui vediamo l'assoluta 
perfezione raggiungibile 
nella creazione di pae¬ 
saggi artificiali, vera spe¬ 
cialità del prodotto. 



norama', a 360 gradi. In sostanza, utiliz¬ 
zando la tecnologia Apple Quick Time, è 
possibile realizzare delle animazioni nelle 
quali la camera da ripresa gira intorno ad 
un panorama continuo. 


Conclusioni 

Chiudiamo con le tre figure finali, il con¬ 
tenuto delle quali è descritto nelle ri¬ 
spettive didascalie. 

Bryce 2 è sostanzialmente un prodotto 
che serve alla produzione di paesaggi 
virtuali, operazione che può richiedere 
anche pochi minuti: basta inserire un 


terreno, sceglierne il tipo ed inserire un 
tipo di cielo. In tre sole mosse ecco ot¬ 
tenuto un panorama sintetico. 

È facile inserire nella scena solidi 3D, 
sia solidi regolari o loro varianti, sia og¬ 
getti, geometricamente definiti, prele¬ 
vati dalle librerie. 

Non ci sono funzionalità per la creazio¬ 
ne "ex novo' di oggetti 3D, neanche ot¬ 
tenendoli da semplici processi di rota¬ 
zione o di estrusione 
Non esiste la possibilità diretta di lavo¬ 
rare con i testi. Una scritta, anche la più 
semplice, deve essere realizzata e trat¬ 
tata come oggetto. 

Sono notevoli le funzionalità che riguar¬ 


dano i materiali in genere (va considera¬ 
to un 'materiale' anche il tipo di cielo 
nella scena). Notevolissime quelle per 
la loro creazione ex novo, ma per padro¬ 
neggiarle completamente occorre un 
po' di tempo. A questo ed ad altri argo¬ 
menti evoluti è dedicata la seconda par¬ 
te del manuale. 

La qualità dall'immagine ottenuta dal 
processo di rendering è di livello profes¬ 
sionale e, tutto sommato, i tempi di ela¬ 
borazione sono buoni. 

Come detto, di Bryce 2 è ipotizzabile 
anche un utilizzo come post-processore 
di AutoCAD. Ad esempio per inserire in 
un paesaggio virtuale un progetto non 
ancora realizzato, oppure per 
creare viste realistiche, ottenute 
assegnando materiali agli ele¬ 
menti di un progetto realizzato 
con un prodotto CAD. 

Trattandosi di un prodotto di cate¬ 
goria economica può essere sug¬ 
gerito a chi si voglia avvicinare, in 
modo economico, alla grafica 3D 
e lo voglia fare con un prodotto 
molto divertente e facile da usa¬ 
re, ma abbastanza sofisticato da 
permettere il raggiungimento di 
risultati spettacolari. È peraltro un 
prodotto dalle caratteristiche tali 
da essere anche adatto ad utilizzi 
più evoluti e quindi interessante 
per i professionisti, i creativi del¬ 
l'immagine Il non rispetto delle 
regole operative standard di Win¬ 
dows 95 lo rende assolutamente 
unico nel panorama di prodotti 
grafici per Windows 95 



Figura 12 - MetaTooIs 
Bryce 2 - Un paesaggio 
reale 

La differenza tra questa 
figura e la precedente è 
cbe quella è un'immagi¬ 
ne realistica, realizzata 
con le funzionalità di 
creazione dei terreni e di 
impostazione de"'am 
Piente atmosferico di 
Bryce 2 Questa invece 
è un'opera del noto fo¬ 
tografo Ansel Adams. 
specializzato m foto di 
paesaggi, in particolare 
di paesaggi americani, 
resi piu drammatici dal¬ 
l'uso del bianco e nero. 
Non per nulla alcuni dei 
file di esempio, presenti 
nel CD di Bryce 2 si 

chiamano AnseI 


MCmicrocompulsr n. 174 - giugno 1997 


239 







La tecnologia elettronica avanza, l'informatica entra in un numero maggiore di applicazioni e l’elettronica 
di consumo cerca di aprire nuovi mercati. Il risultato è che sempre più frequentemente ci imbattiamo in 
oggetti che sono al confine fra due o più discipline tecniche. Ciò è vero soprattutto per le schede sonore, 
che ovviamente oltre al risvolto informatico hanno soprattutto quello audio e musicale. 

Questo mese dunque, con la collaborazione dei "cugini" di AUDIOREVIEW e del loro micidiale laboratorio 
di misure elettroacustiche, parliamo di due delle migliori schede audio sul mercato sotto un profilo 
abbastanza inconsueto per MC: quello della resa sonora, con tanto di misure rilevate al banco 


240 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




















Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTurtle Beacn Pinnacle 




Creative Labs 


Sound Blaster AWE64 Gold 



più di tutte rende la AWE 64 adatta a 
comporre e riprodurre brani musicali è 
l'enorme versatilità nel trattamento dei 
campioni e degli strumenti musicali. Il 
sintetizzatore WaveTable utilizzato è 
l'EMU 8000, uno dei più conosciuti, 
che viene impiegato anche su numero¬ 
si expander professionali Tale sintetiz¬ 
zatore ha memorizzati nella sua ROM 
interna ben 1 megabyte di campioni so¬ 
nori, che consente di avere suoni molto 
realistici. Inoltre l'EMU 8000 consente 
di controllare, via software, alcuni para¬ 
metri che normalmente vengono gestiti 
da unità di effetti esterne, come il river¬ 
bero ed il chorus. La sintesi WaveTable 
consente di suonare file MIDI con suo¬ 
ni molto simili agli strumenti originali: i 


suoni di ogni strumento sono infatti di¬ 
gitalizzati e i campioni sono memorizza¬ 
ti in una memoria ROM o RAM. Al mo¬ 
mento della riproduzione di un determi¬ 
nato strumento il processore audio leg¬ 
ge il campione dalla memoria e lo ripro¬ 
duce, eventualmente variandone la to¬ 
nalità ed aggiungendo effetti generati 
digitalmente, come il riverbero o il cho¬ 
rus. La qualità della sintesi WaveTable 
è immediatamente valutabile, special- 
mente se confrontata con la vecchia 
sintesi FM Inoltre la qualità di un sinte¬ 
tizzatore WaveTable è proporzionale al¬ 
la quantità, alla qualità ed alle dimensio¬ 
ni dei campioni immagazzinati nella sua 
memoria. Prendiamo ad esempio uno 
strumento complesso come il pianofor¬ 
te: il timbro di ogni nota del piano è di¬ 


verso da quelli delle altre note. Questo 
è molto evidente se si confrontano le 
note delle prime ottave, che utilizzano 
una o due sole corde, con quelle delle 
ottave centrali, che ne utilizzano tre e 
con quelle delle ottave superiori, che 
utilizzano sempre tre corde ma di tipo 
diverso. Inoltre il timbro cambia se si 
suona piano o forte, se si sta usando la 
sordina, se si sta suonando un pia¬ 
noforte a coda o verticale e cambia an¬ 
che secondo la marca del pianoforte. 
Un buon sintetizzatore WaveTable pro¬ 
fessionale ha memorizzati una notevole 
quantità di campioni, sicuramente più 
di uno per nota, registrati per varie 
pressioni sui tasti, e tutto questo solo 
per il pianoforte. Considerando che gli 
strumenti previsti dallo standard Gene- 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


241 

















Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTudle Beach Pinnacle 



Creative Labs Sound Blaster 
AWE64 Gold 


Costruttore: 

Creative Labs 

Importatore per l'Italia: 

Creative Labs S r l - Strada 4. Ed A/3 - 20090 As- 
sago IMII Tel 02/57510774, Fan. 02/57500768 

Prezzi UVA inclusa): 

Sound Blaster AWE 64 Gold Ut 499.000 


Il pannellino posteriore della scheda comprende 
connessioni audio semiprolessionah. mediante pin 
RCA placcati in oro per un miglior contatto, opzio¬ 
nalmente tramite una staffetta aggiuntiva è presen¬ 
te anche una uscita professionale digitale S/PDIF 


Il sintetizzatore WaveS v nth 
e la modellazione fisica Wa v eGuide 


I 


a AWE 64 ottiene le 64 voci contemporaneamente dispo- 
nibili per mezzo di un innovativo metodo di sintesi 
hardware-software In particolare 32 voci vengono ottenute da 
un chip sintetizzatore hardware della E-mu, del tutto simile a 
quello contenuto nelle schede Sb 32 e AWE 32. le altre 32 da un 
sintetizzatore software. In questo modo si è riusciti a contenere i 
costi su livelli bassi, pur non rinunciando alla qualità finale della 
sintesi. Chiaramente un sintetizzatore software utilizza parte del¬ 
le risorse della CPU, e rallenta in qualche modo il funzionamento 
del computer; alla Creative Labs però fanno notare che la grande 
potenza dei processori disponibili, in particolare di quelli di classe 
Pentium, consente di raggiungere prestazioni elevate senza per 
altro rendere percettibile il rallentamento generale delle operazio¬ 
ni. I vantaggi di un sintetizzatore software sono presto detti: in- 
nanzilutto la grande flessibilità; i metodi di sintesi possono esse¬ 
re ottimizzati per ogni situazione possibile, al contrario un sinte¬ 
tizzatore hardware, anche se evoluto, contiene un solo algoritmo 
generico di sintesi, chiaramente un compromesso che deve es¬ 
sere buono per tutti i casi. In particolare nella AWE 64 esiste una 
forte sinergia tra i due sintetizzatori, hardware e quello software, 
che porta ad avere prestazioni molto superiori a quella di due sin¬ 
tetizzatori distinti. Un altro vantaggio è chiaramente quello della 
programmabilità e della upgradabili: chiaramente un sintetizza¬ 
tore software può essere aggiornato facilmente, solamente ri¬ 
scrivendo il software. Il sintetizzatore software presente nelle 
schede AWE 64 e AWE 64 Gold si distingue da ogni altro perché 
utilizza un nuovo tipo di sintesi, detta WaveGuide. letteralmente 
"a guida d'onda", che riesce a simulare in maniera molto accura¬ 
ta il comportamento di alcuni strumenti musicali. In particolare 
viene impiegata una sintesi che parte da una modellazione fisica 
dei fenomeni acustici. Per poter simulare uno strumento musica¬ 
le bisogna dapprima costruire il suo modello matematico, costi¬ 
tuito da una serie di equazioni che descrivono il funzionamento 
di ogni parte dello strumento La simulazione sarà tanto più accu¬ 
rata quanto più accurato sarà il modello matematico. Chiaramen¬ 
te un modello molto accurato avrebbe bisogno di una potenza di 
calcolo ben superiore di quella fornita dai moderni processori. 

Per questo nella AWE 64 si adottano due semplificazioni che ri¬ 


ducono molto il numero di cal¬ 
coli necessari alla sintesi. Si ini¬ 
zia scegliendo quelle caratteri¬ 
stiche fisiche che contribuiscono, più di altre, alla generazione del 
suono dello strumento. Questa scelta è effettuata con un proce¬ 
dimento sperimentale, della durata di anni. Per semplificare ulte¬ 
riormente i calcoli la modellazione viene effettuata con la tecnica 
a linee di ritardo WaveGuide. Una WaveGuide consiste in una se¬ 
rie di equazioni semplici che descrivono la modalità di propagazio¬ 
ne dell’onda acustica all'interno dello strumento Combinando op¬ 
portunamente un numero adeguato di WaveGuide si riesce a co¬ 
struire un modello fisico semplice ed efficace Come si riesce ad 
intuire la sintesi a modellazione acustica non e adatta alla totalità 
degli strumenti. Innanzitutto può essere applicata solo con stru¬ 
menti acustici o elettroacustici, e soprattutto solo strumenti di 
determinate caratteristiche. Il modello fisico di un pianoforte ri¬ 
chiederebbe la modellazione di ogni singola corda, della risonanza 
del telaio e del mobile, e dell'interazione tra tutte le sue corde. In 
questo caso la sintesi WaveTable può essere applicata con mag¬ 
gior profitto di quella WaveGuide. D'altra parte i modelli fisici de¬ 
scrivono in modo molto più accurato il comportamento dinamico 
degli strumenti. Un esempio lampante puO essere fatto con il 
sassofono In un sax il comportamento dinamico viene dato 
dall'articolazione di ogni singola nota e dal passaggio da una nota 
all'altra, tutti parametri che non possono essere riprodotti da un 
sintetizzatore WaveGuide. Un modello fisico, anche se modesto, 
può riprodurre in maniera molto realistica queste caratteristiche. 

In questo modo, anche se la singola nota è meno accurata di 
quella suonata da un sintetizzatore WaveTable. il feeling generale 
dello strumento può essere molto più realistico. L'integrazione 
dei due sintetizzatori, hardware e software, consente di riprodur¬ 
re i vari strumenti con la sintesi sonora più appropriata per ciascu¬ 
no strumento. In generale la sintesi WaveTable sara piu vantag¬ 
giosa per gli strumenti polifonici, mentre la sintesi WaveGuide e 
più adatta agli strumenti acustici monofonici. La sintesi Wave- 
Synth comprende 14 strumenti WaveGuide 
Potrete trovare ulteriori notizie al sito Creative Labs 
hnp//www creativelabs.con) ed in particolare potrete ascoltare la 
differenza tra le varie sintesi musicali. WaveTable e WaveGuide 
scaricando i file demo in formato " wav" 

Pierfrancesco Fravolini 


242 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 










Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTurtle Beach Pinnacle 


REGISTRAZIONE/RIPRODUZIONE (CONVERSIONE A/D - D/A) 

Risoluzione effettiva: sinistro: 12,3 bit; destro 12,6 bit 

Rapporto segnale/rumore: sinistro: lineare (22-22.000 Hz). "A" 80,5 dB; destro: lineare (22-22.000 Hz), "A" 80,7 dB; 


CANALE SINISTRO -CANALE DESTRO 



Risposta in frequenza (-2,5 dB) 













































t 


1 









s 











































0 10 [ kHz 1 " 20 


Distorsione armonica a -70 dB 1 kHz 


La risposta in frequenza della AWE 64 Gold 6 stata rilevata sia 
nel dominio analogico che in quello digitale. In particolare si hanno 
tre grafici che rispecchiano tre condizioni di misura, e cioè sola regi¬ 
strazione, conversione A/D, sola riproduzione, conversione D/A e 
registrazione riproduzione, conversione A/D e D/A. Noi pubblichia¬ 
mo solo quelli relativi alla doppia conversione A/D e D/A, che rias¬ 
sumono bene la situazione. 

Comunque in tutti e tre i casi, la risposta e confrontabile con 


quella esibita da registratori digitali DAT di buona qualità. La distor¬ 
sione armonica è abbastanza bassa: i tre grafici ottenuti mandando 
un segnale a -70,1 dB rispetto allo 0 digitale mostrano l'assenza 
quasi totale di componenti armoniche. La risoluzione effettiva, pur 
non al livello dei DAT, consente comunque di avere prestazioni 
piuttosto buone, e quindi la scheda è adatta ad applicazioni di hard 
disk recording, anche se non troppo spinte. 

Piertrancesco Fravolim 


ral MIDI sono 128, potete immaginare 
quanta memoria è necessaria per avere 
dei suoni WaveTable di buon livello. I 
campioni vengono gestiti dal sintetizza¬ 
tore come banchi sonori (sound bank o 
sound fonti che possono essere carica¬ 


ti da disco. Già la scheda viene fornita 
con una libreria composta di vari banchi 
di sound font adatti alle più disparate 
esigenze come strumenti elettronici, 
acustici, etnici (tamburi e percussioni 
varie), voci (si. proprio voci, campiona¬ 


to, trasformate in sound font e suonate 
come delle note musicali) suoni fanta¬ 
scientifici e chi più ne ha più ne metta. 
Ma la cosa straordinaria e che agli stru¬ 
menti in dotazione possono essere fa¬ 
cilmente aggiunti altri strumenti creati 
da voi stessi, ed in maniera facile. 
Sempre in dotazione viene fornito il 
software Vienna, un editor di sound 
font, e WaveStudio, con il quale editare 
campioni audio. 

In pratica è possibile registrare un 
qualsiasi segnale sonoro, dal microfono 
o dall'ingresso linea (e quindi anche 
dalla chitarra ad esempio), modificarlo 
aggiungendo effetti come eco, riverbe¬ 
ro, flanger e molti altri, con WaveStu- 
dio. importare il campione cosi ottenu¬ 
to in Vienna e assegnare questo suono 
ad un particolare strumento. Le possi¬ 
bilità di un simile approccio sono limita¬ 
te solamente dalla fantasia dell'utilizza- 
tore Alcuni brani demo contenuti nel 
CD in dotazione danno la reale dimo¬ 
strazione di quello che si può fare con 
queste schede 

Pierlrancesco Fravolirv 






m 





La memoria nativa del¬ 
la scheda può essere 
espansa mediante oue- 
sta piccola daughter- 
board addizionale, che 
aggiunge ben 8 MBvte 
di RAM che si aggiun¬ 
gono ai 4 MByte stan¬ 
dard. 


243 







































































































































Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTurtle Beach Pinnacle 




Turtle Beach Pinnacle 


I La Turtle Beach Pinna¬ 
cle è dotata dei convertitori A/D Cristal 
CS5335 20 bit, fattore di sovracampio- 
namento 128x, e dei convertitori D/A 
Cristal CS4327 anche loro in grado di 
raggiungere una risoluzione di 20 bit 
con fattore di sovracampionamento 
128x. È subito chiaro che non siamo di 
fronte alla solita scheda audio ma a uno 
strumento pensato e realizzato per otte¬ 
nere la massima qualità sonora, quella 
qualità CD tanto agognata In sintesi la 
nostra Pinnacle è in grado di rivaleggia¬ 
re, quanto a sezione digitale, con i mi¬ 
gliori apparecchi hi-fi sul mercato. Sola¬ 
mente considerando questo aspetto il 
costo della scheda, circa 800 mila lire, 
potremmo considerarlo adeguato Ma 
non basta perché la Pinnacle è la prima 
scheda in prova su queste pagine che, 
tramite una schedina accessoria, ha l'in¬ 
gresso e l'uscita digitale in formato 
S/PDIF ovvero è possibile collegare al 
nostro computer le uscite e le entrate 
digitali elettriche degli apparecchi hi-fi e 
professionali. In questo modo il compu¬ 
ter diventa un registratore digitale com¬ 
pleto! 


Ovviamente la scelta della migliore 
componentistica non garantisce di per 
sé il raggiungimento dei migliori risultati 
all’ascolto e questo è ancor più vero per 
le schede da inserire nel case di un 
computer, uno degli ambienti più sfavo¬ 
revoli dal punto di vista dell'inquinamen- 
to elettromagnetico per un'apparecchia- 


Turtle Beach 
Pinnacle _ 

Costruttore: 

Turtle Beach Systems. Divisions ot Voyetra Tech¬ 
nologies Ine , 6 Odell Plaza, YonkersNY 10701 - 
1406 

Sito Internet htip://www voyeua.com/ibwel.co- 
me.htm 

Distributore per l'Italia: 

Centro HL Distribuzione srl. - Via di Novoli. 9/17 - 
50127 Firenze - Tel 055/337900 - Indirizzo http 

l/www.centroni it.e-mait inioiacenlroni il 

Prezzi: 

Turile Beach F>innacle Ut 809.200 

Scheda I/O Ut, 190.400 


tura con velleità hi-fi I tecnici della Tur¬ 
tle Beach assicurano che la cura profu¬ 
sa nell'ingegnerizzazione di tutti i loro 
prodotti, e della Pinnacle in particolare, 
è stata tale che gran parte dei problemi 
di rumore e interferenza seno stati risol¬ 
ti, arrivando a dichiarare un rapporto se¬ 
gnale rumore (pesato A) pari o superio¬ 
re a 97 dB ! Un dato che ha dello strabi¬ 
liante e che sarà verificato nella sezione 
misure effettuate nel nostro laboratorio 
Finora abbiamo considerato il solo 
aspetto legato alla registrazione e ripro¬ 
duzione audio. Ma Pinnacle non è il 
massimo solo in questo caso! La sezio¬ 
ne midi infatti impiega il sintetizzatore 
Kurzweil MA-1, lo stesso usato in stru¬ 
menti musicali dal costo di svariati mi¬ 
lioni! La sintesi è WaveTable con 32 vo¬ 
ci simultanee, frequenza di campiona¬ 
mento di 48 kHz e si basa sulla architet¬ 
tura VAST sempre di Kurzweil I cam¬ 
pioni sono contenuti in 4 MB "stipati" 
in 2 MB di ROM tramite una tecnica di 
compressione proprietaria Kurzweil. A 
quest) possono essere aggiunti fino a 
48 MB di RAM (simm da 72 pin su due 
banchi) in modo da poter creare i propri 


244 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



















Schede audio Creative Labs Sound Blaster AWE64 eTurtle Beach Pinnacle 


REGISTRAZIONE/RIPRODUZIONE (CONVERSIONE A/D - D/A) 

Risoluzione effettiva: sinistro: 12,7 bit; destro: 12,8 bit 

Rapporto segnale/rumore: sinistro: lineare (22-22.000 Hz), "A" 79,8 dB, destro: lineare (22-22.000 Hz), "A" 80.3 dB; 



CANALE SINISTRO -CANALE DESTRO 



Risposta in frequenza (-2,5 dB) 

Sottoposta ai nostri test la Turtie Beach Pinnacle si è comporta¬ 
ta molto bene I dati di interfacciamento sono adeguati al collega¬ 
mento di qualsiasi sorgente hi-fi e qualsiasi sistema di riproduzione 
hi-fi. Come si vede la risposta in frequenza che pubblichiamo, rile¬ 
vata in registrazione/riproduzione (ma abbiamo rilevato anche quelle 
in sola registrazione, conversione A/D, ed in sola riproduzione, con¬ 
versione D/A), è molto lineare, con un calo contenutissimo alle al¬ 
tissime frequenze. La distorsione armonica, misurata con un tono a 
-70,31 dB, è praticamente assente mentre un po' alto è il rumore 
di riquantizzazione, che inficia anche la misura di risoluzione effetti- 


Distorsione armonica a -70 dB 1 kHz 

va, che mentre in D/A esibisce il valore più alto finora trovato su 
una scheda audio e comunque confrontabile con quello riscontrato 
sui CD player di fascia medio-alta, in A/D, e quindi complessiva¬ 
mente m A/D-D/A, è molto piu bassa e ritorna su valori riscontrati 
nelle misure di altre schede per computer La monotonicità (intro¬ 
dotta come misura sulle schede audio molto di recente) è corretta, 
solo affetta da componenti a bassa frequenza, probabilmente deri¬ 
vanti dalle migliaia di segnali spuri presenti all'interno del computer. 
Il rapporto segnale rumore è nella norma. 

Pierfrancesco Fravolmi 



Sopra le connessioni 
posteriori della scheda 
utilizzano tutti /ack suD- 
miniatura. Qui a fianco, 
la schedina che trasfor¬ 
ma l'ingresso microfo¬ 
nico m mgresso/uscna 
digitale secondo lo 
standard S/PDIF 



strumenti midi. A tutto questo ben di 
dio può essere aggiunta, se necessario, 
una scheda MIDI opzionale di tipo Wa- 
veBlaster. Questo sottosistema è gesti¬ 
to tramite una CPU Motorola 68330 a 
10 MHz, processore che avrebbe fatto 
la felicità di qualche informatico qualche 
anno addietro. 

L'architettura audio interna non si ba¬ 
sa su DMA come sulle altre schede au¬ 
dio in commercio ma usa una architet¬ 
tura proprietaria denominata Hurncane 
che utilizza di un DSP Motorola 56002 
risultando cosi molto piu veloce nella 
gestione dei dati audio. La-Pinnacle è in 
grado di funzionare in full duplex ovvero 
inviare dati audio mentre li riceve senza 
alcuna limitazione. La massima frequen¬ 
za di campionamento va da 8 kHz a 48 
kHz con una risoluzione di 20 bit. Di fat¬ 
to il software attuale permette "solo" 
registrazioni a 16 bit con 48 kHz Per in¬ 
ciso ricordiamo che la cosiddetta qualità 
CD prevede 44,1 kHz e 16 bit. 

Luca Angelelli 

ras 































































































































SPBEDCQM 

mqb&M 

. n. 



lemFax 


peedCom V3314 


I Tempo fa scrissi che pro¬ 
vare un modem è in fondo provare il 
software a corredo. Con l'avvento di 
Windows 95 questo è sempre meno 
vero, visto che molti dei servizi di co¬ 
municazione sono offerti dalla piattafor¬ 
ma di sistema Con questo modem poi 
è ancor meno vero visto che oltre ad 
essere Fax e Voice è uno dei pochissi¬ 
mi tee non l’unico) che consente di par¬ 
lare al telefono mentre si trasferiscono 
dati. Il rutto su un modem 33.6, Omolo¬ 
gato PP TT., marchiato CE e di un co¬ 
struttore certificato ISO 9001 


Il modem 


Senza dubbio estremamente elegante 
l'aspetto esteriore di questo modem 
Originale la soluzione del case con staf¬ 
fa laterale che permette di utilizzare il 
modem di piatto, come di solito, oppure 
in verticale, risparmiando spazio utile 


sulle sempre piu affollate scrivanie. 

Il contenitore metallico nero satinato e il 
perspex scuro che nasconde i led ren¬ 
dono la linea di questo modem futuristi¬ 
ca e funzionale al tempo stesso. 

I connettori del telefono e della linea te¬ 
lefonica, nonché quello seriale e quello 
dell'alimentazione, sono sul retro, na¬ 
scosti ma accessibili. Sopra (o di fianco 
in caso di montaggio orizzontale) cì so¬ 
no i due jack per il microfono e la cuffia 
Ottimamente piazzato il pulsante di ac¬ 
censione che si mimetizza con la fascia 
frontale ma rimanendo facilmente loca¬ 
lizzabile; peccato che il peso limitato del 
modem non ne permetta l'azionamento 
con un solo dito. L'alimentazione (9 volt 
alternati 1 ampère) è fornita dal classico 
trasformatorino direttamente connesso 
alla presa di corrente. 

II modem non scalda quasi per nulla an¬ 
che dopo ore di funzionamento (indice 
di un ottimo progetto elettronico) e an¬ 
che il trasformatore diventa appena ap¬ 
pena tiepido 



Produttore: 

SneBdCom Telecorrimunications 

Distributore: 

Monolilh Italia - Viale Romagna, IO 

20133 Milano 

lei (numero verde! 167-385911 

?ax C2/70123825 

Prezzo UVA esclusa!: 

SceedCom VI 3314 modom interno Lit 239 000 
SpeedCom V3314 modem esterno Ln 259 000 


L’installazione 

Trattandosi di un modem esterno 
l’installazione si riduce alla connessione 
dell'alimentazione, della I nea telefonica 
e del cavo seriale, che e già dotato di 
tutti e due i tipi di connettore a 9 e a 25 
pin. Una volta acceso il modem si illu¬ 
minano i led del pannello frontale che 
non riportano le solite diciture (CD, OH, 
ecc.l o i numeri dei criteri (106, 109, 
ecc,| ma delle piccole icone autoespli- 
cative. Purtroppo alcune di queste non 
sono poi cosi autoesplicative e un ma- 
nualetto con il significato non avrebbe 
certo fatto male. Su un fianco del con¬ 
tenitore ci sono i due mmi-|ack per l'in- 
gresso e l'uscita audio da collegare 
eventualmente ad un microfono ester¬ 
no e ad una cassa amplificata. 

Dal lato software si dovrà solo instal¬ 
lare I driver (se Windows 95 già non lo 
possiede) e poi si può procedere all'in¬ 
stallazione del software a corredo 


L'interno 

Per accedere all'interno del modem si 
devono togliere due viti (protette dal sigil¬ 
lo di garanzia) e sfilare i gommini degli 
jack audio. Il contenitore metallico è in un 
sol pezzo e lo stampato si sfila dal fondo. 
La circuitene si presenta molto ordinata e 
la sezione telefonica è ben separata da 
quella dati e da quella di alimentazione. 
Lascia perplessi la scelta di saldare diret¬ 
tamente il fusibile sullo stampato, cosa 
questa che ne rende l'eventuale sostitu¬ 
zione alquanto difficoltosa 

Il modem è sia a norma CE che Omo¬ 
logato PP TT., inoltre il costruttore e cer¬ 
tificato ISO 9001. Tutto questo, al di là 
della semplice etichetta di carta appicci¬ 
cata sopra, è un indice di qualità e una 
garanzia di serietà da parte del costrutto¬ 
re. 


246 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 















ModemFax SpeedCom V3314 



l led di questo mo¬ 
dem sono delle ico¬ 
ne autoesphcative 
della lungone vi- 
suahrzata Purtrop¬ 
po alcune icone 
non sono poi cosi 
autoesphcative 


Il software 

Trattandosi di un 
prodotto pensato 
per Windows 95 il 
software a corredo 
è abbastanza ridot¬ 
to, visto che tutte le 
principali prestazioni di comunicazione 
sono già presenti nel sistema operativo 
Quindi sia per i fax che per il terminale 
e preferibile utilizzare le risorse di Win¬ 
dows 95. Chi non avesse Windows 95 


può comunque utilizzare il software per 
Windows 3,1 fornito a corredo con il 
modem. Questo software permette sia 
la gestione dei Fax che quello delle ca¬ 
selle vocali e l'uso come terminale; ter¬ 
minale che, rispetto a quello standard di 
Windows 3.1, è sicuramente migliore, 
se non altro per il fatto che supporta 
tutti i protocolli di comunicazione. Z-mo- 
dem compreso. 

Il software per la gestione Voice (pre¬ 
sente solo nei modelli con l'opzione 
Voice) permette di gestire una piccola 
segreteria telefonica dotata della classi¬ 
ca casella vocale comandabile tramite 
la tastiera del telefono La casella voca¬ 
le può contenere sia messaggi vocali, 
che file o Fax Insieme al software di 
gestione viene anche regalato un ac¬ 
cesso di prova Internet per 15 giorni 
con un importante provider nazionale e 
il relativo software per la navigazione 
già preconfigurato. 


Il retro de! modem 
con gli ingressi telefo¬ 
nici. la sena'e e il plug 
dell'alimentazione 




Ben fatta la scheda e Ben isolata la sezione re- 
lefonica, peccato per il fusibile saldato diretta¬ 
mente sullo stampato 


L'unico modo di sapere esattamente cosa indica¬ 
no i led e duello di leggere sullo stampato: un po 
scomodol 



MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


247 





























ModemFax SpeedCom V3314 






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Facsimile CeverSheet 


iiMinm: 


Voce su dati 

E' questa una delle 
funzioni più interes¬ 
santi, anche se per 
ora limitata dalla poca 
diffusione di questo standard. Permette 
a due persone di effettuare un collega¬ 
mento dati tra due modem e poi di par¬ 
larsi al telefono. La connessione può av¬ 
venire sia prima in modalità dati e poi 
attivando la comunicazione vocale, sia 
durante una normale telefonata attivan¬ 
do la connessione dati E' insomma 
possibile, mentre si parla al telefono, 
decidere di inviare un documento; basta 
avvisare il corrispondente e poi attivare 
la trasmissione dati. La comunicazione 
vocale può avvenire sia attraverso il nor¬ 
male apparecchio telefonico collegato al 
modem, sia attraverso microfono e cas¬ 
se supplementari collegate ai mini-jack 
del modem. 

Se questo standard prenderà piede, 
sarà possibile attivare dei chat vocali an¬ 
che dentro le normali BBS, il tutto men¬ 
tre magari si sta scaricando un file da 
qualche mega. 

Naturalmente l'inserimento della vo¬ 
ce determina un calo della velocità di 
trasferimento dei dati; ma nella vita non 
si può avere tutto gratis. 


La finestra Super- 
Terminal con la 
configurazione 
della porta di co¬ 
municazione. 


Sfc 

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Read Me 

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C'è anche su scheda 


i questo modem esiste anche la versione su scheda interna PnP. A pane le ovvie 
differenze di installazione (comunque semplicissima grazie al PnP ed al dischetto driver alle¬ 
gato! i due modem sono, a livello di prestazioni, del tutto simili. Per i computer senza PnP o 
senza Windows 95 si tratta solo di seguire il manualetto del modem per configurare i ponti¬ 
celli della scheda e poi installare manualmente il driver di gestione. 

Anche la versione su scheda è molto ordinata come layout e spicca la sezione telefonica 

protetta da un doppio guscio plastico. Soluzione 
molto intelligente perche evita che una scheda 
montata a fianco del modem possa ridurre, con 
parti metalliche sporgenti, l'isolamento dalla li¬ 
nea telefonica che deve essere di quasi 2000 V. 
La dotazione di software è identica a quella della 
versione esterna, tanto che il manuale del mo¬ 
dem non fa differenza tra i due. Anche con que¬ 
sto modem viene regalato un abbonamento In¬ 
ternet per 15 giorni 


La versione interna di questo modem ; spicca l'isolamen¬ 
to della sezione telefonica realizzato con un opportuno 
guscio plastico. 


La finestra del menu Avvio relativa al 
software di gestione della scheda Mo¬ 
dem/Fax con i tre programmi Visualizza¬ 
zione Fax. Super Voice e SuperTemiinal. 


La pulsantiera del centro di ge¬ 
stione SuperVoice che permet¬ 
te la configurazione e l'uso di 
tutte le funzioni di questo mo 


TO: 

cimar. 

Fu 



From: 



cimar 


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Il programma di visua¬ 
lizzazione dei Fax con 
una delle copertine di 
esempio presenti nel 
pacchetto software a 
corredo del modem 


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e Corel WordPerfect Suite 7,0 


IN ITALIANO 

E finito wWe a) 
monde die o permette 
4 citare, ndmenuonan 
e tornire al «alo '« 
partizioni iena perdere 
acuì dato 


l‘dtUkn\bo 


Orna 97 


Trasferta le prole 
detate-n «ce. ipoino 
ed HiatiempScemena 
parlando al PO 
Motta* e offa ndm 


IN ITALIANO 

Sandatd 169 

PioleuionaJ Upjnde 459 
Proteismi 949 

Oienrl5er»er Upjr 1599 


CatnGeonwe 1)9 

COCaMafel 220 

CSO»0*Pro40 1.760 

CSCfcdO-lJCfKPo 2420 

CSQen Dice Sonoro 40 2420 
0en«2l4tdjiee 199 

KSMaerWn 390 

DSIVEwWeUpf 140 

DERIVE jerWii E4i 140 

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dei driver e il videogame MechWamor 
2 ottimizzato pei il funzionamento con i 
controlli 3D della STB 


STB Veiocity 3D 


La STB Veiocity 3D è una 
scheda video progettata per fornire, al¬ 
le applicazioni Windows, performance 
elevate in fatto di velocità e qualità vi¬ 
siva, specialmente per ciò che riguarda 
le operazioni di rendering 3D. La sche¬ 
da rappresenta una valida proposta sia 
nell'ambito del CAD/CAM professiona¬ 
le e dello sviluppo multimediale, sia in 
quello delle applicazioni VRML e nel 
settore prettamente ludico dei video¬ 
game. 

Caratteristiche 

generali 

Rendering tridimensionale in tempo 
reale, accelerazione grafica con refresh 
a 220 MHz compatibilità con i flussi 
MPEG-1 ed MPEG-2. pieno supporto 
delle specifiche Direct3D per Windows 
95 ed Open-GL per Windows NT. Ren- 
derWare. Reality Lab e Render- 
Morphics per la resa 3D Queste sono 
le caratteristiche principali delle quali la 
Veiocity 3D è dotata. Si tratta di una 
scheda Plug-and-play con a bordo 4 
Mbyte di EDO-VRAM, espandibili ad 8 


Mbyte, capace di offrire una definizio¬ 
ne massima di 1600x1200 dot a 64mi- 
la colori oppure 1280x1024 dot in mo¬ 
dalità true-color. La scheda, dal punto 
di vista del controllo 3D, è equipaggia¬ 
ta con un chip-custom STB capace di 
operare un elevato numero di controlli: 
dallo smooth shading alla correzione 
prospettica, dall inserzione di filtri bi- 
trilineari ad opzioni di texture-mapping 
che, gestite attraverso l'uso dello Z- 
buffer e del double-buffering. permet¬ 
tono la visualizzazione degli scenari in 
movimento con una fluidità davvero 
eccellente. 

La configurazione hardware della Velo 
city 3D comprende l'acceleratore S3- 
Virge VX ed il chip custom STB. del 
quale si è già detto, per il 3D-Rende- 
rmg ed il playback multimediale, coa¬ 
diuvati, nell'I/O con il sistema e lo 
schermo, da 4 Mbyte di EDO (Exten- 
ded Data Out) Video RAM, 

Le memorie di tipo EDO-VRAM, rispet¬ 
to alle EDO-DRAM, sono in grado di 
gestire le informazioni in modalità 
'dual-ported", cioè con la capacità di 
leggere le immagini trasmesse alla 
memoria stessa e di ritrasmetterle 
contemporaneamente in uscita per la 


stampa in schermo Con questo siste¬ 
ma si garantisce la velocità e il flusso 
continuo delle informazioni, con un au¬ 
mento delle prestazioni nel refreshing 
dello schermo pari ad almeno il 30% in 
più rispetto ad un sistema gestito in 
modalità 'single-ported" 

A sua volta, l'accoppiata S3-Virge VX e 
chip-custom STB, oltre ad accelerare la 
grafica, è in grado di coprire, gestendo¬ 
lo via hardware e non più con semplici 
librerie software, il rendering 3D di 
ogni genere di applicazione Dal 
Flat&Gouraud Shading al texture-map¬ 
ping, dal filtro bi-trilineare alla correzio¬ 
ne di prospettiva, dall'alfa blending allo 
Z-Buffering, ogni ricalcolo complesso 
delle dimensioni viene eseguito prati¬ 
camente in tempo reale ed in tempo 
reale (grazie alla tecnologia del 'dual- 
ported'l ritrasmesso allo schermo 
La versione della Veiocity 3D, giunta a 
noi dalla Intersystem di Roma, oltre 
che dei 4 Mbyte di EDO-VRAM di ba¬ 
se, è dotata di un sandwich d'espan¬ 
sione sul quale risiedono ulteriori 4 
Mbyte di EDO-DRAM. I 4 Mbyte di 
EDO-VRAM in tecnologia dual-ported 
sono incaricati di garantire la massima 
banda passante per il flusso dei dati, 
mentre i 4 Mbyte di EDO-DRAM si in¬ 
caricano di velocizzare ulteriormente la 
resa del 3D-Rendermg e spingere il 
true-color fino a 1280x1024 dot ed i 
64K colore fino a 1600x1200 dot Tale 
ultima risoluzione è permessa alla fre¬ 
quenza massima di refresh oggi possi¬ 
bile ed offre un'elevata stabilità delle 
immagini, quasi completamente prive 


250 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





















STB Velocily 3D 




l'/iWOM 

PRODUCTS 


II silo Web allestito dal¬ 
la STB pei la Velocily 
3D In esso, oltre che 
all'elencazione delle 
specifiche, è possibile 
trovare gli eventuali up- 
grade dei driver e la li¬ 
sta Ipatch compreseI 
degli applicativi 30 resi 
compatibili 


STB Vitton 95 tonimi P« 


ttrtotmtrKt lo four n 



Icon Toolbar 

Display Scttlng 

Color Palette |l 6.8M |Z4 bit) »| 

Multiple Desktop 

Zoom Window 

Desktop Area |800x600 

Resolution |BODx600 

FontSIze |Small 

1 


fèj[ Blrd's Eye Window 
(j%j| Monitor Oplions 


1 d 

Savi | nemovu | 


* sew fevrM quiktr *>1 ir Arni T>« 2DOD UUtme-U Acc«ki«« a drupe 4 
•wofealr lo fi"*» DOS. Wftton W OxtaSt/). uA W*d^-i NT* 0 

-..'k - -..ir. 

fbjfeKk 

UwA»wir> PV*- mi 

La visualizzazione di 
tutte le 1unzioni 
messe a disposizio¬ 
ne tramite la corno- 


STB-Viston 95 

- ---- - - - - a 

litazioni ed utilità che 
completano il sistema 
Procedendo perciò al- 

Control Panel 

**«•»! V. 1 1 'iCmmsMt II AVftQCllY D 



03 icon 100108 ' 




£|B 




di flickering Tale performance è realiz¬ 
zata per mezzo di un RAMDAC 'taglia¬ 
to' a 220 MHz. un valore nettamente 
superiore a quello attualmente più dif¬ 
fuso e che si attesta a 135 MHz. 

Oltre alla scheda, con la daughterboard 
dell'espansione DRAM già innestata, 
nella confezione sono rintracciabili i 
floppy disk con i driver per Windows 
95 e Windows 3.1x, quelli delle utility 
di sistema e dei player MPEG di Me- 
diamatics per entrambi gli ambenti 
operativi grafici Compieta la dotazione 
software l'utility Colorific (true Internet 
color) per la calibratura dei colon sullo 
schermo. Oltre ai manuali per la guida 
all'uso e la gestione del Control Panel 
STB-Vision 95, ciò che più spicca nella 
confezione è la versione ottimizzata 
per la Velocity 3D del videogame Me- 
chWarrior 2 di Activision. 

Installazione e 
configurazione 

Il PC impiegato per la prova è stato un 
Pentium a 133 MHz sul quale, prima 
del test condotto sulla scheda STB. gi¬ 
rava una S-VGA dotata dell'S3-969 e di 
4 Mbyte di VRAM. 

Cosi com’è consueto, prima d’installa¬ 
re una nuova scheda, va settato il dri¬ 
ver generico in standard VGA sia in 
Win 95 che sotto Win 3.1x. Solo dopo 
aver eseguito questa semplice proce¬ 
dura potremo asportare la vecchia 
scheda ed inserire quella nuova. Alla 


riaccensione del computer, se si è in 
ambiente Windows 95, sarà il sistema 
stesso a rilevare la presenza del nuovo 
hardware e, nello specifico, la presen¬ 
za di un adattatore PCI-VGA compatibi¬ 
le. Per tale adattatore verrà quindi ri¬ 
chiesta l'installazione dei driver relativi 
alla corretta gestione di tutte le carat¬ 
teristiche offerte. Dai floppy a corredo 
della Velocity 3D sarà possibile sce¬ 
gliere tra due modalità d'installazione 
dei driver STB Velocity 3D "wilh STB- 
Vìsion 95', che provvede all’installazio¬ 
ne, oltre che dei driver, anche del Con¬ 
trol Panel STB-Vision 95 (particolar¬ 
mente dedicato al controllo delle carat¬ 
teristiche della scheda) e STB Velocity 
3D "withojt STB-Vision 95 ", che si oc¬ 
cupa di installare 

solo i driver di ge- _ 

stione. 

La scelta di instal¬ 
lare o meno l'STB- 
Vision 95 non pre¬ 
giudica certamen¬ 
te le prestazioni 
velocistiche della 
scheda, ma è chia¬ 
ro che, non instal¬ 
lando l'utility, si ri¬ 
nuncia ad una se¬ 
rie di controlli, faci- 


• STB Vision 95 Monitoi Oplions 


Selected Moniloi 


[intra Electronics USACM-1403 


Relresh Rate Control 

Imago Centerìng 


Current Resolution: 

UP 


|800x600 


1 


Left | Reset 

Bight | 

Relresh Rate UmlC 

160.0 Hz 

Qown 



Press 'Esc* or select 
'Reset' to canccl changes. 



Le 

lo 

ne. 

tura 


di control- 
a risoluzio- 
e centra- 
schermo 


Oiolog Box Centeiing 
d Windows default 


f Monitor r~ Desktop 


l'installazione completa si può disporre 
di settaggi per le 'HotKeys' (il cambio 
rapido del modo di visualizzazione me¬ 
diante combinazioni di tasti); dell'lcon 
Toolbar, dalla quale selezionare i co¬ 
mandi per lo zoom, l'attivazione del de¬ 
sktop virtuale, la variazione della 
profondità dei bitplane e della risoluzio¬ 
ne senza riavviare il sistema. A segui¬ 
re, la selezione del monitor, l'image- 
centering e il presettaggio dei "multiple 
desktop" con i quali ci garantiremo l'as¬ 
segnazione e l'attivazione rapida di una 
diversa grandezza di schermo e relati¬ 
va profondità-colore da assegnare au¬ 
tomaticamente all'avvio di determinate 
applicazioni. 

L'installazione della Velocity 3D, da 
quella fisica della scheda a quella dei 
driver e delle opzioni di controllo, è tut¬ 
ta qui e risulta di una facilità estrema 
Per ogni problema (malfunzionamenti, 
performance ridotte, ecc.) è poi possi¬ 
bile collegarsi al sito Web di STB 
|ihttp://www.stb. comi e da questo na- 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


251 






























































STB Velocily 3D 



Una sequenza 
VideoCD vista 
dall’ActiveMo- 

vie. 




La schermata 
d 'introduzione a 
MechWarrior 2 




vigere per rintracciare il capitolo dedi¬ 
cato ai "troubleshooting". Nel particola¬ 
re alla Velocity 3D è dedicata una serie 
di documenti rintracciabili all'indir izzo 
|http V/www. stO.com/veloc ty3d| Per 
quanto concerne l'aggiornamento del 
software, i driver ed il Control Panel Vi- 
;ion 95 sono disponibili all’indirizzo 
Mtp://www.stb.com/ttp_l| les/pci/velo- 
city3d.pci/ 


Impressioni d'uso 

La Velocity 3D supporta pienamente il 
Direct 3D di Win 95 e l'Open-GL di 
Win NT, è fornita del pieno supporto 
della tecnologia Intel Intercast TV, dei 
sistemi di videoconferenza ProShare e 
dello streaming (via PCI) delle codifi- 
che MPEG-2. Streaming completato 
dal controllo del formato MPEG-1 che. 


Una fase di Mech- 
Warrior 2 con il rende¬ 
ring 30 operato dalla 
STB Velocity 30 mai 

visto niente di più flui¬ 
do' 


senza ulteriore hardware aggiuntivo, 
viene gestito attraverso funzioni d in- 
terpolazione X/Y per il full screen ed il 
full motion a qualsiasi risoluzione. Tut¬ 
to ciò si traduce in una resa ottimale 
sia delle grafiche 3D, sia delle varie so¬ 
luzioni di flussi multimediali (on-line op¬ 
pure off-line) Una garanzia teorica si¬ 
curamente affidabile, ma che sono an¬ 
dato lo stesso a verificare lanciando, 
nel sistema governato dalla Velocity 
3D, sia il game-3D MechWarrior 2 che 
vari contributi multimediali. 

Posso garantirvi che mai come in que¬ 
sta occasione la realtà s'è rivelata su¬ 
periore alle aspettative. La fluidità degli 
scenari in 3D e la nettezza delle forme 
viste scorrere in MechWarrior 2 è 
quanto di meglio si possa vedere at¬ 
tualmente su un personal computer. 
Prestazioni notevolissime quelle nel¬ 
l'ambito del 3D che, oltre all'uso con i 


videogame più evoluti (purché ottimiz¬ 
zati per le specifiche "STB Velocity 
3D‘), spingono la scheda in questione 
anche all'uso con applicazioni profes¬ 
sionali quali quelle deH'ambito 
CAD/CAM. Per questi ultimi, dove con¬ 
ta raggiungere le massime prestazioni 
alle risoluzioni più alte, la Velocity 3D si 
dimostra essere una delle soluzioni mi¬ 
gliori da adottare. Addirittura la miglio¬ 
re se consideriamo il rapporto 
prezzo/prestaziom. 

Lo stesso si può affermare a riguardo 
della riproduzione di file multimediali. I 
filmati AVI ed i file MPEG (comprese 
quindi le sequenze dat-VideoCD) da 
noi utilizzati nella prova si sono ripro¬ 
dotti in schermo prendendo grande 
giovamento dalle caratteristiche della 
scheda. In particolare, la riproduzione 
dei file MPEG e VideoCD è quella che 
ci ha sorpreso di più. Senza alcun 
hardware aggiuntivo, ma solo grazie ai 
controlli imposti dal chip-custom STB e 
l'uso intensivo delle estensioni Direct- 
X, la riproduzione dei file in questione 
si svolge in maniera sufficientemente 
fluida. Pienamente garantito il full mo¬ 
tion (cosa questa rilevabile attraverso i 
'settings' dell’ActiveMovie che compu¬ 
tano continuamente nessuna perdita di 
frante) ed ottimo il full screen dove 
l'interpolazione fatta dal chip STB si è 
rivelata persino superiore a quella di 
una (vecchia) scheda MPEG-decoder 
precedentemente utilizzata sul sistema 
di prova. 

Altro plus, stavolta aggiunto dall'impor¬ 
tatore, è la copertura della piena fun¬ 
zionalità della scheda garantita per ben 
dieci anni. 


MS 


252 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 

























con waitec 2026 
leggi, scrivi, 
cancelli, riscrivi, 


WAITEC 


ma allora è facile 
come un floppy? 


W WAITEC 


TARTEC 



tutta la potenza dell'informatica 


Cav nA/ÀA/.19?fln - u u li unì rof/arfor 













I 


1 

•> 


a cura di Corrado Giustozzi 


Windows 95 
e il disco di ripristino 

Il disco di ripristino è quel particolare floppy, preparabile da Windows 95, che 
dovrebbe venirci in aiuto quando il nostro hard disk fa i capricci o quando il sistema 
operativo non ne vuole sapere di partire correttamente. Purtroppo non è sempre così: 
alle volte infatti il fantomatico “dischetto di soccorso”, seppur reale, non sempre si 
rivela un valido aiuto per la soluzione del nostro problema. A meno che... 


di Rino Nicolra 


Alle volte accade che sul nostro com¬ 
puter alcune cose non vadano come do¬ 
vrebbero: applicazioni che non partono, 
messaggi di errore da parte del sistema 
operativo, e altre piacevolezze del gene¬ 
re. Spesso per risolvere il problema 
dobbiamo rieseguire l'installazione del- 
l'applicazione che non funziona, oppure, 
in ultima ipotesi, rieseguire il setup del¬ 
lo stesso sistema operativo, Fin qui po¬ 
co male, tutto sommato. D'altronde chi 
ha a che fare con i computer sa perfet¬ 
tamente che prima o poi questa even¬ 
tualità si presenta. Chi invece non si è 
mai trovato in situazioni del genere o è 
"maledettamente' fortunato, o fa del 
suo calcolatore un uso talmente essen¬ 
ziale che difficilmente correrà i tipici ri¬ 
schi che corriamo noi smanettoni. 

La situazione però dalla quale non si 
sa come uscire è quella che vede il no¬ 
stro computer rilevare seri problemi du¬ 
rante la fase di avvio, con conseguenti 
messaggi di errore e blocco del siste¬ 
ma. Che fare? Windows 95 non ne vuo¬ 
le sapere di partire, e nonostante i vari 
tentativi di partenza in modalità provvi¬ 
soria non succede nulla. Non resta altro 
che avviare con il disco di ripristino e 
rieseguire il setup di Windows diretta- 
mente dal CD-ROM. Ma... 


La sorpresa 

Ecco che abbiamo appena avviato la 
macchina utilizzando il disco di ripristino 
creato durante la prima installazione del 
sistema operativo {l’avete creato, vero? 
Se non l'avete fatto, correte subito a 
farlo ora!). Ci troviamo dunque sulla 
classica schermata del vecchio DOS 
nella posizione A:\>, corrispondente ap¬ 
punto al bootstrap da dischetto: inseria¬ 
mo il CD di Windows 95 nel lettore e di¬ 
gitiamo D: per posizionarci sull'unità 
CD-ROM (o l'eventuale altra lettera rife¬ 
rita al drive) e... sorpresa! Il sistema ci 
risponde con il messaggio 'Comando o 
nome file non valido’. Ma come?.. Non 
è possibile accedere al CD-ROM! E per¬ 
ché? Semplice: nei due file "speciali'' 
AUTOEXEC.BAT e CONFIG.SYS pre¬ 
senti sul disco di ripristino mancano i ri¬ 
ferimenti ai driver software necessari 
alla rilevazione della periferica interessa¬ 
ta ed al suo funzionamento. 

Risolvere il problema in una situazio¬ 
ne del genere non è affatto semplice, 
soprattutto per chi non e molto pratico 
di comandi DOS. Infatti per tentare di ri¬ 
solvere la questione è necessario inter¬ 
venire con un editor o con un word pro¬ 
cessor sui file AUTOEXEC.BAT e CON¬ 


FIG.SYS del floppy di avvio, andando ad 
inserire i comandi necessari, natural¬ 
mente dopo aver individuato sull’hard 
disk la posizione dell'applicazione MSC- 
DEX.EXE indispensabile al funziona¬ 
mento del lettore CD-ROM, e del driver 
di quest'ultimo. 

Lasciamo stare per il momento que¬ 
sta operazione, afferrerete il modo di 
come intervenire se seguirete con at¬ 
tenzione quanto faremo di seguito 


Il consiglio 

Naturalmente, come è facile prevede¬ 
re, il consiglio fondamentale e quello di 
creare subito un disco di ripristino ed 
apportarvi immediatamente le modifi¬ 
che necessarie, che vedremo tra un at¬ 
timo. In questo modo, nel malaugurato 
caso di problemi seri, non vi ritroverete 
nella spiacevole situazione appena de¬ 
scritta. 


La procedura 

Vediamo dunque come costruirci un 
dischetto dal quale si possa realmente 
far ripartire il sistema danneggiato La 


254 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


r> Ert 


procedura da seguire è inizialmente 
quella prevista dallo stesso sistema 
operativo. 

Entrate nel pannello di controllo e 
cliccate sull'icona "Installazione applica¬ 
zioni", vi sarà proposta una scheda con 
tre linguette di selezione (fig 1) Gio¬ 
cate sulla linguetta "Disco di ripristino" 
e visualizzerete la scheda riportata in fi¬ 
gura 2 Cliccate su "Crea disco" e se¬ 
guite le istruzione del sistema: esso vi 
chiederà l'inserimento del CD-ROM di 
Windows 95 e successivamente quello 
di un floppy vuoto per la creazione del 
disco di ripristino. Fin qui la procedura 
standard. 

Conclusa questa fase chiudete tutte 
le finestre aperte e procedete come 
segue Dal comando "Trova" del menu 
avvio di Windows eseguite la ricerca 
del file mscdex.exe individuata la sua 
posizione (normalmente il percorso è 
c:\windows\command\mscdex.exe) 
eseguitene una copia trasferendola sul 
floppy Per far ciò è sufficiente clicca¬ 
re sul nome del file con il tasto destro 
del mouse; poi, dal menu a tendina 
che si apre, scegliere il comando "Invia 
a": ed infine dal menu successivo sele¬ 
zionare la riga "Floppy da 3,5 Pollici 
(A)" Il sistema automaticamente tra¬ 
sferirà sul floppy disk una copia del file 
selezionato. 

Altrettanto si deve fare con il driver 
del lettore CD-ROM. Questo general¬ 
mente non è tra i file a corredo di Win¬ 
dows 95 ma vi è stato fornito dal riven¬ 
ditore assieme al 
CD-ROM stesso 
Se dunque non 
sapete come rico¬ 
noscerlo sul vo¬ 
stro hard disk, 
prelevatelo diret¬ 
tamente dal 
floppy d'installa¬ 
zione del CD¬ 
ROM che avete 
avuto a corredo al 
momento dell'ac¬ 
quisto del compu¬ 



ter o del lettore se acquistato successi¬ 
vamente In questo caso estraete il di¬ 
sco di ripristino, inserite il floppy relati¬ 
vo al CD-ROM e rintracciate al suo in¬ 
terno il file con estensione SYS che 
rappresenta il driver che ci interessa. 
Copiatelo sul desktop di Windows tra- 



J 


sanandolo fuori dal di¬ 
schetto con il mouse. 
Reinserite il disco di ri¬ 
pristino e trasferite su 
di esso una copia del 
file appena prelevato 
dal floppy del CD¬ 
ROM. 

A questo punto ab¬ 
biamo tutti i file necessari; ora dobbia¬ 
mo eseguire due piccole modiche ai fi¬ 
le AUTOEXEC.BAT e CONFIG SYS pre¬ 
senti sul disco di ripristino. 

Due righe da 
aggiungere 

Per eseguire le modifiche che ci inte¬ 
ressano è necessario utilizzare un qual¬ 
siasi word processor Per comodità e 
velocità di esecuzione, ma soprattutto 
perché è "di serie" in Windows 95, uti¬ 
lizzeremo il programma WordPad, pre¬ 
sente tra gli accessori di Windows 

Una volta lanciato WordPad eseguia¬ 
mo l'apertura del file AUTOEXEC.BAT 
presente in "A:", visualizzeremo una 
schermata del tutto simile a quella pre¬ 
sente in figura 4. Ora aggiungiamo la ri¬ 
ga A:\MSCDEX.EXE /D:MSCDOOO co¬ 
me in figura 5. A questo punto salvia¬ 
mo le modifiche e AUTOEXEC.BAT è 
pronto per essere eseguito come serve 
a noi. 

Una cosa analoga dobbiamo fare sul 
file CONFIG.SYS. Sempre con Word- 
Pad apriamo il CONFIG.SYS presente 
in "A ", visualizzeremo una schermata 
come in figura 6. Aggiungiamo la riga 
DEVICE = A:\GSCDROM.SYS 
/D:MSCD000 (fig. 7) dove GSC- 
DROM.SYS sta per il file relativo al dri¬ 
ver del lettore CD-ROM (nell'esempio è 
riportato il driver del CD-ROM presente 
sul computer utilizzato per scrivere 
questo articolo). Anche in questo caso, 
appena salvate le modifiche, il CON¬ 
FIG.SYS sarà pronto per "funzionare" 
nel modo a noi utile. 


Figura 2 ■ Prima di cuc¬ 
care sul comando 
"Crea disco è neces¬ 
sario avere a portala di 
mano il CD-ROM di 
Windows 95 e il nuovo 
floppy disk che il siste¬ 
ma utilme'à per la 
creazione del disco di 
ripristino. 

Sara la procedura auto¬ 
matica a richiedere, 
quando sarò il momen¬ 
to. l'inserimento del 
floppy 


Figura I - Per la 
creazione del di¬ 
sco di ripristino a 
deve accedere 
dal pannello di 
controllo al pro¬ 
gramma "Installa¬ 
zione applicazio¬ 
ni". 


MCmìcrocomputer n. 174 - giugno 1997 


255 



























9 Tfova. File di nome mtcdex.exe 


Eie Modica Vnuatea Qoaon 2 
Nome e percolo | Dai* | Avallale | 


tjome |roicde« exe 
Cecca jn: 113 


"71 


7] SlQflla 


P Rs«ca naie collocartele 


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Nyove ricerca 


A 


| Non» 

I Nola cateto 

1 Dme | Tpo 

1 Modica 

j ^Micdexexe C:\ 

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25 KB Applicarono 

25 K8 Appio «rono 

24/08/3 

24/08/9 

Addio Zip 

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Ciea ccf-gamemo 






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« Floppy dò 3.5 pofca JAJ 



RiQonwa 






&00W4 






Figura 3 - Per copiare 
direttamente sul floppy 
un qualsiasi file presen¬ 
te sull'hard disk esiste 
un comando specifico . 
per trovarlo basta clic- 
care con il tasto destro 
del mouse direttamen¬ 
te sull'icona del file. 


La prova 

Finito tutto? Eh no! Prima di riporre il 
disco di ripristino in un posto sicuro, da 
dove prenderlo in caso di bisogno, è 
opportuno verificare che esso funzioni 
come ci aspettiamo. Altrimenti quando 
ne avremo davvero necessità.. 

Arrestate dunque il sistema e riavvia¬ 
telo utilizzando il disco di ripristino. 
Conclusa la fase di avvio, appena vi tro¬ 
verete nella posizione A:\>, digitate D: 
e premete invio. Se nessun messaggio 
di errore appare e si visualizza la riga 
D:\> allora tutto funziona. Il lettore CD¬ 
ROM è stato rilevato ed un'eventuale 
reinstallazione del sistema operativo da 
CD è possibile. A questo punto proteg¬ 
gete contro ta scrittura il floppy appena 
creato (utilizzando l'apposito nottolino 
scorrevole nella finestrella apposita¬ 
mente prevista), scriveteci sopra a 
chiare lettere "Disco di ripristino" e ri¬ 
ponetelo in un luogo sicuro. 

Un piccolo passo 
indietro 

Ed ora che abbiamo l'anima più tran¬ 
quilla ritorniamo un momento al caso 
ipotizzato all'inizio dell'articolo; compu¬ 
ter con seri problemi di avvio e disco di 
ripristino che non 'vede' il CD-ROM. 
L'operazione eseguita con Windows 95 


attivo è possibile eseguirla anche in ca¬ 
so di emergenza utilizzando i vecchi co¬ 


mandi DOS e l'applicazione edit.com 
che Windows stesso trasferisce sul di¬ 
sco di ripristino 

Con il comando "copy', eseguibile dal 
disco di ripristino, potete copiare il file 
MSCDEX EXE dalla directory di residen¬ 
za (c:\windows\command\mscdex. 
exe) sul floppy Rimosso il disco di ripri¬ 
stino ed inserito il floppy relativo al CD¬ 
ROM, sempre con il comando "copy" 
potete copiare il driver del CD sull'hard 
disk e poi eseguire l'operazione inversa 
per trasferirlo sul disco di ripristino. Ef¬ 
fettuate queste tre operazioni potete 
lanciare l'applicazione edit.com presen¬ 
te sul floppy ed eseguire le modifiche 
sui file AUTOEXEC.BAT e CONFIG 
SYS, esattamente come abbiamo già vi¬ 
sto. 

Naturalmente tutto ciò è estrema- 
mente semplice se conoscete i coman¬ 
di DOS e sapete utilizzare il suo editor 
Purtroppo sono sempre di più gli utiliz¬ 
zatori di computer che se la cavano be¬ 
ne con Windows 95 ma non sanno as¬ 
solutamente come muoversi in DOS 
Perciò se non conoscete abbastanza il 
'vecchio* sistema operativo lasciate 
perdere e chiedete l'aiuto di un amico 
un po' più esperto. 


■arra» 


nuiaioiaiHi I IBI- i 


«T UKWM-CiMBTOt 

•oa* <06 cp (rapala*) USO» adepti 

■oda eoa cp a*tac«*«SO 

*• 1* »i,, kaitioacd. apa 


olitisi »1 l'^M^I 


LilUl 


Catara || ,1 


Figure 4 e 5 - Per ren¬ 
dere possibile il funzio¬ 
namento del lettore 
CD-ROM con il disco di 
ripristino è necessario 
modificare il file AU- 
fOFXtC BAT presente 
sul dischetto, aggiun¬ 
gendo una specifica ri¬ 
ga di comando . 


BIT aLA*TM**210 III PI M 

SCI U*X»3l-<:i\»ÙCTC 

■*<»• COI» c» prapaia* i iS90> aga.cp» 

•M» eoa ep NlicflU 

■ai* u,.»ai»oaio.ara 

• •\ncMrx.rn /Bimctooo 


J] 

r*i 


«h»Va4 


*; - *u 


256 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


















































Figure 6 e 7 ■ Come 
nell AUTOEXEC BAT 
anche nel file CON¬ 
FIG SYS presente sul 
disco 0 : npnstiro è ne¬ 
cessario effettuare una 
piccola modifica, ag¬ 
giungendo una riga di 
comando, per attivare 
il funzionamento del 
lettore di CD-ROM 




= 2 = 


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*( - •» 


Qualche altro consiglio 

Se il vostro hard disk è sufficiente- 
mente grande e l'impegno di circa 50 
MByte non rappresenta un grande pro¬ 
blema. vi consiglio di copiare sul vostro 
disco fisso l'intera directory Win95 pre¬ 
sente sul CD-ROM di Windows 95. 
Questo non solo vi consentirà di ese¬ 
guire veloci reinstallazioni del sistema 
operativo direttamente da "C:" (quindi 
senza problemi di CD-ROM), ma vi ren¬ 
derà piu semplice e veloce l'acquisizio- 
ne di tutti i dispositivi (driver, accessori, 
utilità di sistema, ecc.) che spesso sono 
necessari e che altrimenti richiedereb¬ 
bero ogni volta l’inserimento del CD¬ 
ROM di Windows Non che sia una 
gran fatica inserire all'occorrenza il CD, 
ma l'avere tutto subito a portata di 
mouse non è una utilità da trascurare, 
soprattutto nel caso di PC portatili, ma¬ 
gari fuori ufficio e con il CD-ROM del si¬ 
stema operativo nel cassetto della scri¬ 
vania. Inoltre, se almeno una volta si è 
eseguito il setup di Windows diretta- 
mente dal disco rigido, ogni ricerca di 
driver o dispositivo necessario sarà ef¬ 
fettuata in automatico senza richieste di 
inserimento di CD-ROM. 

Un altro consiglio che può rivelarsi 
utile è quello di aggiungere nei file AU¬ 
TOEXEC.BAT e CONFIG.SYS presenti 
sull'hard disk le stesse righe che abbia¬ 
mo previsto sul disco di ripristino. Natu¬ 
ralmente il percorso da inserire sarà di¬ 
verso (CAecceteral e deve rispettare l'e¬ 
satta collocazione dei file interessati. 
Questo può ritornare utile nell'eventua¬ 
lità riavviaste il computer in modalità 
DOS, infatti se queste righe non fosse¬ 
ro già presenti non sarebbe possibile 
utilizzare il CD-ROM. 

Un ultimo consiglio. Se avete acqui¬ 
stato un computer nuovo, oltre al siste¬ 
ma operativo già installato vi hanno for¬ 
nito anche il CD-ROM originale di Win¬ 
dows 95. Alle volte, però, succede che 
il numero di serie del sistema operativo 
installato non coincida con quello del 
CD-ROM a corredo Questo può acca¬ 
dere perché l'assemblatore, durante la 
fase di preparazione della macchina, po¬ 
trebbe avere utilizzato il proprio CD¬ 
ROM di servizio (procedura non proprio 
corretta ma, nella fretta...) che natural¬ 
mente ha un numero di serie diverso da 
quello che vi è stato consegnato Que¬ 
sta apparentemente trascurabile infor¬ 
mazione si rivela tuttavia indispensabile 
nel momento m cui andate ad eseguire 
una remstallazione del sistema operati¬ 
vo Infatti durante una delle prime fasi 
dell'installazione viene richiesto il nu¬ 


mero di sene del prodotto e. sorpresa, il 
sistema potrebbe rifiutare quello che 
avete digitato dopo averlo letto sulla do¬ 
cumentazione a corredo del CD Que¬ 
sto accade perché il sistema operativo 
ha in memoria il numero di serie del 
prodotto già installato e non quello del 
CD-ROM che vi è stato consegnato. 
Quindi è necessario, preventivamente, 
rilevare il numero di serie del sistema 
installato e trascriverlo su un'etichetta 
che applicherete sulla documentazione 
del CD-ROM di Windows 95 e che uti¬ 
lizzerete all'occorrenza. 

Per rilevare il numero di serie del pro¬ 
dotto installato cliccate con il tasto de¬ 
stro del mouse sull icona 'Risorse del 
Computer' presente sul desktop e poi 
cliccate su "Proprietà". Visualizzerete 
una finestra dove è ben visibile il nume¬ 
ro di serie che dovete trascrivere e con¬ 
servare. 

Tutto questo, naturalmente, si rende 
necessario fino a quando eseguirete 
reinsiallazioni del sistema operativo su 
se stesso. Alla prima installazione totale 
con partenza dal disco rigido formattato 
di fresco, il numero di serie registrato 
sull’hard disk diventerà quello del CD¬ 


ROM d'installazione, quindi il numero 
da utilizzare per eventuali successive 
reinstallaziom sarà quello riportato sulla 
documentazione originale. 


Conclusione 

Vi ricordate il detto 'Prevenire è me¬ 
glio che curare'? Bene, quanto abbiamo 
visto in questa occasione ha proprio 
questa utilità: un disco di ripristino effi¬ 
cace, la directory Win95 presente diret¬ 
tamente sul disco rigido, la conoscenza 
esatta del numero di serie del sistema 
operativo installato sul nostro compu¬ 
ter, rappresentano senz'altro una effica¬ 
ce azione di prevenzione nel caso in cui, 
a causa di gravi difetti, si rendesse ne¬ 
cessaria la reinstallazione del sistema 
operativo. 

Avere a disposizione gli strumenti 
giusti, precedentemente preparati, che 
ci consentono di procedere in modo lo¬ 
gico. non significa avere risolto di colpo 
ogni problema, ma sicuramente aiuta 


«e 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


257 


















La Macchina del Tempo 

In attesa che qualche scienziato di genio ci proponga un sistema per 
viaggiare effettivamente nel tempo e visitare la Roma Imperiale dal 
vivo, possiamo accontentarci di effettuare una visita virtuale e vedere 
la capitale del mondo (beh, almeno allora...) com’era: coloratissima. 


di Dino Joris 




l'effetto della colorazione se essa fosse 
effettivamente applicata con azioni di 
restauro: non so quale potrebbe essere 
l'effetto sul pubblico, ma sono pronto a 
scommettere che il Ministro dei Beni 
Culturali sarebbe costretto a dimissioni 
irrevocabili (e con lui il sovrintendente 
alle Belle Arti) per le reazioni indignate 
(strumentali, probabilmente) dei mass 
media. 

Mi chiedo cosa sia accaduto a Creta e 
nella madrepatria Grecia quando fu ef¬ 
fettuato il restauro del palazzo di Minos¬ 
se (nei vivacissimi colon originali, ap¬ 
punto: applausi o fischi?) 


Quest'operazione di restauro virtua¬ 
le (che lascia gli originali come sono) 
merita applausi, destinati sia agli au- 


Gli appassionati Pel genere Star-Trek 
probabilmente adorano l'idea di una 
macchina del tempo e la considerano 
davvero futuribile. Per quanto mi riguar¬ 
da, tendo a non escludere alcuna possi¬ 
bilità, pur ritenendo più probabile che il 
nostro futuro ci riservi delle macchine di 
realtà virtuale che potranno farci crede¬ 
re di essere davvero nella Roma Impe¬ 
riale lo in qualunque altro momento/luo¬ 
go del passatoi, dandoci tutte le neces¬ 
sarie percezioni sensoriali e consenten¬ 
doci un controllo di movimento e sensa¬ 
zioni tale da farci confondere la realtà 
vera con quella virtuale. Poi qualcuno 
potrà forse scambiare le due realtà e... 

Ma non lasciamoci trascinare troppo 
dalla fantasia, forse è meglio semplice- 
mente farsela stimolare con un piccolo 
viaggio virtuale nella 
Roma Imperiale. Inizia¬ 
mo il viaggio insieme? 


Roma Duemila 
Anni Fa 

L'attribuzione del colo¬ 
re alle costruzioni ro¬ 
mane in un ambiente 
virtuale è un'operazio¬ 
ne certamente inno¬ 
cua: nessuno si ecci¬ 
terà troppo nel vedere 
dei colori decisi quali 
rosso e blu decorare 
vari elementi architet¬ 
tonici del Colosseo, ad 
esempio 

Certo diverso sarebbe 


258 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 















(“ Pl-v^ lL^ -LÙL IJuLliLlb-Lt,dicali ) 



HISTORI-X 


myroMA 


HISTOHIA 


fe ^ClLRRE MACKDOMCHl: I: CONQUISTA Dt.l.l A GRECIA 


LA CIVILTÀ’ ROMANA 


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tori, sia all'architetto Italo Gismondi, 
maggiore riferimento degli autori. Que¬ 
sti ha prodotto, un buon numero di de- 


Roma 

Duemila Anni Fa 


Produttore: 

SACIS e Editalla Multimedia 

Distributore: 

SACIS - Via Teulada 66 - 00196 Roma 
Tel. 06/374981 - Fax 06/3723492 

E-mall. _ 

Internet : Rvww planeiitav coni 


Prezzo: 


Ut. 89.000 


Ambiente: 

Windows 95 e Macintosh 
Requisiti multimediali: 

Windows 95: Pentium 75 con 16 MB di RAM. 
lettore CD 4x. colori a 64 K 
Macntosh Power Mac 66 con 16 MB di RAM. 
lettore CD 4x, System 7 5 e migliaia di colo'i 


cenni or sono, un imponente plastico 
della Roma Costantiniana, visibile nel 
Museo della Civiltà Romana di Roma. 
Sono certo che Gismondi sia riuscito, in 
virtù delle sue conoscenze, ad esercita¬ 
re la fantasia per piegarla alla necessità 
di camminare per le strade della Roma 
antica, per entrare nei palazzi e nei tem¬ 
pli, per vedere gli spettacoli nei circhi, 
forse anche per intrattenersi in piacevo¬ 
le conversazione (anchessa ovviamen¬ 
te immaginaria) con la gente. 

Con Roma Duemila Anni Fa non sare¬ 
mo tutti in grado di fare i viaggi fantasti¬ 
ci del nostro, ma avremo tutti l'opportu¬ 
nità di vedere senza alcuno sforzo Ro¬ 
ma com'era, muovendoci nelle strade 
tra monumenti e palazzi (vivacemente 
colorati), visitandoli anche dall'interno, 
eccetera. 

Dovremo certo continuare ad esercitare 


la fantasia per im¬ 
maginare la gente 
per le strade, le 
piazze, i circhi e le 
case, per "ascolta¬ 
re" le voci ed i ru¬ 
mori della città, per 
percepirne gli odori 
(ma il fatto di non 
percepire questi ul¬ 
timi è forse di van¬ 
taggio, visto che al¬ 
meno nei quartieri 
popolari i rifiuti or¬ 
ganici prodotti nei 
piani alti erano, not¬ 
tetempo, lanciati 
dalle finestre per 
strada!). 

E ora però di offrirvi 
una descrizione or¬ 
ganica di questo 
prodotto multimediale, che sfrutta la 
tecnologia QuickTime VR per la rappre¬ 
sentazione tridimensionale degli oggetti 
in realtà virtuale. 

L'apertura presenta una veduta dall'alto 
della Roma d'epoca, con possibilità di 
sorvolare la città a volo d'uccello e sce¬ 
gliere l'area di "atterraggio" (si sceglie 
tra Forum, Palatium, Campus Martius e 
Insula Tiberina). Si visitano poi i vari siti 
d'interesse di ogni area, girando con 
una buona dose di libertà sia intorno ad 
essi sia al loro interno. I controlli per¬ 
mettono di ruotare le immagini a 360 
gradi, di ingrandirle, di cambiare l'eleva¬ 
zione, simulando l'osservazione dal ve¬ 
ro. 

Cosi come accade con le visite reali, na¬ 
sce il desiderio di sapere qualcosa di 
più su ciò che si sta vedendo. Il lettore 
può cercare di soddisfare questo desi- 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


259 











































( Plv ^LLl Udu Lll^dLull) 



ARTE 


CASA E FAMIGLIA 


ABBIGLIAMENTO 
AMBIENTI DOMESTICI 
AMULETO 

ARRLDAMLNTO DELLA DOMI S 
ATTUO 

BACINO PER AtVt A PIOVANA 

BARRAECAPFJ.il 

CASA E FAMIGLIA 

CASA SKiNORILh 

ESEDRA 

FAMIGLIA 

FOGNATURE 

FONTANA 

FUNERALE 

GIARDINI 
GUAIO INFANTILI 
ILLUMINAZIONE 
INGRESSO 
LETTO 


ARS ROMANA 




INDI 


I VKI > «I 




derio cliccando sulle icone delle aree 
culturali, Historia, Architectura e Vita, 
che sono sempre accessibili. 

Attivando queste aree e le schede dedi¬ 
cate ai vari aspetti culturali e storici del¬ 
la Roma antica, il lettore si rende subito 
conto che gli auto¬ 
ri hanno forte¬ 
mente privilegiato 
le attività di rico¬ 
struzione virtuale 
degli ambienti, 
piuttosto che la 
narrazione verba¬ 
le. 

Le schede che si 
attivano sui fatti 
storici o sugli 
scorci di vita della 
Roma antica, in¬ 
fatti. sono piutto¬ 
sto brevi. Da un 
certo punto di vi¬ 
sta è una fortuna, 
visto che la loro 
lettura non è age¬ 
volissima (inevita¬ 
bilmente, a parer 


mio, è stato privilegiato l'aspetto grafico 
piuttosto che quello della facilità di let¬ 
tura). 

Tuttavia i lodevoli sforzi profusi dagli au¬ 
tori per curare quest'opera (quattro an¬ 
ni, a quanto dichiarano) dal punto di vi¬ 
sta della ricostruzione in realtà virtuale 
hanno dato dei risultati notevoli che 
compensano ampiamente la scarsità 
d'informazioni 
storiche. 

Cosi come siamo 
abituati a vederci 
offrire delle "edi¬ 
zioni rivedute e 
corrette" di libri 
tradizionali, assi¬ 
steremo alla pro¬ 
duzione d'edizioni 
rivedute e corret¬ 
te di "libri multi¬ 
mediali", anche 
in virtù della con¬ 
tinua evoluzione 
delle tecnologie 
Quando gli autori 
"metteranno ma¬ 
no” alle revisioni 
e correzioni, cer¬ 
tamente faranno 
un servizio ai let¬ 
tori se amplieran¬ 
no i lesti per offri¬ 
re una maggiore profondità di informa¬ 
zioni (rendendo quest’opera anche utile 
agli studenti medi, ad esempio?). 

Nel fare questo potranno forse trovare il 
modo per rendere piu agevole la lettura 
e magari consentire la copiatura dei te¬ 
sti. Nel fare questo non dimentichino di 
dare un'occhiata agli accenti, che spes¬ 
so (problema invero marginale) presen¬ 
tano "l'inclinazione sbagliala" 

Ma non saranno gli accenti sbagliati a 
trattenermi dal complimentare gli auto¬ 
ri: l'opera risulta nel complesso grade¬ 
vole e interessante. 


260 


MCmicrocomputer n. 174-giugno 1997 


































( LJnLLLlii_u_^(iLcali ) 


L'educazione superiore 

Fisica Interattiva 

Zanichelli Editore S p A Fax 051/243437 

Le opere di tipo educativo che sono 
state sino ad oggi recensite in questa 
rubrica possono essere suddivise in 
due categorie linguistiche e educative 
per bambini (queste ultime prevalente¬ 
mente dedicate alla matematica). 

Attendevo da tempo un prodotto 
educativo diverso, di livello superiore 
(in senso scolastico, ma non solo) e 
sono stato accontentato. Ma solo par¬ 
zialmente, perché Fisica Interattiva non 
è ancora un prodotto educativo finito e 
compiuto, ma un prodotto dimostrativo 
che contiene solo poche delle molte le¬ 
zioni multimediali che la versione defini¬ 
tiva conterrà, per trattare tutti gli argo¬ 
menti di fisica previsti nelle scuole su¬ 
periori. 

Fìsica Interattiva trae le sue origini da 
un'opera per i licei di Enrico Fermi, rivi¬ 
sta da Edoardo e 
Ginestra Arnaldi (i 
meno giovani ri¬ 
corderanno che 
nei licei TArnaldi" 
è stato per lungo 
tempo sinonimo di 
libro di testo di fi¬ 
sica) ed infine ri¬ 
scritta da Ugo 
Arnaldi. 

Con una tradi¬ 
zione di tale peso 
da rispettare, la 
creazione di una 
versione interatti¬ 
va di questo corso 
di fisica non pote¬ 
va non essere af¬ 
frontata con gran¬ 
de serietà: menta 
il tipo di approccio 
della Zanichelli, 
che ha messo a 
disposizione degli 
addetti al lavori (in¬ 
segnanti. studenti 
e redazioni dei 
giornali), con una 
presentazione in 
un liceo di Roma e 
altre iniziative que¬ 
sto prodotto dimo¬ 
strativo, chieden¬ 
do la loro collabo- 
razione per mette¬ 
re a punto l'edizio¬ 
ne definitiva. Que- 


UOO *MAib 


FISICA 

INTERATTIVA 



ZANICtlHU 


sta collaborazione si concre¬ 
tizza con il riempimento di un questio¬ 
nario, presente sul CD-ROM, da parte 
degli insegnanti. 

Una volta raccolti i commenti e sug¬ 
gerimenti della base, gli autori (non ba¬ 
stano le competenze di Arnaldi, occor¬ 
rono anche le competenze informatiche 
multimediali) potranno proporre una 
versione definitiva del libro di testo 


Gnenolko-D mele titoli» oaiferae 


istante 


multimediale. 

L'opera si avvale dei classici stru¬ 
menti: animazioni, filmati, suono, per fa¬ 
cilitare con esempi la comprensione di 
concetti che possono risultare altrimen¬ 
ti ostici ai più. 

Nella presentazione, Ugo Arnaldi 
chiarisce che l’opera non si vuole pro¬ 
porre come alternativa ai libri tradizio¬ 
nali ma come strumento parallelo. Non 
si può non essere d'accordo sul fatto 
che per il momento è improponibile 
pensare ai CD-ROM come unico stru¬ 
mento didattico. Ma questo probabil¬ 
mente solo per il fatto che il personal 
computer non è ancora in tutte le case 
e in tutte le scuole. Ma quando lo sarà, 
avrà ancora senso stampare libri? 

E voi cosa ne pensate? Se siete degli 
addetti ai lavori (insegnanti di fisica) po¬ 



si (peti « circonferenza perenni Ha un 
punta loro direttamente propornoaM il 
Invi Impalati ■ percorrerli: pulito e 
i uè noto circolare unllorm. 


Àidimo 


Sitimi di riferimento 




Leon» e letto in giù 
Il ili lene di riferimento lerrettre 
In quale lineine di riferimeeto? 
la velocità le diversi sistemi di riferimento 
lo rodalo dei gruei in diversi sistemi di riferimento 


treste probabilmente offrire il vostro 
contributo rispondendo alle domande 
del questionario incluso in questo pro¬ 
dotto dimostrativo (di cui potrete otte¬ 
nere una copia gratuita dalla Zanichelli, 
inoltrando una richiesta tramite la vostra 
scuola, al numero di fax 051/243437). 

261 



































Giocattoli e giocattolai 

Un'azienda affermata nel mondo dei giocattoli, che ha già una struttura di distri¬ 
buzione e quindi un mercato aperto non può ignorare il mondo della multimedialità. 
Dopo Ravensburger e Mattel, ecco che anche l'industria italiana Clementoni si con¬ 
quista i suoi spazi nel settore. 

Per fare questo ha provveduto alla localizzazione di un paio di titoli, quali "L'in¬ 
glese con Hickory e Monker" e "Teo, Leo & Manda", che sono programmi di ap¬ 
prendimento linguistico prodotti all'estero, ma per il resto ha fatto ricorso ai talenti 
multimediali italiani. I risultati sono piu che buoni, tanto da farmi preferire le produ¬ 
zioni locali a quelle estere. 


Tommy & Oscar 
Il Fantasma del Teatro 


Produttore: 

Clementoni S.p.A 

Distributore: 

Leader Distnbu7ione SpA- Via Adua 22-2 ' 045 
Gazzate Schianno IVAI Tel : 0332/874111 - Fax. 
0332/870890 


Prezzo: Ut. 99.900 



Fascia d'età . 

5-12 anni 

Ambiente: 

Windows 

Requisiti multimediali: 

standard 


includono anche il "ka¬ 
raoke" sulla base di un 
semplice brano natalizio: un 
gioco di memoria che pre¬ 
vede l'accoppiamento di fi¬ 
gure nascoste: un labirinto 
ed altri ancora. 


Tommy & Oscar 
Il Fantasma del Teatro 

Questo è un prodotto di punta che 
offre un cartone animato della durata 
di oltre 60 minuti (basato su oltre 
30.000 disegni), che può essere ese¬ 
guito sia in modo passivo che in mo¬ 
dalità interattiva. La qualità dei dise¬ 
gni animati e la fluidità delle anima¬ 
zioni sono di ottimo livello, a confer¬ 


ma del fatto che Bruno Bozzetto 
non è più il solo in Italia a saper 
fare delle buone animazioni 
Inoltre, questo prodotto offre 
una buona gamma di giochi e 
un simpatico accessorio che si 
appoggia sulla tastiera del com¬ 
puter trasformandola cosi in una 
tastiera strumentale di tipo pia¬ 
nistico, con la quale il bambino 
può eseguire i suoi brani musi¬ 
cali. Come le immagini suggeri¬ 
scono, i giochi sono diversi ed 


262 

















/.Ju^LLli-^udLcair) 




re dei confini precisi 
curezza cosa sia 
più educativo che 
ludico, o viceversa. 
Quello che mi sem¬ 
bra certo è che se 
un gioco è diver¬ 
tente e stimolante, 
se contiene quiz 
matematici, gram¬ 
matici e sintattici, 
se si presenta con 
una grafica piace¬ 
vole e se funziona 
bene senza biso¬ 
gno di requisiti 
multimediali diversi 
da quelli standard, 
allora la sua cate- 
gorizzazione passa 
in secondo piano. 


e decidere con si- 


Questo gioco prevede come sco¬ 
po ultimo la liberazione di Sapy il gio¬ 
cattolaio, imprigionato da un malva¬ 
gio pupazzo. Ecco che il bambino ini¬ 
zia il gioco sapendo che esso ha uno 
scopo preciso e che le risposte agli 
indovinelli e l’elaborazione di strate¬ 
gie di gioco porterà infine ad un risul¬ 
tato utile. 


Pinguinia - Il Regno 
dei Giocattoli 


Il gioco per i bam¬ 
bini è sempre e co¬ 
munque apprendi¬ 
mento. Alla Clemen- 
toni collocano questo 
prodotto a metà tra il 
videogame ed il pro¬ 
dotto "ludeducativo" 
(qualche tempo fa 
avevo proposto "edu- 
mento - al posto del 
neologismo inglese 
edutainment e nessu¬ 
no mi ha preso sul 
serio, adesso ci ripro¬ 
vo con "ludeducazio- 
ne”...). 

Non è facile stabili- 


Produttore: 

Clomontoni S.p.A. 

Distributore: 

Leader Distnbuzione S pA Via Adua, 22 - 21045 
Gazzate Schiarino (VAI - Tel. 0332/874111 Fax: 
0332/870890 

Prezzo: Ul 69.900 

Fascia d'età: 

6-12 anni 

Ambiente: 

Windows e Macintosh 

Requisiti multimediali: 

standard 


Pinguinia 

II Regno dei Giocattoli 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


263 





































C PL-e. d^lì.1 




ai Romani, agli Egizi 
ed ai Cinesi ai tem¬ 
pi di Marco Polo ol¬ 
tre che a personag¬ 
gi come Leonardo 
da Vinci, Galileo Ga¬ 
lilei e i fratelli Lu¬ 
miere, 

Con l'occasione 
segnalo anche altri 
prodotti Clemento- 
ni attualmente in 
catalogo: Il Quader- 


Produttore: 

Clementom S p A 

Distributore: 

Leader Disiribuzione S p A - Via Adua, 22 - 21045 
Gazzate Sdiranno IVA) - Tel 0332/824111 - Fax 
0332/870890 

Prezzo: Lit 99.900 

Fascia d'età: 

6-12 anni 

Requisiti multimediali: 

standard 


Sapientino e 
la Macchina del Tempo 

Prodotto ludico/educativo che con¬ 
sente l'apprendimento di nozioni di sto¬ 
ria. scienze naturali e matematica, attra¬ 
verso la soluzione di problemi e rispo¬ 
ste a quesiti, con riferimenti ai Primitivi, 


no Magico, World 
Wolf, Teo, Leo & 
Manda, Sapientino e 
il Tesoro dell'Isola 
dei Giochi, che sono 
tutti per Windows e 
Macintosh, L'ingle¬ 
se con Hickory e 
Monker è invece so¬ 
lo per Windows. 

Tutti i prodotti so¬ 
no di buon livello, 
ma mi sembra utile 
segnalare che L'in¬ 
glese con Hickory e 
Monker è un prodotto 
"localizzato", origina¬ 
riamente destinato 
all'apprendimento dei 
primi rudimenti lingui¬ 
stici per bambini di ma¬ 
dre lingua, quindi è 
adatto a bambini che 
abbiano già almeno una 
certa "predisposizione 
naturale" per la lingua 
inglese. 


Sapientino e la Macchina 
del Tempo 


264 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



















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183 i 

AMD P 186 K5 / Cyrix P166* 2601 

Cyrix/IBM P200* 

x un p ina ira 

812 

474 

AM li r 100 so 

AMD P 200 K6 

SIS 

756 

Pentium 133 

260 

Pentium 166 

468 

Pentium 200 

576 

Pentium 166 MMX 

599 

Pentium 200 MMX 

1.086 

Pentium Pro 200 

1.196 


Memoi le RAM 

□ □ 

SIMM 8 Mbyte 

74 

SIMM 16 Mbyte 

145 

| SIMM 32 Mbyte 

279 


DeskJet 

Deekjet 

Bubblejet 

UT 

HP 

Canon 

Canon 

400c 

690c 

240c 

150c 

274 

466 

289 

287 

Deekjet 

Deakjet 

Deekjet 

Laaer 

Bpson 

Epson 

Epson 

OKI 

400 

600 

800 

Win4 

492 

599 

829 

499 


Memorie di Mas?a 

HO! 

1.3 Gbyte E IDE Pujitso 

324 

1.7 Gbyte EIDE Fujitsu 

381 

2.1 Gbyte EIDE Quantum 

358 

2.6 Gbyte EIDE Quantum 

394 

4.3 Gbyte ETDF. Quantum 

671 

2.1 Ohyte SCSI 

624 

CD ROM 12x 

176 

CD ROM 16x 

199 

MegneloOttico 640 Mbyte 

819 

I/O MEG A ZIP esterno 

269 | 

I/O MEO A JAZ 1 Gbyte 

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549 

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426 

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794 

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TEORIE & TECNICHE 


a cura di Andrea de Prisco 


Calibriamo i colori 

Avendo a che lare con riproduzioni fotografiche di immagini digitali il problema fondamentale è la ri- 
produzione esatta del colore In questo articolo vedremo come è possibile ottenerla senza utilizzare i 
costosi strumenti di calibrazione che solo i professionisti possono permettersi, ma ricorrendo alla più 
nobile delle arti informatiche: la programmazione 


di Gianluca Li Causi 


Digitale è meglio! 

«Finalmente!» esclamai, quando per 
la prima volta ebbi tra le mani la mia 
nuova scheda grafica e il programma di 
fotoritocco, «Adesso potrò stampare le 
mie foto esattamente come le voglio io, 
vedendo il risultato sul monitor invece 
di fare i soliti provini! », 

Essendo appassionato di fotografia 


era ovvio che vedessi in questa poten¬ 
zialità tutto un nuovo mondo che mi of¬ 
friva fantastiche possibilità creative e 
soprattutto, finalmente, il completo 
controllo dei risultati, 

Se vi siete cimentati, magari solo per 
diletto, a stampare fotografie in bianco 
e nero in camera oscura sapete cosa 
vuol dire, a meno di non essere davvero 
esperti, sprecare tempo e carta foto¬ 



Figura I - La slessa immagine di una tavola cromatica come disegnata sui monitor tal e come viene ripro¬ 
dotta da vari dispositivi, stampante mkiet da ZZOdpi Ibi. stampante professionale a sublimatone le), foto¬ 
grafia diretta del monitor Id). stampante laser professionale tei proiettore industriale per carta fotografica 
Iti Le tavole da Ib) ad tf) sono state scansionate e poi manipolate In modo che sul monitor rispecchiassero 
esattamente i colon delle relative stampe. E 1 evidente come ad esempio i colori intorno al blu puro sono ri¬ 
prodotti quasi sempre in viola 


sensibile nell'arduo tentativo di trovare 
la giusta esposizione, il giusto contrasto 
e l'inquadratura, per non parlare del soli¬ 
lo pelino di polvere che capita sempre 
dove dò più fastidio 

Se poi avete provato la stampa a co¬ 
lori. o anche semplicemente vi siete 
serviti di un laboratorio specializzato, al¬ 
lora capirete senza dubbio la mia esi¬ 
genza: quando mai la stampa di una dia¬ 
positiva è venuta esattamente identica 
all'originale? Voglio dire con le stesse 
densità di chiaroscuri e con le stesse 
tonalità cromatiche! 

E' tipico ad esempio che le ombre 
vengano completamente nere o le luci 
alte completamente brucate (classico 
esempio le foto dei tramonti): oppure 
viene introdotta una dominante cromati¬ 
ca che falsa più o meno pesantemente i 
colori originali, specialmente se questi 
sono già poco saturi. 

Può il computer risolvere questi pro¬ 
blemi! 1 

Riassumiamo brevissimamente, an¬ 
cora per una volta, in cosa consiste il 
processo di fotoriproduzione digitale. 
Partiamo dal nostro fotogramma origi¬ 
nale su pellicola, sia esso un negativo, 
b/n o colore, o una diapositiva: 

Fase 1: SCANSIONE: Dapprima la 
nostra immagine deve essere analizzata 
con uno strumento detto scanner che 
trasmette al computer i valori di lumino¬ 
sità in forma numerica: in questo modo 
l'immagine viene digitalizzata 

Fase 2: ELABORAZIONE: Una volta 
nell'hard disk del computer la foto può 
essere elaborata con un adatto softwa¬ 
re di manipolazione e visualizzato su un 
monitor ad alta risoluzione 

Fase 3: RESTITUZIONE: Infine vo¬ 
gliamo ottenere nuovamente un'imma- 


266 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 











gme fotografica, su pellicola o diretta- 
mente su carta, della nostra fotografia. 

Detta cosi sembra semplice, ma nella 
realtà se non si pone una meticolosa at¬ 
tenzione alla calibrazione di ognuna di 
queste fasi il risultato può essere del 
tutto sbagliato 

Diremo che un dispositivo di acquisi¬ 
zione o restituzione di immagini è cro¬ 
maticamente calibrato se fornisce un 
output visivamente identico al relativo 
input. 

Ma questo di norma non succede! 

... Digitale è 
peggio? 

Supponiamo di far digitaliz¬ 
zare una diapositiva su un 
PhotoCD e visualizziamo il fi¬ 
le con una opportuna scheda 
grafica: se confrontiamo l'im¬ 
magine della diapositiva con 
quella sul monitor quasi sicu¬ 
ramente non saranno identi¬ 
che: quel blu è un po' piu ver¬ 
de, quella zona è troppo chia¬ 
ra... se andiamo a fare i pi¬ 
gnoli poco a poco l'immagine 
digitalizzata ci comincerà a 
sembrare completamente di¬ 
versa da quella sulla pellicola! 

La situazione è ancora 
peggiore se adesso mandia¬ 
mo il file alla nostra stampan¬ 
te capace, a quanto afferma 
la ditta, di offrire una qualità 
fotografica: i colori finali non 
hanno quasi niente a che fare con quelli 
che vediamo sul monitor! Lascio a voi 
immaginare il confronto con la diapositi¬ 
va di partenza! 

Dopo molteplici e vani tentativi si fini¬ 
sce presto per rivolgersi ad un laborato¬ 
rio specializzato, confidando nella perfe¬ 
zione del costoso scanner professionale 
e della costosissima stampante a subli¬ 
mazione 

Ma il risultato non cambia ancora una 
volta la stampa cartacea, nonostante 
l'eccellente qualità che la fa molto simi¬ 
le ad una vera fotografia, ci presenta 
un'immagine del tutto diversa da come 
noi I abbiamo elaborata! 

Quand'é cosi all'inizio pensi che ti sia 
capitato un cattivo laboratorio, ma quan¬ 
do, dopo averne girati una dozzina, ti ac¬ 
corgi che ognuno ti dà dello stesso file 
una stampa diversa, capisci che il pro¬ 


blema è più profondo. 

E' sufficiente osservare la figura 1: 
l'immagine la) mostra una tavola croma¬ 
tica di 32.768 colon, facilmente dise¬ 
gnarle con qualsiasi software di tratta¬ 
mento immagini, e i riquadri sottostanti 
ne mostrano la stampa ottenuta con i 
diversi tipi di stampante disponibili co¬ 
munemente o presso laboratori specia¬ 
lizzati: già al primo sguardo è evidente 
l'enorme diversità, sia tra di loro sia con 
l'immagine al monitor! Anzi, se provate 
a generare questa immagine e la con¬ 
frontate con la sua stampa su questo 


stesso articolo, noterete con tutta pro¬ 
babilità delle ulteriori differenze! 

Questo è il problema, ed è già stato 
scritto molto al riguardo sulle pagine di 
questa rivista. Il mio piccolo contributo 
vuole andare un poco piu in profondità 
per cercare di capire meglio da dove 
viene il problema e soprattutto darne 
una soluzione, strettamente software, 
alla portata di tutti. 

Le domande sono due: da cosa di¬ 
pende tutto questo? E' davvero possibi¬ 
le calibrare il sistema fino a ottenere 
una riproduzione perfetta, o era meglio 
la stampa fotografica tradizionale? 


Ancora spazi colore? 

Per dare qualche spiegazione dobbia¬ 
mo ricorrere alla colorimetria, che è 


quella scienza che si occupa di misurare 
i colori, cosi da poterli classificare in 
qualche ordine significativo, dal quale 
poi costruire un riferimento assoluto 
per la calibrazione cromatica. 

Ma come si misura un colore? Nello 
spettro vediamo i colori naturalmente 
ordinati secondo la familiare sequenza 
dell'arcobaleno, ma quelli sono soltanto 
una piccolissima parte delle sfumature 
percepibili dall'occhio umano Senza en¬ 
trare troppo nel dettaglio (ma tenete 
sotto mano gli articoli precedenti) dire¬ 
mo che la questione dei colori si è potu¬ 
ta risolvere scientificamente 
solo dopo aver capito come 
funziona la rètina già si sa¬ 
peva che mescolando in ap¬ 
propriate proporzioni il rosso, 
il verde e il blu si poteva ot¬ 
tenere qualsiasi colore, ma 
solo in seguito si scopri che 
questo è dovuto al fatto che 
la stessa rètina è costituita 
da tre diversi fotorecettori. 
sensibili selettivamente a 
questi tre colori. 

Venne allora naturale di 
rappresentare i colori sepa¬ 
randone le componenti nei 
tre assi cartesiani del cosid¬ 
detto spazio colorimetrico 
RGB. In questo spazio tridi¬ 
mensionale un punto qual¬ 
siasi rappresenta il colore 
che si ottiene da tanto fos¬ 
so, verde e blu quanto valgo¬ 
no rispettivamente le sue 
coordinate x, y e z (fig. 2). 

I tre colori citati vengono 
detti colori primari additivi in quanto se 
li sovrapponiamo alla massima intensità 
otteniamo il bianco. 

Chi si diletta di pittura saprà invece 
che per ottenere i vari colori deve mi¬ 
schiare il ciano, il magenta e il giallo 
ICMY), questi sono infatti i complemen¬ 
tari dei precedenti e vengono detti colo¬ 
ri primari sottrattivi, in quanto mischiati 
tutti insieme danno il nero. 

La differenza sta nel fatto che i prima¬ 
ri additivi sommano la luce che emetto¬ 
no, mentre i sottrattivi assorbono la lu¬ 
ce che li illumina, riflettendone solo una 
parte. 

Per questo i monitor devono usare i 
tre colori additivi ( tricromia RGB), men¬ 
tre le stampanti quelli sottrattivi, anzi 
per avere un nero puro devono aggiun¬ 
gerlo direttamente ai tre ( quadricromia 
CMYK) Ecco che abbiamo già due di- 



Figuia 2 - Spano colorimelnco RGB. ogni punto di questo spano rapp'esenta 
il colore che si ottiene sommando tanto rosso, verde e blu guanto valgono ri¬ 
spettivamente le sue coordinate s, y. e 2 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 


267 





Figura 3 - Ne lo spazio 
colorimetnco RGB, né 
lo spazio CMYK sono 
in grado di rappresen¬ 
tare tutti i colori perce¬ 
pibili dall occhio umano 
e. soprattutto, non si 
sovrappongono esatta¬ 
mente. con la conse¬ 
guenza che esistono 
dei colon sul monitor 
che non e possibile ri¬ 
produrre con una stam¬ 
pante Ippicamente il 
blu puro del monitori e 
dei colori della stam¬ 
pante che non si pos¬ 
sono riprodurre sul mo¬ 
nitor Itipicamente il 
verde puro della stam¬ 
panteI Ovviamente 
questo stesso grafico 
non è realistico, essen¬ 
do stampato in CMYK 


versi spazi colorimetrici, I RGB e il 
CMYK. Ma di spazi colorimetrici ne esi¬ 
stono tantissimi, ognuno dei quali sce¬ 
glie proprietà diverse del colore per ca¬ 
ratterizzarlo; lo standard attuale, scelto 
definitivamente nel 1976 dalla C.I.E. 
(Commission Internationale de l'Eclaira- 
gel, è il famoso CIELAB, che è in grado 
di rappresentare tutti i colori percepibili 
dall'occhio umano. Inoltre, rappresen¬ 
tando su di esso gli spazi RGB e CMYK 


se ne possono comprendere facilmente 
le limitazioni. Il diagramma in figura 3 ci 
dà un'idea delle restrizioni imposte da 
questi due metodi di riproduzione. Il 
cerchio colorato è la sezione equatoriale 
della sfera CIELAB che. a prescindere 
dalla luminosità, rappresenta tutti i colo¬ 
ri percepibili: come si vede nessun mo¬ 
nitor basato sul sistema RGB potrà mai 
riprodurre l'intero spettro cromatico del¬ 
l'occhio umano e. soprattutto, nessun 


sistema CMYK potrà mai riprodurre tutti 
i colori del monitor (e viceversa). (Ovvia¬ 
mente i colori del grafico stesso sono 
inesatti, essendo stampato in quadricro¬ 
mia). 

Ci sono dunque delle limitazioni di ca¬ 
rattere fondamentale che non possono 
essere superate (a meno di inventare 
altre tecniche di generazione del colore 
per i monitor e le stampanti), ma se il 
sistema è calibrato si potranno perlo¬ 
meno riprodurre i colori possibili nel 
modo giusto Del resto questo proble¬ 
ma è comune anche alla fotografia tra¬ 
dizionale (le diapositive si stampano in 
RGB e le negative in CMY), ma ciò non 
ha mai impedito a nessuno di scattare 
ottime fotografie! 

Vediamo come caratterizzare il secon¬ 
do tipo di limitazioni. 


Un po’ di matematica 

Ciascun dispositivo di acquisizione o 
riproduzione di immagini può essere 
considerato come una 'scatola nera' 
che ha il compito di analizzare l'informa¬ 
zione in input e trasformarla in una for¬ 
ma diversa adatta per l'output. Uno 
scanner a 24 bit, ad esempio, trasforma 
le intensità di luce nei tre colori in nu¬ 
meri compresi tra 0 e 255, il monitor al 
contrario trasforma un dato numerico in 
intensità luminosa, mentre la stampan¬ 
te deve dapprima convertire interna¬ 
mente la tripletta RGB in una quadrupla 
CMYK e poi convertire ancora questi 
quattro numeri nelle opportune correnti 
elettriche che comandano gli ugelli de¬ 
gli inchiostri. Poiché queste conversioni 
vengono effettuate dai diversi dispositi¬ 
vi con tecnologie diverse è evidente 
che difficilmente senza calibrazione si 
potranno avere gli stessi output 

La relazione tra l'input e l'output di 
un sistema viene chiamata dai mate¬ 
matici funzione di trasferimento, e la 
calibrazione stessa è un tipico esempio 
di problema inverso. 

La funzione di trasferimento (TF, 
transfer function) ci dice molte cose sul 
sistema di riproduzione e su quanto sia 
possibile o meno ricalibrarlo. Se il no¬ 
stro dispositivo fosse perfetto questa 
funzione sarebbe lineare (fig. 4) e ad 
ogni colore in input corrisponderebbe 
lo stesso identico colore in output, e 
solo quello. 

Cominciamo dal sistema macchina 
fotografica - diapositiva: la TF non può 
essere lineare e nemmeno biunivoca 
per principio, perché deve mettere in 
relazione l'intero spazio cromatico CIE¬ 
LAB cioè tutti i colori del mondo reale, 


Figura 4 ■ La Funzione 
dt Trasferimento mette 
in relazione i colori in 
input al dispositivo di 
stampa con quelli ef¬ 
fettivamente hprodotti 
Se esistesse un siste¬ 
ma perfetto la sua TF 
sarebbe perfettamente 
lineare, come quella di¬ 
segnata m giallo, nella 
realtà accade tuttavia 
che la TF sia non linea¬ 
re e spesso anche non 
biunivoca Icurva cele¬ 
ste), cioè a due o più 
colon in input corri¬ 
sponde lo stesso colo 
re in output. 



268 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 








Figura 5 - Una diapositiva può riprodurre solamente i colori dello spazio FIGB. che è solo un soitospazio del¬ 
l'intero spettro visibile, perciò deve necessariamente accadere che due diversi colori A e B vengano npro- 
dotti con lo slesso colore C Ioniamente qui l’eflelto è esagerato! 


con solo una porzione di essa, cioè lo 
spazio RGB rappresentabile dalla diapo¬ 
sitiva (fig 5). Questo significa che ci sa¬ 
ranno sicuramente dei colori diversi ai 
quali corrisponde lo stesso colore sulla 
pellicola Una funzione del genere è non 
biunivoca e perciò non è possibile inver¬ 
tirla. Ed anche qui, come ben sanno i 
fotografi, pellicole diverse forniscono 
della stessa scena immagini diverse. 

Ma il nostro lavoro di elaborazione 
parte dalla diapositiva, perciò almeno il 
sistema di acquisizione scanner + mo¬ 
nitor deve essere ncalibrabile, in quan¬ 
to passiamo da RGB ad RGBI Stesso 
dicasi per la restituzione in RGB su dia¬ 
positiva, mentre ovviamente non vale 
se l'originale o il risultato finale sono 
stampati su carta, perché allora dobbia¬ 
mo passare da CMYK ad RGB o vice¬ 
versa. 

Beh. ma a tutto questo dovrebbero 
pensarci le case costruttrici di monitor, 
scanner e stampanti! Come abbiamo vi¬ 
sto tuttavia questo non avviene, o alme¬ 
no non con la precisione richiesta. 

Nel campo professionale il problema 
viene risolto con l'utilizzo di appositi 
strumenti chiamati colorimetri, o anche 
spettrofotometri o radiometri spettrali, i 
quali misurano direttamente, sul moni¬ 
tor o sulla stampa, le intensità luminose 
che ricevono in un gran numero di ban¬ 
de spettrali, caratterizzando cosi il colo¬ 
re in modo univoco e provvedendo poi, 
con un apposito software, alla calibra¬ 
zione. Ma per noi comuni mortali il prez¬ 
zo di un siffatto strumento, che egua¬ 
glia o supera quello dell'intero PC. lo 
rende decisamente inaccessibile, alme¬ 
no per il momento. 

Inoltre, esistono ben pochi monitor 


dedicati alla riproduzione esatta del co¬ 
lore. tra cui il Barco Reference Calibra- 
tor, corredato di particolari circuiti di sta¬ 
bilizzazione del colore e di uno strumen¬ 
to in grado di misurare il monitor e cali¬ 
brarlo automaticamente. Ma anche qui 
il prezzo elevato ne consente l’acquisto 
solo agli studi grafici più avanzati. C'è 
da dire che la differenza è notevole: i 
comuni monitor dei nostri PC commet¬ 
tono errori cromatici fino a 20-30 volte 
superiori alla soglia di percezione, quan¬ 
do già un errore di 6 o 7 viene valutato 
come inaccettabile. Se anche trovassi¬ 
mo un servizio di digitalizzazione o di re¬ 
stituzione perfetto, la distorsione cro¬ 
matica del nostro monitor ne rendereb¬ 
be quindi del tutto vano l'utilizzo 


Cosa si può fare? 

L idea è concettualmente semplice: 
se la funzione di trasferimento distorce 
in strano modo i nostri dati basterà for¬ 
nire al sistema un input distorto nel mo¬ 
do opposto, cosi da compensarne le de¬ 
viazioni dalla linearità. Questo vuol dire 
invertire la funzione di trasferimento, 
cioè calcolare la funzione X tale che 


TF " X = 1 (1) 

dove 1 è la matrice identità dello spa¬ 
zio considerato. 

Ma abbiamo appena visto che la mag¬ 
gior parte delle volte tale funzione non 
è invertibile! Il meglio che possiamo fa¬ 
re è allora trovare la funzione X* per la 
quale la differenza e che compare nel¬ 
l'equazione 



TF ‘ X' = 1 + e (2) 

sia la più piccola possibile. 

Per misurare le differenze colorimetri¬ 
che descritte dalla matrice e è però ne¬ 
cessario che lo spazio dei colori in cui ci 
poniamo sia uno spazio metrico , e ciò 
non è per niente ovvio! Dal punto di vi¬ 
sta matematico lo spazio dei colori ha 
una metrica se esiste una funzione det¬ 
ta “distanza" che verifichi le seguenti 
condizioni: 

al Due colori ritenuti identici al limite 
della percezione visiva, sono 'appresen- 
tati dallo stesso punto nello spazio cro¬ 
matico (condizione di distanza nulla). 

b) La distanza tra un colore A e un co¬ 
lore S è la stessa che tra B ed A (sim¬ 
metria). 

c) La distanza tra un colore A ed un 
colore C è minore o uguale della distan¬ 
za tra il colore A ed un altro colore B più 
la distanza tra B e C (disuguaglianza 
triangolare). 

Se fosse possibile definire questa 
metrica sarebbe possibile calibrare gli 
input e gli output di sistemi diversi uti¬ 
lizzando un terzo rivelatore per osser¬ 
varli entrambi: tanto per fare un esem¬ 
pio si potrebbero confrontare quantitati¬ 
vamente una foto di una tavola cromati¬ 
ca mostrata sul monitor con una foto, 
fatta con la stessa pellicola, della sua 
stampa cartacea In tal modo un oppor¬ 
tuno programma di calcolo sarebbe in 
grado di risolvere l'equazione (2) in mo¬ 
do indipendente dalla pellicola usata, 
trovando la migliore matrice X' con la 
quale trasformare l'immagine 

Il meccanismo della percezione dei 
colori non è tuttavia cosi semplice co¬ 
me lo abbiamo descritto all'inizio, e in 
realtà non è stato ancora possibile 
mappare l'intero spettro cromatico su di 
uno spazio metrico euclideo: il motivo è 
che i soli valori di percezione dei tre co¬ 
lori primari R, G e B non sono affatto 
sufficienti a caratterizzare un colore! 
Per esempio, lo sapevate che l'occhio 
umano può percepire due colori come 
diversi anche se le relative terne croma¬ 
tiche sono uguali?! 

Effettivamente la rètina è solo a 
grandi linee simile ad una pellicola a 
colori: innanzi tutto oltre ai tre tipi di 
recettori del colore, detti coni, è pre¬ 
sente un quarto tipo di cellule fotosen¬ 
sibili chiamate bastoncelli, che hanno 
una risposta dipendente dalla sola lu¬ 
minosità della scena osservata Ma so¬ 
prattutto le connessioni nervose prove¬ 
nienti dai singoli fotorecettori non arri¬ 
vano una per una direttamente ai cen- 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


269 




Figura 6 ■ Semplice lesi 
che dimostra come lo 
Spano RGB non ha la 
stessa metrica dello 
Spazio Percettivo: quali 
dei colon laterali sono 
'più vicini' a quello cen¬ 
trale? Sicuramente ri¬ 
sponderete: 'i colori di 
destra' iQuesto tesi va 
latto sul monitor, non 
su questa figura che è 
stampata in CMYKl El- 
leltivamenie l'occhio 
umano percepisce i co¬ 
lon illustrali a destra co¬ 
me piu simili ai centrali, 
ma nello spazio RGB il 
destro e il sinistro sono 
distanti uguali nel caso 
lai e nel caso Ibi il sini¬ 
stro è il più vicmol 
ISe volete riprodurti sul 
monitor i colori dise¬ 
gnati sono nell 'ordine 
Ir.g.bl 164.64.641, 
164.191.01. IO. 191.1271 
per tal e 170.0.641. 
10.0,1271, 10.0.2551 per 
Ibi 


tri cerebrali della visione, prima si riuni¬ 
scono, già all'interno della rètina, in 
una serie di sirati gangliari, che elabo¬ 
rano preventivamente l'informazione 
visiva inviandone al cervello il solo con¬ 
tenuto semantico. 

Il colore dunque non è affatto identifi¬ 
cabile con una terna di numeri, ma di¬ 
pende. oltre che da questi, anche da 
informazioni più complesse come la po¬ 
sizione sulla rètina, le terne cromatiche 
dei colori adiacenti, l’illuminazione glo¬ 
bale dell'intero campo visivo, il contra¬ 
sto con lo sfondo, ecc. ecc. 

Alcune recenti ricerche sulla visione 
indicano che per mappare adeguata- 
mente lo spettro cromatico bisogna 
usare spazi metrici di almeno 5 o 6 di¬ 
mensioni. 

E' molto semplice rendersi conto di 
come la metrica dello spazio RGB non 
corrisponda a quella dello spazio percet¬ 
tivo: prendiamo ad esempio i colori in fi¬ 
gura 6: quale dei colori laterali è "più si¬ 
mile' a quelli centrali? Senza dubbio 
quelli a destra (per lo meno sul monitor: 
per fare questa prova è necessario dise¬ 
gnare questi colori al computer e con¬ 
frontarli sul monitor, non sulla stampa di 
questo articolo) Eppure nello spazio 
RGB sono ugualmente distanti nella si¬ 
tuazione a), e nella situazione b) il più vi¬ 
cino è il colore a sinistra: 94 livelli contro 
; 28! 


Occhio ai colori! 

Non potendo quindi mettere in prati¬ 
ca un metodo automatico basato 
sull'RGB che confronti input ed output 
e ne calcoli la calibrazione, non resta 
che l'antico ma funzionale metodo di 
confrontarli 'ad occhio'I In effetti, per 
quanto rozza possa sembrare, questa 
strada si è rivelata di gran lunga la più 
rapida e precisa. 

Il programma di calibrazione che ho 
scritto fa esattamente il contrario di ciò 
che fanno tutti i programmi di grafica 


sui quali ho lavorato. Molti di essi, come 
Photoshop. CorelPaint, ed altri dispon¬ 
gono di una opzione di prestampa, ba¬ 
sata sui famosi CMS (Color Manage¬ 
ment Systems), con la quale è possibile 
avere sul monitor un preview dell’im¬ 
magine stampata, spesso molto fedele 
alla stampa vera e propria ma tuttavia 
affatto inutile al nostro scopo: una volta 
visto che il preview di stampa è diffe¬ 
rente dall'immagine originale non c'è 
modo infatti di sapere esattamente co¬ 
me cambiare quest'ultima affinché la 
stampa venga come volevamo. O me¬ 
glio, questo si può fare, ma a spese di 
una gran perdita di tempo, visto che 
dobbiamo invocare la prestampa (solita¬ 
mente molto lenta) per verificare il risul¬ 
tato di ogni operazione E alla fine non 
riusciamo in ogni caso ad ottenere la 
stessa immagine di quella che voleva¬ 
mo stampare! 

Il mio approccio è stato per questo 
motivo diametralmente opposto: una 
volta che l’immagine è pronta per esse¬ 
re stampata, il programma la trasforma 
secondo la matrice costruita in fase di 
calibrazione e poi la invia alla stampante 
così modificata. 

Vediamo come funziona in pratica tut¬ 
to questo, passo passo. 

La prima cosa da fare è regolare la lu¬ 
minosità e il contrasto del monitor al va¬ 
lore che riteniamo più confortevole per 
lavorare con le immagini, ponendo at¬ 
tenzione che anche l'illuminazione della 
stanza sia quella che usiamo di solito 
Ogni volta che vorremo elaborare 
un'immagine dovremo perciò regolare il 
monitor e la luce ambiente in questa 
precisa configurazione. 

Ora dobbiamo accertarci che il moni¬ 
tor non abbia dominanti cromatiche e ri¬ 
produca perciò in modo corretto i livelli 
di grigio. Per far questo alcuni nuovi 



Figura 7 Tavole cromatiche da utilizzare per la calibrazione dei dispositivi di restituzione Delle tavole 
3x3*3 come quelle mostrate sono di solito adeguate, anche se può essere utile usare queste sul monitor 
e delle 5*5*5 per la stampa, ottenendo piu precisione nella lase di confronto visivo 
£' importante che i riquadri siano grandi, ben distanziati tra di loro, e su sfondo nero 


270 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 






modelli hanno delle funzioni hardware 
apposite che intervengono direttamen¬ 
te sulla temperatura dì colore del moni¬ 
tor; in ogni caso i già citati software per 
immagini possiedono un comando che 
permette di variare il monitor gamma 
nei tre colori RGB, ovvero di dare artifi¬ 
cialmente all'Immagine maggiore o mi¬ 
nore intensità nei diversi colori per com¬ 
pensare le eventuali dominanti del mo¬ 
nitor. Una volta eseguita la regolazione 
del gamma, sufficientemente ben de¬ 
scritta negli help in linea, una scala di 
grigi dovrà apparire del tutto neutra. 

Di tanto in tanto sarà bene ritarare il 
monitor gamma perché in molti mesi di 
utilizzo potrebbe variare in modo ap¬ 
prezzabile. Inoltre se si usano contem¬ 
poraneamente più programmi di grafica 
sarà necessario regolarli l'uno con l'altro 
in modo che la stessa immagine appaia 
uguale tra di loro. 

A questo punto, una volta scelto il di¬ 
spositivo di restituzione della cui qualità 
siamo più soddisfatti, dobbiamo prepara¬ 
re delle tavole cromatiche come quelle 
in figura 7, e farle stampare. Tre tavole 



Figura 8 - Confronto tra una tavola cromatica e la sua stampa ll'immagine della stampa e stata modificata 
visualmente in modo che il monitor la riproducesse al megliol 

Nella lase di confronto bisogna sostituire ad ogni colore della tavola il coioie che ha come coordinate la po¬ 
sizione del ’riquadro più simile' sulla stampa Nell esempio il colore piu simile allo IO, 127,2551 è stato 
stampato laddove sarebbe dovuto esserci lo 10.255,255), perciò dobbiamo disegnare un'altra tavola in cui 
coloriamo il riquadro dello IO. 127.255) col coloro 10,255,255) Oucst'ultima tavola sarà /'immagino che 
verrà esaminata dal programma di calibrazione per costruire le malrio I, g ed li spiegate nel testo 


Figura 9 - L imma¬ 
gine Ib) che viene 
mandata alla stam¬ 
pante dal program¬ 
ma di calibrazione 
sarà del tutto falsa¬ 
ta cromaticamente, 
ma sarà falsata nel 
modo giusto affin¬ 
ché venga riprodot¬ 
ta come l 'originale 
la) 




» 


da 3x3 come quelle mostrate sono suffi¬ 
cienti per interpolare la funzione di tra¬ 
sferimento inversa con buona precisio¬ 
ne. anche se per il confronto visuale dei 
colori può essere utile stamparne di più. 

Sulle tavole segneremo anche le 
coordinate cromatiche RGB. come in fi¬ 
gura 8. 

Le stampe vanno confrontate con 
quelle al monitor avendo particolare cu¬ 
ra che la luce con cui le illuminiamo sia 
la stessa sotto la quale esporremo poi 
le fotografie finali (eventuali deviazioni 
globali dovute a diversa illuminazione 
potranno comunque essere facilmente 
compensate in seguito). 

Ora selezioniamo un riquadro delle ta¬ 
vole sul monitor e cerchiamo sulle 
stampe il colore- X che più assomiglia a 
quello nel monitor, colore che può tro¬ 
varsi anche molto lontano dalla posizio¬ 
ne in cui sarebbe dovuto apparire e che 
potrebbe essere anche intermedio tra 
due quadrati adiacenti della tavola cro¬ 
matica. Leggiamo quindi le coordinate 
(r.g.b) della posizione in cui si trova que¬ 
sto colore X, e sostituiamo al riquadro 
selezionato sul monitor il colore corri¬ 
spondente alla tema (r.g.b). Poi ripetia¬ 
mo il procedimento sostituendo uno ad 
uno tutti i colori delle tavole, che alla fi¬ 
ne rappresenteranno la "mappa'' della 
TF inversa della stampante. 

In pratica avviene questo: se un colo¬ 
re A sul monitor appare sulla stampa 
laddove dovrebbe essere stampato il 
colore 6, noi ogni volta che incontriamo 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


271 





IL PROGRAMMA DI CALIBRAZIONE 


ui di seguito è riportata a grandi linee la traccia del 
programma di calibrazione, che può essere scritto più o meno age¬ 
volmente in qualsiasi linguaggio. 

Il mio programma è stato senno in linguaggio IDL 4.0, un lin¬ 
guaggio adatto a manipolare dati scientifici, che purtroppo non può 
generare file eseguibili. In ogni caso, per chi è interessato, il codi¬ 
ce può essere trovato al seguente indirizzo 
pttp://www. geocities.com/Lapejanaverai/LaD/jjie/cau pro.ntn\ 

e potreDbe essere utile anche per chi volesse svilupparlo in altri 

linguaggi. 

Sempre nello stesso sito sono disponibili i file delle matrici di ca¬ 
librazione per le seguenti stampanti (per la precisione, il monitor 
usato è un Hantarex). 

Canon Color Laser 700 settata come QMS100 Color Script. 

disponibile a Roma presso il laboratorio Eurocopie, Via di Monte 
Brianzo 79. 

Matrice di calibrazione all'indirizzo: 

ttp;//www.geocities.com/LapeLanaverai/LaD/JJlWcanor\ 700.zip 

- Epson Stylus Color II. usata a 720 dpi su carta speciale 
Epson non lucida, usando i driver di default della slampante 

Ancora in preparazione! Ma sarà presto disponibile all'indirizzo: 
ftpy/www. geoaties.com/capecanaverai/LaD/JJ iit/styIUs] zip 

- Dispositivo d fotorestituzione su pellicola del Laboratorio 
Fotografico Professionale Fotoservice S.r.l.. Roma, Via Marcanto¬ 
nio Colonna 58 e Via della Pisana 419, restituendo l'Immagine su 
negativo e usando per la stampa su carta la seguente filtratura: 
68 7611 1 N-1 8 2 21 01 (ovviamente una volta tarato il sistema è 
necessario che il laboratorio stampi le foto sempre con la stessa 
filtratura). 

Ancora in preparazione! Ma sarà presto disponibile all'Indirizzo: 
ttp://www. geocities.com/LapeCanaverai/LaD/JJ W/totoserv.zi[\ 

Sono benvenuti ulteriori file con le matrici di calibrazione per al¬ 
tre stampanti, scanner e monitori (Contattare l'autore via e-mail: 
MC4452@mclink.it) 



ne stessa con un resampte in modo da ottenere lo stesso effetto. 

Salvare poi l'immagine in un formato raw facilmente leggibile 
dal programma in quanto composto da un header di dimensioni 
scelte dall'utente al quale seguono i valori ad un byte per R. G e B 
dei pixel, dall'alto a sinistra al basso a destra dell'Immagine 

2. Dal programma, leggere le immagini delle tavole punto per 
punto e scrivere i colori in tre matrici 3x3x3 una per il rosso, una 
per il verde e una terza per il blu 

3. Creare tre matrici 32x32x32 che interpolano le matrici pre¬ 
cedenti (f. g e h della formula (3) nel testol La funzione interpo¬ 
lante deve passare per i punti interpolati e deve avere derivate par¬ 
ziali prime continue (cioè non avere angoli) 

Queste condizioni sono verificate da un gran numero di funzioni, 
ma uno dei metodi migliori, già implementato nella versione 4.0 
del linguaggio IDL che ho usalo, è il Modified Shepard's Method, 
descritto in Renka R. J., "Multivariate Interpolation of Large Sels of 
Scattered Data,' ACM Transactions on Mathematica! Software, 

Voi. 14, Mo. 2. June 1988, Pages 139-148. 

Il codice fortran di questa routine si trova anche all'indirizzo In¬ 
ternet: in ito://www. netho.no/ne tiiD/toms/óo I ed è ampiamente 
commentato al suo interno, in ogni caso l'articolo è molto chiaro e 
non dovrebbe essere particolarmente difficile tradurre questo codi¬ 
ce in altri linguaggi In alternativa si potrebbe usare un software 
commerciale di calcolo matematico o provare con altre funzioni in¬ 
terpolatoci che abbiano le proprietà di regolarità suddette. 

4. Una volta salvata l'immagine fotografica da stampare in for¬ 
mato raw, leggerla punto per punto col programma di calibrazione, 
scalarne i valori RGB tra 0 e 31 e leggere il valore calibrato 
(anch'esso tra 0 e 31 ) nelle matrici f, g ed h 

Interpolare linearmente tra questi valori per ortenere comunque 
una dinamica di 256 livelli compresa tra 0 e 255. Scrivere infine i 
nuovi valori RGB nel file deH'immagine calibrata. 

La prima volta è bene stampare proprio le tre tavole dei colori, 
per confrontarle ancora una volta con quelle originali ed eventual¬ 
mente eseguire un secondo ed ultimo confronto per raffinare ulte¬ 
riormente le matrici di calibrazione 


Traccia del programma: 

1. Disegnare per ognuna delle tre tavole, modificate dopo il 
confronto visuale, un'immagine da 3x3 pixel assegnando ad ogni 
pixel il colore del riquadro corrispondente; oppure ridurre l'immagi¬ 


5. Stampare l’immagine modificata dal programma al posto 
dell'originale elaborato. 

6. Ammirare finalmente la stampa della propria fotografia sen¬ 
za più imprecare contro le stampanti, i computer e la fotografia di¬ 
gitale. 


il colore A lo cambiamo in 6: cosi ingan¬ 
niamo la stampante e gli facciamo 
stampare A per forza. Lo schema in fi¬ 
gura 9 illustra chiaramente il procedi¬ 
mento. 

Ora il programma di calibrazione non 
deve far altro che leggere i valori R, G e 
B delle tavole modificate, interpolarli su 
tutto il cubo RGB e salvare una volta 
per tutte le tre matrici tridimensionali 
che rappresentano le trasformazioni: 

rosso_da_stampare = f (rosso,verde,blu) 
verde_da_stampare = g (rosso.verde.blu) 
blu_da_stampare =x h (rosso.verde.blu) 


dove f, g ed h sono le matrici a tre indi¬ 
ci suddette, ottenute come spiegato nel 
riquadro in appendice. 

Perciò ogni volta che dovremo stam¬ 
pare un'immagine la passeremo dappri¬ 
ma al nostro programma, il quale la tra¬ 
sformerà sostituendo ad ogni pixel il co¬ 
lore letto nelle tre matrici. Ovviamente 
l'immagine finale sarà del tutto defor¬ 
mata cromaticamente se vista sul moni¬ 
tor, ma sarà distorta nel modo giusto af¬ 
finché la stampante ne riproduca alla fi¬ 
ne i colori originali (fig. 9). 

Risultati ancora migliori si ottengono 
poi se la restituzione è fatta su diaposi¬ 


tiva o negativo, in quanto il sistema di 
proiezione lavora in RGB, in tal caso tut¬ 
tavia se il fine è stampare l'immagine 
su carta, è necessario annotare la filtra¬ 
tura usata dal laboratorio per la stampa 
delle tavole di calibrazione, e usare 
sempre quella. 


Gianluca Li Causi è rintracciabile via 
Internet all 'indirizzo!: \ML44b’j&mcnnk. 71 


ras 


272 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 















FORMULA 


FRANCHISING 



... T incremento 
delle vendite 

Il nostro negozio di Roma è tra i 
primi per clientela e vendita.Le 
nostre iniziative promozionali e 
l'accoglienza che diamo nei 
nostri punti vendita sono le armi 
vincenti che hanno decretato il 
successo della formula PCC 
Franchising. 

... i prezzi competitivi e 
listini sempre aggiornati 

Nel mercato informatico, più 
che in altri, l'attenzione per que¬ 
sti due aspetti è sicuramente basi¬ 
lare. La nostra rete di fronchisor's 
ha costantemente aggiornate in 
linea, sia le quotazioni del mer¬ 
cato che le giacenze del magaz¬ 
zino centrale. 

...le migliori marche 

I nostri affiliati beneficiano, insom¬ 
ma, del nostro know-how nei rap¬ 
porti commerciali con le più presti¬ 
giose aziende del mercato. 


...il supporto tecnico 
qualificato 

La Gold Assistance e la 
Formula per le Aziende sono 
iniziative che hanno riscosso il 
gradimento dei nostri clienti. 



... la riduzione dei 
costi di magazzino 

Studiamo per voi il sistema di 
prodotti in pronta consegna e 
rivalutiamo le giacenze. 


...la pubblicità su 
scala nazionale 

I nostri investimenti sia a livello 
nazionale che regionale sono in 
continua crescita. Le nostre cam¬ 
pagne pubblicitarie compaiono 
regolarmente su stampa specia¬ 
lizzata, su quotidiani e settima¬ 
nali ma soprattutto su radio e 
televisione. 

... diventare 
imprenditori con noi 

La formula PCC Francising si 

avvale di uno staff tecnico dedi¬ 
cato per informarvi sugli aspetti 
amministrativi, fiscali, di marke¬ 
ting e commerciali o a raccoglie¬ 
re interrogativi relativi alla dispo¬ 
sizione degli arredi o della 
ristrutturazione dei locali di ven¬ 
dita. Il fee d'ingresso comprende 
anche gli arredi fissi, le cappotti¬ 
ne e le insegne per il negozio. 
Saremo il valido supporto per il 
vostro immediato successo. 


FORMULA FRANCHISING 

Sicuramente conviene. 




PROVE & PRODOTTI 


di Andrea de Prisco 


Tektronix Phaser 450 



La tecnologia di stampa a sublima¬ 
zione. diretta discendente <nonché no¬ 
bile evoluzione) di quella a trasferi¬ 
mento termico, è tuttora l'unica in gra¬ 
do di offrire il fotorealismo reale, gra¬ 
zie alla sua caratteristica principale di 
rendere le sfumature di colore a tono 
continuo, senza meccanismi di retina- 
tura. Per questo aspetto, se vogliamo, 
è addirittura superiore alla stampa fo¬ 
tografica tradizionale che. per quanto 
'analogica’ possa essere considerata, 
riproduce le sfumature attraverso l'ac¬ 
costamento più o meno fitto di granuli 
d'argento diversamente colorati. 

La stampa a sublimazione avviene, 
di contro, per sovrapposizione te con¬ 
seguente fusione) di pigmenti croma¬ 
tici della sintesi sottrattiva - ciano, 
magenta, giallo e, volendo, nero - tra¬ 
sferiti per via termica attraverso 
un'apposita testina di stampa da un 
rullo multicolorato ad un supporto car¬ 
taceo speciale. E' questo, se voglia¬ 
mo, l'unico limite delle macchine a 


sublimazione: l'alto costo dei materiali 
di stampa tanche sei o settemila lire 
ad uscita in formato A4) ne hanno 
sempre frenato la diffusione, questo 
nonostante la presenza sul mercato 
Igià da alcuni anni) di apparecchi su¬ 
per semplificati e particolarmente 
economici dal punto di vista del- 
l'hardware. ma non altrettanto invitan¬ 
ti per quel che riguarda il costo dei 
materiali di consumo 

Una tecnologia di stampa, in defini¬ 
tiva. riservata esclusivamente all'uten¬ 
za professionale di alto rango, per ap¬ 
plicazioni in cui il fattore qualità sia as¬ 
solutamente predominante e tale da 
giustificare sia l'alto costo della mac¬ 
china luna quindicina di milioni...) che 
l'altrettanto elevato costo d'esercizio. 

Ed è a questo tipo di utenti che si ri¬ 
volge Tektronix, forse l'unico costrut¬ 
tore al mondo ad offrire stampanti a 
colori in ogni tecnologia, dalle macchi¬ 
ne a getto di inchiostro liquido compa¬ 
tibili PostScript alle laser a colori da! 


costo copia pressoché irrisorio, dalle 
macchine a sublimazione certificate 
Pantone disponibili sia in formato A4 
che A3, per finire - in bellezza - alla 
tecnologia 'getto di inchiostro solido' 
Igià nota in passato come ‘getto di ce¬ 
ra') che offre un'elevata velocità di 
stampa, utilizzabile praticamente su 
ogni tipo di carta. 



Produttore e distributore: 

Tektronix Italia SpA 
Via XI Febbraio. 99 

Vimodtone IMI) - Tel 02/25086499 

Premo (IVA esclusa): 

TeMionix Phasei 450 

RAM 32 MB L 14 950 000 

Tektronix Phaser 450 

RAM 64 MB - Ethernet L. 17 100 000 


274 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 










La Phaser 450 

La macchina in prova in queste pagi¬ 
ne, la Tektronix Phaser 450, è la ver¬ 
sione aggiornata di un precedente mo¬ 
dello, la 440, già provata su MCmicro- 
computer un paio di anni fa. Della 440 
mantiene inalterata l'estetica (eredita¬ 
ta a sua volta dai primissimi modelli a 
trasferimento termico) e l'elevata qua¬ 
lità di stampa. Aumenta la velocità di 
elaborazione (le macchine a sublima¬ 
zione di alto livello integrano al loro in¬ 
terno tanta memoria e un potente mi¬ 
croprocessore), migliorano le opzioni 
di calibrazione, è possibile utilizzare 
nuovi supporti ad alta durata e stabilità 
nel tempo Tra questi ultimi è da se¬ 
gnalare la disponibilità di una nuova 
carta più pesante - più simile ai sup¬ 
porti fotografici tradizionali - e specifi¬ 


camente realizzata per la nuova nata. 
ColorSeal è, invece, un nuovo nastro a 
colori che comprende anche uno stra¬ 
to protettivo (steso sulla carta durante 
la stampa) resistente ai raggi UV, ai 
graffi e alle impronte. Disponibile ora 
anche un nuovo supporto adesivo che 
permette il montaggio semplificato 
delle immagini nonché la facile realiz¬ 
zazione di etichette a colori. 

L'aumento della velocità di stampa è 
dovuto sia all'utilizzo di un nuovo mi¬ 
croprocessore RISC a 24 MHz, sia al 
rinnovamento dei driver di stampa, in 
particolar modo al nuovo plug-in di 
Photoshop (Macintosh e PC) per la 
stampa diretta dall'applicazione 

La Phaser 450 è disponibile in due 
versioni II modello base utilizza 32 
megabyte di RAM, la versione estesa 
64. Oltre a questo il modello superiore 



II cassetto di alimentatone standard accetta diffe¬ 
renti formali 



La Phaser 450 utilizza 
lo stesso cabinet del¬ 
le prime macchine a 
trasferimento termico 
proposte da Tektro¬ 
nix Aprendo il com¬ 
parto superiore si ac¬ 
cede al vano del na¬ 
stro mulucolorato Lo 
sportello anteriore, ri¬ 
movibile. permette di 
risolvere eventuali in¬ 
ceppamenti della car¬ 
ta 




275 


























6ray Belante 



[ Help- 


Punì 



1. Prtnl thè 6ray Baiarne test print. 

2. troni thè 6ray Salante test print, select thè 
best neutral gray celi ivlthin eoch clutter and 
Indicate that selectlon beloui (or each of thè 
si» gray leuels. Rfter makiny selections. you 
can moke another test print to uenfy changes. 

3. Update printer callbrallon. 

Clutter Ualue 

® 5% Gray 0 

O 10% Gray 0 

O 25% Gray 0 

O “»0% Gray 0 

O 60% Gray o 


PrWHr Pfuitr 450 
TrPoli Tijp» 5 Color 


|Saue Seltlngs | [Rettore 0elaults| [ Cancel | 


Calibration Curves 


Make a test prlnl lo tee Ihe prlnter't 
current callbrallon seltlngs. 


I I 


[ Help- 


L 


5% 5 

io% 8 

20% 17 


O CVRN 
o MBGCNTB 

® YtUOUl 

O m ni k 

O CMV 
Ot'iVk 


25% 21 § 50% 51 @ 75% 90 § 100% 100 @ 

50% 25 @ 60% 59 @ 00% 92 (§ 

40% 25 ffl 70% 87 £| 90% 95 SI 


PrtoMr PSMW450 

T.«n<» MI SCI» 


(Saue Selllngs ) |Reslore Oetaults) | Cantei | £ 



PhaserMatch™ 

lo. Pluvo 450 
Gt*> Baiarne Tesi Piu* 


IWMniy 


1 . PrWI Ihe Gtotj linearti y le*» 

2. fot eath rouiof thè Cray I intanili lesi prlal. 
MtoCl Ih» boa uihoiP both parli ol Ih» tquarc 
haue Ihe teme ughlnett and Indicate Ihat 
idre Iloti belotv. 

5. Update pnntrr callbrallon. 


un 


un| 00 kul E E o 


125456789 


05% 

10% 

@25% 

050% 

075% 5 

Oso* s 


r***» TO 

Treni» I4RTW. SCI» 


|taue Selllngs] [Beslere Belaull»! 


Caacel | ^ 0K ) 


L‘utility PhaserMatch 
permette la calibrezio- 
ne della stampante at¬ 
traverso la generazione 
di alcune pagine di test 
e/o agendo direttamen¬ 
te sulle singole curve 
cromatiche 


dispone di serie di porta Ethernet che 
è opzionale per il modello più econo¬ 
mico Con 64 megabyte di RAM è 
possibile utilizzare tutte le funzionalità 
di PhaserMatch (il sistema di calibra¬ 
zione cromatica proposto da Tektro¬ 
nix! e un adeguato buffer di input per 
ridurre il tempo di trasferimento di im¬ 
magini di grande dimensione 
Le stampe escono sul lato superiore 
della macchina, dove è presento il va¬ 
no porta nastro accessibile attraverso 
un coperchio incernierato. E‘ possibile 
utilizzare nastri a tre colori (ciano, ma¬ 
genta, giallo) per la stampa in tricro¬ 


mia. nastri a quattro colori (dispongo¬ 
no in più del nero) e nastri per la stam¬ 
pa monocromatica, sempre di qualità 
fotografica Sul lato anteriore della 
Phaser 450 è presente un piccolo pen¬ 
nellino di controllo dotato di sette spie 
luminose e un accesso d'emergenza 
alla meccanica interna da utilizzare in 
caso di inceppamento di un foglio di 
carta. I sette indicatori luminosi segna¬ 
lano rispettivamente lo stato di accon 
sione, lo stato di ready, il coperchio 
superiore o anteriore non perfetta¬ 
mente chiuso, mancanza o esaurimen¬ 
to del nastro, inceppamento di un fo¬ 


glio all'interno della stampante e, infi¬ 
ne, segnalazione di errore non recupe¬ 
rabile dall'utente (un guasto per il qua¬ 
le è necessario rivolgersi all'assistenza 
tecnica). Ad ogni accensione la stam¬ 
pante effettua un self test automatico, 
veiificando sia i componenti elettrici e 
meccanici dell'unità che la presenza e 
il corretto posizionamento dei materia¬ 
li di consumo 

Ricca, com'era da attendersi per un 
prodotto di alto livello, la dotazione di 
interfacce e conseguentemente la 
possibilità di collegamento a compu¬ 
ter. Troviamo, di serie, un'interfaccia 
parallela, una porta seriale, un porta 
LocalTalk e. opzionalmente, una porta 
Ethernet in grado di supportare i pro¬ 
tocolli EthorTalk, Novell NetWare o 
TCP/IP. Con i driver forniti a corredo, 
la Phaser 450 è impiegabile in ambien¬ 
te Windows, Macintosh e Unix. Oltre 
alle porte di interfacciamento compu- 


276 


MCmicrocomputer n 174 giugno 1997 



































































Due esempi di stampa della Phase 45 0 In allo un immagine vettoriale, in basso una bitmap tratta da PbotoCD 



ter troviamo anche 
una porta SCSI per 
il collegamento di 
un disco rigido 
esterno utilizzabile 
per installare ulte¬ 
riori font (locali alla 
stampante) ma non 
per bufferizzare i 
lavori di stampa. 

Non manca, infi¬ 
ne, la possibilità di 
installare un cas¬ 
setto supplementa¬ 
re di alimentazione 
carta, per avere co¬ 
stantemente "in li¬ 
nea' due formati di¬ 
versi o due diffe¬ 
renti tipi di suppor¬ 
to. 

Il cassetto stan¬ 
dard per la carta, 
multiformato, è al¬ 
loggiato nella parte 
bassa. E' adibito al- 
l'utilizzo di tre di¬ 
versi formati: A4, 

Letter e Letter Ex¬ 
tra. Quest'ultimo 
offre una superficie 
utile di stampa di 
ben 237x323 mm, superiore dunque 
all ‘A4 standard (210x297 mm). Per 
passare da un formato all'altro, quan¬ 
do si utilizza il solo cassetto standard, 
è necessario innanzitutto togliere tutti 
i fogli, spostare un margine anteriore e 
un margine laterale per le diverse di¬ 
mensioni e spostare una tacca presen¬ 
te su uno dei lati. La sequenza di ope¬ 
razioni da compiere è, in realtà, piutto¬ 
sto macchinosa e quindi a chi è inte¬ 
ressato ad utilizzare spesso formati 


differenti di carta o diversi tipi di sup¬ 
porto è caldamente consigliabile l'ac¬ 
quisto del secondo cassetto. Lo stes¬ 
so non accade per il nastro, dello stes¬ 
so tipo per tutti i formati carta: banal¬ 
mente è dimensionato per il formato 
massimo utilizzabile (Letter Extra), al¬ 
trimenti sarebbe stato davvero compli¬ 
cato venirne a capo senza diventare 
matti ogni volta. 

Le stampanti a trasferimento termi¬ 
co utilizzano un nastro multicolorato 


formato da tanti spezzoni di dimensio¬ 
ni almeno pari al foglio di stampa Se 
srotolassimo un nastro di questo tipo, 
troveremmo un rettangolo giallo, un 
rettangolo ciano, uno magenta, poi di 
nuovo giallo, ciano, magenta e cosi 
via. Per i nastri a quattro colori c'è an¬ 
che un rettangolo nero ogni tre rettan¬ 
goli colorati per la stampa in quadricro¬ 
mia Naturalmente questo significa 
che, qualsiasi cosa stampiamo, consu¬ 
miamo una serie completa di settori 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


277 











PhoserPrint" 


Tektronix ( 


PnM umg 

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| ««UT* 

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Pr*»««r mo4«l 

I Pi...., 450 

TU 

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[j □ Color |tr*> 


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f*) C*frtor migri [x}l*wJic«|>r orwn<«tK«> 
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(«parano* 5.175 iwn 

lnv»9* it£« MVmx IMnm 

»«um6*r ol «n>9*« I 

l r**p l*yo«» I h I 

Matfu «B» 297mm«2IOmm 

□ 9*. c«Vr (.•»>" o' »*>*** 


None 

Uioid Color 
Photo 

Simulate Display 
SIDOP Press 
✓ Eurostale Press 
Commercial Press 
SNHP Press 
DIC 


FujiProof 
Monochrome 
Use Printer Settina 


L utility PhaserPnnt è un modulo ag¬ 
giuntivo di Adone Photoshop per la 
stampa diretta dalTapplicaiione In 
alto le calibrazioni standard di Tek- 
Color 


nastro (tre o quattro colori a seconda 
del materiale di consumo utilizzato), 
anche nel caso limite in cui l'immagi¬ 
ne non contenga affatto una determi¬ 
nata componente cromatica. 


PhaserMatch 

Installato il primo nastro multicolora- 
to e la certa speciale, per ottenere ri¬ 
sultati il più fedeli possibile sotto il 
profilo cromatico, è necessario proce¬ 
dere alla taratura della stampante. Du¬ 
rante l'installazione software (effettua¬ 
bile sia da dischetti che da CD-ROM) 
viene ricopiata sul nostro hard disk 
un'apposita applicazione di calibrazio¬ 
ne denominata 'PhaserMatch" con la 
quale è possibile effettuare la calibra¬ 
zione della stampante per quel che ri¬ 


guarda il bilanciamento cromatico e la 
linearità dei livelli di grigio, ma anche 
agendo sulle curve di calibrazione per 
tarare al massimo i risultati ottenibili. 
Oltre a questo possiamo creare o edi¬ 
tare profili cromatici per simulare il 
comportamento di determinati suppor¬ 
ti cartacei o di inchiostri e procedi¬ 
menti di stampa tipografica tradiziona¬ 
le Calibrazioni e profili possono esse¬ 
re salvati e caricati da hard disk o m- 


> 




Sul retro della Phaser 
450 troviamo una delle 
più complete dotazioni 
di interfacciamento 
verso li computer Ise¬ 
riale, parallela, retei e 
una porta SCSI per il 
collegamento di un 
hard disk esterno. In 
allo il collegamento 
elettrico per il cassetto 
carta supplementare e 
il pulsante per la stam¬ 
pa di una pagina di te¬ 
st 


viati e ricevuti dalla stampante 

L'applicazione PhaserMatch può es¬ 
sere utilizzata in modalità semplice 
(Easy Calibration) o avanzata (Expert 
Calibration). Nel primo caso regolere¬ 
mo solo il bilanciamento e la linearità 
dei livelli di grigio, nel secondo caso 
sarà possibile procedere anche alla re¬ 
golazione delle singole curve cromati¬ 
che. 

Richiamando la finestra "Gray Balan- 
ce\ possiamo stampare una prima pa¬ 
gina di test contenente cinque livelli di 
grigio (dal 5 al 60 per cento) ognuno 
circondato a nido d'ape da ben ses¬ 
santa variazioni nelle sei direzioni dei 
colori primari di sintesi additiva e sot¬ 
traeva Per ognuno dei cinque livelli di 
grigio stampati dobbiamo cercare (ef¬ 
fettuando l'operazione nelle giuste 
condizioni di illuminazione ambientale 
e aiutandoci con un'apposita dima cro¬ 
matica fornita a corredo) nella rosa di 
sfumature il grigio piu neutro. Sara 
sufficiente cliccare a video nell'esago¬ 
no corrispondente che. da quel mo¬ 
mento. sarà assunto come grigio puro. 

La finestra 'Gray Linearity", come di¬ 
ce il suo nome, ci consente di regola¬ 
re la linearità dei livelli di grigio, sem¬ 
pre utilizzando una pagina di test al¬ 
l'uopo stampata Dovremo individuare 
la corrispondenza tra diversi grigi "reti- 
nati" ed altrettanti livelli di grigio "non 
retinati" che comunicheremo alla 
stampante con un semplice click del 
mouse. 

Già con queste due calibrazioni di 
base, la resa della stampante è otti¬ 
mizzata per il nastro utilizzato in quel 
momento (l'operazione, per risultati 
sempre coerenti, dovrebbe essere ri¬ 
petuta ogni volta che installiamo nuovi 
materiali di consumo), chi non è anco¬ 
ra soddisfatto dei risultati può abilitare 
la modalità "Expert Calibration" e acce¬ 
dere alla finestra 'Calibration Curve' In 
questo caso possiamo agire singolar¬ 
mente sulle curve gamma delle singo¬ 
le componenti cromatiche, diretta¬ 
mente via mouse regolandole grafica¬ 
mente a video o inserendo i valori di 
variazione percentuale per le intensità 
comprese tra il 5 e il 100 per cento. 

Insomma, chi vuole sbizzarrirsi nelle 
regolazioni cromatiche (anche quelle 
piu perverse ..) trova in questo caso 
molto pane per i suoi denti Attenzione 
però a non esagerare: se non sappia¬ 
mo dove mettere te mani, meglio la¬ 
sciar perdere. 


WS 


278 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 











































NOTEBOOK CDBooK 7SO MMX 


CPU PENTIUM 133/I66MMX -/200MMX 
LCD COLORE DSN 11,3"/TFT 11,3’/TFT 12,1’ 
HARD DISK t,3GB/l,76B/2,l6B HITACHI 
RAM 16MB ESP 64MB - AUDIO 16 BIT 
DRIVE 1,44 * CD-ROM INTERNO 4X/6X/IOX 
TOUCH PAD - WINDOWS 95 CD. 
6ARAHZIA 12/36 MESI • ASSISTENZA 72 ORE 


14’ ADI PROVIJTA 
15’ ADI MICROSCAN 4V 
IT ADI MICROSCAN SV- 
17" ADI MICROSCAN I7X + 
7* ADI DUO MULTIMEDIA 


NOTEBOOK OYSTER BRAHMA 


CPU PENTIUM 120/133/150/166 MHz 
LCD COLORE DSN I2,f/TFT II,47TFTI2,I' 
HARD DISK l,3SB/l,86B/2,l6B 
RAM 16MB ESP 48MB - AUDIO 16 BIT 
DRIVE 1,44 4- CD ROM INTERNO IOX 
TOUCH PAD WINDOWS 95 CD. 
G ARA NZI A 24 MES I - A SSI STENZ A 72 OR I, 


SCHEDE VIDEO PCI 


QUANTUM FIREBAll. uUMAiA 33 MB/m 

S400WN I2ai ni» ^ 

1.7GB / 2.I6B / ^ 360/440 

3,2GB / 6,4GB Vjì/ 520/970 
IBM DESKSTAR 
moortm i>» tuo 

2.I6B/3.26B 420/490 

WESTERN DIGITAL 

52002 PN IO» ni» 

1,2GB / 1,6GB 330/360 

2.1GB / 2,5GB 390/450 

3,2GB/4,3GB 490/650 

HARD DISK SCSI 
IGB QUANTUM UURA-WIDE 490 
4,5GB QUANTUM UlTRA-WIDE 1.560 
4,3GB IBM CAPRICORN U-WIDE 1.090 
9,1GB IBM SCORPION U-WIDE 2.670 
HARD DISK 2,5' IDE 
TOSHIBA IGB/I,3GB/2,IG8/3GB 8 

HITACHI I.36B/I.86B/U6B 8 


S3 TRI064V+ IMB/2MB 
S3-VIRGE 3D 2MB/4MB 
STEALTH 3D 3240 2MB/4MB 
MONSTER 3D 4MB mmm 
PIRE 811800 8M8 
MVSTIQUE OEM 2MB/4MB 
MVSTIQUE 2MB/4MB 
ESP. 2MB PER MYSTIQUE 
RAINBOW RUHNER 
MILLENNIUM 2MB/4MB 
ESP 2MB PER MILLENNIUM 
ESP 4M8 PER MILLENNIUM 
ESP 6M8 PER MILLENNIUM 
MEDIA XL + MPEG 
3D BLASTER PCI 4MB 
JAZZ GFORCE 128 2MB/4MB 


60/80 

100/120 

290 

1 ì9 ° 

91 840 

190/240 

220/270 


—J 470 

340/440 


260 

340 

540 

340 

190/290 


l-flnb0tics| MODEM/FAX 

SPORTSTER 33.6 VOICE INT/EST 250/300 
COURIER-133.6 ISBN INT/EST 840/890 
WORLD PORI 33.6 PCMCIA 420 

w.»! COMHUNICATOR 


220/270 


33.6 INT/EST 


SCEGLIETE IL TEMPO 


ivtsno 


PC MARE 


CPU / SIMM / DIMM 


CYRIX PI66 + /P200+ 

240/320 

PENTIUM 133/150 

240/290 

PENTIUM 166/200 

420/500 

PENTIUM MMX 166/200 

540/990 

PENTIUM PRO 180/200 

830/1.050 

PENTIUM II 233/266 

1.370/1.650 

SIMM EDO 4M8/8MB 

40/70 

SIMM EDO I6MB/32MB 

140/290 

DIMM 161 PIN 16MB 

190 

DIMM 161 PIN 32MB 

350 

DIMM 161 PIN 64MB 

820 

DIMM NOTEBOOK 4MB/8MB 

60/120 

DIMM NOTEBOOK 16MB 

230 


LQME6A BACKUP 


DITO 2GBINTERNO/ESTERNO 

220/290 

CARTUCCE DOTO 2GB (3) 

90 

ZIP 100 ESTERNO r-j- 

m 290 

ZIP 100INT. SCSI L3 

UJ 270 

zip ioo est. scsi 

W 290 

ZIP DISK KWNB 3Pi 

75 

JAZIGB SCSI INTERNO 

690 

JAZ IGB SCSI ESTERNO 

850 

JAZ DISK 168 IPj 

170 


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1.340 

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1.440 

Pentium 166 MMX 

1.490 

Pentium 200 MMX 

1.940 

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A 10.000.0 00 


IN 10 MESI 10% DI ANTICIPO 
♦ 10 RATE = IMPORTO TOTALE : 10 


IN 15 MESI 13% DI ANTICIPO 
♦ 15 RATE = IMPORTO TOTALE : 15 
IN 20 MESI 16% DI ANTICIPO 
+ 20 RATE = IMPORTO TOTALE : 20 


360/440 

520/970 


420/490 


330/360 

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490/650 

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690 

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1.740 

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610 

730 

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mireVIDEO DClO PCI 

670 

■iroVIDEO DC20 PCI 

970 

■iraVIDEO DC30 PCI 

1.290 

■iroMOTlON DC20 PCI MAC 

1.190 

■iroMEDIA SURROUND 



-15’ SONY CPD IOOSX 
-15’ SONY CPD-IOOJFT 
-IT SONY CPD 200SX 
-17’ SONY CPD 200SET 
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SCHEDA VIDEO PCI S3 YIRGE 3D 2MB ESP 4MB- MPEG SOFTWARE 
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/j 55 ) 

Pentium 


I PREZZI INDICATI SONO DA INTENDERSI x 1.000 ESCLUSA IVA - SI PREGA TELE FO NARE PER QUOTA ZIO NI AGGIORNATE. 




































































































































Programmi 

per il multimedia dal Web 

Questa volta abbiamo navigato nel Web con l'intenzione di trovare 
applicativi per "fare il multimedia", scaricarli, provarli e proporli. 
Programmi poco costosi, meglio ancora se gratuiti, demo, utility, 
plug-in, ecc. Tutti software in grado di migliorare la nostra 
stazione di lavoro multimediale. 

di Bruno Rosali 


Nel tour intrapreso avremo sicura¬ 
mente trascurato qualcosa di speciale 
e, forse, mal considerato qualcos'altro 
di estremamente utile. Resta il fatto co¬ 
munque che qualcosa di interessante 
secondo noi l’abbiamo preso lo stesso. 
Prima di scendere nei dettagli di ogni 
singolo software, è bene perciò stende¬ 
re la lista dei file rimasti, per cosi dire, 
impigliati nella rete Nello specifico si 
tratta di sette, tra applicativi, plug-in ed 
utility che possono risultare utili un po' 
a tutti e per tutte le attività creative 
Cool Edit MPEG -filter (http:// 
lwww.svntrilliuni.comn Un filtro raffina¬ 
tissimo con il quale salvare i file audio al 
massimo della qualità e con minima oc¬ 
cupazione di spazio. Verifichiamo se il 
formato mp2 può essere l'alternativa 
giusta per sostituire il wav. 

Jasc Image Robot |http://www.|a- 
sc.com). Un batch-(multi)conversion con 
il quale è possibile applicare funzioni 
multiple (conversione del formato, va¬ 
riazione delle dimensioni, correzione 
della gamma cromatica, imposizione di 
effetti, ecc.) su interi gruppi di immagi¬ 
ni. Il tutto agendo simultaneamente e 
per mezzo di uno script salvabile e riuti¬ 
lizzabile successivamente. 

- Ulead Web Extensions (http:// 
hwvw.uleaa.com)| Un ricco plug-in con il 
quale dotare gli applicativi di image-pro- 


cessing di estensioni atte a realizzare 
bottoni, cornici, ombreggiature e textu- 
ring, rapidamente e con controlli raffinati. 

Ulead GIF S martSaver (http:// 
Iwww. ulead conili Un convertitore di 
formato pensato per le conversioni in 
GIF di immagini destinate al Web. con 
buone caratteristiche di controllo ed ot¬ 
timizzazione della palette. 

HyperCam 1.16 (http://www.hype- 
rionics.com). Uno "screen-movie captu- 
re - in grado di registrare l'azione dinami¬ 


ca che si svolge sul desktop di Win¬ 
dows 95/NT e di salvarlo in formato AVI 
unitamente ad un commento audio pro¬ 
veniente da un microfono. 

Personal AVI Editor (http:// 
iwww-tiickertree.cómTl Un editor che 
rappresenta una buona alternativa, eco¬ 
nomica e facile da usare rispetto a "Pre 
miere", adatto a chi si trova nella situa¬ 
zione di dover procedere all'editing di 
clip video, senza necessitare delle raffi¬ 
natezze dell'editing System di Adobe. 



Figura 1 Per converti 
re preventivamente a 
16 bit/32 kHr (minimi) i 
parametri di un file 
wav. va attivato il pan¬ 
nello Convert Sample 
Type. 


■I -w | F r ». — »» r. 


280 


MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997 
































feliirfrftw? [:■- Vkfr*. 


IMPEG Encodei Oplions 

£ompf£35ton 

Psychoacoustics 

laye.1 

f~ Model 1 MUSICAM 

f* Layall 

<*■ Modsl2-ATlT 

1 _ 


Data Rate/C omptesoon Ratio 

| 32KWi/iet.1.02Ws/samole~ 

48 K-Ms/sec. 1 53 Ms/sample 
56 KMs/sec. 1 79 Ms/sample 
64 KMs/sec. 204 Ms/sample 
80 KMs/sec. 256 Ms/s«mole 
96 KMs/sec. 30? Ms/sample 
112 KMs/sec, 3 58 Ms/sample 
128 KMs/sec. 4.09 Ms/sample 
160 K-Ms/sec. 512 Ms/sample 
192 KMs/sec. 6.14 Ms/sample 


fie-emphesis tot decoder 
/• None 

f 0/15 miciosecontb 
f~ Mtn7 


~3 


0K 


Canee! 


Figura 2 - Il pannello 
per il settaggio dei 

parametri di com¬ 
pressione del liltro 
MPEG mp2 di Cool 
Edit 


co (Musicarti per le sin¬ 
tesi musicali. AT&T per 
quelle vocali) e il de-en- 
fatizzatore par la de¬ 
compressione (preferi¬ 
bile l'opzione "none"). 
Quindi i rapporti di cam¬ 
pionamento, 'Data Ra- 
te/Compression Ratio'. 


Net Toob Stream 3.2 (http:// 
/vww aupiexx corri oppure http:// 
/vww.nettoob-Com)l Net Toob Stream 
è una soluzione squisitamente "solo- 
software' per operare lo streaming di fi¬ 
le audio e video in formato MPEG-1. 
AVI, MOV, FLC/FLI. WAV, MIDI e 
QuickTime VR. Ottimo anche per le ri¬ 
produzioni Off-lme, Net Toob non ha la 
necessità di ricorrere ad un (costoso) 
server e privilegia le connessioni lente 
(28,8 Kbit/sec). 

Cool Edit 96 
MPEG-filter 

L'MPEG-filter per Cool Edit (disponi¬ 
bile come plug-in sia per la versione 96 
che per la 95 e la 3.15), disponibile libe¬ 
ramente al sito http.//www.syntTTl 
lium.com, appena installato diviene par¬ 
te integrante del Cool Edit e risulta atti¬ 
vabile dal pannello 'Save As’ al momen¬ 
to di scegliere il formato nel quale sal¬ 
vare il file editato. 

Il suo utilizzo è estremamente facile. 
Unica condizione indispensabile all'uti- 
lizzo del filtro è quella di rendere com¬ 
patibili, in frequenza e risoluzione, i file 
da convertire. Siano questi dei campio¬ 
ni wav preesistenti che file raw appe¬ 
na acquisiti via scheda audio, entrambi 
devono essere a 16 bit per 32 kHz mini¬ 
mi di campionamento. 

Per i file wave preesistenti è suffi¬ 
ciente provvedere al resampling richia¬ 
mando il comando Convert Sample Ty- 
pe dal menu Edit (fig. 1). settare la fre¬ 
quenza e quindi l'eventuale numero di 
bit. Ovviamente la qualità della sintesi 
non si innalzerà rispetto all’originale. 

Per quanto invece riguarda le acquisi¬ 
zioni ex novo, la condizione qualitativa 
può essere soddisfatta già al momento 
dell'acquisizione, settando i parametri 
preventivamente ed ottenendo cosi 
una qualità già superiore a quella del 
wave preesistente. 

Disponendo di entrambi i tipi di file 
(.wav e .raw), settati con i corretti para¬ 


metri qualitativi, sarà sufficiente aprire 
la finestra del "Save As" ed in questa 
selezionare la voce "MPEG (mp2, mpl, 
mpg)" nel campo "Salva come:'. Auto¬ 
maticamente diventerà attivo il bottone 
"Options'. Cuccandoci sopra si visualiz¬ 
zerà il pannello di settaggio denominato 
‘MPEG Encoder Options" In questo, 
com'è possibile notare osservando la fi¬ 
gura 2, sono compresi i campi di sele¬ 
zione di varie opzioni. Dal tipo di layer 
(standard affermato è soprattutto il 
Layer II), il tipo di controllo psicoacusti¬ 


stabiliti tra il data rate in 
Kbit al secondo e i bit di campionamen¬ 
to. La lista consta di 10 preset stan¬ 
dard, compresi tra i rapporti di 32 Kbit/s 
per 1.02 bit e di 192 Kbit/sec per 6,14 
bit, e di 4 oversampling che vanno dai 
224 Kbit/sec per 7,16 bit ai 384 Kbit/sec 
per 12,28 bit di sampling. 

Selezionato il rapporto desiderato 
(una scelta da farsi in relazione al tipo di 
riproduzione, off-line/on-line che si vuo¬ 
le poi realizzare) e dato l'ok, inizierà la 
fase di conversione. 

Andando ad una prima verifica (sco- 



MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


281 





















































«Jose Inuoc Robot - UNTI) LEO 


w e* a* 

Diesici | Tl 

Avatotto Cownand: 


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Chance io Gieyccde 

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Drtc«m Cicte 
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Ddorm Pertagort 


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Ncslnage 


Imo®. I040 x 463 x 24bpp 


Beve* | 



Q<Mo 


Movejjp 


MoxeOcwo 




E»s Drd 


IO£l. 



Figura 4 - Image Ro¬ 
bot Un esempio di un 
effetto di distorsione 
mandato in preview 
prima di essere ese¬ 
guito con tutti gli altri 
command presenti 
nello script 



Webf xlcnsiont loi Photoshop 1 04 (10 dayt loft | 


«jnclionai inai vsrsion of WeBExlenslons fot Photoshop i 04 is intendea 


fot 30 Oavs or svaiusoon use only After espiratton. you must instali a newerversion 
ofthls sotware lo begtn a newtital petiod 


Vou may also purchase thè latest commettisi version of webEntensions fot 
Photoshop through our web site a »WiWill»'«rraiBi The commercial version is 
Identica) or supeilor lo thè mal version and tt nas no lime llmil 


We welcome yout commonts and suggestione. E-mall us al 
iwaeutiiiiyffliiieaa coi» iwi 

• 1996 UeM System*, K. 

Web site: www.ulead.com 

| [_^ Pbout nvotdmpad | Upgrwfe Specsal Otte* | 


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Figura 5 Ulead Web Exten- 
sions. Per tutu gli image-pro- 
cessor compatibili, un plug-in 
per creare bottoni 3D, inserire 
ombreggiature e realizzare 
mappe interattiveI 


Figura 6 - Un esempio di 'bot¬ 
tone' realizzato con le Web 
Extensions 


po: l'uso del formato .mp2 a basso bit¬ 
rate per il Web) abbiamo provveduto a 
riconvertire due file wav-pcm Tali file 
provenivano da una produzione per CD¬ 
ROM ed erano stati realizzati al meglio 
dei 16 bit per 22,05 kHz in modalità mo¬ 
no. Nello specifico, il primo file, il 
soundtrack di un ruscello, misurava 204 
Kbyte per una durata di 5 secondi circa; 
il secondo file, la sintesi di un recitato, 
misurava a sua volta 1,07 Mbyte per 25 
secondi di durata Procedendo alla ri¬ 
conversione in ,mp2, abbiamo settato, 
dal pannello 'MPEG Encoder Options' 
del filtro di Cool Edit. il rapporto più bas¬ 
so di Data-rate/Compression Ratio. 
Questo è per la precisione pari a 32 
kbit/sec per 1,02 bits/sample. Il proces¬ 
so di conversione si è quindi realizzato 
rapidamente fornendoci, dei rispettivi fi¬ 
le originali, gli equivalenti mp2 che mi¬ 
suravano 19 Kbyte il primo e 98 Kbyte il 
secondo. Un risultato interessantissi¬ 
mo, non solo per l'incredibile risparmio 
di byte, quanto soprattutto per il mante¬ 
nimento della qualità. Questa, verificata 
più che mai sul secondo file (quello del¬ 
la sintesi vocale) ci ha permesso di sta¬ 
bilire senza la benché minima riserva 
che il file mp2 è il miglior file compres¬ 
so che si possa realizzare per bassi rate 
di trasferimento. Appena 3,6 Kbyte/sec 
(poco di più di una connessione da 28,8 
Kbit/sec) per una qualità che né il Rea- 
lAudio, né tantomeno il TrueSpeech so¬ 
no m grado di dare 

Da ciò è possibile dedurre una serie 
di interessanti conclusioni 

- disponendo di connessioni da 33,6 
Kbit/sec, un file mp2 può essere in teo¬ 
ria eseguito senza il bisogno delle tecni¬ 
che di streaming (verificheremo insie¬ 
me su C&Vweb n 6) 

- realizzando file .mp2 con rapporti in¬ 
feriori di compressione, non solo viene 
garantita la massima qualità alla riprodu¬ 
zione, ma anche il massimo risparmio di 
spazio-disco. A riguardo, è possibile 
teorizzare che, con un rapporto ideale di 
80 Kbit/sec a 2.56 bit di campionamen¬ 
to, il risparmio di byte è pari a circa il 
90% dello spazio-disco occupabile da 
un wave equivalente. 

Sia le varie versioni di Cool Edit che i 
relativi MPEG-filter sono liberamente 
scaricagli dall'URL: http://www.syntril- 
lium.com. 

Per quanto riguarda infine i risultati 
del nostro laboratorio (sviluppatosi nella 
conversione ed acquisizione di alcuni fi¬ 
le a diverse frequenze di campionamen 
to e in tre-quattro preset di compressio¬ 
ne) l'appuntamento è sul numero 6 di 
C&Vweb all'indirizzo di sempre: 
htto://www.mclink n/n/mcm/cv-wetl 


282 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 
































































Figura 7-GIF Smart Sa¬ 
ver al lavoro Sono evi¬ 
denziati i valori in KOyte 
del file originale e di 
Quello in lavorazione 
con la riduzione ma¬ 
nuale del numero dei 
colon 


Phololmpact GIF SmaiISdvei eailhmo2 gii |1 x| ISO* 150 E1E3 


Unccnwsssd ::500bHes 



C«nci9s«edrj!Ì7 7 byles |V5 7^ 



<^|Q|l l|al^| Tj aj F Be*"» preview 


GIF Opboru ColoiR**x)wn | Piocened Patelle 
Smgolh [Nooe 3 Q<tw fciiiiuóòn 3 

Paletto: joptrnced 3 
Col**: [25 3 (16 256) 


Save Ai.. | Canee! | tjdp 1 1 Ljgdt^jj -<|(jg|»-| E) 


r^FlypciCam 


SaoerAlea | Ho!Keys| AVI Fle| Somd| Lcerae| 
Siatelo 


itf«*h[320~ 


Slanciò 

He^[24T 


r 


HHE2 


Seted Regoe 


SeleclWnòow 


When Recaifcig: leave HypeiCam V/nòow Qpened 

F* [coree HypeCan Wnòow lo thè T«k Bai 
C Hìdg HypetCam Window 


Esj:ca 


Start 


Play | £daJ» | Help | Ext 


Figura 8 - HyperCarn II 
pannello iniziale per il 
serraggio dei parametri 
di acquisizione audio- 
video della 'telecamera 
del desktop' 


Image Robot batch 
multiprocessor 

A cosa serve un "batch multiproces- 
sor" come l'Image Robot? 

Supponiamo di avere un'immagme-ti- 
po in standard JPEG (a 24 bit quindi) e 
della misura di 320x240 pixel alla quale 
ci necessita imporre: 

- un resize a 240x180 con l'inserzione 
di un bordino simmetrico di colore blu. 

- la correzione della gamma cromati¬ 
ca. 

- un effetto di deformazione prospet¬ 
tica verticale. 

- la riduzione del numero di bitplane 
per la conversione in GIF. 

Se queste 4 differenti operazioni fos¬ 
sero eseguite, ad esempio, nell'ambien¬ 
te di PaintShop Pro. dovremmo operare 
con quattro distinte fasi e manualmen¬ 
te. Con Image Robot, al contrario, pos¬ 
siamo svolgere le operazioni in un'unica 
soluzione, su tutte le immagini che vo¬ 
gliamo (e quindi di qualsiasi formato cia¬ 
scuna sia) e in pieno automatismo. 

La riduzione dei tempi di lavorazione 
è evidente, come è evidente la pulizia 
del lavoro e la sua ripetitività. Salvando 
il batch creato potremo tornare ad usar¬ 
lo tutte le volte che ci servirà. 

Il funzionamento di Image Robot è 
estremamente semplice ed intuitivo e 
possiamo rapidamente verificarlo osser¬ 
vando la figura 3. Com'è possibile nota¬ 
re, Image Robot si compone di tre ri¬ 
quadri di lavoro e di una serie di bottoni 
di controllo. 

Per iniziare un nuovo script basta co¬ 
minciare ad inserire i comandi nella fi¬ 
nestra Current Script procedendo alla 
loro selezione dalla lista denominata 
Available Commands ed aggiungendoli 
ad uno ad uno cliccando sul bottone 
Add Command To Script I comandi a 
disposizione sono 56 e garantiscono ef¬ 
fetti di deformazione, equalizzazione, fil¬ 
traggio e bitplane-conversion. 

Su ciascuno dei comandi selezionati 
potremo ovviamente agire settando gli 
specifici parametri per mezzo di un pan¬ 
nello di configurazione che si visualizza 
premendo il bottone Edit. Settati i para¬ 
metri d'assegnare al primo comando e 
verificatane la giusta incidenza sull'im¬ 
magine (tramite il bottone denominato 
'Exec Cmd") potremo poi passare alla 
selezione e l'inserimento nello script di 
tutti i comandi successivi. 

Una volta creato il batch-file sarà an¬ 
che possibile testarne la corretta ese¬ 
guibilità cliccando sul bottone Test 
Script. Nella finestra di Preview posta in 
basso a sinistra apparirà l'effetto finale 


dell'insieme dì comandi operati su 
un'immagine-campione. 

Se tutto è ok, oltre a poter salvare il 
batch-conversion file appena generato, 
potremo finalmente dare inizio al pro¬ 
cesso di conversione premendo il bot¬ 
tone di Start. 

A questo punto, al centro dello scher¬ 
mo, apparirà il requester Batch Process 
Input File, dal quale sarà possibile sele¬ 
zionare i file delle immagini da proces¬ 
sare. Queste potranno essere selezio¬ 
nate in qualsiasi ordine siano elencate, 
tenendo premuto il tasto CTRL e clic¬ 
cando con il bottone del mouse. Dieci, 
cento oppure mille immagini che si pos¬ 


sa aver selezionato, queste verranno 
trattate una dopo l'altra con lo script di 
comandi inseriti nel campo Current 
Script. 

Ulead "Web 
Extensions" plug-in 

Gli altri ci mettono il loro raffinato 
image-processor, l'Ulead vi aggiunge le 
estensioni giuste (via plug-in) che met¬ 
tono in grado l'applicativo grafico di ge¬ 
nerare immagini, clip, effetti e mappatu¬ 
re per le pagine del Web. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


283 



















































0 


Alea) Hot Keyi AVI Fi. | Scred | Uom. | 


AVI Fi. Naia-1 ^ x'*-' 11 a r. 

P èdd leguertial nuniai lo de Se rame 

P flaconi S'>' ld 

flaje c Fiamei pel Seccnd. Recoid [T ttajfcK* p- 
E«y (rame ovmy [^i lume*. 

Fiamo jcouxescion oAaMv p^- * 
yideoCcnCMucr |Amo Seleci • StKf^y fle co mnendcd 


Brame 


Start Ree Slatf 


-jCnepa* Codec ó Rodut 
4 Intel lndto|R|V«fcoRi2 
■art Virimi- 


figura 9 - HyperCam II pannello per il 
settaggio dei paiamolo video deno¬ 
minazione del file, inserzione della 
componente sonora, numero di trame 
aI secondo sia in acquisizione che in 
riproduzione, valore del key-trame. 
eoe 


figura IO - HyperCam I 
settaggi relativi alla com¬ 
ponente sonora acquisi¬ 
ta in sincrono 



Rapidamente, con facilità e minima 
spesa. 

Gli effetti che le Web Extensions 
mettono a disposizione sono i seguenti: 

3D Buttons Da tale pannello è pos¬ 
sibile scegliere tre differenti plug-in: 3D 
buttons, 3D text e 3D graphics effeets, 
con l'ulteriore differenziazione a secon¬ 
da se l'oggetto da trattare è di forma 
rettangolare oppure irregolare. Con un 
po' di esperienza attraverso tali opzioni 
è possibile generare bottoni e banner. 

Backgrounds Per creare sfondi da 
impiegare nelle pagine Web. 

OneStep Drop Shadows Per ag¬ 
giungere rapidamente delle ombre a se¬ 
lezioni di testo e di oggetti di forma irre¬ 
golare Questo effetto permette di ave¬ 
re sempre la preview in tempo reale ad 
ogni intervento si faccia sui parametri. 
Dalla trasparenza alla direzione imposta, 
alla consistenza (blending) del bordo ed 
ai colori d'assegnare alla sfumatura del¬ 
l'ombreggiatura 

Frames and Shadow Con tale ef¬ 
fetto e possibile ag¬ 
giungere dei riqua¬ 
dri di forma rettan¬ 
golare all'oggetto 
selezionato, usando 
sia dei colori solidi 


che delle sfumature e delle texture. 

Image Map Tags Altra notevole ca¬ 
ratteristica delle Web Extensions che 
chi acquista il plug-in della Ulead si ritro¬ 
va a poter utilizzare dal proprio image- 
processor è senz'altro quella della ge¬ 
nerazione di mappe. Con tale opzione è 
possibile settare delle selezioni di aree 
ed assegnare a queste le coordinate di 
riferimento, client-side, sia in modalità 
CERN che NCSA Oltre a ciò è ovvia¬ 
mente possibile aggiungere gli indirizza¬ 



Figura 11 - Il file di 
prova realizzalo da 
HyperCam e riprodot¬ 
to dall 1 Acme Movie 


menti alle URL, copiare il codice cosi 
generato e, tramite il paste della clip- 
board, inserirlo all'interno di una pagina 
HTML in lavorazione nel nostro Web- 
editor. 

La versione da noi provata è libera¬ 
mente utilizzabile per un periodo di 30 
giorni, mentre la versione integrale è 
acquistabile a 50 dollari circa. 

Un'ultima nota: le Web Extensions 
per funzionare correttamente necessita¬ 
no della preventiva installazione delle li¬ 
brerie dinamiche MSVCRT20.DLL e 
MSVCRT40.DLL. Al momento di fare il 
download delle Web Extensions dal sito 
di Ulead ricordatevi di scaricare anche 
lo zip che contiene queste due librerie. 

Photolmpact 
SmartSaver GIF 

Sappiamo benissimo quanto pesano, 
e di conseguenza possono rallentare il 
caricamento, le immagini che si immet¬ 
tono all’interno delle pagine HTML II 
problema, anche con i formati a piu alta 
compressione, come lo sono GIF e 
JPEG, è nella palette. Nell'abbondanza 
di informazioni cromatiche, spesso ri¬ 
dondanti e poco significative. Per prov¬ 
vedere ad una migliore ottimizzazione 
delle loro caratteristiche solitamente si 
ricorre all'utilizzo delle pur ottime fun¬ 
zioni di riduzione cromatica comprese 
nei menu degli image-processor utilizza¬ 
ti, ma il procedimento impiegato è sem¬ 
pre empirico e basato solo ed esclusiva- 
mente su di una riduzione numerica dei 
colori. 

Per risolvere definitivamente il proble¬ 
ma proponiamo un'utility tanto sempli¬ 
ce quanto efficace. Lo SmartSaver di 
Ulead 

Sempre appartenente all'interessan¬ 
tissima serie "Photolmpact’ (composta 
oltre che dallo SmartSaver e dalle Web 
Extensions, anche da un image-proces¬ 
sor e da un generatore di GIF animate) 
lo SmartSaver punta all’ottimizzazione 
delle immagini (rigorosamente in forma¬ 
to GIF e JPEG) facendo procedere l’u¬ 
tente in maniera graduale (anche ridu- 
cendo un colore per volta). 

L'operatività, del tutto manuale, viene 
seguita passo passo attraverso la visua¬ 
lizzazione di un doppio display nel qua¬ 
le, in piena modalità WYSIWYG, appaio¬ 
no sia l'immagine originale che la sua 
versione trattata. Sul bordo dei due di¬ 
splay sono inoltre segnalati il preceden¬ 
te quantitativo di byte dell'immagine 
originale e quello dell'immagine in lavo¬ 
razione e che, via via, varia con il dimi- 


284 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 







































NET TOOB™ SO r ani 


Player 


ideo Piover Modale 


:bck on ih» U«nt thd ytw wouJd hit «plmwd i 


ideo Piover Controls PUu* ehclr 


Se re e n Saver Modale iPWm d*ck 


System 

Monitor 


ir NEI IOOB Slream »3 0 MASTER CONTROL 


nuire del numero dei colori. Si osservi a 
riguardo la figura 7. 

Sarà quindi il nostro occhio, sia osser¬ 
vando le due immagini sul display che il 
quantitativo di Kbyte in riduzione, a sta¬ 
bilire fin dove è possibile spingere la ri¬ 
duzione cromatica senza che vengano a 
deteriorarsi i particolari cromatici. 

Photolmpact SmartSaver 'Trial ver- 
sion' è scaricarle (dal sito 
innpy/www.uieaa.còml e distribuibile li¬ 
beramente. L'utilizzo è comunque limi¬ 
tato a soli trenta giorni dalla prima ese¬ 
cuzione. 


HyperCam: 
la telecamera 
del desktop 

HyperCam, è uno ‘screen movie cap- 
ture‘ Cioè un applicativo in grado di cat¬ 
turare l'azione che si svolge in un'area 
(precedentemente delimitata con un se¬ 
lettore) del desktop di Windows 95/NT. 
Lanciato in registrazione. HyperCam 
può quindi ricavare, con un determinato 
numero di frame al secondo, il file AVI 
dell'azione svolta. Unitamente alla cat¬ 
tura dello schermo, HyperCam è abilita¬ 
rle anche alla cattura sincronizzata di 
un commento microfonico. 

Come possiamo vedere osservando 
la figura 8, l'applicazione si presenta co¬ 
me un pannello dotato di richiami a lin¬ 
guette. In quello denominato Screen 
Area è possibile settare la regione di 
schermo desiderata oppure una specifi¬ 
ca finestra. 

Sia che si selezioni Select Region che 
Select Window, automaticamente si at¬ 
tiverà un selettore a croce che taglia 
tutto lo schermo, con il quale saremo 
invitati a delimitare la zona da riprende¬ 
re. 

Una volta dimensionata la zona dello 
schermo da riprendere dinamicamente 
è quindi possibile passare, dopo aver 
selezionato la linguetta 'AVI File', all'as¬ 
segnazione dei parametri del file AVI. 

In questo pannello, com'è possibile 
vedere osservando la figura 9. è possi¬ 
bile inserire il nome del file, assegnare 
la path, attivare o meno la registrazione 
della componente sonora e quindi set- 
tare i valori relativi al rate in frame al se¬ 
condo (fps), il controllo del key-frame, la 
qualità di compressione e l'eventuale 
scelta del compressore video. Per que- 
st'ultima comunque è lo stesso applica¬ 
tivo ad avvisarci che è preferibile la fun¬ 
zione Auto Select. Con tale funzione di¬ 
fatti sarà lo stesso HyperCam a sceglie- 


Figuia 12 - Personal AVI 
Editor: l'alternativa ad 
Adobe Premiere al lavo- 
rol 


Figura 13 - L’insieme 
dei controlli di Net 
Toob 


Play ^ 

Select tr 
Media Fllet-7 

Media File le nettoob.mlS 

Test ^ 
Slream ^ 

Slream ^ 
Options ^ 

<- Streaming Controls 


re il codec più adatto per soddisfare, in 
base ai settaggi da noi imposti, la mi¬ 
gliore eseguibilità del file AVI. 

Il programmino segnala comunque 
che. per ottenere le migliori performan¬ 
ce, è consigliato il settaggio di una riso¬ 
luzione grafica temporanea di soli 8 bit 
In tali condizioni, l'HyperCam è in teoria 
capace di catturare 10 fotogrammi al 
secondo da una zona attiva pari a 
640x480 pixel. A 16 bit ci viene segna¬ 
lato che HyperCam è in grado di cattu¬ 
rare schermi da 320x240 a 5 fotogram¬ 
mi al secondo. 

Riprendendo il nostro step-by-step, 
una volta settato il tipo di compressore, 
se abbiamo l'intenzione di registrare an¬ 
che la componente sonora, dovremo 
necessariamente portarci sul pannello 


Sound e qui settare sia la risoluzione 
che la frequenza di campionamento (fig. 
10 ) 

Fatto ciò. dalla pulsantiera che appare 
sempre in primo piano nella parte bassa 
del pannello, potremo cliccare sul botto¬ 
ne play ed iniziare la registrazione delle 
azioni che avverranno nella zona di 
schermo selezionata precedentemente. 
Assegnato nel pannello Hot Keys, lo 
stop ad un tasto qualsiasi (ad esempio 
l'ESC). quando riterremo sufficiente la 
ripresa in diretta degli eventi prodotti 
sullo schermo, potremo fermare la regi¬ 
strazione. 

Premendo il tasto Play, potremo subi¬ 
to verificare la riuscita della registrazio¬ 
ne. Sempre nella figura 10 possiamo 
notare uno stop-frame dell'ActiveMo- 


Select rt 
Media Fllet-7 

Media File is nettoob.m15 

Playback _ 
Location . 

Start A«erpMlnute(8| "fj 


Sound Once |oM|tft j Screen Saver | ^orr| 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


285 































































































1 


.Stream Options and Controls 

Stream Options Control Panel iflu» tiri on U* in >u yoo««u u. «rimai 1 

Figura 14 - Nel Toob II 
pannello per sellare i 
paramele relativi alla 

1 •“ NEI IOUB Stieaa Uplions Conliol Panel 

nao 

connessione per fruire 

1 Dita Rate 

dello streaming-softwa - 

T 9800 bps 

T 56 Kbps (ISDN-A) 

r 512 Kbps 


C 14.400 bps 

r 128 Kbps PSDN-B) 

C 1.024 Kbps 


IS 28.800 bps 

r 258 Kbps 

C 1,536 Kbps (T-'l 


Video Sire 

Play Video 

Video Mode 


<• x 1 (Bect Quality) 

G On Web Page 

S Colo. 


x 2 (Normal Quality) 

r In External Window 

C Biadi *WhHe 


C Custom Sire *|i"^ 

| QK || Advanced | 

Qefault | Concel | 



vie. sulla prima registrazione di prova da 
noi effettuata. Per ciò che concerne la 
qualità di registrazione, segnaliamo che 
alcune 'prove in libertà', comprensive di 
commento microfonico, le presentere¬ 
mo su C&Vweb n. 6. 

HyperCam è un'applicazione sha¬ 
reware per la registrazione della quale 
sono necessari trenta dollari. L'unica 
differenza tra la versione registrata e 
quella non-registrata è che quest'ultima 
realizza i file AVI imponendo in alto una 
barra con la scritta 'Unregistered Hyper¬ 
Cam'. La registrazione, cosi come il 
download della versione shareware, 
possono essere effettuati all’indirizzo: 
ntto //www hypenorrcs.corri/] 


Personal AVI Editor 

Per quanto riguarda il Personal AVI 
Editor, più che le parole contano le im¬ 
magini. Le sue caratteristiche difetti so¬ 
no tutte visibili, sotto forma di controlli 
iconici, sullo sheet di lavoro. Uno sheet 
di lavoro che osservando la figura 1 2 si 
mostra particolarmente denso di opzio¬ 
ni e controlli C'è tutto, dalla 'Project 
Window' per caricare i contributi media¬ 
li (avi, wav e bmp) alla finestra degli ef¬ 
fetti (di transizione, di chromakeying, di 
titolazione e persino di mixing audio) ed 
alla finestra 'Information Window' sulla 
quale vengono settati e rifiniti i tempi di 
sincronizzazione. Sopra queste tre fine¬ 
stre operative lo sheet con le tracce a 
disposizione una per il video e l'altra 
per l'audio. Un piccolo, ma efficiente 
editor digitale che riprende tutte le ca¬ 
ratteristiche di Premiere e le riduce di 
scala Personal AVI Editor costa 50 dol¬ 
lari (la ventesima parte di Premiere!) 
funziona in maniera 
stabile ed oltre al 
modulo di editing è 
anche fornito di 
quello di cattura La 
versione shareware 


può essere provata per trenta giorni, 
quindi va effettuata la relativa registra¬ 
zione presso la FlickerFree Multimedia 
Products Fhitp:7/www.f1iclc'eirtèe. corri] . 


Net Toob: il 
"mediastreamer" 

Net Toob Stream, cosi come segnala¬ 
to nella lista di presentazione, 6 un 
software di controllo per la generazione 
dello streaming di file audio e video in 
formato MPEG-1. AVI, MOV. FLC/FLI, 
WAV, MIDI e QuickTime VR Capacità 
questa che vi invito a verificare diretta- 
mente sul Web navigando su C&Vweb 
n 6. La specificità di Net Toob è che lo 
streaming viene realizzato senza ricorre¬ 
re al controllo via server e quindi, così 
com'è ad esempio per il TrueSpeech 
Player, delegando al singolo sito Web la 
capacità di gestire gli accessi ed i flussi. 
La sw-house che l'ha realizzato, la Du- 
plexx nnitp:;/www.aupiexx comi ne ga¬ 
rantisce il corretto funzionamento an¬ 
che con connessioni lente quali quelle 
effettuate con modem da 28,8 Kbit/sec. 

Altra caratteristica interessante di Net 
Toob è quella di essere in grado di de- 


Ufi IOUB Slieam v3 ? MuHimrifc.) Pljyr, 


Figura 15 - Net Toob 
Il player mentre ese¬ 
gue Iancora oll-lmel 
un file mpg 


m 


—1< | PLAYING 


m® 


terminare automaticamente la banda 
passante a disposizione del Client e di 
provvedere quindi alle prestazioni mi¬ 
gliori dello streaming in relazione a tale 
banda. 

Dal punto di vista dei controlli a dispo¬ 
sizione (fig. 131 Net Toob si mostra par¬ 
ticolarmente dotato. Tra i controlli più o 
meno consueti, spiccano comunque il 
bottone Stream Options e quello dello 
Screen Saver Nel primo caso si tratta 
dei controlli supplementari per meglio 
adeguare la riproduzione dello strea¬ 
ming (vedi fig. 14), nel secondo caso, 
cliccando sul bottone Screen Saver, si 
attiva la funzionalità di Net Toob per il 
salvataggio del file da riprodurre, men¬ 
tre la navigazione si sposta verso altre 
pagine link dopo link! 

In figura, come si faceva notare 
poc'anzi, possiamo vedere tutti i con¬ 
trolli relativi al flusso dei dati che il no¬ 
stro sistema è in grado di supportare e 
di conseguenza quali saranno i parame¬ 
tri qualitativi delle riproduzioni in strea¬ 
ming. Ciò è interessante, giacché ad 
una connessione precedentemente set¬ 
tata alla quale non corrisponde un buon 
streaming, è possibile apportare delle 
modifiche appropriate di volta in volta 
che si generi il collegamento. 

In figura 15, infine, possiamo notare il 
player mentre, ancora off-line, riproduce 
un file MPEG di prova. La fila dei con¬ 
trolli. oltre che essere corredata dai tra¬ 
dizionali Play. Stop, FF/Rewmd, dispone 
anche del livello dell'audio, del replay e 
della funzione zoom per l'ingrandimento 
del display. 


Conclusioni 

Un filtro MPEG raffinatissimo da uti¬ 
lizzare con un altrettanto raffinatissimo 
audio editor Un processore-convertito¬ 
re di immagini multifunzionale e quindi 
un insieme dì plug-in per l'estensibilità 
verso le specifiche del Web da utilizzare 
con il nostro image-processor preferito. 
Un applicativo per catturare tutto quan¬ 
to si produce sul desktop di Windows 
trasformandolo in normalissimi file Avi 
che. magari, possiamo pure rieditare 
sullo sheet di lavoro del Personal AVI 
Editor. Infine, un ottimizzatore di GIF 

Ultimo, ma non ultimo, lo streaming- 
software, un eccellente player a flusso 
continuo buono per il Web. ma anche 
per le riproduzioni off-line. Totale, sette, 
piccoli gioielli tirati giù dal Web. che 
possono soddisfare qualsiasi attività 
creativa. Dalla pura sperimentazione al¬ 
l'effettiva applicazione. 


286 


MCmicrocomputer n. 174- giugno 1997 
































com/64tt) 


Sound BUfttvr, Crtativ* Ub» o il logo Cr*«tiv* tono marchi regir 
30 Potiiional Audio • Soundfont sono marchi registrati di E mù 
Tutte le altre marche e i nomi di prodotti citati tono marchi dcpa 


; <>4 


CREATIVI! 


CREATIVE LABS 


Per saperne di più, visitate il nostro 
"Creative Zone" su internet 


di Creative Technology Ltd 
Ine 

i appartengono al rispettivi proprietari. 


la barriera del 

suono.. 


Slntetaatora EMU8000 
Creative WavaSynth/WG 
Uscita digitale SP/EIF 

Uscite RCA placcete in oro 

RAM onboard 


AWE64 Standard 


512KB 

(espandibili • 24MB) 


AWE64 Gold 


Irappono ieonal«rurnore -120 db) 
Si 

Irappono seonsla'njmora -90 db) 

4MB 

(espandibili ■ 28MB) 


Vi presentiamo Sound Blaster AWE64 Standard e AWE64 Gold: 
le schede sonore che sognavano gli appassionati 
di audio e i musicisti sono finalmente a portata di mano. 

E di portafoglio! 

Nel 1989 Creative Labs ha creato lo standard di riferimento nel 
mondo delle schede audio per PC. Fin da allora Sound Blaster 
è stato sinonimo della tecnologia più avanzata. 

La nostra ultima nata, la straordinaria Sound Blaster AWE64 Gold, 
vi offre audio realistico a 64 voci contemporanee e incredibili 
sonorità strumentali finora disponibili solo nei migliori sistemi 
professionali. E tutto attraverso una singola porta MIDI! 

AWE64 Gold vi dà una riproduzione sonora impareggiabile, e 
vi permette di sfruttare le più avanzate tecnologie audio come 
SoundFont 5 2.0 e E-mu’ 3D Positional Audio. Per un periodo 
limitato, la AWE64 Gold includerà Cubasis Audio della 
Steinberg, software per l'editing musicale in tempo reale e per 
la registrazione di audio digitale. 

Se invece siete un musicista in boccio, o se per voi il gioco è 
una cosa saria, Sound Blaster AWE64 Standard vi darà il più 
incredibile realismo superando la barriera delle 32 voci. E in più 
potrete godere di stupefacenti effetti sonori. 

Sia la AWE64 Gold che la AWE64 Standard sono pienamente 
compatibili con gli altri prodotti Sound Blaster. 








a cura di Massimo Truscelli 


MPEG-1 Layer 3 

alla scoperta dell'audio ad alta fedeltà 


A volte ritornano. Dopo aver smesso di occuparci di MPEG, almeno 
per un certo periodo, ed aver sempre focalizzato il discorso sulla 
sua natura prettamente "video" e solo di riflesso audio, questa volta 
è d'obbligo concedere una rivincita proprio all'audio. L'MPEG-1 
Layer 3 è (sembra) quanto di meglio si possa ottenere, sia in termini 
di flusso che di qualità intrinseca 
per la riproduzione sonora 
multimediale di elevata qualità. 

Provare per credere. 


di Massimo Novelli 


ISO/MPEG Audio 




Quanti MPEG 
esistono? 

La domanda non è casuale; infatti, al¬ 
lo stato delle cose, e nelle sue varianti, 
lo standard MPEG gode di una certa va¬ 
rietà di versioni, sia per ciò che riguarda 
la componente audio che quella video. 
Di conseguenza diverse sono le caratte¬ 
ristiche riguardanti le capacità di flusso 
ed i parametri-base, ma tutto sommato, 
le "feature" delle diverse "release" pos¬ 
sono essere sintetizzate in una sempli¬ 
ce elencazione. 

MPEG-1 - ’Codmg of moving pictures 
and associated audio for digitai Storage 
at up to about 1.5 Mbit/sec". 

MPEG-2 - "Generic coding of moving 
pictures and associated audio informa¬ 
tico" 

MPEG-3 - In origine pianificato per ap¬ 


plicazioni broadcast TV, ora fuso nelle 
specifiche MPEG-2. 

MPEG-4 - "Coding of audio-visual 
object". 

Come avete visto, abbiamo adottato 
le definizioni rigorosamente originali per 
consentire anche una più precisa ricer¬ 
ca di informazioni, magari via Internet. 
A seguire, non mancano una serie di 
sotto-insiemi, sia nell’MPEG-1 che nel- 
l'MPEG-2, e che per dovere di cronaca 
vorremmo riportare sia per chiarire be¬ 
ne ciò di cui parliamo, sia per comple¬ 
tezza, anche non solo didattica. 

MPEG-1 

ISO-11172-1 "System", descrive la sin¬ 
cronizzazione ed il multiplexing dei se¬ 
gnali audio e video. 

ISO-11172-2 "Video", descrive la com¬ 
pressione del segnale video e la scansio¬ 
ne dello stesso (principalmente riguardo 


a produzioni Video-on-CD). 

ISO 11172-3 "Audio", descrive una fa¬ 
miglia di codec audio generica, con tre 
membri gerarchicamente compatibili 
(chiamati Layer-1, Layer-2 e layer-3). 

ISO 11172-4 "Compliance Testing", de¬ 
scrive le procedure per determinare le 
caratteristiche dei flussi codificati, il pro¬ 
cesso di decodifica e parametri di test 
per la compatibilità con altri sistemi 

DTR 11172-5 "Software Simulation", 
rapporto tecnico sulla completa imple¬ 
mentazione software delle prime tre par¬ 
ti dell'MPEG-1. 

L'MPEG-2 consiste invece di nove par¬ 
ti, alcune già standard dal 1994, ed altre 
a differenti livelli di completamento. 

MPEG-2 

ISO-13818-1 "System", descrive la 
sincronizzazione ed il multiplexing dei 
segnali audio e video; è anche uno stan¬ 
dard adottato dalla ITU-T come "H.222" 


288 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


































Il sommano schema a 
blocchi di un encoder 
ISO-MPEG-1 Audio, 
mappatura dei dati, 
quantizsazione e codifi¬ 
ca con aggiunta di un 
modello psicoacustico, 
impacchettamento dei 
dati in trame 


PCM lutilo a irci* 


c*t»u»*«oauc 
" noi» 


H m»*» Lfc 

«rdcodmg 

n 


00111714 «io4« 


«*O3«0 

tuthfitm 


> VlKH IflptCfctl'G I 


'«fiMl'lt ‘O* 


H 1 '"’® 1 * I 

fmpoino T 


ooni7f-j 


.0-0 tir? «»i« 


Il sommario schema a 
blocchi di un decoder ISO- 
MPEG-1 Audio, lo ‘spac- 
cliettamento' dei dati, la lo¬ 
ro ricostruzione spettrale, 
la mappatura inversa. 


Per produrre <He mp3 
da sorgenti ,vav non 
c'É niente di meglio 
che tornirci della mas¬ 
sima qualità originale, 
un ambiente di cattura 
dati da CD audio è 
quello che occorre In 
questo caso stiamo 
usandone uno tra i mi¬ 
gliori. Il CD Wors 



EHi 

WMIH 

SSSÌS 


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1* M M M tl M •: M 

(I M UN U ti U ftl 
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SBLSrìSE 

re rr u rr m ■ 

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u ir u rr n ir '/ ir ri ir m rr ri rr u ii 

rv rr rr ri rr n n ir :ì n r< rr :i rr 

ri rr r: rr tr rr c: ir p n m rr a rr rr 

n ir m ir n ir k rr o ir » rr o rr u ir 

i» ir w ir o ir di rr ri ir w rr n rr n ir 

nrTurrriiTMrrr. rrurrnrrurr 
n rr it rr r» ir a n n ir « n r n ir rr 
r« rr ie rr ri rr urr ri rr » rrorr mt 



ISO-13818-2 ‘Video’, descrive un ge¬ 
nerico tool set di codifica video, con 
supporto della scansione interlacciata; 
è anche uno standard adottato dalla 
ITU-T come 'H.262' 

ISO-13818-3 ‘Audio’, descrive un'e¬ 
stensione ’backward’ compatibile del- 
l'MPEG-1 per codifiche audio multi- 
channel (surround, multilingual) ed una 
estensione 'no backward’ compatibile a 
bassi ’sample rate', adatta a supportare 
applicazioni sonore con limitate richie¬ 
ste di larghezza di banda. 

ISO-13818-4 ’Conformance Testing’, 
descrive le procedure per determinare 
le caratteristiche dei flussi codificati, il 
processo di decodifica e parametri di 
test per la compatibilità con altri siste¬ 
mi 

DTR-13818-5 ‘Software Simulalion’, 
rapporto tecnico sulla completa imple¬ 
mentazione software delle prime tre 
parti dell'MPEG-2. 

ISO-13818-6 "System Extension - Di¬ 
gital Storage Media Command and 
Control (DSM-CC)’. descrive un set di 
protocolli per applicazioni client-server 

CD-I3818-7 'Audio, No-Backward- 
compatible (NBC) coding', descrive più 
evoluti schemi di codifica audio per se¬ 
gnali mono, stereo e multichannel. 

13818-8 "Video, extension to 10-bit 
input sample'. è stato cancellato dal 
sotto-insieme, a causa dell’insufficiente 
interesse, dal gruppo di lavoro. 

ISO 13818-9 'Real time interface spe- 
cification for low-jitter applications', de¬ 
finisce le costanti di tempo per lo svi¬ 
luppo di 'trasporti' reai lime dei flussi 
MPEG-2. 

WD-13818-10 'Conformance exten¬ 
sion - DSM-CC', descrive aggiunte all'l- 
SO-13818-4 perii DSM-CC. 

Dopo questa sintetica descrizione 
delle specifiche MPEG, ciò di cui ci oc¬ 
cuperemo riguarda la compressione au¬ 
dio MPEG-1. come componente base 
di un flusso di dati, e non a completa¬ 
mento di quella video. 

Senza una riduzione dei dati, come 
tutti sappiamo, i segnali audio digitali 
consistono tipicamente di campioni a 
16 bit registrati a più del doppio della 
comune larghezza di banda audio (per 
esempio a 44.1 KHz per i compact di- 
sc). che, alla fine, hanno flussi di circa 
1,4 MBit per ogni secondo di musica 
stereo in qualità CD. Una quantità diffi¬ 
cile da trattare per tutta una serie di 
motivi che non torneremo a dire visto 


che ne abbiamo già ampiamente di¬ 
scusso su queste pagine. 

Il comitato dedito all’MPEG-1. quindi, 
ha scelto di raccomandare tre metodi di 
compressione di una sorgente sonora, 
nominandoli Audio Layer 1. Layer 2 e 
Layer 3. Il primo è il più semplice: è un 
codec sub-band aggiunto ad un model¬ 
lo psicoacustico, il secondo consta di 


piu sofisticate tecniche di 'bit allocation' 
ed una più grande accuratezza, il terzo 
si delinea aggiungendo filtraggi di tipo 
ibrido e quantizzaziom non-uniformi, co- 
difiche Huffman, una più alta risoluzio¬ 
ne in frequenza (almeno 15-20 volte) e 
tecniche di 'bit reservoir". I tre layer so¬ 
no quindi, dal primo all'ultimo, in ordine 
di qualità, livello di compressione e in- 


Qualità 

banda 

modo 

bitrate 

riduzione 

telefonica 

2,5 KHz 

mono 

8 Kbps 

96:1 

onde corte 

4,5 KHz 

mono 

16 Kbps 

48:1 

radio AM 

7.5 KHz 

mono 

32 Kbps 

24:1 

radio FM 

11 KHz 

stereo 

56 .64 Kbps 

26.24:1 

simile CD 

15 KHz 

stereo 

96 Kbps 

16:1 

CD 

>15 KHz 

stereo 

112.. 128 Kbps 

14 .12:1 

Nota: 





128 Kbps 

= 15,6 KByte/sec; 96 Kbps =11,7 KByte/sec; 


64 Kbps = 

7,8 KByte/sec; 32 Kbps = 3,9 KByte/sec, 


16 Kbps = 

2,0 KByte/sec; 8 Kbps 

= 7 KByte/sec. 




MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


289 



































































cremento della complessità e delle ri¬ 
sorse necessarie al trattamento dei se¬ 
gnali. Per quanto riguarda i decoder, le 
specifiche dettano una necessaria ed 
ovvia compatibilità all'indietro, dall'uno 
all'altro. 

Usando codifiche MPEG, potremo 
"decimare' opportunamente, con tutta 
una serie di validi criteri, i flussi lineari 
generati dalle sorgenti digitali Un 
esempio fra tutti proprio il flusso speci¬ 
fico dei compact disc. con il quale si 
può giungere ad ottenere fattori di ridu¬ 
zione da 110 fino ad 1 24 e mantenere 



Un alno ambilo di cat¬ 
tura bav CD audio e lo 
splendido CO Crab 
Pro loi Windows che 
permette di catturare 
molto facilmente i dall 
audio, facilitati anche 
dalla splendida inter¬ 
faccia grafica 


una qualità sonora che è ancora signifi¬ 
cativamente migliore di quella che si 
otterrebbe solo riducendo il sampling 
rate e la risoluzione dei campioni in 
esame 

Tutto ciò è realizzato mediante tecni¬ 
che di "codifiche percettuali'. che ade¬ 
guano la percezione delle onde sonore 
alle possibilità dell'orecchio umano, 

Usando IMPEG Audio si possono 
avere, per esempio, riduzioni di data ra¬ 
te nei termini (a partire dal flusso linea¬ 
re 16 bit, ossia a 1400 Kbps) illustrati di 
seguito: 


1:4 Layer 1 (flussi a 384 Kbps stereo) 

1:6/1:8 Layer 2 (flussi a 256..192 Kbps stereo) 

1:10/112 Layer 3 (flussi a 128..112 Kbps stereo) 


Il IlIpTech Visual En- 
coder è un ambiente 
che si lega in modo 
snello ai 'L3ENC' del 
Fraunhofer Institut, 
governandone grafica¬ 
mente il suo funziona- 
mento, con opzioni e 
parametri 



Con questi valori è ancora possibile 
mantenere una qualità paragonabile a 
quella dei CD audio. 

Esasperando gli effetti stereo e limi¬ 
tando la larghezza di banda, gli schemi 
di codifica possono ottenere un'accet¬ 
tabile qualità audio anche a p ù bassi bit 
rate II Layer 3 è il piu potente membro 
della famiglia, proprio dedito alla mag¬ 
giore riduzione del bit rate con un dato 


livello qualitativo in riproduzione, se vo¬ 
gliamo. stabilito un certo bit rate è in 
grado di fornire la più alta qualità rispet¬ 
to ad altri codec audio, 

Le performance tipiche di un codec 
Layer 3 possono essere riassunte, met¬ 
tendo insieme le voci principali, così 
come potete vedere nella tabella pub¬ 


blicata in queste pagine 

Si può notare che anche a bit-rate di 
soli 50-60 Kbps avremo a disposizione 
una qualità audio più che dignitosa, 
senza apparenti pesanti "artifacts" e 
con una notevole riduzione di dimen¬ 
sioni dall'originale. 

Ma quali sono le tecniche che per¬ 
mettono di ottenere simili risultati? An¬ 
diamo a vedere le vane fasi di codifi¬ 
ca/decodifica. 


Encoder e decoder 

Fermo restando, come dicevamo, 
che la potenza necessaria ad una codi¬ 
fica reai time di flussi Layer 3 necessita 
di hardware molto veloce, dell'ordine 
dei 20 MIPS per canale; molte sono le 
case dedite allo sviluppo di hw specifi¬ 
co, come: Telos (Zephir) con tecnologia 
Audioactive. Dialogò AVT, CCS. Abbia¬ 
mo a disposizione, a titolo sperimenta¬ 
le (e non in reai time). anche una serie 
di programmi (encoder più decoder) 
sviluppata dal Fraunhofer Institut Inte- 
grierte Schaltungen di Erlangen, in quel 
di Germania, serissima istituzione che 


• «•a»» SCORCE»* 



P Ir*» •#UU1CK 




— 1 I 



L'MP3 FrontEnd, offre 
una interfaccia grafica 
con molte piu possibi¬ 
lità rispetto a " L3ENC ' 
In un solo ambiente 
avviene la codifica, la 
decodifica e la cattura 
dati CD audio median¬ 
te interfaccia con CO¬ 
DA, semplice program¬ 
ma di cattura 


290 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


































































Continuando negli 
esempi, questo Arìes 
MP3 Manager olire an¬ 
eli esso le solite cose, 
con in più possibilità di 
playback file mp3 e 
midi, 




coder (per il momento DOS il primo. 
DOS e Windows il secondo) adatto a 
sperimentare, produrre, file compatibili 
MPEG-1 Layer 3. I file corrispondenti 
ai programmi in questione (reperibili al¬ 
l’indirizzo [nTT£]77wwwTis7nci]cIH sono 
L3ENC.EXE, L3DEC.EXE e WinPIay 2.0 
player Layer 3 e corrispondono a pro¬ 
grammi di tipo shareware, ragione per 
la quale, per l'encoder. non è possibile 
impiegare tutti i data rate consentiti. 
Come al solito, con il programma regi¬ 
strato è possibile impiegare ogni cop¬ 
pia di valori data rate, le modalità ste¬ 
reo o mono, eseguire scelte riguardan¬ 
ti flusso ed altre impostazioni. 

L'impiego del software è semplice, a 
corredo esiste un'ampia documenta¬ 
zione. ed il loro intervento è sufficien¬ 
temente rapido, anche se dipende for¬ 
temente dall'unità impiegata nelle va¬ 
rie fasi. Il WinPIay 2.0 è, attualmente, il 
solo vero decoder reai Urne di flussi 
Layer 3 ed il suo impiego è quanto di 
più immediato si possa auspicare. Ba¬ 
sta caricare un file MPEG perché im¬ 
mediatamente ne parta il playback Se 
volete occuparvi di MPEG Layer 3, vi 
consiglio di partire proprio da queste 
voci, anche se una certosina ricerca 
sulla rete vi potrà fornire almeno un'al¬ 
tra decina di programmi che hanno a 
che fare con l'MPEG Layer 3, per 
esempio, partendo proprio dall'indiriz¬ 
zo fitrpV/www mpeg orgl 


più di ogni altra ha contribuito allo svi¬ 
luppo delle caratteristiche MPEG-1 
Layer 3. 

tornando ad occuparci delle varie fasi 
di trattamento del segnale, nello sche¬ 
ma a blocchi dell'encoder si può notare 
una prima "mappatura" dei dati, nel do¬ 
minio della frequenza, ottenuta con 
banchi di filtri di tipo polifase ed inte¬ 
grata dalla quantizzazione e la codifica 
mediante modelli psicoacustici (per eli¬ 
minare le consuete ampie ridondanze 
nel segnale). Il tutto è convertito in "tra¬ 
me" successivamente impacchettati in 
ordine (ferme restandone le differenze, 
il processo è simile al trattamento del 
video MPEG), ai quali si potranno poi 
aggiungere altri dati ausiliari. Infatti, il 
sistema di codifica divide lo spettro del¬ 
le frequenze in 32 sub-bande ed appli¬ 
ca filtri di tipo FFT in parallelo con il mo¬ 
dello psicoacustico definito L'encoder 
usa tali componenti spettrali come 
informazioni aggiunte alla codifica, al fi¬ 
ne di ottenere una più alta risoluzione 
alle basse frequenze, dove l'orecchio 
umano è più sensibile. 

Il decoder, invece, molto più semplice 
e di facile implementazione, esegue il 


procedimento inverso, dallo "spacchetta- 
mento" (demultiplex) dei trame (con l'e¬ 
strazione degli eventuali dati ausiliari), al¬ 
la ricostruzione della trama sonora quan¬ 
tizzata, alla mappatura dei dati. 

Come dicevamo, una codifica 
hardware reai time ha ancora una diffu¬ 
sione ridotta ed un costo elevato che 
la rende adatta esclusivamente agli ad¬ 
detti ai lavori. Via Internet, e proprio al 
Fraunhofer Institut, è reperibile una 
versione software (peraltro per più 
piattaforme hardware) di encoder e de- 


Win Encodc Hf"] E3 


Brtrete 
r 128.000 
r iizooc 

r 96.000 
r 64.000 
r 56,000 
a 32.000 
r 24.000 
r i6,ooo 
r 8.000 

Comma*) «olio L3enc 

llenc ctalgnbynvi.inv mv ctcdpwipniva iov np3 « 


Ma a chi può 
interessare? 

Se solo pensiamo alla ridotta larghez¬ 
za di banda della quale necessita, pur 
rimanendo di ottima qualità sonora, po¬ 
tremmo dire senza smentite che l'M- 
PEG Layer 3 potrebbe interessare qual¬ 
siasi applicazione legata all'obbligo di 
impiego di canali di trasporto a capacità 
limitata, vuoi in tempo reale che in dif¬ 
ferita, per ottimizzare archivi sonori o 
per fornire audio di ottima qualità in 
ambiti broadcast, LAN, ecc. Ed il di¬ 
scorso non poteva non cadere sul suo 
utilizzo all'interno di Internet, laddove 
già decine e decine di siti hanno in es¬ 
sere materiale Layer 3, sia per trasmis¬ 
sioni reai time di materiale audio infor¬ 
mativo. sia come archivio di produzioni 
commerciali (e non) in tale formato. An¬ 
che qui, basta pro¬ 
durre una ricerca 
con chiavi come 
"mp3", "Layer 3". 
"MPEG-1 Layer 3" e 
varianti, per ottene- 


Aboul 



Il Win Encode. inve¬ 
ce. olire lo stretto 
necessario, ma con 
una buona scelta di 
parametri, 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


291 




















































































re una miriade di siti, tra ortodossi e 
non (al limite dell'infrazione dei diritti di 
copyright), che vi potranno fornire tutte 
le informazioni del caso. 

Ma se ambiti di tipo consumer da 
gente della rete') ne stanno proponen¬ 
do a forza la sua adozione, in campo 
broadcast radio, MPEG Layer 3 è già 
una realtà consolidata: molti collega- 
menti ISDN tra enti radiotelevisivi av¬ 
vengono in tale standard, altrettanto 
per i link audio tra sedi diverse, link tra 
postazioni mobili sul campo e gli studi 


a»;i q| > ■>■»! «I * ^aal sii *»| n- 

n— r ■- — r V M r i'lwi‘ 1 , 

- N, Tnj ir-'.- 

CLAOTCUtf'J - -No Ta* Irto- 


1 -I.I-I 

—3 


111,11 IIMIHI Il'M 


LEOXEP.MPJ Na Ta* irle 

iKm.un- KvT.| :rJ> 

SPCTTMEPS- -NjTo* i',!.- 
StOT3«M- -NaTajlria. 




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r Mrf ri* 

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avi». 

« IVutki 
r ima a»- 

VMUUM» 




LU 

-n-iTi-m-i-i 


Lo Studio 3. sofisticato 
■playlist organze!’ per¬ 
mette il playback di 
materiali mp3 in modo 
evoluto e sofisticalo, 
mediante tutta una se¬ 
ne di opzioni 
In basso è presente il 
WmPlay 2 0, unico reai 
rime decoder MPEG-I 
Layer 3. 


Per il playback MPEG-I 
Layer 3 esiste anche il 
Resonate, comodissi¬ 
mo player di materiale 
audio MPEG tper tutti e 
tre i layer). anche se la 
decodifica è 'quasi' in 
reai urne. 


Boss net è uno dei piu 
completi tra le decine e 
decine di sui Internet in 
cui trovare materiale 
MPEG-t Layer 3. link 
verso alto siti, archivi di 
file in standard, utility 
per la loro gestione 





r 



centrali Tutta una serie di servizi di 
pubblica utilità stanno già usando le co- 
difiche MPEG audio per i loro collega- 
menti. 

Fra le decine di case produttrici coin¬ 
volte. l’artefice principale di questo pro¬ 
liferare di applicazioni è proprio la Te- 
los, più nota tra gli addetti ai lavori per 
le proprie apparecchiature digitali 
broadcast in ambito audio-telefonico e 
per la sua tecnologia Audioactive. alla 
realizzazione della quale ha partecipato 
anche il Fraunhofer Instìtut. 


Ma la concorrenza? 

Come abbiamo visto, ed altro ancora ci 
sarebbe da dire, le codifiche Layer 3 sono 
quanto di meglio ci si possa attendere da 
una compressione dati cosi stringente e 
'decimante', soprattutto in rete. Anche 
soluzioni di altro tipo possono aspirare ad 
avere un impiego comune, per materiali 
audio di ottima qualità. Una per tutte, e 
standard 'de facto' anche se il livello qua¬ 
litativo è nettamente diverso, la soluzione 
RealAudio, cosi come la quasi sconosciu¬ 


ta Liquid Audio. Prove effettuate confron¬ 
tando i diversi sistemi hanno evidenziato 
cose interessanti: con il bit rate di una co¬ 
municazione via modem 28,8 (16 Kbit/s), 
il materiale RealAudio 3.0 (codec, ricor¬ 
diamo, basato su tecnologia Dolby-Net) 
suona in maniera molto simile all'MPEG- 
1 Layer 3 (pur se con qualche dropout di 
troppo). Tuttavia, quest'ultimo mostra 
una leggera preponderanza dei toni bassi, 
apparentemente meno presenti nel Laver 
3. mentre altri test, basati su confronti tra 
i primi due ed il classico ADPCM Micro¬ 
soft. hanno decretato, con inserita l'op¬ 
zione '-hq‘ tipica del 'L3ENC' Fraunhofer, 
una chiara vittoria di quest'ultimo, soprat¬ 
tutto nella stabilità spettrale del segnale 
La soluzione Liquid Audio, invece, co¬ 
dec basato su una variante del Dolby AC- 
3 con flussi di almeno 20 Kbit/s, è risulta¬ 
to il migliore fra tutti, soprattutto in test di 
musica leggera e pop, con performance 
anche migliori del Layer 3 -hq a 24 Kbit/s. 


Conclusioni 

Il caro, vecchio. MPEG continua a stu¬ 
pirci quando ne vengono scoperte sem¬ 
pre nuove possibilità. Quella ’only audio' 
ci sembra da tenere d'occhio attenta¬ 
mente, al di là delle classiche soluzioni vi¬ 
deo MPEG che abbiamo sempre apprez¬ 
zato con le dovute riserve quand'era il ca¬ 
so. 

La compressione dei dati, qualunque 
sia. è una soluzione per molti versi difficil¬ 
mente evitabile, e necessariamente ob¬ 
bligata per altrettanti, se poi si riesce a 
realizzarla rispettando la massima qualità 
dell'originale, tanto meglio. 

I concetti legati alle tematiche 'lose- 
less' sembra debbano ogni volta essere 
rimessi in discussione, specialmente 
quando accade che il segnale compresso 
sembra suonare, confrontato con l'origi¬ 
nale, meglio di quest'ultimo o, quanto¬ 
meno, inganna fortemente l'ascoltatore. 

MS 


292 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




























































di prossimita e per 
automazione degli 
ouooordii 


Lettore-Apriporta 
per scotole do 
incasso 503 o 
bosso costo e con 
tutti i tipi di corte 
deitrooidse. _ 


lettore do PC formolo 3,5' per il controllo 
degli occessi informatici con l'uso di carte 
eleltroniclie. a. 


lettor ad ampio spoltro 
applicativo con corte 


lettori evoluti per il rileva¬ 
mento deile presenze con 
lutti i tipi di corte 
elettroniche 


lettori-scrittori portatili 
di carte chip per appli¬ 
cazioni evolute 
(monetai, 

Messeci 


Mmisistema peno 
naie di controllo 

di allarmi, mime 


Centrale multime¬ 
diale evoluta per 
lo gestione di 
allorini, immagini 
e suoni, concen¬ 
trabile su linee 


girsi e suoni su 
linee commutata 


Sistemo di controllo 
degli ascensori, con 
dati per lo monulenzio- 
ne e con citofono in 
cabro, gesti» o richie¬ 
sta 24 ore su 24 dola 
Eurcp Assistala 


IL ® 


Secur 


hbì 


SGRUPPO EMMEPI 


THE EU TU Fi E MA KER Via Torino, 64 - 00040 Pavona (Roma) - Tel. 06/9311000 - Fax 06/9311033 (contatto Ing. A. Perla) 


CONCESSIONARI - LOMBARDIA: TSI lei. 035/691892 - TRIVENETO: A&TEK tei 049/8625885 - UMBRIA, VITERBO, RIETI: STEA lei. 0744/284700 - MARCHE. ABRUZZO, MOUSE: ASCANI tei. 0735/632145 
CAMPANIA, LATINA, PROSINONE: VDB 081/7524455 - PUGLIA, BASILICATA: SOS lei 080/5482886 SARDEGNA: PORTA lei. 070/275777 

CERCHIAMO AGENTI E CONCESSIONARI PER LE ZONE LIBERE 







coordinamento di Andrea de Prisco 


Elysium UltraScaler 

Realtà Virtuale ad elevata scalabilità 

su macchine Pentium based 


Sul numero di aprile di MC abbiamo introdotto la discussione su una 
delle prime aziende al mondo, e sicuramente la prima in Europa, che ha 
fatto della realtà virtuale il proprio core business. Stiamo parlando di 


Virtuality Group che con le proprie stazioni da gioco ha imposto da 



analizziamo l’ultima workstation nata in 


casa Virtuality, frutto di una 
collaborazione in atto già da alcuni anni 
con mamma IBM: Elysium UltraScaler. 


subito, ed ha saputo mantenere, una 
leadership sul mercato mondiale della 
realtà virtuale ludica. Questo mese 


di Gaetano Di Stasio 


suo ha le di¬ 
mensioni per 
poter stare alla 
finestra a guardare l’evoluzione tecno¬ 
logica aspettando il momento giusto 
per entrare anch'essa sul mercato con 
la forza di un global competitor. Cosi è 
stato per il personal computing, con 
l'introduzione del PC solo quando il 
mercato dei microcomputer aveva rag¬ 
giunto dimensioni di interesse, oppure 


Elysium UltraScaler di IBM 

e Virtuality 


Dopo una pausa di un mese eccoci 
dunque a riprendere il discorso interrot¬ 
to sul numero 172 di MC in cui abbia¬ 
mo ripercorso, con mal celata nostal¬ 
gia, le origini della computer grafica in¬ 
terattiva. In quelle considerazioni è 
emerso l’interesse che l'azienda anglo- 
sassone ha sempre avuto per il settore 
ludico, che ancor oggi rappresenta una 
nicchia molto interessante grazie ai 
margini di profitto piuttosto elevati. An¬ 
che se, dai primi anni '90. le stazioni da 
gioco della Virtuality hanno più che di¬ 
mezzato il prezzo di listino raddoppian¬ 
do la qualità del feedback sensoriale, 
l’esperienza acquisita e le economie di 
scala introdotte con la diffusione del 
prodotto hanno permesso d mantene¬ 
re sotto controllo i costi di produzione e 
d> mantenere contemporaneamente 
elevati gli standard qualitativi. 


Questo suc¬ 
cesso commer¬ 
ciale che si è an¬ 
dato sempre più 
consolidando è 
frutto della me¬ 
todica attenzio¬ 
ne che Virtuality 
mette nei parti¬ 
colari. Non solo 
design ricercato, ma soprattutto soli¬ 
dità, durevolezza ed ottimo comfort. 
Particolari questi di estrema importanza 
per periferiche che vanno indossate. 
Ciò che è stato sempre messo in evi¬ 
denza dalla stampa tecnica d’oltralpe e 
d'oltreoceano è stato infatti, oltre alla 
tecnologia in sé (risoluzione, campo di 
vista, etc.), l’eccellente indossabilità 
delle periferiche, la comodità, la legge¬ 
rezza, la buona fruibilità.IBM dal canto 


294 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 








per le workstation 
con l'imposizione al 
mercato della serie 
AS. Per la realtà 
virtuale si sta assi¬ 
stendo dunque a 
qualcosa di già spe¬ 
rimentato: la scelta 
da parte di IBM di 
un partner consoli¬ 
dato e di grande 
esperienza per 

quanto riguarda software e periferiche 
virtuali col quale è stato aperto un rap¬ 
porto di collaborazione già da almeno 
quattro anni, e lo sfruttamento della 
propria esperienza nel settore worksta¬ 
tion grafiche trasposto in ambito perso¬ 
nal. 

IBM ha dunque annunciato oltre tre 
anni fa la partnership con Virtuality indi¬ 
cando in Èlysium il progetto pilota che, 
inizialmente sposato a macchine di fa¬ 
scia medio-bassa (serie APTIVA), ha 
oggi a listino macchine sempre di fa¬ 
scia PC ma con caratteristiche di picco 
invidiabili e ad elevatissima scalabilità 
Ecco dunque Elysium UltraScaler. 


Progetto Elysium 

Sviluppato a partire dall'inizio del 
1996 Elysium UltraScaler è oggi dispo¬ 
nibile m una serie di configurazioni dif¬ 
ferenziate dal numero degli accelerato¬ 
ri grafici II cuore dell'architettura è la 
nuova scheda acceleratrice PCI dotata 
del processore grafico GLINT della 3D 
Labs. Tali schede sono dotate inoltre 
di chip ASIC come Rendering Engine 
per permettere il texture mapping e la 


Per maggiori informazioni: 

Virtualrty House 

3 Oswin Road 

Brailsford Industriai Park 

Leicester LE3 1HR 

United Kingdom 

Tel: *44 116 2337000 

Fax: +44 116 2337100 

URL hitgv/www.vinuaiiiv.com^ 

Distributore esclusivo per l'Italia: 

Software 80 Srl 

CISI Campania 

Via A. Olivetti. 1 

80078 Pozzuoli - Napoli 

Tel: 081 5255223 

Fax 081 5255152 


I - n 1-41 IT X 


Il sistema da gioco virtualità 
SU2000 con Viselte2 e joy¬ 
stick 3D II dettaglio sulle ot¬ 
tiche del casco identiche alla 
versione Professional. 


proiezione di filma¬ 
ti MPEG full 
screen in reai ti- 
me; a questi si ag¬ 
giungono due pro¬ 
cessori RISC Mo¬ 
torola 603E a 100 
MHz (uno per ca¬ 
nale! come Geo- 
metry Engine. 

Ogni scheda acce¬ 
leratrice è dunque 
a doppio canale e 
può lavorare in pa¬ 
rallelo con altre 4 per un totale di ben 
otto canali, con una performance di 
picco stimata di oltre un milione di poli¬ 
goni texture mapped al secondo (con 
quattro schede) Ciò equivale ad un fili 
rate di picco alla massima espansione 
di circa 90 milioni di punti texture map¬ 
ped al secondo, che equivale ad un 
massimo di 22 milioni di punti con sin¬ 
gola scheda acceleratrice 

Il casco utilizzato in Elysium Ultra¬ 
Scaler è il VisettePro, rielaborazione 
del Visette2 uno dei caschi più apprez¬ 
zati, più venduti e più sperimentati gra¬ 
zie all'intenso uso che ne viene fatto 
sui sistemi di intrattenimento ludico di 
Virtuality. Grazie alla presenza di due 
canali, ogni scheda acceleratrice per¬ 
mette di gestire la visione stereoscopi¬ 
ca con una resa grafica ed un frame ra¬ 
te mai sperimentati su piattaforma PC. 

A questa technical overview sinteti¬ 
ca possiamo aggiungere altri dettagli: 
16 MByte di geometry memory su 
scheda grafica, espandibile fino ad un 
massimo di 64 MByte con un accesso 
in lettura/scrittura di 264 MByte al se¬ 
condo: 16 MByte di texture DRAM, 4 
MByte di Video Memory con un acces¬ 
so in lettura/scrittura di 200 MByte a 
50 MHz; risoluzione di 640x480 pixel in 
modalità VGA (limite del casco Visette- 
Pro) ed NTSC/PAL non interlacciata. 

L'audio supportato ha le caratteristi¬ 
che espresse dalla Sound Blaster 32 
della Creative Labs. 


Periferiche ed 
accessori 

Il sistema in input per eccellenza è 
un mouse 3D denominato V-Flexor che 
si impugna come un joystick ed ha sulla 
punta tre tasti funzione. Al loro posto 
può essere integrato un trackerball. 

Questo strumento di puntamento, 
estremamente comodo e funzionale, è 
dotato inoltre di un sistema di acquisi¬ 
zione della pressione delle dita: questa 
feature permette di gestire il controllo 
della gestualità delle dita nelle fasi di 
manipolazione degli oggetti rappresen¬ 
tati, in modo da emulare una mano vir¬ 
tuale. Il tracciamento è a sei gradi, dan¬ 
do piena libertà di movimento nello spa¬ 
zio con una risoluzione di circa un gra¬ 
do, una latenza di 12 millisecondi ed 
una frequenza di campionamento di cir¬ 
ca 60 Hz. 

Il sistema di tracciamento elettroma¬ 
gnetico è un InsideTrack della Polhe- 
mus che gestisce oltre al V-Flexor an¬ 
che il casco. Il casco, come già sottoli¬ 
neato, è un VisettePro con risoluzione 
massima in pseudo VGA di 640x480 
pixel (in PAL 756x244 ed in NTSC 
742x230). Il campo di vista si attesta sui 
60x46,8 gradi e 71,5 in diagonale. L'ag¬ 
giustamento della messa a fuoco è indi¬ 
pendente per ciascun occhio ed arriva 
fino a 4 diottrie: la sovrapposizione otti¬ 
ca del sistema stereoscopico si spinge 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


295 









fino al 75%. 

A questa corposa componente 
hardware si affianca un package di stru¬ 
menti software realizzato da Virtuality 
per la progettazione e l'assemblaggio di 
mondi virtuali. 

A completare il sistema c'è infatti un 
ambiente di sviluppo denominato Ely- 
sium Studio, ultima versione di Integra- 
ted Development Environment che Vir¬ 
tuality ha sviluppato negli ultimi anni co¬ 
me ambiente di creazione ad esclusivo 
uso interno. 

Esso comprende un toolkit costituito 
fondamentalmente da tre elementi chia¬ 
mati World Builder, VShell e V-Library. Il 
risultato è un prodotto integrato che si 
basa sull’esperienza decennale di Virtua¬ 
lity nel settore e che è stato ottimizzato 
per sfruttare appieno le potenzialità grafi¬ 
che delle workstation ÙltraScaler II si¬ 
stema gira sotto Windows 95. 

World Builder è un visualizzatore di 
ambientazioni tridimensionali che funge 
da authonng System per lo sviluppo di 
oggetti e mondi virtuali anche estrema- 
mente complessi. Inizialmente esso è 
stato pensato come ambiente di svilup¬ 
po a sé stante per la creazione delle am¬ 
bientazioni virtuali alla base dei giochi Vir¬ 
tuality. Successivamente è stato reso 
aperto all'uso di oggetti sviluppati in altri 



II casco adottalo nella 
workstation Elysium 0 
l'ottimo Visette nella ver¬ 
sione Professional Da 
più parti riconosciuto Ira 
i migliori caschi ad otti¬ 
che a cristalli liquidi per 
resistenza, indossabilitè. 
leggerete e feedback 
sensoriale II modulo di 
interfaccia, denominato 
MMD multimedia distn- 
bution, comprende tutti i 
connettori di I/O per i se¬ 
gnali video, audio, siste¬ 
mi di tracciamento e peri¬ 
feriche virtuali Buona 
l'integrazione e l’mge- 
gnerizzazione del prodot¬ 
to 



di programmazione è 
il Model Simplifica- 
tion che permette di 
migliorare il frame ra¬ 
te semplificando in 
fase di esecuzione il 
modello visualizzato, 
diminuendone il nu- 



ambienti di creazione e progettazione. 

L'interfaccia dell'ambiente di program¬ 
mazione dei mondi è estremamente 
user friendly con tre finestre su tre diver¬ 
se viste sull'oggetto in fase di editing ed 
una quarta finestra sulla Scene Graph, 
un browser ad albero gerarchico che per¬ 
mette di avere sotto controllo sia le sin¬ 
gole componenti dell’oggetto, sia la loro 
collocazione nelle gerarchie di gruppo, in 
cui sono inserite le strutture geometri¬ 
che, le texture, le animazioni. Le ambien¬ 
tazioni possono essere importate in for¬ 
mato DXF ed inoltre viene garantita la 
compatibilità con i prodotti Autodesk e 
con gli standard Direct X e VRML 2.0. 

Uno degli strumenti particolarmente 
innovativi introdotti in questo ambiente 


mero di poligoni in 
funzione della vici¬ 
nanza dell'oggetto 
stesso in modo da 
renderlo piu veloce¬ 
mente visualizzabile 
e gestibile. Tutto ciò 
viene realizzato man¬ 
tenendo sempre l'in¬ 
tegrità del modello e 
riducendone la com¬ 
plessità solo dove 
questa non apporta 
alcun miglioramento 
alla qualità della rap¬ 
presentazione ma è 
solo fonte di rallenta¬ 
mento delle proce¬ 
dure di drawing. 
Questa funzione è 
attivabile con due click di mouse e risul¬ 
ta uno strumento estremamente como¬ 
do quando si ha a che fare con oggetti 
creati in package di progettazione o di¬ 
segno 3D non pensati per le visualizza¬ 
zioni interattive in reai time: in tal modo 
gli oggetti possono essere liberamente 
importati perché sarà il sistema ad occu¬ 
parsi automaticamente della loro sempli¬ 
ficazione per tenere quanto piu basso 
possibile il numero di poligoni, mante¬ 
nendo invariata la qualità della rappre¬ 
sentazione. Questa procedura automati¬ 
ca è estremamente semplice ed effi¬ 
ciente ed è un passaggio obbligato per 
permettere a sistemi Pentium based di 
raggiungere performance da worksta- 


296 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


















La potenza dei sistemi 
Etysium UllraScaler 
permette un feedback 
sensoriale ed una grafi¬ 
ca interattiva mai pri¬ 
ma sperimentata su 
PC. 


tion a costi contenuti. 

Wold Builder dunque non si propone 
sul mercato come ambiente di modella¬ 
zione. ma è piuttosto uno strumento in¬ 
tegrato che permette il progetto e l'as- 
semblazione di un mondo virtuale a pani- 
re da componenti già realizzate, grazie 
ad un loro facile posizionamento e alla 
definizione delle gerarchie, delle caratte¬ 
ristiche delle superfici e delle animazioni. 

VShell è poi il visualizzatore, ovvero la 
bacchetta magica che dà vita al mondo 
virtuale assemblato in World Builder 
mentre V-Library è la libreria di interfacce 
a basso livello con le periferiche virtuali 


Conclusioni 

Questo ingresso di IBM nel mondo 
della realtà virtuale ed in generale della 
computer grafica interattiva di media 
complessità fa riflettere. In primo luogo 
annuncia l'avvenuta volgarizzazione dello 


strumento in sé, inteso come mezzo per 
la progettazione, lo sviluppo ed il Virtual 
prototyping. La realtà virtuale non è rele¬ 
gata più solo ai centri di ricerca ma vede 
riconosciute le proprie potenzialità grazie 
ad una chiara ed effettiva utilità margina¬ 
le all'interno di ogni processo di produ- 


V-Rex VR Surfer: 




occhiali LCD attivi a basso costo 


-Rex ha sempre puntato, dalla sua nascita, al 3D 
stereoscopico proponendo proiettori stereoscopici ad LCD per 
presentazioni e dimostrazioni a media ed alta risoluzione, 
proiettori di diapositive stereoscopici ultracompatti e portatili, 
videocamere stereoscopiche analogiche, computer portatili con 
monitor ad LCD 3D stereoscopico ovvero con un sistema 
integrato a LED per il pilotaggio di occhialini a tecnologia attiva, 
etc Un mondo di prodotti e soluzioni tutti legati in qualche 
modo al 3D stereoscopico analogico e digitale. 

A questi si è aggiunto recentemente VR Surfer, un kit basato 
su un paio di occhialini a tecnologia attiva lad LCD, sincronizzati 


via LEDI per la visione 
tridimensionale 
stereoscopica di immagini 
e filmati proiettati sul 
monitor di un comune PC. 

Il costo di soli 100 dollari e 
le discrete qualità tecniche 
lo rendono uno strumento 
estremamente 
interessante non solo per 
la ludica. Moltissimi 
comunque già oggi i 
prodotti compatibili con 
questa periferica 
(Autodesk, Caligari, 

Wavefront e Softimage in 

testai, per non parlare dei giochi interattivi del calibro di 
Descent, Flight Unlimued. Mayan Ruins, Slip Stream 5000 e 
molti altri. 

La massima risoluzione di 
1024x768 pixel e la possibilità 
di essere connesso non solo ad 
un PC ma anche a Video o ad 


Per maggiori informazioni: 


una console da gioco e 
soprattutto il basso prezzo lo 
rendono un affascinante 

per il gioco ed 
soluzione economica 
per il lavoro. 


V-Rex 

85 Executive Blvd. 
Elmsford, NY 10523, USA 
Tel: 914-345-8877 
Fax: 914-345-8772 
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URL Kvww viex cinti 


MCmicrocomputer n 174 - giugno 1997 


297 


















Prototi p azione Virtuale: il Workin g Model 


“ 1 introduzione del concetto di Virtual prototypmg ha 

permesso l'ingresso sulla scena di tool per la simulazione della 
statica e della dinamica di sistemi tisici complessi con i quali è 
possibile mettere "a lavoro" un pezzo ancor prima di realizzarlo 
fisicamente. In altre parole con la prototipazione virtuale si simula 
il reale comportamento ed il moto di una macchina o di un 
insieme di oggetti modellati e collegati assieme tramite giunti, 
guide, molle, attuatori, ancor prima di costruirli e sotto l’azione di 
forze che possono fedelmente mutuare quelle alle quali verranno 
sottoposti nella realtà Uno strumento che si pone a metà strada 
fra la progettazione assistita da calcolatore e la prototipazione 
rapida. 

Il Working Model, della KnowLedge Revolution, si presenta come 
strumento stand-alone per il Virtual prototypmg ma può essere 
utilizzato anche all'interno di AutoCAD o di Mechanical Desktop di 
Autodesk, di Solid Edge di Intergraph, di Solid Works 97, in 
maniera del tutto trasparente, come se fosse una unica 
applicazione multi-modulo. 

Il Working Model sfrutta criteri di programmazione grafica 
estremamente semplici ed intuitivi, ed in tutta la sua potenza si 
presenta come una componente fondamentale ed immancabile 
sulla scrivania digitale di un progettista 
Importando oggetti CAD bidimensionali e tridimensionali, o 
disegnandoli direttamente all'interno del Working Model, è 
possibile collegarli 
variamente con giunti, 
guide, molle, 
ammortizzatori, corde, 
motori, attuatori. ecc., e 
simulare cosi il loro moto 
sotto l'azione di campi 
gravitazionali, elettrostatici 
o sotto l’azione di vettori di 
forze imposte (teleutente 
Inoltre questo ambiente 
dispone di script che 
consentono: di simulare il 
comportamento a flessione 
di parti rigide, di calcolare la 
risposta delle travi 
(momento flettente, forza 
elastica trasversale, 
tensioni, ecc.) sia in caso di 
carico statico che dinamico, 
di simulare con un solo 
comando le cerniere con 
attrito, ecc. In questo 


ambito inoltre le proprietà di 
ciascun elemento sono 
completamente definibili, e per 
ognuno di essi sono disponibili 
in linea finestre dinamiche di 
misura che in tempo reale 
rendono conto dell’andamento 
dei parametri cinematici e 
dinamici che si ritengono piu 
significativi durante la 
simulazione e che si desidera 
tenere sott'occhio. La 
simulazione stessa viene 
registrata come un filmato 
video che l'utente può 
esaminare fotogramma per 
fotogramma. 

A tutto ciò si aggiungono la 
possibilità di personalizzazione 
e le potenzialità della programmazione avanzata di Working 
Model, in un ambiente Microsoft Visual Basic Llke In tal modo è 
possibile inserire nell'esperienza virtuale componenti anche 
estremamente complesse o monitorare l'evoluzione del 
fenomeno tramite una interfaccia del tipo "cosa succede se” In 

questo senso la 
programmazione ad oggetti 
esprime tutta la sua potenza 
Lo scambio di dati con 
programmi CAD esterni o 
applicativi Windows e Mac e 
totale. Non solo è possibile 
infatti importare file generati 
con generici CAD esterni, 
ma la stessa simulazione 
può essere direttamente 
comandata in tempo reale da 
un file Microsoft Excel o 
altro file dati generato da un 
software di spread-sheet 
operante sotto MS Windows 
3.1 o 95, o sotto Macintosh 
OS System 7.0 o superiore 
In entrambi i casi è 
consigliata una memoria 
centrale di almeno 16 MByte 
di RAM e microprocessore di 
classe medio-alta. 


Working Model & Working Model c 


The Definitive Environment far Virtual Prt 

- * ^ 



Distributore per l'Italia di 
Working Model: 

USTA STUDIO Srl 

Via Costa 36 

36030 Fara Vicentino (VI) 

Tel: 0445 300391 

Fax: 0445 874283 

E-Mail |pàóliStaig)a: atnènl 

Produttore: 

KnowLedge Revolution 
66 Bovet Road, Suite 200 
San Mateo, CA 94402 
Tel: 001 415 574 7777 
Fax 001 415 574 7541 
URL. fntp://www Krvconi 


zione m cui si faccia uso della simulazio¬ 
ne in grafica di sintesi. 

Ciò è stato reso possibile dalla con¬ 
giunzione di due fenomeni di natura eco¬ 
nomica, oggi entrati con grande prepo¬ 
tenza anche nel settore delle worksta¬ 
tion grafiche: il fenomeno del downpri- 
cing (progressiva diminuzione dei prezzi 
dei sistemi e delle soluzioni) e l'effetto 
combinato del downsizing (inteso come 
migrazione o sviluppo di applicazioni ver¬ 


so architetture e strutture distribuite, ba¬ 
sate su sistemi aperti sempre più poten¬ 
ti). che hanno fatto un po' la storia del¬ 
l'informatica m generale. 

Il calo dei prezzi è dunque un elemen¬ 
to importante della volgarizzazione ed 
IBM. con Virtuality. sa perfettamente 
che può aver successo contro i simulato¬ 
ri interattivi, gli Image Generator dell'ulti¬ 
ma generazione di Silicon Graphics, Digi¬ 
tal, SUN, Intergraph solo con una politica 


commerciale aggressiva che proponga 
un prodotto che non ceda il passo 
all'evoluzione tecnologica dopo soli po¬ 
chi mesi, ma che invece si presti ad una 
elevata scalabilità, cioè ad una espansio¬ 
ne che segua le richieste del cliente in 
termini di capacità grafiche e di perfor¬ 
mance. 

Una entrata che non mancherà di ge¬ 
nerare contraccolpi su un mercato 
tutt'altro che assestato. «S 


298 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 














ilioni 
i numeri 

telefonici 




tutti 
CD RonT. 

g opzioni di ricerca anche da dati parziali. 




(Mei 


■ 


CD-Tei raccoglie olire 24 milioni di numeri telefonici, cioè lutti gli elenchi d'Italia. Un solo CD Rom per guadagnare tempo ri¬ 
sparmiando anche nello spazio. Per fare ricerche su CAP, città, strade, cognomi, professioni con una flessibilità estrema e 
ideale per quanti hanno bisogno di creare maillng lisi. I dati, Inoltre, possono essere facilmente esportati per la 
stampa di etichette e i numeri telefonici selezionati composti automaticamente dal 
modem del vostro computer versione DOS, Windows 3.1 e Windows 95. CD-Tel lo M 

trovate nei miglion computer shop, librerie, cartolerie. In ultimo, ma non ultimo, il ^ET'll'U 
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( '.I)-Trl. La grande rubrica telefonica piccola come un CI) Rom. _ 

II>-l'vl (■ protlollo ila Mivrn lnnm srl 00/6/ Roma riti Ultimiti Musa. IH lai Olili 12131)33 fax 1)6/11212836 

Vini>://iruir.iiilittili<i. ruii\ <• ina il \nlii(y)mliiiilia.i 1 



















a cura di Corrado Giustozzi 


Il commercio elettronico 

Uno degli argomenti che più si sta discutendo tra gli “addetti ai lavori” a 
proposito di Internet. Dall’invenzione del World Wide Web e dei protocolli 
relativi, dalla versione 1.0 di Mosaic, si parla della vendita via Rete. Un 
paragone che si faceva qualche anno fa era quello della scoperta del Far 
West: per primi iniziano ad arrivare i coloni, filosofi alla ricerca della 
libertà, ma poi... immediatamente arrivano i cercatori d’oro ed assieme ad 
essi i fuorilegge e la prostituzione. Poi arrivano i giocatori d’azzardo e gli 
sceriffi, poi i ranger ovvero gli sceriffi del governo, ed assieme a loro le 
banche. Ecco che il modello economico del Far West è costruito, i territori 
conquistati, il business partito e... sono nati gli Stati Uniti d’America, una 
federazione legata da interessi economici, tra un mare e l’altro. 

Prima puntata 

di Sergio Pillon 


Ecco che, per chi segue Internet da 
prima dell'evoluzione del WWW, il mo¬ 
dello fino ad oggi è chiaro. Solo che in 
quattro anni è successo quello che nel 
Far West ha avuto bisogno di circa un 
secolo, e la "federazione" non è ancora 
completa. Che succederà della Comu¬ 
nità Economica Europea? Riuscirà a 
mantenersi tale in un mondo, come ha 
recentemente detto Talbot del DGIII (il 
gruppo della Comunità Europea che se¬ 
gue internet), dove il concetto stesso di 
"vicini" scompare? Il vicino oggi è colui 
che è raggiungibile per e-mail, gli altri 
sono lontani; il telefono con la telesele¬ 
zione continuava a selezionare tra busi¬ 
ness vicini e lontani, ma adesso? 

Nei giorni in cui scrivo, dal 7 al 9 apri¬ 
le, si è tenuto a Bonn il primo incontro 
sul commercio elettronico dei G7, i set¬ 
te "grandi” del mondo, a dimostrazione 
dell'interesse che suscita l'argomento. 
In contemporanea partono una speri¬ 
mentazione sul GSM per le transazioni 


commerciali, due studi pilota sui mezzi 
di pagamento via Internet, e le banche 
stanno già attivandosi. Il '97 rischia in- 
somma di essere l'anno del commercio 
elettronico. 

Vorrei darvi una panoramica di quello 
che sta succedendo, senza nessuna 
pretesa di fare una lezione ma solo un 
panorama per poi dare a chi ha 
un'azienda gli elementi per pensare, e a 
chi sta cercando un lavoro, chissà, il 
modo di farsi venire un'idea... 


I consumatori 

Quando si parla di mercato la prima 
cosa su cui riflettere è: "Chi è il mio ac¬ 
quirente? A chi vendo?". Era facile 
aprendo un negozio di alimentari in una 
strada: si analizzava il livello economico 
del quartiere, gli abitanti, i concorrenti, 
ed ecco che si sapeva già molto. Apren¬ 
do un ipermercato le cose sono più 


complesse, ma sempre legate a feno¬ 
meni di questo tipo. Su Internet i survey 
danno una sensazione del mercato, al¬ 
meno questo, ed è quasi l'unica cosa fa¬ 
cile. I più recenti sono quello delle GVU, 
Grafie, Visualization ed Usability Group, 
mtn://w ww.cd.aatech.edu/ovu/ 

user survevs/ . che assieme ad altri ha 
realizzato un rapporto mettendo un que¬ 
stionario sulla Rete. Il primo limite e 
quindi che il rapporto non indica quelle 
che sono le reali percezioni della gente 
ma solo di coloro che navigano su Inter¬ 
net. Il vantaggio è che è il sesto, e quin¬ 
di permette una analisi delle tendenze 
della Rete, completato alle fine del '96 
dove 15.000 persone hanno risposto a 
domande sia "demografiche" che rivol¬ 
te ad una analisi di consumo 
È sponsorizzato dal W3C, il consorzio 
per la definizione degli standard del 
WWW, e da INRIA, la struttura che ospi¬ 
ta il W3C al CERN di Ginevra, dove è 
stato "inventato" il WWW. A proposito, 


300 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 







il mio primo impatto con Mosaic lo devo 
ad Alberto Berretti, professore alla II 
Università di Roma che, al ritorno da un 
incontro al CERN, mi presentò Mosaic, 
appena uscito in versione beta. Sembra¬ 
no secoli, erano solo 4-5 anni fa! 

Ma torniamo ai risultati del survey 

L’impatto sulla società 
e sulla cultura 

Il 36% ritiene che la censura sia uno 
dei principali problemi con cui si debba 
misurare Internet, il 26% la riservatezza 
delle informazioni ed il 14% la navigabi¬ 
lità di Internet. Tra gli europei invece la 
navigabilità è al secondo posto, prima 
della riservatezza. Tra le donne al primo 
posto la riservatez¬ 
za, tra i giovani la 
censura, tra i più 
anziani la navigabi¬ 
lità. 

Un primo com¬ 
mento è che quan¬ 
do il questionario è 
stato realizzato era 
ancora forte l'eco 
del tentativo del 
congresso ameri¬ 
cano di mettere un 
"controllo" sulla 
Rete. Personal¬ 
mente non scom- 


Figura 2 - Un dato in¬ 
teressante. nel perio¬ 
do settembre/novem- 
bre 1996 chi ha rispo¬ 
sto al questionano si 
aspettava nell‘60% 
dei cast di usare Net¬ 
scape Navigator nel 
prossimi 12 mesi. At¬ 
tualmente i dati più 
prudenti danno Inter¬ 
net Explorer al 30% 
del concorrente, 
quelli Microsoft al 
40%. La campagna 
condotta ha davvero 
modificato lo fono in 
oamnnl 



Figura I - Il sito del 
College of Computing, 
della Georgia Tech 
University. Merita dav¬ 
vero una visita, è pieno 
di informazioni, veloce 
e soprattutto ci trovate 
dei dati veri, di valore, 
sulla Flètè. 


- 




menerei oggi che la censura si piazze¬ 
rebbe al primo posto... 

Che cosa pensa la Rete del dominio 
della lingua inglese? Il 59% concorda 
che i vantaggi di un’unica lingua supera¬ 
no di molto gli svantaggi. Le persone ol¬ 
tre i 50 anni sono molto più concordi 
neiraffermaro i vantaggi della unicità 
della lingua, i più giovani temono una 
perdita di identità nazionale. 

Strano? Non tanto. Non è la prima vol¬ 
ta che i giovani fanno la figura dei con¬ 
servatori, mentre i più anziani sono più 
"rivoluzionari".., 

Il 46% sente che da quando usa la 
Rete è meno solo, che condivide mag¬ 
giormente gli stessi interessi con altre 


persone, e questo è un dato molto im¬ 
portante, indicando, e di commercio 
stiamo parlando, che la Rete viene vista 
con un luogo di con- 
divisione di interessi 
oltre che una fonte 
di informazioni, per 
la realizzazione di 
comunità basate su¬ 
gli interessi comuni 
piuttosto che sulla 
posizione geografi¬ 
ca. Insomma la rivo¬ 
luzione continua e 
farne parte lo trovo 
un'esperienza emo¬ 
zionante. 


Figura 3 - Il prodotto 
più acquistato, ovvia¬ 
mente, dai navigatori 
0 il cibo . Ma ben po¬ 
chi lo cercano sulla 
rete. Per cui www.sa- 
laml.com non do¬ 
vrebbe neppure esi¬ 
stere. altro che gua¬ 
dagnarci In realtà si 
tratta sempre di un 
mercato ‘‘generale" 
dove gli spazi di nic¬ 
chie esistono sempre. 

Certo, oggi lo investi¬ 
rei In senrizl via Rete.. 



MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


301 

























































































IViiiMiùita 



Seeking Behavior Across Mediums 


Percent 


taf» OAJm WWW SufCandutM OcMw «•**) 
<1« Nìps— f « 


IMI erse • M i«>CS«S0MI) 
Cm>n MwiuM^rrgriichidi 


Figura 4 - Cosa cercano 
sui vari mezzi? La dia¬ 
positiva mi sembra 
esplicita. 


Figura 5 - Non sono 
molti quelli che acqui¬ 
stano tra I navigatori e 
non è neppure vero 
che le donne siano 
quelle che spendo¬ 
no... 


Frequency of Using Web for Shopping 


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Copy*>(7t 1S9S CTRC AUfttXTSUEtfR^D 


Pei il tipo di lavoro svolto sostanzial¬ 
mente c'è l'eguaglianza uomo/donna su 
Internet, e chi naviga ha tra i 26 ed i 50 
anni e lavora soprattutto nel campo 
dell'informatica. 

Quali sono le idee 
sul pagamento 
dei servizi Web? 

Il 68% non pagherebbe per avere ser¬ 
vizi via Web, ma chi ha analizzato le ri¬ 
sposte ritiene che si tratti più della per¬ 
cezione che i servizi attuali non meritino 
il pagamento. 

Un’altra ipotesi vede nel fatto che la 
maggior parte degli utenti paghi un for¬ 
nitore di accesso la ragione della rispo¬ 
sta, visto che percepirebbe come un 
"secondo pagamento" quello dei servi¬ 
zi. Chi è disposto a pagare preferisce 
una iscrizione piuttosto che un paga¬ 
mento a collegamento, ovviamente i 
giovani sono meno disposti a pagare 
ma anche le donne (il modello della 
donna di casa economa che gestisce il 
portafoglio esiste anche sulla Rete’ 
Scherzavo, non intasatemi la mailbox!), 


La politica 

Il 38% sono di centro, 27% liberali di 
sinistra (socialisti) e 25% "liberisti”, 
cioè coloro che ritengono che il governo 
debba servire solo per proteggere dalla 
violenza e dalla coercizione; oltre il 50% 
ha votato nelle ultime elezioni. 


Dati demografici 

L'età media del sesto survey è di 35 
anni, con un aumento dell'età media 
lento ma continuo, nel quarto 32.7, nel 
quinto 33. In media le donne sulla Rete 
sono più giovani degli uomini e gli euro¬ 
pei piu giovani degli americani. La "vec¬ 
chia" Europa è poco tecnologica? Temo 
proprio di si! 

Il rapporto maschi/femmine si è stabi¬ 
lizzato, il 32,4% femmine, il 68,6% ma¬ 
schi. In Europa le cose sono diverse, 
80% maschi, un lieve aumento delle 
donne in generale oltre i 50 (da 24,7% a 
27. 1%) 

Speriamo che anche da noi le cose 
cambino con l'evoluzione della Rete, fi¬ 
no al terzo survey anche in USA le don¬ 
ne erano solo il 18% ! 

Per valutare questi dati bisogna an¬ 


che tenere presente che l'83% di colo¬ 
ro che hanno risposto al survey viene 
dagli Stati Uniti: perché lo studio non è 
stato ben condotto in Europa (magari il 
questionario era su siti poco "visti" da¬ 
gli europei oppure in genere da noi non 
si risponde..) o perché il WWW è anco¬ 
ra un fenomeno in cui gli americani han¬ 
no una orevalenza schiacciante? 

Intanto nell’ultimo rapporto CENSIS si 
Stimano in oltre 600 000 gli utenti Italia¬ 
ni del WWW. 

Il 45,7% di coloro che hanno risposto 
sono sposati, il 36,7% single (ed il 17,6 
cosa sono? Cosa avete capito, convi¬ 
venti!) I tre quarti di quelli tra i 19 ed i 
26 anni sono single ed i tre quarti di co¬ 
loro che hanno più di 50 anni sono spo¬ 
sati. Mi sembra una buona indicazione 
che tutti gli strati sociali siano rappre¬ 
sentati. 


Quanto spesso 
forniscono dati falsi 
sulla Rete? 

Un problema importante. Il 63% non 
lo ha mai fatto, il 33% lo ha fatto qual¬ 
che volta, il 4% preferisce non rispon¬ 
dere; come da aspettativa si riduce con 
l'età il numero di coloro che qualche 
volta barano. Insomma, le informazioni 
raccolte via Web hanno il 37% di proba¬ 
bilità di essere false i Attenzione 

I navigatori non si registrano se richie¬ 
sto dal sito (nel 70% dei casi) perché 
non è spiegato chiaramente che uso si 
fara dei dati raccolti, ed inoltre nel 70% 
dei casi ritengono che per accedere ad 
un sito non debba servire fornire dati 


302 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




































































personali. Inoltre il livello di fiducia in chi 
raccoglie le informazioni è davvero bas¬ 
so: nel 62% dei casi non credono nei si¬ 
ti che le raccolgono. 

Un problema importante è il tempo ri¬ 
chiesto per completare il questionario 
(costituisce IL problema per il 38% dei 
navigatori): il 45% non si registra se si 
chiede l'indirizzo postale, il 31% perché 
si chiede il nome e cognome, il 22% 
perché si chiede l'indirizzo di posta elet¬ 
tronica. 

Pensate, e questo è un dato vera 
mente su cui riflettere, che solo il 27% 
ritiene che quando si esegue una tran¬ 
sazione si debba registrare l'indirizzo IP 
del computer ed il sistema operativo, il 
21% l'e-mail ed il luogo da cui ci si col¬ 
lega. Solo il 19% accetterebbe di avere 
un identificativo univoco se fosse possi¬ 
bile Di fatto si tratta di un esempio di 
come la comunità accetti ben poco 
l’uso dei cookie che servono per questo 
scopo D'altro canto non è strano, con 
quale fastidio accetteremmo che ci ve¬ 
nisse chiesto un controllo del documen¬ 
to se dovessimo entrare in un negozio? 

La posta elettronica non richiesta e la 
pubblicità non vengono viste con favo¬ 
re, ma non in modo assoluto. Viene ben 
percepita la richiesta di registrazione 
per ricevere informazioni, ma solo il 6% 
vota a favore di provvedimenti che ren¬ 
dano illegali gli invìi non richiesti (spam¬ 
ming). 


Collegamenti 

I due terzi si collegano da casa, in Eu¬ 
ropa solo un terzo, ma il 77% di quelli 
che hanno più di 50 anni si collega da 
casa. In media uno su cinque si collega 
oltre 20 ore la settimana, uno su tre da 

10 a 20 ore, il 17% da 7 a 9 ore ed un 
altro 17% da 4 a 6 ore In 18 mesi, co¬ 
me risulta da un altro rapporto analogo. 

11 tempo di collegamento medio analiz¬ 
zato è raddoppiato! 

Pensate, Telecom, pensate. Se ieri la 
famiglia media si collegava 20 minuti al 
giorno, oggi la famiglia con Internet si 
collega 1 ora e 20 al giorno! Si tratta di 
triplicare gli incassi, non so se mi spie¬ 
go, ce lo fate un altro scornicino? Se 
Telecom Italia non ci pensa chissà che 
non ci pensino British Telecom o Fran- 
ce Telecom... 

Purtroppo per i venditori attuali il 78% 
si collega solo per gironzolare, il 63% 
per divertirsi, per imparare il 54% e per 
lavorare il 50%. Insomma la forza che 
muove la Rete è il divertimento, ma an¬ 


che il lavoro ha un grosso spazio 

Per i tre quarti dei navigatori la velo¬ 
cità è il problema principale, anche se 
sta migliorando: dall'80% che avevano 
problemi 6 mesi fa al 69% di oggi. Im¬ 
mediatamente dopo è quello di trovare 
informazioni. 

Web-Televisione 
è davvero 
un match impari? 

Recentemente leggevo un articolo 
dove grandi esperti analizzavano la ca¬ 
duta di ascolti televisivi nel "prime ti- 
me" che va dal 3 al 10% ! In particolare 
i giovani, con grandi pensamenti, chis¬ 
sà, forse escono la sera, meglio... bah! 


Guarda caso gli utenti Internet sono al 
massimo proprio nel prime lime ed è 
ben noto che se si naviga sulla Rete dif¬ 
ficilmente si guarda la TV, ed in quelle 
ore si trova la linea del provider sempre 
occupata. Meditate gente, meditate. Se 
avessi una società di produzione televi¬ 
siva inizierei ad esplorare la conversio¬ 
ne: il 37% dei navigatori va sul Web 
piuttosto che guardare la TV quotidiana¬ 
mente, ed un altro 23% lo fa settima¬ 
nalmente. 


Acquisti e venditori 

È aumentato molto l'uso del Web co¬ 
me strumento di ricerca ed informazio¬ 
ne sui prodotti da acquistare, in partico¬ 
lare per prodotti "informatici", software 
ed hardware, in particolare per oggetti 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


303 




































































che costano più di 50 dollari, con una 
percentuale tra il 15 ed il 30% dei navi¬ 
gatori che ha fatto acquisti nel settore. 
Altri settori di vendita sono le combina¬ 
zioni di viaggi (49% ha cercato ed il 
20,1% acquistato), libri e riviste (43% 
ha cercato, il 18% ha acquistato) e pro¬ 
dotti musicali, CD. cassette, ecc. ( 36% 
ha cercato, 14% acquistato) (Fig. 3). 

In pratica l'acquisto di viaggi è stato il 
doppio dello scorso anno, ma solo il 6% 
in più di dischi, il 4% di libri: grossolana¬ 
mente, come è apparso dall'uso del 
Web, un utente su 5 acquista via Inter¬ 
net La conclusione è che la crescita del 
commercio è ancora lenta ma ormai è 
un dato certo, 

Quanto hanno speso e quanto spen¬ 
deranno nei prossimi sei mesi? Il 36% 
meno di 17.000 lire, oltre il 20% tra 
17.000 e 170.000, ed un altro 30% oltre 
170 000, con una crescita dell'8% tra 
coloro che spendono oltre 170.000. 
Quanto spenderanno è risultato finora 
sovrastimato dai dati raccolti nei survey 
precedenti ma il 32% dichiara che 
spenderà oltre 170.000 lire nei prossimi 
6 mesi 


L'uso della carta di credito via Web è 
considerato più rischioso che via telefo¬ 
no, via fax o ad un negozio sconosciuto. 
Una paura forse irrazionale ma con la 
quale fare i conti, aumentata oltretutto 
rispetto alle analisi precedenti. 

Si compra via Web perché le informa¬ 
zioni sul prodotto sono buone, si com¬ 
pra se c'è sicurezza, per ricevere prima 
ed a casa gli oggetti ma è sorprendente 
come i motivi di minore importanza sia¬ 
no il prezzo inferiore e la semplicità di 
pagamento. 

E per questo, la sicurezza, seguita 
dalla difficoltà di riavere i soldi se ci so¬ 
no problemi, dalla semplicità di cancel¬ 
lare gli ordini, dall'affidabilità e dal cu- 
stomer Service che la gente preferisce i 
venditori tradizionali. Quelli via Web so¬ 
no semplici da contattare, hanno prezzi 
inferiori, molte informazioni e semplicità 
di ordinazione. 

Insomma se su Internet arriva il nuo¬ 
vo protocollo VISA. MasterCard, Amex 
e banche, il SET con la sicurezza delle 
transazioni, le cose potrebbero cambia¬ 
re profondamente. Ad aprile-maggio 
partirà il primo progetto pilota, assieme 


ne partiranno altri, di cui uno italiano. 
Hanno sei mesi di tempo per verificare i 
problemi e fornire una prima valutazio¬ 
ne. vedremo. 


La Nielsen 

Quella con la I, non il sapone per i 
piatti. Ha un accordo con 
commerce.net ed ha realizzato uno stu¬ 
dio sull'uso commerciale della Rete. È 
in vendita per alcuni milioni (8 all'incir- 
ca), http://www.ni.eisenme.qia.com, md 
il riassunto è disponibile al pubblico! 
con la caratteristica interessante di es¬ 
sere fatto su una analisi condotta per 
la strada, anche se solo tra le persone 
maggiori di 16 anni in America e Cana¬ 
da, con un protocollo rigido e scientifi¬ 
co di raccolta e distribuzione dei dati, in 
modo da poter fare una proiezione at¬ 
tendibile In realtà si tratta di due studi 
diversi, il primo fatto ricontattando 
quelli che avevano risposto nel '95 ed 
uno nuovo, ed è possibile fare i primi 
paragoni con quello dell'agosto ’95. 

Tra questo gruppo di persone 


JAVA 


erita un discorso a parte: decolla, non decolla, si ferma. 
Microsoft spinge ActiveX mentre W3C. Sun e Netscape spingono 
Java. assieme ad Apple che però ha un sistema operativo che ren¬ 
de l'uso di Java complesso e soprattutto lentissimo. 

Nel survey un capitolo a parte è stato dedicato a Java, gli autori 
di siti Web che lo hanno usato sono passati dal 17 al 24% negli ul¬ 
timi 6 mesi, più gli Europei degli Americani (!). Non è chiara la per¬ 


cezione del futuro, di conseguenza chi risponde non sa indicare 
chiaramente se lo userà nei prossimi 6 mesi. 

Quali sono i vantaggi principali di Java? 

Si poteva scegliere tra più di una risposta, oltre il 50% ritiene che 
l'indipendenza dalla piattaforma sia il vantaggio principale, 1/3 che il 
fatto di non richiedere permessi particolari sia uno svantaggio im¬ 
portante (diversamente dal 
CGI) ed il 22% ritiene che il 
buon livello di Interattività 
che fornisce sia un vantag¬ 
gio. Sono più gli Europei de¬ 
gli Americani a vederne i 
vantaggi 


Quale è la conoscenza e la 
percezione della sicurezza 
diJava? 

Il 45% dichiara di non sa¬ 
pere quanto sia sicuro Java, 
tra coloro che assegnano un 
punteggio l'8% ritiene sia 
molto insicuro, il 28 % abba¬ 
stanza insicuro, il 54% abba¬ 
stanza sicuro, il 9% molto si¬ 
curo. 

Rispetto al precedente 
survey c'è sotto un buon in¬ 
cremento verso la percezio¬ 
ne della sicurezza di Java. 


Plans to Use Java 
Split by Location 




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Use of Ready Made Java Applets 
Split by Location 



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CW#* Iti* OT*C • All «BWVtÙ 
Covaci Mww-'MvnOccgaUcAtfe 



304 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





















































Le URLa del mese 


o spazio questo mese è poco ma due siti italiani 
vanno segnalati: nuu);;www.vimuio.n è il primo. I ragazzi di 
Matrix stanno facendo un buon lavoro Certo, ci sono i soldi di 
Telecom dietro, ma bisogna essere obiettivi. Si tratta di un sito 
che è davvero cresciuto, bello anche se con poca grafica e ben 
fatto All'inizio ha avuto problemi di gioventù ma ora e special- 
mente dopo l'accordo con Infoseek è uno dei migliori sulla Re¬ 
te in assoluto e non solo perché è in Italiano. Le ricerche sono 
assistite, trova quanti Link ci sono nel mondo al tuo sito, quan¬ 
te pagine ha il tuo sito e cosi via Veramente semplice e ben 




fatto. Poca grafica, come si conviene ad un sito di servizio, ve¬ 
loce, una redazione con la quale si può o no essere d'accordo 
ma attenta a quello che succede sulla Rete. Merita davvero la 
URL del mese. Sarebbe da dire che è un peccato che sia solo in 
Italiano! 

hUOiLwwA.li5.calrei.it/hscainet/tnet ntm per un aiuto fiscale 
Questo si che doveva essere in Italiano, le tasse così combina¬ 
te sono solo nostre. Non credo che farete a meno del commer¬ 
cialista ma un aiuto importante si può trovare anche qui 

Che nasca il commercialista telematico? Il mio è già telefoni¬ 
co, penso che non sarebbe complesso farlo diventare telemati¬ 
co. ci sarebbe sempre il problema delle firme ma magari lui mi 
compila un 740 elettronico da stampare a casa . . chissà. 



Bvnvvnutl In PlscalNel. 


FiscolNet 


NcXUumI r RmU» 
Rassegne tUmpa 
Rnpottr m Ounn 
ScjòwiMrt 
Siti Irti «traumi 


nell'agosto '95 il 16% aveva accesso 
ad Internet, il 10% aveva usato Inter¬ 
net negli ultimi 3 mesi e l'8% aveva 
usato il WWW negli ultimi 3 mesi So¬ 
no state reintervistate le stesse perso¬ 
ne. La crescita dell'accesso è stata del 
50%, il 24% ha accesso alla Rete dopo 
6 mesi dal primo survey. il 17% ha usa¬ 
to Internet negli ultimi 6 mesi ed il 
13% ha usatoli WWW. 

Nello studio '96 sempre tra i maggiori 
di 16 anni il 23% sta usando Internet, il 
17% è sul WWW ed il 73% di coloro 
che usano il WWW lo usa per ricerche 
su prodotti e servizi. Praticamente 5,6 
milioni di utenti (od il 15% dei nordame¬ 
ricani) hanno fatto acquisti sulla Rete! 

Tanti o pochi? Pochi se si fa il para¬ 
gone con i 220 milioni di abitanti, tanti 
se si pensa alla crescita che sta avendo 
il settore. 

La sicurezza nel pagamento elettroni¬ 
co è. anche secondo la Nielsen, il moti¬ 
vo principale che frena gli acquisti sulla 


Rete. 

Gli utenti sono principalmente mana¬ 
ger e professionisti, meno che nel sur¬ 
vey precedente, erano il 50% ora sono 
il 39%, ma sempre più della media del¬ 
la popolazione, dove sono il 25%. Il 
53% dei "navigatori" dichiara di aver 
usato il Web per scegliere il prodotto 
da acquistare, con una crescita rispetto 
allo studio precedente del 60% in 6 
mesi. 

I maschi sono il 58% ma sono anche 
i migliori acquirenti via Rete, molto più 
delle donne. 

Ci fermiamo qui, con un senso di fa¬ 
stidio Pensate che questo rapporto è 
stato commissionato da Commerce.net 
alla Nielsen. pagato, immagino, e viene 
venduto ancora per 8.000.000 di lire. 

La mia impressione è che la Nielsen. 
o Commerce.net. nonostante gli studi, 
abbia capilo ben poco delle filosofie 
della Rete, di condivisione delle infor¬ 
mazioni e del profitto ''giusto”. Credo 


che spendere forse una sessantina di 
milioni, mi rifiuto di credere che sia co¬ 
stato di più, per un rapporto commis¬ 
sionato e poi venderlo ancora a 5000 $. 
senza mettere in linea neppure l'execu¬ 
tive summary. sia veramente un segno 
di protervia da parte di chi è pagato dal 
governo per diffondere il commercio 
sulla Rete; inoltre il rapporto su CD e 
quindi in formato elettronico non costa 
meno, ma 700.000 lire di più! Quando 
poi ne esiste un altro gratuito, con tutti 
i set di dati liberi, credo sia uno spreco 
comprarlo, mi dispiace per le teste 
pensanti della Nielsen ma i rapporti del 
GVU hanno una analisi davvero ben fat¬ 
ta dietro, siamo al sesto, per la Nielsen 
solo al secondo. 

Nella prossima puntata il denaro elet¬ 
tronico. i server per le transazioni com¬ 
merciali, le banche, esempi e studi. Al 
prossimo mese. 

«e 


MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997 


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a cura di Corrado Giustozzi 


Cascading Style Sheet 

Uno dei limiti che è sempre stato riconosciuto all’HTML è quello di non 
aver un controllo ottimale sull’editing finale della pagina. Un difetto non da 
poco, visto che il World Wide Web fa dell’aspetto grafico il suo cavallo di 
battaglia. A risolvere i problemi stanno arrivando gli Style Sheet. Con 
questi nuovi comandi possiamo progettare una pagina quasi come se ci 
trovassimo in tipografia. Questo mese vedremo dunque quali sono le 
specifiche e le prime nozioni necessarie per poter utilizzare questi 
potentissimi comandi. 

Prima parte 

di Giuliano Boschi 


Se navigale spesso nella rete, e se 
avete visitato siti dedicati all'HTML o ai 
browser o comunque alla progettazione 
di pagine WWW. vi sarete sicuramente 
imbattuti nei Cascading Style Sheet 
(CSS) o, piu semplicemente, Style Sheet 
(io stesso ne ho fatto alcuni accenni nei 
numeri precedenti) Vediamo ora di che 
si tratta, come si utilizzano e quali inno¬ 
vazioni portano e porteranno nel World 
Wide Web 

Personalizziamo 
le pagine 

E' indispensabile, come preambolo, 
precisare che la funzione primaria degli 
Style Sheet è quella di permetterci di 
comporre una pagina Web secondo uno 
''stile" da noi scelto, permettendoci un 
controllo raffinatissimo sui testi e sulla 
struttura della pagina stessa. 

Un Cascading Style Sheet altro non è 
che una lista di attributi che permettono 
di modificare le proprietà dei tag HTML. 
Tali attributi possono essere prerogativa 
di un solo tag, di più tag contemporanea¬ 
mente, di un intero documento o addirit¬ 
tura di una serie di documenti. Le infor¬ 
mazioni riguardanti uno specifico stile 
possono essere molte e varie, da questo 
insieme di informazioni (da cui il termine 
"cascading", cioè cascata), si giunge alla 
composizione dello stile desiderato 

Le specifiche dell'attuale "Cascading 


Style Sheet Levell " sono stabilite dal 
W3C, il World Wide Web Consorlium di 
cui abbiamo parlato nel numero 170. 
Queste specifiche, tanto per cambiare e 
tanto per complicarci la vita, sono ancora 
in via di definitiva approvazione. Il gruppo 
del W3C che se ne occupa riceve ancora 
input da parte dei membri del consorzio 
di cui fanno parte anche aziende del cali¬ 
bro di Apple, Microsoft e Netscape. 

Recentemente sono stati fatti molti 
tentativi di estensione dell'HTML per 
permettere un maggiore controllo sullo 
stile definitivo della pagina Web. Gli Sty¬ 
le Sheet superano questi problemi intro¬ 
ducendo elementi sino ad ora presenti 
solo nella nostra fantasia di perfetti pro¬ 
gettisti di pagine. Il colore di sfondo può 
ora essere assegnato non solo al BODY 
ma a qualsiasi altro elemento HTML, i 
bordi possono essere assegnati a qual¬ 
siasi elemento, non solo alle tabelle, e 
cosi via 

Ovviamente, e come non pensarlo, 
non tutti i browser supportano gli Style 
Sheet. In teoria una pagina costruita con 
gli Style Sheet può essere letta anche da 
un browser che non lo supporta, ma il ri¬ 
sultato è spesso cosi scadente da sconsi¬ 
gliarne l'utilizzo. Questo vuol dire che pri¬ 
ma di progettare un sito utilizzando que¬ 
sti potenti elementi dobbiamo fare i conti 
con la distribuzione dei browser che li 
supportano Attualmente gli Style Sheet 
sono supportati da Internet Explorer 3.0 
beta 2 le successivi) e da Netscape Com- 
municator 4 0 beta 2 (e successivi). 


Come si utilizzano? 

Entriamo ora nello specifico ed esami¬ 
niamo come si utilizzano gli Style Sheet 

Possiamo utilizzare tre metodi di im¬ 
plementazione: il primo, detto inline. 
consente di definire ogni singolo tag del 
documento In tal modo ogni tag HTML 
può avere un suo stile proprietario. Il se¬ 
condo metodo, chiamato embeddmg 
(letteralmente vuol dire incastonare) o 
style, permette di creare uno stile per 
ogni tag HTML. Tale stile viene applicato 
a tutti i tag di quel tipo presenti nella pa¬ 
gina. Per ultimo, ma non certo meno im¬ 
portante, l'external, che consente di defi¬ 
nire un documento che viene utilizzato 
come riferimento da più documenti. Tale 
sistema viene implementato quando ab¬ 
biamo una sene di pagine diverse che 
utilizzano lo stesso stile 

I nomi dei tre metodi non sono codifi¬ 
cati e spesso possono essere chiamati 
con vocaboli diversi. 

E’ bene precisare che la sintassi degli 
Style Sheet non è di immediata com¬ 
prensione, ma, come al solito, le cose 
sono molto più facili a farsi che a spie¬ 
garsi 

Ogni elemento di uno Style Sheet vie¬ 
ne chiamato definizione. La definizione, 
racchiusa tra parentesi graffe, è compo¬ 
sta da una serie di proprietà specifiche di 
quel tag. Ogni proprietà è identificata dal 
nome della proprietà seguito dai due 
punti e da un valore. Il punto e virgola se¬ 
para eventuali proprietà multiple. 


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MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


rcfnMf». 



HTML and Stylesheet Support 

1h« sampta \v*b paga batow was d»slgn©d ustrrg stylashMts. Th# GIF 
• mago to th« right Is v/hat you would be seeirrg witti all tha contont 
support of Internet Explorer 3.0. If tney don t look alike. what oO\er 
great content might you be mlssing out on? 


These SHOULD look alike! 
^ Dothey? ^ 


SfrfeSMMl C 00 C/H» 

Above: 

TOTAL SI2E: J.5- 


Sfyfc Sfitti can create 
uvpraz-.Ne lampa t 

wthout tha narp ofgnptuci 

Above: 

TOTAL SIZE: 


Figure > e 2 Mei silo della Microsoft e ben evidenziato il vantaggio, in termini 
di byte trasferiti, nell'utilizzo degli Style Sheet 0,5 k contro 5.3 k. un risparmio 
di orca IO volte' 


N.i.c.p.-f!t O.n.no.1 mr.rt 



L’esempio che segue assegna al tag 
<H1> un font della grandezza di 13 (inte¬ 
so come tredici puntil e con carattere 
neretto tbold): 

HI {font^sjze:JL3pt;Jont-we ig h t: 

bold) 

External Style Sheet 

Come visto precedentemente, l’Exter- 
nal Style Sheet permette di utilizzare 
uno stile desunto da un file "esterno" e 
che influenza lo stile di più pagine. 

La procedura perché un file HTML ri¬ 
chiami un External Style Sheet è quella 
mostrata nell’esempio 1. Per ora non 
preoccupatevi se alcuni comandi non vi 
sembrano chiari. Nel prossimo numero 
analizzeremo con attenzione tutti gli ele¬ 
menti necessari alla loro implementazio¬ 
ne. Quello che ora mi interessa sottoli¬ 
neare è il tipo di sintassi globale che per¬ 
mette al documento HTML di riconosce¬ 
re il file Style.css come depositario degli 
"stili” dell'impostazione del documento 
HTML stesso. 

Se vogliamo inserire alLinterno del file 
un testo di commento, ignorato quindi 
dalla procedura, dobbiamo far precedere 
al testo in questione il simbolo /* e. al 
termine del testo, il simbolo 7. 

Embeddino Style Sheet 

Quando utilizziamo questo metodo in¬ 
seriamo gli elementi necessari alla com¬ 
posizione della pagina all’inizio del docu¬ 
mento HTML L’esempio 2 ci mostra la 
sintassi di un Embedding Style Sheet. 

I tag <STYLE> e </STYLE>, che con¬ 
tengono gli elementi dello Style Sheet, 
devono essere inseriti dopo il tag 
<HTML> e prima del tag <BÒDY>. Gli 
elementi cosi definiti avranno valore per 
l'intero documento HTML 


Il problema può sorgere quando un 
browser che non supporta gli Style 
Sheet legge il nostro documento In tal 
caso sul monitor vengono mostrati tutti 
gli elementi compresi tra <STYLE> e 
</STYLE> che il browser interpreta co¬ 
me se si trattasse di un normale testo 
Per ovviare all'inconveniente possiamo 
usare i tag di commento <!-- e Que¬ 
sti tag indicano al browser di ignorare 
quanto racchiuso tra i due simboli e quin¬ 
di di non far visionare quel testo sul vi¬ 
deo Se invece il browser supporta gli 
Style Sheet, leggerà il documento anche 
se vi sono <!- e -> rendendo attivi gli 
stili scelti. 

Ialine Style SheeJ 

E’ il metodo più semplice, anche se in 
genere più dispendioso, dovendo essere 


implementato all’interno di ogni tag che 
desideriamo influenzare. La sintassi è, 
ad esempio 

<H1 STYLE= "font-sìze: 13pt;font- 
weight: bold"> 


</H1> 

In effetti esistono delle "scorciatoie” 
che ci permettono di evitare la digitazio¬ 
ne di tutti i comandi. Ne parleremo me¬ 
glio all'interno di ogni singolo comando 
Per ora basti sapere che la linea di cui 
sopra può ridursi a: 

<H1 STYLE="font: 13pt bold"> 

Scorciatoie e priorità 

Un altro tipo di "scorciatoia”, applica¬ 
bile ad un file esterno, è quella di attribui¬ 
re a tag diversi, divisi da una virgola, 
stesse funzioni; 


Quello che segue è l’esempio di un file HTML che richiama una procedura External 
Style Sheet: 

<HTML> 

<HEAD> 

<TITLE>External Style Sh eet</TITLE> _ 

«LINK REL=STYLESHEET HPt*~=nttP //www pippo.com/style.csd TYPE='text/css"> 
</HEAD> 

<BODY> 

</BODY> 

</HTML> 

Ecco invece un esemplo di come si può presentare il file style.css: 

BODY (font: lOpt "Arial") 

/• Questa parte è un commento e viene ignorata dalla procedura 7 
HI (font: 15pt "Arial’; font-weight: bold, color: red) 

H2 (font: 14pt "Couner New", font-weight: bold: color blue) 

P (font 10pt 'Arial'; color: blue) 


Esempio 1 


MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997 


307 



























tf £» X— 6- ■ 




Mcm 4 


Today 1 » Slarxt 

T lf “.H'gf .ffg 


TH« .VVot«r-Co°!£ 


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IhUaLgHia 

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VP^OjWBlZ ^ 


AH >> •“ AH li. »W" 


I i veri 

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W un CmIot p«fl 


Minnie D river 

HicBnlifh 

np-aid*< orna 

talk* aboul 
Ibe 

ertiacvdaur) 
numi ofha 
Graw 
Ponti* B/ank co-sta <aid 
pcwnblc love n ila est) John 
CuMck. » illune o» ha hant» ui 
Big Sigiti, .«ui "noma 
Hollywood " 

rw Mi Ma Bookmak 


C*vr Un ih Tnn? 

HfltfW Ilftitfttf 

iMibt . 
irt‘Sn-« »l»ai 
Udrà" Hat* 



néra] 


Natica* - [Wttcom* lo Mr ShowtJl? 


t«3*» ti Qfno* Cnn>y K“»“ a»* 


= ì 


Ih 


A«aiiMAaiiuai 



é 


Figure 3 e 4 - La sressa pagi¬ 
na vista con e senza gli "oc¬ 
chi" dello Style Sheel. ma 
sono sicuro che voi non avre¬ 
te occhi che per Minnie' 


uno schema di riferimento sulle 
priorità di applicazione. 


HI. H2, H3 {font-size: 13pt} 

Si possono inoltre indicare stili da uti¬ 
lizzare solo con elementi che rispondono 
a più caratteristiche. Il comando HI B 
{colorred} applica un font di colore ros¬ 
so a tutti gli elementi contraddistinti da 
<H1> e dal carattere bold. 

Introduciamo ora un nuovo attributo: 
CLASS Questo attributo ci permette di 
dare allo stesso tag due valori diversi. 
Più di tutto può chiarire un esempio: 

Hl.black {color: black) 

HI.blue {color: blue} 

<H1 CLASS=BLACK>Testo 

nero</H1> 

<H1 CLASS=BLUE>Testo blue</H1> 

A volte possiamo avere la necessità di 
inserire uno stile senza doverlo obbliga¬ 
toriamente abbinare ad un tag. Ci viene 
in aiuto il comando ID Nel file esterno, o 
nella parte compresa tra i tag <STYLÈ> 
e </STYLE>, possiamo inserire il caratte¬ 


re # seguito da un nome Nel documen¬ 
to HTML vero e proprio dobbiamo inve¬ 
ce inserire ID. come attributo di un tag. 
seguito dal nome precedentemente 
scelto. Il testo che segue ID viene cosi 
abbinato allo stile indicato. Anche qui va¬ 
le più l’esempio di mille parole. 

frtestorosso {color: red} 

<P ID="testorosso">questo testo 
utilizza un font di colore rosso</P> 

Precedentemente abbiamo visto i tre 
diversi metodi che si possono utilizzare 
per implementare degli Style Sheet. A 
questi va in effetti aggiunto quello speci¬ 
fico del browser dell'utente. Infatti, nelle 
opzioni dei browser, possiamo settare 
un font di default e una dimensione spe¬ 
cifica del carattere. Inoltre l’utente stes¬ 
so può utilizzare dei propri Style Sheet 
che influenzano le pagine WWW visua¬ 
lizzate sul monitor. Tutti questi elementi 
possono compor¬ 
tare dei conflitti di 
priorità. 

Riferendoci ai 
soli Style Sheet 
redatti dall'autore 
è basilare sapere 
che un comando 
mime ha la prece¬ 
denza su uno erri- 
bedding o linking. 
un comando em- 
bedding ha la pre¬ 
cedenza su uno 
linking. Ciò con¬ 
sente di differen¬ 
ziare lo stile di un 
singolo tag anche 
se questo è stato 
già determinato 
con un comando, 
ad esempio, 
linking Nel box 1 
potete trovare 


A cosa servono? 

Mi accorgo ora, rileggendo quanto 
scritto, che ho parlato degli Style Sheet 
come entità astratta. Forse si è capito 
poco il vero potenziale e la loro praticità 
di utilizzo. Commentiamo quindi alcune 
delle ligure presenti nell'articolo, per me¬ 
glio capire a cosa servono. 

Nel preparare le figure ho utilizzato le 
versioni 3 di Internet Explorer e di Net¬ 
scape Navigator. Questo perché solo il 
primo supportava gli Style Sheet. In tal 
modo è possibile paragonare le pagine e 
vedere la differenza tra utilizzare e non 
gli Style Sheet. Comunque anche l'attua¬ 
le versione 4 di Navigator supporta gli 
Style Sheet. Quasi tutte le immagini cor¬ 
relate all'articolo sono comunque dei de¬ 
mo. In effetti, il fatto che i browser che 
supportano gli Style Sheet non siano an¬ 
cora diffusissimi ne ha di fatto bloccato 
l'implementazione sui siti Ma le cose 
stanno cambiando e, tra qualche mese, i 
siti che utilizzeranno questo sistema, se 
non la maggioranza, saranno comunque 
moltissimi. Questo solo per spiegare che 
si possono fare cose molto migliori di 
quelle che potete vedere qui 

Incominciamo con le figure 1 e 2. Le 
immagini sono tratte dal sito della Micro¬ 
soft che, avendo implementato gli Style 
Sheet prima di Netscape Navigator, ne 
ha fatto molta pubblicità. In questo caso 
ci viene mostrata la potenzialità del siste¬ 
ma. Nelle due figure potete vedere, al 
centro, due testi molto simili (quelli con 
la scritta cool di sfondo). Quella di destra 
è una normale gii, quella di sinistra è ela¬ 
borata con gli Style Sheet. I vantaggi so¬ 
no due. Il primo, come evidenziato dal 
testo, è quello di risparmiare banda. In¬ 
fatti l'immagine occupa 5,3 KByte, men¬ 
tre il testo Style Sheet solo 0.5 KByte (e 
non è cosa da poco!). Inoltre la qualità 
stessa dell'immagine è minore 
nell'esempio della gif Ma cosa visualizza 
un browser che non supporta gli Style 
Sheet? Esattamente quello che potete 


Se invece avete necessità di implementare un Embedded Style 
Sheet eccone 
la sintassi: 

<HTML> 

<HEAD> 

<TITLE>Embedded Style Sheet</TITLE> 

</HEAD> 

<STYLE> 

BODY {font lOpt 'Arial'l 

/* Questa riga è un commento e viene ignorata dalla procedura */ 
HI {font- I5pt 'Arial'. font-weight: bold: color- red) 

H2 (font: I4pt 'Courier New', font-weight: bold; color: blue) 

P (font: lOpt 'Arial', color: blue) 

</STYLE> 

<BODY> 

</BODY> 


Esempio 2 


308 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 







































t E8PN6T Spor*«2on« - Microsoft lnt*rn* 


E*k E«ir ¥*• 6* 






SPORTSZONE -*as 



Huston: No 
problem 
on Day 1 of 
Masters 



Uh VA': 


News 

Frnffli'ta 

issiti 

Urtiti. 

n»ln»i <'wl» 

S»ln>. clinch 

fin» cMvIvIoh 

UlkJnJ* 

vfiirs 

A» alwn". 

• lonl^n foil* 

Knlck» 

[Irfll'vjlin. 

llf lo invinoli 


Figure 5 e 6 - La differenza rra utilizzare e non gli Style Street potrebbe non 
sembrare eccessiva, ma spesso sono pregno i piccoli dettagli che fanno di una 
pagina Qualcosa di veramente gradevole ed originale- 


Naticuta - [ESPMPT Snnrta7onaJ 



fc» |« 0 kMr*i 


SPORTSZONE -«a= 




Huston: No problem 
on Day 1 of Masters 


News 

bada ma 



12 

k*d Mrnt* 
b*rrnrt«kiUu 

Hkk F*do (Votar) 

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'•"i 4 fmrnn 
ina* c* w»** 
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Adwocjcy 

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Today on 
Policy.com 


Pr.ild.nt Clinton 
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| som* 10,000 
w«ff*r# rvcipients 
B*cioi*nfs Into foderai office* 

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y«en--lnduding th« Whit* houm. 



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Policy 

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C*"*« *|i AfiMVCr 

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Sz£' 

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• Mun I lavai* 

• Ina* «I Ih* »•»•*« 

• ■•*«•* «aalailt 

• I nlarait 

• Fattura foonl 


Don» _ 

lh« Reapor. 

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Today on Policy.com Volley wir« 


Advtxjcy 
organi ratiom 



L’if 


111 Senna tamii- 

pranSani camcn mi* ha 
wm Par* I3-# 10,030 

•ai'M# mie aato^i*«> 

•odo** offcoi «va* ihannt _ . .._ , 

W .aarf-aicodrig Iha 
wraia mou(«. 


U.S. 

«overrvnent 


-- •• Chtck out PoftCy.com’s 

tona Analm» im (or th. lotosi ^ lnfl 

»rttel»c rvM( rala*ia« j«nH raiwf* * 


KocartlKn •• »«* c, i vto.witi 

>/lA,i . *** tho latti» •«<(**. p>*n ’ataatai 
ano >*poru cn toflay'* «aOng UMI Wr*»# jutt 
addati Ava n#* arati pP *0<u* i» ovt COrMtga 


vedere in figura 2. 

Compariamo ora le figure 3 e 4, alme¬ 
no se mi promettete di non farvi distrar¬ 
re dalla prosperosa pin-up! Le due pagine 
sono relativamente simili, ma è innegabi¬ 
le che quella di figura 3 abbia una perso¬ 
nalità maggiore. La pos¬ 
sibilità di scegliere il 
font permette di perso¬ 
nalizzare il documento, 
di renderlo più mosso e 
maggiormente accatti¬ 
vante. Attenzione co¬ 
munque a non esagera¬ 
re. L'uso di font diversi 
nella stessa pagina può 
rendere il documento 
pacchiano e volgare. In 
questo senso la pagina 
di figura 4 risulta più so¬ 
bria ed elegante, anche 
se meno originale. 

Decisamente più 
equilibrata l'immagine 
di figura 5. Qui l'utilizzo 
di font diversi, proprio BOX 1 


il 


« fcc«:a. 


r* Oooaaa* tea 


*(»•••*• 
MKf «• 
«Hll OC*»»*» 


Pwvtroing 

Mudai 

*<*o»«aang 


il 

af 


Figure 7 e 8 Policy con con e senza Style 
Street Oliale vi piace di piu> Se dite senza allora 
abbiamo dei gusti decisamente diversi. 


per un'oculata scelta dei font stessi, ri¬ 
sulta più armonica e gradevole. I titoli 


vengono maggiormente enfatizzati ri¬ 
spetto a quanto si vede nella figura 6 che 
non utilizza gli Style Sheel. 

Ultimo confronto tra le figure 7 e 8. La 
pagina di figura 7, che utilizza gli Style 
Sheet, è decisamente superiore, come 


Ordine di priorità 


La tabe la che segue mostra l'ordine di priorità utilizzato dai browser quando due o più stili diversi entrano in 
conflitto tra di loro. La priorità è crescente da destra verso sinistra. Ovviamente vengono applicati gli elementi 
con priorità maggiore. 


Bassa priorità 


-► Alta priorità 


Priorità nel proprio computer Valori di default del browser Style Sheet dell'utente Style Sheet dell'autore 
Priorità dei metodi di Style Sheet Linking Embedding Inline 

Priorità nel tag Valori inseriti nel tag CLASS ID 

Esiste comunque un elemento di priorità quasi assoluta, il comando limportant La sintassi è: HI (color: red 
limportant) Quando questo comando viene inserito, gli viene assegnata la priorità più alta, anche in contra¬ 
sto con la tabella di cui sopra Un limportant presente in un documento dell'utente ha pnorità su qualsiasi ele¬ 
mento dell'autore, un limportant presente su un documento dell'autore ha priorità su qualsiasi documento 
dell'utente, anche se contiene un limportant. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


309 



































































f .Tir/, r. 


L lypr »po:tmo - Arni - Microsoft lotamet £ «plorar 


rii :i M 


41 


|L «VWliYI CSS damo 1 - Mlcroaort Intarnat Eiplorar 

■Llslzl 




irceaom io sptaty a foni. 

In fho knowledga that II le 
freely avallatole to any user 

me abllity lo design 
high Impari documontt 
that load in secondi 


Ihe abllity lo Control 

Ih» presentanoti of a 

Wob document... 

thè facility to change thè 
style attributo* of an enllre «ito 
by jmending just orto file 


«vithout compromtamg 

Ih* undorlylng «Iructuro 

of thet document 

and a me» cor 



Figura 9 - Ecco un esempio 
di pagina siile "Indipendence 
Day", astronave e raggio la¬ 
ser inclusi. Il tutto solo digi¬ 
tando podie righe di testo 


FFigura IO - La possibilità di inserire del te¬ 
sto sopra un altro testo o sopra un'immagi¬ 
ne e una delle novità più piacevoli degli 
Style Sheet I numeri di sottofondo sono 
comunque del semplice testo non c'è uso 
di grafica 


WMim.-rnsmuHi-ii-; 

f> la- k— 4» tw 



Stylt sheflt prrtym dir abito) la 
rimirili dir prrwnliuim afallfb 
doaunrnt " illuni roinpromumy 
iis luutrrtyuis unir turi 




E 


ylt Firn • Microsoft Intimai fc «plorar 


f.ta CO* yww C-C tk» 


AMKSpTn 


oofflQ a- «jais- a 

o» HOO« SMdi »iwo- F'*» 'C-. u» •» 


”3 Ute 


STYLE SHEETS ARRIVE! 

WWW GETS EXTRA STYLE THAHKS TO CASCADIHG STYLE SHEETS 


f%e Wv4a ■.>(».. 




IL 


w*m1 «• "»»« 

*' *•**»•• T»u e >«• «Mioi 
celi »•* m m t«t 


»K evia** IMi **«• 

CUI wt*’ «(-•—' -»* . ... 

•*.!- *1, . ,*♦*,. HC«l 

*■» !>•«• H" 4 * ta» &• UT** a 


lUSIS COMMON 
DESKTOP PUBLISHING 
TERMINOLOGY ■ ■ 


*X tvM* IWM 

•4U(M*« 

T««1 »•»< aM^Mi *04- C 
ST»0*J —4CITY >• ~*f « ». I 



^ r 


tomenti risulteran¬ 
no praticamente il¬ 
leggibili. 

In figura 9 ecco 
un esempio di pa¬ 
gina stile "Indi¬ 


ai 




-»-***< m 

irNanlCn^ 


• — lj<- -4|. 


Figura 12 - In questa pagina non c'è 
neanche un byte di grafica Se non ci 
credete andate a visitarla e verificate 
di persona Non sarà un opera d'arte, 
ma per essere editata con poche righe 
di testo non e propno niente mate 


impano, a 
quelle di figura 
8 che non li uti¬ 
lizza Le diver¬ 
se dimensioni 
dei font per¬ 
mettono di in¬ 
dividuare. già con un breve colpo d'oc¬ 
chio, la gerarchia di importanza delle noti¬ 
zie presenti nella pagina L'impaginazione 
risulta più gradevole e maggiormente in 
linea con l'impostazione "da giornale" 
della pagina stessa. 

Esaminiamo ora alcuni esempi ''didatti¬ 
ci" (senza nessuna pretesa artistica) pre¬ 
senti sul sito Microsoft Tutti gli esempi 
che seguono sono stati realizzati senza 
l'utilizzo di alcuna immagine grafica, ma 
solo con l'implementazione di Style 
Sheet II tempo necessario a scaricare 
queste pagine e perciò ridottissimo. Ri¬ 
sulta evidente che, a differenza degli 
esempi sin qui visti, le pagine che seguo¬ 
no possono essere visionate solo da un 
browser che supporta gli Style Sheet, al- 


pendence Day 

L'utilizzo di font di stile e dimensioni mol¬ 
to diverse tra di loro conferiscono alla pa¬ 
gina un aspetto particolare, con il testo e 
gli sfondi che simulano aspetti grafici e 
architettonici. 

Anche la figura 10 risulta di immediato 
impatto I numeri presenti sotto il testo 
conferiscono alla pagina un aspetto che 
si avvicina a documenti prima pensabili 
solo su carta stampata. Eppure anche lo¬ 
ro sono prodotti dagli Style Sheet. Da no¬ 
tare che viene introdotta la possibilità, de¬ 
cisamente innovativa e dalle grandi po¬ 
tenzialità, di inserire testo su testo, come 
in questo caso, o, se necessario, del te¬ 
sto su di una immagine. 

In figura 11 ecco la pagina di un quoti¬ 
diano realizzata interamente con gli Style 


pi 

Sheet lad esclusione della 
foto del personaggio). An¬ 
che qui è possibile ricono¬ 
scere a questo sistema 
enormi potenzialità di realiz¬ 
zazione con, non mi stan¬ 
cherò mai di dirlo, ridotte di¬ 
mensioni dei file da inviare 
Per concludere ecco la simpatica realiz¬ 
zazione di un bizzarro autore che in figura 
12 si è divertito a realizzare un facsimile 
di una pagina di Netscape Navigator utiliz¬ 
zando solo Style Sheet Roba da non cre¬ 
derci, ma non è presente un solo byte di 
grafica! 

Nel prossimo numero entreremo nello 
specifico degli Style Sheet esaminando i 
comandi e la sintassi necessaria ad ela¬ 
borare le pagine che avete appena visto, 
anzi, sono sicuro che riuscirete a realizza¬ 
re lavori decisamente superiori a quelli 
sin qui mostrati Mi raccomando non 
mancate all'appuntamento 

Kg 


Figura 11 - Per diventare di- 
reItor/editon/giomalisti ser¬ 
ve solo qualche comando 
Style Sheet e lo spazio ne¬ 
cessario su d un server, e 
ne basia veramente poco 1 


310 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





















































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a cura di Francesco Romani 


Gli aspetti computazionali 
del progetto Virgo 

Un esperimento scientifico dal costo di 150 e passa miliardi, che pro¬ 
durrà milioni di Megabyte di dati all'anno per molti anni, pone colos¬ 
sali problemi di analisi dei risultati sia dal punto di vista hardware che 
software. 


Introduzione 

Il progetto Virgo è un progetto Italo-Francese per la costruzio¬ 
ne e l'uso di una antenna Laser per la ricezione di Onde Gra¬ 
vitazionali Per descriverne in breve le caratteristiche ospito 
una nota di uno dei responsabili del progetto: il Prof. Fidecaro 
dell'Università di Pisa 

Dal mio punto di vista voglio accennare ai principali problemi 
matematici e numerici che comporta la rivelazione delle onde 
gravitazionali. Se i lettori di MC saranno interessati al proble¬ 
ma (domanda retorica tanto lo faccio lo stesso!) potremo stu¬ 
diare in maggiore dettaglio, nei prossimi mesi, alcuni degli 
aspetti matematici e informatici di un problema di così gran¬ 
de attualità. Ovviamente l'esposizione sarà curata con l'aiuto 
di Mathematica (certamente il linguaggio più adatto per studi 
di questo tipo). 

Gran pane del lavoro può essere fatto in questi anni in cui si 
sta costruendo materialmente il rivelatore; si possono distin¬ 
guere 3 filoni principali 

• Studio delle caratteristiche delle sorgenti di Onde Gravi¬ 
tazionali e del segnale atteso; 

• Studio delle caratteristiche del rumore e della distorsione; 

• Analisi e sintesi degli algoritmi di rivelazione e loro te - 
sting su dati simulati. 

Le sorgenti 

Il lavoro preliminare spetta ai fisici teorici che devono predire 
la forma in cui il segnale "buono" si può presentare per i casi 
tipo di fenomeni stellari suscettibili di generare onde gravita¬ 
zionali (tipicamente applicando la teoria della relatività genera¬ 
le). Si distinguono sorgenti stazionarie (le Pulsar o Stelle a 
Neutroni che dovrebbero emettere O.G in modo regolare, 


con una stretta relazione con la loro emissione di onde radio) 
e sorgenti impulsive (catastrofi stellari quali la collisione tra 
stelle, le supernovae o la caduta di corpi massicci nei buchi 
neri) Le sorgenti impulsive sono molto piu potenti di quelle 
stazionane ma la loro emissione è imprevedibile e di brevissi¬ 
ma durata. 

Si noti che questa è la parte più critica; una volta che tutte le 
altre variabili del problema siano state studiate e analizzate 
con sufficiente chiarezza, e qualora i dati di più progetti (per 
esempio Virgo e Ligol svolti in parti diverse del mondo e ana¬ 
lizzati da equipe diverse con diversi algoritmi diano gli stessi 
risultati, sarà possibile usare questi esperimenti per convali¬ 
dare o rifiutare parti delle varie teorie della gravitazione, tutto¬ 
ra prive di conferme. Allo stesso modo, in passato, i risultati 
degli esperimenti con i rivelatori di particelle hanno permesso 
di confermare o invalidare molte teorie sulla struttura della 
materia. 

Una parte più alla portata di tutti è lo studio delle distorsioni 
motivate da cause astronomiche; la variazione in frequenza 
dovuta all'effetto Doppler della rotazione terrestre, e dell'orbi¬ 
ta della terra intorno al sole e le variazioni in ampiezza dovute 
al variare dell'orientamento del rivelatore rispetto alla sorgen¬ 
te. Tutto il male non viene per nuocere, queste distorsioni, 
facilmente prevedibili e calcolabili, potranno servire per discri¬ 
minare i segnali stazionari di origine terrestre da quelli di ori¬ 
gine astronomica e convalidarne l'esatta collocazione nello 
spazio. In Figura 1 si vede una mappa stellare (prodotta con 
Mathematica ) in cui i punti colorati rappresentano le 706 pul¬ 
sar note con il colore che schematizza la frequenza di emis¬ 
sione e la grandezza che rappresenta l'incertezza nella posi¬ 
zione. 

Il rumore 

Oltre alle attese O.G il rivelatore sarà affetto da molti tipi di 
rumore, alcuni dei quali di intensità molto superiore al segna¬ 
le buono; 


312 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





• rumore sismico (terremoti, autocarri sulla vicina super¬ 
strada, fisici con il raffreddore allergico nelle vicinanze 
degli specchi); 

• rumore elettromagnetico (linee ad alta tensione, stazioni 
radio, macchie solari, telefonim nelle vicinanze); 

• rumore meccanico delle parti del rivelatore (risonanze 
degli specchi sospesi); 

• rumore di conteggio dei fotoni della luce laser (ticchettio 
o shot noise ); 

• rumore elettrico delle apparecchiature analogiche a valle 
dei fotodiodi; 

• rumore digitale dovuto al processo di discretizzazione 
(campionamento e conversione analogico/digitale, irrego¬ 
larità della base dei tempi, aliasing, etc.). 


Una volta ottenuto il modello (o più probabilmente una serie 
di modelli di accuratezza crescente) è possibile generare dati 
"simulati'’ in cui un segnale buono di caratteristiche stabilite 
a priori è stato opportunamente iniettato e mascherato con il 
rumore Quando sarà disponibie il primo prototipo si potran¬ 
no infine fare misure dirette sulla forma del rumore. 

Gli algoritmi di rivelazione 

Si noti che tipicamente per le sorgenti stazionarie la potenza 
istantanea del rumore è qualche ordine di grandezza sopra 
quella del segnale, la speranza di una rivelazione sì basa sul 
fatto che essendo il rumore in gran parte scorrelato, in una 
integrazione a lungo periodo la media del rumore tende a ze¬ 
ro e il segnale (fortemente correlato) può affiorare 

Per le sorgenti impulsive il problema principale è la ricerca 
nel "pagliaio" del rumore dei pochi "aghi" (i rari eventi cata¬ 
strofici) e nessun limite si pone alla fantasia dello sviluppato- 
re di algoritmi. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


313 




























L'interferometro VIRGO: 

Un esperimento per rivelare le onde gravitazionali 

di Francesco Fidecaro 


La gravità governa innumerevoli fenomeni. Causa della caduta 
dei corpi, la forza di gravità agisce, apparentemente, in maniera 
sempre uguale. La direzione verticale non è cambiata nei secoli 
(anche se la torre di Pisa vorrebbe sostenere il contrario). Ma 
l'azione della gravità è sempre la stessa? La direzione della ver¬ 
ticale, indicata dal filo a piombo, rimane costante? Vedremo 
che questa domanda, apparentemente innocente, porta a 
esplorare un argomento fondamentale della Fisica. 

Corpi massivi si attraggono. La Terra attrae un corpo che si tro¬ 
va nelle sue vicinanze e la direzione della forza esercitata punta 
verso il centro del nostro pianeta, Questa direzione è quella che 
chiamiamo verticale e che dovrebbe rimanere costante nel 
tempo. Ma va considerata un'altra caratteristica di questa forza, 
ovvero che l'effetto diminuisce al crescere della distanza, senza 
annullarsi mai Sorge il sospetto che occorra considerare altri 
corpi massivi, come la Luna e il Sole, e in effetti questi astri 
hanno una influenza rilevante II risultato è che la forza di gravità 
non è costante, cambia leggermente nel tempo, secondo la po¬ 
sizione relativa di Sole. Terra e Luna Osservando un filo a 
piombo sufficientemente preciso si può studiare la gravità. Si 
hanno piccole variazioni della posizione del piombo, la forza di 
gravità non è costante, ma per cause note: la Luna e il Sole. 

La forza gravitazionale diventa rapidamente trascurabile con la 
distanza. Una stella non è in grado di avere la minima influenza 
sugli eventi terrestri Esiste però anche un altro fenomeno: 
quando un oggetto massivo quanto una stella si muove in ma¬ 
niera brusca, con grandi accelerazioni, sorgono nuovi effetti 
connessi con la gravità. La caratteristica più saliente è che essi 
si propagano a grande distanza e giungono fino a noi. All'attra¬ 
zione gravitazionale terrestre si sovrappone una perturbazione, 
il filo a piombo si muove, questa volta per una causa molto più 
remota che non la presenza della Luna o del Sole. In questa si¬ 
tuazione si parla di 'onde gravitazionali" Onda, per analogia con 
l'onda sull'acqua che nasce dove cade un sasso e si propaga, 
gravitazionale, perché agisce su qualsiasi corpo massivo, come 
la gravità che conosciamo 

Questa perturbazione dello spazio vuoto può percorrere l'intero 
Universo senza venire apprezzabilmente alterata, portando 
informazioni su quello che avviene ai confini dell'Universo, op¬ 
pure in posti inaccessibili alle tecniche astronomiche. 

Le onde gravitazionali sono previste dalla teoria della Relatività 
Generale, elaborata da Einstein e pubblicata nel 1916 Non so¬ 
no mai state osservate sperimentalmente, ovvero nessuno ha 
visto un filo a piombo (o uno strumento equivalente) muoversi 
per causa loro. Si ha solo una evidenza indiretta della loro esi¬ 
stenza, in condizioni molto particolari Sono stati identificati dei 
sistemi composti da due stelle che ruotano l’una attorno all'al¬ 
tra molto rapidamente, una rivoluzione in qualche decina di ore. 
La traiettoria delle stelle può essere calcolata con o senza l'ipo¬ 
tesi di emissione di onde gravitazionali, ottenendo dei risultati 


notevolmente diversi. Ebbene, le stelle di questi sistemi si 
muovono in preciso accordo con l’ipotesi di esistenza delle on¬ 
de gravitazionali. 

Per vedere effetti indiretti dovuti alle onde gravitazionali è stato 
quindi necessario trovare sistemi di stelle in condizioni vera¬ 
mente particolari: tuttora tra le numerosissime stelle studiate si 
conoscono solo tre sistemi di coppie di stelle che mostrano l'ef¬ 
fetto delle onde gravitazionali. Agli astrotisici Hulse e Taylor, per 
aver scoperto il primo di questi sistemi, è stato assegnato il pre¬ 
mio Nobel per la Fisica nel 1993 

La dimostrazione sperimentale dell'esistenza di onde gravitazio¬ 
nali consiste nella messa in evidenza del loro passaggio, per 
esempio osservando lo spostamento di un filo a piombo. Un 
metodo per osservare deviazioni dalla direzione verticale è quel¬ 
lo di usare due fili a piombo e confrontare la distanza tra i due 
piombi. È caratteristica peculiare delle onde gravitazionali agire 
tanto più diversamente sui due fili a piombo quanto più essi so¬ 
no lontani, Ma l'effetto è veramente minuto: se si mettesse un 
filo a piombo sulla Terra e l'altro alla distanza della stella più vici¬ 
na si osserverebbe uno spostamento del piombo minore del 
diametro di un capello. Rimanendo sulla Terra e allontanando i 
piombi l'uno dall'altro di alcuni chilometri lo spostamento previ¬ 
sto è di un miliardesimo del diametro di un atomo, E questo 
benché alla fonte ci sia una catastrofe a livello cosmico, come la 
morte di una stella, uno dei pochi eventi che possa causare una 
intensa emissione di onde gravitazionali 

Per tanto tempo i fisici hanno ritenuto che non sarebbe mai sta¬ 
to possibile dimostrare l'esistenza delle onde gravitazionali per¬ 
ché esse non avrebbero avuto effetti misurabili su oggetti terre¬ 
stri. Ma mentre la ricerca di fenomeni cosmici che potessero 
essere potenti sorgenti di onde gravitazionali andava avanti, da¬ 
gli anni '60 si sono sviluppate tecniche di fisica sperimentale 
sempre piu sensibili. L'ingegno mostrato nell'immagmare nuovi 
sensori e il progresso tecnologico sono stati tali da potere pro¬ 
gettare apparecchiature in grado di rivelare i segnali di alcune 
potenti sorgenti. La rivelazione delle onde gravitazionali costitui¬ 
sce una delle grandi sfide scientifiche per la Fisica. Raggiunto 
questo obiettivo lo studio delle loro caratteristiche permetterà 
di approfondire le nostre conoscenze sulla gravità Migliorando 
la sensibilità degli strumenti si potranno registrare onde gravita¬ 
zionali provenienti dai limiti dell'Universo a noi accessibile, e si 
potrà parlare di una nuova Astronomia che sfrutta un occhio di¬ 
verso da quello usato finora 

Uno strumento con una adeguata sensibilità per rivelare onde 
gravitazionali provenienti da catastrofi stellari verrà costruito sul 
territorio del Comune di Cascina (in Provincia di Pisa), Esso por¬ 
ta il nome 'Virgo', dall'ammasso di galassie suscettibile di emet¬ 
tere i segnali ricercati Si tratta di uno strumento in grado di mi¬ 
surare minute variazioni di distanza tra masse sospese (i nostri 
fili a piombo) e isolate al meglio da ogni perturbazione terrestre 


314 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



Per essere certi che la variazione di distanza sia dovuta al pas¬ 
saggio di un'onda gravitazionale, si usano due coppie di masse 
sospese e si confrontano le distanze tra le masse di ciascuna 
coppia Le masse vanno disposte in posti diversi, altrimenti si 
muoverebbero all'unisono. La disposizione più efficiente richie¬ 
de di misurare distanze lungo rette perpendicolari tra loro. Que¬ 
sto porta a usare un apparato sperimentale a forma di L. con 
due bracci uguali. Per aumentare la sensibilità al passaggio del¬ 
l'onda gravitazionale i bracci devono essere della massima lun¬ 
ghezza possibile. Il costo e le capacita di accoglienza del territo¬ 
rio hanno imposto un limite pratico, decisamente ragguardevo¬ 
le, di 3 chilometri per ciascuno di essi. 

L'interferometro Virgo è costituito da due tubi a vuoto di tre chi¬ 
lometri di lunghezza perpendicolari l'uno all'altro con. alle estre¬ 
mità. delle torri contenenti pendoli in cascata che sorreggono 
specchi Una sorgente laser di una ventina di watt e grande sta¬ 
bilità emette il fascio usato per le misure di distanza. Un senso¬ 
re permette la registrazione dell'intensità luminosa, e il profilo 
del segnale verrà poi analizzato per capire se siamo in presenza 
di ''rumore" residuo, oppure dei tanto attesi segnali provenienti 
dal cosmo 

Il problema dell'analisi del segnale, cioè dell'identificazione di 
un evento stellare mischiato a innumerevoli segnali spuri prove¬ 
nienti da cause terrestri, è di difficoltà notevole. Le informazioni 
saranno raccolte al ritmo di un Megabyte al secondo e l'appara¬ 
to. attivo per anni, accumulerà enormi quantità di dati. Il ricono¬ 
scimento del segnale dovrà quindi avvenire con metodi auto¬ 
matici, basandosi su modelli per le possibili forme di onde gra¬ 
vitazionali. Per essere pronti fin dal primo istante a ‘macinare’ i 
dati raccolti è in corso già da tempo un notevole sforzo teorico 
e pratico per sviluppare gli algoritmi necessari. 


L'esperimento Virgo viene realizzato da una collaborazione di fi¬ 
sici di Annecy, Orsay, Parigi e Lione in Francia, e di Frascati. 
Napoli. Perugia, Pisa e Roma in Italia, che lavorano nei labora¬ 
tori del Conseil National de la Recherche Scientifique (CNRS) e 
dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). In aggiunta 
gruppi di ricerca dei Dipartimenti di Fisica e di Informatica del¬ 
l'Università di Pisa si stanno interessando allo sviluppo di nuovi 
algoritmi per l'analisi dei dati 

È mento dei due promotori dell'esperimento. Adalberto Giazot- 
to (della Sezione di Pisa dell'INFN) ed Alain Brille! (del Labora¬ 
torio di Orsay) che gli Enti di Ricerca dei due paesi abbiano 
scelto di finanziare una impresa di tali dimensioni (un investi¬ 
mento di 65 milioni di ECU) Che il sito per l'esperimento si tro¬ 
vi in Italia e merito di quella simbiosi di Università, Scuole ed 
Enti di Ricerca con la città di Pisa e il territorio circostante Co¬ 
me termine di paragone si può menzionare che un progetto si¬ 
mile da parte di tedeschi e inglesi rimarrà in letargo ancora per 
diversi anni e una sorte simile sta avendo l'interferometro au¬ 
straliano. L equivalente statunitense di Virgo si chiama LIGO 
(Laser Interferometry Gravitational wave Observatory ) ed è 
frutto di una collaborazione tra il California Institute of Techno¬ 
logy (Caltech) ed il Massachusetts Institute ot Technology 
(MIT), ovvero i due più prestigiosi Politecnici degli Stati Uniti 

L'esperimento Virgo inizierà tra breve la costruzione, che si 
prevede termini alle soglie dell'anno 2000 I fisici pisani dovran¬ 
no sormontare ancora numerose difficoltà tecniche e anche 
amministrative per mantenere i tempi previsti, che coincidono 
con quelli della costruzione dell'apparato concorrente UGO 

Francesco Fidecaro e docente di Fisica presso l'Università di Pisa Ifide- 
Karov/aal!ieo.n.'nrn.:t\ 






RICERCHE 


ART BANK: 

una banca dati suirarte 


Art Bank è a tutt'oggi l’unica banca dati sull’arte antica al mondo che si occupa di 
pittura, disegno, incisione. In essa sono state catalogate le opere a noi giunte e 
prodotte dal X fino a tutto il XVIII secolo. Il 1800 è preso in considerazione solo per 
quella parte che è continuazione del 1700, ovvero per quelle opere che sono 


prodotte da autori vissuti a 


cavallo fra i due secoli. Questa 
scelta è stata determinata da 
considerazioni di carattere 
pratico quali la necessità di 
limitare inizialmente il campo 
d’azione, visto l’esplosione del 
dilettantismo che ha fatto 
incrementare più che 
esponenzialmente il numero di 
artisti e la produzione di opere 
negli ultimi due secoli. 

Seconda parte 

di Caelano Di Stasio 



Nello studio di un critico d'arie, di un antiquano 
o di un collezionista non può mancate una nutri¬ 
ta biblioteca latta di libo, monografie, cataloghi 
d'asta... Art Bank è stato realizzato in Visual 
FoxPro Professional e lavora sotto Windows 95 


Lo scopo primario di questo metodi¬ 
co lavoro di ricerca e catalogazione è 
stato la schedatura sistematica delle 
opere prodotte nei nove secoli presi in 
considerazione. Ogni opera d'arte infatti 
riporta la relativa descrizione con i dati 
essenziali fra i quali il titolo, l'autore, i 
contenuti rappresentati, le misure, la 
provenienza e, se passata ad un'asta, la 
data, il luogo, il prezzo di stima e di ag¬ 
giudicazione. 


L'obiettivo di Art Bank è di mettere 
insieme tutte le opere conosciute di un 
determinato autore, gestirle in maniera 
da soddisfare qualsiasi ricerca tematica 
e di aggiornarne costantemente i conte¬ 
nuti 

Questo colossale lavoro è stato atti¬ 
vato oltre cinque anni fa dall'Archivio 
Bulgarini d'Elci In collaborazione con 
l'Università di Padova e la Cattedra di 
Storia dell'Arte dell 1 Università Gregoria¬ 


na di Roma. 

A guardar bene comunque questo connu¬ 
bio fra Arte ed Informatica non è cosa del tut¬ 
to nuova. Nella nostra Pisa infetti abbiamo un 
esempio di estrema importanza scientifica e 
culturale; ciò che offre di nuovo Art Bank è 


316 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 














Durante la selezione 
della scheda di SaI- forse l'impatto "viO- 

vator Rosa. lento" : la digitalizzazio¬ 

ne di tutte le opere al 
mondo e non solo la 
catalogazione di una parte delle opere italia¬ 
ne. 

Comunque, mantenendo la sua uni¬ 
cità, l'impresa non è del tutto nuova. In¬ 
fatti in Via della Faggiola a Pisa, dove 
Giacomo Leopardi scrisse "A Silvia", 
già nella seconda metà degli anni 70 ha 
trovato sede l'attività di ricerca e di di¬ 
dattica che la Scuola Normale Superiore 
svolge nel campo dell'elaborazione 
informatica per i Beni Culturali ed Arti¬ 
stici. Da anni infatti in quella sede svol¬ 
ge la propria attività il "Centro di Ricer¬ 
che Informatiche per i Beni Culturali" 
evolutosi dal vecchio "Centro di Elabo¬ 
razione Automatica di Dati e Documenti 
Storico-Artistici". In questo contesto 
molti sono stati i progetti di ricerca atti¬ 
vati: dalle collaborazioni con "The Har¬ 
vard University Center for Italian Renais¬ 
sance Studies" e con diversi Istituti di 
Storia dell'Arte in Italia ed all'estero, e 
col CNR 

L'obiettivo è stato anche qui la tutela 
del patrimonio culturale ed artistico ita¬ 
liano, tramite la potenza di ricerca e ca¬ 
talogazione messa a disposizione dai 
mezzi informatici, con l'idea di realizzare 
un sistema informativo locale nel setto¬ 
re artistico ed un sistema più comples¬ 
sivo per la gestione di una base di dati 
di schede inventariali dei beni mobili 
storico-artistici in collaborazione con le 
Soprintendenze per i Beni Ambientali, 
Architettonici, Artistici e Storici di alcu¬ 
ne delle province italiane a maggior con¬ 
centrazione d’arte. 


Necessità di un 
supporto informativo 

La potenza messa a disposizione dal¬ 
la tecnologia informatica non poteva non 
coinvolgere anche il mondo della Stona 
dell'Arte. 

Per tutti gli studiosi, studenti universi¬ 
tari. antiquari, restauratori, critici d'arte, 
collezionisti, editori, case d'asta, appas¬ 
sionati che desiderassero approfondire 
un tema della storia dell'arte o un auto¬ 
re, di confrontare opere e stili, si pro¬ 
spettavano fino a ieri ricerche lunghe, 
costose, imprecise, frammentarie 

Come sarebbe possibile avere infor¬ 
mazioni ed immagini delle opere legate 
ad esempio al tema "i ritratti del 1500 a 
Bologna", "la natura morta e le battaglie 
del '600 napoleta¬ 
no", "i paesaggi 
fiamminghi", senza 
aver l'obbligo di gi¬ 
rovagare per giorni 
in biblioteche e mu¬ 
sei di mezza Euro¬ 
pa? Un problema 
non da poco per chi 
desidera non sof¬ 
fermarsi sulla este¬ 
nuante e mera ri¬ 


to figura la scheda dì 
Salvator Rosa. Nella 
llnestra "libri colle¬ 
gati " sono indicali i 
codici sintetici del li¬ 
bri ed li riferimento 
alla pagina in cut 
viene pubblicala una 
o più opere dell'arti¬ 
sta. 


cerca bibliografica, 
ma che ha voglia o 
interesse a lasciare 
più spazio possibile 
all'affinamento delle 
capacità mtercon- 
nettive e analitiche. 

A conferma di 
questo, pensiamo 
inoltre alla difficoltà di gestione e consul¬ 
tazione dei cataloghi d'asta presenti nel¬ 
la nostra biblioteca privata come si fa a 
ritrovare un'immagine vista tempo ad¬ 
dietro? Al limite, bisogna sfogliare uno 
per uno i cataloghi fino a che non si tro¬ 
va l'immagine cercata, magari tentando 
di ricordarne il periodo di pubblicazione. 
C'è dunque la necessità anche in questo 
campo di un supporto informativo inte¬ 
grato e digitale. 


Anali 

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fiche dn 

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Fare una ricerca tema¬ 
tica e semplicissimo. In 
Figura la ncerca per ot¬ 
tenere gli autori che 
han fatto htratti a Bolo¬ 
gna nel 1500. Trovere¬ 
mo in lutto ben 110 ri¬ 
ferimenti ad altrettanti 
artisti. 


tu: 



MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


317 



























































































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318 


Oggi con Art Bank è possibile avere 
subito l'informazione cercata e la relati¬ 
va bibliografia, che rimane un dato indi¬ 
spensabile, fondamentale, basilare per 
chi deve sviluppare uno studio su un au¬ 
tore o un tema Sulla base di queste 
informazioni è oggi possibile impostare 
in brevissimo tempo un menabò per ap¬ 
profondire le conoscenze su un artista o 
un argomento con un conseguente ri¬ 
sparmio di tempo e denaro che non è 
più obbligatorio investire per affrontare 
le ricerche bibliografiche e la classifica¬ 
zione delle informazioni raccolte Con 
questo strumento inoltre è possibile 
avere con l’immagine dell’opera i valori 
(prezzi) d’asta, aprendo un nuovo oriz¬ 
zonte per gli studiosi e gli editori, che 
possono aggiungere al libro edito dati in¬ 
dispensabili per dare una panoramica 
completa ed esauriente 

Art Bank gestisce più di 500.000 im- 


II bozzetto, disegno su 
carta, e la pittura su te¬ 
la de "La fragile uma¬ 
nità " di Salvator Rosa. 
La pittura e conservata 
al Museo di Cambrid- 
ge 


I- I < IU >l I E« I M*. Is..|ih| _ I | Ove | ip 9| »M 

Omm ftacotf Bllt C-cUnt | >mT 


La diffusione di questo strumento di 
consultazione è stata pensata anche su 
Internet È infatti in stadio già avanzato 
lo studio di mettere via Internet l'Archi¬ 
vio Bulgarim d’Elci in modo tale da per¬ 
mettere a chi lo desidera di consultarlo 
m tempo reale in modalità remota 
L'apertura al pubblico avverrà entro la fi- 


magim in ol¬ 
tre 32.000 
schede in cui 


Ecco Salvator Rosa, 
l'eclettico pittore del ‘600 
napoletano, in due autori¬ 
tratti. 


sono sintetiz- - 

zate le infor¬ 
mazioni artista per artista. In altre parole 
la versione digitale di oltre 2000 libri e 
2000 cataloghi d'asta tutti scrupolosa¬ 
mente selezionati ri¬ 
guardanti la pittura, 
il disegno, l'incisio¬ 
ne dell'antichità. 













































ne del 1997. 

In questo contesto è da citare l'inizia¬ 
tiva di un provider italiano. Rigel Engi¬ 
neering si propone infatti come primo 
provider ad aver pensato ad inserire su 
Internet un catalogo di opere d'arte, le¬ 
gato comunque ad una decina di autori 
contemporanei esposti in alcune Galle¬ 
rie d'Arte del nord Italia. Non consideria¬ 
mo quindi la quantità e la completezza 
delle informazioni ivi immagazzinate 
|h~:p //www.artemama ti| è invece da 
considerare con interesse la struttura 
del sito web, in cui sono accessibili 
informazioni e link a Musei, Antiquari, 
Gallerie, Artisti, Riviste d'Arte non trala¬ 
sciando di dare informazioni dettagliate 
su Mostre ed eventi di settore. 

Evoluzione del 
database 

Art Bank nasce dunque dalla sentita 
esigenza di trovare raccolte in un unico 
luogo fisico, o metafisico, informazioni 
relative alla storia dell'arte. 

Inizialmente il progetto, partito con 
scopi meramente didattici e di puro uti¬ 
lizzo personale, è stato sviluppato su un 
prodotto cosiddetto integrato (il Works) 
cioè uno di quei prodotti da ufficio che 
oltre a gestire testi offrono la possibilità 
di impostare calcoli e creare piccoli data¬ 
base. 

L'opera di catalogazione iniziata oltre 
cinque anni fa si scontrò ben presto col 
limite di Works che fissa a 16 mila il 
massimo numero di record memorizza- 
bili. Da questo primo prototipo, utile per 
l’analisi della fattibilità del progetto si 
passò dunque al Microsoft FoxPro e 
quindi recentemente al VisualFoxPro. 

Questo passaggio generazionale ha 
obbligato a rivalutare la mole di dati da 
archiviare e contemporaneamente a ri¬ 
pensare l'organizzazione del database. 

FoxPro è stato scelto perché serviva 
un database potente dotato di un lin¬ 


opere censite Quest'ultimo database è 
stato il più complesso da organizzare, 
non tanto per la quantità di campi da ge¬ 
stire ma piuttosto per i collegamenti alle 
immagini che sono estremamente co¬ 
stose in termini di risorse macchina im¬ 
pegnate 

Con l'ingresso sul mercato di Vi¬ 
sualFoxPro 3.0 l'applicazione è stata in 
buona parte riscritta per avvantaggiarsi 
dei 32 bit, del linguaggio di programma¬ 
zione ad oggetti, della possibilità di ge¬ 
stire OCX di terze parti e anche librerie 
di gestione e compressione di immagini. 

Le ricerche oltre a sfruttare gli indici 
principali sono state strutturate in modo 
da poter cercare dati anche con una pa¬ 
rola contenuta in un qualsiasi campo del 
database. 

Caratteristica interessante e la possi¬ 
bilità di filtrare i dati per una qualsiasi 
combinazione di parole contenute nei 
campi del database, liberando di fatto le 
ricerche da vincoli predefimti 

A questo proposito la tecnica utilizza¬ 
ta è quella di leggere la composizione 
dei dati specificati per la ricerca e di co¬ 
struire dinamicamente una frase SQL. 


Cosi scopriamo che 
più volle Salvator Rosa 
ha rappresentato figure 
mitologiche e draghi 
con San Giorgio e Gia¬ 
sone. 


guaggio di pro¬ 
grammazione che 
consentisse una 
gestione dell’archi¬ 
vio ed un suo uso 
al tempo stesso 
semplice, efficien¬ 
te ed efficace. Inol¬ 
tre per gestire ade¬ 
guatamente stam¬ 
pe grafiche e la 
memorizzazione 
delle immagini era 
necessario rimanere sotto ambiente 
Windows. 

Col FoxPro chiaramente è venuto 
meno il limite della dimensione dell’ar¬ 
chivio, fissato da Microsoft nel limite fi¬ 
sico dell'hard disk; si è potuto beneficia¬ 
re di un potente linguaggio di program¬ 
mazione che assomiglia in parte ad altri 
linguaggi Xbase; si è potuto accedere al 
supporto della sintassi SQL per le ricer¬ 
che complesse e non legate agli indici 

I database attualmente sono nel 
complesso tre. 

Un archivio per i dati bibliografici do¬ 
ve vengono catalogati libri e cataloghi 
d'asta con tutti i riferimenti alla casa 
editrice, titolo e date di pubblicazione. 

Un archivio per i dati anagrafici degli 
artisti operanti nei 9 secoli considerati 
ed infine un archivio relazionato col pre¬ 
cedente che contiene, per ogni artista, i 
rifenmenti ai libri dove è stata pubblica¬ 
ta una sua opera (attualmente il solo da¬ 
tabase dei riferimenti bibliografici degli 
artisti contiene oltre 130.000 record per 
un totale di 25 MB). 

A questi tre si affianca un ulteriore 
archivio che contiene le immagini delle 


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(•«lodo: 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


319 



























o attivi a Napoli nel XVII secolo, autori al¬ 
meno una volta nella loro vita di un di¬ 
pinto a tema guerresco. Fra tanti minori 
riconosceremo però anche autentici 
maestri come Belisario Corenzio, An¬ 
drea da Lione, Francesco De Mura, Gia¬ 
como del Po, Aniello Falcone, Cesare 
Fracanzano, Domenico Gargiulo detto 
Micco Spadaro, Luca Giordano, Nicola 
Malinconico, Mattia Preti, Francesco So¬ 
limene. e ovviamente lo stesso Rosa. 

Volendo misurarci poi con un altro ge¬ 
nere, perché no il ritratto, ed un'altra 
realtà territoriale, per l'occasione la dot¬ 
ta Bologna del 1500, troveremo a con¬ 
frontarci con un elenco di centodieci no¬ 
mi, che ancora una volta vanno dai me¬ 
no noti ai più celebri Francesco Albani, 
Guercino, Agostino, Annibaie e Ludovi¬ 
co Carracci, Bartolomeo Cesi, Lorenzo 
Costa. Hans Cranach, Lavinia Fontana, 
Parmigianino, Palma il Giovane. Lelio 
Orsi, Primaticcio, Ercole e Giulio Cesare 
Procaccini, Guido Rem, Scolante, Leo¬ 
nello Spada, Alessandro Tiarini, Giorgio 
Vasari e il Domemchino, anche essi cor¬ 
redati da scheda e dipinti. 

Gli esempi qui riportati confermano 
l'importanza di questo strumento di in¬ 
dagine e la sua facilità d'uso indispensa¬ 
bile per un numero vasto di utenti, non 
sempre del tutto a proprio agio con gli 
affascinanti misteri dell'informatica; sa¬ 
rebbe opportuno però inserire fra i cam¬ 
pi disponibili per ogni opera anche le da¬ 
te di realizzazione a corredo dell’immagi¬ 
ne ed una duplicazione della banca dati 
in lingua inglese per favorirne la sua 
consultazione anche agli operatori stra¬ 
nieri. 

Va dato infine un riconoscimento al 
lavoro svolto da Gerolamo Bulgarmi d'EI- 
ci e da Marco Galla, vastissimo per mo¬ 
le e qualità, ma purtroppo assolutamen¬ 
te infinito, suscettibile come è di conti¬ 
nui aggiornamenti ed integrazioni, che 
solo le nuove scoperte o le continue in¬ 
dagini storico-artistiche potranno deter¬ 
minare nel corso del nostro futuro di 
studiosi ed appassionati. 

Kg 


Golfo con barche. 


che non consideri 
i campi di ricerca 
lasciati in bianco e che risponda al set di 
record che soddisfino le specifiche. 

La gestione delle immagini (dalla 
scansione alla memorizzazione) è otte¬ 
nuta con l'ausilio delle librerie commer¬ 
cializzate dalla Leads Queste librerie so¬ 
no in formato OCX a 32 bit e si integra¬ 
no bene con l’architettura ad oggetti di 
VisualFox Esse permettono la gestione 
completa dell'Immagine senza uscire 
dall'applicativo. 


vi in pittura, e presenti nel numero di al¬ 
meno dodici. Per Salvator Rosa la sche¬ 
da si presenta con le attività (pittura, in¬ 
cisione e disegno), genere (ritratto, pae¬ 
saggio, vanità, nature morte, battaglie, 
animali, nudo, coste, marine, architettu¬ 
re. armi, gioie), periodo (1615-1673) e 
città in cui ha svolto la sua attività (Napo¬ 
li, Roma, Siena e Pisa). Dalla scheda si 
può accedere alla bibliografia sintetica 
ed estesa in cui sono catalogate le pub¬ 
blicazioni in cui il Rosa è trattato In tutto 
ben trecentoquarantasei titoli, fra libri, 
cataloghi, articoli e cosi via Ma parlando 
di arti visive, il tutto apparirebbe decisa¬ 
mente incompleto, se non venisse of¬ 
ferta anche la "icona" del dipinto, ripro¬ 
dotta generalmente in bianco e nero se¬ 
condo la tradizione degli archivi museali, 
corredata di titolo, genere, misure, tipo, 
collocazione ed eventuali note 

Ma parlando di Salvator Rosa potreb¬ 
be automaticamente sorgere la curiosità 
per un'altra indagine per cosi dire limi¬ 
trofa. cioè quella sui grandi autori di bat¬ 
taglie di tutto il '600 napoletano. Selezio¬ 
nando per genere e per località otterre¬ 
mo cosi un cospicuo elenco di ben cin- 
quantadue nomi, tutti pittori napoletani 


Sul campo 


In seguito all'articolo pubblicato sul 
numero di aprile di MC è opportuno 
mettere a fuoco alcuni aspetti più prati¬ 
ci. legati direttamente all’evoluzione di 
una possibile ricerca di carattere storico- 
artistico. Evidenziati i pregi ed i vantaggi 
che anche nel campo dell'arte l'informa¬ 
tica può offrire a qualsivoglia forma di in¬ 
dagine legata a questo particolarissimo 
segmento della produzione culturale, re¬ 
sta dì interesse il modo in cui un tale ap¬ 
proccio può rendersi praticabile. 

Ipotizziamo di essere interessati ad 
un noto ed origina¬ 
le pittore del ‘600 
napoletano, l'eclet¬ 
tico Salvator Rosa, 
artista certo, ma 
anche poeta, spa¬ 
daccino e dicitor 
cortese. 

Ricercando per 
cognome "Rosa" 
si aprirà l'elenco 
con tutti i Rosa atti- 


320 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





















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Facciamoci un "Master" 


Non vi spaventate: non abbiamo intenzione di riassumere in un articolo di 
poche pagine un intero “Master” post-universitario. Stiamo parlando 
semplicemente delle pagine utilizzate dai programmi di Desktop Publishing 
per raccogliere elementi comuni a tutta la struttura della pubblicazione, che 
vengono appunto chiamate “master” o “mastro”, ma anche pagine di sfondo 
o pagine modello. Per usare bene questo strumento può essere utile 
conoscere qualche trucco: cercheremo di insegnarvene qualcuno. 

di Mauro Gandini 


Tutti per uno, 
uno per tutti 

Ormai praticamente tutti i programmi 
di impaginazione e alcuni di disegno dan¬ 
no la possibilità di inserire degli elementi 
fissi da riprodurre su ogni pagina della no¬ 
stra pubblicazione. Normalmente, la diffe¬ 
renza tra i programmi di impagmazione e 
quelli di disegno consiste nel fatto che i 
primi utilizzano delle vere e proprie pagi¬ 
ne master, mentre i secondi spesso uti¬ 
lizzano una tecnica di disegno che sfrutta 
più livelli sovrapponibili. 

Non è nostra intenzione entrare nella 
funzionalità di ogni singolo programma, 
ma vi forniremo solo qualche idea su co¬ 
me sfruttare pagine master e di sfondo 
per arricchire le nostre pubblicazioni (ov¬ 
viamente quando necessario faremo dei 
riferimenti esemplificativi ad alcuni pro¬ 
grammi). 

La possibilità di inserire degli elementi 
fissi in ogni pagina è senza dubbio una 
comodità, ma anche una possibilità in più 
di creare layout ricchi e interessanti. Dal 
punto di vista della comodità possiamo ri¬ 
cordare la più classica delle applicazioni, 
l'inserimento automatico del numero di 
pagina, mentre per quanto riguarda la 
grafica della pagina, potremmo citare le 
immagini utilizzate come sfondo. 

Le funzionalità offerte dalle pagine 


master sono molteplici: in passato veni¬ 
va offerta la possibilità di inserire ele¬ 
menti mastro su una sola pagina che poi 
veniva utilizzata come sfondo per tutte le 
pagine della nostra pubblicazione. Il pri¬ 
mo miglioramento fu quello di poter ave¬ 
re due pagine master, una per le pagine 
di sinistra e una per quelle di destra. Nei 
programmi dell'ultima generazione pos¬ 
siamo persino generare una pagina ma¬ 
stro per ogni pagina della nostra pubbli¬ 
cazione, con la possibilità di escludere al¬ 
cune pagine dall'inserimento di qualsiasi 
tipo di master. 


Uno sfondo soft 

Una delle possibilità più interessanti 
offerte dalle pagine mastro è quella di 
poter inserire delle immagini come sfon¬ 
do per tutte le pagine della nostra pubbli¬ 
cazione Queste immagini, se inserite a 
quasi totale copertura delle pagine, do¬ 
vranno essere trattate appositamente in 
modo da non creare problemi di leggibi¬ 
lità dei testi. 

Se la nostra immagine è in bianco e 
nero, dovremmo trasformarla in un grigio 
molto chiaro e, se possibile, limitarla a 
zone poco impegnative dal punto di vista 
della lettura, come il titolo. Le immagini 
al tratto si possono elaborare andando 
ad indicare come colore, al posto del ne¬ 


ro. un grigio compreso tra il 5 e il 15% di 
intensità (anche di più, fino al 25-30% se 
va ad impattare solo con un titolo) Per le 
immagini al tratto di tipo bitmap, utiliz¬ 
zando un qualsiasi programma di elabo¬ 
razione (PhotoShop, PhotoPaint, Paint- 
Shop), potremmo giocare sulla lumino¬ 
sità o, se il tratto è abbastanza uniforme, 
scegliere dalla tavolozza dei colori un gri¬ 
gio molto chiaro e riversarlo nelle aree 
nere con lo strumento secchiello di riem¬ 
pimento. 

Per le immagini a colori, le procedure 
sono simili, tuttavia non si può andare a 
modificare ogni singolo colore per ren¬ 
derlo più chiaro. Nel caso di disegni, al¬ 
cuni programmi consentono di eseguire 
operazioni di sovrapposizione tra ele¬ 
menti con effetti di trasparenza. In que¬ 
sto caso possiamo sovrapporre al nostro 
disegno un quadrato o un rettangolo 
bianco e applicare un'opportuna traspa¬ 
renza: il nostro disegno ci apparirà con i 
colori sfumati, cosi come ci serve per 
farlo diventare uno sfondo di pagina. 

Nel caso di fotografie, non è consiglia¬ 
bile utilizzare la regolazione di luminosità 
presente in tutti i programmi di fotoritoc¬ 
co, perchè i risultati sarebbero piuttosto 
deludenti (si perde definizione dell'imma¬ 
gine), Naturalmente si può utilizzare lo 
stesso trucco sopra indicato che sfrutta 
la trasparenza: e tuttavia possibile agire 
sul comando di gamma che consente un 


322 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


MélfàiM Milite 


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orai» lo lyurth* di pia ihtt 
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V«n «■ ^Virsutr r»«i jhhu- 
m> ain/Mk ih inuomm 1 in 
un artH.*< di pii» |Mp» un 
rtC 'VUm p«M U»>0»U 
no Mm.• piibnd> «rapine 
mrmt drllt {optar utili//A- da» 
pii'piaai di Holiop 
ISMiOm( (vi •Mki-yhcnr fV 
Barati i<«mm « lana b «imim- 
u drNa («rfida a/, ne. >Ik « m 
ftw appaaio dunalt 
'madri' o -fnavuo'. nu amb‘ 
p^ua d •*•*•*' «• fvpmr n.- 
drllo IV» wvin Ina i|urdo 
duuamu* (w rum utile u>- 
amen luaklvB».» imb 
ama > di aarpunor ipukiaa • 

falli prr ana. ma. prr lati» 

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rianimi di mi|d(pai/»«K e al- 
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latiti di antttrr drfli rlranai 
Inu da np««tanc di • %su ptp- 
tu drlU nniu idflu»*' 
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popolami di impapat/amr e 
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0» r orti*, tìmtr—' tradii 
nulo a un pifa» oa «o (tauro 
r. «r p%dNlr limarla a nmr 
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'«do drtla Inaio, urne il M> 
hi I e anaupni ol ttrfa« d p>» 

-o> rtrf«*jrr onlauk al ta 
«tacoK o mv u * tr. al p «io dr) 
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5 ril I'*» dinaemità'jiat» di 
ph. f-a. laMOT tua) 
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IVt Ir immociri al iraOok up> 
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ptifiammo di dahn/Km 
iPhot-iSbop PtaiMol’oini 
l‘ao«Shi v p«nmta> pian 
«olla lonanudU o. ar < u—• t 
looor.«rhr»r 

Jo« 4 n torti 


buon effetto di ammorbidimento dei 
colori, senza grande perdita di defini¬ 
zione. 

Quando si inseriscono immagini 
di qualsiasi tipo come sfondo di una 
pubblicazione c'è un'ulteriore avver¬ 
tenza: al momento dell'importazione, 0 
successivamente, bisogna ricordarsi di 
disattivare, per l'immagine che si inten¬ 
de inserire, la funzione di aggiramento 
automatico: infatti, nel momento in cui 
andremo poi ad inserire il nostro testo 
potremmo rischiare di vederlo girare in¬ 
torno all'immagine anche se essa si tro¬ 
va sulla pagina mastro. 

Pagine sinistre 
e destre 

Le pagine mastro ci consentono chia¬ 
ramente di identificare con elementi gra¬ 


fici le pagine di 
destra e di sini¬ 
stra. Se intendia¬ 
mo utilizzare dei 
disegni, ci sono 
due possibilità: la 
prima è quella di utilizzare la stessa im¬ 
magine, ma riflessa come se fosse in 
uno specchio, mentre la seconda potreb¬ 
be essere quella di utilizzare immagini si¬ 
milari o attinenti (es. se a sinistra mettia¬ 
mo un disegno di un uomo, a destra po¬ 
tremmo inserirne uno di una donna in un 
atteggiamento simile, ma speculare). 

Per poter preparare il primo tipo di pa¬ 
gina mastro, possiamo avvalerci delle 
possibilità ormai offerte da tutti i princi¬ 
pali programmi di impaginazione, che ci 
consentono, una volta importata un’im¬ 
magine, di rifletterla sia da destra a sini¬ 
stra, sia dall’alto in basso, 0 viceversa. La 
disposizione delle immagini deve essere 
simmetrica e deve essere accompagna¬ 


ta da una simme- 
tricità totale degli 
altri elementi che 
compongono la 

pagina stessa, come titoli, filetti, ecc. 


Numeri di pagina 

Come detto anche in precedenza, uno 
degli usi più comuni delle pagine mastro 
è l'inserimento dei numeri di pagina con 
incremento automatico. Gli usi più cor¬ 
renti e conosciuti sono quelli classici che 
vedono il posizionamento in basso a de¬ 
stra/sinistra o al centro, oppure in alto 

Possiamo tuttavia utilizzare il numero 
di pagina anche in forma più creativa: un 
esempio abbastanza sfruttato è quello di 
mettere un quadrato a lato della pagina e 
inserire il numero per esempio in negati¬ 
vo. Questo sistema può essere utilizzato 
anche in altre parti della pagina, come 


In questo esempio vedia¬ 
mo il disegno originale ri¬ 
prodotto in piccolo a colori 
e lo sfondo che abbiamo 
realizzato in giigio 


In questo secondo 

caso abbiamo sfrut¬ 
tato una foto a colon 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


323 






















per esempio in bas¬ 
so al centro. 

Abbastanza poco 
utilizzato, ma inte¬ 
ressante dal punto 
di vista grafico, è 
l'inserimento di un 
numero piuttosto 
grande sull'angolo 
della pagina in bas¬ 
so, come se fosse un disegno di fondo. 
Qualsiasi sia il colore che si decìde di uti¬ 
lizzare, dovremo adottare le stesse caute¬ 
le sopra citate, nel caso vi sia della so¬ 
vrapposizione con il testo: colori quindi 
tenui o grigi molto chiari. I font da utilizza¬ 
re sono tendenzialmente quelli bold, 
black, heavy, con un avvicinamento spin¬ 
to, quasi con le cifre che si accavallano: 
inoltre è possibile che i numer giungano 
fino al taglio della pagina. 

Motivi come sfondo 


La simmetricità è una 
dote importante per 
le pagine di una pub¬ 
blicazione: in questo 
caso abbiamo inseri¬ 
to due immagini simi¬ 
li, ma con un uomo 
(smisti# e una donna 
(destra!. 




salvare tempo e denaro 


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13 


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Wna.v f»avba i laata-J a»- 

n»-»~ ranni O/ViiaO |a| 
M*i*rfti-.*v,B« r „ 

Sa'wdwsa. a. WV 4U Via« ). 



■ 


Se si vuole mettere uno sfondo unifor¬ 
me sulla nostra pagina, un'idea interes¬ 
sante può essere quella di utilizzare dei 
caratteri speciali, come per esempio alcu¬ 


ni Zapf Dingbats. Si scrive il carattere che 
si vuole riprodurre come sfondo, poi ser¬ 
vendosi della ripetizione multipla lo si du¬ 
plica fino ad ottenere 
la pagina compieta- 
mente piena (è consi¬ 
gliabile attribuire al 
carattere già la for¬ 
mattazione definitiva, 
per esempio corpo 
72 pt, colore grigio 
chiaro e sfasare i ca¬ 
ratteri tra loro in altez¬ 
za in modo da ottene¬ 
re un motivo con i di¬ 
segni regolari). 

Tutto questo deve 
essere fatto nella pa¬ 
gina mastro in modo 
da poter essere ripe¬ 
tuto in tutte le pagine 
interessate. Questo 
tipo di sfondi, piu che 
essere utilizzati sotto 
del testo, possono 
essere messi nelle 
pagine sinistre vuote 
prima dell'inizio di un 
capitolo sulla pagina 
destra. 


Ecco un esempio di nu¬ 
meri di pagina utilizzati 
come sfondo 


L’unghia stampata 

In una pubblicazione si chiama unghia 
quel semi circolo tagliato nella pagina che 
consente di identificare facilmente il capi¬ 
tolo che ci interessa (come la "scaletta" 
con le varie lettere nelle rubriche telefoni¬ 
che). Possiamo cercare di ricreare qualco¬ 
sa del genere da inserire nei vari capitoli 
della nostra pubblicazione. 

Per prima cosa dobbiamo creare tante 
pagine mastro quanti sono i capitoli, ap¬ 
pendici e altre parti della pubblicazione. In 
ogni singola pagina mastro andiamo a di¬ 
segnare una mezza luna o un altro ele¬ 
mento grafico (solitamente partendo 
dall'alto della pagina stessa) e all'interno 
di questo scriviamo il titolo dell'argomen¬ 
to trattato in un certo capitolo, oppure 
semplicemente il numero del capitolo 
stesso: naturalmente ripetiamo il tutto 
per ognuno dei capitoli, poi applichiamo 
le pagine mastro relative ad ogni singolo 
capitolo. 

Similmente possiamo identificare ogni 
singolo capitolo, per esempio con un'im¬ 
magine o una fotografia. Se per esempio 
abbiamo 4 argomenti da trattare, selezio¬ 
niamo 4 fotografie, ognuna con un riferi¬ 
mento ad un argomento e le posizionia¬ 
mo nella pagina mastro dopo averle rese 
più chiare con i metodi indicati preceden¬ 
temente (possiamo inserirle per esempio 
sui lati esterni delle pagine, una sopra l'al¬ 
tra). In ogni singolo capitolo dovremo so¬ 
lo inserire la foto relativa con i colori pieni 
posizionandola esattamente sopra alla 
sua copia dai colori più tenui. Anche in 
questo caso avremo un simpatico siste- 


Altri consigli utili per creare la pagine 

A 

l’iaBiurt cuk 
r» «(svial i» Me 

b possibilità ili escludere alcu- 

nelle arre nere o*! lo Mnimen- 

xe.-iarolj 

ih pattine dall’inserimento ili 

io secchiello Ji riempimento. 


i|ujImjh lip«>ili master 

t ivi «fondu snfl 

Le pagne master 


Una «kilt- pa»v*ablillà più micivs 

e LA GRAFICA 


salili oflcrtc dalle pnpnc mastro 
fr quella di poter inwnre delle 

DELIA RIVISTA 


iiiiiiuinii ionie » li.indo ivi tul¬ 
le te pupne della nostra pubbli- 

IVi le lmuu|!ini a alluri, le pri*- 


cartone Queste immagini, h- 

i eduie som* Minili, lullavu non 


jqm.! n naie eepcnurj 

SI può alidore .1 il» slilicaiv ogni 


delle pigline, dovranno essere 

singi'lo colore (vr icnsJerlo più 


IrjlUlc jp)*oMUnvnte in ii*»Jv 

ihiarn Nel caso di disegni, al- 


ila non creare problemi di 

cuoi progni timi consentono 


teggiftlti del tesili 

Ofvmikmc d wiappovirnMir 


Se la ihMrj iiiiiiupntO in bun- 

tra elementi e con e (Testi di ira 
sparrn/ii In ifcstiicaso povsia- 


co s* nero dovremmo nasi or- 

in.) M»vrap|sine al nosuo dix- 


maria in un jrtpo mollo chiaro 

gre» un quadrato o un letumgo 


e. w poiMhilr. Iimiiaila a zone 

li i bntk Ili c ifpbcare una i ippi x 


poco '.niicvnaiisv dal punto di 

lunaliasparcs/a: il nosuodtv 


vista della tenui a. come il tito- 

plutei apparici con unltm slu- 


li* 1 k inmugini al irwlo vi pos- 

nuli. o»|* corikr ci verse |v: 


sono ebborarr andando jd in- 

lailo diveniate tu» - sfondo di 


die are come coknv. al pjsio del 

papilla 


nero, un (pigio i<xnpievi ira il 
5c II 15« di iracntìiAlanche di 

Nel euso di fctoyiulic. non è 


più, linn ij x’ sa ad 

consigliabile utilizzare la 


iinpjlidie solo con un lilokd. 

ree> Li/» «re di luminosità pre 


l’cr le lanugini al trullo di tipo 

sente in tulli i programmi di 


bniikip miliz/undo un qiulsusi 

lotonioccn. perché > mullah 


piogrjiinu di (labDIUiDK 

sarebbcit) pimuiskulcKidenn (si 


iHiotoShop. l'holol'alni, 

perde de lini/m oe dell minugi 


l'diniShnpi pnuemmo gioeaie 

nc> Nauta)nenui i pur. unii/ 


sulla luninnuU o. « tl iraim e 

/are k) ucssolnKCOMtprn indi 


abKrstanra uniforme, scegliere 

cuu» che slruta la trasparen/a: 


dalla laiok vai dei colori un gn- 
-e nveraarhi 

e tuli os i j poulMle agire sul c»»- 

nurnl» di •■•diaim Jk Li.nrenic- 



324 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 































teff ite MilMiu 


ma di identificazione 
dei capitoli. 

Spazio alla 
pubblicità 

Anche questa volta 
si tratta di creare un 
certo numero di pagine 
mastro, per l'inserimento di differenti 
composizioni di piccoli annunci di pubbli¬ 
cità. Per esempio possiamo creare una 
pagina mastio con la mezza pagina di 
pubblicità al piede oppure una pagina 
con una colonna di pubblicità o un quar¬ 
to di pagina. 

Assegnando alle varie pagine della 
pubblicazione la relativa pagina di ma¬ 
stro. otterremo un'automatica assegna¬ 
zione degli spazi da destinarsi alla pubbli¬ 
cità. 


Altri usi accessori 


Sulla pagina sini¬ 
stra all'Inizio di 
ogni capitolo ab¬ 
biamo realizzato 
uno sfondo, ap¬ 
plicato ad una 
pagina mastro, 
con dei cuori ri¬ 
cavati dal toni 
Zapi Dingbats. 


Al. CUOR NON SI COMANDA 

Capitolo 3 


N: 


li 4M ;»«>«»■■ ili Iva.» IXInLif |vt (« 

,i ivj*v i 


«m .*/ v ft.ifi* ,«*“• m**, R.** i 


U<M,N ei •* •«»•*'»** f*' K»k l*-»V DN»| 

I n iuo«w «Ri» < WIMIID In» * t t»<nnri* i «J jh an !•«■»», 

U|»MKfiiiiiMiriv^b.li Munii 

«.Il ai |I..'»| li™ 'riti m Itihi rMu.* IUI fvtn «Oisllun^i 

|"“Ui«IivniWi»* I*<«■*•<.I nmwm. HMi'iki mmJ pai*'. 
remi i»i 4>m- »r»iU - »... uiu *,m* poi «ni m V .mie* «rio.* ,.«■» 


I/I«VI*U nOnw ' . hi » H|M.I I|»||«|||I|M> 

lUiik-M-i* (*.4»I ■ih>>RM«iM«nli p* iliiHv* .t»l<(w«»m 

t»|‘<l.4»IU'--l.p<M^ >->rt lt|*m ». 

.IMI .lupi 1 *. JiAca, Savana* tri 0>>r* 

pmcniM* P 7 .-.« pi.u* «u r*p-j p. -i« p.f*. * I. »«o 

n — .ort MpWRM4>.-alwkwiMiU* itinoit«MMMt [*imi 


t:M*fepMNMl p.MnoMKfliVilRftrpagmraM.ifyab R««r**fc 


V U « •RI »»!■*«* » « «•«•> r*i J*l RRIUM-«ARI» MI* f niir •«-1 *» 1 1 
« pnoTih. IM.UIH* p*x OJlutti ,S »... hi. VII-..--. 4 W«. I « 

ICM^I « Ila»! U I«»w v c*(ii R*l**l>< »i nvt» ;>W». al pw iV iva* -» 

r1 •• •>-* VV-p.IWila;im.M.kM*r^>v« 

2.1 


Vediamo per finire altri tre usi non comu¬ 
ni delle pagine mastro. 

Crocini di taglio - Spesso può essere 
comodo lavorare su una grande pagina 
per impaginare una pubblicazione dal 
formato più piccolo, per esempio del for- 


Facciamoci un “Master” 


Noe ri xri'cni.ta- r«>n dina «troafri f«cn»> ihi nfmnwnti 
«O imrvto* «jf I" rvm|*IVaMal«kutfpierai» 

ve amo»»di putir pjjrnr un mi 

rto. Slum» r«nl’Aio «mp<Kr- I » po»»itn!m di munir degli 
rrk*niidellefufi-k- rlcnarnU lì*»i per ogm pjftrui 

pti>gr«mnu di OroUop wn/adubbili ut* m* 

isiHiutPf pc« ra.'O’flKfr eie «ad* un* paaMlnfctt ih itnn 
«v*i il imeni j luB.i L itami L>)i«M p«i» fWxb» c inkWsUWl 
'«tirila p.v^K j/xioc.ev \tn Dal ftwkf di vmu delta curo» 
inno appaino chiamai* du p-cuan»» rfcurtjrr I* pii 
•rimirr"o“«vMnr.mj«ncV tiro»*ideileipphca/i-n< 1 * 1 » 
pigine di «fonti» o pigiar nv* wTfcnrrnii*i*<ti&iftV(klfiu<iv 
dello Per usare bene «patio m ih jugiru ntenie r*ifNBU 
urvnato p*»> on.fr mlr tic ripianta U gialle a della pajiru. 
nncerv «(aikhiM'uc" nu be (vervitin**» cilair le imnupni 


remi idi pvpanviripiti»i 

Mei |*r imo, ino per unii 

l mnai pnvvammie uni I pni 
grarrarn ili nrfx^ru/*mr e al¬ 
ieni di doegno damo tu piu 


uuh//alc ci etK* \!( nxt» 

t c lun/v«uhauticne dalle (si 
gin»' mailer uni nx4icptkii in 
I sei vati i lOMaolleiu lapin 
l'.liudi DMTtnrcknKMi oudn» 
w una v lj pajr.aj i bc p i veni 
Mina ili imerfrr drglr elcnMii »» Uill//dU uw sliwdo p-r 
Imi ita riprodurre mi ngti pigi- u*ir bpip oc del la om«a puN 
M della ronn pihMicarliirc bbcomnc II pnmi ouglnta 
S-m na lrw m r ladlltcrmr.igj t nrotn lo gi^ll* di pMn nere 
prngranaradi irnpi|piur*nre du. pagine iionkT uiu jw Iik 
iprlli d» ilneg»" *'■ wl l*Khe le k pagine Ji iìriu/u e una pi 
i fvrmi «Ultr/aiK» delle irte e iute ipK'Br di de* In Nei pn. 
pnpne pagine mailef. rnetun* i panviu dell uhitiu ptua/uw 
icciindi sprono oiili//a»ii ina pnmr»>prvic> prmareima 
nmaihiVieg»Hhcirmidpn pagro* moti» pn i>gni pipna 
Incili wnraftsioilnh. dell* m«lra itbliMaa/iioe. un 

I. poMMilh di oclaikic alia 
N>ne malta iiaen/mivmirare ne pagivc dall imenincimi di 
rari b fviranilni ih ogni ungi»- ifulwi tip* di mauri 
I» programmi ma »i tonMtmi 
«•A’guilihr idra «Od■furainn- llMMlHh 
l*rr pifric mailer r di ifi«Hl> 

prr anirtwe le noMrc p;Wih liodrlkpavlriiilpl Wnr» 
cumnKiPVMmrivr iguadune- canli<<(l«nc dalle t*aj’iK nuaUii 


mato UNI A4 andiamo ad impaginare un 
invito in formato 105x210 mm (1/3 A4). 
In questo caso possiamo disegnare sulla 
nostra pagina mastro i crocini di taglio 
che poi verranno stampati e utilizzati in 
fase di finitura. Tuttavia mentre stiamo la¬ 
vorando potrebbe essere più 
utile inserire un vero e proprio 
rettangolo oltre ai crocini, in 
modo da visualizzare meglio 
quali parti delle immagini inse¬ 
rite verranno poi eliminate dal 
taglio. Una volta finito il lavo¬ 
ro, si toglierà il rettangolo dal¬ 
la pagina mastro lasciando so¬ 
lo i crocini di taglio. 

Pagine controllate - Dopo 
aver creato le nostre pagine 
mastro, se ne ricreano altret¬ 
tante identiche, ma con una 
scritta in rosso ben visibile del 
tipo "Controllata". Quando in 
una pubblicazione con un 
gran numero di pagine abbia¬ 
mo tempi lunghi di controllo, 
per esempio da parte del 
cliente, possiamo "marcare" 
la pagine già controllate an- 


4 


Mentre le immagini del pallone, 
del cane e del rubinetto, poste sul¬ 
le pagina mastro, appaiono appena 
accennare, il papero, a cui si riferi¬ 
sce il capitolo. 6 slato inserito in 
modalità "full color". 


dando a cambiare la loro pagina mastro di 
riferimento con quella identica, ma sulla 
quale avevamo scritto appunto "Control¬ 
lata". Alla fine basterà andare a togliere 
queste scritte dalle pagine mastro per 
avere la pubblicazione pronta per la stam¬ 
pa. 

Rapporto sulla pubblicazione - Spesso, 
quando si deve mandare un lavoro ad un 
Service, si deve preparare un rapporto 
sulla pubblicazione con tutte le ndicazioni 
utili per una buona riuscita del lavoro. Le 
pagine mastro possono aiutarci anche in 
questo: creiamo una pagina mastro con 
tutte queste indicazioni e non la applichia¬ 
mo a nessuna parte della nostra pubblica¬ 
zione. Essa risulterà permanentemente 
legata al documento, non verrà mai stam¬ 
pata per errore, ma sarà sempre a dispo¬ 
sizione di chi deve elaborare quel docu¬ 
mento. 


Conclusione 

Anche questo mese abbiamo cercato 
di aiutarvi a sfruttare meglio una delle 
funzionalità più conosciute dei program¬ 
mi di desktop publishing, ma spesso sot¬ 
toutilizzate Ormai i programmi proposti 
dalle grandi software house sono in gra¬ 
do di svolgere compiti impensabili fino a 
pochi anni orsono: è solo la nostra pigrizia 
mentale che ci trattiene dall'imparare a 
sfruttare tutto questo ben di Dio che ci 
viene messo a disposizione. 


MS 


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i 



» 


Grafica di presentazione: 
non trascuriamo la qualità 

La finalità di questo articolo è quella di sensibilizzare gli utenti dei prodotti 
grafici di presentazione al problema della qualità del loro lavoro. La qualità 
estetica (nell'articolo cercheremo di capire cosa si intende per qualità 
estetica) di una presentazione è infatti un requisito fondamentale per 
l'efficacia del suo messaggio, requisito che non deve essere né sottovalutato 
né sopravvalutato. 


di Francesco Pefroni e Aldo Azzari 


Con il succedersi delle versioni, nei pro¬ 
dotti per utenti finali in genere, e nei 
prodotti di desktop presentation in parti¬ 
colare. sono state via via aggiunte fun¬ 
zionalità per la facilitazione del lavoro. 

Gli strumenti che facilitano il lavoro di 
qualsiasi utente sono ormai gli stessi in 
tutti i prodotti e costituiscono quindi 
una dotazione standard. In tutti i prodot¬ 
ti si lavora per ‘modelli’, sia estetici, sia 
contenutistici, di presentazione. In tutti i 
prodotti sono disponibili procedure di 
autocomposizione (anche se assumo¬ 
no, a seconda della casa, nomi diversi) 
con le quali si creano, dal nulla, rispon¬ 
dendo ad una serie di domandine 'facili 
facili', presentazioni su qualsiasi argo¬ 
mento. Nelle prime tre figure dell'artico¬ 
lo vediamo proprio come questi stru¬ 
menti siano diventati sofisticati, arrivan¬ 
do addirittura a suggerire le cose da di¬ 
re ad un autore a corto di idee. 

Una volta realizzata, partendo da un mo¬ 
dello preconfezionato o sfruttando una 
procedura di autocomposizione, la pri¬ 
ma versione della presentazione, si pos¬ 
sono duplicare slide, copiare stili, inseri¬ 
re elementi grafici di tutti i generi, ag¬ 
giungere o togliere elementi testuali, 
definire tecniche di animazione, fino al 
raggiungimento del risultato finale. 

È chiaro che il risultato finale deve co¬ 
munque rispondere ad una serie di re¬ 


quisiti di qualità che sono indipendenti 
dal modo con cui il risultato stesso è 
stato raggiunto. 

Ricordiamo anche che, fino a pochi anni 
fa, la grafica di presentazione era riser¬ 
vata solo agli specialisti, già abituati a 
ragionare in termini di 'comunicazione". 
Il problema della qualità si pone molto 
di più oggi che la grafica di presentazio¬ 
ne viene usata da tutti. 

Usi produttivi della 
desktop presentation 

Una presentazione elettronica è uno 
strumento attraverso il quale un autore 
comunica un suo messaggio a più de¬ 
stinatari L'occasione può essere una 
semplice riunione aziendale, un conve¬ 
gno, una mostra, una lezione, ecc. Il 
'media' utilizzato può essere un proiet¬ 
tore collegato ad un PC, con il quale si 
proiettano le slide in una sala, un di¬ 
schetto che viene distribuito ai parteci¬ 
panti. una rete di PC su cui viaggiano le 
varie slide, che vengono quindi viste in 
una sorta di riunione virtuale, anche via 
Internet se si voglia utilizzare la rete del¬ 
le reti per trasmettere il messaggio. 

In ogni caso della presentazione si può 
stampare una copia su carta, che rima¬ 


ne al destinatario. 

Il tema trattato può essere qualsiasi, 
non ci sono argomenti dello scibile 
umano che non siano esprimibili in una 
presentazione elettronica: quindi pre¬ 
sentazioni che riguardano l'informatica, 
la medicina, la storia, la finanza, la pro¬ 
duzione di un'azienda manufatturiera, 
l'erogazione di servizi per tali tipi di 
aziende, ecc. 

Cosa si intende 
per qualità 

Qualsiasi sia l'argomento trattato, qual¬ 
siasi sia il pubblico di riferimento, il ri¬ 
sultato ottenuto deve comunque rispet¬ 
tare alcune regole generali di comunica¬ 
zione. come la gradevolezza, che rende 
la presentazione piacevole da seguire, e 
la leggibilità, che rende la presentazione 
ben comprensibile da parte del destina¬ 
tario. 

Ci sono regole generali, che valgono 
sempre, e regole variabili in funzione 
del 'media' scelto (ad esempio una pre¬ 
sentazione del tipo 'Rollmg Demo', op¬ 
pure una molto interattiva, che deve 
quindi essere guidata nel suo svolgi¬ 
mento dall'utente, oppure una che ha 
come destinazione Internet), in funzio- 


326 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



Saiittui. 




ne del tema trattato e del pubblico 
di riferimento. 

In questo articolo parleremo degli 
strumenti a disposizione dell'auto¬ 
re di una presentazione, poi dare¬ 
mo, in modo discorsivo, dieci rego¬ 
le, quasi un decalogo, da rispettare 
per realizzare una presentazione di 
buona qualità. Cominciamo però 
con due parole sul concetto di per¬ 
cezione. 

Le teorie della 
percezione 

Tutte le tecniche che riguardano la 
comunicazione sono state suppo'- 
tate, via via che sono nate, da studi 
teorici, la cui finalità è quella di stu¬ 
diare e di affinare le tecniche stesse, al¬ 
lo scopo di migliorarne il risultato. Si 
pensi ad esempio alla pubblicità, an- 
ch’essa è una forma di comunicazione, 
il cui risultato si può concretamente mi¬ 
surare in termini di incremento delle 
vendite del prodotto pubblicizzato. 

Tutte le tecniche di comunicazione, che 
riguardano la visione, si basano sul con¬ 
cetto di percezione, ovvero di come 
l'occhio umano percepisce gli oggetti, i 
loro contorni, il loro colore, e di come li 
associ a concetti già presenti nella me¬ 
moria di ciascuno e quindi acquisiti, nel 
corso degli anni, con l'esperienza, con 
l'apprendimento. 

Anche una slide realizzata con un pro¬ 
dotto di desktop presentation può esse¬ 
re analizzata attraverso la teoria della 
percezione. 


Figura I - MS PowerPoint 97 - 
La procedura di autocompost- 
noie. 

I prodotti di desktop presenta¬ 
tion sono diffusissimi ed utiliz- 
zatissimi in decine di occasioni 
da tantissimi utilizzatori. Un 
oratore prepara una presenta¬ 
zione elettronica quando deve 
illustrare al suo pubblico, e lo 
vuole o lo deve fare anche in 
maniera grafica, concetti, idee, 
dati, proposte, ecc. Ma una 
presentazione non 6 fatta solo 
di contenuto, c'e anche il suo 
aspetto estetico, che deve ri¬ 
spettare una sene di regole 
ovanti come fine quello di cs 

sere di supporto alla presenta¬ 
zione Il modello estetico non 
deve essere talmente mode¬ 
sto da svilire il messaggio né 
talmente spettacolare da so¬ 
vrastarlo. 


Figura 2 - Lotus Free¬ 
lance 97 - Le procedure 

di autocomposizione. 

Le procedure di auto- 
compostzione. ormai di¬ 
sponibili in tutti l pro¬ 
dotti. permettono di 
realizzare presentazioni 
di buona ovalità esteti¬ 
ca anche alle 'persone 
normali', cioè che non 
si occupano per profes¬ 
sione degli aspetti della 
comunicazione Ormai 
queste procedure si oc¬ 
cupano anche degli 
aspetti contenutistici 
proponendo, come nel 
caso mostrato, una se¬ 
ne di argomenti esposti 
già m forma di diapositi¬ 
va. utili soprattutto per 
chi sia a corto di idee 




La percezione è, ad esempio, influenza¬ 
ta dalle posizioni assolute e reciproche 
degli oggetti nell'immagine. La niente, 
in base alla conoscenza di ciascuno, 
tende a modificare, raggruppare, asso¬ 
ciare gli oggetti per ricondurli a concetti 
già noti. La percezione è influenzata dal¬ 
la presenza di elementi di sfondo, di 
elementi di contorno. 

La percezione dell'occhio umano è già 
abituata a cogliere la profondità, effetti¬ 
va nelle immagini reali, simulata nelle 
immagini ricostruite. La profondità può 
essere simulata con vari sistemi, om¬ 
bra, sovrapposizione, effetti di colore, 
oggetti visti in 3D, o in vista assonome¬ 
trica o in vista prospettica. 

È stata studiata la percezione del colo¬ 
re, sono stati creati modelli per il colore, 
necessari, m tantissime tecnologie, per 
la produzione artificiale dei colori. È sta- 


Figura 3 - Lotus Free¬ 
lance 97 - Librerie di 
ideogrammi. 

I prodotti dispongono 
ovviamente di abbon¬ 
dante materiale ClipArt 
nel quale cercare le im¬ 
magini da usare per ar¬ 
ricchire la propria pre¬ 
sentazione. Sono molto 
interessanti gli schemi, 
li definirei ideogrammi, 
che servono per rende¬ 
re in forme grafiche 
comprensibili, concetti 
o idee complesse. Ne 
esistono in librerie pre¬ 
confezionate. ma si 
possono creare anche 
con gli appositi stru¬ 
menti di disegno a di¬ 
sposizione. 


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MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


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In una immagine tendiamo a individua¬ 
re, inconsciamente, strutture nascoste. 
Ad esempio, se in un'immagine ci sono 
tanti elementi simili, ci sembra naturale 
allinearli rispetto ad un bordo, renderli 
equidistanti, ecc. 

In genere la struttura dell'immagine si 
può materializzare in una gabbia (che è 
uno schema di struttura regolare, che 
rende più comprensibile e dà maggiore 
credibilità al messaggio). Ma dietro ad 
un’immagine, e dietro ad una serie di 
immagini, ci può essere una struttura ir¬ 
regolare, poco, se l'irregolarità è, ad 
esempio, progressiva, molto, se nell im¬ 
magine non c'è struttura, ma casualità 
assoluta. 

Esistono decine di tipologie di struttura, 
ognuna delle quali è adatta ad un tipo 
particolare di messaggio. 

Ad esempio ci sono strutture con ele¬ 
menti singolari, del tutto estranei al resto 
della struttura, che in questo modo ven¬ 
gono messi in evidenza, oppure strutture 
con elementi a contrasto, si pensi ad 
un'immagine con vane scritte a colori te- 


ta studiata, con il coinvolgimento di 
equipe di medici, l’associazione dei co¬ 
lori a sensazioni, a stati d'animo, ecc. I 
colori sono stati classificati, ad esempio 
colori caldi, colori freddi; addirittura è 
stata studiata l'associazione dei colori ai 
segni dello zodiaco. 

Le teorie della percezione riguardano 
tantissime tecnologie, si pensi alla pittu¬ 
ra, alla stampa, alla fotografia. Si consi¬ 
deri anche il fatto che tutte queste tec¬ 
nologie sono state, ormai da anni, "pre¬ 
se in carico" dal computer. 

Con i prodotti di presentazione elettro¬ 
nica si fa, in un certo senso, il percorso 
inverso. Si tratta di una tecnologia che 
nasce con il PC, ma alla quale si può as¬ 
sociare la teoria della percezione. 

Il PC adotta altri strumenti tipici della 
grafica tradizionale, si pensi ai retini, alle 
texture, ovvero ai metodi di riempimen¬ 
to di superficì definite con disegni ripeti- 


Figu r a 4 - MS Power¬ 
Point 97 - La diapositi¬ 
va modello 

Lo sfondo comune dà 
continuila alla presen¬ 
tanone. cosi come la 

scelta di tipi di caratte¬ 
ri omogenei tra le va¬ 
rie diapositive È com¬ 
pito dei modelli della 
diapositiva quello di 
raccogliere tutto ciò 
che accomuna le varie 
diapositive, in termini 
di contenuto, e quindi 
lo sfondo, i Ioghi dei 
l'azienda, e di stili del- 


tivi, si pensi ai font, che a loro volta co¬ 
stituiscono una tecnologia a sé stante, 
ben nota, ad esempio, ai tipografi, ma 
che ora viene presa in carico dal PC. 
Riguarda la percezione l'equilibrio di una 
immagine. E evidente che la centratura 
di un elemento rispetto ad un contorno 
comunica una sensazione di equilibrio, 


le pani testuali 


Figura 5 - MS Power¬ 
Point 97 - La vista strut¬ 
tura. 

Una presentazione uti¬ 
lizza vari tipi di \nsta. Ol¬ 
tre a quella normale, 
costituita dalle slide, 
c ’é quella che isola la 
parte testuale, e mo¬ 
stra le scritte in una vi¬ 
sta della struttura lutile 
per concentrarsi solo 
sul testoI, c'e quella 
con te note, nella quale 
inserire commenti te¬ 
stuali. a beneficio del¬ 
l'oratore che deve in¬ 
trattenere il pubblico. 


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Fumici rumi 
Tullia il li 

10 Informazioni generali 



Figura 6 ■ MS Power¬ 
Point 97 - La griglia. 

Tutti 1 lavori di grafica Ili- 
bri, giornali, cataloghi, 
presentazioni, ecc.) de¬ 
vono basarsi, lo si vo¬ 
glia 0 no, su una griglia 
di impaginatone, o gab¬ 
bia Lo scopo principale 
della gabbia è quello di 
suddividere l'area di la¬ 
voro Itogho o schermo 
che sial in moduli e sot¬ 
tomoduli, che devono 
guidare nell’inserimento 
e nella disposizione di 
disegni, immagini e te¬ 
sti. Occorre quindi, pri¬ 
ma di utilizzare il pro¬ 
dotto di presentazione, 
ideare, al limite dise¬ 
gnare su carta, lo sche¬ 
ma della gabbia che si 
vuole applicare. 


nui ed una scritta a colore vivace. 

Gli strumenti standard 

Per il nostro articolo useremo sia Office 
97 della Microsoft, sia Freelance 
Graphics della Lotus. 

I due prodotti sono pressoché allineati in 
termini di funzionalità in fase di costru¬ 
zione della presentazione e delle varie 
slide. 

II primo concetto fondamentale è che 
una presentazione deve seguire un mo¬ 
dello, in cui sono definiti gli elementi in 
comune tra le diapositive, sia gli ele¬ 
menti apparenti, ad esempio gli sfondi, i 
titoli e i loghi di intestazione e/o piè di 
pagina, sia le impostazioni estetiche, ad 
esempio gli stili dei vari elementi testua- 


328 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


















































Figura 7 - MS Power¬ 
Point 97 La creazione 
dello sfondo. 

Lo sfondo di una slide e 
un elemento importan¬ 
tissimo nell'eauilibrio 
dell'immagine e dell'in¬ 
tera presentazione, va 
guindi molto curato so¬ 
prattutto per ciò che ri¬ 
guarda il suo equilibrio 
cromatico. Per sfondo 

può essere utilizzata 
una immagine fotografi¬ 
ca opportunamente ela¬ 
borata con un program¬ 
ma di fotoritocco, utilizzando gualche particolare filtro che la renda più 'soft' e più trasparente, in modo 
che non sovrasti il contenuto vero della slide. 


Il decalogo del buon 
presentatore 

Eccoci dunque ai nostri dieci "consigli" 
per chi prepara la presentazione. 

1) Preparazione dello storyboard. 

Lo storyboard è il "copione" della pre¬ 
sentazione, con l'indicazione, anche di 
massima, del contenuto e della sua di¬ 
stribuzione in slide È necessario indica¬ 
re la sequenzialità degli argomenti, gli 
eventuali collegamenti, soprattutto nel 
caso di presentazioni molto interattive 
In caso di grossi volumi è necessario in¬ 
serire delle slide con indici degli argo¬ 
menti e delle slide successive, e slide 
di riepilogo alla fine della trattazione di 
un macro argomento Sono necessarie 
per non perdersi in pubblico. Una delle 
nuove funzionalità di MS PowerPoint è 


li, titoli, sottotitoli, elenchi e quant'altro. 
Se un'azienda, o in riunioni interne o in 
riunioni con il pubblico, ad esempio con 
la propria clientela, usa le presentazioni 
elettroniche è bene che utilizzi mo¬ 
delli aziendali standard, messi a 
punto da specialisti una volta per 
tutte e che tutti poi sono obbligati 
ad usare. 

Altro concetto fondamentale è co¬ 
stituito dagli oggetti inseribili nella 
slide Questi possono essere dise¬ 
gni, schemi, immagini prese dalla 
realtà, grafici di tipo business. Le 
strade praticabili sono due: o si im¬ 
porta l'elemento, se già disponibile, 
o si crea per l'occasione. In questo 
secondo caso i vari prodotti metto¬ 
no a disposizione una serie di stru¬ 
menti per creare diagrammi com¬ 
merciali, ideogrammi, grafica di tipo 
business, ecc. 

Una presentazione utilizza vari tipi di 
vista. Oltre a quella normale, costi¬ 
tuita dalle slide, c'è quella che isola la 
parte testuale, e mostra le scritte in una 
vista della struttura (utile per concentrar¬ 
si solo sul testo), c'è quella con le note, 
in cui inserire commenti testuali, a be¬ 
neficio dell'oratore che deve intrattene¬ 
re il pubblico. 

La presentazione piu rapida da preparare 
è quella che consiste nel matrimonio tra 
un testo, molto strutturato, ed un mo¬ 
dello di presentazione già predisposto. 
Con il passare delle versioni sono state 
via via aggiunte nuove funzionalità, ad 
esempio quelle che consentono la navi¬ 
gabilità nella presentazione, grazie a pul¬ 
santi per saltare tra le diapositive, e 
quelle che consentono di impostare de¬ 
gli effetti speciali, sia nella transizione 
tra una diapositiva e la successiva, sia 
nell'entrata "in scena" di singoli elementi 
in una data diapositiva. 

Insomma da una parte funzionalità che 


facilitano il lavoro, dall'altra funzionalità 
che consentono di realizzare presenta¬ 
zioni più efficaci. 


Figura 8 - MS PowerPoint 97 - 
Lo sfondo a colori - Gradiente 
Lo sfondo della slide può es¬ 
sere un 'immagine che fa un 
po' da 'filigrana' per le diaposi¬ 
tive. ma può essere semplice¬ 
mente un colore, pieno o con 
effetto sfumatura La scelta 
del colore 6 un elemento fon¬ 
damentale per l'efficacia della 
presentazione, in quanto i co¬ 
lori esercitano una grande in¬ 
fluenza su chi li percepisce, 
perché vengono associati a 
stati emozionali e psicologici 
di diversa natura. Ad esempio 
il rosso induce sensazioni di 
aggressività ed eccitamento, è 
stato dimostrato che la sua vi¬ 
sione aumenta il battito cardia 
co e la pressione. 


Figura 9 - MS Power¬ 
Point 97 - Lo sfondo a 
colori - Trama. 

C è una tale abbondan¬ 
za di texture. con le 
guali riempire sfondi o 
elementi grafici, che è 
facile farsi prendere la 
mano. Come resistere 
alla tentazione di crea¬ 
re degli oggetti di mar¬ 
mo, di sughero, di le¬ 
gno. Bisogna ricordarsi 
che si sta realizzando 
una presentazione elet¬ 
tronica, non un mobile 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


329 





















































































quella di creare automaticamente slide 
di riepilogo che raccolgono i titoli di una 
serie di slide. 

2 ) Disegno della griglia (figura 6). 

In generale in tutti i lavori di grafica (li¬ 
bri. giornali, cataloghi, presentazioni, 
ecc.) si utilizzano griglie di impaginazio¬ 
ne, o gabbie. Lo scopo della gabbia è 
quello di suddividere l'area di àvoro (fo¬ 
glio o schermo) in moduli e sottomodu¬ 
li, che devono guidare nell'Inserimento 
e nella disposizione di disegni, immagi¬ 
ni e testi. 

Le due fondamentali tipologie di gabbia 
sono: quella di tipo ripetitivo, in cui l’a¬ 
rea disponibile è divisa in parti uguali, 
determinando una composizione molto 
'statica', ma ordinata, pulita, oppure 
quella di tipo irregolare, nella quale l’a¬ 
rea disponibile è divisa in moduli di for¬ 
me e grandezze diverse, determinando 
una composizione sicuramente più di- 


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Figura IO - MS Power¬ 
Point 97 - La scelta di 
un buon carattere 
Uno dei principali errori 
che si commettono, 
non sempre, fortunata¬ 
mente, nella creazione 
di una presentazione è 
quello di realizzare del¬ 
le slide con troppo re¬ 
sto InoiosoII. Il testo 
deve essere formato 
da frasi brevi Isloganl 
che devono 'suggerire ' 
piuttosto che descrive¬ 
re e soprattutto devo¬ 
no garantire una buona 
leggibilità , Quindi an¬ 
che la scelta del font ri¬ 
sulta di fondamentale 
importonza. Bisogne 
evitare font con le 'gra¬ 
zie'. molto ornamenta¬ 
ti. anche se bellissimi, 
e scegliere invece font 
semplici, lineari, geometncamente puliti (Arai, Helvetica, Untvers. Futura, ecc.l, 



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Figura 11 - MS Power¬ 
Point 97 - Non dimenti¬ 
cate il vostro Ioga 
In una presentazione 
aziendale, specie nel 
caso in cui sia presente 
un pubblico extra azien¬ 
dale. è tradizione che le 
varie slide mostrino il 
logo dell'azienda stes¬ 
sa Anche la posizione 
e la dimensione del lo¬ 
go sono oggetto di stu¬ 
dio da parte degli spe¬ 
cialisti della comunica¬ 
zione La posizione otti¬ 
male è in basso a de¬ 
stra Il logo m generale 
è già disponibile in 
azienda Se bisogna co¬ 
struirne uno in quattro 
e quattr'otto si può uti¬ 
lizzare il rinnovato Wor- 
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Figura 12 - MS Power¬ 
Point 97 - Effetto ombra. 

L ombreggiatura di un og¬ 
getto grafico o di un testo 
piazzato m una slide fa ap¬ 
parire l'oggetto come 
emergente dallo sfondo, e 
quindi dà profondità alta 
slide, la rende tridimensio¬ 
nale Con PowerPoint è 
possibile impostare la 
profondità e la direzione 
dell'ombra. Il colore del¬ 
l'ombra va scelto in funzio¬ 
ne del colore dello sfondo 
od eventualmente dell'og¬ 
getto in secondo piano su 
cui si proietta l'ombra lad 
esempio: sfondo bianco, 
ombra grigia, sfondo az¬ 
zurro, ombra blu, ecc.l. Al 
limite e meglio usare il ne¬ 
ro. mai colori diversi tra 
sfondo e ombra. 


namica e ritmica. Ma attenzione a non 
eccedere con la libertà. 

3 ) Impostazione dello sfondo (figure 7, 
8 e 9). 

Lo sfondo di una slide è un elemento 
importantissimo nell’equilibrio dell'im¬ 
magine, va quindi molto curato soprat¬ 
tutto per quanto riguarda la scelta cro¬ 
matica. Lo sfondo poi deve accomunare 
più diapositive, anche tutta la presenta¬ 
zione, specie quando queste rappresen¬ 
tino lo svolgimento di uno stesso argo¬ 
mento. 

Come sfondo pud essere utilizzata 
un'immagine fotografica opportunamen¬ 
te elaborata con un programma di fotori¬ 
tocco, utilizzando qualche particolare fil¬ 
tro che la renda più 'soft' e o maggior¬ 
mente trasparente, oppure altri effetti 
cromatici o effetti di riempimento. 

4) Attenzione al testo. 

Uno dei principali errori che si possono 
commettere nella creazione di una pre¬ 
sentazione è quello di creare delle slide 
con troppo testo, che alla lunga rende la 
presentazione stessa noiosa, spesso in¬ 
sopportabile per gli ascoltatori. Il testo 
deve essere quindi formato da frasi bre¬ 
vi (quasi degli slogan) che devono "sug¬ 
gerire' piuttosto che descrivere nel det¬ 
taglio e soprattutto devono mantenere 
un alto grado di leggibilità. Altra cosa da 
evitare sono gli errori di ortografia. E 
per questo basta usare il correttore or¬ 
tografico. Personalmente quando seguo 
una presentazione e vedo un errore mi 
distraggo moltissimo. 

5 ) Attenzione ai font (figura 10). 

Anche la scelta del font risulta di fonda- 
mentale importanza. Sono da evitare i 
font con le 'grazie' cioè i font molto or- 


330 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 














































namentali, sono da scegliere invece 
font semplici, lineari, geometricamente 
puri (Anal, Helvetica, Umvers, Futura, 
ecc.ì. Per quanto riguarda il corpo (l'al¬ 
tezza del carattere) per i titoli e sottoti¬ 
toli si può spaziare dal corpo 36 al corpo 
28, mentre per il testo normale non bi¬ 
sognerebbe mai scendere al di sotto 
del corpo 16 in quanto si comincia a 
perdere la leggibilità del carattere (il tut¬ 
to è naturalmente in relazione alla riso¬ 
luzione del video) 

6) l colori. 

La scelta del colore dei vari elementi del¬ 
la slide è un momento fondamentale del 
lavoro, in quanto, come detto, i colori 
esercitano una grande influenza su chi li 
percepisce, perché vengono associati a 
stati emozionali e psicologici di diversa 
natura. 

Ad esempio i rosso induce a sensazioni 
di aggressività ed eccitamento. È stato 
dimostrato che la sua presenza aumenta 
il battito cardiaco e la pressione del san¬ 
gue. Al contrario il blu è un colore che in¬ 
duce sensazioni di calma, di riflessione, 
di pace. Genericamente tutti i colori co¬ 
me i rossi, i gialli, gli ocra appartengono 
alla gamma dei colori caldi, mentre le to¬ 
nalità del blu, gli azzurri, i verdi, apparten¬ 
gono a quelli freddi. 

Per lo sfondo la scelta deve ricadere su 
un colore della gamma dei colori freddi 
con una gradazione medio scura. Anche 
la sfumatura ha la sua importanza in 
quanto determina un effetto di spazialità 
e profondità che il colore piatto non rie¬ 
sce a comunicare. 

7 ) I loghi, le intestazioni, i piè di pagina 
(figura 11 ). 

Una slide, specie se extra aziendale, nel 
senso che il pubblico al quale è destinata 
non appartiene all'azienda in cui la pre¬ 
sentazione è stata realizzata, deve sem¬ 
pre riportare elementi per la sua identifi¬ 
cazione L'azienda, in genere, viene iden¬ 
tificata con il suo logo, già disponibile in 
forma di file grafico, va poi identificata 
l'occasione, ad esempio "Rimini 
10/11/97- Meeting FI97", che dovrebbe 
significare che l'occasione nella quale si 
sta proiettando la presentazione è l’in¬ 
contro annuale, che si tiene, per l'anno 
fiscale 97. a Rimini il dieci novembre. 

8) Gli oggetti in scena. 

I vari oggetti grafici (simboli, elementi 
geometrici, diagrammi, organigrammi, 
loghi, marchi, ecc.) ed i testi, devono 
■uscire" dallo sfondo, mettendosi nella 
giusta evidenza Questa può essere defi¬ 
nita in vario modo, agendo sulla grandez¬ 
za dell'oggetto, sul suo colore, sulla sua 
posizione. 

9 ) Effetti tridimensionali (figure 12 s 13), 


Figura 13 - MS Power¬ 
Point 97 - Come dare 
profondità alla presen¬ 
tanone. 

Esistono numerosi 
trucchi per dare 
profondità alla slide 
Oggetti tridimensiona¬ 
li. scritte ed elementi 
ombreggiali, effetti di 
luce. Il tutto per dare 
all'immagine un aspet¬ 
to più moderno. 




Figura la - MS Power¬ 
Point 97 - Effetti di 
transizione. 

Una presentazione 
elettronica è compo¬ 
sta da più slide che si 
succedono l una all'al¬ 
tra. Si pud impostare, 
scegliendo tra decine 
di possibilità, una mo¬ 
dalità di passaggio tra 
una slide e la succes¬ 
siva Anche in questo 
caso non bisogna sce¬ 
gliere per forza l'effet¬ 
to più spettacolare le 
ce ne sono tanti) ma 
Quello più adatto al ti¬ 
po di presentazione, 
sobrio se la presenta¬ 
zione è sobria, più ap¬ 
pariscente se la pre¬ 
sentazione deve far 
colpo. 


Ci sono tanti modi per creare effetti tridi¬ 
mensionali. Ad esempio l'associazione di 
un'ombra ad un oggetto bidimensionale 
lo fa emergere dal piano dello sfondo. 
Con PowerPoint è possibile impostare 
'finemente' la profondità e la direzione 
dell'ombra. Il colore dell'ombra va poi de¬ 
finito in relazione al colore dello sfondo o 
eventualmente dell'oggetto in secondo 
piano sul quale è proiettata l'ombra (ad 
esempio: sfondo bianco ombra grigia, 
sfondo azzurro ombra blu. ecc.). Al limite 
è meglio usare il nero, mai colori diversi 
tra di loro. 

10) Effetti di transizione delle slide e de¬ 
gli elementi della slide (figura 14). 

Gli effetti di transizione sono le modalità 
■visuali’ di passaggio da una slide alla 
successiva. All’effetto, e ce ne sono de¬ 
cine, è abbinato un tempo di esecuzione: 
basso, medio, alto. 


Ci sono effetti più o meno gradevoli, e 
più o meno rapidi, la loro scelta dipende 
molto dal tipo di slide e di presentazione 
alla quale è abbinato. Gli effetti più utiliz¬ 
zati, quindi più sicuri sono: apertura e 
chiusura (verticale ed orizzontale), com¬ 
pressione ed espansione, veneziane, dis¬ 
solvenza e scacchi (sinistra e destra). Ce 
ne sono di sobri e di spettacolari, la scel¬ 
ta dipende dal tipo di occasione. 

È bene evitare di assegnare a tutte le sli¬ 
de lo stesso effetto (monotono!) e so¬ 
prattutto di assegnare la velocità bassa 
(snervante!). 

Dalla versione 7 di PowerPoint è possibi¬ 
le assegnare anche ai singoli oggetti (te¬ 
sti. oggetti grafici, singoli elementi in un 
diagramma, ecc.) degli effetti di 'movi¬ 
mento'. Questa possibilità può servire 
per dare maggiore enfasi alle parti più 
importanti del messaggio. K® 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


331 







































Outlook 97: utilizzo 
da parte di un utente singolo 

Nel presentare, nei numerosi articoli dedicati ad Office 97, i vari 
componenti della suite, siamo partiti dai tre componenti storici, Word, 
Excel e PowerPoint. Poi abbiamo parlato, in uno specifico articolo 
pubblicato nel numero scorso, di Access. Rimane quindi da affrontare 
l'ultimo componente importante, che costituisce anche la novità più 
importante della suite, ovvero Microsoft Outlook 97. 


di Francesco Petroni 


Outlook: a cosa serve e 
a chi può essere utile? 

Outlook è uno strumento per la gestio¬ 
ne delle informazioni, indirizzato sia ai 
singoli utenti sia ai gruppi di utenti. Ser¬ 
ve per creare, organizzare, gestire ed in¬ 
tegrare tra di loro: la posta elettronica, il 
calendario, le attività, i contatti, i docu¬ 
menti, e quant'altro serve per tenere 
sotto controllo il proprio tempo, i propri 
impegni, di lavoro e non, i rapporti con 
le altre persone con le quali si entra in 
relazione. 

Outlook è quindi composto da una sene 
di moduli differenti, facilmente raggiun¬ 
gibili da una speciale barra, la ‘Barra di 
Outlook’, posta sulla sinistra della videa- 
ta standard, utilizzabili separatamente 
l'uno dall'altro, ma soprattutto usabili in 
totale sinergia. 

Se usato in un’ottica aziendale, Outlook 
‘sfodera - una serie di funzionalità specifi¬ 
che per il lavoro di gruppo, che vanno 
dalla semplice condivisione delle infor¬ 
mazioni, a quelle che servono per il 
coordinamento delle attività di gruppi di 
persone, fino a quelle che consentono 
di appoggiare su Outlook veri e propri 
processi aziendali, realizzando delle ap¬ 
plicazioni di tipo workflow. 


In questo articolo, primo di due, parlere¬ 
mo delle funzionalità di base dì Outlook 
e del suo utilizzo individuale. Nel prossi¬ 
mo articolo parleremo del suo utilizzo 
aziendale, in una situazione operativa 
‘ottimale", nella quale ci sia "dietro" un 
Server BackOffice, ben installato e ben 
funzionante. 

Cosa vedremo 
nel prossimo articolo 

Il prossimo articolo avrà quindi un 'ta¬ 
glio' più tecnico. 

Innanzitutto analizzeremo aspetti ‘archi¬ 
tetturali’, in quanto Outlook, se utilizzato 
m azienda, deve essere incasellato cor¬ 
rettamente nella architettura hardware e 
software, esistente o creata allo scopo 
(la vediamo schematizzata in figura 1). 
Parleremo di aspetti di installazione, co¬ 
me detto, nel caso in cui il server sia 
quello di casa Microsoft, e quindi un 
BackOffice ‘ultimo modello' (Windows 
NT Server 4.0 e MS Exchange Server 
5.0, quest'ultimo nel frattempo dovreb¬ 
be essere disponibile). Poiché ci interes¬ 
sa anche l'aspetto Intranet, parleremo 
anche di Internet Information Server. 
Parleremo di problematiche di condivi¬ 


sione. Molte delle risorse gestite con 
Outlook, in una situazione aziendale, ò 
bene che siano 'pubbliche", che siano 
quindi sottoposte al controllo del server. 
Non ci interessano invece, perché trop¬ 
po particolari, tutti i problemi di compati¬ 
bilità con altri tipi di servizi del server, e 
con altri tipi di Client di posta. 

Parleremo, perché mi sembra l'aspetto 
più intrigante (è la prima volta che uso 
questo aggettivo, anche se di moda, ma 
penso che non lo farò mai più), dell’uti- 
iizzo di Outlook in applicazioni di tipo 
workflow aziendale Cosa intendiamo 
per workflow lo vediamo nella figura 2 e 
lo diciamo nella didascalia della figura 3. 

Lo scenario, 
in casa Microsoft 
e nel resto del mondo 

Outlook, ovviamente, non è un prodotto 
completamente nuovo. I suoi nonni so¬ 
no il Mail di Windows per Workgroup e 
Schedule-i- di Office 4.3, i suoi genitori 
sono Exchange di Windows 95 e Sche- 
dule+ di Office 95. Outlook li sostituisce 
completamente, in quanto ne ripropone 
tutte le funzionalità, ed in più si arricchi- 


332 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 



sce di nuove funzionalità, alcune delle 
quali vanno nella direzione dell'integra¬ 
zione con il resto di Office, 

Attenzione. Se limitiamo il discorso alla 
sola e-mail. un utente Microsoft oggi ha 
tre alternative: 

- Internet Mail (componente di MS Inter¬ 
net Explorer), se la sua posta, in parten¬ 
za o in arrivo, viaggia solo su Internet, 

- Exchange Client, in caso di posta Inter¬ 
net e di posta aziendale, e nel caso non 
usi Office 97, 

- Outlook Client, in caso di posta Inter¬ 
net e di posta aziendale, e nel caso usi 
Office 97 

Il server ideale di Outlook è, come det¬ 
to. MS Exchange Server, il quale, dal 
suo canto, è compatibile con tutte le 
precedenti versioni di MS Mail, e con 
tutti gli altri Client di posta elettronica an¬ 
che non Miciosoft (lo vediamo nello 
schema di figura 1). 

Insomma, per la Microsoft, la soluzione 
ideale in una situazione aziendale, anche 
complessa e di grosse dimensioni, è co¬ 
stituita dalla combinazione tra NT Ser¬ 
ver, Internet Information Server. Ex¬ 
change Server e, lato Client, Outlook. 

Il prodotto concorrente piu agguerrito e, 
come noto, Notes della IBM/Lotus, che, 
rispetto alla soluzione tutta Microsoft, si 
presenta come prodotto più compatto. 
Parliamo di Notes in questo stesso nu¬ 
mero nella rubrica Workgroup. 

Tutto Outlook, 
modulo per modulo 

La parte sinistra della maschera iniziale 
di Outlook è caratterizzata dalla grossa 
"Barra di Outlook", che contiene i vari 
pulsanti che attivano i moduli, ovvero le 
varie funzionalità principali del prodotto. 
La barra è inizialmente divisa in tre se¬ 
zioni: Outlook, Posta ed Altro ed ogni 
sezione contiene una serie di pulsanti. 
Anche la barra di Outlook è personaliz¬ 
zabile. si possono aggiungere sezioni e, 
all'interno della singola sezione, collega- 
menti a cartelle e a sottocartelle- In ca¬ 
so di un'organizzazione personale con 
molte cartelle, può risultare comodo 
aprire una seconda finestra verticale 
che mostra la vista ad albero con tutte 
le cartelle. 

La parte destra della videata contiene 
l'applicazione lanciata, oppure, nel caso 


Supporto Multiprotocollo 


r .. - 


+, ♦ i ♦ 

MITPSS P0P3 LDtr i NNTP 

W ♦ f 


Microsoft Exchange Server 



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PROFS 

Mero soft Mail 

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««MAIL 

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Figura 2 - MS Outlook di Office 97 - Applicazio¬ 
ni di tipo workflow - Ambiente di programma¬ 
zione. 

Anticipiamo un argomento che tratteremo nel 
prossimo articolo, per mostrare già da ora 'fino 
a che punto' può arrivare Outlook Outlook à 
programmabile si 
possono realizzare M ! 1 .'. 
moduli il cui contenu¬ 
to. in termini di dati, 
diventa un messaggio 
di posta elettronica 
Quando, nel! ambien¬ 
te di sviluppo di Out¬ 
look. si progetta un 
modulo, se re proget¬ 
ta sia la parte di chi 
INVIA, che contiene 
in genere dei campi 
da riempire, sia à par¬ 
te di chi RICEVE, in 

cui gli stessi campi di¬ 
ventano semplici eti¬ 
chette Il linguaggio di 
programmazone è un 
sottoinsieme del Vi¬ 
sual Basic, linguaggio 
standard che accomu¬ 
na tutti i componenti 
della suite Olfice. 


Figura I - MS Out¬ 
look di Office 97 - Il 
partner ideale di MS 
Exchange Server 
5.0. 

Divideremo l'articolo 
dedicato a Outlook in 
due parti. Nella pri¬ 
ma. questa, parlere¬ 
mo delle funzionalità 
di Outlook utilizzabili 
comunque, anche da 
un utente individua¬ 
le. non connesso ad 
una rete aziendale 
Nella prossima parle¬ 
remo di Outlook usa¬ 
to in una situazione 
aziendale e quindi in 
una classica situazio¬ 
ne Workgroup' Par¬ 
leremo delle funzio¬ 
nalità che permetto- 

_ no ai vari utenti di in¬ 
teragire tra di loro, in 
vari modi e per vane 
finalità In particolare useremo Outlook come 
'Client' in una rete locale il cui server sia MS 
Windows NT 40 e il cui server di posta elet¬ 
tronica sia MS Exchange Server 50 




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di puntamento ad una cartella, il suo 
contenuto. Le applicazioni della sezione 
Outlook sono Posta, Calendario. Contat¬ 
ti, Attività, Diario. Note, Cestino. 

Posta Alla posta è dedicata una speci¬ 
fica sezione che contiene, inizialmente, 
le cartelle "Posta in Entrata" e "Posta in 
Uscita", ma che può essere arricchita 
con cartelle personali. Al lancio del mo¬ 
dulo Mail patte la procedura di aggiorna¬ 
mento della posta in arrivo o in partenza. 


che vediamo in figura 4 
La vista sicuramente piu comoda, con la 
quale vedere la posta in arrivo, è quella 
detta anteprima, che mostra il mittente, 
la data, l’oggetto e poi le tre prime righe 
del messaggio (in figura 5). 

Il classico doppio click sull'elemento di 
interesse lo apre completamente e ne 
fa vedere il contenuto 
La posta si riceve e si invia. In questo 
secondo caso si può utilizzare il "Modulo 


MCmlcrocomputer n. 174 - giugno 1997 


333 


















































Messaggio' caratterizzato da due pagi¬ 
ne, quella in cui si inseriscono i vari de¬ 
stinatari e si scrive e si formatta, sfrut¬ 
tando un micro word processor, il testo 
(figura 61, La seconda linguetta, Opzioni, 
attiva la pagmetta in cui si impostano le 
caratteristiche del messaggio, ad esem¬ 
pio l'urgenza, la ricevuta di ritorno, ecc. 
Ovviamente è possibile allegare file di 
tutti i tipi, inserire oggetti OLE, inserire 
immagini e, funzionalità ormai standard 
in tutti i prodotti Office 97. inserire colle¬ 
gamenti ipertestuali ad altri documenti 
Office o a pagine Internet, 

Interessante è la possibilità di creare dei 
messaggi per le 'Votazioni", in pratica 
messaggi la cui risposta sia un sì o un 
no, oppure un valore numerico corri¬ 
spondente ad una scelta. In questo caso 



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Richiesta Supporto 


Figura 3 - MS Outlook 
di Olhce 97 - Applica¬ 
zioni di tipo workflow- 
L Invio. 

Cosi appare il modulo, 
visto p'ima. all’utilizza- 
tore che sta preparan¬ 
do un messaggio Per 
applicazioni di tipo 
workllow si intende 
un applicazione che 
preveda il coinvolgi- 
mento di vari perso¬ 
naggi. ognuno dei 
puah svolge una speci¬ 
fica Iunzione . ed 
ognuno dei guah entra 

in relazione con altri, secondo cene logiche e secondo certi tempi Ad esempio, in un'azienda, c'è un 
utente che richiede al responsabile dell'assistenza un intervento tecnico sul proprio PC Riempie ed in¬ 
via un modulo Outlook, che viene ricevuto dal destinatario che lo controlla e che, a sua volta, lo smista 
ad un tecnico, competente per quel tipo di intervento. Costui a sua volta può interagire con il primo 
personaggio, ad esempio per chiedere informazioni di maggior dettaglio sul tipo di intervento richiesto, 
o per fissare un appuntamento, e cosi via. Eseguito finalmente l'intervento, il tecnico dovrà, in un cer¬ 
to senso, chiudere la pratica riempiendo un ultimo modulo. 





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Figura 5 - MS Outlook di Office 97 - Organizza¬ 
zione della posta ricevuta 
La posta ricevuta può essere smistata in più 
cartelle, a seconda del 
tipo di messaggio Ov¬ 
viamente l'organizza¬ 
zione in cartelle è del 
tutto analoga all’orga¬ 
nizzazione in cartelle di 
Windows 95 La si può 
vedere in vane maniere 
usando delle viste pre¬ 
confezionate o creando 
ex novo delle viste per¬ 
sonalizzate La funzio¬ 
nalità con la quale si 
creano le viste perso¬ 
nalizzate consente di 
scegliere i campi da ve¬ 
dere tra quelli disponi¬ 
bili In pratica ogni 
messaggio contiene, 
oltre al messaggio vero 
e proprio, una sene di 
informazioni struttura¬ 
le. utilizzabili per orga¬ 
nizzare e ricercare I _ 

messaggi stessi \ u« mi•mimmi 


piopria posta da MC-link 


Figura 4 - MS Ou¬ 
tlook di Office 97 - 
Ricezione della posta 
da parte dell'utente 
individuale. 

Per utente individua¬ 
le intendiamo quella 
persona che non è 
collegata ad una rete 
aziendale, e che quin¬ 
di usa Outlook per 
gestire la propria po¬ 
sta personale, il pro¬ 
prio calendario, i pro¬ 
pri contatti, le proprie 
attività Se costui di¬ 
spone di un indirizzo 
e-mail, ad esempio 
un indirizzo Internet, 
può usare Outlook 
per ricevere e per in¬ 
viare la posta Inter¬ 
net Qui vediamo co¬ 
me il sottoscritto, dal 
computer di casa 
provvede a ritirare la 


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*e«u_ Paolo Ciarde!! 


taitu- Gianfranco Tortalo 

C<*A3CCATO ITMAa IBOtnU 


Ala Cortei* Atte- gtovtd 21 / 03 / 91 13 


[tad: Disperata ri- gloved 27/03/97 12 


Comunicato Stai 


Marco Pedoni 


Marto Storicene 


. mmoledl 24/03/97 


domenica 23/03/97 


Che An* ha fallo l_ salato 13/03/97 12 

--'mlB'ti torre s>*« .edere ideaselo Orto mal ( 
y% 9 ino<n <y ette** <t»—- » 


il messaggio di risposta, generato auto- 
maticamente, contiene il voto, che poi 
può essere facilmente conteggiato, 
Calendario (figure 8 e 9) - Si tratta di 
una agenda "zoommabile" a volontà in 
quanto si può andare dalla vista del sin¬ 
golo giorno, con un dettaglio fino ai 5 
minuti, alla vista del mese completo. 
Aprendo il calendario si controllano gli 
impegni che possono essere inseriti in 
varie maniere. Ad esempio cliccando di¬ 
rettamente su giorno e ora di interesse, 
oppure definendo in una specifica ma¬ 
schera gli impegni ricorrenti, oppure an¬ 
cora sfruttando la funzionalità, che ha 
senso solo in un uso in rete, con la qua¬ 
le si organizza una riunione consultando 
i calendari dei vari partecipanti. 

È possibile, per gli impegni più impor¬ 
tanti, attivare un sistema di preavviso, 
cosi come è possibile conservare in 
agenda traccia degli impegni effettiva¬ 
mente svolti. 

Contatti (figura 10) - Corrisponde ad 
una rubrica personale, nel caso di un 
uso personale, cui si può affiancare la 
rubrica pubblica, nel caso di utilizzo in 
rete. Contiene tutte le informazione che 
si vogliono per le varie persone inserite. 
I campi, impostabili per ciascun contat¬ 
to, sono svariate decine (ad esempio ci 
sono quattro telefoni, tre indirizzi di po¬ 
sta elettronica, un indirizzo WEB, di tipo 
a collegamento automatico), per cui è 
presumibile che siano sufficienti per 
qualsiasi tipo di utilizzo. Se non lo fos¬ 
sero ricordiamo che sono definibili nuo¬ 
vi moduli con ulteriori campi, creati allo 
scopo. 

Ci sono numerose funzionalità che faci¬ 
litano l'inserimento dei nuovi contatti, 
ad esempio quando si inseriscano più 
contatti di una stessa azienda. 


334 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


















































































Attività (figura 11) - Chiariamo subito 
cosa si intende per attività, ed in cosa 
differisca un'attività da un normale im¬ 
pegno inserito nel calendario, Un'atti¬ 
vità è un impegno lavorativo del quale si 
voglia registrare una serie di informazio¬ 
ni, come l'inizio, la durata prevista, la fi¬ 
ne e quindi la durata effettiva, la per¬ 
centuale di avanzamento, il costo, anzi i 
costi, nel caso l'impegno vada contabi¬ 
lizzato, il grado di priorità, da considera¬ 
re nel caso in cui nello stesso periodo 
siano state schediate altre attività. 
Utilizzato in una situazione workgroup, il 
modulo delle attività può essere usato 
dal responsabile per comunicare, sfrut¬ 
tando le funzionalità di mail, le varie atti¬ 
vità assegnate ai propri collaboratori e 
per controllare lo stato di avanzamento 
delle attività stesse. 

È evidente che il modulo attività di Ou¬ 
tlook non ha nulla a che vedere con il 
concetto di attività presente in un pro¬ 
dotto per il project management. In pro¬ 
dotti di questo tipo si lavora su progetti, 
in cui sono coinvolte e coordinate tra di 
loro centinaia di attività di tutti i tipi, in 
cui sono coinvolte tantissime risorse, 
ed in cui il responsabile del progetto ha 
come obiettivo quello di ottimizzare e di 
coordinare le attività, di abbinarle in ca¬ 
so di propedeuticità di una rispetto ad 
un'altra, di risolvere i conflitti in caso di 
sovrapposizione, di ridurre i costi, sia 
quelli delle risorse che quelli delle atti¬ 
vità, di ridurre i tempi di esecuzione, 
cercando di rispettare i vari vincoli al 
contorno, primo tra tutti il termine di 
scadenza del progetto. 

Diario - Il diano viene riempito con la 
registrazione automatica degli eventi 
che accadono sul proprio computer, ad 
esempio l'apertura, il salvataggio e la 
stampa di un documento Office. È pos¬ 
sibile impostare, al solito il comando è 
"Strumenti/Opzioni", il tipo dì eventi da 
registrare sul proprio diario, in modo 
che siano controllabili e ricercabili anche 
"a posteriori - . Ad esempio si può regi¬ 
strare la ricezione di messaggi, ritenen¬ 
doli più importanti degli altri, inviati da 
un particolare mittente. 

Gestione Risorse (figura 12) - Svolge, 
all'interno di Outlook, le stesse funzioni 
dell'applicazione "Gestione delle Risor¬ 
se di Windows 95", solo che permette 
anche altre modalità di visualizzazione, 
tipiche di Outlook. 

È in questo modulo che si coglie, più 
che in tutti gli altri, la nuova filosofia im¬ 
posta da Office 97, legata non al file, 
non al messaggio, non al collegamento 
Internet, ma più globalmente al docu¬ 
mento. 


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Figura 6 - MS Out¬ 
look di Office 97 - In¬ 
vio della posta 
Il modulo che si oc¬ 
cupa dell'invio della 
posta dispone di un 
mieto 'word proces¬ 
sor' con il Quale è 
possibile generare 
dei testi formattati 
IRTF). È ovviamente 

possibile appoggiarsi, 
per scrivere il testo 
della lettera da invia¬ 
re, a Word. Nella fi¬ 
gura vediamo anche 
la finestra che appare 
al momento dell'im¬ 
postazione del desti¬ 
natario. nella Quale si 
possono selezionare 
le proprie rubriche 
personali o Quelle 
pubbliche, proposte 

dal server 


Figura 7 - MS Out¬ 
look di Office 97 - Im¬ 
postazioni di Outlook 
in questa figura ve¬ 
diamo una fase della 
configurazione di 
Outlook, nel caso di 
un suo utilizzo come 
Client di un Server Ex¬ 
change, connesso via 
rete, e dedicata ad un 
utente, che sarei io, 
la cui cassetta posta¬ 
le si chiama FRANCE- 
SCOP Si può confi¬ 
gurare anche la posta 
Internet, si possono 
predisporre le cartelle 
personali, e imposta¬ 
re le rubriche, perso¬ 
nali o pubbliche. 




Pu»r« d 'rtvira t>e» 
lavagna 

(Sita Bancn 


tìr Marrad laverò coni 


n &r.a (parlare conftXt. 


Pranzo a Caia coti 

baiTÈftCCcM) 


*-* Aurato «Una Orafe» 

P»«>*•»* lutati Etano, 
Odami» a Tatti 
(da > OTMCTtarc entro la 
tett»»an») 


fte HoJfé* veoafcj» v* inumarti ito-laro £ 

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Figura 8 - MS Outlook 
di Office 97 - Il Calen¬ 
dario visto in scala 
oraria. 

Il Calendario 6 una 
classica agenda per¬ 
sonale. Permette di 
inserire i vari impegni 
con grande ricchezza 
di dettagli, ad esem¬ 
pio per definire la ti¬ 
pologia dell impegno. 
Permette vari tipi di 
visualizzazione, ad 
esempio, nella figura, 
vediamo insieme due 
giorni in quanto nel 
calendanetto mensi¬ 
le. posto in alto a de¬ 
stra, abbiamo selezio¬ 
nato due giorni in se¬ 
quenza. La scala ora¬ 
ria puO arrivare alla 
precisione del minu¬ 
to Nel menu rapido, 
visibile sulla destra. 


possiamo verificare i tipi di impegno inseribili, ad esempio quelli ricorrenti, oppure le riunioni, ecc. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


335 



































































































L'apoteosi 
del Drag and Drop 

La barra di Outlook contiene altre funzio¬ 
nalità. ad esempio il "Post-lf per scrivere 
note o per prendere appunti al volo. I fo¬ 
glietti gialli o si buttano o si nobilitano, 
facendoli diventare un contatto, un mes¬ 
saggio, un impegno di calendario, un'at¬ 
tività o più cose insieme. Contiene an¬ 
che un cestino analogo a quello di Win¬ 
dows 95 

Da un punto di vista operativo, in Ou¬ 
tlook è stata molto sfruttata la tecnica 
del drag and drop, grazie alla quale un 
contatto può generare immediatamente 
un messaggio oppure un'attività, una no- 




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15/04/ 

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M/04/. M/04... 


Figura 9 - MS Outlook 
di Office 97 - il Calen¬ 
dario visto per tipolo¬ 
gia di impegno. 

Chi ha molti impegni li 
può assegnare a cate¬ 
gorie m modo da ren¬ 
dere più semplice l'or¬ 
ganizzazione del Ca¬ 
lendario Esistono ca¬ 
tegorie predefinite, ed 
esiste la possibilità di 
crearne di nuove In 
questo caso la vista 
prescelta raggruppa 

gli impegni per cate¬ 
goria Nelle viste, a 

seconda del tipo di elemento visualdaato. appaiono una sene di simboletti che indicano io stato del¬ 
l'elemento stesso Oltre a scegliere ed a confezionare le viste è possibile utilizzare dei filtri per isola¬ 
re gli elementi di interesse Ad esempio e possibile cercare una parola chiave nel campo oggetto di 
un messaggio, o nel messaggio stesso Ovviamente si tratta di strumenti che diventano tanto più 
importanti quanto più elevato è il volume degli elementi gestiti. 


Pian» a Cata con • banbn 
Cantata Ccrtrtio Ptnodto 


OaMeio 

15/04 / 15/04 

MAH/ .. MAH . ‘ 

G*M 

14/04/ . M/04. 

C«r*rt4M*tr«8 

limi iwm... 


li» Mn.i0i«4l (lutto** 


Cto tt»*o aufe» «> puM Cgrun > 
«3- >- (be aia ojx 


*j **•*■■*“* • ì> G) 



cariarono (CT!U*MUU 5 < *G) 


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00178 ««.*,«4 


Par (uff ): 

Porta eMtrorKa 


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Figura 10 - MS Out¬ 
look di Office 97 - Il 
modulo Contatti 
In questo caso si 
tratta della rubrica 
personale È chiaro 
che in un utilizzo 
aziendale sarà l'a¬ 
zienda stessa che 
metterà a disposizio¬ 
ne di tutti gli utenti 
una o più rubriche 
pubbliche, ad esem¬ 
pio quella dei dipen¬ 
denti, ad esempio 

quella dei dienti e 

dei fornitori Questa 
vista sintetica non fa 
vedere neanche un 
decimo dei campi 
utilizzatilii quando si 
inserisce un nuovo 
contatto. I contatti 
non sono mai fini a 
se stessi, servono 
come punto di par¬ 
tenza per creare una mail. per organizzare un appuntamento o una riunione, per fare una telefonata, 
ecc Anche i moduli nei quali si inseriscono i dati relativi al 'contatto'possono essere pesantemente 


odiare 

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Figura 11 ■ MS Outlook di 
Office 97 - Il modulo Attività. 
Il modulo delle Attività con¬ 
sente di registrare le proprie 
attività indicandone la natu¬ 
ra. la data prevista per l'ini¬ 
zio, il tempo previsto per il 
loro espletamento, il grado 
di priorità rispetto alle altre 
Se l'attività ha una durata 
lunga è possibile indicarne 
via via la percentuale di 
completamento. A consunti¬ 
vo, terminata quindi l'atti¬ 
vità. è possibile Indicarne i 
costi, allo scopo, ad esem¬ 
pio, di predisporre una fattu¬ 
ra per contabilizzare il lavoro 
svolto Attenzione lo tunzio- 
nalità inserite nel modulo At¬ 
tività non raggiungono la 
completezza di quelle pro¬ 
prie di un prodotto per il 
'Project Management' 


ta può diventare un contatto, oppure un 
impegno di calendario o un'attività e così 
via. Basta selezionare l'elemento d'origi¬ 
ne e trascinarlo sul secondo modulo per 
creare una registrazione, da completare 
con altri dati, specifica del nuovo modu- 
lo. 

È molto interessante il fatto che qualsiasi 
modulo si stia vedendo, e quindi qualsia¬ 
si elenco di informazioni si stia vedendo, 
è sempre possibile impostare una sene 
di viste. Queste sono sempre personaliz¬ 
zabili, ma comunque ricadono in cinque 
categorie predeterminate: 

- Tabella 

- Calendario 

- Scheda 

- Icone 

- Cronologia. 

Si creano quindi delle modalità di visua¬ 
lizzazione assolutamente nuove, come 
ad esempio quella che fa vedere un 
elenco di file in scala cronologica, oppure 
i file di una cartella in un calendario 
Le viste sono personalizzabili, an¬ 
che pesantemente, intervenendo 
non tanto sull'estetica quanto sul 
contenuto, ad esempio inserendo 
campi calcolati. 

Nel caso si stiano gestendo grossi 
volumi di dati sono utilizzabili dei fil¬ 
tri per trovare, tra tutti i documenti 
registrati, quelli desiderati. I dati 
nelle viste si possono ordinare, rag¬ 
gruppare, ed in tal caso si crea una 
vista gerarchica, e cosi via. 


Integrazione con 
Office 

Outlook è un componente ufficia¬ 
le di Office, è quindi un "pari gra- 


336 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 























































































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il 


figura 12 ■ MS Out¬ 
look di Olhce 97 - Ge¬ 
stione delle Risorse. 

Outlook, in quanto 
componente ili Oni¬ 
ce. e del lutto sinergi¬ 
co con gli altri com¬ 
ponenti della suite 
Oui vediamo il suo 
modulo Risorse del 
Computer, attivabile 
dalla barra di Outlook, 
che funge da gestore 
delle risorse, oppure 
da File Manager, co¬ 
me si diceva una vol¬ 
ta. Vediamo i lile con¬ 
tenuti in una cartella organizzata per tipo di 
documento. 


do" di Word, Excel, PowerPoint e Ac¬ 
cess, non un accessorio. 

È presente nella barra delle applicazioni 
di Office che, se lasciata attiva, per¬ 
mette. in qualsiasi momento e qualsia- 


me di collaborazione sono la possibilità 
di allegare documenti Office ad una 
mail, ad una attività e cosi via, oppure 
la possibilità di eseguire, da Word, un 
mail merge "elettronico" usando le ru¬ 
briche di Outlook. 


Conclusioni 

Outlook può costituire, grazie alle sue 
funzionalità interne e grazie alle sue si¬ 
nergie con i prodotti presenti nel siste¬ 
ma. uno strumento globale per la ge¬ 
stione delle informazioni, di qualsiasi ti¬ 
po siano e dovunque risiedano. Può di¬ 
ventare uno strumento risolutivo per 
quelle persone che effettivamente han¬ 
no bisogno di mettere ordine nel pro¬ 
prio lavoro, lavoro che prevede di avere 
contatti, di ricevere posta, di tenere ag¬ 
giornata un'agenda, ecc., nonché di pre¬ 
parare degli elaborati, dei testi, dei cal¬ 
coli, ecc. 

L'utente deve solo avere la pazienza di 
riportare sempre tutte le informazioni 
su Outlook, e deve eseguire lo sforzo, 
iniziale, di caricare, con i dati preesi- 


si cosa si stia usando, di creare una no¬ 
ta, di scrivere un messaggio, di creare 
un nuovo contatto, una nuova attività, 
ecc Insomma di richiamare, con un 
click, direttamente un modulo di Ou¬ 
tlook. 

Outlook sfrutta le finestre condivise di 
Office, ad esempio quella "File/Apn* e 
quella "File/Crea Nuovo Documento". 
Questa finestra, che vediamo in figura 
13, propone un campionario di moduli 
personalizzati. 

Qualsiasi modulo di Outlook può conte¬ 
nere oggetti Office, realizzati quindi 
con altri prodotti della famiglia. Ad 
esempio, in figura 14. vediamo una 
mail che contiene un documento Word 
che a sua volta contiene un'immagine 
BMP e un foglio Excel. In questo caso 
si sfrutta la tecnologia OLE. Altre for¬ 


Figura 13 ■ MS Out¬ 
look di Office 97 - 
Apri documento Offi¬ 
ce. 

Outlook fa parte di 
Office e i suoi rap¬ 
porti con il 'resto di 
Office' sono nume¬ 
rosissimi. I vari com¬ 
ponenti della suite 
condividono le fine¬ 
stre 'File/Nuovo Do¬ 
cumento Office' e 
'File/Apri' Le nume¬ 
rosissime funziona¬ 
lità di Office che per¬ 
mettono d: passare 
da un'applicazione 
ad un altra, attraver¬ 
so i nuovi strumenti 
di collegamento Iper¬ 
testuale. sono valide 
anche in Outlook. 







Figura 14 - MS Out¬ 
look di Office 97 - Uti¬ 
lizzo di oggetti Office 
m una mail Outlook. 
Qui vediamo come sia 
possibile inserire, co¬ 
me oggetto OLE, in 

un messaggio Out¬ 
look un documento 
Word, che a sua volta 
contiene una immogi 
ne bit-map e un foglio 
Excel. È praticabile an¬ 
che la strada dell’alle¬ 
gato. con la Quale si 
inviano file, realizzati 
con Word, con Excel, 
o di qualsiasi altro ti¬ 
po In questo caso 
non si vede il contenu¬ 
to del file ma una 
semplice iconcma con 
il nome del file allega¬ 
to al messaggio 



Rema 

Milano 

Torto® 

Napol 

179 

141 

152 

47 J 

195 

180 

170 

535 

111 

134 

179 

421 

105 

101 

173 

45? 

188 

187 

166 

53? 

116 

151 

100 

36 1 

108 

128 

103 

33? 

198 

192 

188 

576 

154 

104 

146 

401 

142? 

1-318 

1.375 

4.115 


stenti, i vari moduli. 

Se usato in questa ottica Outlook di¬ 
venta uno strumento estremamente 
produttivo. 

Nel prossimo articolo parleremo di Ou¬ 
tlook usato in una situazione work- 
group, dove non è il singolo utente che 
decide di usare Outlook, ma è un’azien¬ 
da che decide di far usare Outlook ai 
propri dipendenti, e non solo li dota del 
prodotto, ma fornisce loro materiale già 
sviluppato, rubriche aziendali con indi¬ 
rizzi, ed impone che certe operazioni, 
ad esempio un responsabile che convo¬ 
ca una riunione, o un capo progetto che 
assegna delle attività, ecc., siano svolte 
esclusivamente con Outlook. 


«ss 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


337 


























































di Claudio Petroni e Luigi Sandulli 


Il server Web con Lotus Domino 

Questo mese continuiamo a parlare di Domino della Lotus.Ricordiamo 
che Domino è una tecnologia che si appoggia sulle già note e potenti 
funzionalità deM'ambiente di workgroup Lotus Notes, delle quali abbiamo 
parlato nello scorso articolo di questa stessa rubrica. Approfondiremo 
due dei suoi aspetti più interessanti e cioè la capacità di realizzare e di 
far funzionare un server HTTP e quella di permettere la realizzazione di 
applicazioni pronte per il Web. Esamineremo il problema dal punto di 
vista dell'installazione e della configurazione, elencando i passi 
fondamentali per attivare il server anche se solamente in un contesto 
Intranet. 


I servizi attuali e futuri 
del WEB 

Quando parliamo di servizi del Web 
intendiamo indicare quella serie di utiliz¬ 
zi che stanno nascendo in questo perio¬ 
do a causa sia della ■fisiologica’ evolu¬ 
zione degli strumenti HW e SW, sia del¬ 
la crescente domanda da parte degli uti¬ 
lizzatori della rete. 

Non parleremo quindi di Internet co¬ 
me mera infrastruttura di rete, in grado 
di supportare tutta una serie di servizi 
utilizzati già con molti anni di anticipo ri¬ 
spetto al Web stesso, insomma quando 
ancora non c’era Internet 

Il boom di Internet ha avuto inizio 
con il diffondersi di un nuovo modo di 
predisporre i documenti e di metterli a 
disposizione via rete a chiunque ne fac¬ 
cia richiesta. La novità consiste nel fatto 
che il documento originale contiene, ol¬ 
tre al testo, una serie di marcatori, alias 
caratteri di controllo, che, nel rispetto di 
un certo standard, definiscono alcune 
caratteristiche grafiche del testo stes¬ 
so 

Chi riceve il documento deve dispor¬ 
re di un software, che, sulla base dello 


standard sopra citato e durante la stes¬ 
sa fase di ricevimento, è in grado di in¬ 
terpretare quei caratteri di controllo e di 
riproporre il documento con tutti gli ele¬ 
menti grafici definiti da chi lo ha proget¬ 
tato inizialmente. 

È noto peraltro che l'abbellimento e 
la gradevolezza raggiunta dai documenti 
che è possibile visualizzare dalla rete è 
stato il motivo che maggiormente ha 
contribuito al diffondersi della rete stes¬ 
sa. 

Il successo di questo sistema risiede 
nel fatto che l'informazione che transita 
sulla rete è il più possibile 'povera', in 
termini di caratteri da trasmettere (al fi¬ 
ne di ridurre il traffico sulla rete), pur 
raggiungendo un risultato estetico mol¬ 
to gradevole. 

A titolo di similitudine riportiamo un 
aneddoto, ripreso da una intervista pub¬ 
blicata su una rivista americana, che fa 
capire subito qual è l'idea che sta alla 
base di questa tecnologia, anche se, es¬ 
sendo una situazione tipica, è probabile 
che sarà capitata almeno una volta a 
tutti noi. 

L’intervistato raccontava di una cop¬ 
pia di sposi che, in privato, aveva lunga¬ 
mente discusso riguardo ad un fatto oc¬ 


corso ad una coppia di loro amici. Qual¬ 
che sera dopo, a cena con un gruppo di 
altri amici, si riparlò, casualmente, del 
fatto di cui la coppia aveva già discusso, 
ma con degli elementi nuovi che chiari¬ 
vano alcuni dubbi che erano rimasti alla 
coppia alla fine della loro prima discus¬ 
sione. 

Ebbene, bastò loro toccarsi con il gi¬ 
nocchio sotto il tavolo per chiudere la 
lunga discussione che avevano avuto 
qualche giorno prima. In un attimo e 
con un solo gesto, i due si sono scam¬ 
biati un'innumerevole quantità d'infor¬ 
mazioni. Questo è stato possibile in 
quanto vi era già stato un lungo scam¬ 
bio di idee ed informazioni riguardo al¬ 
l'accaduto. 

Tornando a noi. se chi riceve è già a 
conoscenza o in possesso di una serie 
di elementi comuni ad ogni documento 
che può ricevere, sarà in grado di rico¬ 
struire anche il documento più sofistica¬ 
to e complesso dal punto di vista grafi¬ 
co. 

Un esempio significativo di questa 
tecnica lo si può osservare utilizzando 
l'applicazione grafica, di tipo chat, chia¬ 
mata 'The Palace'. 

Si tratta di un'accoppiata di moduli, il 


338 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




La Banca Dati "EITROSPORTELLO" • (tata realizzata con la ttrnologio piu avanzata nal 

rampo dall'infonnarira ad i loftwara piu agcionian addanti tal marrato. 


D programma hoit dal «mino telematico t Internai Information Servar di Microsoft 
Imtallato su Windows NT, I dati sono restituiti attravano dalla Query preimpostato, par 
facilitar* Tutanta, • sono visualizzati tramite pagina HTML compilata "on tha fly" do un 
servizio di Windows NT denominato dbWob. 

I dati in questo coso risiedono in un orrkivio MDB e sono viti «polari tramite ODBC e 
presentati all'ina lite con tona la rolozioni possibili impostola in foia di costruzione dalla 
tabelle. 


primo dei quali, il Client, deve essere 
scaricato ed installato sulla propria mac¬ 
china prima di poter effettuare il colle¬ 
gamento. Il secondo modulo è invece 
un server che accetta i collegamenti dei 
singoli utenti e ne ridistribuisce le azioni 
ed i messaggi a tutti. 

La caratteristica peculiare di questo 


Figure I. 3 - Application sul Web - Esempio di applicatone tradizionale 
Internet, dopo aver monopolizzato il mondo delle Informazioni h comunicati stampa di tutte le aziende 
che si occupano di Informatica vengono ormai pubblicati solo su Internet}. sta per monopolizzare il mon¬ 
do delle applicazioni Questo significa che moltissime applicazioni distribuite, anche di tipo gestionale, 
possono, teoricamente, appoggiarsi sulla rete Internet ed utilizzare il suo linguaggio standard HTML Ve¬ 
diamo un esempio di applicazione, realizzata dalla Archimedia, eseguibile direttamente da un browser 
per Internet Nella prima hgura possiamo osservare il funzionamento della procedura che serve a ricer¬ 
care aziende sulla base di una sene di criteri impostati in una maschera. Pochi istanti dopo l’invio della 
richiesta il sistema risponde con una 'Tabella di nomi' che soddisfano il criterio impostato e dai quali poi 
è possibile risalire alle informazioni anagrafiche e di dettaglio deile aziende stesse II tutto è realizzato 
con it dbWeb della Microsolt 


software consiste nel fatto che chi ac¬ 
cede al server vede la propria immagi¬ 
ne. rappresentata da un'icona, che con¬ 
vive con tutte quelle degli altri utenti 
collegati e presenti nella stessa stanza. 
Si tratta di una ambientazione molto cu¬ 
rata da un punto di vista grafico Le ico¬ 
ne si muovono e producono suoni. Cia¬ 
scuno può spostare la propria, sempli¬ 
cemente facendo clic su una nuova par¬ 
te di schermo e, se per caso seleziona 
una 'porta', entra in un'altra stanza 

Ogni frase digitata compare sotto 
forma di fumetto vicino all'icona di chi 
l'ha prodotta e tutti la possono osserva¬ 
re come possono osservare le frasi digi¬ 
tate da tutti gli altri presenti. 

In realtà quasi tutto quello che si ve¬ 
de sullo schermo o si ascolta dagl alto¬ 
parlanti, già risiede sul proprio PC. Dal 
server arrivano e partono solo coordina¬ 
te, brani di testo e comandi per l’esecu¬ 
zione di suoni, il traffico sulla rete è mi¬ 
nimo, l'effetto invece è fantastico. 

Anche i browser per navigare in In¬ 
ternet funzionano su questo principio e 
quando si parla di "plug-in" si intendono 
estensioni che possono essere aggiun¬ 
te al browser per poter riconoscere ed 
eseguire moduli software compatibili 
con i plug-in stessi. 


In questo modo il browser, piano pia¬ 
no, aggiunta dopo aggiunta, può diven¬ 
tare l'unico software Client, tramite il 


Figura 3 - Applicazioni sul Web - Esempio di 
plug-m VRML 

Questo è un classico esempio di plug-m che 
produce una modifica visibile sia nell'aspetto del 
browser che nette sue 
funzionalità II modulo 
plug-m va scaricato ed 
installato, il che vuol dire 
anche associarlo ad un 
certo tipo di file che può 
essere richiamato via re¬ 
te Il modulo viene atti¬ 
vato automaticamente 
cgm volta die In qualche 
modo si abba a che fare 
con un file dello stesso 
tipo In questo caso si 
tratta di un file che vi¬ 
sualizza oggetti m uno 
spazio tridimensionale 
Tramite i pulsanti del 
plug-in ci si può muove¬ 
re nella scena in tutte le 
direzioni. avvicinandosi o 
cambiando punto di vi¬ 
sta Un buon silo da cui 
scaricare file m questo 
formato è 'httpZ/wvvw 
ocnus.com/vrml.html' 


quale si possono eseguire praticamente 
tutte le attività che normalmente si 
svolgono sul PC. 

Dopo l'unificazione dell'interfaccia, si 
sta puntando all'unificazione del pac¬ 
chetto. 

La tendenza e quella di costruire mo- 



MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


339 































































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Figura 4 - Un clien t ad 
hoc The Palace 
Ouesto è un divellente 
esempio di clien; svilup¬ 
pato a hoc pei interagi¬ 
re attraverso Internet, 
quindi tramite il proto¬ 
collo TCP/IP, con un ap¬ 
plicativo che risiede su 
un server Nel caso di 
The Palace è possibile 
prelevare anche il 
software per il server . 
quindi chiunque volesse 
costruirsi un proprio 
‘palazzo’ ha la possipi 
liti di farlo II Client, ol¬ 
ire alle funzionalità tipi¬ 
che del programma lvi¬ 
sualizzazione degli am¬ 
bienti e delle icone che 
raffigurano i vari utenti 

connessi in quel mo¬ 
mento e presenti nella 
stessa stanza , ricezione 

ed invio dei messaggi di chatl. si porta dietro una serie di immagini e di suoni relativi al palazzo ’di de- 
fault’, che è quello gestito dagli stessi ideatori del sistema The Palace , olire a costituire un efficace 
esempio di applicazione sviluppala Isia Client che serverI per funzionare su Internet, é un buon esempio 
di come se possibile ridurre il traffico di rete pur ottenendo degli ottimi risultati in termini di interfaccia 
e di effetto finale Nella figura 6 mostrato un momento di apparente calma Inessuna Irase visualizzatal 
Qualche istante dopo si é scatenala una bagarre tra i presenti per avere un contatto con la bellissima 
Angel. 


9 & 


tori che. al posto della propria classica 
interfaccia verso il mondo esterno, pro¬ 
ducano codice HTML (sigla con cui si 
identifica lo standard di scrittura dei do¬ 
cumenti che possono essere trasmessi 
via Internet ed interpretati dal browser) 
e che quindi sono controllabili tramite il 
browser usato per la navigazione 


Se vogliamo, questo è un ulteriore 
passo avanti rispetto alla classica confi¬ 
gurazione client/server, in cui si riparti¬ 
sce la forza di calcolo tra un Client, che 
normalmente gestisce le funzionalità e 
le varie elaborazioni dell'applicativo, ed 
un server che si occupa di gestire i dati 
e di rispondere alle richieste del Client. 


Figure 5. 6 - Lotus Notes - L‘applicazione Rubrica Pubblica 'al naturate'. 

Vi presentiamo due momenti dell'utilizzo del database di Lotus Notes per l'amministrazione della 'Rubri¬ 
ca Indirizzi Pubblica' Il primo mostra la vista iniziale divisa in due nquadr, principali, a sinistra l'elenco 
delle viste disponibili ed a destra l’elenco dei documenti raggiungibili dalla vista selezionata, nella secon¬ 
da hgura vediamo il documento Se ci fossimo trovali nella modalità Modifica sarebbero apparse le tipi¬ 
che parentesi a spigolo che individuano i campi da impostare 


In questa nuova configurazione an¬ 
che il programma è in esecuzione sul 
server, Il Client si limita a gestire l'input 
da tastiera ed a produrre l'output sullo 
schermo. 

I più polemici tra di voi potrebbero di¬ 
re che tutto questo corrisponde, piutto¬ 
sto, ad un passo indietro In effetti, se 
consideriamo il funzionamento di un 
classico mainframe, cui sono collegati 
numerosi terminali ‘scemi’, troviamo 
molte analogie. 

Ma esaminiamo i vantaggi di cui go¬ 
diamo adesso: il terminale di oggi è 
multimediale, permette cioè di vedere 
colon, immagini, animazioni, filmati, il 
tutto rallegrato da suoni, e questo non è 
poco Si gode della capillarità dei colle¬ 
gamenti ad Internet, e cioè del fatto 
che il Client che deve interagire con un 
programma può trovarsi ovunque nel 
mondo. Del fatto che Internet è multi- 
piattaforma: il Client in questa configura¬ 
zione può essere di tutto, dal mitico 
Commodore 64 a qualsiasi macchina 
che in qualche modo si possa collegare 
ad Internet ed eseguire un browser 
Web (pensate ai modernissimi HPC, ve¬ 
ri e propri PC da palmo con cellulare in¬ 
corporato). 

II vantaggio viene ulteriormente ac¬ 
cresciuto dal fatto che anche il server 
può essere qualsiasi macchina in grado 
di produrre del codice HTML e di rice¬ 
vere istruzioni di controllo tramite lo 
stesso protocollo 

Immaginate cosa potrebbe significa¬ 
re applicare questa tecnologia a qualsia¬ 
si apparecchiatura che sia predisposta 
per ricevere comandi e mostrare stati. 

Pensate al vostro scaldabagno, forse 
l'elettrodomestico più stupido, che 


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340 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



















































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UfelMlififii .«Ufi 1*4 filiti 4fil KIWI 
Ckifijfifiu 
ir Ir fi aia t 

I I - 

possiede due indicatori di stato e due 
controlli: rispettivamente la spia acce¬ 
so/spento, l'indicatore della temperatura 
dell’acqua, l'interruttore di accensione e 
il potenziometro per la regolazione del 
termostato. 

Pensate ora se al posto di queste 'ru¬ 
dimentali" appendici vi fosse un sempli¬ 
ce componente elettronico in grado di 
produrre un semplice file in formato 
HTML, contenente semplici oggetti che 
raffigurano lo stato dell'elettrodomesti- 
co (la spia e l'indicatore dell'acqua) e 
che ne permettano l'impostazione (il 
pulsante acceso/spento ed un cursore 
per la temperatura) 

A parte gli scherzi questa tecnologia 
ci sta portando piano piano alla "grande 
unificazione dell'interfaccia' e forse le 
parole di quel tizio che, qualche anno fa, 
pensando di fare lo spiritoso, diceva "Bill 




Figure 7. fi 9 - Lotus Notes - L applica¬ 
tone Rubrica Pubblica in formato Web. 

La stessa applicatone, vista al naturale 
nelle ligure precedenti. Questa volta vie¬ 
ne aperta dal Microsoft Explorer attraver¬ 
so il server Web Domino Nella prima fi¬ 
gura si può notare l'elenco delle viste di¬ 
sponibili. Facendo clic su una di queste 
viste. Domino genera un codice HTML 
che contiene l'elenco dei documenti visi¬ 
bili con la vista selezionata. Nella secon¬ 
da figura si può vedere proprio questo 
documento e si può notare come, nella 
versione Web, vengano riportate anche 
le categorie espandibili Nella terza figura 
si può invece vedere una maschera di ac¬ 
quisizione Non tutte le funzioni di for¬ 
mattazione di Lotus Notes vengono sup¬ 
portate da Domino perchè lanche Domi¬ 
no può essere miglioratoI nel protocollo 
HTML non esistono marcatori che per¬ 
mettano la riproduzione, via Web, di certi 
elementi grafici o funzionali tipici di No¬ 
tes. 


Gates ha intenzione di installare Win¬ 
dows anche sulle lavastoviglie" alla luce 
dei fatti, si fanno più realistiche. 

Torniamo con i piedi per terra e con¬ 
cludiamo questa premessa dicendo che 
grazie ad una serie di strumenti softwa¬ 
re che in questi ultimi mesi stanno pren¬ 
dendo forma, l'attività tipica del "netsur- 
fista" passerà da quella della semplice 
visione di pagine molto belle, ma stati¬ 
che, sempre più a quella dell'utilizzo, 
magari involontario o inconsapevole, di 
vere e proprie applicazioni. 


Ma cosa serve? 

Cerchiamo ora di capire cosa serve 
per poter mettere in rete un'applicazio¬ 
ne. un programma cioè in grado di risol¬ 
vere una problematica qualsiasi, tramite 


maschere di acquisizione e 
report di presentazione dei 
dati. 

In un contesto normale 
un'applicazione di questo ti¬ 
po non presenta alcuna par¬ 
ticolare difficoltà per quanto 
riguarda l’interfaccia. Con i 
moderni strumenti di svilup¬ 
po si riescono infatti a pro¬ 
durre maschere efficaci e 
gradevoli, contenenti con¬ 
trolli di ogni genere e for¬ 
ma. 

Anche per l'output esi¬ 
stono svariati tool che aiuta¬ 
no lo sviluppatore nel dise¬ 
gnare il layout, a prescinde¬ 
re dalla periferica (schermo, 
stampante o file) coinvolta 
nell'operazione, in modo 
grafico e diretto, sollevandolo dal compi¬ 
to di estenuanti calcoli per il posiziona¬ 
mento nel foglio degli oggetti da stam¬ 
pare. 

Resta chiaramente la complessità del 
codice che è direttamente proporzionale 
alla complessità dell'applicazione stessa 
ed inversamente proporzionale alla bra¬ 
vura dello sviluppatore. 

È chiaro che quando si pensa di per¬ 
mettere l'uso di un'applicazione, anche 
di tipo gestionale, attraverso Internet, e 
soprattutto da un browser Web, bisogna 
fare i conti con le capacità grafiche del 
browser, che dipendono direttamente 
dalle estensioni delle varie versioni del 
protocollo HTML. Ogni nuova versione 
del protocollo contiene infatti nuovi mar¬ 
catori che via via ampliano sia le capa¬ 
cità di rappresentazione grafica delle pa¬ 
gine Web, sia il tipo di oggetti che esse 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


341 










































Figure tO. II- Lotus 

Notes - La configurazione del server HTTP 

In queste due ligure si possono ossen/are tutti r parametri che e possibile impostare per configurare il 
server Domino I parametri più importanti sono citati nel testo dell articolo, qui ne vediamo alcuni È 
possibile impostare opzioni di cachmg con directory e dimensione massima di disco da utilizzare, con 
modalità di svuotamento e di ottimizzazione detta stessa cache. Domino usa questa directory per me¬ 
morizzale i lite HTML generati dinamicamente in seguito alle richieste degli utenti Se Domino riceve 
un altra richiesta della stessa pagina, utilizza l'immagine memonzzata nella cache È possibile impostare 
varie opzioni relative alla conversione delle immagini presenti nei documenti Notes :n formato GIF o 
JPEG, con possibilità di arrivare la modalità di tracciamento interlacciato per le GIF o di tracciamento 
progressivo per le JPG 


possono contenere. 

Si rende quindi necessario trasforma¬ 
re, o comunque interfacciare, l'input 
/output del nostro programma verso il 
protocollo HTML nel caso di puro Client 
Web, o comunque prevedere uno scam¬ 
bio di informazioni via Internet, quindi 
tramite protocollo TCP/IP, verso un 
Client progettato a hoc. 

Per raggiungere questo obiettivo vi 
sono diversi livelli di soluzioni, che preve¬ 
dono diverse tecnologie e implementa¬ 
zioni. 

Facciamo degli esempi per capire. 

La soluzione piu articolata potrebbe 
prevedere la scrittura di un modulo Client 
personalizzato per l'uso del programma, 
che quindi va distribuito agli utenti del 
programma stesso, Gli utilizzatori, dopo 
aver ricevuto il Client, devono installarlo 
sulla propria macchina per poi, attivata la 
connessione ad Internet, utilizzarlo per 
interagire con la porzione del programma 
situata sul server. 

Un esempio di questa tecnica, imme¬ 
diatamente verificabile da tutti coloro 
che si possono connettere ad Internet, è 
"The Palace". 

Chiunque voglia 'chattare' in modo 
grafico e bidimensionale (a proposito sta 
per arrivare la versione 3DI deve prima 
collegarsi al sito thepalace.com per scari¬ 
care il software Client, che, solo dopo 
l'installazione su PC. può essere utilizza¬ 
to per connettersi ad uno dei 'palazzi' 
presenti sulla rete. 

In questa fase iniziale il browser è ser¬ 
vito solo per reperire il software 

Un modo alternativo per interagire 
con un programma attraverso Internet, e 
senza usare il browser, consiste nell'uti- 
lizzare la funzionalità Telnet, che trasfor¬ 
ma il PC in un terminale che si collega ad 


un programma che risiede su un server 

Nel caso di Telnet le schermate sono 
esclusivamente a caratteri, anche se si 
usa un Telnet per Windows, che vive 
quindi in una finestra grafica 

All'estremo opposto abbiamo un sem¬ 
plice programma che sfrutta le capacità 
naturali del browser, che è già in grado, 
per conto suo, di visualizzare caselle in 
cui digitare testo, o box da cui scegliere 
delle chiavi, o altri semplici oggetti di 
questo tipo. 

In questo caso è necessario intercet¬ 
tare le impostazioni che l'utente remoto 
effettua tramite il browser e passarle in 
qualche modo al programma Questo 
deve elaborarle e deve mandare la rispo¬ 
sta della avvenuta transazione all'utente 
remoto che ha iniziato l'operazione Un 
esempio classico di questo meccanismo 
potrebbe essere una qualsiasi Maschera 
di Autoregistrazione (in Internet se ne 
possono trovare ovunque) ove vengono 
richiesti i dati anagrafici per effettuare l'i¬ 
scrizione dell'utente ad un qualche servi¬ 
zio. 

Una strada intermedia è costituita dal 
modulo che accresce le capacità del 
browser stesso, in modo che possa es¬ 
sere in grado di svolgere compiti partico¬ 
lari, 

Un esempio tipico, e al contempo 


spettacolare, è il plug-in per utilizzare i fi¬ 
le VRML, tramite i quali è possibile rap¬ 
presentare oggetti o ambienti in tre di¬ 
mensioni. In pratica, se durante la navi¬ 
gazione, a seguito di un clic su un colle¬ 
gamento che invece che puntare ad un 
file HTM punta ad un file WRL, parte au¬ 
tomaticamente un modulo software che 
aggiunge una pulsantiera al browser che 
a sua volta permette di muoversi in rela¬ 
zione all'ambiente o all'oggetto raffigura¬ 
to. 

Anche in questo caso, nonostante la 
maggiore interattività dovuta al fatto che 
muovendosi si può esplorare l'ambiente, 
ci si trova davanti a qualcosa di statico. 
In altre parole se esistesse una porta 
non potrà essere aperta o chiusa a piaci¬ 
mento. ma si vedrà sempre cosi come è 
stata disegnata originariamente. 

Alla fine di questa lunga premessa è 
giunto il momento di parlare di come si 
può realizzare, con Lotus Domino, un'ap- 
plicazione usabile attraverso il Web 

Domino: 

gli applicativi sul Web 

Decidiamo innanzitutto di utilizzare, 
come interfaccia del nostro applicativo, 


342 


MCmicrocomputer n. 174 giugno 1997 
























































un browser qualsiasi. Poi abbiamo biso¬ 
gno di scrivere il programma con un 
qualsiasi linguaggio e di interfacciarlo 
verso il mondo HTML in modo dinami¬ 
co Ci serve in pratica qualcosa che rie¬ 
sca a produrre in tempo reale pagine in 
formato HTML, rilevando alcune impo¬ 
stazioni inserite dall'utente su quelle 
pagine, per produrne altre in risposta. 

Oggi tutte le grandi case hanno in 
catalogo un prodotto che riesce a fare 
questo tipo di lavoro. Passeremo in ras¬ 
segna tutti i più importanti, comincian¬ 
do con la soluzione della Lotus, sia per¬ 
ché siamo in argomento con l’articolo 
precedente, sia perché ad oggi la solu¬ 
zione Lotus è, tra tutte, quella più inte¬ 
grata. 

Il prodotto con il quale lavoreremo si 
chiama Domino e viene distribuito as¬ 
sieme all'ultima versione di Notes, la 
4.5. 

Detto in poche parole si tratta di un 
software che è in grado di trasformare 
"on thè fiy" le schermate di una applica¬ 
zione Notes in codice sorgente HTML, 
che, grazie al server HTTP integrato, 
possono essere distribuite sul Web 

In pratica Domino traduce automati¬ 
camente gli elementi di Notes, quali 
navigatori, viste, documenti e collega- 
menti, ecc., in HTML, per consentirne 
la visualizzazione nei Client Web Ad 
esempio i collegamenti ed i pulsanti ti¬ 
pici delle operazioni di Notes vengono 
convertiti in URL nel Client Web. 

È sufficiente quindi sviluppare le ap¬ 
plicazioni Web con Notes e poi affidare 
a Domino la loro traduzione in HTML. 
Questo vuol dire che non è richiesto 
nessuno sforzo aggiuntivo allo svilup¬ 
patore Notes, in quanto le sue applica¬ 
zioni possono essere utilizzate sul Web 
senza particolari modifiche o adatta¬ 
menti. 

Gli unici adattamenti a cui il pro¬ 
grammatore deve provvedere riguarda¬ 
no la "Lista Controllo Accessi”, in modo 
da definire se e con quali diritti un uten¬ 
te anonimo, che accede dal Web, può 
operare con l'applicazione. 

La forza di questa soluzione sta nel 
fatto che l'intero ambiente Notes gode 
già, ed in modo nativo, di meccanismi 
molti sofisticati relativamente alla sicu¬ 
rezza, gestibile a tutti i livelli, dal singo¬ 
lo campo all’intera rete Notes. 

Inoltre, grazie al supporto offerto a 
tutti gli standard di messaggistica, la 
piattaforma della Lotus propone una 
soluzione unitaria, organica ed integra¬ 
ta. alle problematiche che si incontrano 
quando in Azienda si intende lare il 
grande passo 






Figura 12 - Lotus No¬ 
tes - Configuratone 
della sicutezza 
Ecco alcune imposta¬ 
zioni riguardanti la sicu¬ 
rezza. Sellando a 'SI' il 
campo 'Consenti con¬ 
nessioni HTTP anoni¬ 
mi' si consente a qual¬ 
siasi utente I accesso 
al database, in quanto 
l'anonimo viene gesti¬ 
to dalla propria 'Lista 
Controlla Accessi' 

Sellandolo a 'No' Do¬ 
mino ignora le impo¬ 
stazioni delle LCA dei 
singoli database relati¬ 
ve agli utenti anonimi e 
richiede il nome urente 
e la password a tutti gli 
utenti che tentano di 
accedere al server lm- _ 
postando a 'Sì' il cam- 
po 'Consenti ai dient 
HTTP di scorrere t da¬ 
tabase' gli utenti del Web potranno visualizzare 
l'elenco dei database del server. In caso contra¬ 
rio potranno accedere solo ai database per i 
quali dispongono di autorizzazione di accesso. 


Jl" n**- 'ir— - 



V Sicurezze 

lapoeleàom 

CoràcrtocNe- C Si 

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Ciwrtictrr^Twr» a <i 

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Accatto al Sogoelti 

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etere 

Rvtnca inAca 


Dm ponente Soooetti 

Accetto é server 




lirMrVo—ei. 

2\ 


Riepilogando l'accoppiata Notes/Do¬ 
mino offre: un pieno ambiente 
client/server, sia per quanto riguarda la 
messaggistica, sia per il motore data¬ 
base, sia per i classici strumenti di In- 
tranet/lnternet. 

Ricordiamo ancora una volta che ol¬ 
tre alle proprie applicazioni browser 
(personal Web, server Web e il plug-in 
Weblicator) il client Notes è in grado di 
eseguire applet Java. offre supporto al¬ 
le estensioni ActiveX, offre compatibi¬ 
lità con i plug-in per Netscape eventual¬ 
mente contenuti in documenti, oltre a 
mettere a disposizione, ovviamente, le 
sue funzionalità naturali quali posta, 
schedulazione del tempo, ed altro (vedi 
numero precedente). 

Dal punto di vista del server Intra- 
net/lnternet va ribadito il fatto che è 
possibile implementare un server WEB 
estremamente pratico e funzionale, in 
grado di comportarsi come un classico 
server HTTP o, grazie appunto a Domi¬ 
no, come un "HTTP server Application". 
Non mancano i supporti ai protocolli: 
SMTP e POP3 per l'E-mail, IRC per le 
funzionalità di "Conferencing’, FTP per 
il downloading dei file, e complete fun¬ 
zionalità di gestione di questi servizi. 

A questo proposito occorre spende¬ 
re due parole anche sulle funzionalità 
offerte da SSL. riguardo la sicurezza 
dell'intero sistema. 

Il protocollo SSL (Secure Sockets 
Layer) fornisce riservatezza per le co¬ 
municazioni in Internet e la possibilità 
di eseguire l'autenticazione dell'utente. 


Se il server Web Domino è configurato 
per le transazioni SSL è in grado di crip- 
tare i dati scambiati in entrambi i sensi, 
tra i client Web ed il server Inoltre i da¬ 
ti vengono corredati di una serie di 
informazioni, anch'esse cifrate, che 
permettono di controllare sia che i 
messaggi non siano stati modificati du¬ 
rante il percorso, sia, grazie alle firme 
digitali, l'identità del server. 

Requisiti del sistema 
e installazione 
del prodotto 

Un sistema che debba assolvere a 
tutti questi compiti necessita di 
hardware robusto e ben dimensionato, 
pena una lentezza insopportabile, Sono 
consigliati 64 MB di RAM (molti li usa¬ 
no solo per fluidificare l'azione dei vi¬ 
deogiochi) e, per i file di sistema e 
quelli necessari alla cache, almeno 1 gi¬ 
gabyte di spazio sul disco 

Come già detto il server HTTP e Do¬ 
mino vengono offerti insieme alla ver¬ 
sione 4.5 di Lotus Notes e vengono in¬ 
stallati automaticamente quando, du¬ 
rante l'installazione, si spunta l'opzione 
'server" 

Sulla macchina che ospita il server 
deve essere attivo il protocollo TCP/IP 
e chiaramente dovrà essere presente 
un collegamento Lan o Wan. 

A questo proposito occorre ricordare 
che Notes non installa nessun protocol¬ 
lo né è in grado di eseguirne la gestio¬ 
ne. È in grado di appoggiarsi su qualsia¬ 
si piattaforma e protocollo preinstallato 
sulla macchina, anche se, per l'uso 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


343 


























» Siculi//» 

1 «pò* onora 



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•COTMT1P 4* * 

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Figura 13 - Lotus Notes 
- Domino - Configurano- 
ne di server virtuali 
Grane a questa funzio¬ 
nalità è possibile defini¬ 
re un nuovo sito in un 
server a più Siti, nel ca¬ 
so. ad esempio, di una 
società che venda il ser 
vizio di 'hostmg' In que¬ 
sto modo l'amministra¬ 
tore di un fornitore di 

servizi Internet, che 
vende servizi a più clien¬ 
ti, pud configurare ser¬ 
ver virtuali che sono, in 
realtà, un singolo server 
Web Domino. Questo 
consente di gestire siti 
distinti senza dover ac¬ 
quistare altri componen¬ 
ti hardware e software 

Ciascun sito deve esse¬ 
re configurato in Domi¬ 
no in modo da disporre 
di un proprio indirizzo IP. 

di Home URL, di Home Page predelinta e di directory HTML, CGI e Icons Chiaramente, prima di confi¬ 
gurare le impostazioni del server virtuale in Domino, sarà necessario impostare le connessioni di rete 
per ciascun server virtuale Bisogna intatti disporre di un distinto indirizzo IP statico per ciascun server 
virtuale definito e non è possibile mappare nomi diversi con lo stesso induizzo IP 


Car*ofe 


Accano al SoQoelh 

iw vai 

Coniar* r«c«et>o « No 




specifico nell'ambito Internet, si rende 
necessario il TCP/IP. 

Configurazione 
ed esecuzione 
del server HTTP 

L'amministratore dovrà, a seconda 
delle esigenze della propria installazio¬ 
ne, attivare tutti i database di sistema 
necessari all'amministrazione del ser¬ 
ver. Ricordiamo infatti che le attività di 
monitoraggio, di statistica, di reporting, 
di supporto automatico ai processi am¬ 
ministrativi, di contabilizzazione dell'uti- 
lizzo, di sicurezza, di schedulazione ta¬ 
sk, di sincronizzazione ed altre ancora, 
necessitano tutte, per il loro funziona¬ 
mento, dell'attivazione di appositi data¬ 
base che l'amministratore deve creare 
e configurare. 

Fatto tutto ciò. il server può essere 
avviato e quindi si potrà cominciare ad 
usare l'ambiente nella forma classica 
per la messaggistica e per l'uso di data¬ 
base condivisi. 

Prima di poter attivare il server HTTP 
è necessario impostare alcuni parame¬ 
tri nel documento 'server' della ‘Rubri¬ 
ca Indirizzi Pubblica", che è il vero e 
proprio centro vitale di tutta l'installa¬ 
zione dell'ambiente. 

Elenchiamo qui di seguito i parame¬ 
tri principali da impostare per configura¬ 
re un server Domino, presenti come 


campi nelle varie box: 

- Numero Porta TCP/IP Porta attra¬ 
verso la quale hanno luogo le transazio¬ 
ni HTTP tra i Client Web e il server Web 
Domino II numero di porta standard è 
80 ed è il numero predefinito per tutti i 
browser 

- Stato porta TCP/IP É necessario 
che la porta TCP/IP sia attivata per con¬ 
sentire connessioni Web standard non 
SSL, che invece potrà essere attivato 
da un campo successivo sempre della 
stessa sezione. 

- Nome Host I Client Web utilizzano 
questo nome per raggiungere il server. 
Si tratta del nome dell'host (nel nostro 
caso Odino) registrato da un DNS (Do¬ 
main Name Servicel o dell'indirizzo IP 
statico del server 

- Directory HTML. Domino cerca in 
questa directory eventuali file HTML 
esistenti. GII utenti possono accedere 
agli URL che si trovano nella directory 
HTML e nelle relative sottodirectory. 

- Directory CGI. Memorizza pro¬ 
grammi CGI utilizzati da Domino. 

- Home URL. Indica il database No¬ 
tes (desinenza NSF) richiamato da Do¬ 
mino quando gli utenti passano a un si¬ 
to senza specificare una directory o un 
percorso. Ad esempio immettendo 
httDV/domino.lotus. corri viene visualiz¬ 
zato il Database eventualmente specifi¬ 
cato nel campo Home URL. L'imposta¬ 
zione predefìnita 7?Open" visualizza in¬ 
vece un elenco di database nel server. 

- Home Page predefinita. Per utiliz¬ 
zare un file HTML, anziché crearne uno 


in Notes, occorre indicarne il nome in 
questo campo. Il file deve trovarsi nella 
directory HTML di Domino e il campo 
Home URL non deve contenere valori 

A questo punto si deve salvare e 
chiudere il documento server, poi biso¬ 
gna verificare che nella sottodirectory 
dichiarata in precedenza sia disponibile 
il documento HTML o il database visua¬ 
lizzato per default, quindi si può avviare 
il task relativo al server Web Domino 
digitando nella console del server No¬ 
tes Toad http". 

Accesso al server 
da un browser 

Se tutto è stato eseguito a regola 
d'arte, un qualsiasi computer sulla rete 
può attivare il proprio browser e punta¬ 
re al sito coincidente con il nome host 
specificato durante la configurazione. 

Se, come nel nostro caso, è stato 
definito come 'URL Home' un databa¬ 
se, questo viene aperto automatica- 
mente e viene mostrata la vista di de¬ 
fault. 

In caso contrario è possibile visualiz¬ 
zare un classica "home page' in forma¬ 
to HTML. 

Bisogna dire che l'aspetto e l'opera¬ 
tività delle viste e delle maschere, 
quando si accede via Web, è legger¬ 
mente differente rispetto all'utilizzo di¬ 
retto. 

In Domino viene supportata la mag¬ 
gior parte delle funzioni di formattazio¬ 
ne di Notes, grazie alla loro conversio¬ 
ne in marcatori HTML. Alcune funzioni 
di formattazione di Notes, quali II rien¬ 
tro, la spaziatura in Interlinee e le tabu¬ 
lazioni, non vengono visualizzate in un 
browser Web. a causa della mancanza 
in HTML di un formato corrispondente. 
È inoltre possibile, a causa delle diver¬ 
se versioni di protocollo e di browser 
oggi disponibili, che la visualizzazione 
dei marcatori cambi a seconda del 
browser utilizzato e che i marcatori 
HTML, creati da Domino, non siano 
supportati da tutti i browser. 

In ogni caso bisogna riconoscere il 
gran lavoro che Domino è chiamato ad 
eseguire nel momento della ricostruzio¬ 
ne delle vldeate e dei vari meccanismi 
operativi tipici dei database Notes. Si¬ 
curamente, con l'evolvere sia del proto¬ 
collo HTTP, sia delle capacità stesse di 
Domino, si riuscirà ad emulare sempre 
meglio l'operatività del Client nativo. 

KG 


344 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



























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TEL. 06-36308595 - 36301756 FAX 06-3295648 





















a cura di Corrado Giustozzi 


Dalle intranet alle extranet 


Continuiamo a parlare di intranet. La scorsa puntata finiva con un interrogativo 
davvero inquietante: ce la faremo a dir tutto in una secondo puntata? 
Provavamo a risponderci da soli, concludendo con un diremmo di no. 

E cosi è, mannaggia alla mancanza di sintesi. 


In questo articolo passiamo 
dall'Intranet all’extranet, suturando 
solo alcune delle lacerazioni lascia¬ 
te aperte lo scorso numero. Si 
parla ancora di reti locali nella 
prima parte, mentre si esce da que¬ 
st'ambito con la seconda 
(e più ricca) sezione. 


di Leo Sorge 


L’interfaccia utente grafica, mostran¬ 
do contemporaneamente ed intuitiva¬ 
mente l'organizzazione dell'hard disk, 
ha dato un contributo fondamentale 
all'elaborazione personale, Si può dire 
che i software di gestione di rete con 
interfaccia grafica e geografica hanno 
svolto una funzione analoga nel 
campo delle reti, rendendo semplice 
un compito prima possibile solo se 
svolto da mani esperte. Ma la vera 
rivoluzione, indipendente dall'interfac¬ 
cia grafica ma da essa certamente 
agevolata, è stata il drag and drop, 
ovvero la funzione di spostamento dei 
file attraverso il simbolico trascina¬ 
mento del nome che li rappresenta da 
una parte all'altro dello schermo (che 
rappresenta l'hard disk). Se si pensa 
che oggi ciò è possibile anche per file 
fisicamente posti su unità remote col¬ 
legate in rete si può meglio capire 
l'importanza di tale miglioramento. 


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JUNCTION 




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JSiMh Annuo! Slunford 
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THE TECH PUBS LIBRARY 


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POWERED BY: SMconGraphics 

** Computer Systems 


Indirizzi IP come file 

Una funzione analoga applicata alle 
connessioni in rete locale porterebbe 
a gestire i gruppi di lavoro con la stes¬ 
sa immediatezza e semplicità 
Abbiamo usato il condizionale, ma in 
realtà avremmo dovuto affidarci al pre¬ 
sente, perché questa possibilità esiste 
già Ad esempio c'è la famiglia di swit- 
ch Ethernet integrati LANmaker di 
LanOptics, che gestisce gli indirizzi 
Ethernet via software tramite un appo¬ 
sito programma assolutamente analo¬ 
go al file manager di Windows. Non è 


Silicor i Junction, dal sito 
intranet SGI. Le imma¬ 
gini seno di Silicon 
Graphics. Ine 


questa la sede 
per entrare nel 
dettaglio, ma 
alcune cose 

vanno dette. L'idea è di integrare 
nello switch un pannello delle connes¬ 
sioni di rete (patch panel ) in cui ciascu¬ 
na porta viene controllata da un micro- 
processore piuttosto potente (attual¬ 
mente è l'Intel I960) che consenta di 
vedere gli indirizzi Ethernet via softwa¬ 
re. In questo modo qualsiasi cambia¬ 
mento nella struttura della rete e nei 
vari gruppi di lavoro viene fatta tramite 
un semplice ed immediato drag'n'drop 


346 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



















del suo indirizzo sullo schermo. Finora 
bisognava andare con pinze e cacciavi- 
ti fino al pannello e fisicamente modifi¬ 
care le connessioni. 

Questi prodotti mettono a disposizio¬ 
ne un numero elevato di porte 
Ethernet (fino a 37 per unità) di vari 
tipi, da 10, 100 o 1000 Mbps, e con 
due modalità di connessione, condivisi 
e diretti. Le connessioni dirette si 


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il SMtorfVt K» Sb*o»tOCw.T Par « 

«f“" “- r '“- J 3 

Ecco gli indirizzi IP 
gestiti via software con 
VIEWmaker di 

Lanoptics. Questa 
famiglia di prodotto 
permette il drag'ndrcp 
degli indirizzi senza 
dover modificare te 
connessioni fisiche. 

•P UVUNOa.1! 

l'B» | 

ilSMrrfalM! SMn.ICCw.TPat l/trlno» lla»l 

ilSMnCtatm SMn.IICw.TPat VWincbUoml 

ilSMnPa-Kl SMno ICCw»l Pai VWooWhCoontl 

il SMtotpxot .« SMn.KCw.TPo» VWMcfttota. 

•J_1 IT 


«~v 


Piccoli IP crescono 

11 » 

Internet Protocol o IP nasce in ambiente Unix alla 
fine degli anni ' 60 . e da allora si è evoluto fino alla versione attua¬ 
le. la 4, in breve IPv4. in piedi dagli inizi degli anni '80. Ha resistito 
a tutti i tentativi di destituzione, in primis a quelli degli standard 
OSI di ISO, che pur facendo chiarezza su meccanismi e soluzioni 
non hanno potuto sostituire uno standard di fatto cosi funzionale. 
Nonostante il successo, IPv4 non è esente da critiche. In partico¬ 
lare gli si attribuiscono perlomeno due pecche: lo scarso numero 
di indirizzi disponibili per le macchine in rete e la gestione della 
trasmissione. In entrambi i casi le soluzioni sono già state dibat¬ 
tute ed impostate: è in arrivo la versione 6, o IPv6, nota anche 
come IPng (next generation) Se ne occupa la IETF. Internet 
Engineering Task Force, che ha partorito il documento ufficiale 
RFC 1752, 'Raccomandazioni per la prossima generazione del 
protocollo IP'. 

IPv6 ha più indirizzi e parla bene con soluzioni vecchie e nuove 
che permettono trasmissioni più efficienti senza che la qualità del 
servizio ne risenta durante la trasmissione. In particolare si tratta 
di due altri protocolli, il RSVP e l'RTP, Il nome del primo è stato 
faticosamente derivato dall'espressione francese Répondez S ii 
Vous Plait, segnalando ironicamente un problema di IPv4. In 
realtà per capire le funzioni del protocollo lo spelling viene fatto 
derivare da IResource) ReSerVation Protocol, in quanto permette 
di chiedere al provider una banda minima lungo tutto il percorso 
punto-punto e per l’intera durata della comunicazione. Si tratta 
d'una evoluzione dell'RTP, Real-Time Protocol, già esistente ed 
implementato dalle principali soluzioni di videoconferenza già esi¬ 
stenti sul mercato 

Parlavamo dei protocolli superiori ad IP Nella descrizione ISO-OSI 
IP è la parte superiore del livello 3, mentre al livello 4 troviamo il 
TCP (Transpoit Control Protocol) e l'UDP (User Datagram 
Protocol). Le funzioni previste da questi ed altri protocolli sono in 
fase di riscnttura, in quanto la multimedialità in rete non permette 
una facile schematizzazione in componenti separate, bensì richie¬ 


de una maggiore flessibilità. Le applicazioni stesse dovranno 
gestire lutti i parametri qualitativi oggi demandati al livello 4. 
facendo dell'IP l'ultima barriera standardizzata in tutti i suoi punti. 
Comunque i punti d'intervento dalla v4 alla v6 sono stati essen¬ 
zialmente di quattro tipi: 

- aumentare gli indirizzi disponibili (da 32 a 128 bit); 

- semplificare l'autoconfigurazione degli host; 

migliorare le prestazioni grazie ad un alleggerimento di alcune 
sezioni del pacchetto dati; 

- estendere le caratteristiche e riservare spazio per ulteriori 
estensioni. 

Se è chiaro che IPv6 sostituirà IPv4, ancora non è chiaro come 
questo fatto avverrà, nè cosa succede ai protocolli sovrastanti Già 
oggi esiste una 68one, ovvero una sottorete che funziona m IPv6. 
cosi come esiste un percorso di migrazione all'ultima release. Vale 
la pena di ricordare che ancora oggi la migrazione all'IPv4 non è 
completa nè omogenea, in quanto alcuni usano ancora la versione 
3 e molti implementano solo i meccanismi fondamentali d'un pro¬ 
tocollo che se completo può essere complesso, soprattutto a 
livello di router. La compatibilità assoluta non è ancora stata dimo¬ 
strata, e si cerca di incrementare le funzionalità esistenti agendo 
anche a livelli superiori sia sugli indirizzi che con nuovi protocolli: 
un esempio può essere il CIDRP, Cassless Inter-Domain Routing 
Protocol. D'altronde anche in questo ambito, nel quale non entre¬ 
remo. si stanno muovendo fenomeni complessi per la riscrittura 
dei protocolli, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione 
con l'host vicino, in gergo il next hcp. 

Sembra plausibile che a parte gli sperimentatori e gli innovatori 
nessuno abbandonerà IPv4 finché non sarà costretto. Ad esempio 
3Com ha proposto un suo approccio che prevede una migrazione 
morbida in tre fasi, dalla seconda meta del 1997 alla fine del 1998, 
più successive migliorie alcune delle quali non secondarie neppu¬ 
re oggi: tra queste la QoS. Qualitv of Service, e la crittazione 
Per finire una domandina: che fine ha fatto IPv5? 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


347 


























L'Allin-One Vlan 
Switcb di LanOplIcs. 

rivolgono ai po- 
- wer users. e 

mettono a dispo¬ 
sizione tutta la banda della connessio¬ 
ne ad un singolo utente, mentre quel¬ 
le condivise se la ripartiscono. In que¬ 
st'ultimo caso c'è il bilanciamento 
automatico del carico. Vista la grande 
variabilità delle configurazioni il prezzo 
è difficile da calcolare, ma negli States 
va da 120 a 200 dollari per porta, alto 
ma tutto sommato non altissimo visto 
che apre anche una porta alla compati¬ 
bilità verso le connessioni a maggior 
velocità 


Irrompono 
le extranet 

Il successo del Web è stato tale che 
anche le reti locali lo stanno adottan¬ 
do. Si è generata una nuova realtà, 
quella delle intranet: la semplicità del¬ 
l'approccio, basato su moduli da leg¬ 
gere o compilare che nascondono 
all'utente finale qualsiasi complessità, 
ha avuto il sopravvento sulle grosse 
difficoltà che I IP pone a livello locale. 
Fatto sta che tutto il software viene 
riscritto o adattato alle nuove modalità 


di accesso Sono in arrivo alcuni 
ambienti software che promettono di 
evitare tutto questo lavoro: tra queste 
SCO Tarantella, che include applica¬ 
zioni 3270, 5250, Windows, X e data¬ 
base ODBC. 

Ma non ci si ferma qui, perché l'atti¬ 
vità aziendale include anche clienti e 
fornitori Collegandosi tutti insieme si 
ha la extranet, una rete basata sul 
Web che rende possibile un unico, 
grande processo produttivo. In pratica 
Textranet si basa sull'outsourcing di 
hardware e software di comunicazio¬ 
ne secondo una formula molto cara 
ad aziende quali EDS, che oggi propo¬ 
ne la formula del co-sourcing. che 
riguarda anche il personale in un 
piano decennale. 

Oggi le extranet sono un servizio di 
base incluso nei listini prezzo dei prin¬ 
cipali fornitori. Uno di questi è MFS 
Communication Company, originaria 
del Nebraska, che con successive 
fusioni (UUNet prima, WorldCom poi) 
sta acquisendo una grande visibilità 
internazionale. In particolare la funzio¬ 
ne con UUNet è operativa in 
ExtraLink, il primo servizio extranet 


Le distribuzioni di Linux 


di Giuseppe Zanetti 


Il kernel di Linux, senza il software di sistema e quello da farci 
funzionare sopra, non avrebbe di per sé molta utilità Poiché però 
prelevare il kernel ed aggiungerci a mano il software necessario 
sarebbe un'impresa alquanto Improba, c è stato subito qualcuno 
che ha avuto l'idea di fare il lavoro al posto nostro, impacchettan¬ 
do il kernel assieme ai file che ne rendono possibile l’utilizzo ed ai 
comandi necessari ad installare il tutto nell'hard disk dell'utente 
finale. Il risultato, magari condito con una bella interfaccia e con 
un manualetto di installazione, prende il nome di 'distribuzione di 
Linux' 

Siti FTP relativi alle distribuzioni di Linux 


Caldera 
Craftworks 
Debian 
Linux FT 
Red Hat 
S.u.S.E. 
Slackware 
WGS Linux 
Yggdrasil 


Pro. 


mtDV/www.caidera.comii 

pttp://www cattwcrk comi 

httoV/www oepian.oTa/ 

nttp://www.iasermoon.co.ukl 

hnp://www-reahat. conti 

httD.V/www.suse.coTnl 

httc://www. cdrom, comi 

http://www.all-linux.comt 

hrioV/www.vaoarasii.comd 



Al contrario di quanto accade con gli altri sistemi operativi, di 
Linux non esiste un'unica versione creata da un unico fornitore, 
bensì distribuzioni diverse, fornite da più aziende (o enti no profit, 
come nel caso di Debian), ognuna con proprie caratteristiche 
peculiari (semplicità di installazione, diverso target di utenza, ecce¬ 


tera). È importante, parlando di una distribuzione di Linux, 
non confondere il numero di versione della distribuzione 
stessa col numero di versione del kernel di Linux che usa 
(la Red Hat versione 4.0 monta, a dispetto del nome, la 
versione 2.0.18 del kernel). 

Attualmente tutte le distribuzioni vengono fomite su CD¬ 
ROM. Data la natura free di Linux, l'eventuale prezzo richie¬ 
sto serve per pagare il costo del CD e dei manuali oppure, 
nel caso dei prodotti commerciali, il valore aggiunto dall'a¬ 
zienda che l'ha pubblicato, il programma di installazione e l'even¬ 
tuale software commerciale incluso, che non è compreso invece 
nelle versioni disponibili gratuitamente in FTP I siti a cui fare riferi¬ 
mento per le distribuzioni sono l'soliti' dedicati a Linux: 
sunsite.unc.edu in /pub/os/Lmux e tsx-11 mit.edu, oltre ovviamen¬ 
te ai siti ufficiali dei produttori delle distribuzioni, come 
mttp://www.redhat.cófn| o |nttp://www.de 0 tan.ora| . 

I componenti free di Linux (e solo quelli!!!) rimangono comunque 
tali anche se prelevati da una distribuzione commerciale, grazie alla 
licenza GNU secondo cui vengono distribuiti. 

La prima distribuzione di Linux ad apparire su Internet è stata SLS, 
oramai da tempo defunta, seguita dalla Slackware. Entrambe le 
distribuzioni ebbero molto successo in quanto disponibili gratuita¬ 
mente su Internet o su CD-ROM a basso costo. Ciò tuttavia è 
senz'altro vero per quanto riguarda gli appassionati, ma non per 
quanto concerne l'utenza professionale, che non considera il basso 
costo l'elemento principe in base a cui effettuare la propria scelta 
Nel prossimo numero: 

A confronto le distribuzioni di Linux in circolazione 


348 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 









































Voice over IP nello 
schema concet¬ 
tuale 01 Micom. 


e WindowsNT, è 
compatibile con qual¬ 
siasi telefono, fax, 
centralino o centrale 
telefonica. La qualità 


del servizio è garantita attraverso il 
nuovo protocollo RSVP (Reservation 
Protocol) Dopo il lancio nella regione 
di origine, ovvero gli immancabili Stati 
Uniti, V/IP è ora disponibile anche in 
Europa. 


Concludendo 

Avevamo promesso di parlare di 
molte cose, tra queste del Tcp/lp e 
delle extranet, e ci siamo riusciti. Ma 


L'IP versione 4. Nel 
tempo lo spazio per gli 
indirizzi è diventalo 
scarso 


completo. Già atti¬ 
vo negli States, in 
diffusione altrove 
entro l'estate, 
oggi II servizio 
costa un mimmo di 1700 dollari al 
mese per una banda passante di 1,5 
Mbps (una linea TI). Tra i servizi 
disponibili troviamo la orinazione. 
l'ISDN o le chiamate in dial-up. 


Oli 


16 


24 


32 


Versione | IHL | Servizio 

lunghezza totale 

Identificazione 

Flags | Fragnient offset 

TTl (Protocollo 

Header checksum 

indirizzo di partenza 

Indirizzo di destinazione 

Opzioni 

Padding 


Heador deH'IPv4 


Multimedia: 
la voce su IP 

Il successo del protocollo IP è anche 
a livello aziendale, dove la rete 
voce/fax è in via di fusione con quella 
dati In attesa di funzioni avanzate 
quali la videotelefonia e la formazione 
a distanza, la multimedialità spinge 
per inglobare anche la tradizionale 
telefonia. Sono infatti disponibili più 
tecnologie per inviare la voce su pro¬ 
tocollo IP. Il concetto è semplice: digi¬ 
talizzando la voce e garantendo la 
qualità del servizio possiamo mandare 
la voce su intranet, extranet o 
Internet. In effetti è lo stesso schema 
usato tradizionalmente dalle stesse 
Telecom pur senza usare TIP. I merca¬ 
ti di riferimento sono sia la telefonia 
su Internet che gli stessi provider di 
servizio in rete. 

Uno dei prodotti di questo tipo è la 
famiglia V/IP di Micom, che imple¬ 
menta una rete voce/fax su una qual¬ 
siasi infrastruttura IP, anche locale, 
consentendo su chiamate intraazien- 
dali una qualità analoga a quella delle 
telefonate interurbane a costi pratica- 
mente nulli. La tecnologia campiona 
un segnale a 8 Hz per poi comprimer- 


0 il 4 8 16 24 32 


Versione | Priorità | 

flovr laoel 

Lunghezza del payload Prossimo header Limite di hop 

TTL | Protocollo 

Header checksum 

indirizzo di provenienza 

(128 bit) 

Indirizzo di destinazione 

(128 bit) 


Header dell'IPv6 


lo secondo lo standard vocale G.729 
ed elaborarlo (soppressione del silen¬ 
zio, cancellazione dell'eco e correzio¬ 
ne d'errore), usando meno del 3% 
della banda solitamente ritenuta 
necessaria. La famiglia di prodotto si 
compone d interfacce analogiche e 
digitali con uno o due canali voce/fax. 
L'installazione va fatta su un solo PC 
in rete e gira su ambienti operativi 
quali Ms/Dos. NetWare, Windows95 


non dovevamo 
parlare anche di 
CBT ( computer - 
based training), 
videoconferen¬ 
za, VideoServer, 
personal 


Il nuovo IP versione 6. 
o IPng C'è più spazio 
per qh indirizzi ma 
anche per lulure evolu¬ 
zioni. A proposito, IPv5 
non 6 mai diventalo né 
un prodotto né un pro¬ 
totipo lunzionante 


ed ob/ect 


firewall 


monitoring ? Beh, non tutte le reti fini¬ 
scono in gloria... 


SE 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


349 














































Gioco d'azzardo 

In Italia le slot machine conobbero la vera fama con l'arrivo degli 
Alleati: in pratica solo una cinquantina d anni addietro. La loro storia, 
invece, è molto più vecchia di quanto si possa pensare. Le prime “mac¬ 
chinette mangiasoldi” furono costruite in Europa, e ce ne sono di 
splendidi modelli in mostra al Casinò di Montecarlo. Il loro fascino dun¬ 
que va oltre il gioco in sé e per sé e possedere una slot machine anche 
solo di una trentina di anni fa, funzionante, vuol dire avere in casa un 
oggetto d'antiquariato che aumenta di valore con il tempo. Presentiamo 
stavolta un gioco che simula il funzionamento di una slot machine, con 
i suoi colori e caratteri in movimento. Gli manca solo la gettoniera... 


di Paolo Ciardelli 



Slot Machine 

• Nome archivio: SLOT.ZIP 

• Compressione: PKZIP 2.03g 

• Autore: Claudio Tarantino 

• Tipo: Shareware 

• Sistema Operativo: MS-DOS 


A chi non piace il 
gioco d'azzardo alzi la mano. Certo non 
è bello rischiare di farsi prendere dal 
demone del gioco, ma sfidare la fortu¬ 
na in un casinò è forse il sogno di 
molte persone. Slot Machine è il gioco 
che permette di sfidare la fortuna, 
senza però scommettere dei soldi 
Una sfida virtuale contro il computer, 
come ce ne sono molte Di divertente 
Slot Machine dovrebbe comunque pro¬ 
porre il modo di trascorrere qualche 
momento in maniera spensierata, 
senza spargimenti di sangue: non è 
altro che una sfida con la fortuna. 



i SLOT MAGHINE 



*0 

^ 1 MEa s 


L_y 

A 

j* 

I By Claudio I araritino 


[T 

■ 


La Slot Machine, infatti, è un tipico 
gioco puramente di fortuna, in cui l'abi¬ 
litò del giocatore non è tenuta in nes¬ 
sun conto, ma è proprio questa sua 
caratteristica che lo rende estrema- 


mente appassionante. 

Sullo schermo viene simulata una 
slot machine vera e propria. Tirando la 
leva virtuale (cioè premendo la barra 
dello spazio) si azionano le tre caselle 


350 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 























Ecco come si presenta la schermata iniziale del gioco. Non ci resta che tirare 
la leva. 


Il risultalo non è soddisfacente. per cui proviamo a bloccare la casella 3 con le 
ciliege. 



By dei adio T&r&utiao 


Punti o 


Nulla di fallo"! 


1 ■ 2 , 

r, 1 

nMM 

1 

_1 



Nulla di tallo. Andiamo avanti. 


Stavolta la fortuna ci ha sorriso, con tre sette abbiamo totalizzato cento punti. 


contenenti dei simboli, che si mettono 
a ruotare. I simboli sono quelli classici 
di questo gioco le tre ciliege, la pru¬ 
gna. il BAR, il 7. la campanella e la 
fetta d'anguria. 

Lo scopo è quello di ottenere una 
delle possibili combinazioni visualizzate 
nella tabella "Legenda". 

Il massimo punteggio si ottiene con 
la combinazione di tre ciliege, mentre 
quello minimo è rappresentato dalla 
combinazione della sequenza di due 
fette di anguria ed un BAR. 

Se al primo tiro non si è ottenuta 
nessuna combinazione tra quelle con¬ 
template, è sempre possibile bloccare 
una delle tre caselle e ritentare Una 
sola naturalmente, come con una mac¬ 


chinetta vera. 

La grafica è molto curata, e la velo¬ 
cità del gioco è più che sufficiente a 
farci prendere dall'emozione nell’atte¬ 
sa del risultato. Anche il movimento 
della barra è quasi reale, sia come 
velocità che come prospettiva. 

Per uscire dal gioco è sufficiente 
premere il tasto ESC 

Questo programma è stato scritto 
da Claudio Tarantino, un autore già 
noto per il programma La Luna Nera 
pubblicato sul numero 166 di 
MCmicrocomputer. ed è stato codifica¬ 
to in linguaggio C++ per il buon vec¬ 
chio sistemi operativo MS-DOS su di 
un Personal Computer IBM compatibi¬ 
le 486 DX4 100 MHz. 


Questa versione è di tipo shareware 
(dimostrativa) e se si è soddisfatti, per 
cui interessati all'acquisto, basta invia¬ 
re un vaglia postale di L. 25.000 all’au¬ 
tore per ricevere la copia registrata 
(senza limitazioni). 

Il programma non necessita di un 
computer particolarmente potente o 
veloce per cui dovrebbe poter funzio¬ 
nare sulla maggior parte dei PC dotati 
di scheda VGA. 

Il programmatore avverte che tutta¬ 
via è sempre possibile qualche incom¬ 
patibilità con qualche hardware, ma tìa 
prove effettuate ha funzionato tutto al 
primo colpo: come tirare una leva di 
una slot machine. 

KS 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


351 



































































































a cura di Corrado Giustozzi 


Internet Connection Server 

Internet, intranet, extranet e via dicendo, ormai è quasi un imperativo per 
le nuove applicazioni nascere direttamente con un'interfaccia "Web" e una 
progettazione a "tre livelli" che tanto va di moda. Ma qual è la colla che 
lega il livello dell'interfaccia utente con quello del "database server" e 
dell"’application server"? Chiaramente il server World Wide Web che, da 
semplice server per il supporto del protocollo HTTP (HyperText Transfer 
Protocol), sta evolvendo in un sistema con sempre maggiori funzionalità 
rivolte soprattutto alla facilità di dialogo con altre componenti, alla facilità 
d'uso ed alla sicurezza delle comunicazioni. 


di Giuseppe Cosarono 


Ormai la tecnologia Web non è sola¬ 
mente usata per pubblicare documenti 
in formato elettronico ma è sempre 
più impiegata per creare applicazioni in 
rete da utilizzare all'interno delle azien¬ 
de. L'interazione del server Web con 
gestori di basi di dati, con TP Monitor 
e con applicazioni scritte ad hoc risulta 
quindi sempre più frequente Per ren¬ 
dere sempre piu semplice questo tipo 
di interscambio di dati, molti produttori 
stanno proponendo delle varianti alle 
CGI (Common Gateway Interface), fino 
ad adesso il metodo più comune, ma 
non molto efficiente, per far interagire 
il server Web con altri programmi 
Proprio in quest'ottica risulta molto 
interessante l 'IBM Internet Connection 
Secure Servers versione 4.2. con il 
quale è possibile utilizzare i servlets 
Java che non solo in alcuni casi posso¬ 
no ottenere migliori performance 
rispetto alle CGI ma soprattutto sono 
multipiattaforma e permettono quindi 
la realizzazione di applicazioni realmen¬ 
te portabili sia lato Client che lato ser¬ 
ver. 


Internet Connection 
Servers 

L'IBM con Internet Connection 
Servers ha ideato un prodotto multi- 
piattaforma che permette la creazio¬ 
ne di un sito Web per Internet o intra¬ 
net in maniera semplice e veloce. 
L Internet Connection Servers è stato 
rilasciato per diverse piattaforme, 
IBM e non, come: AIX, OS/2 Warp, 
Microsoft Windows NT. Sun Solaris e 
Hewlett-Packard HP-UX In linea con 
una politica marketing sempre più 
orientata a proporre servizi diretta- 
mente usufruibili da Internet, è possi¬ 
bile scaricare l' Internet Connection 
Servers per le diverse piattaforme, 
sia in versione secure che in quella 
normale, direttamente alla URL 
ptt p://www. ics.raiei.qh.ibm. cqit| 

inoltre sullo stesso sito è presente 

anche una versione beta per il sistema 
operativo Windows 95. 

La versione secure è presente sia per 
il mercato Americano e Canadese, con 


un'implementazione più sicura dei pro¬ 
tocolli di cifrazione. ad esempio l'algo¬ 
ritmo RSA con chiave di lunghezza fino 
a 1024 bit, sia in una versione esporta¬ 
bile secondo le leggi Americane vigen¬ 
ti al momento del rilascio, ovvero con 
l'algoritmo RSA con chiave a 512 bit, 
RC2 e RC4 a 40 bit e via dicendo 
l 'Internet Connection Servers, nella ver¬ 
sione 4 1, è liberamente prelevabile da 
Internet mentre l' Internet Connection 
Secure Servers 4.2 può essere valuta¬ 
to m tutte le sue potenzialità per un 
periodo di 60 giorni dopo i quali le fun¬ 
zionalità di sicurezza non sono più abili¬ 
tate. Nella versione per OS/2 basta 
ordinare e pagare il prodotto per avere 
sia la documentazione sia il software 
necessario a riabilitare le funzionalità di 
sicurezza, qualora fossero trascorsi più 
di 60 giorni, senza dover installare nuo¬ 
vamente il server. 

Tra le funzionalità di base dell' Internet 
Connection Secure Servers troviamo: il 
supporto completo alle specifiche della 
versione 1.1 del protocollo HTTP-, la 
possibilità di funzionare come un Proxy 


352 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 

















is>i»aiw» 


L'Internet Connection Servers 
per OS/2 nella versione Secure 
per t’esponazione in paesi 
diversi da USA e Canada. 


La pagina iniziale deirinternel Connection 
Servers subito dopo la sua installazione 
visuatzzala tramite Netscape Navigator 
per OS/2 in versione italiana 


- ,3.0£.«.< -■'.a 

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IBM. 


Immtri • «Iiiimioii Scnrr r»r Os/2 



Supp orto p er a pp licazioni Windows 


a 32 bit su OS/2? No! o forse sì ... 


p 

V he confusione! Al lancio di OS/2 Warp 4 IBM e Citrix 
hanno annunciato che finalmente da un personal com¬ 
puter con il sistema operativo OS/2 si poteva avere il supporto per 
applicazioni Windows scritte a 32 bit, ovvero applicazioni sviluppa¬ 
te per essere eseguite sui sistemi operativi come Windows NT/95. 
La cosa che ha creato 'un po" di confusione è che il supporto a 
queste applicazioni non si ha in maniera nativa su una macchina 
con OS/2 ma è in realtà ottenuto tramite un prodotto. 
WinFrame/Enterprise della Citrix. che prevede una architettura più 
articolata con la presenza di almeno un server con Windows NT e 
di una rete attraverso la quale potervi accedere. 

Questo annuncio ha creato non poca confusione al punto che si è 
diffusa la notizia che con OS/2 Warp 4 si potevano utilizzare i clas¬ 
sici pacchetti applicativi a 32 bit per Windows NT/95; più di una 
persona mi ha scritto per e-mail che il suo OS/2 doveva avere qual¬ 
che problema perché... non riusciva ad utilizzare Word 95! 
Cerchiamo di chiarire come funziona WinFrame/Enterprise e, come 
vedremo, siamo ben lontani da un supporto nativo di applicazioni 
Win32 sotto OS/2. WinFrame/Enterprise è un'applicazione 
client/server, la componente server viene eseguita su Windows NT 
mentre i Client supportati sono DOS, Windows 3.x, Windows NT. 
Windows 95, Macintosh, UNIX ed anche Win-OS/2. 
WinFrame/Enterprise permette l'esecuzione di applicativi scritti per 
Windows NT sul server e di rendere remota sul Client la compo¬ 
nente di interfaccia grafica, si può quindi eseguire Word 97 sul ser¬ 
ver NT, a partire da una richiesta di un Client sotto Win-OS/2, sul 
quale verrà visualizzata la componente di interfaccia dell'applicazio- 
ne, rendendo cosi possibile l'utilizzo di tutte le funzionalità di una 


applicazione per Windows NT a 32 bit anche su un Client che non 
supporta l'esecuzione di questo tipo di codice. In definitiva 
WinFrame/Enterprise è un classico esempio di una applicazione in 
architettura network-centric, con thin-client tanto cara ad IBM 
Ogni copia dell'applicazione Win32 viene eseguita sul server NT in 
una sessione separata e solo la GUI (Graphical User Interface) è 
passata al Client che quindi non ha bisogno di avere tutte le risorse 
hardware come RAM, CPU. spazio disco, ecc., che necessitano 
all'applicazione eseguita sul server. Il dimensionamento del server 
dipende da molti fattori, in particolare dal tipo di applicazioni che si 
vogliono eseguire; grosso modo però la Citrix stima che un server 
con quattro Pentium in architettura SMP (Simmetrie Multi 
Processor) con 256 MByte di RAM può supportare un uso contem¬ 
poraneo di 40 utenti esperti o di 60 utenti occasionali. 

In un mondo IBM che propone sempre più OS/2 come Client di 
rete questa soluzione può essere interessante per qualche grande 
azienda che ha un certo installato di OS/2 e non vuole perdere l'oc¬ 
casione di distribuire ai suoi utenti di rete l'ultima applicazione di 
moda in ambiente Win32. 

IBM tempo fa disse che se avessero ritenuto opportuno il suppor¬ 
to per applicazioni Win32, i suoi tecnici avrebbero provveduto ad 
implementarlo, attualmente si sentono rimostranze persino sull'im- 
plementazione delle API Open32 che dovrebbero permettere un 
facile porting delle applicazioni dall'ambiente Windows ad OS/2, la 
direzione verso Java e lo sviluppo in questo linguaggio è forte e 
chiara e credo proprio che non avremo mai il supporto Win32 nati¬ 
vo ma magari qualche versione in più di applicativi IBM in versione 
Java e quindi multi piattaforma. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


353 


















































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»■■ ,.M~U,OTM-ffr ItaN. 


Per poter accedere atte 
tunzioni di amministra¬ 
zione dei server si deve 
superare un livello di 
autenticazione con 
userid e password 
gestite direttamente 
dall'Internet Connection 
Servers 


— «iaiVl9<»-('ll— l-là'W'Hli 

t» t-*.. vaufcu <*| )«a< (Unii - («*•• 1 

i#l 

£ iXTZTA.li 


,—™~ ra 

«*Mi C — ■ —i Ww.Wm 1 (MB 


Java Servici Configuralion 

Sftolj Wrttn j«« w«i to «arti* jot* mw «a tppoi: lui Notati, 
tf 7#* «arti» Jm untai itfpon. 70111« 


• Spiufj tì* BMisram nwnbti »( J»*i feltri*1« illoc*» 

• Sfrnlj •bua malti) « itoitd 

• Dtflot Itat imiti mr»igt log 

• Dtfat itiaht mutilami) ;u annuii 


UtH inatti luppert 
Marmua rumba: oN.T.ibit.d' 
9lvtM ìskuuj 

imiti otnift Imi 
£M «Miri» 


server che, in 
quesia moda 
lità, a sua volta 
supporta i proto¬ 
colli HTTP. FTP, 
Gopher, WAIS e 
HTTPS: la possi¬ 
bilità di funzio¬ 
nare come un Proxy in modalità cache 
per permettere un accesso ancora più 


veloce alle pagine maggiormente acce¬ 
dute; CGI scritte in linguaggi come C, 
REXX, Perl e soprattutto servlet scritti 
in Java, i certificati in standard x.509; 
nella versione secure viene offerto 
anche il supporto al protocollo SSL 
v3.0 ed al S-HTTP. E' presente inoltre 
un agent SNMP {Simpte Network 
Management Protocol per poter moni¬ 
torare le performance del server da un 


P=n 

F 

Inwrwnvj 

IlVVWMiVl 


qualsiasi network 
manager SNMP, 
come ad esempio 
potrebbe essere 
NetView. Troviamo 
anche una comple¬ 


ta pagina di impo¬ 
stazione dei Java 
sorvlol. una dello 
funzionalità più 
interessanti di que¬ 
sto server. 


ta funzione di log che permette di 
memorizzare informazioni dettagliate 
sull’uso del sistema, la possibilità di 
identificare il browser per restituire 


Qualche accenno alla sicurezza 


I server Web detl’IBM in prova è in versione "secure", 
ovvero è nella configurazione in cui supporta una serie di 
protocolli che possono rendere sicura la comunicazione tra Client e 
server. Le sicurezza nel mondo WWW (World Wide Web) è un 
argomento sempre più in auge, considerato il fatto che molte appli¬ 
cazioni stanno migrando verso questo tipo di architettura. Un vec¬ 
chio detto informatico (ma potranno esistere "vecchi" detti in infor¬ 
matica’) recita più o meno cos : "La sicurezza? Non è un problema, 
basta pagarla" Spesso il costo non è solo economico e una corret¬ 
ta analisi dei rischi con una conseguente elaborazione della politica 
della sicurezza possono forzare scelte tecniche che si allontanano 
da standard aperti pur di conseguire i propri obiettivi. Nella filosofia 
tipica di Internet, dove tutto deve essere raggiungibile da qualsiasi 
posto e da qualsiasi persona, pensare di allontanarsi da un browser 
o da un protocollo standard pub essere poco sensato; ad esempio, 
nell'ambito del commercio elettronico, uno dei più grandi vantaggi 
consiste nell'avere un mercato di possibili acquirenti pari a tutti i 
navigatori su Internet: se. per essere sicuri, si dovesse usare un 
"qualcosa" di proprietario il tutto perderebbe molto di senso. 

I maggiori sforzi tecnologici nell'ambito della sicurezza per il 
mondo Web sono stati indirizzati alla risoluzione delle seguenti pro¬ 
blematiche: la confidenzialità, l’autenticazione, l'integrità e la non 
ripudiabilità. Con la confidenzialità si tende a proteggere la riserva¬ 
tezza delle informazioni che vengono scambiate: se introduco un 
numero di carta di credito o una password non voglio che qualcuno 
sulla Rete possa intercettare in chiaro queste informazioni e quindi 


devono essere cifrate in maniera sufficientemente sicura Oltre al 
fatto che nessuno possa leggere le mie informazioni è importante 
che il mio interlocutore sia veramente chi io mi aspetto, con l'au¬ 
tenticazione è possibile garantire sia il mittente che il destinatario 
sull'identità l'uno dell'altro. L'integrità inoltre garantisce che nessu¬ 
no possa modificare le informazioni scambiate senza che il mitten¬ 
te 0 il destinatario si rendano conto di una manomissione ed infine 
la non ripudiabilità garantisce che una determinata transazione o un 
determinato documento siano veramente stati originati da una spe¬ 
cìfica persona e da lei soltanto. 

Attualmente i due protocolli più diffusi a supporto della sicurezza 
sono il SSL (Secure Sockets Layer) ed il S-HTTP (Secure HyperText 
Transfer Protocol), in molti casi essi sono uno il complemento del¬ 
l'altro 

Entrambi i protocolli sono stati definiti nelle loro prime versioni nel 
1994: l'SSL ha come padre Kipp Hickman ed il suo team presso la 
Netscape e, nella sua versione v3.0, copre tutte le esigenze per 
una comunicazione sicura; l'S-HTTP vede la sua prima implementa¬ 
zione da parte di Shiffman e Rescorla presso i Terisa System e 
anche questo garantisce confidenzialità, autenticazione, integrità e 
non ripudiabilità. L'approccio dei due protocolli è abbastanza diver¬ 
so: mentre I SSL garantisce un canale di comunicazione sicuro tra i 
due partner, l'S-HTTP firma documenti individuali in maniera privata 
e sicura: considerato il fatto che non sono mutuamente esclusi fra 
di loro nulla vieta di usare l'S-HTTP al di sopra di un canale SSL: la 
sicurezza in Internet non è mai troppa' 


354 


MCmicrocomputer n. 173 - maggio 1997 
























































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Con un unico prò 
dotto si ha sia un pagine adatte alle 
Web server che un sue funzionalità, la 

Froiyserver. possibilità di utiliz¬ 

zare più indirizzi IP 
che fanno riferi¬ 
mento alla stessa istanza del server ed 
anche di utilizzare ì Virtual hosts, tutte 
tecniche che consentono di gestire più 
siti su un'unica macchina con un unico 
server attivo 

Installazione 
e configurazione 

I requisiti minimi per l'installazione 
sono abbastanza modesti: un qualsiasi 
personal computer con una versione 
di OS/2 Warp V3.0 o successiva, un 
mouse, una scheda di rete, fino a circa 
14 MByte di spazio libero su hard disk 
e 12, meglio se 24, MByte di RAM a 
disposizione del server. In realtà la 
scheda di rete non è strettamente 
necessaria per l'uso dell'/nfernet 
Connection Secure Servers, infatti è 
possibile ottenere una installazione 
stand-alone abilitando e sfruttando 
l'interfaccia di loopback del TCP/IP, in 
questo caso si potrà accedere al ser¬ 
ver all'indirizzo http://120.0.0.1. 

La partizione su cui si installa 
l 'Internet Connection Secure Servers 
deve essere formattata con il file 
System HPFS per avere un diretto 
supporto ai nomi di file lunghi fino a 
254 caratteri. L'installazione avviene 
tramite l'utility Installation and 
Maintenance che permette l'aggicrna- 
mento, il ripristino o la cancellazione di 


una applicazione installata con questa 
utility in maniera semplice e guidata, 
senza che ci si debba preoccupare di 
quanti file sono stati copiati o di dove 
siano stati copiati. L'installazione pro¬ 
cede abbastanza speditamente e 
viene proposta solo l'impostazione di 
alcuni parametri fondamentali che in 
ogni caso hanno quasi sempre un 
default; già in questa fase è possibile 
modificare la directory di destinazione 
di alcune componenti fondamentali 
come le CGI, gli eseguibili, i file di log 
e via dicendo E' possibile abilitare o 
meno il supporto a Java e se il server 
deve essere avviato automaticamente 
alla partenza del sistema operativo. La 
maggior parte di questi parametri pos¬ 
sono in ogni caso essere modificati 
anche dopo I installazione tramite le 
normali funzionalità di manutenzione 
del server. 

Volendo è consentito eseguire più 
istanze del server Web anche da linea 
di comando, specificando per ognuna 
una diversa porta su cui aspettare 
eventuali richieste dai Client. 

La configurazione del server avviene 
tutta tramite browser e pagine HTML, 
questo permette un'eventuale manu¬ 
tenzione remota da un qualsiasi Client 
collegato in rete, senza avere la 
necessità di accedere fisicamente al 
server II programma di installazione 
provvede anche a copiare una versio¬ 
ne in HTML dei documenti ’Quick 
Beginnings 1 e "WebMaster's Guide- 
che risultano cosi raggiungibili online 
tramite un browser accedendo alla 
pagina principale del server dopo la 
sua esecuzione; inoltre accedendo al 


,. . ,., . La documentazio- 

sollto sito Web per ne onlme è tutta 
la famiglia di prò- scritta con il tin- 
dotti Internet Con- 
nection Servers attraverso un qual- 

I htto://www. siasi browser 

ics.raleiqh. - 

jbm.com) è possi¬ 
bile prelevare tutte e tre le guide 
("Quick Beginnings’, 'WebMaster's 
Guide" e "Web Programming Guide") 
in formato PDF in modo tale da poter 
essere visualizzate ed eventualmente 
stampate tramite il programma Adobe 
Acrobat Reader. 


Conclusioni 


L'ultima versione dell'/nfernef 
Connection Servers ha migliorato mol¬ 
tissimo le performance e si può tran¬ 
quillamente pensare di usarlo per pub¬ 
blicare informazioni su un sito Web e 
per creare Web application. Inoltre la 
versione per OS/2 è installabile su di 
un sistema relativamente poco costo¬ 
so, in particolar modo se confrontato 
con il prezzo di architetture UNIX 
L'uso deW Internet Connection Servers 
per OS/2 può essere particolarmente 
indicato quando è necessario collegar¬ 
si con mainframe IBM: il sistema ope¬ 
rativo OS/2 possiede tutti gli strumenti 
necessari per funzionare come 
gateway verso il mondo host e questi 
strumenti sono programmi testati e 
funzionanti da anni come il 
Communication Server. 


«e 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


355 





































































■ PD-SOFTWARE 


coordinamento di Corrado Giustozzi 


La rincorsa all'upgrade 

Ormai è una prassi sia per gli applicativi che per gli stessi sistemi operativi, ed 
OS/2 non fa eccezione. E' da poco uscito il primo fixpak per OS/2 Warp 4 e 
quando leggerete questo articolo dovrebbero essere usciti diversi altri aggior¬ 
namenti tra cui il runtime JAVA 1.1 e Netscape Navigator v.4 (in ogni caso sarà 
disponibile una beta). Altri update sono in programma ma non si sa, nel 
momento in cui vi scriviamo, la data del rilascio (es. Warp 4.1 ).Vi consigliamo 
perciò di leggere JustWARP! e di controllare il nostro sito WWW su MC-link 
per le ultime novità. 

Questo mese vi presentiamo: FTP Browser, un ottimo Client grafico dotato di 
tutte le funzionalità più avanzate e perfettamente integrato con OS/2; Initor, un 
editor freeware per esaminare e modificare i file INI di OS/2 e delle sue applica¬ 
zioni; MathMate, un buon programma matematico che sarà utile a molti stu¬ 
denti. 


a curo del Team OS/2 Italia 


FTP Browser 1.6 

• Genere: ftp Client, shareware 
(23$) 

• File: ftpbr16.zip 439kB 

• Autore: Jason Rushton 
(rush |ton(a)netcom~cà1 

• Reperibilità Internet: 
http://hobbes.nmsu.edu/os2/ 
internet/ftp 

• Reperibilità BBS:Running 
with thè devii e molte altre 


• Autore recensione: Jurgen 
Assfalg |(vigo(g)treenet.hut.ti1 

Internet è nota 
ormai a tutti, e fra i moltissimi servizi 
che ci vengono offerti, uno dei più 
interessanti è sicuramente il File 
Transfer Protocol (acronimo FTP). Con 
esso possiamo procurarci file di qual¬ 
siasi tipo, dai documenti ai programmi 
shareware, dai suoni alle immagini e 
via discorrendo. Per poter però usufrui¬ 
re di questo servizio è necessario un 
programma apposito: il Client ftp. 

OS/2 Warp 4, in quanto Client di 
rete per eccellenza, da questo punto di 
vista è sicuramente ben attrezzato, 


giacché offre almeno tre soluzioni, 
dalla semplice linea di comando alla 
meravigliosa integrazione nella WPS. 
Quest'ultima soluzione è senz'altro la 
più interessante perché permette di 
lavorare in maniera molto intuitiva con 
il mouse e non richiede la conoscenza 
degli arcani del Client a riga di coman¬ 
do, le cui sintassi sono state ereditate 
dal mondo UNIX. 

Tuttavia la soluzione non si rivela 
molto vantaggiosa per chi si collega ad 
Internet per mezzo di una normale 
linea telefonica commutata: non vi è 
infatti modo di tenere sotto controllo lo 
stato di un trasferimento in corso, sia 
che si voglia conoscere la velocità 
della connessione sia che ci interessi 


356 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 








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PD SOFTWARE ■ 



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F:/cun/ftp/Interne nuirtvcm zip 
F : /cu*/ 1tp/Interne H5?OH .Off 
F:/com/ftp/Interne pli «| m :> . zip 
F:/coMt/ftp/Interne pnnIV./lp 
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^a|sj^iai©IHMl®JEEloj 


Vigo punir t wwilUbylfi 


F:/co—/ftp/Inti 


la percentuale di dati già tra¬ 
sferiti. 

Per questo motivo conti¬ 
nuano a fioccare validissime 
proposte dal mondo dello sha¬ 
reware, e fra queste vorrei 
segnalare FTP Browser. 

Le caratteristiche che lo 
rendono particolarmente inte¬ 
ressante sono molteplici, a 
cominciare dalla sua interfac¬ 
cia grafica. Nella finestra prin¬ 
cipale si distinguono tre zone: 
il menu e la toolbar, l'elenco 
dei siti e quello dei gruppi in 
cui detti siti possono essere 
raccolti per mantenere un 
certo ordine. L'uso dei menu 
è praticamente nullo, visto 
che si può accedere alle varie 
funzioni attraverso i bottoni 
della toolbar oppure acceden¬ 
do ai menu a tendina con il 
tasto destro del mouse. A 
seconda dei gusti possiamo 
disabilitare il menu e/o la barra 
degli strumenti. 

Con un semplice doppio 
click si crea la connessione — ~a 
con il sito desiderato e quindi 2 

si ottiene una nuova finestra 
in cui sono visualizzati i vari 
archivi, esattamente come se 
fosse una cartella della WPS di OS/2 
(visualizzazione dettagli) arricchita con 
qualche iconcma colorata Attraverso la 
toolbar o i menu, o semplicemente tra¬ 
scinando il file in una cartella del siste¬ 
ma locale, possiamo dare inizio al tra¬ 
sferimento. Una volta iniziato un tra¬ 
sferimento compare una finestra in cui 
e evidenziato lo stato, sia con del testo 
che con una barra grafica. 

FTP Browser dispone anche della 
funzione di résumé: questa permette 
di riprendere il trasferimento di un file 
precedentemente interrotto (magari a 
causa di un disturbo sulla linea). 
Questa funzionalità risulterà sicura¬ 
mente la salvezza per coloro che. per 
la forma di contratto con il provider, 
non posso restare collegati ad Internet 
oltre un certo limite di tempo. Nelle 
impostazioni del programma si può 
decidere quale debba essere il com- 



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16-12-2) 2*26 


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The ftAcwftg file s»e*dv envv 


portamento predefinito: oltre al résu¬ 
mé sono previste la sostituzione o la 
ridenominazione dell'archivio. 

La funzione di ■coda" (queue). inol¬ 
tre, permette una gestione ancora più 
intelligente delle sessioni ftp in quanto 
ci viene offerta la possibilità di compi¬ 
lare una specie di lista della spesa 
mentre si va a giro per un sito e quindi, 
giunti alla cassa, si trasferiscono in 
blocco tutti i file. Resta sottinteso che 
tale lista è completamente modificabi¬ 
le finché non si inizia il trasferimento. 

Ovviamente il programma gestisce 
anche più connessioni, allo stesso ser¬ 
ver, oppure a più siti differenti Sono 
possibili anche i trasferimenti da server 
a server, semplicemente trascinando i 
file da una finestra all'altra. 

Fra le altre funzioni vorrei segnalare 
quella che permette la connessione 
immediata a tutti i siti contenuti nella 


stessa cartella, la possibilità di sondare 
la velocità di connessione con un sito 
con il comando ping premendo un solo 
bottone, la configurazione di firewall 
per una maggiore sicurezza del siste¬ 
ma, la personalizzazione individuale per 
ogni sito. E ancora: trasferimenti ricor¬ 
sivi di intere directory, sincronizzazione 
fra sistema locale e remoto (interes¬ 
santissimo per gli utenti di laptop), 
esecuzione automatica di un program¬ 
ma al termine del trasferimento, visua¬ 
lizzazione di file testo e del contenuto 
di archivi compressi. 

Insomma, il programma offre una 
gamma molto ampia di funzioni per 
soddisfare tutte le esigenze, dalle piu 
banali alle più avanzate II tutto condito 
da un'interfaccia intuitiva e moderna, 
in perfetta sintonia con il modo di ope¬ 
rare della WPS. Un must per lo scarica¬ 
tore folle.. 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


357 


















































■ PDSOFTWARE 


Initor 2.0 

• Genere: editor per i file INI, 
freeware 

• File: initor20.zip 70Kb 

• Autore: Jobst Schmalenbach 

• Reperibilità Internet: 
(ftp://hobbes.nmsu.edu) 

• Reperibilità BBS. Running 
with thè Devii (2:331/205 
0363-303567) 

• Autore recensione: 
Alessandro Cantatore 

La complessità 
derivante dall'essere un sistema opera¬ 
tivo ad oggetti, ha comportato la neces¬ 
sità per OS/2 di usare dei file di inizializ- 
zazione in formato binario piuttosto del 
semplice formato ASCII dei file di inizia- 
lizzazione, per esempio, della nota shell 
grafica del DOS: Windows. Questo per¬ 
mette al sistema ed ai programmi di 
accedere ai dati con efficienza molto 


maggiore, ma impedisce all'utente di 
accedere direttamente alle impostazio¬ 
ni dei vari programmi o del sistema 
stesso, 

Tutto ciò spesso non rappresenta un 
problema perché attraverso il "Blocco 
impostazioni' dei vari oggetti possiamo 
controllare tutti i parametri necessari 
nell'uso normale, o se abbiamo un 
minimo di conoscenza del potente lin¬ 
guaggio di scripting incluso nel siste¬ 
ma, il REXX, possiamo usarlo per una 
più completa interazione con i vari 
oggetti. 

Quando ci troviamo di fronte a qual¬ 
che strano problema, può comunque 
essere utile esaminare direttamente i 
vari parametri presenti nei file di inizia- 
lizzazione del sistema, OS2.INI e 
OS2SYS.INI, o delle singole applicazio¬ 
ni. Se poi abbiamo lo spirito dell'hacker 
e ci piace scoprire i più piccoli segreti 
del sistema operativo, troveremo 
numerose fonti di ispirazione per i 
nostri esperimenti in questi file. Un nor¬ 
male editor esadecimale sarà tuttavia di 
scarsa utilità perché i dati non sono 
organizzati in modo sequenziale, ma in 
modo gerarchico, divisi cioè in 'applica¬ 
zioni" che a loro volta sono divise in 
"key". 


Initor 2.0 è una semplice applicazio¬ 
ne, dall'interfaccia scarna e forse non 
troppo gradevole, che però permette di 
interagire abbastanza facilmente con i 
vari file INI, essendo organizzata nel 
modo più logico con vane finestre che 
rappresentano: 

- l'elenco delle "applicazioni", 

- l'elenco delle "key" associate all'ap¬ 
plicazione selezionata, 

- i dati relativi alla "key" selezionata, 
visualizzati sia nel formato esadecimale 
che in quello ASCII. 

Sopra le finestre c'è la solita barra 
dei menu cui si affiancano, nel rispetto 
della tradizione OS/2, diversi menu con¬ 
testuali. 

Diverse sono le operazioni possibili 
sul file visualizzato. Oltre all'onnipre¬ 
sente menu "File" che ci permette di 
selezionare lo 'User Profile' (OS2.INI), il 
'System Profile' (OS2SYS.INI) o qual¬ 
siasi altro file INI, e alla consueta possi¬ 
bilità di editazione in formato ASCII o 
binario, sia dei nomi delle 'applicazioni' 
che delle 'key' e dati relativi, è possibile 
copiare o importare singole applicazioni 
o key in (o da) un differente file INI 

Nel caso ci siano informazioni relati¬ 
ve ad applicazioni che abbiamo provve¬ 
duto a cancellare dal disco fisso possia¬ 
mo tranquillamente cancellar¬ 
le cosi da avere un file INI più 
'snello". 

Per l'installazione del pro¬ 
gramma è sufficiente scom¬ 
pattare l'archivio in un'apposi¬ 
ta directory, creando poi una 
copia collegata o un apposito 
oggetto programma sulla 
'Scrivania', sul "Pannello di 
avvio" (o Launchpad, o Toolbar 
come è stato "ribattezzato' in 
Warp 4.0) o sul Warp Center. 
Agendo sul blocco imposta¬ 
zioni di lmtor.exe possiamo 
associare ad esso tutti i file 
con estensione ".INI, così 
sarà sufficiente un doppio 
click sull'icona del file per 
avviare una sessione di edita¬ 
zione. 

In conclusione Initor è un pro¬ 
gramma essenziale, privo di 
abbellimenti estetici come 
barre di pulsanti o di funziona¬ 
lità avanzate di altri program¬ 
mi, come ad esempio 
Multimaint, ma tutto ciò è 
ampiamente compensato dal¬ 
l'estrema facilità di uso e "last 
but not thè least" dal fatto che 
è completamente gratuito. 




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358 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


























































PD-SOFTWARE ■ 


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Intoptation modo- Oidi lo drago 


MathMate v. 1.1 

• Genere: 

programma matematico 

• File: mathmate.zip (278KB) 

• Autori: E.Berzugly. 

S.Golovko, A. Russakovskii 

• Reperibilità Internet: ftp-os2. 

cdrom. com:/pub/os2/math/ 

• Autore recensione: 
Alessandro Mascherpa 

l lcreQQI 2(g>cdcsun cdc pol| 

mi.it) 

MathMate, più 
che un generico programma matemati¬ 
co, lo si può inquadrare come un assi¬ 
stente affidabile per il calcolo numeri¬ 
co, dal più semplice al più complesso. 
Questo programma, usabile da un 
ampio spettro di utenti, è in grado di 
calcolare espressioni, integrali, somma¬ 
torie parziali e risolvere numericamente 
equazioni. 

L'installazione è semplicissima: si 
scompatta l'archivio e si esegue il pro¬ 
gramma di installazione. Questo prov¬ 
vede a copiare i file necessari nella 
directory indicata a creare sulla scriva¬ 
nia una cartella contenente le icone del 
programma e della documentazione in 
linea. 

Come si può vedere anche dall'im¬ 
magine. MathMate si presenta con una 
finestra non ridimensionabile, menu a 
tendina e barra dei suggerimenti. Si 
può notare nella parte superiore della 
finestra il lungo campo dove inserire le 
espressioni e le icone che permettono 
di scegliere il tipo di elaborazione da 
effettuare. Nella parte inferiore sono 
presenti: una finestra dove inizializzare i 
parametri delle espressioni, una fine¬ 
stra dove sono riportati i risultati delle 
operazioni e due keypad. Questi ultimi 
permettono di scrivere le espressioni, 
nel campo di immissione, usando solo 
il mouse. I due tastierini visualizzano 
rispettivamente: i numeri da 0 a 9 e le 
quattro operazioni oppure i simboli di 
alcune costanti, quello di sinistra, e 
delle funzioni elementari oppure delle 
funzioni speciali, quello di destra, In 
mezzo campeggia un pulsante con la 
scritta 'Do it!" per eseguire i calcoli 
impostati. 

Nel programma sono predefinite 


costanti come la carica dell'elettrone, la 
velocità della luce o la costante di 
Plank. Le funzioni preprogrammate si 
dividono in: elementari, come le trigo¬ 
nometriche e logaritmiche, ed in com¬ 
plesse, come la funzione errore o le 
funzioni di Bessel e Legendre (queste 
ultime sono introdotte, nell'aiuto in 
linea, con la classica notazione mate¬ 
matica). 

I metodi di calcolo, a cui si era 
accennato precedentemente, permet¬ 
tono: la valutazione di espressioni, l'in¬ 
tegrazione numerica, la sommatoria 
parziale numerica e la risoluzione 
numerica di equazioni Vediamoli breve¬ 
mente. 

Se si deve risolvere un'espressione 
è sufficiente inserirla nel campo di 
immissione e cliccare sul pulsante "Do 
iti". Se invece si vuole risolvere numeri¬ 
camente un integrale (che deve essere 
unidimensionale ad una variabile), si 
fornisce al programma la funzione da 
integrare, gli estremi d'integrazione e... 
"Do iti". Si otterrà il risultato, in una pre¬ 
cisione voluta dall'utente, accompagna¬ 
to da una stima dell’errore commesso. 
Per il calcolo della sommatoria il proce¬ 
dimento è del tutto analogo all'integra¬ 
zione. Nell'ultimo dei quattro metodi di 
calcolo elencati, la risoluzione numerica 
di un'equazione, il procedimento da 
seguire è del tutto analogo ai prece¬ 


denti. Qui, invece di fornire gli estremi 
di integrazione, si indica l'intervallo in 
cui cercare la radice. 

Concludendo, il motore di calcolo 
(scritto in C, mentre l'interfaccia grafica 
è scritta in VREXX) ci è sembrato molto 
buono. Le operazioni sono fatte usando 
numeri in notazione floating pomt ad 80 
bit che permette di avere una buona 
velocità ed una elevata precisione 
Utile ed interessante è la possibilità di 
avere una stima dell'errore dei calcoli 
eseguiti. Si è inoltre apprezzato un vali¬ 
do aiuto in linea, arricchito con delle 
pagine 'How to ..." per una veloce riso¬ 
luzione dei problemi che si incontrano 
al primo approccio con il programma. 

E' un po' deludente l’interfaccia 
uomo-macchina che sembra essere 
solo una semplice trasposizione in 
ambiente grafico di un programma nato 
per l'interfaccia a caratteri, tipica di 
alcuni anni fa. Anche l’impossibilità di 
poterlo programmare o di creare nuove 
funzioni, partendo da quelle già presen¬ 
ti, ha in parte deluso. 

Tutto sommato, questo programma 
sarà sicuramente apprezzato da chi ha 
bisogno di una pronta risoluzione 
numerica di espressioni, dalle più sem¬ 
plici alle più complesse. 


MS 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


359 

































coordinamento di Andrea de Prisco 


FreeHand Graphic Studio 7.0 

Seconda parte 

di Raffaello De Masi 



La signorina Barbieri, insegnante di 
matematica del periodo delle mie scuo¬ 
le medie, anziana professoressa terrore 
dell’Istituto "E. Cocchia” di Avellino, 
era pressoché realizzata in acciaio al 
carbonio. Verso noi allievi nascondeva 
(come al solito si scopre dopo diversi 
anni) un cuore d'oro e un affetto degni 
di un'amorevole madre, riferendosi for¬ 
se proprio a se stessa soleva dire che il 
meglio delle cose non è quello che, al 
primo impatto, appare. Questo poteva 
essere anche vero, ma riusciva a terro¬ 
rizzarci solo guardandoci: con una sem¬ 
plice occhiata ci levava la pelle e ci fa¬ 
ceva rimpiangere di non essere in qual¬ 
che altra sezione. A me faceva maledi¬ 
re il giorno in cui mio padre, d'accordo 
con ('allora preside Cillo, aveva deciso 
di mandarmi nella famigerata sezione 


"C", dove insegnava, nell'area umani¬ 
stica, il professor Sauro (dal significati¬ 
vo nome di Nazario, quasi a ricordarci 
che da quella classe si usciva o pro¬ 
mossi, o impiccati). Fatto sta che è a lei 
che devo il mio amore per la matemati¬ 
ca e il fatto che abbia poi saputo affron¬ 
tare all'università, io che provenivo dal 
liceo classico, discipline scientifiche 
senza sentirmi mai inferiore ad altri stu¬ 
denti che giungevano da scuole che 
prevedevano studi matematici ben più 
avanzati e puntuali. 

L’altra volta mi sono lasciato un po' 
andare nelle lodi di FreeHand, anche 
perché stavo parlando di un pacchetto 
che mi ha accompagnato, nel mio lavo¬ 
ro per la rivista e anche nel mio impe¬ 
gno professionale, fin dalla prima relea- 
se. Il pacchetto è eccezionale, manco a 


FreeHand Graphic 
Studio 7.0 


Macromedia Ine. 1996 

60D Townsond Si 

San Francisco. CA 94103 
USA 

Distribuito in Italia da: 

Modo srl 

Via Masaccio, 17 -41100 Fleggio Emilia 
Tel 0522 - 504111 

Prezzo UVA esclusal 

llaliano 1. 1 699.000 


dirlo, ma gli add-in che la versione 7 
contiene sono, per certi versi, molto 
più entusiasmanti e divertenti di quanto 
offerto dal pacchetto che dà il nome al 
gruppo. FH, in questa versione 7, è in¬ 
fatti solo la punta dell'iceberg di un am¬ 
biente raffinato e potente, che, guarda 
caso, appare sulle pagine di questa ru¬ 
brica immediatamente dopo un suo di¬ 
retto concorrente, il Corei Suite che si 
propone come nuovo standard nell'area 
della grafica DTP, con l'intenzione di 
emulare il successo di cui già gode in 
area Windows. 


Gli add-in di FreeHand 

Veramente definirli add-m è abba¬ 
stanza riduttivo In pratica si tratta di 
ben tre pacchetti dotati di propria per¬ 
sonalità, indipendenti tra loro nelle fun¬ 
zioni e nella gestione e complementari 
a FH nel creare un ambiente grafico 
raffinato, elegante ed estremamente 
potente, che necessita solo di un wp 
funzionale per rappresentare un'insula 
grafica del tutto autosufficiente I pac¬ 
chetti aggiuntivi sono quattro, cosi rap¬ 
presentati: 

- Extreme 3D. un pacchetto di grafi¬ 
ca tridimensionale avanzata, che rap- 


360 


MCmicrocomputer ri. 174 - giugno 1997 










presenta un "3D Authoring Tool" di 
grande pregio per realizzare disegni, 
immagini multimediali, e materiale de¬ 
dicarle a Internet; 

- xRes. un potente tool per creare, 
stampare e realizzare immagini compo¬ 
site per diversi ambienti, con elezione 
verso Internet, Attraverso di esso si 
preparano e realizzano immagini per si¬ 
ti WEB, anche attraverso tecniche di 
drag&drop fra programmi di grafica 
esterna; inoltre il pacchetto permette 
di modificare e customizzare foto e im¬ 
magini in maniera rapida e intuitiva, e 
di pubblicare immagini in WEB usando 
ShockWave; 

- ShockWave, appunto, è un pac¬ 
chetto (che può essere considerato di 
supporto o stand-alonel che trasporta 
in ambiente WEB immagini vettoriali, 
ma che permette di inserire anche im¬ 
magini bitmap, font anti-aliased, imma¬ 
gini 3ti prodotte da altre applicazioni; 

- FontoGrapher. un "old favorite", 
come dicono negli States; esso incor¬ 
pora un potente motore per la realizza¬ 
zione, la modifica e l'editing di font; 

- infine il package incorpora una lus¬ 
suosa libreria di immagini di diverso ti¬ 
po e formato, e un nutrito gruppo di 
font superbamente realizzate, oltre a 
una completa collezione di tessiture e 
di motivi grafici da utilizzare nei pro¬ 
grammi già descritti 

L'installazione è, come al solito, affi¬ 
data ai cinque CD presenti nella pesan¬ 
tissima e robusta scatola che custodi¬ 
sce anche i manuali. Questi sono realiz¬ 
zati tutti comunemente adottando la 
tecnica deH'Using..., vale a dire che 
ogni fascicolo-volume è insieme tuto- 
rial e manuale di riferimento. I volumi 
sono realizzati (poteva mai non essere, 
visto che si tratta di programmi proprio 
a questo dedicati) in una grafica estre¬ 
mamente accattivante e hanno il gran¬ 
dissimo pregio di riuscire a esaurire, in 
non piu di una o due pagine, l'argomen¬ 
to specifico, dando chiare e brevi spie¬ 
gazioni delle tecniche da adottare Ov¬ 
viamente le tecniche di installazione 



La finestra minate di 
delaull. con il working 
piane al centro dello 
schermo, la camera a 
destra e le luci con la 
direzione del lascio 
della parabola 



sono due. Se si desidera utilizzare tutto 
l'ambiente in maniera professionale e 
continuativa, occorre dedicare un bel 
po' del nostro CD all'installazione com¬ 
pleta (almeno un centinaio di Mb per i 
soli programmi, senza tenere conto 
delle immense librerie; queste, in ogni 
caso, conviene tenerle sul CD; se il dri¬ 
ver ò sufficientemente veloce, esse 
possono essere attinte direttamente 
senza grandi problemi). 

Il re di queste applicazioni è senza 
ombra di dubbio Extreme 3D; ambiente 


grafico tridimen¬ 
sionale dell'ultima 
generazione, com¬ 
prende quanto di 
più raffinato ed 
elegante si sia vi¬ 
sto finora in que¬ 
sto genere di appli¬ 
cazioni. Realizza¬ 
zione del modello 
in pianta o sezio¬ 
ne, estrusione, ap¬ 
plicazione di om¬ 
bre e tessiture, 
rendering è, per 
quanto possibile, 
qui reso agevole e 
intuitivo attraverso 
una interfaccia pra¬ 
tica e rapida da im¬ 
parare. Occorre te¬ 
nere conto anche, e questo vale per 
tutti i pacchetti, che, accanto ai manuali 
realizzati con la tecnica monctematica 
di cui si è detto, esiste un help in linea 
molto ben realizzato che, in maniera ra¬ 
pida ma rigorosa, fornisce dirette infor¬ 
mazioni su quanto si sta facendo e su 
come fare per giungere al risultato de¬ 
siderato. 

Il principio di funzionamento di E3D 
è presto detto; l'ambiente iniziale è rap¬ 
presentato dalla solita finestra abbinata 
a una palette. Ma la finestra, ad onta 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


361 





















































































Il piano di lavoro, evidenziato da una 
griglia quadrata, è sempre presente nel 
workspace; lo sì può nascondere, ma 
resta sempre il punto di riferimento 
dell'immagine e del disegnatore Inol¬ 
tre è dotato di un sistema di automatic 
ad]ustment. Una volta che si è, quindi, 
realizzata una immagine, che so, un 
quadrato o un cerchio, entra in funzio¬ 
ne il potente motore tridimensionale, 
offrendo passo passo i suggerimenti 
necessari per passare dall'immagine 
2D a quella 3D. 

Immaginiamo adesso di aver estru¬ 
so il nostro cerchio trasformandolo in 
un cilindro. E' arrivato il momento di 
utilizzare la seconda potente opzione; 
regoleremo cosi il punto di visuale, che 
ci farà orientare nello spazio il modello 
appena creato per organizzarlo nella 
posizione voluta 

A questo punto il pacchetto mette a 
disposizione il ground-piane, il piano di 
appoggio dell'oggetto su cui lo stesso 
può essere mosso, trascinato o. ancora 
una volta, ruotato. 

Certo, detta cosi è dura, ma è piu 
semplice di quanto sembri II tutorial 
guida, passo passo, alla realizzazione di 
un oggetto in 3D (in particolare un pu¬ 
pazzetto dotato di una molla d'appog¬ 
gio) attraverso la costruzione delle sin¬ 
gole parti (il cilindro di custodia, la testa 
sferica dell'oggetto, i particolari della 
stessa, gli accessori, come la manica 
del contenitore o la molla di sostegno). 
Creare l’oggetto, in una mezz’ora di la¬ 
voro, è possibile anche per chi, di 3D, 
non sa neppure l'esistenza e non cono¬ 
sce le tecniche. 


La finestra delle prete- 
reme. tra cut. eviden¬ 
ziata. Quella dell’anima¬ 
zione 


delle sue dimensioni, è un workspace; 
al centro di esso c'è il piano di lavoro (il 
ben noto working piane) che fornisce 
una griglia da utilizzare come superficie 
di riferimento per il disegno. Tutto ciò 
che si vede sullo schermo è più che 
sufficiente per creare oggetti 3D e as¬ 
semblare modelli per lo stesso. 

Intendiamoci in un'altra maniera; 
quando si sceglie un tool e si realizza 
un disegno su una superficie di lavoro, 
sembra di lavorare su una superficie 
piatta (e niente impedisce di utilizzare 
questa superficie per disegno in 2D). 
Ma ci si accorge presto che si stanno, 
invece, disponendo oggetti in uno spa¬ 
zio in tre dimensioni (che, sovente, in 
gergo informatico, viene definito 
3Dworld-Mondo tridimensionale). Una 


volta realizzato l’oggetto in pianta o se¬ 
zione si può guardare a questo da ogni 
angolo e cambiare la sua posizione e 
orientamento secondo i tre assi carte¬ 
siani. 

Infatti, sebbene lo schermo visualizzi 
l'immagine come presente su una pagi¬ 
na piatta, è opportuno pensare a essa 
come a una vista su un mondo in 3D; 
oltre lo spazio e la superficie di lavoro il 
mondo 3D si estende indefinitamente 
m tutte le direzioni; il piano di lavoro ap¬ 
parirà sempre come una superficie sta¬ 
zionaria, ma può essere spostato libe¬ 
ramente nel mondo 3D, posizionandolo 
e orientandolo secondo il capriccio 
dell'utente. 


362 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 






































































































































Pensate che sia finito? Manco a dir¬ 
lo! Il pupazzetto che abbiamo creato è 
montato su una molla, che, per suoi 
compiti istituzionali, deve oscillare. Ec¬ 
co avanzare ancora una volta la tecnica, 
creando animazioni autocostruite e ge¬ 
stite (basta solo assegnare il "path", il 
percorso dell'animazione, come posi¬ 
zione finale e iniziale o come pure posi¬ 
zioni intermedie). Addirittura l'esempio 
visualizza non solo il salto del pupazzet¬ 
to dall'interno del contenitore, ma an¬ 
che l'apertura del coperchio della sca¬ 
toletta cilindrica stessa; anche per que¬ 
sta non è necessario ricorrere a chissà 
quali tecniche complesse di successio¬ 
ne di fotogrammi. Basta assegnare 
l'immagine iniziale e finale e il program¬ 
ma costruirà tutta l'animazione gesten¬ 
do tra l'altro le prospettive dei pezzi in 
movimento, ad esempio se questi non 
sono perfettamente ortogonali alla vi¬ 
suale dell'osservatore 

E non è certo finita; da buoni emuli 
di Cecil De Mille, ci piace lavorare con 
le luci perché il nostro pupazzo passi 
da una atmosfera giocosa a una se¬ 
quenza fumosa e onirica degna di Fritz 
Lang. Eccoci quindi a giocare con il 
controllo delle luci, con i colori di fon¬ 
do. con le ombre e i giochi di riflesso 
sulle superfici stesse. Povero Walt Di¬ 
sney, che cinquant'anni fa doveva di- 


Ambiente raffinato ed sle- 
^ gante, potente senza essere 
Q 1 complesso, offre mezzi intu- 
fy ; itivi e ben integrati per rea- 
2* i lizzare, dal nulla, grafica di 
! eccellente livello Modulo 3D 
potente e discretamente ve¬ 
loce. ben integrato e riferibile 
all'applicazione principale 
Possibilità di inserire, in una 
pagina WEB, materiale sofisticato e di prezio¬ 
sa fattura 

Editor di caratteri rappresentante il punto di 
riferimento di altri pacchetti del genere 


o 
m oc 


Applicazioni, specie quelle 
relative al 3D, estremamente 
affamate di memoria 
I risultati migliori, in termini di 
rapidità e di praticità d'uso, 
sono ottenibili solo su 
macchine di classe elevata 



.a selezione a quattro 
/iste, utile per lavora- 
e sullo stesso ogget- 
o da punti di vista di 
tersi, sema muover- 
o. 


Alcuni controlli di am¬ 
biente, tra cui luci, tes¬ 
siture, materiali, viste e 
illuminazione. 



segnare i suoi cartoon immagine per 
immagine. Naturalmente la riflessione 
su un punto dell'oggetto ha caratteri¬ 
stiche diverse dalla luce che illumina 
l'oggetto stesso. E allora ecco la no¬ 
stra brava finestra, che consente di cu- 
stomizzare l’intensità, l’angolo di cono, 
l'ombra, l'assorbimento della luce da 
parte della superficie. E gli effetti sono 
direttamente e automaticamente legati 
anche alle caratteristiche della luce 
che illumina. Cosi avremo differenze 
se si usa luce naturale, luce di teatro, 
presenza di polvere o foschia e cosi 
via. 

Ma ci siamo dimenticati del meglio, 
come disse il signore che entrava nella 
casa d’appuntamenti Gli oggetti non 
hanno superfici immaginarie, di colore 


neutro, obbedienti alle piU rigorose leg¬ 
gi dell'ottica Gli oggetti sono fatti di 
materia, con tutte le sue caratteristi¬ 
che e imperfezioni. E allora, ecco nel 
primo caso andarci ad addentrare nelle 
tessiture, nei materiali, nei colori, nella 
granulosità della superficie. Molte ma¬ 
terie di utilizzo sono già precostruite 
(ad esempio plastica liscia, legno con 
venature, metalli vari), ma niente ci im¬ 
pedisce di abbinare caratteristiche che 
magari in natura non esistono, disegni 
e materiali immaginari, superfici pie¬ 
ghettate o finemente perforate o crate- 
rizzate II nuovo materiale, meraviglia 
della nostra creatività, sara diligente¬ 
mente conservato per una futura utiliz¬ 
zazione. E, sulla bottiglia che avete ap¬ 
pena creato, vi piacerebbe aggiungere 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


363 




































































































una etichetta personalizzata? Nessun 
problema, createla a parte e incollatela 
sul corpo della bottiglia, essa vi si adat¬ 
terà e aderirà. 0 addirittura provate a 
incollarla sulla spalla del collo e vedrete 
cosa succede. 

E cosi siamo arrivati alla fase finale, 
quella del rendering. Esso può essere 
applicato a un solo fotogramma o a tut¬ 
ta l'animazione. Come al solito, è que¬ 
sto il tallone d'Achille di tutte le applica¬ 
zioni 3D, in forma di tempi anche piut¬ 
tosto lunghi di realizzazione, E3D non 
fa certo eccezione e fa sicuramente ri¬ 
cordare quanto raccomandato sulla co¬ 
pertina nelle norme di installazione (ne¬ 
cessità di disporre di un PPC o di un 
Pentium, per la versione Windows, ad 
elevata velocità). Certo non si avranno 


Alcuni esempi, traiti 
dalle librerie tornite col 
CD 


gli effetti speciali di Toys, ma con una 
macchina polivalente come quella delle 
nostre scrivanie, è già un buon essere 
soddisfatti. 


Macromedia xRes 3.0 

Pregevole pacchetto di fotoritocco e 
di postproduzione. xRes ha avuto su 


364 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 





















































queste pagine già ampia ospitalità nelle 
versioni precedenti. Oggi, alla versione 
3, offre numerose più avanzate caratte¬ 
ristiche. migliorative di quelle già pre¬ 
senti. e nuove feature cosi riassumibili: 

- possibilità di lettura diretta di file 
Photoshop, di manipolazione di succes¬ 
sivo salvataggio nel formato d'origine, 
preservandone gli attributi; 

- possibilità di acquisire file EPS. at¬ 
traverso una interfaccia appositamente 
realizzata IPS RipLink Acquire Interfa¬ 
ce). attraverso cui rasterizzare un file 
PostScript incapsulato, manipolarlo se¬ 
condo le proprie esigenze e salvarlo nel 
formato originario o nella serie di forma¬ 
ti esportabili a disposizione del pacchet¬ 
to; 

- manipolazione di mappe di immagi¬ 
ni destinate a WWW; si possono cosi 
creare intere mappe con aree multiple 
che un utente può usare cliccandole per 
attivare hyperlink; 

- nuovo e avanzato controllo dei fat¬ 
tori di anti-aliasing, controllo che può 
essere formalmente "spento" usando i 
tool Wand, Bucket e Testo. Oggi que¬ 
sta caratteristica è disponibile anche 
per i tool Pen. Lasso ed Ellisse; 

- nomi degli oggetti nella palette dei 
canali: per rendere più chiaro e imme¬ 
diato quali canali si stanno usando, la 
relativa finestra oggi mostra il nome 
dell'oggetto attivo; 

- resettaggio dei box di dialogo, quan¬ 
do, dopo una serie di settaggi si doves¬ 
se decidere di ritornare a quelli di par¬ 
tenza. o, magari, solo di visualizzarli per 
controllarne le differenze; 

- memorizzazione degli ultimi quattro 
file utilizzati, per una scelta rapida degli 
ultimi lavori recentemente adottati; 

- gestione completa delle tecniche di 
drag&drop da e verso altre applicazioni 
supportanti l'oggetto trascinato; 

- editing diretto, attraverso xRes, di 


immagini bitmap 
presenti in un fo¬ 
glio FreeHand 
Parlare di xRes 
è per la verità ab¬ 
bastanza semplice. 

se appena appena si è imparato a usare 
Photoshop, anche solo nelle varie ver¬ 
sioni Lite incluse diffusamente in tanti 
pacchetti. Il principio di funzionamento 
è più o meno simile, e rimandiamo il let¬ 
tore alla prova più ampia ed esauriente 
delle precedenti versioni. Ritroviamo la 
pratica interfaccia articolata su finestre 
e cartelle con categorie di scelta, l'uso 
di filtri sofisticati e avanzati tra cui gli 
effetti metallico, silhouette, techno (che 
inserisce un rumore di fondo e una di¬ 
storsione definibile dall'utente), borda¬ 
tura (in cui l'outline delle immagini vie¬ 
ne arricchita da un sottile filetto dal co¬ 
lore predefinito), saturazione separata 
dei colori. Il tutto può essere eseguito, 
come al solito, su tutta l’immagine o 
definendo una maschera, vera e propria 
area di clippmg in 
cui limitare gli ef¬ 
fetti. Anche in que¬ 
sto pacchetto la 
tecnica di manipo¬ 
lazione dei canali si 
fa sofisticata e pre¬ 
cisa, supportata da 
un manuale rapido 
da consultare, che 
non tralascia nep¬ 
pure di fornire 
informazioni di ba¬ 
se per chi non co¬ 
nosce la materia. 

Un altro capitolo 


permette di creare o modificare brush e 
texture, con una serie di layout predefi¬ 
niti di grande effetto e interesse; a brac¬ 
cio ricordiamo gli effetti buccia d'aran¬ 
cio, feltro, spugna, rete metallica, neb¬ 
bia, acquerello, superficie pellucida e 
traslucida, ma la particolarità interessan¬ 
te è data dal poter definire le caratteri¬ 
stiche di base dell'effetto stesso desi¬ 
derato. Tanto per perdere tempo e con¬ 
segnare l'articolo in ritardo come al soli¬ 
to, ci siamo messi a creare impasti vari 
per il fondo della scrivania, o sfondi, cie¬ 
lo, terreni da importare in altri pacchetti 
come KTP. 

Dopo un tutorial abbastanza comple¬ 
to, giustamente il manuale offre una 
rassegna esplicativa abbastanza precisa 
e particolareggiata delle nuove caratteri- 


MCmìcrocomputer n. 174 - giugno 1997 


365 

























































none 


m lilf Idi» Uipu» Srlect Modlfy Itfed» Hlrat UMndou. H47Q»ft>) 0? & X B 


EBEBffl 


msm 


InKanKI 


stiche, approfittando di questa trattazio¬ 
ne per ricordare concetti di carattere 
generale o altri patrimonio delle versioni 
precedenti. Ma la cosa più interessante 
è il nuovo orientamento di questo pro¬ 
gramma verso Internet e verso le esi¬ 
genze sempre più avanzate realistiche 
degli utenti e dei progettisti delle pagi¬ 
ne WEB. ShockWave, questo il nome 
della sezione dedicata al problema, per¬ 
mette passo passo, ma con la rapidità 
offerta dai più moderni tool di creazione 
delle pagine attualmente disponibili, di 
realizzare sofisticate pagine con hyper¬ 
link complessi, combinazione di imma¬ 
gini di formato diverso in modo da com¬ 
penetrare esigenze differenziate, indi¬ 
cizzare colori e forme, realizzare imma¬ 
gini trasparenti o link poligonali. Il tutto 


Alcune immagini rica¬ 
vale dal CD di mstalla- 



366 


MCmicrocomputer n, 174 - giugno 1997 































































































































FontoGrapher,un pa- 
kage ben noto ai no¬ 
stri lettori. 


ovviamente eredi¬ 
tando parti o com¬ 
plessi realizzati in 
xRes, con tutte le 
possibilità intrinse¬ 
che (un esempio 
per tutti; le opzioni 
della matita sono 
addirittura una die¬ 
cina) che vanno 
dalla concentrazio¬ 
ne del colore, al 
verso di scrittura, 
alla opacità, alla 
spaziatura delle 
particelle di colore lasciate dal pennello 
o dal carboncino, al bleed (possibilità di 
spandere particelle del colore al di fuori 
del tracciato principale, come avviene, 
talora, con pastelli dalla punta grossa o 
dalla mescola tenera). E' evidente, quin¬ 
di, come sia facile realizzare effetti spe¬ 
ciali sempre più avanzati, vera gioia e 
delizia delle pagine WEB, specie duran¬ 
te il caricamento. 

Prima di chiudere, una occhiatina ai 
filtri; xRes supporta, di serie, una buona 
dose di filtri forniti col pacchetto: blur, 
che può essere gaussiano, di base, in 
movimento o radiale, sharpening, fina¬ 
lizzato al miglioramento del contrasto, 
aggiunta di disturbo (noise-rumore), di¬ 
storsione, dal cilindro fino al fish-eye, 
stilizzazione, diffusione, solarizzazione. 
Ma la cosa più interessante è che xRes 
accetta plug-in realizzati per Photoshop 
da altri produttori, come Kai’s Power 
Tools e Gallery Effects. 


FontoGrapher 4.1 

Pacchetto di tradizioni vecchissime 
(comparve praticamente allappante del¬ 
la prima LaserWriter, la gloriosa I forma¬ 
to vascello da arrembaggio) è l'editor di 
caratteri più sofisticato ed elegante che 
si possa immaginare. Acquistato da Alt- 
sys, che lo aveva realizzato e commer¬ 
cializzato fin dal lontano 1985, è fermo 
alla versione 4 da ben quattro anni, pro¬ 
babilmente perché è ben difficile imma¬ 
ginare nuove caratteristiche da include¬ 
re. Al contrario di pacchetti similari, FG 
è un editor completo di caratteri, siano 


La finestra di editing di 
un carattere, con / relatb 
vi controlli 


essi in bitmap, in ou- 
tline, e in tutti i for¬ 
mati attualmente di¬ 
sponibili, dal più co¬ 
mune TrueType ai 
font vettoriali, e que¬ 
sto nell'ottica di di¬ 
verse piattaforme, 
compreso NEXT e 
SUN. Con FG, di cui 
abbiamo offerto le 
prove di tutte le ver¬ 
sioni, dalla 0.9 (quan¬ 
do era ancora una 
betal fino alla odierna, passando talvolta 
anche attraverso versioni minori, se 
particolarmente interessanti, si possie¬ 
de un controllo completo dei caratteri, 
con possibilità di intervento mirato o 
globale su valori di spessore, inclinazio¬ 
ne, blending, risorse KCHR, inserimen¬ 
to o eliminazione di grazie, utilizzo di 
penne calligrafiche, crenatura automati¬ 
ca e non, autotracing, campionatura di 
caratteri da un documento di scansione, 
per creare scritture personali, e cosi via. 
I font possono essere salvati in tutti i 
formati, e, solo per Macintosh, possono 
essere realizzati font Multiple Master. 
E' possibile, inoltre, costruire caratteri 
di tipo embedded, con visualizzazione 
della scrittura originale anche su mac¬ 
chine che non hanno quel particolare 


font installato in sistema Ancora, è 
possibile realizzare caratteri speciali, 
usualmente inseriti nella codifica da 129 
ASCII in poi, e, grazie alla completa ge¬ 
stione dello spazio utile del carattere, è 
possibile assegnare a un tasto o a una 
combinazione di essi immagini, firme 
elettroniche, o logo di aziende o studi 
realizzati con altri package. 


Conclusioni 

Concludiamo quindi la prova di uno 
dei pilastri del mondo Macintosh affer¬ 
mando. senza possibilità di smentita, 
che FH Graphic Studio è uno dei più po¬ 
tenti strumenti di grafica esistenti al 
mondo. Versatile, utilizzabile egualmen¬ 


te dal professionista e dall'utente occa¬ 
sionale, immediato e oggi anche velo¬ 
ce. dotato di una documentazione tec¬ 
nica, su carta e in linea, di prim'ordme. 
continua la tradizione del primo pac¬ 
chetto che, allorché comparve, stabili, 
de facto, lo standard per questo am¬ 
biente di lavoro Oggi arricchito da un 
motore tridimensionale, da un attento 
orientamento verso il mondo Internet, 
e con, come buona giunta, un pacchet¬ 
to come FontoGrapher, aspetta solo di 
essere sposato a una macchina di leva¬ 
tura elevata per tirare fuori gli artigli e 
dimostrare cosa è capace di fare. Diffi¬ 
cile, davvero, fare di meglio, e con me¬ 
no fatica 

KB 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


367 

















































































Produttore: 

Software Architecls Ine 

19102 North Creek ParkWay «101 

Botheìl, Washington 980 11 -8005 - USA 

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21045 Gazzada Scranna «VAI 
Tel. 0332/870780 

prezzo UVA esclusal L 160 000 


migliora praticamente tutte le prestazio¬ 
ni presenti nei diversi pacchetti, con un 
occhio particolare al mondo di Windows 
95. nel quale alcune delle applicazioni 
nominate si trovano, per essere legger¬ 
mente datate, non proprio a completo 
agio. 


DOS Mounter, cosa fa 
e come funziona 

DM95 monta automaticamente di¬ 
schi DOS sul desktop di Mac. Con que¬ 
sta utility gli utenti Mac posso leggere, 
scrivere, trasferire file DOS, Windows 
3.X e Windows 95 con la stessa meto¬ 
dologia adottata per i file Mac L'inter¬ 
faccia e le tecniche di trasferimento e 
lettura sono del tutto trasparenti. In tal 
modo è possibile: 

- leggere dischi DOS, incluso floppy 
HD, dischi magneto-ottici. Syquest. 
Bernuolli, Zip e Jaz e altri media removi- 
bili; 

- aprire direttamente file DOS. Win¬ 
dows 3.0 e Windows 95; 

- mappare e ricordare estensioni di 
questi tre sistemi operativi, per poter 
lanciare automaticamente le applicazio¬ 
ni Mac corrispondenti o compatibili; 

- "vedere" nomi di file Win95 nella 
loro configurazione estesa, e/o i loro 
equivalenti in formato Mac o DOS; 

- copiare file su dischi DOS per esse¬ 
re usati su un PC. 

- preparare media rimovibili per usarli 
su altre piattaforme. 

In addizione a tutte queste caratteri¬ 
stiche DM95 può creare, su dischi an¬ 
che removibili di adeguata capacità, par¬ 
tizioni destinate ad ambedue i sistemi 


DOS Mounter 95 

di Raffaello De Masi 


Un vecchio adagio dice che il meglio 
è nemico del bene; vero, verissimo, ma 
questa regola si applica poco in infor¬ 
matica. Per la verità io l'ho applicata po¬ 
co anche nella vita; non pensiate con 
questo che io sia uno che riesce a mi¬ 
gliorare qualunque cosa su cui mette le 
mani, per l'amor di Dio. Anzi è il contra¬ 
rio! Generalmente mi imbarco a fare co¬ 
se di cui vedo l'inizio ma la fine è nasco¬ 
sta nella più fitta tenebra, e i esultati ri¬ 
specchiano quasi sempre questa solida 
preparazione di base Ad esempio ho 
deciso qualche settimana fa di sostitui¬ 
re da solo la cinghia di distribuzione del¬ 
la mia Mazda e mi sono ritrovato dopo 
un paio di giorni in ginocchio davanti alla 
macchina implorando la miracolosa Ma¬ 
donna di Montevergine luna famosa ab¬ 
bazia presso Avellino), cui nulla, a quan¬ 
to sapevo, è impossibile, di salvarmi dal 
ginepraio in cui mi ero cacciato, con da¬ 
di sistemati in posti in cui nemmeno 
Biancaneve avrebbe fatto arrivare le 
sue piccole mani, bulloni e copiglie che 


proliferavano senza ritegno, pezzi in più 
sicuramente errore progettuale di que¬ 
gli ignoranti degli ingegneri giapponesi, 
liquidi vari che colavano da ogni parte e 
che, per tapparli, mi facevano sentire 
come il protagonista di quella lettura 
delle scuole elementari che tenta di fer¬ 
mare l'oceano che vuole passare attra¬ 
verso un forellino di una diga nei Paesi 
Bassi. 

Meno male che a qualcun altro le co¬ 
se riescono meglio In questo caso 
Software Architects ha creato un pro¬ 
grammino che migliora le prestazioni di 
altri pacchetti che, in tempi diversi e 
con una cadenza piuttosto regolare, si 
sono già visti e che, come funzione di 
base, avevano lo stesso scopo, che poi 
sarebbe quello di traslare file da e verso 
altre piattaforme, specificamente DOS 
e Windows. La cosa fa tornare in men¬ 
te utility come DOS-Translate, Soft PC, 
PC-Exchange e altri di tal fatta, funzio¬ 
nanti più o meno bene e trasparente- 
mente. DOS Mounter 95 raccoglie e 


DOS Mounter 95 


368 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 



























«■«mirilo ilf l wwlioll» 


Q >CIum* 
0 iw. *.«.* 
0 Tmi*. 

D 

0 




«wtonilon Mopping 


Alcune Finestre di 

Setup del program¬ 
ma 


di periferiche SCSI. In questa ottica è 
da notare una accurata gestione degli 
attributi di partizione (una partizione può 
essere anche esclusa dalla formattazio¬ 
ne e dalla utilizzazione, ad esempio per 
essere usata, in caso di indecisione, in 
un secondo tempo) Queste poi posso¬ 
no essere "locked" e rese read-only, 
né più né meno come quando si apre lo 
sportellino dei floppy Una partizione, 
ancora, può essere resa bootable e il 
contenuto può essere cancellato com¬ 
pletamente senza per questo eliminare 
grandezza e tipo di formato, 

E non basta; DM95 permette di ese¬ 
guire un test accurato del drive e delle 
partizioni, in tre modi diversi; verifica 
ECC (Error Correction Codes), verifica di 
sola lettura, e test distruttivo, in cui un 
pattern viene scritto su disco, viene ri¬ 
letto e poi confrontato con l'originale Di 
ogni test il pacchetto fornisce un report. 
che può essere salvato per un successi¬ 
vo confronto. 


^ Vi $4» 


;o Installer. DM95 

| j è pronto per esse- 

ie utilizzato, esso 

1 è composto es- 

serialmente da 
un INIT e da un 
Pannello di con¬ 
trollo. Il provvedimento è abbastanza si¬ 
mile a quello dei pacchetti della concor¬ 
renza, fatte salve numerose piccole e 
grandi facility, che rendono piacevole la 
vita. Ad esempio, esiste già una lista 
preordinata di estensioni DOS ricono¬ 
scibili e per quelle non presenti non oc¬ 
corre digitare nulla; in una apposita fine¬ 
stra si trascina il file sull'applicazione 
che dovrà aprirlo, e il pannello ricorderà, 
d’ora in poi, la corrispondenza 

DM95 permette di formattare dischi 
MS-DOS usando un motore che non è 
quello del sistema operativo. Ancora, il 
manuale contiene una utile guida di rife¬ 
rimento incrociato tra le estensioni PC e 
i riferimenti [Type] e [creator] specifici 
di Mac. Ancora Multimounter permette, 
finalmente, di gestire al meglio partizio¬ 
ni diverse su dischi esterni e removibili 
ricordiamo, infatti, che purtroppo non 
tutti i driver che accompagnano i media 
sono conformi alle specifiche Apple: 
DM95 formatta e partiziona pressoché 
qualunque memoria di massa secondo 
le più rigide specifiche Mac. Lo stesso 
dicasi per Multiformatter, la bella utility 
per la formattazione, anche composta, 


operativi. Nella utility di partizione è 
compresa anche una routine che testa il 
disco; è garantita l'assoluta integrità del 
trasferimento dei dati. 

Una volta sistemato su disco col soli- 


Sostituisce PC Exchange di 
sistema operativo, offrendo 
qualche opzione in più e una 
libreria di estensioni DOS 
abbastanza accurata 
Buono il supporto via e-mail e 
Internet, dove si può 
scaricare gratuitamente 
l'ultimo upgrade disponibile. 


Conclusioni 

DOS Mounter 95 e una eccellente uti¬ 
lity che sostituisce egregiamente quella, 
analoga, supportata e fornita col sistema 
operativo. E' più efficiente e possiede 
migliori caratteristiche (ad esempio per¬ 
mette, dove possibile, di definire il fatto¬ 
re di interfoliazione tra settori). Comple¬ 
tamente trasparente per l'utente, pos¬ 
siede già numerosi settaggi relativi alle 
estensioni proprie dei più diffusi file MS- 
DOS. Un prodotto di buona qualità che 
rende ancora più pratico l'ambiente di si¬ 
stema operativo. 


Erraticamente si verifica 
qualche conflitto con porzioni 
di Now Utilities, che 
costringono a spegnere 
almeno una di queste CDEV 


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MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


369 










































































































■ PD-SOFTWARE 


coordinamento di Andrea de Prisco 


La scatola musicale 

Da quando il lettore di CD è diventato un elemento standard tra le 
periferiche dei computer si assiste alla strana conseguenza per cui una 
persona, dopo aver speso una fortuna per acquistare un impianto stereo 
di altissima qualità, finisce per ascoltare i CD dalle casse del computer. 
La qualità è generalmente appena appena passabile ed è oltretutto 
offuscata dai soliti rumori che provengono dal ventilatore e dal disco 
interno del Mac. Ciononostante questa esperienza deve essere molto 
diffusa, almeno a giudicare dalla quantità di programmi che vengono 
scritti proprio per gestire il CD interno come Juke Box. 


di Valter Di Dio 



CD Equalizer 

• Genere: Utility Audio. 
Shareware 20$ 

• Nome File: 

digital-equalizer-20-ppc.hqx 

• Autore: Huben Consulting Ine. 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/ 
HyperArchive.html 

Ascoltare un CD 
audio dal drive interno del Macintosh 
può essere nello stesso tempo un’espe¬ 
rienza eccitante e frustrante. Al piacere 
di ascoltare il proprio autore preferito, 
mentre si lavora al computer, si associa 
il dispiacere per un audio ben lontano da 
quello del più economico hi-fi. 

Grazie a questo equalizzatore a 27 
bande le cose possono cambiare note¬ 


volmente. E' pur 
vero che gli alto¬ 
parlanti interni e 
l’amplificazione 
del Mac non 
saranno mai 
"ideali'', ma alme¬ 
no potremo dare 
un po' piu di 
potenza ai bassi e 
un po' di presenza 
ai medi. 

L'uso è imme¬ 
diato. si apre l'e¬ 
qualizzatore e si 
inserisce un CD 
audio. Il mini Pla¬ 
yer incorporato 
permette di ascol¬ 
tare la musica mentre un click sulle 
barre relative alle 27 bande di frequen¬ 
za permette di modificare sensibilmen¬ 
te la gamma audio. Le impostazioni 
preferite possono essere salvate, e poi 
richiamate, grazie ad una comodissima 
pulsantiera con sette preset CD 


Equalizer può funzionare anche in abbi¬ 
namento ad un qualsiasi altro CD- 
Player. La registrazione del programma 
attiva anche la possibilità di filtrare il 
"cantato” e mixare il microfono per 
ottenere un comodo Karaoke da qual¬ 
siasi CD 


370 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 

















PD-SOFTWARE ■ 



CD-Namer 

• Genere: Utility CD-Audio, 
Shareware 5$ 

• Nome File: cd-namer-209.hqx 

• Autore: Christoph Schaffhauser 
(cschaffhauser@datacomm .eh) 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/ 
HyperArchive.html 

Magari non tutti 
se ne sono accorti, ma il lettore di CD- 
Audio che fa parte del System 7 con¬ 
sente di associare a ciascun CD un titolo 
ed una lista dei brani in esso contenuti. 


Al reinserimento del medesimo CD il 
Player riconosce automaticamente il 
CD e ricarica le informazioni relative. 


Effettuare però 
l'inserimento e la 
modifica diretta- 
mente attraverso il 
CD-Player è piutto¬ 
sto scomodo. Con 
CD-Namer potrete 
editare il file che 
contiene l'elenco 
dei CD conosciuti 
dal Player in un 
modo molto più 
naturale e senza la 
necessità di carica¬ 
re il CD nel lettore. 
Potrete quindi 
usare la lista anche 
come archivio dei 
CD e potrete importare ed esportare la 
lista in modo da integrarla con quelle di 
altre persone 


è MPEGAud 

• Genere: Utility Audio. 
Freeware 

• Nome File: mpeg-aud-IO.hqx 

• Autore: George Warner 
)warnerqt@alott.att.com| 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/ 
HyperArchive.html 

Il formato audio 
MPEG si basa su degli algoritmi di 



compressione molto efficienti che 
permettono di eliminare quella parte 


di informazione audio che il nostro 
orecchio non sarebbe comunque in 
grado di percepire. L'algoritmo MPEG 
esiste oggi in tre versioni via via piu 
raffinate, la I, la II e la III Ciascuna con 
una efficienza maggiore ed una qualità 
audio superiore a quella della versione 
precedente. Purtroppo anche la com¬ 
plessità dell'algoritmo aumenta con il 
tipo e quindi questo programma fun¬ 
ziona solo fino all‘MPEG2. MPEGAud 
converte un suono MPEG2 in AIFF e 
viceversa. Grazie al DragSDrop fa 
tutto m automatico. Il guadagno di 
spazio è particolarmente sensibile, la 
qualità audio, almeno sentita dagli 
altoparlanti del Mac. del tutto compa- = 
rabile. 

^..... 


è SndConverter Pro 

• Genere :Convertitore Suoni, 
Shareware 25$ 

• Nome File: 
snd-converter Pro-23.hqx 

• Autore: Dejal Userware 
(dejal@pobox.com) 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/ 
HyperArchive.html 


SndConverter Pro converte in batch 
gruppi di file di suoni da un formato ad 
un altro. Permette di cambiare anche 
la compressione, la frequenza di cam¬ 
pionamento. la parola (8 o 16 bit) e fil¬ 
tra i nomi per adeguarli, ad esempio, al 
formato 8 + 3 del mondo MS-Dos. 
Converte oltre ai soliti AIFF (lisci o 
compressi) e System 7, anche i forma- 
ti di SoundEdit, Sound Mover, 
HyperCard Funziona con il classico 
Drag&Drop ed è possibile trascinare 
altri file sull'icona di SndConverter 
anche mentre sta già processando altri 
suoni. 


A 


(om*i*rtinq a nnqle tound. 
fip«tr «ritti • lonwiwoo fai mal. 

NIFI or NIFI-( Dot umani* 

kTI (Audio Inlmhongr Fik Format.onc round per file) 
_ Sound! dii”’ Documenti 

QJp (round in fcrdal* fcuk.On* round p«- Itk) 

* <\«md por filo) 


O 61 «».M» »«•****« 
u pj tinM.ìpw’Mim. 

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o@| 

□ MOV. augln.l lo Ih. li.ih II lauri.". 

1 Oo"°"V ) 


MCmlcrocomputer n. 174 - giugno 1997 


371 































































■ PD SOFTWARE 


HMD lrtt HoHWfl 



•nord *gump« 


liOik: [F] »o<Je Dui: |p [ fr 
«•ri: [F]nu« [i~]wc [i 1 rr 






Audio CD: 

Irack I» 15:081 
Irock 14 15:121 
link »5 14:261 
lr*ck 16 15:181 
Irack 17 17:541 
Irock 18 12:51» 
Trotk 18 15:52» 
Irock 20 15:721 
Irock 21 12:50» 
Irock 2 2 11:55» 
Irock 25 12:50» 


fio Frole» oocoi 


lampi* Hale: #44100 11/ 
022050 8/ 

o M823 Ut 

lampi* tiro: #16 811 

Oim 



CDToAIFF 

• Genere: Convertitore Audio, 
Shareware 10$ 

• Nome File: cd-to-aiff-12c.hqx 

• Autore: Tim Kask 
|tyra@physik-rzu umzh.chl 

• Reperibilità Internet: 
ht1p://hyperarchive.lcs.mit edu/ 
HyperArchive.html 

Vi sarà senz'altro 
capitato di avere un brano su CD e di 
volerlo trasformare in un file, magari 
per metterlo come sottofondo alla 
vostra home-page; bene CDToAIFF è 
proprio il programma che fa per voi. 


Direttamente dal 
CD (Apple 300, 600 
o interno) è possibi¬ 
le ottenere un file 
AIFF senza alcuna 
perdita di informa¬ 
zione (attenzione, 3 
minuti di musica 
stereo a 44.1 KHz 
creano un file da 30 
Mega!). 

L'operazione 
avviene in tempo 
reale e congela 
qualsiasi altra atti¬ 
vità del Mac, ma il 
risultato è esatta¬ 
mente il contenuto 
binario del CD. 

Un pannello di 
selezione permette di scegliere le 
tracce da estrarre, dopodiché il tutto 


funziona in modo del tutto automati¬ 
co. 



* Sound Sculptor 1.1.1 

• Genere: Utility Audio, 
Shareware 30$ 

• Nome File: 
sound-sculptor-lll.hqx 

• Autore: Jeff Smith 
(CompuServe: 74353,3243) 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/ 
HyperArchive.html 

Sound Sculptor è 
un editor di suoni grafico e di alta qua¬ 
lità. Sia l'aspetto che l'uso sono quelli 
di un classico, solido e intuitivo pro¬ 
gramma Macintosh. Decine gli effetti 
e i controlli, dal classico eco e riverbe- 


• ConvertMachine 

• Genere: Convertitore Suoni. 
Shareware 10$ 

• Nome File: 
convert-machine-111 .hqx 

• Autore. Rod Kennedy 
(rod@kagi.com) 


ro ai sofisticati 
LFO e inviluppo. 

Oltre che editare 
suoni preesistenti. 

Sound Sculptor 
può generare 
nuovi suoni grazie 
agli oscillatori, ai 
filtri e agli invilup¬ 
pi; esattamente 
come un qualsiasi 
sintetizzatore a 
LFO. Il suono ri¬ 
sultante può es¬ 
sere sia quello 
generato interna¬ 
mente sia un mix 
o un inviluppo tra 
suoni esterni e 
suoni sintetizzati. 

Lo strumento 
"penna" permet¬ 
te anche di correggere a mano o inse¬ 
rire puntualmente singoli campioni 


• Reperibilità Internet: 
http ://h y perarchi ve. Ics. m it. ed u/ 
HyperArchive.html 

Si tratta 

principalmente di un converti¬ 
tore da far girare in back¬ 
ground. La quantità di formati 
riconosciuti è impressionante 


sonori Può editare suoni anche men¬ 
tre li sta riproducendo 


e oltre al cambio di formato permette, 
sempre in modo completamente 



Vwc" 1 1.1 1996-1997 


372 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 
































































































PD-SOFTWARE ■ 


''unattended”. di modificare la com¬ 
pressione. il campionamento e il 
mono/stereo dei file da convertire. 
Non è importante sapere il formato del 
file in ingresso, tutto quello che serve 
è di comunicare al programma quale 


dovrà essere il formato in uscita e le 
opzioni relative. Converte file Finder 
Sound (sfili. AIFF. WAVE. AU p-law e 
lineari, QuickTime Audio (Movie) e 
Sound Designer II. Il risultato può 
essere inviato automaticamente ad un 


Player predefmito. Necessita almeno di 
QuickTime 2.1 e Sound Manager 3 1 
Per qualsiasi informazione basta riferir¬ 
si al completissimo Balloon Help (chis¬ 
sà perché sono cosi pochi i programmi 
che lo utilizzano?). 


è MacMikMod 

• Genere: Player MOD, 
Freeware 

• Nome File. 
mac-mik-mod-30.hqx 

• Autore: Dmitry Boldyrev 
tdemos@komkon org] 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/ 
HyperArchive.html 

I file MOD sono 
una delle migliori eredità dell'Amiga. 
Con quattro oscillatori (nella versione 
base Amiga) e la possibilità di includere 
nel file le forme d'onda da risintetizza¬ 
re, il file MOD si pone a metà strada tra 
il MIDI e il Sound. Nel primo caso ven¬ 
gono registrate solo le azioni, nel 


secondo solo il 
risultato II file 
MOD contiene il 
minimo di en¬ 
trambi, consen¬ 
tendo un'ottima 
musicalità e un 
controllo preciso 
del risultato indi¬ 
pendentemente 
dalla piattaforma 
MacMikMod è un 
semplice ma fun¬ 
zionale Player 
MOD ispirato a 
quello scritto da 
J e a n - P a u I 
Mikkers per IBM 
PC. Legge e ri¬ 
produce file 
MOD nei formati: 

STM - Scream Tracker 2.x MOD - ProTracker 

S3M - Scream Tracker 3 x ULT - UltraTracker 

MTM - MultiTracker XM - FastTracker II 



: 

* SoundMachine 

• Genere: Sound Player, 
Shareware 10$ 

• Nome File: 
sound-machine-270.hqx 

• Autore: Rod Kennedy 
(rod@kagi.com) 

• Reperibilità Internet: 
http://hyperarchive.lcs.mit.edu/ 
HyperArchive.html 


SoundMachine è 
un Player semplice e funzionale utile 
in tutti quei casi in cui occorra un pro¬ 
gramma semplice, piccolo ma versati¬ 
le SoundMachine legge i più diffusi 



formati come p- 
law (p-law), AIFF. 

SDII e WAVE 

Ha una interfac¬ 
cia molto leggera 
e minimale ed è 
quindi particolar¬ 
mente adatto per 
essere utilizzato in 
congiunzione con i 
Web Browser. 

Il fatto di essere 
una versione FAT 
gli consente di 
girare al meglio 
sui PowerPC e di 
funzionare anche 
sulle macchine 
68k 

Necessita del 
System 7 e preferi¬ 
bilmente del So¬ 
und Manager 3.2 e di QuickTime 2.5 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


373 






















































































coordinamento di Andrea Suatoni 


Amiga F/X 

Oggetti virtuali in scenari reali 

Torniamo finalmente a parlare di grafica 3D ed effetti speciali, e lo facciamo 
con un progetto che è la copia speculare di quelli dedicati aH'inserimento 
di attori reali in scenari virtuali. Vedremo infatti come realizzare l'effetto 



inverso: l'inserimento di un 
elemento in computer grafi¬ 
ca aH'interno di una immagi¬ 
ne (o ripresa) del mondo 
reale. 


di Massimiliano Marras 


Come al solito, la luce 

Abbiamo badato cosi spesso dell'im¬ 
portanza della luce, che ritornare sull'ar¬ 
gomento sembra quasi uno spreco di 
tempo Eppure, continuiamo a vedere 
con dispiacete immagini ed animazioni 
realizzate con perizia ma con un assolu¬ 
to disprezzo per le piu elementari 
norme di illuminazione della scena. Da 
un lato questo può essere giustificato 
con il fatto che al crescere del numero 
delle luci presenti nella scena, anche il 
tempo di rendering cresce esponenzial¬ 
mente, ma come è noto 'there is no 
thing such as a free lunch', non esisto¬ 
no pasti 'gratis' Se si desiderano risul¬ 
tati professionali, è indispensabile 
accettare tempi di calcolo proporzional¬ 
mente maggiori Se questo è già vero 
per quanto riguarda le immagini e le 
animazioni tradizionali, quando rivolgia¬ 
mo la nostra attenzione alle delicate 
operazioni necessarie per integrare 
computer grafica e immagini reali, 
porre una cura particolare nello studio 
della luce diviene una condizione impre¬ 
scindibile. Le tecniche che abbiamo illu¬ 
strato in passato prevedevano tutte, in 
modi diversi, una forma di manipolazio¬ 


ne del materiale girato per ottenere 
una convincente fusione nella scena 
virtuale. In altre parole, al materiale 
ripreso dal vivo con una illuminazione 
prevalentemente piatta e diffusa si 
sommava una illuminazione virtuale 
assai più caratterizzata ed incisiva, che 
rafforzava l'illusione di fusione delle 
diverse componenti Questa illumina¬ 
zione virtuale, rafforzata dalla presenza 
di ombre studiate appositamente per 
essere integrate con gli altri oggetti, 
attenuava per così dire le inevitabili 
dissonanze. 

Nel caso del procedimento inverso, 
questo non è più possibile 
L'illuminazione virtuale non può 
influenzare quella della scena reale. 


che è definita al momento della ripre¬ 
sa. ed è quindi necessario porre una 
cura particolare nella realizzazione del 
parco luci virtuale affinché questo 
somigli il più possibile a quello origina¬ 
le Diciamo subito che sperare di rea¬ 
lizzare una illuminazione realistica con 
gli strumenti attualmente a nostra 
disposizione è un'impresa non impos¬ 
sibile ma comunque poco concreta 
Pensiamo alla complessità di una nor¬ 
male illuminazione artificiale d'ambien¬ 
te. con ombre, luci diffuse e colorate 
dagli oggetti, riflessi speculari (che, a 
differenza della computer grafica, por¬ 
tano la luce su altri oggetti) e altre 
amenità. Ci sono ovviamente dei 
metodi che permettono di ovviare a 


374 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 




questi inconvenienti, ma sono decisa¬ 
mente complessi e saranno oggetto di 
un futuro articolo. Ci limitiamo a sugge¬ 
rire l'attenta osservazione di alcuni film 
anche recenti (pensiamo a Batman 3, 
ad esempio) dove una illuminazione 
artificiale da fumetto contribuisce non 
poco a mascherare i difetti di una com¬ 
puter grafica che, seppure di altissimo 
livello tecnico, non convince sul piano 
suggestivo. Oppure, ancora e in opposi¬ 
zione, l'eccellente lavoro svolto dagli 
studios di Phil Tippet per Tremors 2. un 
vero capolavoro di integrazione tra 
computer grafica e realtà che funziona 
proprio grazie alla scelta di un ambiente 
tra i più semplici da simulare in compu 
ter grafica: gli esterni di un deserto, 
praticamente una condizione di illumi¬ 
nazione totale, dove le complesse inte¬ 
razioni di cui sopra svaniscono imme¬ 
diatamente e naturalmente. Rivolgiamo 
quindi la nostra attenzione ad uno sce¬ 
nario piuttosto semplice, una ripresa in 
esterni, ben illuminata, dove tenteremo 
di integrare un oggetto semplice e con¬ 
sueto come può essere una automobi¬ 
le Anche per questo progetto faremo 
ricorso a Lightwave, che rispetto ad 
Imagine permette di definire più facil¬ 
mente degli oggetti particolari capaci di 
ricevere ombre senza essere visualizza 
ti nel rendering definitivo, permettendo 
una efficace composizione con il mate¬ 
riale retrostante. 

Prendiamo le distanze 


Assumendo che si disponga del 
modellino virtuale di una automobile, 
possibilmente ben proporzionato, l'ope¬ 
ra di modellazione della scena può dirsi 
quasi inesistente. Saranno infatti 
necessari solo un paio di oggetti, sem¬ 
plicissimi piani da porre come riferi¬ 
menti per posizionare correttamente 
l'automobile in rapporto con gli altri 


oggetti (quelli veri) della scena 
Incominciamo quindi con l'effettuare la 
ripresa reale, che in questo particolare 
caso potrà anche essere una semplice 
fotografia. E' però assolutamente indi¬ 
spensabile che la ripresa o lo scatto 
vengano effettuati da noi, e non si 
ricorra a materiale già esistente 
Perché questo? Perché cosi facendo 
disporremo di un maggior controllo sul 
tipo di ripresa, ma soprattutto potremo 
conoscere esattamente le distanze e i 
parametri di ripresa in modo da poterli 
replicare con sufficiente precisione 
all'interno di Lightwave. A questo 
punto è necessaria una breve divaga¬ 
zione, relativa al complesso problema 
del ’Perspective Matching" che è di pri 
maria importanza quando si cerca di 
far coesistere riprese reali e virtuali 
Abbiamo già spiegato CUn digitalizza¬ 
tore 3D per volti umani') come, dispo¬ 
nendo di una vista stereoscopica della 
scena, e di precisi punti di riferimento, 
sia possibile ricavare le informazioni di 
profondità da una immagine bidimen 
sionale Cerchiamo adesso di trovare 
un modo per adattare il piu possibile 


l'inquadratura di 
Lightwave con 
una immagine 
reale. 

Posizioniamo la 
nostra videocame¬ 
ra su un treppiede, possibilmente assi¬ 
curandoci che sia perfettamente in 
piano grazie alla livella a bolla 
Misuriamo con precisione l'altezza dal 
suolo della macchina da presa e tema 
mo da conto questo valore. Aiutandoci 
con qualche riferimento oggettivo (ad 
esempio le linee perpendicolari delle 
piastrelle sul pavimento) cerchiamo di 
inquadrare un oggetto che sia anche 
esso dotato di evidenti punti di riferi¬ 
mento, ad esempio una libreria 
Registriamo o acquisiamo direttamen¬ 
te questa immagine e quindi importia¬ 
mola dentro Lightwave come immagi¬ 
ne di background. Adoperando i valori 
misurati precedentemente poniamo la 
macchina da presa alla stessa altezza 
della scena reale, perfettamente alli¬ 
neata, e creiamo un oggetto (un sem¬ 
plice piano è sufficiente) che rappre¬ 
senti la libreria mantenendo le propor- 



Figura I 

La scena senza la vettu¬ 
ra Notare l'allineamento 
delle linee guida con l'im¬ 
magine di sfondo 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


375 















r 



zioni reali. Posizioniamolo quindi alla 
distanza (reale) dalla macchina da 
presa, ed osserviamo il risultato: ben 
difficilmente l'immagine di sfondo e il 
nostro piano sembreranno coincidere! 
Eppure i valori sono corretti, sono esat¬ 
tamente quelli misurati. Il problema è 
nella prospettiva, che deve essere 
aggiustata Cmatching') fino ad ottenere 
una perfetta fusione. Agiamo quindi 
sullo zoom, fino a che i contorni del 
nostro piano non giungano ad essere 
perfettamente allineati con quelli del¬ 
l'immagine di sfondo e salviamo quindi 
il tutto. A questo punto disponiamo 
della scena 'registrata' o 'accoppiata' e 
possiamo con tutta sicurezza aggiunge¬ 
re oggetti complessi (purché si man¬ 
tengano le proporzioni) e muoverli 
senza che essi appaiano fuori posto. 


irreali, o incollati senza criterio. 

Ovviamente il metodo appena 
impiegato è sufficiente solo per scene 
assolutamente semplici, nelle quali la 
macchina da presa sia perfettamente 
perpendicolare alla scena, e gli oggetti 
da integrare non presentino profili irre¬ 
golari o peggio ancora curvi (come 
appunto la carrozzeria di un'automobi¬ 
le!) perché in questi casi sarebbe prati¬ 
camente impossibile effettuare a 
mano con un minimo di precisione l'al¬ 
lineamento. Una soluzione al proble¬ 
ma degli oggetti complessi, peraltro 
molto usata anche in ambito profes¬ 
sionale, consiste nel ricorrere ai boun- 
ding box degli oggetti stessi. 
Trattandosi di forme regolari, è molto 
più semplice allinearle alla scena, e 
una volta fatto questo si può essere 


certi che anche l'oggetto complesso 
che essi racchiudono risulta allineato. 

Ben diverso è il discorso per quan¬ 
to riguarda la macchina da presa 
Ignorando per il momento la possibi¬ 
lità che si disponga dei dati reali di alli¬ 
neamento e posizione (come avviene 
invece nel caso di sistemi di punta¬ 
mento e motion control) è indispensa¬ 
bile fare ricorso a una forma di sempli¬ 
ficazione allineando non più un piano 
di riferimento all'immagine di sfondo, 
ma mantenendo l'oggetto fermo sul 
posto e cambiando l'orientamento 
della macchina da presa fino ad otte¬ 
nere un risultato soddisfacente 
Questa è esattamente la tecnica che 
adopereremo per integrare l'automo¬ 
bile nell'immagine reale da noi cattu¬ 
rata. 


Immaginando 1997: 

Visioni di g itali dell'Etruria 


la quarta edizione della manifestazione di 
Computer-Grafica 



A 

nche quest'anno il Comune di Grosseto ed il Circolo 
di Cultura Informatica 'Binary 
Digit' organizzano 
Immaginando, la manifesta¬ 
zione-concorso di compu¬ 
ter grafica che anno dopo 
anno riscuote sempre 
maggiori consensi. La 
piu significativa novità 
dell'edizione 1997 è 
senz'altro rappresentata dall'evolu 
zione del concetto di concorso a tema (ricordiamo che lo scor¬ 
so anno il tema era "Musica e Pixels') in qualcosa che vuole 
avvicinare, diremmo trasversalmente, gli artisti al concorso 
Tema del concorso è infatti 'Visioni digitali dell'Etruria', e questo 
radica fortemente le opere nella realtà e nella storia della 
maremma grossetana L'organizzazione considera questo il 
primo progetto di 'catalogo culturale e turistico di una regione 
ad alto contenuto storico-archeologico' e quel che è certo è che 
si tratta di un significativo passo in avanti verso il superamento 
di quell'evidente dilettantismo che affligge la maggior parte 
delle opere in computer grafica che partecipano alle manifesta¬ 
zioni più popolari Altra novità e l'annullamento della distinzione 
di categoria tra immagini 2D e 3D. mentre anche per quest'an¬ 
no non è prevista l'apertura alle animazioni. 

Per permettere comunque la partecipazione anche agli artisti 
che non desiderassero cimentarsi su un tema specifico, è pre¬ 
sente una seconda sezione a tema libero. Unitamente al bando 
di concorso, viene fornita una locandina contenente 100 imma¬ 
gini di siti archeologici e reperti che possono costituire uno 
spunto per la realizzazione di immagini originali destinate a par¬ 
tecipare nella categoria a tema. La documentazione è disponibi¬ 
le anche via Internet o comunque telematicamente attraverso il 
BBS del circolo Binary Digit. Naturalmente non esistono restri¬ 
zioni in merito alla piattaforma scelta per la realizzazione delle 


Per maggiori informazioni 

Immaginando '97 

Via dei Gracchi 25 

58100 Grosseto 

Tel /Fax 0564-454881 

e-mail: I diqifg q ol.grosseto .i) 

trttp7/www gol qrosseto.it/Dinarv.ntnT 


Italia Net BBS 
+39-564-496161 
+39-564-496562 
+39-564-472021 

(fast login Immagina 1997 password immagina) 


immagini, anche se i sup¬ 
porti magnetici dovranno 
tassativamente essere 
in formato MS-DOS, 
AmigaDOS o 
^Macintosh. Il ter- 
Pmine ultimo per 
la presentazione 
delle opere è il 31 
Agosto 1997 Una 
giuria qualificata si 
occuperà di assegnare 
tre premi alle opere 
della categoria a tema, 
mentre il voto del pubbli¬ 
co determinerà il vincitore 
della categoria a tema libero. 

I valore complessivo dei premi è di tre milioni e mezzo di lire 
Come nelle precedenti edizioni, le opere verranno esposte nella 
suggestiva cornice del Cassero Mediceo di Grosseto dal 19 al 26 
ottobre 1997 La premiazione avrà luogo domenica 26 ottobre. 


376 


MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 













In pratica 

Facendo riferimento alla figura 1 pos¬ 
siamo vedere una possibile soluzione al 
problema La macchina da presa è stata 
posta ad una altezza approssimativa¬ 
mente identica a quella della ripresa 
reale, ed anche la distanza dal soggetto 
coincide. Sfruttando il puntamento al 
Null-Ob|ect visibile al centro della 
scena, ruotiamo la macchina da presa 
finché non assume un orientamento 
che permette alle linee di riferimento 
dei piani di coincidere quasi perfetta¬ 
mente. Possiamo notare come i piani 
che simulano lo scalino del cortile si 
intersechino e siano più o meno allinea¬ 
ti alle linee della griglia di riferimento. 
Questo è molto importante: se infatti ci 
limitassimo a ruotare gli oggetti, 
potremmo si ottenere un risultato simi¬ 
le. ma il movimento degli oggetti non 
sarebbe più allineato con gli assi, com¬ 
plicando enormemente qualsiasi tentati¬ 
vo di animazione In figura 2 vediamo la 
stessa scena con l'aggiunta del veicolo, 
che non ha richiesto alcun genere di alli¬ 
neamento particolare: l'unica restrizione 
è che le gomme poggino esattamente 
sul piano che simula l'asfalto (altrimenti 
l'ombra apparirebbe sollevata) e che 
l'automobile non oltrepassi il gradino 
rappresentato dal secondo piano. Prima 
di rivolgere la nostra attenzione all'illu¬ 
minazione. osserviamo la figura 3 che 
mostra la stessa scena di prima ma 


include anche la macchina da presa 
Adesso è decisamente più evidente il 
puntamento e conoscendo il luogo di 
ripresa sarebbe estremamente facile 
‘riempire i vuoti" mentalmente e ren¬ 
dersi conto che in effetti tutto corri¬ 
sponde. Se Lightwave permettesse di 
lavorare con più macchine da presa 


Figura 2 . 

La scena con 
anche l'automobi¬ 
le. una volta alli¬ 
neate le linee 
guida anche II vei¬ 
colo e allinealo. 


separate, sarebbe per¬ 
sino possibile adopera¬ 
re lo stesso ambiente 
con diverse sequenze 
di sfondo, permetten¬ 
do un montaggio 
incrociato della stessa 
scena da diversi punti 
di vista, un vero tocco di classe che 
aumenta enormemente il realismo del 
prodotto finito 

Dedichiamoci quindi alla parte più 
complessa e più gratificante l'illumina¬ 
zione della scena Abbiamo già detto 
che una ripresa in esterni semplifica 
enormemente il nostro compito. 
Infatti, osservando le ombre portate 
dell'Immagine acquisita possiamo facil¬ 
mente determinare la posizione del 
sole in quel momento. Esso è in alto, 
sulla sinistra e davanti della macchina 
da presa. Proprio in quel punto posizio¬ 
niamo una luce spot, adattando legger¬ 
mente il colore all'illuminazione della 
scena. Questa luce spot deve poter 
proiettare ombre e saranno proprio 
queste ombre a dare realismo ed inte¬ 
grazione aH'immagine. I pian di riferi¬ 
mento. infatti, non verranno in alcun 
modo visualizzati, se non dove cade 
una porzione di ombra dell'automobile 
Questo si ottiene atti¬ 
vando il modo 
Shadow Alpha dal 
pannello dei materiali 
ed assegnando un 
colore bianco puro 


Figura 3. 

La scena, vista dal 
di fuori, mostra 
anche la macchi¬ 
na da presa 


MCmicrocomputern. 174 - giugno 1997 


377 










































all'oggetto. Il risultato? Invece di limi¬ 
tarsi a colorare più o meno intensa¬ 
mente di scuro l'oggetto, l'ombra 
determinerà anche la percentuale di 
composizione tra 
l'oggetto e lo sfon¬ 
do Di conseguen¬ 
za. tanto maggiore 


sarà l'illuminazione sul punto e tanto 
minore sarà la presenza dell'oggetto 
nell'immagine calcolata. In questo 
modo dove l’automobile non proietta 
ombra, avremo l'immagine di sfondo, 
cioè il cortile, e dove la proietta avre¬ 
mo una miscelazione tra un colore gri¬ 
gio (il piano bianco, scurito dall'ombra) 


e l'immagine di sfon¬ 
do... ottenendo esat¬ 
tamente ciò che desi¬ 
deriamo un'ombra 
portata sulla scena 
realel Naturalmente 
questa tecnica può 
essere resa assai più 
efficace creando degli oggetti di riferi¬ 
mento molto più complicati, che 
seguano i contorni di elementi di sfon¬ 
do, in modo da dare una maggiore illu¬ 
sione di tridimensionalità (si pensi alla 
proiezione delle ombre sui monumenti 
in ’lndependence Day") Da ultimo, si 
tratta di regolare la luce d'ambiente in 
Lightwave in modo tale che sia simile 
all’illuminazione riflessa dalla scena, e 
poiché questa contiene prevalente¬ 
mente tinte azzurre e verdi, privilege- 
remo appunto queste ultime E' bene 
notare come questo sia rilevante quasi 
solo per il piano destinato a ricevere le 
ombre, e non per l'automobile che 
invece riceverà la maggior parte dei 
propri riflessi da una mappa di ambien¬ 
te. Come è ovvio questa mappa d'am¬ 
biente è esattamente la stessa scena 
che si usa come sfondo, anche se si 
potrebbero ottenere risultati assai 
migliori facendo ricorso ad uno pseu¬ 
do-cubo di riflessione (o a mappe di 
ambiente cubiche, purtroppo non pre¬ 
senti in Lightwave) 

A questo punto non resta che inizia¬ 
re ad effettuare rendering di prova, 
modificando via via le luci in modo da 
ottenere una ancora più difficile forma 
di accoppiamento: quella dei colori. 
Diciamo subito che nella maggior 
parte dei casi l'accoppiamento è quasi 
impossibile da ottenere all'interno dei 
software di rendering, e si ricorre 
anche in ambito professionale ad un 
ritocco a posteriori dei diversi canali. In 
questo caso abbiamo preferito mostra¬ 
re le immagini non ritoccate, che sono 
comunque indicative del grado di com¬ 
posizione che è possibile ottenere. La 
discrepanza maggiore può essere per¬ 
cepita confrontando il rosso spento e 
azzurrato dell'automobile (reale) sullo 
sfondo rispetto a quello vivo e squil¬ 
lante del modello virtuale La soluzio¬ 
ne? Ma ovviamente è quella di elimi¬ 
nare dalla ripresa reale il termine di 
paragone! Ciò che per noi può risulta¬ 
re un utile elemento didattico, in una 
produzione reale dovrebbe essere 
rimosso o fisicamente (prima della 
ripresa) o digitalmente in un secondo 
tempo, ad esempio virandone il colore 
verso qualcosa di meno dissonante 
rispetto alla nostra vettura 

/se 

MCmicrocomputer n. 174 - giugno 1997 


Figura 5 

Un esempio ai renae- 
ring con monon blur. 



378 


Figura 4 

Un'altra versione 
dell 'immagine caF 
colata. Sicontronn 
l'effetto di riflessio¬ 
ne sulla carrozzeria 
con la foto d'aper 
tura. 














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spedizione e gestione del servizio. I programmi classilicati Shareware comportano da parte dell'utente l'obbligo morale di corrispondere all'autore un 
contributo Indicato al lancio del programma 


CODICE 

TITOLO RIVISTA 

CODICE 

TITOLO RIVISTA 

CODICE 

TITOLO 

RIVISTA 

CODICE 

TITOLO RIVISTA 




WFR08 

WORDY 

mc113 

AMCO 23 AMIPHONE 

mc 166 

MICO/15 

MACWEB 

mc158 

IVlb-UUb e WINUUWS 

W 3 R 10 

BREEZE 

mc 116 

AMCO/24 MWM 

me. 166 

MICO/16 

BBEDIT LITE 

me 160 




WPR/11 

BOXER 

mcl2l 

AMCO'25 TELEMAKO 

mc167 

MICOSI 7 

BBEDIT FTP 

me 160 

COMUNICAZIONE 


W 3 R 12 

FED 

mc124 

AMCO'26 SCATTI 

mc169 

M ICO'18 

WEe COLOR 

me 162 




WPR/13 

BOOKLET 

me 136 

AMCO 27 YAM 

mcl7l 

MICO/19 

PAGE SPINNER 

mclG4 

COM 15 

FORTE FREE AGENT 

me 153 

WPR/14 

SLEEK 

mc136 




MICO/20 

HTML VIEWER 

mc!65 

COM'17 

REMINDER 

me 163 

WPR 15 

AURORA EDITOR 

mcl37 

DATABASE 


MICO/21 

CINDY S HYPERCARD mc167 

COM1B 

NEWS EMAIL AUIO 

me 166 







M ICO/22 

MACSOUP 

me 169 





OS/2 


AMDBT2 

SCICN 

me 155 

MICO/23 

DECODER 1 1.3 FAT 

mc17! 

DATABASE 




AM DB/13 

BUD 

me 157 










AMDB 14 

MCFILER 

me 158 

EDUCATIVO 


DBS 44 

NONSOLOCAP 

mci59 

OS2/OI 

PROGRAM COMM. 2 

mci55 

AMDB 15 

PDBASE 

me 158 




DBS4S 

WINCCP 

me 159 

OS2/02 

FILE MANAGER'2 

me 155 

AMDB 16 

ALBIN MUI 

mc 162 

MIED'06 

JUST POR KIDS 

mcISO 

DBS 46 

FANTAPRO 

mcl6l 

OS2/03 

ZAP O COMM 

■nel 55 

AMDB'17 

EO 

mcl 62 




DBS 47 

PRENOTAZIONE LIBRI 

mcl6l 

OS2 04 

FILE COMMANDER 

mc156 

AMDB. 18 

CD VOYAGER 

mc 166 

GIOCO 



DBS 48 

COINS & STAMPS 

me 163 

OS2'05 

OS/2 COMMANDER 

mc156 

AMDB 19 

ROLCMAN 

mci 70 




DBS49 

DIGITAL DIARY 

me 165 

OS2/06 

ZTREEBOLD 

mcl56 




MIGI94 

ONSLAUGHT 

mc158 

DBS'50 

COCKTAIL 

mc168 

OS207 

FILEJET 

mc156 

GIOCO 



MIGI/95 

DOOM 1 

me! 59 

DBS51 

LA BUONA CUCINA 

mcl71 

OS2 08 

CONFIG.SYS 

me 157 




MIGI96 

CRUNCH 

me 159 




OS2/09 

PMVIEW 

me 157 

AMGI22 

DEMON 

me 156 

MIGI97 

DESERT TREK 

mc159 

EDUCATIVO 


OS2/10 

TASKBAR 

mcl57 

AMGI'23 

FI GP-ED 

mcl57 

MIG198 

MORPHION 

mcl59 




OS 2/11 

ZIPSTREAM 

me 159 

AMGL24 

TIMESHIFT 

me 163 

MtGI/99 

PENTRIS 

mc159 

EDU/01 

ABC FUN KEYS 

me 103 

OS2/12 

YARN-2 

me 159 

AMGI25 

HYDROCIS 

me 165 

MIGI/100 

QUARTO* 

me 160 

EDU/04 

GEOBASE 

me 109 

OS2-13 

ROIDS 

me 159 

AMGI26 

MANIAC BALL 

mc17l 

MICI'101 

TRESSETTE 

mcl61 

EDU-05 

CHIMICA 

me 122 

OS2/14 

ZIP E UNZiP 

mcl 60 




MIGLT02 

SKITTLES 

mc163 

EDU06 

GEOG RAPANDO 

mcl5? 

OS2/15 

WPS BACKUP 

me 160 

GRAFICA 



MIG1103 

KEY WACK 

me 164 

EDU.07 

ECLIPSE 

mci69 

OS2/16 

SOUPER8SOUP2SQ 

me 160 




MIGL104 

MAC JONG 

mclC4 




OS2/17 

FILE PHOENIX 

mc161 

AMGR'26 TAPECOVER 

mc154 

MIGI105 

ROMI 

mc164 

OIOSO 



OS2'18 

9 LIVES 

m C 161 

AMGR/27 ICON DELUXE 

mcl54 

MIG1106 

DELIRIUM 

mc165 




OS2/19 

GAMMA! ECH 

mc 161 

AMGR 28 FRAPHIX 

me 158 

MIGL107 

RCHESS 

me 165 

GIO'85 

TOMBOLA 

mc157 

OS2/20 

NPS WPS 1 81 

me 162 

AMGR'29 AMIFIG 

mcl61 

MIGL108 

SUPER ROBOTS 

me!67 

GI0 86 

DAMA DELUXE 

mcl58 

OS2/21 

SCREENSAVER 

me 162 

AMGR 30 GUIBLOB 

me 167 

MIGI/109 

INTERNET GAMIN3 Z 

me 168 

GIO'87 

DERNIER 

me 159 

OS222 

POPBIFF VI 1 

me 162 

AMGR 31 

PICTUREMENU 

me 167 

MIGl'IIO 

MUNCHIES 1 0.6 

mc169 

GIO'88 

SIM BORSA 

mci60 

OS2/23 

POST ROAD MAILER 

me 163 

AMGR’32 PHOTOALBUM 

me 168 

MIGLI II 

SOLDIER OF THE SUN mc!7t 

GIO60 

SPACCA 

me 162 

OS2/24 

POV 

me 163 




MIGL11? 

RONK 1 4 3 

mcl7l 

GI090 

LA LUNA NERA 

me 166 

OS2/25 

GO BOARD 

mc163 

SPREADSHEET 


MIGL113 

GOPHER GOLF 

me 172 

GIO/91 

GIOCO D'AZZARDO 

me 174 

OS2'26 

YTALK 0.91 BETA 

mc164 




MIGL114 

IMAGE MAPPFR 

me172 




OS2/27 

PMMAIL 1 5 

mc164 

AMSP/03 

MUIPROCALC 

mcl58 

MIGITI5 

RESFORK KILLER 

me 172 

GRAFICA 


OS2/28 

NEOLOGIC NETW 

mcl58 










OS229 

WEBWRITER 

mc165 

UTILITY 



GRAFICA 


GRF,28 

PCXDUMP 

me 149 

OS2i30 

iLINK'2 

me 165 







GRF 29 

FOTOEFT 

me 150 

OS2/31 

MAKMAN’2 

mc165 

AMUT 65 

MIDNIGHT 

mci58 

MIGRI 9 

TRANSPARENCY 

mc151 

GRF30 

MASK 

me 152 

OS2/32 

INTERCOM 3 12 

me 166 

AMU1/86 

COPY-C 

me 159 

MIGH20 

HOT ICONS 

me 152 

GRF.31 

LABEL LA80RAT0RY 

me 153 

OS2/33 

ZIP CONTROL 2.30 

me 166 

AMUT,87 

SYSSPEED 

mc 16 l 

MIGR/21 

MANDLE ACID 

mc152 

GRF 32 

CBARlt 

me 159 

OS2/34 

INFOLINE 

me 166 

AMUT 88 

MCP 

mc 161 

MIGR/22 

VIRTUAL 

me 153 

GRF 33 

WARPOWER 

mcl54 

OS2/35 

FLEETSTREET VI .17 

mc167 

AMUT 89 

PLAY 16 

mc 161 

MIGR23 

MERIDIANA 

mc154 

GRF 34 

IPERWIN 

me 173 

OS2/36 

JVIEW VI .0 E PRO 

mc167 

AMUT 50 

BLACKS EDITOR 

me 162 

MIGR24 

SHAREDROW 

me 1 56 




OS2/37 

TOYLAND 10 

mcl67 

AMUT 91 

MCP 

me 165 

MIGR/25 

NIH IMAGE 

me 160 

MIDI 



OS2/38 

PROMINARE DESIG 5 

me 168 

AMUT’92 

STARTMENU 

me 165 

MIGR.26 

IMAGE WORKSHOP 

me 160 



OS2/39 

PM COMMANDER 2.22 mc168 

AMUT 93 

DCF77 

mc168 

MIGR'27 

JADE 

mci6i 

MSD.07 

GESTIONE BASI 

me 157 

OS2/40 

SIRTET 1.0 

me 168 

AMUT 94 

ITAL 

me 169 

MIGR/28 

ERIK S DESKTOP 

me 162 

MSDD8 

JINGLE S JINGLÉ 

mc161 

OS2/41 

KORN SHELL 

me 169 

AMUT 95 

AMIBROKER 

mcl69 

MIGR'29 

KNOT 

me 162 




OS2'42 

KWQMAIL/2 1.21 

me 169 

AMUT/96 

DECRITT 

mc170 

MIGR,30 

GIF BUILDER 

me 163 

SPREADSHEET 


OS2'43 

PM-DUP 

me 169 

AMUT97 

VIRUSZ 

mc170 

MIGRAI 

FLl PLAYER 

me! 65 




OS244 

NFNF 1.12 

mc170 

AMUT 98 

XOPA 

mcl7l 

MIGR.32 

PIXELCAT 

mc165 

SPDYM 

ASEASYAS 

mci32 

OS2/45 

WPTOOLS 1.9 

mci70 

AMUT 99 

APLAYER 

mcl72 

MIGR33 

LANDSCULPTOR 3D 

mc167 

SPD.05 

SSHEET 

me 139 

OS2/46 

MR EDITOR V 1.15 

mc170 




MIGR/34 

BEVIEW 1 1 

me 170 




OS2/47 

ELECTRONIC TELLER 

mcl7l 

VARIE 



MIGR/35 

PRINT TO JPEG 1 0 

mcl 70 

UTILITY 



OS2M8 

FONTFOLDFR3 0 

mel7i 




MIGR/3G 

WFR CAI FNDAR 1 1 

mel 70 




OS2'49 

PGP 2.6.31 

mc172 

AMVR92 

BYTEMARK 

melGO 

MIGR<37 

STARSHIPS 1 1 

mcl 71 

UTI/80 

IDRAULICA 

me 158 

OS2/50 

GNU EMACS 19.30 1 

me 172 

AMVR93 

XTRUDER 

me 160 

MIGR'38 

FOCUS MAJESTIC 

mcl 72 

UTI'81 

VIRIT LITE 

mclGS 

OS2/51 

RAR 2.0 

mcl73 

AMVR94 

TYPEFACE 

me 160 

MIGFL39 

LUNAR VIEW1.3 

mcl 72 

UT 182 

WINDOWS COMMAND. mc168 

OS2/52 

HOME PAGE PUBLIS 

mc173 

AMVR95 

BIGTIME 

mcIBO 

MIGR40 

MOOVER 

mcl 72 

UTIE3 

PC STADIO 2 0 

me 170 

OS2'53 

EZ LINK 1.0 

me 173 

AMVR96 

LOTTOFOBIA 

me 162 

MIGR/41 

COCOMCP22 

mcl 73 




03254 

INITOR 2.0 

me 174 

AMVR/97 

FINDIT GUI 

mcl64 

MIGR/42 

HVS COLOR 1.2.7 

mcl 73 

VARIE 



OS2/55 

MATHMATE 1.1 

enei 74 

AMVR'98 

WAVEBLASTER GUIDE mc168 

MIGR/43 

COLOR SWAP 

mcl 73 



OS2756 

FTP BROWSER 1.6 

me 174 

AMVR'99 

PARALLELPORT TEST mc!68 

MIGR'44 

DROP SHADOW I 1 

mcl 73 

VAR35 

MDIFF 

mci6l 




AMVR^OOMATHSCRIPT 

me 171 

MIGR/45 

FRANK S COLOR 

mcl 73 

VAR86 

ANAG 

me 162 


AMIGA 


AMVR/101CHIMCAD 

mcl72 

MIGR'46 

FROSTY 1.0 

mcl 73 

VAR'87 

WEGTAROT 

me 162 



AMVR 102SVSPEED 

mc172 

MIGR/47 

INDIA INK 1 3 

mcl 73 

VAR-88 

CLOCK3D 

me 163 






MIGR48 

DITHER 1 0 

me 173 

VAR 89 

VINCOLI E REAZIONI 

mc163 

COMUNICAZIONE 



MACINTOSH 


MIGR/49 

RETROSCAN10 

mcl 73 

VAR‘90 

MUSICA ESTATICA 

me 168 






MIGR/50 

TESSELATION 

mcl 73 




AMCO/18 GUI FTP 

mcl63 




MIGR/51 

VITRIOL 

mcl 73 

WORDPROCESSOR 


AMCOT9 VOYAGER 

mc164 

COMUNICAZIONE 








AMCOI20 AIRMAIL 

mc164 




MIDI 



WPR06 

EDITOR 

meno 

AMCO'21 AMIPPP 

me 164 

MICO'13 

INTERNET CONFIG 

me 157 




WPR07 

NOTEBOOK 

mc 1 l 2 

AMCO/22 AMIRC 

mc165 

MICOT4 

UUCD 

mc157 

MIDI'12 

ZAK 

mcl 58 


380 


MCmicrocomputer 174 - giugno 1997 
















CODICE 

TITOLO 

RIVISTA 

CODICE TITOLO 

RIVISTA 

CODICE TITOLO 

RIVISTA 

MIDI. 13 

MEGALOMANIA 

mcl 61 

MIVR/120 FLASHY CURSOR 

mcl 72 

MIVR/132 MPEGAUD 

mcl 74 

MIDI'14 

ARNOLD'S MIDI 

me 162 

MIVR/129 KEYBOARD MENU 

mcl 72 

MIVR/133 CDTOAIFF 

mcl 74 

MIDI/15 

MIDIGRAPHY 

mcl 63 

MIVR/130 CD EQUALIZER 

mcl 74 

MIVR/134 SOUND SCULPrOR 

me 174 

MIDI/16 

MIOI/17 

MIDPLAY 10.4E 
MIDICHAOS 1.5 

mcl 69 
mcl 70 

MlVR/131 CD-NAMER 

mcl 74 

MIVR/135 MACMIKMOD 

mcl74 


CODICE TITOLO 


RIVISTA 


MIVR/136 SOUNOMACHINE mc174 
MIVR/137 CONVERT MACHINE mcl74 
MIVR/130 SNDCONVERTER PROmcl74 
MIVR/139 SHHH1 E SMADDUPI mcl 74 


SPREADSHEE T 

MISP.02 STOCK TREND 
STACK 

MISIC08 PLAY MOD BUNDLE 
MtSK.09 GRIMOIRE 


mcl 42 
mc!4S 


UTILITY 

MIUTI/76 

MIUTI/77 
MI UT 1/78 

MIUT1/79 

MIUT1/80 

MIUTI/81 

MIUTL82 

MIUTI/83 

MIUTI/84 

VARIE 

MIVFV116 

MIVRTI7 

MIVR/116 

MIVR'119 

MIVRT20 

MIVR/I2I 

MIVR/121 

MIVR/122 

MIVR/123 

MIVRT24 

MIVR 125 
MIVR/126 
MIVRI27 


CLIPFILER 

TECH TOOL 
RNDER WINDOWS 
FONT FINDEH 
EASY ERRORS I 11 
ERRDITORI 1 
WORLOCLOCK LITE 2 
BIG BROTHER 1.1 
PREFERENCE KILLER 


mclfil 

mc!64 

mcl6S 

mcl68 

mcl 69 
inc169 
mcl69 
mcl 70 
mcl 72 


ECHO mcl 66 

PUSHPUSH mcl 66 

CALCOLATRICE PROG mc!67 
CLIPSPEAKER mcl 67 

MOON mcl 67 

KALEIDOSCOPE mcl 68 
PROGRAM SWITCHER mcl 68 
SIMPLETEXT COLOR mc!68 
PLAY IT COOL 1.5 mcl 70 
START ONCE 1.0 mcl 70 
STORY PROJECT mcl 70 
MINICALENDAR 1.1 mcl 71 
OUICKHIDE 2.1.5 mcl 71 


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Nome e Cognome 


Indirizzo 


CAP/Città 


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Il PD-software dei lettori di MCmicrocomputer 


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PD-software sono stati unificati. 

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presentati saranno reperibili anche attraverso il 
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magnetico sia su MC-Link. Saranno recensiti 
sia programmi già nei circuiti PD, sia quelli che 
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Pubblico Dominio. 

I lettori di Mcmicrocomputer (autori dei 
programmi dei quali si parlerà in queste 
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1- Il materiale inviato deve essere di Pubblico 
Dominio (o Shareware) e prodotto dallo 
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supporto magnetico (non saranno presi in 
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primo contenente una breve descrizione del 
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informazioni necessarie per un corretto 
impiego (se il programma è particolarmente 
semplice può essere sufficiente il solo 
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apprezzati fra i programmi più complessi quelli 
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file deve essere apposto il nome, l'indirizzo ed 
eventualmente il recapito telefonico 
dell'autore 

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indirizzo dell'autore. È ammesso, alterna¬ 
tivamente, che tali informazioni siano 
richiamabili da programma con un metodo 
noto e indicato nelle istruzioni. 

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giunti in redazione accompagnati dal talloncino 
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I programmi classificati non come Freeware 
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MCmicrocomputer 173 - giugno 1997 


381 





































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Web Pen 

MCS 0 4 2 j 

Ut. 

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Paper Trail 

MCS 04 3 

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Trismania 

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25.000 

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MCS 0 4 5 

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